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Attualità8 Gennaio 2009

LAVORO

Fondi europei a sostegnodell’occupazione in SardegnaDestinati all’Isola dal Fondo sociale europeo 700 milioni di euro per il periodo2007-2013 - L’annuncio durante la Conferenza regionale tenuta a Cagliari

S ettantasei miliardi di euro di cui 700 milioni per laSardegna: è questa la dotazione finanziaria del Fondo

sociale europeo per il periodo 2007-2013. A parlarne,durante i lavori della Conferenza regionale perl’occupazione, svoltasi alla Fiera Campionaria di Cagliari, èstato Philippe Hatt, capo unità della Direzione generaleoccupazione nella Commissione europea, che, ricordandocome nel 2007 il Fondo sociale europeo ha compiuto 50anni, ha ribadito gli obiettivi del prossimo periodo:rafforzamento della coesione economica e sociale,attraverso il miglioramento delle possibilità di occupazione,e di nuovi posti di lavoro. Sono traguardi ambiziosi alla lucenon solo dei parametri di Lisbona che, ha ricordato PhilippeHatt, puntano, entro il 2010, a conseguire un tassocomplessivo d’occupazione del 70% o quello femminile del60%, ma anche alla luce della crisi finanziaria checaratterizza i mercati mondiali in questo periodo.“Per quanto riguarda il periodo 2000-2006 – ha proseguitoHatt – il bilancio appare complessivamente positivo. Lagrave crisi finanziaria che investe tutto il pianeta ha spintola Commissione a prendere in considerazione un’estensionedi sei mesi della data limite per la chiusura, originariamenteprevista al 31 dicembre 2008”. Per il periodo diprogrammazione 2007-2013 il budget complessivo del Fse èdi 76 miliardi di euro, di cui sette per l’Italia che attuerà ben24 programmi operativi cofinanziati dal Fse. Tra le prioritàdei programmi, ha aggiunto Hatt, ci sono “l’aumentodell’adattabilità di lavoratori, aziende e imprenditori,attraverso una maggiore capacità di prevedere e gestirepositivamente il cambiamento economico; il miglioramentodell’accesso all’occupazione e all’inserimento lavorativoper tutti, il rafforzamento dell’inclusione sociale,l’investimento nel capitale umano, la promozionedella transnazionalità e dell’interregionalità”.La Conferenza Regionale per l’Occupazione si è aperta con isaluti dell’assessore regionale del Lavoro Romina Congera,sottolineando l’importanza del tema, “specialmentein un periodo storico in cui la Sardegna soffre piùdi altre il problema-occupazione”.Un problema che, nonostante le buone notizie sul fronteeuropeo, continua ad essere da allarme rosso. A marginedella Conferenza, infatti, l’Agenzia regionale per i lavoro hasnocciolato i dati sull’occupazione in Sardegna nell’ultimoanno: da luglio 2007 al marzo 2008 “il tasso didisoccupazione è cresciuto di 4,8 punti percentuali passandodall’8,7 al 13,5 %”. Un dato che – secondo la sedecagliaritana di via Is Mirrionis – “non era così negativo dal1992”. Ecco anche spiegato il motivo della Conferenzaregionale per l’Occupazione, ovvero fare sintesi sul pianoregionale, messo a punto dall’Assessorato al Lavoro e postosul tavolo per un confronto con sindacati ed associazioni dicategoria. Gianna Donati, dirigente del Ministero del

Lavoro, della Salute e delle Politiche socialiharibadito che “siamo in piena crisi economicamondiale, ma si sta puntando a nuovi obiettivilegati al miglioramento delle competenze. Inparticolare a innovative occasioni di formazione”.Ha quindi evidenziato l’importanza della sinergiacon il Ministero dell’Istruzione e Lavoro, perraccordare la scuola al mondo lavorativo. Dellastessa opinione Giovanni Carta, direttore generaledell’assessorato regionale del Lavoro, e autorità digestione del POR Fse Sardegna, che ha sottolineatol’importanza di quanto annunciato da Philippe Hattsulla proroga di sei mesi del programmacomunitario, la cui scadenza era stata fissata per il31 dicembre 2008. Riguardo al programma 2007-2013, Carta ha ricordato lo stanziamento di “oltrecento milioni di euro per l’alta formazione che ha

consentito oltre tremila interventi”, ha rilevato. “Si dàquindi la possibilità di formarsi con borse di alto livello intutto il mondo, ma siamo fieri che poi ci sia il rientronell’Isola da cui sono partiti”. Graziella Pisu, del Centroregionale di programmazione, ha evidenziato le attualicriticità, come l’insufficiente quantità e qualità diinfrastrutture, la scarsa propensione delle impreseall’innovazione e sviluppo, il basso livello d’istruzione.Il modello vincente del “Master and back”, ha sottolineatol’economista Francesco Pigliaru che, riferendosialla programmazione per il 2007-2013 ha poi messoin guardia contro un pericolo: “Spendere per la ricerca,senza parlare d’alta formazione è un errore”.Sulla stessa lunghezza Maria Letizia Pruna, docenteall’Università di Cagliari, secondo cui per utilizzare almeglio le risorse del Fondo sociale europeo occorrono anchealcuni accorgimenti: “Abbiamo bisogno di conoscenza,intesa come conoscenza di noi stessi – ha detto – Ancorasappiamo molto poco per capire davvero come intervenirenel nostro territorio”. Per l’assessore regionale al LavoroRomina Congera “il Piano – che al momento è una bozza –deve diventare il documento ordinario di elaborazione eindirizzo delle politiche attive del lavoro, e sarà composto dadue parti:il Piano dei servizi e delle politiche del lavoro e ilPiano dell’occupazione, individuando gruppi di beneficiariben definiti. Tra i più importanti, i giovani, le donne e ilavoratori ultracinquantenni”.Per la consigliera regionale di parità Luisa Marilotti “laSardegna, come il resto del mondo, sta attraversando unmomento di grave crisi. È perciò necessario fare di piùe meglio, ciascuno nel proprio ruolo e assumendopienamente il proprio pezzo di responsabilità”.Secondo il presidente del Comitato Regionale Economia elavoro Gino Mereu, “alla luce dell’attuale devastante crisieconomica la Regione può agire attraverso tre direttrici:risorse a sostegno del sistema produttivo, potenziamento dipolitiche sociali e crescita dell’occupazione femminile”.Sergio Pisano, vicepresidente della VI commissione Lavorodel Consiglio regionale, ha infine posto l’accentosull’importanza dell’accertamento delle professionalità inSardegna. Sono stati poi gli esponenti delle otto province iprotagonisti dei lavori della Conferenza regionale perl’occupazione. Ad aprire gli interventi è stato SebastianoPiredda, assessore al Lavoro della provincia Olbia-Tempio,che, ricordando come proprio in questo momento laprovincia stia stilando il proprio Piano del lavoro.Carla Floris, assessore al Lavoro a Cagliari ha chiesto chela bozza del Piano possa essere integrata anche con laprevisione di un piano per gli operatori dei Csl che “hannonecessità di un programma di riqualificazione giàpredisposto ma mai attuato”. L’assessore al Lavoro dellaprovincia di Sassari, Salvatore Marino ha auspicato un

ampliamento del ruolo delle province: “Vorremmo nonavere solo competenze gestionali, ma anche decisionali”.Una necessità , ha rilevato Marino, dettata anche dalla crisieconomica attraversata dal territorio, come quella delsettore chimico di Porto Torres che “potrebbe far perderequattro mila posti di lavoro, senza contare l’indotto”, anchese, ha avvertito l’assessore, “senza piani di svilupporegionali e nazionali qualunque intervento sarà solo unpalliativo”. In rappresentanza della provinciadi Carbonia-Iglesias Antonello Dessì ha parlato dei 33 milaiscritti alle liste di collocamento su una popolazionedi 132 mila persone, dei cinquemila precari, del 50%di diplomati e laureati parcheggiati nei call center,dei 30 mila pensionati, e di appena 15 mila personecon contratto di lavoro a tempo indeterminato.Per Piero Carta, presidente della provincia dell’Ogliastra“Ogni politica del lavoro deve aver ben chiaro il progetto disviluppo che c’è dietro al mandato di ogni provincia”.Velio Ortu, assessore al lavoro nella provincia del MedioCampidano, ha ricordato che “per rilanciare l’economia e losviluppo occorre un progetto nazionale, in cui la Regionedeve fare la sua parte”. Per l’assessore della provincia diOristano Mario Matta, “la carenza di lavoro costituisce laprincipale emergenza che deve essere affrontata coninterventi destinati ad agire sul sistema produttivo locale.La provincia di Oristano”, ha sottolineato l’assessore, “hafatto registrare un tasso di disoccupazione di venti puntipercentuale al di sotto di quanto stabilito dall’obiettivo diLisbona e il più basso tasso di occupazione femminile egiovanile”. Siro Poddie, assessore al Lavoronella provincia di Nuoro ha parlato di una situazionedel territorio che “non accenna a migliorare” in cui“gli indicatori economici dicono che i divari tra areeforti e deboli si stanno ampliando”.Giampaolo Diana, segretario regionale della Cgil,riferendosi all’attuale situazione politica regionale, haauspicato “una rapida soluzione della crisi”, per “ridareimmediatamente alla Sardegna un governo”. Criticol’intervento di Oriana Putzolu, della Cisl, che ha lamentato“il ritardo di tre anni con cui si è svolta la Conferenzaper il lavoro”. Francesca Ticca, segretario della Uil sarda,dicendosi favorevole alla bozza del Piano per il lavoro,presentato dall’assessore Congera, ha riconosciutocome ora “il processo sia avviato”.“C’era bisogno di una conferenza per riflettere su unapolitica che metta al centro il lavoro – ha detto il presidentedella Giunta Renato Soru – una politica in grado di mettereinsieme ricchezza e sviluppo ma anche giustizia sociale”.Prima ancora del posto di lavoro, ha detto Soru, bisognadifendere i lavoratori e la loro capacità di stare nel mondodel lavoro. Ma questo, per il Presidente della Regione si puòfare con la conoscenza: “quanto meno un diploma,una laurea o una specializzazione. Mi fa male sentirdire che i laureati sono senza un lavoro: è come dire che èmeglio non laurearsi”. Soru ha ricordato anche l’ultimodato sull’occupazione in Sardegna: 23 mila occupatiin più rispetto al trimestre precedente: “il risultatomigliore degli ultimi 10 anni”.Parlando poi dei Centri servizi per il lavoro Soru ha detto:“Riteniamo siano non solo una cosa buona, ma utilee irrinunciabile”. “Il lavoro è tutto dentro di noi –ha concluso il presidente – ognuno ha un pezzodi responsabilità”.Nel dibattito sono intervenuti anche Giovanni Gavassinodell’Api sarda, che ha messo l’accento sulla questione delcredito (“le garanzie non bastano mai. A livello di sistemabisogna far capire alle banche che l’imprenditore che vuoleinvestire deve essere supportato”), Gigi Picciau diConfagricoltura (“un piano buono, anche se non sonodefinite le politiche per l’approccio attivo dei lavoratori nelmercato del lavoro”), Massimo Putzu di Confindustria (“èimportante che siamo passati alla redazione del Piano per illavoro, dalla straordinarietà degli interventi alla loroordinarietà”), Francesco Porcu della Confederazionenazionale artigianato (“la sfida è attivare particolaripolitiche formative rivolte al sistema delle piccole imprese edegli imprenditori artigiani”) e Antonio Carta della Legadelle cooperative (“non si possono sprecare i fondi Porperché è necessario fare impresa e avere politiche coerenti eintegrate nella ricerca di lavori certi”).I lavori sono quindi stati chiusi dall’assessore regionaledel Lavoro, Romina Congera. Fabrizio Serra