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Eataly sbarca a Ground ZeroFarinetti: “Una nuova sede dedicata al pane e per la pace”

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Una montagna di librie pranzi ad alta quotatra le Dolomiti d’AmpezzoFRANCESCO RIGATELLI

Da alcuni anni le Dolomiti d’Ampezzosono tornate ad arricchirsi di un eventoculturale all’altezza. Una montagna di

libri, organizzato da Francesco Chiamulera a Cortina, è tra le rassegne più importanti dell’estate italiana e anche dell’inverno, avendo - caso unico - due edizioni per arricchire i villeggianti di entrambe le stagioni.

Il programma, che dura fino al 3 settembre,propone ogni giorno un evento culturale. Domani alle 18, al Palazzo delle Poste, già storica sede degli incontri ampezzani ai tempi di Montanelli, Franco Debenedetti affronta il tema annoso della politica industriale al centro del suo saggio Scegliere i vincitori, salvare i perdenti per Marsilio.

Sabato alle 17 al Cinema Eden si confrontanoi finalisti del Premio Campiello: Alessandro Bertante (Gli ultimi ragazzi del secolo, Giunti), Luca Doninelli (Le cose semplici, Bompiani), Elisabetta Rasy (Le regole del fuoco, Rizzoli), Andrea Tarabbia (Il giardino delle mosche, Ponte alle Grazie) e Simona Vinci (La prima verità, Einaudi). Stesso posto, stessa ora, ma domenica Ferruccio De Bortoli prova a rispondere alla domanda se la politica abbia ancora bisogno di quel vecchio, magico oggetto che sono i libri.

Venerdì 5 agosto alle 18 è il turno del registaPaolo Sorrentino all’Alexander Girardi Hall, sabato 6 alle 17 all’Eden c’è l’architetto Mario Botta e domenica 7 alle 18 alla Girardi ecco Lilli Gruber col suo Prigionieri dell’Islam (Rizzoli).

Per una serata eccezionale sabato si può andare al Faloria Mountain Spa Resort per la cena con i vini Sette Ponti e Feudo Maccari a innaffiare le nove portate del pastichef Franco Aliberti con Riccardo Gaspari, cuoco proprietario del ristorante El Brite (nella foto, isuoi pranzi ad alta quota), in occasione della Greensgolfcup.

[email protected] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

PAOLO MASTROLILLIINVIATO A NEW YORK

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28 .LA STAMPAGIOVEDÌ 28 LUGLIO 2016

Il nuovo Eataly Downtownsarà inaugurato il 2 agosto

alla presenza del premierMatteo Renzi. «Una sede -spiega Oscar Farinetti - a

disposizione dei leader mondialidesiderosi di fare la pace»

In una posizione così non erapossibile evitare il ricordodella tragedia dell’11 settem-

bre, perciò «ci siamo ispirati al-l’idea della pace, con sobrietà,puntando sulla volontà di faretutto il possibile per promuo-verla».

Il nuovo negozio EatalyDowntown sarà inaugurato a Manhattan il 2 agosto dal pre-mier Matteo Renzi e La Stampa lo ha visitato in anteprima. Oc-cuperà una superficie di 4.500 metri quadrati nella torre 4 Wor-ld Trade Center, con 550 dipen-denti, per un investimento totaleche sfiora i 30 milioni di dollari.

All’ingresso, sulla strada che

porta a Ground Zero, mi acco-glie Nicola Farinetti, figlio del fondatore Oscar che ha gestito il progetto. Dall’atrio si sale al pri-mo piano con la scala mobile, e cisi trova subito davanti ad una ta-vola imbandita: «Eataly - spiega ancora Oscar - la mette a dispo-sizione dei leader mondiali, che avessero bisogno di un luogo do-ve incontrarsi e parlare. Offria-mo tutto noi, se hanno voglia di discutere di pace».

La prima cosa che si nota, sul-la grande parete di fronte all’in-gresso, è il forno: «Dedichiamosempre i nostri negozi - dice Ni-cola - a un valore. Stavolta abbia-mo deciso di prendere il pane, come simbolo di quella che po-trebbe essere un giorno l’unità del mondo, speriamo, e utilizzar-lo qui, in questa zona dove sap-piamo che c’è stato esattamente

il contrario, cioè il simbolo della divisione». Non si tratta solo di una scelta formale, ma di un ve-ro progetto: «Il pane - continua Nicola Farinetti - è un prodotto creato dall’uomo che si è svilup-pato in tutte le culture. Quindi, per la prima volta nella nostra storia, non faremo soltanto il pa-ne italiano, ma quello di tutto il mondo. Inviteremo i produttori di tutti i Paesi a venire da noi a farlo, a raccontarlo. Utilizzere-mo il pane come una scusa per parlare della bellissima diversitàumana, la differenza tra le cultu-re, e cercare di rendere questoluogo uno spazio multietnico do-ve scambiare idee, incontrarsi,diventare amici. Perché siamo molto convinti che alla fine la maggior parte dei problemi na-sce dall’incomprensione e dal non conoscersi. Non c’è nulla di

meglio di una tavola imbandita per poter scambiare quattrochiacchiere e iniziare a intender-ci, e nel mondo non esiste una ta-vola imbandita che abbia senso senza un pezzo di pane. Perciò cominceremo da qui».

Ogni mese verrà dedicato adun pane internazionale, parten-do da settembre con i bagel, le ciambelle salate della tradizione ebraica, che ormai sono diventa-te un simbolo del mangiare newyorchese. Ogni tre mesi, poi,Eataly inventerà un nuovo pane.

L’idea è affascinante, ma nonè l’unica curiosità di questo ne-gozio. Ad esempio ci sarà unapiadineria, per introdurre que-sto cibo veloce tipicamente ita-liano, in una cultura dominatadella tortilla latina. Poi ovvia-mente i salumi, i formaggi, maanche una pasticceria tradizio-

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In MOTO sulle più BELLE STRADE delle ALPI