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L’arte di coltivare l’aglio
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L’arte di coltivare l’aglio
la coltivazione amatoriale dell’aglio
10 passi per coltivare l’aglio in maniera intensiva
le malattie dell’aglio: prevenzione e lotta biologica
Modulo 3
Come combattere le malattie dell’aglio
in modo biologico
Autrice: Riccarda Pisano
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Indice
Introduzione…………………………………………………………………………………………3
Le 4 malattie causate da funghi……………………………………………………………..4
Peronospora delle liliacee………………………………………………………………………5
Muffa bianca……………………………………………………………………………………….11
Marciume dei bulbi………………………………………………………………………………16
Ruggine……………………………………………………………………………………………. 22
2 dannosi batteri da non sottovalutare…………………………………………………. 25
2 virus senza cura……………………………………………………………………………… 29
I 3 insetti più dannosi………………………………………………………………………… 34
Il nematode dello stelo e del bulbo dell’aglio………………………………………… 40
Conclusioni……………………………………………………………………………………….. 44
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Introduzione
Come tutti i vegetali anche
questo bulbo è soggetto a
malattie che è importante saper
tenere sotto controllo.
E’ fondamentale che il terreno
dove si coltiva l’aglio sia adatto alla sua coltivazione.
Soprattutto occorre eseguire la rotazione della coltura lasciando
passare almeno due o tre anni prima di piantare nuovamente l’aglio
in quell’appezzamento.
Importantissimo è il drenaggio del terreno che impedisce a muffe e
marciumi di attaccare i bulbi, altrettanto importante è una corretta
essiccazione delle teste che devono essere ben asciutte e secche
prima di poter essere riposte.
Queste sono le accortezze che bisogna osservare per riuscire a
raccogliere un prodotto sano e qualitativo.
Vediamo adesso nel dettaglio le più frequenti malattie che possono
colpire l’aglio.
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Le 4 malattie causate da funghi
Le parti molli del bulbo possono essere attaccate da funghi ma
anche le parti verdi della pianta possono subire attacchi fungini e
uno dei più seri è quello della peronospora.
Fra le malattie fungine che attaccano l’aglio una delle più diffuse è
la muffa bianca che attacca non solo l’aglio ma anche altre liliacee
di grande valore alimentare come la cipolla e lo scalogno.
Una grave patologia che attacca i bulbi di aglio quando sono
immagazzinati è il marciume dei bulbi un’altra grave malattia
fungina che se non prevenuta può causare gravi perdite.
Ho trattato in questo capitolo, nel dettaglio, queste 4 patologie
dell’aglio, vi troverai non solo come si diffondono ma anche come
fare per curarle, o meglio per prevenirle, in maniera del tutto
naturale.
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Peronospora delle liliacee
Questa malattia è fra le più gravi patologie
che colpiscono le liliacee più importanti per
l’alimentazione umana, l’aglio, la cipolla e
lo scalogno.
La sua pericolosità è data dal fatto che le
spore del fungo svernano senza difficoltà
nel terreno anche in presenza di un
ambiente sfavorevole come può essere il gelo.
Il fungo si ripresenta in tutta la sua virulenza appena le condizioni
climatiche divengono favorevoli, temperature miti associate ad
un’elevata umidità, anche a distanza di anni dall’ultima infezione.
Questa malattia si manifesta sulla superficie delle foglie con
macchie decolorate, allungate longitudinalmente, di dimensioni
variabili, che se trovano la necessaria umidità tendono ad unirsi
allargandosi e ricoprendo tutta la superficie fogliare.
I tessuti infetti si ricoprono di una muffa grigia violacea.
La muffa costituisce i corpi fruttiferi del fungo e permette a questa
specie fungina di moltiplicarsi.
Col procedere della stagione, questa malattia è frequente in
primavera, si ha la formazione degli organi riproduttivi del fungo
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che disseminano le spore nel terreno infettandolo.
Così anno dopo anno, quando il tempo e il terreno sono umidi e le
temperature divengono miti, il ciclo del fungo ricomincia.
Le foglie così colpite tendono a piegarsi verso terra, si decolorano,
imbruniscono e seccano parzialmente o del tutto, danneggiando la
produzione del bulbo.
I funghi si sviluppano e vivono all’interno delle parti fogliari
penetrando attraverso gli stomi, minuscole aperture che
consentono alle foglie di respirare e assorbire i nutrimenti.
La riduzione della superficie fogliare si ripercuote sullo sviluppo dei
bulbi che rimangono piccoli e di qualità scadente.
Agente responsabile
Il fungo responsabile di questa malattia si chiama “Peronospora
schleideni” e il suo sviluppo è fortemente condizionato dall’umidità.
Le piante sono attaccate quando sul terreno e nell’aria l’umidità è
elevata quindi questo patogeno è particolarmente pericoloso nelle
zone a clima umido o in periodi particolarmente piovosi.
Questo fungo produce due tipi di spore: gli sporangi, ai quali è
affidato il compito di diffondere l’infezione in periodi favorevoli, e le
zoospore che consentono al fungo di sopravvivere alle condizioni
avverse e di perpetuarsi da un anno all’altro.
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Diffusione dell’infezione
L’inizio dell’emissione di sporangi avviene di notte con temperature
comprese fra i 4 e i 25° C e un’elevata umidità dall’80% in avanti.
Gli sporangi si distaccano dal fungo durante le ore diurne e,
trasportati dal vento e dalla pioggia, una volta raggiunta la foglia,
per poter innescare l’infezione, necessitano di un velo d’acqua e di
una temperatura ottimale sui 13°C.
Penetrano all’interno del tessuto fogliare attraverso gli stomi e dopo
un periodo di incubazione che può durare una o due settimane il
fungo diviene attivo formando altre spore e dando così inizio al ciclo
infettivo.
Il susseguirsi di periodi favorevoli alla crescita del fungo, notti con
umidità elevata seguite da mattinate con pioggia o rugiada
persistente, porta a livelli di infezione molto elevati se non si
interviene con tempestività.
In condizioni ottimali per lo sviluppo del fungo si possono avere 3-4
cicli infettivi nell’arco di 45 giorni.
La conservazione da un anno all’altro di questo parassita fungino è
affidata non solo alle zoospore presenti nel terreno, ma anche al
micelio del fungo che si trova nei bulbi infetti.
In quest’ultimo caso le infezioni sulle giovani piantine, nate da
bulbilli che avevano al loro interno il fungo, si manifestano poco
dopo che sono spuntati i loro germogli dal terreno.
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Difesa
Difesa preventiva
La prima difesa che bisogna impiegare contro questa grave
patologia è quella preventiva.
La fase nella quale la pianta è più suscettibile all’attacco del
patogeno è quando ha emesso 4-5 foglie ma non si è ancora
completamente sviluppata.
E’ in questa fase che i controlli devono essere più frequenti e
accurati.
Un importantissimo accorgimento è quello di curare molto bene il
drenaggio del terreno specie se la coltura si trova in una zona
piovosa.
L’uso limitato di fertilizzanti azotati, usati soprattutto nelle
coltivazioni intensive, aiuta a tenere sotto controllo questa
patologia.
Distruggere i residui infetti delle piante colpite e fare molta
attenzione quando si scelgono i bulbilli da piantare costituiscono
altre prevenzioni importanti nei riguardi di questa malattia.
Evita di ripetere sullo stesso terreno la coltura di aglio per almeno
2 anni, meglio 4 se si sono manifestati casi della malattia,
coltivando specie che non vengano attaccate da questo fungo.
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Evita le coltivazioni eccessivamente fitte più soggette al ristagno
dell’umidità e quindi all’attacco del patogeno.
Irriga solo se è necessario prediligendo le ore del mattino in modo
da dare il tempo alla vegetazione di asciugarsi prima dell’umidità
notturna.
Trattamenti
I trattamenti chimici risultano più efficaci se eseguiti
tempestivamente all’insorgere dell’infezione.
Gli sporangi hanno un limitato periodo di vita una volta emessi se
non riescono a trovare una pianta ospite che è possibile infettare.
La lotta biologica si attua con prodotti rameici di copertura a bassa
tossicità.
La forma e la presenza di sostanze cerose sulle foglie delle liliacee
rendono difficoltosa l’applicazione dei funghicidi che tendono a
scivolare via prima di aver effettuato un’azione efficace.
Quindi, non solo occorre applicare il prodotto in rame appena ci si
accorge della presenza di questa malattia, ma bisogna ripetere il
trattamento in caso di pioggia perché questa tende a dilavarlo
diminuendone l’efficacia.
E’ possibile applicare il prodotto a base di rame preventivamente
quando si sospetta che le condizioni climatiche favoriscano
l’insorgere di questa patologia.
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Conclusioni
La peronospora è una delle più gravi malattie che possano colpire le
piante di aglio.
Quindi è molto importante assumere tutti quegli accorgimenti
preventivi che ti ho descritto più sopra.
Un altro accorgimento che ti consiglio di adottare, prima di
piantare i bulbilli, è la concia dei bulbilli immergendoli in appositi
prodotti disinfettanti.
Un'altra prevenzione efficace, è di piantare varietà di aglio che già
si coltivano in zona perché si sono già adattate alle condizioni
climatiche e hanno sviluppato una resistenza maggiore ai patogeni
che si trovano in quei terreni.
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Muffa bianca
Un’altra temibile malattia molto diffusa
che attacca l’aglio è la muffa bianca
che infetta anche le cipolle, gli scalogni
e le specie selvatiche di Allium ,come
l’aglio delle vigne detto Allium vineale.
La muffa bianca colpisce le piante di aglio, i suoi bulbi e le sue
foglie.
E’ causata da un fungo Sclerotinia sp. e attacca le piante di aglio
nella prima fase del loro sviluppo e i bulbi quando vengono raccolti.
Sulle foglie, a partire da quelle più esterne e dalla loro punta, si
nota un ingiallimento che si diffonde e finisce col farle seccare.
Sui bulbi si nota la comparsa di una muffa biancastra,
imbrunimenti e marciumi non solo sul bulbo ma anche sul colletto
e sulle radici.
Le giovani piantine sono molto sensibili a questa patologia e in caso
di forte attacco c’è il rischio di perdere l’intera produzione.
Sui bulbi e sulle radici, oltre alla muffetta bianca, si possono trovare
dei piccoli corpuscoli neri e sferici, gli sclerozi, che sono i filamenti
del fungo.
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Diffusione dell’infezione
Gli sclerozi del fungo che rimangono nel terreno persistono, nei
residui delle piante contaminate lasciati nel suolo, per parecchi
anni in stato di dormienza.
Quando le radici di nuove piante, con la loro attività, li stimolano il
fungo si sviluppa nuovamente penetrando tramite il micelio nelle
radici delle piante ospiti.
La germinazione degli sclerozi, l’infezione e lo sviluppo della
malattia dipendono dalle temperature.
Lo sviluppo della muffa bianca avviene fra i 15 e 20°C mentre sotto
i 10 e sopra i 25° C non si diffonde.
E’ questo il motivo per cui questa malattia è più virulenta nel
corso della primavera e dell’autunno ma anche in caso di estati
umide e fresche è facile che appaia.
Questa malattia fungina è favorita anche da concimazioni azotate e
da terreni con pH da 5.5 a 6.
La sua diffusione è ostacolata da terreni o molto alcalini o molto
acidi.
Sono gli sclerozi che diffondono il fungo.
Mischiati alla particelle del terreno vengono veicolati con la
lavorazione del suolo, con il vento e con l’acqua.
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Possono trovarsi nel materiale di moltiplicazione, come per esempio
nei bulbilli da semina oppure nelle cipolle da trapianto.
Questo è uno dei motivi per i quali occorre fare grande attenzione
quando si sceglie una partita di bulbilli da semina.
Difesa
Difesa preventiva
Questa malattia fungina è meglio evitarla con accorte misure
preventive piuttosto che combatterla.
Una volta che si sia installata nel terreno è difficile eliminarla.
Ecco le misure preventive che occorre prendere per impedire la sua
diffusione.
- Elimina con cura dal terreno le piante colpite e se è possibile non
solo la parte aerea ma anche la parte sotterranea: radici, bulbi
infetti.
- Non permettere che piante di alliacee selvatiche siano troppo
vicine alla tua coltivazione perchè anche loro possono diffondere
l’infezione.
- Prevedi fra pianta e pianta e fra le interfile sufficiente spazio.
- Pulisci attrezzi e scarpe prima di lavorare altre parcelle.
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- Utilizza per la moltiplicazione solo materiale sano (bulbilli e aglio
da trapianto).
- Utilizza ammendanti calcarei per rendere meno acido il suolo,
l’ideale sarebbe un pH di 7.
- Scarta le varietà di aglio più sensibili a questa patologia.
- Pratica una rotazione delle colture che sia la più lunga possibile.
- Lascia passare almeno 5 anni e più prima di impiantare
nuovamente sul quel terreno una coltivazione di aglio.
Trattamenti
Prima dell’impianto sterilizza il terreno oppure appena noti il
manifestarsi dell’infezione tratta con prodotti a base di rame.
Vi sono dei prodotti ammessi in agricoltura biologica che
permettono di disinfettare i bulbilli prima della semina.
Agribiotec è una azienda che vende un antagonista naturale del
fungo Sclerotinia sp., Conyothirum minitans fungo antagonista
specifico per il controllo di questo patogeno.
Immesso nel terreno penetra nel parassita fungino dando origine a
un ammasso di miceti che nel giro di 2-3 mesi distrugge
l’antagonista.
Conyothirum minitans è assolutamente naturale è altamente
specializzato nutrendosi solo dei funghi Sclerotinia e non risulta
dannoso nei confronti dell’uomo, degli animali e dei pesci.
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E’ quindi ammesso in agricoltura biologica e integrata.
Può essere impiegato in differenti situazioni:
- 2-3 mesi prima dell’attacco di Sclerotinia
- subito prima della semina o subito prima del trapianto
- dopo la raccolta dei residui colturali e prima del loro interramento
Conclusioni
I funghi del genere Sclerotinia appartengono a più di una specie e
la maggior parte è dannosa per le coltivazioni causando
marcescenze e muffe.
E’ importante attuare un’accurata prevenzione dove è presente
l’infezione e soprattutto fare una lunga rotazione delle colture,
prima di piantare nuovamente l’aglio nell’appezzamento, per
permettere al terreno di liberarsi naturalmente dal fungo dannoso.
Dove è già presente il fungo Sclerotinia la forma di lotta più efficace
è impiegare il suo antagonista fungino naturale che senza effetti
collaterali lo eliminerà dal terreno.
E’ importante non adoperare bulbilli di piante che abbiano vissuto
su terreni infetti e in ogni caso procedere alla concia del seme.
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Marciume dei bulbi
Vi sono parassiti fungini che creano marciumi nei bulbi
immagazzinati.
In questo capitolo tratterò i due parassiti fungini che più
frequentemente attaccano i bulbi di aglio immagazzinati.
Sono:
- Aspergillus sp.
- Penicillium sp.
Aglio, marciume di Aspergillus sp.
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Aspergillus sp.
Uno dei più comuni e noti parassiti
fungini che creano marcescenza nei
bulbi è l’Aspergillus sp. che attacca i
bulbi quando sono sistemati in
magazzino.
Porta alla mummificazione dei bulbi
se l’ambiente è secco mentre se l’ambiente è umido porta i bulbi a
marcescenza.
Un sintomo caratteristico della sua presenza è dato dalla comparsa
di una polverina nera che non è altro che gli elementi di diffusione
del fungo stesso.
Se si osserva attentamente si notano anche dei corpi piccoli e
nerastri che sono gli organi di conservazione del fungo.
Diffusione dell’infezione
Questi funghi si nutrono di materia organica morta o in via di
decomposizione.
Il fungo si sviluppa penetrando attraverso ferite o in seguito ad
attacchi parassitari.
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Difesa
Difesa preventiva
E’ importante evitare che le teste di aglio si ammacchino o vengano
danneggiate con ferite e abrasioni che consentono al fungo di
penetrare.
Nei magazzini occorre mantenere un ambiente asciutto con bassa
umidità ambientale e immagazzinare solo bulbi perfettamente
asciutti.
Per quanto riguarda la semina seminare solo bulbilli sani e
disinfettare con appositi prodotti i bulbilli prima della semina.
Aspergillus niger sopra cipolle
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Penicillium sp.
Il genere Pennicillium è un vasto genere di funghi di grande
importanza per l’alimentazione umana.
Alcuni tipi producono la penicillina una molecola che viene utilizzata
come antibiotico.
Altri membri di questa specie vengono impiegati per insaporire i
formaggi come il Roquefort,.
Alcuni tipi sono utilizzati in salumi e prosciutti per migliorarne il
sapore e per prevenire la colonizzazione da parte di muffe e batteri.
Tuttavia alcuni funghi, che
appartengono a questa specie,
colonizzano e danneggiano certe
piante rendendole immangiabili.
Il fungo incriminato che attacca i
bulbi dell’aglio è Penicillium allii e
altri tipi simili di Penicillium.
Ricopre le teste di aglio con una muffa grigio bluastra che si genera
quando l’aglio viene immagazzinato non completamente asciutto o
è già danneggiato tramite ferite o abrasioni.
Osservandolo più attentamente e toccandolo si nota la marcescenza
dei tessuti e il disfacimento del frutto.
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In presenza di questa patologia l’odore di muffa che aleggia nel
locale è intenso e caratteristico.
Se si seminano i bulbilli infetti le piante crescono stentate con foglie
clorotiche e le teste di aglio rimangono piccole.
Diffusione dell’infezione
Questa infezione si diffonde principalmente quando i bulbi vengono
immagazzinati non ben asciutti.
Si propaga anche quando le teste d’aglio sono stati danneggiate da
una raccolta non attenta e presentano tagli, ammaccature e
abrasioni che consentono alle spore del fungo di colonizzarli.
Difesa
La lotta contro queste specie di funghi si basa principalmente sulla
prevenzione.
Bisogna considerare che i fungicidi ammessi nei trattamenti
biologici perdono rapidamente potere in seguito alla facile
insorgenza di fenomeni di resistenza.
Durante la raccolta è fondamentale ridurre al minimo le lesioni e gli
urti.
Molto importante è disinfettare accuratamente i contenitori, i locali
di lavorazione e di conservazione.
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Inoltre, se si sospetta che vi sia una partita di bulbi infettata, è utile
far sostare l’aglio, prima di immagazzinarlo definitivamente, in un
locale idoneo in modo da evidenziare tempestivamente eventuali
sintomi dell’infezione.
Bulbo di aglio attaccato da Penicillium
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Ruggine
Questa patologia è causata da un insieme di funghi che
appartengono alla specie Puccinia e che colpiscono l’aglio, il porro e
più raramente la cipolla.
Nel caso dell’aglio il fungo Puccinia responsabile degli attacchi a
questa pianta è stato chiamato Puccinia Allii.
Vengono colpite le foglie della pianta che
presentano nel senso delle nervature la comparsa
di pustole lunghe sino a 4-5 mm che hanno un
alone decolorato.
Queste pustole si fessurano longitudinalmente,
lasciano fuoriuscire una polvere rugginosa formata
dalle spore del fungo che veicola così l’infezione.
Le foglie colpite ingialliscono, nei casi più gravi seccano, e questo
fenomeno causa un calo notevole della produzione di aglio.
Diffusione dell’infezione
In primavera, in coincidenza di periodi piovosi e umidi, le spore del
fungo che si sono conservate nel terreno durante i mesi invernali,
ritornano in attività e generano altre spore che si diffondono
nell’ambiente.
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Trasportate dal vento quando giungono a contatto con parti vegetali
adatte, germinano e originano del micelio nella parte sottostante le
foglie che poi provoca sulla loro pagina superiore la comparsa delle
pustole.
Queste pustole generano a loro volta altre spore che tramite il
vento diffondono l’infezione.
Sul finire della stagione dalle pustole si generano delle spore
differenti, di colore bruno-nerastro, che si conservano durante il
periodo invernale e che permettono al fungo di sopravvivere.
Negli ultimi anni si è assistito ad una recrudescenza di questa
patologia dovuta principalmente al fatto che le primavere sono
state piovose e umide.
Piogge frequenti e temperature relativamente elevate costituiscono
un ambiente ideale per lo sviluppo della ruggine dell’aglio.
Difesa
Difesa preventiva
La difesa preventiva va attuata appena si nota l’insorgere
dell’infezione.
Bisogna distruggere le piante colpite che diffondono la malattia.
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E’ importante fare lunghe rotazioni e non coltivare l’aglio in
quell’appezzamento se non dopo che siano trascorsi almeno 3-4
anni.
Vi sono alcune varietà di aglio che sono meno suscettibili alla
malattia.
Informati presso i consorzi agrari della tua zona per sapere quali
sono quelle più adatte ad essere coltivate nel luogo dove vuoi
impiantare la coltivazione di aglio.
Trattamenti
In coltura biologica si usano, quando le condizioni climatiche sono
favorevoli all’insorgenza della malattia, prodotti a base di rame e di
zolfo da spruzzarsi sulle foglie.
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2 dannosi batteri da non sottovalutare
Sono numerose le malattie batteriche che possono interessare
l’aglio, per fortuna la loro importanza è limitata, però in
determinate condizioni ambientali possono causare seri danni.
Le malattie batteriche più comuni che possono colpire l’aglio sono
due, una che colpisce essenzialmente le foglie e l’altra che oltre a
danneggiare le foglie può rovinare anche i bulbi.
Vengono chiamate:
-Maculatura batterica fogliare
-Striatura fogliare batterica (foto)
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Maculatura batterica fogliare
Questa malattia è causata dal batterio Pseudomonas fluorescens
che attacca le foglie causando l’indebolimento delle stesse e la loro
perdita.
Per la prima volta è stata osservata in Italia nel 1985 ed è nota in
Francia con il nome popolare di “cafè au lait” a causa dei tessuti
infetti che prendono un colore bruno.
La progressione della malattia non impedisce la formazione del
bulbo ma purtroppo questo batterio attacca non solo le foglie ma
anche le tuniche esterne che divengono di un colore marrone scuro.
Diffusione dell’infezione
L’infezione avviene quando condizioni avverse, per esempio umidità
eccessiva del terreno, hanno indebolito le piante e i nematodi o gli
insetti hanno danneggiato e ferito i bulbi.
Queste ferite vengono infettate dai batteri e così la malattia si
diffonde nella pianta.
Inoltre questo batterio può trovarsi in acque sporche provenienti da
canali o bacini di raccolta che non vengono periodicamente puliti dai
residui organici.
Irrigando con queste acque infette le coltivazioni di aglio si diffonde
la malattia.
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Striatura fogliare batterica
Anche questa malattia è causata da un batterio del gruppo
Pseudomonas, chiamato Pseudomonas viridiflava, che attacca le
foglie.
Danneggia anche i bulbi che, quando sono colpiti dal batterio,
presentano macchie scure sulle tuniche esterne e parti interne di
colore rossastro-marrone.
Le foglie attaccate presentano macchie ovali fogliari che si
trasformano in striature, inizialmente di colore verde per poi
diventare nere e a quel punto la foglia avvizzisce e secca.
Diffusione dell’infezione
Questa patologia si sviluppa quando le temperature sono fresche e
l’umidità è alta.
Lunghi periodi di pioggia associati a un’elevata umidità, fanno
sviluppare questa malattia, che diviene, con queste condizioni
climatiche, grave e virulenta.
Difesa
Difesa preventiva
Ho unito in questo capitolo la difesa preventiva di queste due
malattie batteriche perché è molto simile.
Raccogli con cura tutti i residui infetti e bruciali per evitare il
diffondersi della malattia.
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Non concimare eccessivamente perché un eccesso di concime
predispone le piante alle infezioni batteriche.
Anche il forte gelo invernale indebolisce i bulbi e li rende più
ricettivi alla malattia.
Quindi, nelle zone dove d’inverno il gelo diventa intenso, pianta in
primavera quelle varietà di aglio adatte alla zona.
Non piantare bulbilli che non siano sani e se appena hai il dubbio
che provengano da una partita dove, anche se in misura lieve, c’era
questa patologia non sceglierli come semente.
Acquista aglio da seme ottenuto da coltivazioni esenti da batteri.
Fai ampie rotazioni colturali e non ripiantare l’aglio in
quell’appezzamento se non sono passati almeno 4 anni.
Trattamenti
Quando la malattia è già in atto l’unica cosa che puoi fare è
estirpare le piante colpite e distruggerle per fermare il contagio.
Puoi applicare prodotti a base di rame per prevenire questa
patologia.
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I 2 virus senza cura
L’aglio può essere danneggiato da numerosi virus che possono
colpire sia la parte aerea che il bulbo stesso.
Questi virus possono coesiste all’interno di una stessa infezione
aggravando così il quadro clinico.
Sono in corso nuovi studi su questi virus difficili da riconoscere e da
debellare che, specie quando sono più di uno, possono causare
sensibili perdite di produzione.
Le malattie virali dell’aglio costituiscono una grave minaccia in
particolar modo per le produzioni di aglio francesi e spagnole.
Purtroppo la lotta può essere solo preventiva e quindi è di
fondamentale importanza il controllo sanitario sul commercio del
materiale di riproduzione che deve essere esente da virus.
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Potyvirus
Questo virus che attacca il bulbo dell’aglio, chiamato Potyvirus è
detto anche popolarmente “Virus della striatura gialla del porro”,
abbreviato in LYSV, perché attacca anche questo ortaggio.
Per la prima volta è stato descritto in Giappone nel 1998 e in Italia
nel 2003.
Nei paesi dell’Ovest dell’Europa questa patologia attacca
gravemente le coltivazioni di aglio specie nel periodo autunno-
vernino.
Negli altri paesi produttori di aglio è stato ugualmente identificato
manifestando così una diffusione su larga scala.
Nell’aglio i sintomi si presentano sotto forma di striature grigio
scure, irregolari e leggere, che interessano principalmente le
giovani foglie.
Col proseguo della malattia il colore delle foglie vira verso il giallo a
partire dalla loro base.
Il virus non danneggia significativamente l’apparato fogliare ma
determina un sensibile rimpicciolimento del bulbo.
E’ stato dimostrato che questo virus può causare una perdita della
produzione del 15-50% interessando soprattutto i bulbi dell’aglio.
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Spesso il Potyvirus non attacca da solo le piante ma si unisce ad
altri virus che le danneggiano e quindi l’infezione diventa più grave
e di più difficile identificazione.
Diffusione dell’infezione
L’LYSV si presenta sotto forma filamentosa.
Il ritmo dell’infezione sui bulbilli di aglio dipende dalla stagione,
dal freddo e dall’umidità che, indebolendo le piante, le
predispongono all’infezione.
Questo virus è trasmesso dagli afidi i quali pungendo piante
infette, e in seguito piante sane, le infettano col virus.
Viene trasmesso anche mediante materiale di propagazione infetto.
Piantina di aglio attaccata da LYSV
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Carlavirus
Il Carlavirus, detto popolarmente “virus latente comune dell’aglio”
(GCLV), si presenta, come il precedente, in forma filamentosa.
Si è costatato, dopo prove sperimentali, che questo virus si trova
su numerose piante ospiti e anche su Alliacee selvatiche.
Recenti studi hanno dimostrato che attacca numerosi tipi di aglio
ma l’infezione è leggera se è soltanto questo virus la causa della
malattia.
Purtroppo spesso si associa ad altri virus e allora la patologia
diventa più grave e arreca seri danni alle coltivazioni di aglio.
Questo virus è diffuso in quasi tutti i paesi che coltivano l’aglio in
modo intensivo.
Diffusione dell’infezione
Il Carlavirus si diffonde tramite la propagazione vegetativa
mettendo in coltivazione materiale infetto.
Grave infezione di più virus
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Difesa
Difesa preventiva
I test ISEM (Immunosorbent electron microscopy) sono usati
comunemente per determinare nelle piante la presenza di virus, di
quale tipo si tratta e se la coltivazione è stata infettata
contemporaneamente da virus differenti.
Questi test permettono di sapere con esattezza se le piante sono
state attaccate da virus.
Quindi, nel caso che lo fossero, non è possibile impiegare i loro
bulbilli come semente.
Trattamenti
Non esistono sinora dei trattamenti contro questo tipo di malattie.
E’ fondamentale la prevenzione che si attua piantando materiale
da semina certificato virus esente.
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I 3 insetti più dannosi
L’aglio non è attaccato solo da malattie fungine o virali ma ha
anche dei fitofagi che lo danneggiano.
I fitofagi sono insetti che si nutrono di piante danneggiando le
coltivazioni e l’aglio non fa eccezione.
Questo bulbo che viene impiegato con successo nella lotta contro
determinati insetti che danneggiano le piante, per esempio il
macerato d’aglio è efficace contro gli afidi, non è esente da
particolari fitofagi che si nutrono delle sue foglie e del suo bulbo.
Ho indicato in questo capitolo i 3 insetti che maggiormente possono
danneggiare l’aglio sia in campo che quando è in magazzino.
Sono:
-la mosca della cipolla e dell’aglio
-la mosca dell’aglio
-il verme rosso (foto)
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Mosca della cipolla e dell’aglio
Il danno alla coltivazione è provocato da un insetto, un Dittero
chiamato Delia antiqua, che ha una lunghezza di circa 6-7 mm e un
corpo di colore grigio nerastro.
La larva è giallognola, con un corpo che si restringe leggermente in
prossimità della testa, ed è questa larva che si nutre dei bulbi di
aglio e che li danneggia.
Diffusione della patologia
La mosca della cipolla e dell’aglio sverna nel terreno sotto forma di
pupa.
In primavera gli adulti sfarfallano e la femmina depone le sue uova
sui bulbi di aglio o alla base delle piante.
Da queste uova, dopo circa una settimana, nascono delle larve che
si nutrono della polpa del bulbo danneggiandolo.
Dalla nascita alla maturità di queste larve intercorre un periodo,
dalle 3 e le 6 settimane, che varia a seconda delle temperature.
Raggiunta la maturità le larve abbandonano il bulbo e si impupano
nel terreno per poi ricominciare il ciclo.
In climi miti si possono avere anche 3-4 generazioni per cui la
mosca può rimanere attiva anche nell’autunno inoltrato.
Inoltre i bulbi così attaccati e indeboliti divengono preda di batteri
che portano alla morte l’intera pianta.
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Mosca dell’aglio
Un’altra mosca simile alla prima causa gravi danni ai bulbi e alle
foglie dell’aglio.
Si chiama “Suillia univittata” e le sue larve attaccano il germoglio
interno fogliare a livello del suolo.
Le foglie nascono malformate, si torcono a spirale e diventano
gialle.
Suillia univittata” sviluppa la prima generazione a scapito delle
piante e dei bulbi di aglio colpendo questa coltivazione nei mesi di
marzo e aprile.
Questo tipo di mosca è diffusa in tutta Europa e anche in Italia le
coltivazioni di aglio non ne sono esenti.
Diffusione della patologia
Questa mosca sverna nel terreno nelle vicinanze dei bulbi di aglio
che vengono piantati in autunno.
In primavera gli adulti si accoppiano e la
femmina depone dalle 60 alle 65 uova,
una o più per pianta, sulle foglie a livello
del suolo.
La larva penetra nel germoglio fogliare e
nutrendosi dei teneri germogli termina il
suo sviluppo in circa un mese.
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Ultimato il quale si impupa nuovamente nel terreno per continuare
il ciclo.
Le piante che possono essere distrutte da queste larve ammontano
a circa il 36% della produzione.
Difesa
Difesa preventiva
Per queste 2 specie di mosche si impiega la stessa difesa
preventiva.
Asporta dal terreno le piante colpite e distruggile.
Per almeno 4 anni non piantare aglio nell’appezzamento che è stato
infettato dalle mosche.
Posticipa la semina per evitare la prima generazione, che è la più
pericolosa, per quanto riguarda la mosca della cipolla e dell’aglio.
Se c’è pericolo di attacco della mosca dell’aglio è molto utile
posticipare la semina dei bulbilli di aglio in primavera.
Trattamenti
Tratta le piante con piretro al momento della sfarfallatura degli
adulti avendo cura di bagnare abbondantemente non solo le piante
ma anche il terreno vicino a loro.
Fai uso di trappole a caduta con formalina al 4% per monitorare il
numero delle mosche adulte.
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Verme rosso
Il verme rosso è la larva di un lepidottero della famiglia delle
Cossidee, appartenente al genere Dyspessa, chiamato Dyspessa
ulula.
E’ una piccola falena comune in molte parti del mondo, dall’Asia al
Nord Africa e in tutta l’Europa.
Le sue larve attaccano i bulbi nel campo e scavano gallerie che
riempiono di escrementi.
Se l’infestazione è grave giungono a svuotare buona parte dei
bulbi.
L’attività delle larve continua anche quando i bulbi sono
immagazzinati causando danni notevoli.
Dyspessa ulula può causare una perdita che può raggiungere il
10% dell’aglio immagazzinato.
Diffusione della patologia
Le larve penetrano nel terreno o negli anfratti dei magazzini e
impupate passano l’inverno.
Gli adulti sfarfallano da metà giugno a metà luglio e dopo
l’accoppiamento depongono le uova alla base delle piante.
Le larve penetrano nei bulbi, scavando un foro nelle tuniche e
nutrendosi dei bulbi stessi, completando il loro sviluppo in circa 40
giorni.
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I bulbi svuotati dalle larve hanno una colorazione giallo brunasta e
si presentano molli come dei gusci vuoti.
Anche le teste attaccate mostrano i segni delle gallerie fatte dalle
larve.
Difesa
Difesa preventiva
Disinfetta molto bene i magazzini e i contenitori per evitare che le
pupe si trasformino in farfalle e poi in larve.
Se hai il sospetto che una parte dell’aglio sia stata attaccata, isolala
dal resto e osservala con attenzione per scoprire, se ve ne sono, le
tracce lasciate dalle larve.
Importante è la rotazione della coltura per distruggere gli insetti
che si sono impupati nel terreno e almeno per 4 anni non piantare
l’aglio in un terreno infestato da questi insetti.
Eliminare, vicino alla coltivazione di aglio, i vegetali selvatici del
genere Allium che possono diffondere l’infezione come il porro
selvatico e l’allium flavum (aglio giallo).
Trattamenti
In genere è sufficiente rimuovere la partita di aglio attaccata per
fermare l’infezione se è all’inizio e non è grave.
Applicare al prodotto rimasto un trattamento disinfettante di
fumigazione.
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Nematode dello stelo e del bulbo dell’aglio
Questo nematode, chiamato Ditylenchus dipsaci, attacca
soprattutto le coltivazioni di aglio e cipolla causando gravi danni.
E’ diffuso in molte parti del mondo, in America, in Africa e in Europa
inclusa l’Italia dove si trova in tutto il suo territorio.
In presenza di tessuti giovani questi parassiti invisibili entrano
direttamente nell’ospite tramite gli stomi e la perforazione delle
pareti cellulari e si istallano all’interno dei tessuti causando cavità
interne e necrosi esterne.
Segni che devono far sospettare della loro presenza includono
crescita stentata, ingiallimento fogliare, deformazioni fogliari e del
bulbo.
Col diffondersi della malattia i tessuti dei bulbi colpiti divengono
molli e marciscono.
Questa grave patologia attacca le piante già alla germinazione del
bulbillo causando gravi alterazioni necrotiche.
Diffusione della patologia
La riproduzione di questo parassita avviene per accoppiamento, la
femmina depone dalle 200 alle 500 uova.
Le generazioni si susseguono ininterrottamente durante tutto il ciclo
vegetativo dell’ospite.
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Le larve passano vari stadi prima di diventare adulte e potersi
riprodurre.
Il ciclo vitale di questo parassita è assai complesso e solo in
determinate fasi le larve escono dalla pianta ospite per migrare nel
terreno e infettare altre piante.
Se non trovano piante ospiti possono rimanere in stato di
quiescenza nel terreno anche per 18 mesi.
Si conservano nei tessuti vegetali infetti e anche nei semi per
parecchi anni.
I bulbilli di aglio non sono esenti da questo parassita che dentro di
loro passa tranquillamente da un anno all’altro.
La sua pericolosità è data dal fatto che può infestare non solo
l’aglio ma molte specie vegetali sia coltivate che spontanee.
Difesa
Difesa preventiva
E’ importante utilizzare per la semina bulbilli esenti da nematodi.
Non piantare nello stesso appezzamento infettato dai nematodi
piante di aglio per almeno 5 anni.
Fai attenzione che l’avvicendamento deve essere fatto con piante
che non ospitano questo parassita.
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Queste sono le piante che non ospitano i nematodi:
- i cereali
- la soia
- la barbabietola da zucchero
Le più comuni specie coltivate che ospitano il parassita sono:
- l’erba medica
- la fragola
- lo spinacio
- la cipolla
- la lattuga
- la fava
- il pisello
- la patata
-la carota
- il tabacco
- le piante da fiore, in particolare quelle bulbose (tulipani ecc…)
Tra le specie spontanee sono segnalate come ospiti:
- il senecio
- l’anthemis
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Distruggi le piante ammalate e i residui della coltivazione
precedente.
Purtroppo per questa patologia non esiste cura ma solo delle
pratiche preventive che vanno messe in atto con scrupolo per
evitare il diffondersi di questa grave infezione che colpisce non solo
l’aglio ma più di 100 specie differenti di vegetali.
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Conclusioni
Alcune malattie dell’aglio sono gravi patologie che possono
compromettere l’intera produzione.
Ecco perché è così importante la lotta preventiva.
Evita che divengano incontrollabili determinate malattie dalle quali
purtroppo, una volta che hanno attaccato la coltivazione di aglio, si
hanno poche possibilità di difesa.
Una delle malattie più gravi e temute è il nematode dell’aglio
Ditylenchus dipsaci per il quale non esiste cura ma che si può
combattere solo con la prevenzione.
Questo parassita è così temuto, anche perché attacca un gran
numero di specie vegetali oltre alle piante di aglio, che un decreto
legislativo vieta la commercializzazione di materiale vegetale
infettato da questo parassita in tutti gli stati membri dell’Unione
Europea.
Importantissima, per combattere un gran numero di parassiti e di
malattie fungine che si annidano e svernano nel terreno, è la
tecnica dell’avvicendamento che nell’aglio è fondamentale.
Questa tecnica così efficace per combattere in modo preventivo
molte malattie dell’aglio deve essere eseguita in maniera corretta
perché abbia la massima efficacia.
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Innanzitutto bisogna fare attenzione alle coltivazioni che si
susseguono dopo quella dell’aglio non mettendo in coltura piante
che possono essere attaccate dalle stesse malattie.
Per esempio: non far seguire sullo stesso terreno dopo una
coltivazione di aglio una coltura di cipolla, un bulbo simile all’aglio,
che è attaccato da parecchie malattie che colpiscono quest’ultimo.
Sono da evitare anche coltivazioni come quella della fragola, dello
spinacio e dell’erba medica tutte piante che possono ospitare e
venire attaccate dai nematodi.
I cereali autunno-vernini in coltura asciutta rappresentano la
soluzione migliore.
L’aglio non dovrebbe tornare nello stesso appezzamento prima di 3-
4 anni e nel caso di terreni che presentano problemi parassitari la
rotazione dovrebbe essere ancora più lunga di 5-8 anni.
Un’altra pratica preventiva che dovresti sempre eseguire è quella
della disinfezione dei bulbilli che hai deciso di destinare alla semina.
Specialmente se il clima è piovoso e umido molti bulbilli possono
marcire perché infettati da funghi o parassiti.
Un’ottima difesa fitosanitaria consiste nell’eseguire a cadenza
mensile dei rilievi che da aprile alla raccolta devono essere
effettuati ogni quindici giorni.
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Questi rilievi si compiono su un’area larga 6-8 metri per tutta la
lunghezza del campo togliendo un certo numero di bulbi per
rilevare la presenza di eventuali malattie.
Questa pratica consente di intervenire rapidamente alle prime
avvisaglie di pericolo e di avere così più possibilità di combattere le
eventuali patologie.
Si potranno per esempio ridurre eventuali ristagni di umidità
predisponendo un migliore drenaggio oppure riducendo le
concimazioni se si nota che è l’eccesso di concime a danneggiare le
piante.
Naturalmente, come sempre consiglio, è meglio privilegiare la
prevenzione e le strategie di lotta che implicano l’adozione di
tecniche consentite in agricoltura biologica.
Adulto di Dyspessa ulula la cui larva è il “verme rosso” dell’aglio
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