La politica strutturale dell’UE La politica strutturale dell’UE con particolare riferimento allo con particolare riferimento allo
sviluppo rurale:sviluppo rurale:evoluzione, compiti e principievoluzione, compiti e principi
Giuseppe GaudioGiuseppe GaudioINEA - Sede regionale per la CalabriaINEA - Sede regionale per la Calabria
Università degli Studi della Calabria13 giugno 2007
Articolazione interventoArticolazione intervento
La politica strutturale dell’UELa politica strutturale dell’UE- importanza- importanza- evoluzione- evoluzione- compiti e principi- compiti e principi
La programmazione 2000-2006 in Calabria: La programmazione 2000-2006 in Calabria: innovazione e criticitàinnovazione e criticità
Verso la programmazione 2007-2013Verso la programmazione 2007-2013- novità ed opportunità- novità ed opportunità- Il Piano Strategico Nazionale- Il Piano Strategico Nazionale- Il Piano di Sviluppo Rurale della Calabria- Il Piano di Sviluppo Rurale della Calabria
Le prospettive finanziarie 2000-2006Le prospettive finanziarie 2000-2006 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Totale % sul totale
1. AGRICOLTURA 40.920 42.800 43.900 43.770 42.760 41.930 41.660 297.740 42,4% Spese PAC (escluso sviluppo rurale)
36.620 38.480 39.570 39.430 38.410 37.570 37.290 267.370 38,0% Sviluppo rurale 4.300 4.320 4.330 4.340 4.350 4.360 4.370 30.370 4,3%
2. AZIONI STRUTTURALI 32.045 31.455 30.865 30.285 29.595 29.595 29.170 213.010 30,3% Fondi strutturali 29.430 28.840 28.250 27.670 27.080 27.080 26.660 195.010 27,7% Fondo di coesione 2.615 2.615 2.615 2.615 2.515 2.515 2.510 18.000 2,6%
3. POLITICHE INTERNE 5.900 5.950 6.000 6.050 6.100 6.150 6.200 42.350 6,0% 4. AZIONI ESTERNE 4.550 4.560 4.570 4.580 4.590 4.600 4.610 32.060 4,6% 5. AMMINISTRAZIONE 4.560 4.600 4.700 4.800 4.900 5.000 5.100 33.660 4,8% 6. RISERVE 900 900 650 400 400 400 400 4.050 0,6% 7. AIUTO PREADESIONE 3.120 3.120 3.120 3.120 3.120 3.120 3.120 21.840 3,1% Agricoltura 520 520 520 520 520 520 520 3.640 0,5% Strumento strutturale di preadesione
1.040 1.560 1.040 1.560 1.040 1.560 1.040 8.840 1,3% PHARE (paesi candidati) 1.560 1.040 1.560 1.040 1.560 1.040 1.560 9.360 1,3%
8. ALLARGAMENTO 6.450 9.030 11.610 14.200 16.780 58.070 8,3% Agricoltura 1.600 2.030 2.450 2.930 3.400 12.410 1,8% Azioni strutturali 3.750 5.830 7.920 10.000 12.080 39.580 5,6% Politiche interne 730 760 790 820 850 3.950 0,6% Amministrazione 370 410 450 450 450 2.130 0,3%
TOTALE STANZIAMENTI PER IMPEGNI
91.995 93.385 100.255 102.035 103.075 104.995 107.040 702.780 100,0%
La politica strutturale dell’UE è:La politica strutturale dell’UE è:
Sviluppata attraverso gli strumenti finanziari cosiddetti Fondi Sviluppata attraverso gli strumenti finanziari cosiddetti Fondi StrutturaliStrutturali
Formalizzata in un quadro giuridico con appositi regolamenti e Formalizzata in un quadro giuridico con appositi regolamenti e documenti di orientamento che nel corso del tempo hanno documenti di orientamento che nel corso del tempo hanno subito importanti cambiamenti con una forte accelerazione alla subito importanti cambiamenti con una forte accelerazione alla fine degli anni ’90 fine degli anni ’90
Tradotta in programmi operativi, iniziative comunitarie, azioni Tradotta in programmi operativi, iniziative comunitarie, azioni innovative, sovvenzioni globali, ecc. attraverso i Fondi Strutturaliinnovative, sovvenzioni globali, ecc. attraverso i Fondi Strutturali
Attuata attraverso due fasi fondamentali:Attuata attraverso due fasi fondamentali:- la programmazione- la programmazione- la gestione- la gestione
Obiettivo della politica strutturale Obiettivo della politica strutturale
(il cosa fare)(il cosa fare)
ridurre il divario tra i diversi livelli di sviluppo delle varie regioniridurre il divario tra i diversi livelli di sviluppo delle varie regioni
(il come fare):(il come fare):
favorire il processo attraverso politiche pubbliche rilevanti, efficaci e miratefavorire il processo attraverso politiche pubbliche rilevanti, efficaci e mirate
costruire una architettura istituzionale (rapporto tra UE-Stato-Regioni) che faciliti costruire una architettura istituzionale (rapporto tra UE-Stato-Regioni) che faciliti il processoil processo
ConvergenzaConvergenza
CoesioneCoesione
IntegrazioneIntegrazione
I FONDI STRUTTURALII FONDI STRUTTURALICaratteristiche e compiti:Caratteristiche e compiti:
- il - il Fondo Europeo per lo Sviluppo RegionaleFondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FERS), finanzia interventi volti alla (FERS), finanzia interventi volti alla rimozione degli squilibri tra le regioni europee, e all’adeguamento delle regioni in rimozione degli squilibri tra le regioni europee, e all’adeguamento delle regioni in ritardo di sviluppo, dovuto alla prevalenza delle attività agricole, alle riconversioni ritardo di sviluppo, dovuto alla prevalenza delle attività agricole, alle riconversioni industriali e alla sottoccupazione strutturale;industriali e alla sottoccupazione strutturale;
- il - il Fondo Sociale EuropeoFondo Sociale Europeo (FSE), si rivolge allo sviluppo delle risorse umane (FSE), si rivolge allo sviluppo delle risorse umane attraverso attività di formazione e riqualificazione professionale;attraverso attività di formazione e riqualificazione professionale;
-- il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEOGA), istituito dal il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEOGA), istituito dal Reg. CE n. 729/70. Oggi è disciplinato dal Regolamento CE 1257/99, suddiviso Reg. CE n. 729/70. Oggi è disciplinato dal Regolamento CE 1257/99, suddiviso nelle sezioni Orientamento e Garanzia, e mira a promuovere lo sviluppo nelle sezioni Orientamento e Garanzia, e mira a promuovere lo sviluppo economico, ma anche sociale delle aree rurali, in armonia con la politica economico, ma anche sociale delle aree rurali, in armonia con la politica agricola comunitaria (PAC); Dal 2007 sarà disciplinato dal Reg. CE n. 1685/99 e agricola comunitaria (PAC); Dal 2007 sarà disciplinato dal Reg. CE n. 1685/99 e si chiamerà FEARS (Fondo Europeo Agricolo Svluppo Rurale)si chiamerà FEARS (Fondo Europeo Agricolo Svluppo Rurale)
- lo - lo Strumento Finanziario di Orientamento della PescaStrumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP) finanzia i progetti (SFOP) finanzia i progetti di miglioramento del settore della pesca, dell'acquacoltura e della trasformazione e di miglioramento del settore della pesca, dell'acquacoltura e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici. Dal 2007 commercializzazione dei prodotti ittici. Dal 2007 FEPFEP ( (Fondo Europeo PescaFondo Europeo Pesca))
Perché è importante ancora oggi Perché è importante ancora oggi dibattere sui Fondi Strutturali?dibattere sui Fondi Strutturali?
Si è meno capace di utilizzare Si è meno capace di utilizzare al meglioal meglio i i finanziamentifinanziamenti e la e la strumentazionestrumentazione dei FS dei FS
E allora?E allora?
“catturare” risorsevs
beni pubblici
Interventi a pioggia,frammentati, disorganici
vsInterventi volti a fare sistema
approcci tradizionali vs
approcci innovativi
Deficit informativovs
conoscenze e competenze
Inerzia della P.A. e del sistema imprenditoriale
vsAmmodernamento e sviluppo
> Conoscenza per:> Conoscenza per:
Favorire approcci innovativiFavorire approcci innovativi Innescare processi di cambiamento “dal Innescare processi di cambiamento “dal
basso”basso” Migliorare le condizioni di contestoMigliorare le condizioni di contesto Costruire “beni pubblici” e “fare sistema”Costruire “beni pubblici” e “fare sistema” Cogliere le opportunità e le sfideCogliere le opportunità e le sfide Coniugare la dialettica locale/globaleConiugare la dialettica locale/globale Introdurre elementi di rottura e di Introdurre elementi di rottura e di
discontinuitàdiscontinuità
Fondi strutturaliFondi strutturali
Non come meraNon come mera erogazione di risorse erogazione di risorse
pubblichepubbliche
Ma come importanteMa come importante elemento di rottura e elemento di rottura e
di discontinuità di discontinuità fattore di sviluppofattore di sviluppo
Rottura e discontinuitàRottura e discontinuità
……. dalla prassi tradizionale di puro . dalla prassi tradizionale di puro sostegno e incentivazione delle politiche sostegno e incentivazione delle politiche nazionali e regionali… alla capacità di nazionali e regionali… alla capacità di costruire progetti di sviluppo localecostruire progetti di sviluppo locale
… … dalle carenze e difficoltà della P.A. dalle carenze e difficoltà della P.A. (messe in luce dalle politiche strutturali)(messe in luce dalle politiche strutturali)… al suo adeguamento… al suo adeguamento
Complessità ed ampiezza dei campi di applicazione Complessità ed ampiezza dei campi di applicazione
Rilevanza delle risorse finanziarieRilevanza delle risorse finanziarie
Complesso di strumenti, funzionale e mirato ad una strategia di Complesso di strumenti, funzionale e mirato ad una strategia di sviluppo di una regione o areasviluppo di una regione o area
Coinvolgimento in partenariato di molteplici attori nella Coinvolgimento in partenariato di molteplici attori nella programmazione, gestione ed progettazione localeprogrammazione, gestione ed progettazione locale
Introduzione di strumenti, obiettivi, modalità di intervento e procedure Introduzione di strumenti, obiettivi, modalità di intervento e procedure innovative e dirompenti nell’ambito delle politiche nazionali e regionaliinnovative e dirompenti nell’ambito delle politiche nazionali e regionali
Fattore di sviluppoFattore di sviluppo
Punti strategici dei fondi strutturali: Punti strategici dei fondi strutturali:
Costruire una cultura del progetto di sviluppo locale (visione Costruire una cultura del progetto di sviluppo locale (visione unitaria e complessiva, interventi mirati, prioritari e selettivi, unitaria e complessiva, interventi mirati, prioritari e selettivi, progetti integrati, monitoraggio e valutazione, ecc.)progetti integrati, monitoraggio e valutazione, ecc.)
Rafforzare il ruolo del partenariato (verticale ed orizzontale)Rafforzare il ruolo del partenariato (verticale ed orizzontale)
Favorire competenze e conoscenze (cogliere le opportunità, Favorire competenze e conoscenze (cogliere le opportunità, affrontare le sfide, rimuovere le criticità, mobilitare e affrontare le sfide, rimuovere le criticità, mobilitare e valorizzare risorse endogene, ecc.)valorizzare risorse endogene, ecc.)
Coniugare la dialettica locale/globaleConiugare la dialettica locale/globale
Fasi fondamentali deiFasi fondamentali dei Fondi StrutturaliFondi Strutturali
La programmazioneLa programmazione
La gestioneLa gestione
I passaggi cruciali della programmazioneI passaggi cruciali della programmazione
Concertazione istituzionale e sociale
Prima definizione di obiettivi e strategie
Presentazione proposte di programma
Apertura negoziati con UE
Ulteriore definizione di obiettivi, strategie, risorse e procedure
Adozione programma
Approvazione programmi nazionali/regionali
Istituzione Comitato di Sorveglianza
Proposta e condivisione Regolamenti
Cosa prevedono i Regolamenti
• Requisiti di ammissibilità delle aree
• Modalità di programmazione
• Partecipazione finanziaria dei Fondi Strutturali
• Interventi ammissibili e criteri di ammissibilità
• Modalità di gestione, controllo, monitoraggio e
valutazione
Coerenza interna ed esterna del P.O.
Coerenza interna tra:
- contesto (analisi SWOT)
- Obiettivi e Strategia
- Azioni
- Piano finanziario
- procedure
Coerenza esterna con la politica comunitaria e delIo SM
Come è fatto un programma
• zona geografica interessata
• analisi socio-economica e ambientale del territorio
• obiettivi
• strategia
• piano finanziario
• descrizione delle misure
• organizzazione e procedure
• valutazione ex ante
• aiuti di stato
Analisi socio-economica e ambientale
• analisi socio-economica generale (struttura economica, occupazionale, demografica, ecc.)
• analisi dello stato dell’ambiente
• impatto del periodo di programmazione precedente
Deve descrivere la situazione attuale della regione (prima dell’attuazione del programma) e deve essere finalizzata a mettere in evidenza i principali fabbisogni di intervento e non solo
Obiettivi e strategia
• obiettivi globali o generali
• obiettivi specifici
• obiettivi operativi
Il programma deve contenere la descrizione degli obiettivi che vuole perseguire:
... e della modalità (la strategia) con cui intende raggiungerli:
• assi
• sotto-assi
• misure
Il Piano finanziario
• asse
• misura
• anno
• fonte di finanziamento
Deve essere considerato un elemento della strategia e deve essere dettagliato per:
La descrizione delle misure
• le disponibilità finanziarie
• gli interventi finanziabili
• i beneficiari
• i settori di intervento
• i criteri o requisiti di ammissibilità e/o le priorità
• gli investimenti e/o le spese ammissibili
• la tipologia di aiuto e i massimali di aiuto
• i tassi di cofinanziamento
• la zonizzazione
• gli indicatori
La gestioneLa gestionearticolazione delle competenzearticolazione delle competenze
Livello di programmazioneLivello di programmazione
A.A. Coordinamento fondi a livello Coordinamento fondi a livello europeoeuropeo
B.B. Indirizzo e coordinamento fondi Indirizzo e coordinamento fondi a livello nazionalea livello nazionale
C.C. Coordinamento flussi finanziari Coordinamento flussi finanziari UE-Stato-RegioniUE-Stato-Regioni
D.D. Forma di intervento: Forma di intervento: Programma Operativo Programma Operativo Nazionale (PON), Programma Nazionale (PON), Programma Operativo Regionale (POR), Operativo Regionale (POR), Documento Unico di Documento Unico di programmazione (DocUP), programmazione (DocUP), Programmi di Iniziativa Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC)Comunitaria (PIC)
Soggetti istituzionali coinvoltiSoggetti istituzionali coinvolti
Commissione EuropeaCommissione Europea
Comitato Interministriale per la Programmazione Comitato Interministriale per la Programmazione Economica (CIPE),Economica (CIPE),
Dipartimento Politiche di Sviluppo (DPS) del Dipartimento Politiche di Sviluppo (DPS) del Ministero dell’Economia e Finanze (MEF),Ministero dell’Economia e Finanze (MEF),
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF),(MiPAF),
Ministero del lavoroMinistero del lavoro
Dipartimento Ragioneria Generale dello Stato, Dipartimento Ragioneria Generale dello Stato, Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l’Unione Europea (IGRUE) del Ministero con l’Unione Europea (IGRUE) del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF)dell’Economia e delle Finanze (MEF)
Autorità di Gestione (AdG), Autorità di Autorità di Gestione (AdG), Autorità di Pagamento (AdP), Comitato di Sorveglianza Pagamento (AdP), Comitato di Sorveglianza (CdS), Responsabili misura, Autorità (CdS), Responsabili misura, Autorità ambientale, responsabile comunicazione ambientale, responsabile comunicazione
La gestioneLa gestionePrincipali componentiPrincipali componenti
Attività di gestioneAttività di gestione
Procedure finanziarie (impegni e Procedure finanziarie (impegni e pagamenti)pagamenti)
Flusso delle risorse finanziarieFlusso delle risorse finanziarie
Meccanismi di penalità (disimpegno Meccanismi di penalità (disimpegno automatico) e premialità (riserva di automatico) e premialità (riserva di efficienza ed efficacia)efficienza ed efficacia)
Modifiche ed adattamento dei programmiModifiche ed adattamento dei programmi
Definizione delle spese ammissibili ai FSDefinizione delle spese ammissibili ai FS
Monitoraggio e valutazioneMonitoraggio e valutazione
Controllo finanziarioControllo finanziario
Soggetti istituzionali coinvolti e modalità Soggetti istituzionali coinvolti e modalità
Commissione Europea, Stato e RegioneCommissione Europea, Stato e Regione
Fondo di rotazione (art. 5, L. n. 183/87)Fondo di rotazione (art. 5, L. n. 183/87)
Regola n+2Regola n+2Tramite indicatori concordati tra i vari livelli Tramite indicatori concordati tra i vari livelli
istituzionaliistituzionali
In relazione ai risultati intermedi, a In relazione ai risultati intermedi, a cambiamenti di contesto significativi, cambiamenti di contesto significativi, nuove allocazioni finanziarienuove allocazioni finanziarie
Regolamento comunitario Regolamento comunitario
IGRUE e società esterneIGRUE e società esterne
Regolamento comunitario 438/01Regolamento comunitario 438/01
MonitoraggioMonitoraggio
Obiettivi del monitoraggioObiettivi del monitoraggio Funzioni del monitoraggioFunzioni del monitoraggio Indicatori di monitoraggioIndicatori di monitoraggio
Verificare il buon Verificare il buon funzionamento delle funzionamento delle procedure di attuazione del procedure di attuazione del programmaprogramma
Verificare i risultati Verificare i risultati dell’attività di informazione dell’attività di informazione e/o sensibilizzazionee/o sensibilizzazione
Controllare il buon Controllare il buon funzionamento delle funzionamento delle modalità di selezione dei modalità di selezione dei progetti rispetto agli obiettiviprogetti rispetto agli obiettivi
Verificare lo stato di Verificare lo stato di avanzamento dei progetti e avanzamento dei progetti e produrre un flusso produrre un flusso informativo continuoinformativo continuo
Individuare eventuali criticità Individuare eventuali criticità sull’attuazione e produrre le sull’attuazione e produrre le possibili soluzionipossibili soluzioni
Verificare il raggiungimento Verificare il raggiungimento degli obiettivi specifici e degli obiettivi specifici e valutare l’impatto socio-valutare l’impatto socio-economico del programma economico del programma
Grado di avanzamento Grado di avanzamento finanziariofinanziario
Livello di realizzazione fisicaLivello di realizzazione fisica
Risultati prodotti sui Risultati prodotti sui destinatari degli interventidestinatari degli interventi
Impatto generato da tali Impatto generato da tali risultati sugli obiettivi del risultati sugli obiettivi del programmaprogramma
Funzionamento delle Funzionamento delle procedureprocedure
Indicatori finanziariIndicatori finanziari
Indicatori fisici e di Indicatori fisici e di realizzazionerealizzazione
Indicatori di risultatoIndicatori di risultato
Indicatori di impattoIndicatori di impatto
Indicatori proceduraliIndicatori procedurali
ValutazioneValutazione
Valutazione ex anteValutazione ex ante
Valutazione in itinereValutazione in itinere
Valutazione ex postValutazione ex post
Evoluzione politica di sviluppo ruraleEvoluzione politica di sviluppo rurale
1 fase: 1957 – 19751 fase: 1957 – 1975
2 fase: 1975 – 19882 fase: 1975 – 1988
3 fase: 1988 – 19993 fase: 1988 – 1999
4 fase: Agenda 2000 e Riforma McSharry (2000-4 fase: Agenda 2000 e Riforma McSharry (2000-2006)2006)
5 fase: Programmazione 2007-20135 fase: Programmazione 2007-2013
Evoluzione Politica di Sviluppo RuraleEvoluzione Politica di Sviluppo Rurale::1957 - 19751957 - 1975
incentivazione politica comunitaria di sviluppo regionaleincentivazione politica comunitaria di sviluppo regionale riduzione dei divari regionaliriduzione dei divari regionali Incentivi finanziari diretti alle attività produttive e alle Incentivi finanziari diretti alle attività produttive e alle
infrastruttureinfrastrutture Nasce la politica delle strutture agricole: direttive socio-Nasce la politica delle strutture agricole: direttive socio-
strutturali del 1972 (dir. n. 159, 160 e 161 del 1972)strutturali del 1972 (dir. n. 159, 160 e 161 del 1972)
- ammodernamento delle strutture - ammodernamento delle strutture
- incentivi cessazione attività anziani - incentivi cessazione attività anziani
- supporto informativo riorganizzazione attività agricola- supporto informativo riorganizzazione attività agricola Problemi: Ritardo approvazione L. di recepimento, lento Problemi: Ritardo approvazione L. di recepimento, lento
passaggio delle competenze Stato/Regioni, necessario un salto passaggio delle competenze Stato/Regioni, necessario un salto culturale per la gestione, impostazione ancora fortemente culturale per la gestione, impostazione ancora fortemente frammentataframmentata
Evoluzione politica di sviluppo rurale:Evoluzione politica di sviluppo rurale:1975 - 19871975 - 1987
scarso impatto interventi precedenti e processi di scarso impatto interventi precedenti e processi di ristrutturazione dei primi anni ’70ristrutturazione dei primi anni ’70
dal finanziamento di progetti individuali a quello di dal finanziamento di progetti individuali a quello di progettiprogetti
sperimentazione delle politiche comunitarie di sperimentazione delle politiche comunitarie di sviluppo regionalesviluppo regionale
punto di svolta i PIM (partenariato verticale, punto di svolta i PIM (partenariato verticale, programma pluriennale, approccio integrato degli programma pluriennale, approccio integrato degli interventi, Comitati di attuazione)interventi, Comitati di attuazione)
Evoluzione Politica di Sviluppo RuraleEvoluzione Politica di Sviluppo Rurale: : 1988 - 19981988 - 1998
Importanti cambiamenti istituzionali della CE (UEM, ampliamento competenze, Importanti cambiamenti istituzionali della CE (UEM, ampliamento competenze, revisione dei Trattati)revisione dei Trattati)
1 (1988) e 2 (1993) riforma dei Fondi strutturali (rafforzamento azione, aumento 1 (1988) e 2 (1993) riforma dei Fondi strutturali (rafforzamento azione, aumento risorse, coordinamento strumenti, potenziamento operativo del quadro giuridico)risorse, coordinamento strumenti, potenziamento operativo del quadro giuridico)
introduzione di principi basilari (concentrazione, partenariato, programmazione, introduzione di principi basilari (concentrazione, partenariato, programmazione, addizionalità, sorveglianza e valutazione)addizionalità, sorveglianza e valutazione)
Redatto il documento della CE “Il futuro del mondo rurale” (1988) che traccia le Redatto il documento della CE “Il futuro del mondo rurale” (1988) che traccia le linee di una politica di SR ispirata ad una logica territoriale e ad un nuovo linee di una politica di SR ispirata ad una logica territoriale e ad un nuovo concetto di ruralitàconcetto di ruralità
Introduzione dell’IC LEADER (1991) e Introduzione dell’IC LEADER (1991) e Attuazione di 13 iniziative comunitarie (fra Attuazione di 13 iniziative comunitarie (fra cui Interreg, Leader, Urban, Adapt, ecc.)cui Interreg, Leader, Urban, Adapt, ecc.)
Introduzione delle misure di accompagnamento con la Riforma McSharry Introduzione delle misure di accompagnamento con la Riforma McSharry (incentivi agro-ambientali, prepensionamento e forestazione)(incentivi agro-ambientali, prepensionamento e forestazione)
Evoluzione Politica di Sviluppo Rurale:Evoluzione Politica di Sviluppo Rurale:2000-20062000-2006
Presentazione documento Agenda 2000 a cura della Presentazione documento Agenda 2000 a cura della Commissione Europea che:Commissione Europea che:- introduce un profondo ripensamento delle politiche - introduce un profondo ripensamento delle politiche agricole e di sviluppo ruraleagricole e di sviluppo rurale- affronta le nuove sfide attraverso 3 temi fondamentali:- affronta le nuove sfide attraverso 3 temi fondamentali:
- Riforma PAC e politiche strutturali- Riforma PAC e politiche strutturali- ampliamento dell’Unione- ampliamento dell’Unione- revisione quadro finanziario- revisione quadro finanziario
- semplifica il quadro giuridico di riferimento, riduce gli - semplifica il quadro giuridico di riferimento, riduce gli obiettivi e le IC, rafforza gli strumenti di controllo, obiettivi e le IC, rafforza gli strumenti di controllo, monitoraggio e valutazione ed il principio di sussidarietà monitoraggio e valutazione ed il principio di sussidarietà (decentramento decisionale e gestionale), introduce nuove (decentramento decisionale e gestionale), introduce nuove regole (premi e disincentivi)regole (premi e disincentivi)
Riforma di medio termine (2003) che completa il processo Riforma di medio termine (2003) che completa il processo
Verso l’attuale Verso l’attuale politica di sviluppo ruralepolitica di sviluppo rurale
Le tappeLe tappe
La messa in discussione della PACLa messa in discussione della PAC
L’articolazione dello sviluppo territorialeL’articolazione dello sviluppo territoriale
Le tappe per l’impostazione della nuova Le tappe per l’impostazione della nuova politica di sviluppo ruralepolitica di sviluppo rurale
1988 - Il futuro del mondo rurale (necessità di un approccio territoriale nelle 1988 - Il futuro del mondo rurale (necessità di un approccio territoriale nelle aree rurali)aree rurali)
1996 - La conferenza di Cork sullo sviluppo rurale (inizia grazie anche all’IC 1996 - La conferenza di Cork sullo sviluppo rurale (inizia grazie anche all’IC Leader un dibattito sui cardini della politica di SR: approccio integrato, dal Leader un dibattito sui cardini della politica di SR: approccio integrato, dal basso, partenariato, programmazione unica, diversificazione) basso, partenariato, programmazione unica, diversificazione)
1997 - Il convegno sugli 800 Leader a Bruxelles (si ribadisce la necessità di un 1997 - Il convegno sugli 800 Leader a Bruxelles (si ribadisce la necessità di un profondo ripensamento della politica di sviluppo rurale)profondo ripensamento della politica di sviluppo rurale)
2000 - Agenda 2000 (il documento a cura della CE per il Consiglio sulle 2000 - Agenda 2000 (il documento a cura della CE per il Consiglio sulle prospettive dell’UE. Il Capitolo 3 affronta il processo di riforma e il nuovo prospettive dell’UE. Il Capitolo 3 affronta il processo di riforma e il nuovo sistema di obiettivi da affidare alla politica di SR) sistema di obiettivi da affidare alla politica di SR)
2003 - Riforma di medio termine (completa il processo di riforma e riequilibra i 2003 - Riforma di medio termine (completa il processo di riforma e riequilibra i due pilastri della PAC (politiche di mercato e SR)due pilastri della PAC (politiche di mercato e SR)
2004 – Le proposte della CE per la Riforma 2007-2013 2004 – Le proposte della CE per la Riforma 2007-2013
Elementi interni:Elementi interni:
Crisi PAC (tramonto obiettivi Crisi PAC (tramonto obiettivi tradizionali della PAC)tradizionali della PAC)
riequilibrio territoriale nell’ottica riequilibrio territoriale nell’ottica della coesione e della coesione e dell’allargamento ai paesi dell’allargamento ai paesi PECOPECO
peso finanziario della PAC peso finanziario della PAC (vincoli di bilancio e perdita (vincoli di bilancio e perdita centralità agricoltura).centralità agricoltura).
Elementi esterni:Elementi esterni:
nuove forme di domanda nuove forme di domanda (ambiente, salute, qualità, (ambiente, salute, qualità, ecc.);ecc.);
negoziati GATT;negoziati GATT;
> attenzione studi > attenzione studi sull’articolazione dello sviluppo sull’articolazione dello sviluppo territoriale:territoriale:- approcci, modalità ed effetti - approcci, modalità ed effetti dei percorsi di sviluppo dei percorsi di sviluppo economico;economico;- Evoluzione della ruralità.- Evoluzione della ruralità.
Perché comincia ad essere messa in Perché comincia ad essere messa in discussione la PAC e il modello europeo di discussione la PAC e il modello europeo di
agricolturaagricoltura
Percorso di sviluppo economicoPercorso di sviluppo economico
Processo unilineare
Processo multilineare
approccio dall’alto dal basso
modalità
EsogenoGestione centralizzataAumento produttivitàNeutralità territorioInterventi settoriali
EndogenoGestione decentralizzata
Necessità localiCentralità territorioInterventi integrati
effettiOmogeneizzazione
Disgregazione identitàCrescita settoriale
DifferenziazioneRafforzamento identità
Diversificazione
Evoluzione della ruralitàEvoluzione della ruralità Il modello della ruralità “agricola”Il modello della ruralità “agricola”
(agricoltura = ruralità: forte peso % del tasso di occupazione agricola; netta (agricoltura = ruralità: forte peso % del tasso di occupazione agricola; netta separazione tra urbano e rurale; interpretazione dualistica dei processi di sviluppo; separazione tra urbano e rurale; interpretazione dualistica dei processi di sviluppo; produzione di beni e ruolo della PAC giustificato)produzione di beni e ruolo della PAC giustificato)
Il modello della ruralità “industriale”Il modello della ruralità “industriale”(riduzione del tasso di occupazione agricola; individuazione di altri indicatori, quali la (riduzione del tasso di occupazione agricola; individuazione di altri indicatori, quali la densità, per definire la ruralità; successo industriale nelle aree rurali del NEC; rurale densità, per definire la ruralità; successo industriale nelle aree rurali del NEC; rurale non più sinonimo di povertà e marginalità; evoluzione verso sistemi locali moderni; non più sinonimo di povertà e marginalità; evoluzione verso sistemi locali moderni; disposizione forza lavoro a basso costo)disposizione forza lavoro a basso costo)
Il modello della ruralità “post-industriale”Il modello della ruralità “post-industriale”(dimensione territoriale; integrazione fra urbano/rurale e fra mercati locali/globali; (dimensione territoriale; integrazione fra urbano/rurale e fra mercati locali/globali; aumento attività in settori non agricoli nelle aree rurali; progresso tecnologico che aumento attività in settori non agricoli nelle aree rurali; progresso tecnologico che riduce la distanza e l’isolamento; nuove priorità nell’agenda politica, quali sicurezza e riduce la distanza e l’isolamento; nuove priorità nell’agenda politica, quali sicurezza e qualità alimentare, tutela ambiente, nuovo ruolo dell’agricoltura, ecc.)qualità alimentare, tutela ambiente, nuovo ruolo dell’agricoltura, ecc.)
Il Leader: quali innovazioni nei Il Leader: quali innovazioni nei territori ruraliterritori rurali
Risorsa per lo sviluppo in funzione dei suoi valori positivi Risorsa per lo sviluppo in funzione dei suoi valori positivi e non più attraverso il confronto negativo con le aree e non più attraverso il confronto negativo con le aree urbaneurbane
Specificità (cultura, patrimonio, storia, saper fare, ecc.)Specificità (cultura, patrimonio, storia, saper fare, ecc.) Differenziazione percorsi di sviluppo localeDifferenziazione percorsi di sviluppo locale Identità localeIdentità locale Nuove funzioni Nuove funzioni Uscire dall’isolamentoUscire dall’isolamento Creare una domanda sociale di sviluppoCreare una domanda sociale di sviluppo Appropriarsi del concetto di sviluppoAppropriarsi del concetto di sviluppo Cambiamenti a livello istituzionale e socialeCambiamenti a livello istituzionale e sociale
Evoluzione politica di sviluppo RuraleEvoluzione politica di sviluppo Rurale
Riforma di medio termine 2003Riforma di medio termine 2003
Completamento del processo di riforma Completamento del processo di riforma iniziato con Agenda 2000 con un iniziato con Agenda 2000 con un riequilibrio dei due pilastri della PAC riequilibrio dei due pilastri della PAC (politiche mercato e sviluppo rurale)(politiche mercato e sviluppo rurale)
Disegno dello sviluppo rurale 2007-Disegno dello sviluppo rurale 2007-20132013
Riforma di medio termineRiforma di medio termine
obiettivi:obiettivi:
Rafforzare la competitività dell’agricolturaRafforzare la competitività dell’agricoltura
Promuovere la qualità dei prodotti e la protezione delle risorse Promuovere la qualità dei prodotti e la protezione delle risorse ambientaliambientali
Promuovere l’adozione di standards obbligatori (ambiente, Promuovere l’adozione di standards obbligatori (ambiente, sicurezza alimentare, salute e benessere degli animali, pratiche sicurezza alimentare, salute e benessere degli animali, pratiche agricole e zootecniche compatibili con l’ambiente)agricole e zootecniche compatibili con l’ambiente)
Rafforzare lo sviluppo ruraleRafforzare lo sviluppo rurale
Semplificare le procedure gestionali ed amministrative Semplificare le procedure gestionali ed amministrative
Quali meccanismi operativi?Quali meccanismi operativi?
4 strumenti:4 strumenti:
DisaccoppiamentoDisaccoppiamento
ModulazioneModulazione
CondizionalitàCondizionalità
Nuove misure di sviluppo ruraleNuove misure di sviluppo rurale
Nuove misure previste 2003-2006Nuove misure previste 2003-2006Reg. CE 1783/03Reg. CE 1783/03
Rispetto standard ambientali Rispetto standard ambientali
Benessere animaliBenessere animali
Sostegno e promozione qualità prodottiSostegno e promozione qualità prodotti
Revisione Insediamento giovani (Misura strategica e Revisione Insediamento giovani (Misura strategica e necessaria… ma da sola non sufficiente e funzionale… necessaria… ma da sola non sufficiente e funzionale… Pacchetto integrato di azioni - ammodernamento Pacchetto integrato di azioni - ammodernamento imprese, accesso al credito e al capitale fondiario, servizi imprese, accesso al credito e al capitale fondiario, servizi reali alle imprese, infrastrutture, qualità della vita, ecc.reali alle imprese, infrastrutture, qualità della vita, ecc.
Formazione partenariati Formazione partenariati
Evoluzione politica di sviluppo ruraleEvoluzione politica di sviluppo rurale(2007-2013)
Fondo unico per lo sviluppo rurale (FEASR) Fondo unico per lo sviluppo rurale (FEASR)
Sistema unico di programmazione (un solo programma)Sistema unico di programmazione (un solo programma)
Eliminazione dei Complementi di ProgrammazioneEliminazione dei Complementi di Programmazione
Sistema unico di gestione e controllo Sistema unico di gestione e controllo
Regola del n+2 Regola del n+2
Equilibrio tra assi prioritari (gestione finanziaria per Asse)Equilibrio tra assi prioritari (gestione finanziaria per Asse)
Approccio LEADER integrato con gli assiApproccio LEADER integrato con gli assi
Linee di indirizzo generaleLinee di indirizzo generale Nuovo modello di sviluppo sostenibile ed Nuovo modello di sviluppo sostenibile ed
integratointegrato
Nuovo modello agricolo, radicato sul territorio, Nuovo modello agricolo, radicato sul territorio, multifunzionale e consapevole delle sue funzioni multifunzionale e consapevole delle sue funzioni economiche, ambientali e sociali per lo sviluppo economiche, ambientali e sociali per lo sviluppo delle aree ruralidelle aree rurali
Impresa capace di essere competitiva, vitale, Impresa capace di essere competitiva, vitale, multifunzionale, integrata, sostenibile, nonché di multifunzionale, integrata, sostenibile, nonché di produrre cibi di qualità e sicuriprodurre cibi di qualità e sicuri
Nuovo modello di Nuovo modello di agricoltura europeoagricoltura europeo
Produttrice di beni e Produttrice di beni e serviziservizi
Modifica del ruolo Modifica del ruolo assegnato agli agricoltori assegnato agli agricoltori (tutela ambiente, qualità, (tutela ambiente, qualità, salute consumatori, ecc.)salute consumatori, ecc.)
multifunzionalitàmultifunzionalità
ObiettiviObiettivi
Qualificare il ruolo economico-Qualificare il ruolo economico-sociale e produttivo;sociale e produttivo;
Riorganizzare il settore in una Riorganizzare il settore in una logica di sistema;logica di sistema;
Sostenere la promozione di Sostenere la promozione di sistemi locali di sviluppo ruralesistemi locali di sviluppo rurale
Salvaguardare e tutelare Salvaguardare e tutelare l’ambiente.l’ambiente.
Cosa cambia con Agenda 2000Cosa cambia con Agenda 2000
Quadro di riferimento giuridico
• Regolamento 1260/99 disposizioni generali sui Fondi Strutturali
• Regolamento 1257/99 sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo di Orientamento e Garanzia (FEOGA)
• Regolamento 1750/99 disposizioni applicazione del Reg.n. 1257/99
• Regolamento 2603/99 norma transitorie per il sistema di sostegno allo sviluppo rurale
• Regolamento 2075/00
• Regolamento 1763/01 modifica il Reg. 1750/99
• Orientamenti comunitari per gli aiuti di stato nel settore agricolo
• Regolamento 1782/03 di riforma della PAC
• Regolamento 1783/03 modifica il Regolamento 1257 di sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo di Orientamento e Garanzia (FEOGA)
• Regolamento 1685/05 sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)
Istituto Nazionale di Economia Agraria
Principi portanti della nuova Principi portanti della nuova politica di sviluppo ruralepolitica di sviluppo rurale
Concentrazione Concentrazione ConcertazioneConcertazione IntegrazioneIntegrazione ProgrammazioneProgrammazione AddizionalitàAddizionalità Sorveglianza e valutazioneSorveglianza e valutazione
La concentrazione su obiettivi prioritariLa concentrazione su obiettivi prioritari
Fase 1994-99Fase 1994-99 Fase 2000-06Fase 2000-06 Fase 2007-13Fase 2007-13
Obiettivo 1Obiettivo 1
Regioni in ritardo di Regioni in ritardo di svilupposviluppo
Obiettivo 1Obiettivo 1
Regioni in ritardo di Regioni in ritardo di svilupposviluppo
Obiettivo ConvergenzaObiettivo Convergenza
Ex Regioni obiettivo 1Ex Regioni obiettivo 1
Obiettivo 6Obiettivo 6
Regioni scarsamente Regioni scarsamente popolatepopolate
Obiettivo 2 Obiettivo 2
Zone in declino industrialeZone in declino industriale
Obiettivo 2Obiettivo 2
Zone di riconversione Zone di riconversione economica e socialeeconomica e sociale
Obiettivo CompetitivitàObiettivo Competitività
Regioni fuori obiettivo 1Regioni fuori obiettivo 1
Obiettivo 5bObiettivo 5b
Zone ruraliZone rurali
Obiettivo 3 Obiettivo 3
Lotta disoccupazioneLotta disoccupazione
Obiettivo 3Obiettivo 3
Risorse umaneRisorse umane
Obiettivo 4Obiettivo 4
Adeguamento Adeguamento professionale professionale
Obiettivo CooperazioneObiettivo Cooperazione
Principio della concentrazionePrincipio della concentrazione
Impiego di una cospicua massa critica di Impiego di una cospicua massa critica di risorse (finanziarie ed umane) verso risorse (finanziarie ed umane) verso determinate prioritàdeterminate priorità
- territoriali (Patti, PIT, Leader)- territoriali (Patti, PIT, Leader)
- settoriali- settoriali
- per tipo di beneficiari- per tipo di beneficiari
Principio dell’integrazionePrincipio dell’integrazione Dagli aiuti alle singole imprese e settoriDagli aiuti alle singole imprese e settori All’impiego coordinato e sinergico di strumenti di All’impiego coordinato e sinergico di strumenti di
programmazione e/o di strumenti finanziari articolato a programmazione e/o di strumenti finanziari articolato a più livellipiù livelli- un insieme di settori nell’ambito di un territorio- un insieme di settori nell’ambito di un territorio- un insieme di risorse e vincoli da tener presente - un insieme di risorse e vincoli da tener presente nell’impostazione degli interventinell’impostazione degli interventi- una combinazione di strumenti di sostegno e di - una combinazione di strumenti di sostegno e di incentivazioneincentivazione- una combinazione di risorse finanziarie (da diversi - una combinazione di risorse finanziarie (da diversi fondi)fondi)- l’utilizzo di competenze e professionalità diverse e - l’utilizzo di competenze e professionalità diverse e necessarie per progettare e realizzare gli interventi localinecessarie per progettare e realizzare gli interventi locali
PartenariatoPartenariato
Introdotto con interventi di tipo Leader e pattiIntrodotto con interventi di tipo Leader e patti Articolati in due grandi componenti, pubblica e Articolati in due grandi componenti, pubblica e
privataprivata- pubblica (Province, Comunità Montane, - pubblica (Province, Comunità Montane, Comuni, Enti Parco, Camere di Commercio, Comuni, Enti Parco, Camere di Commercio, Università, ecc.)Università, ecc.)- privata (Associazioni professionali e di - privata (Associazioni professionali e di categoria, Associazioni di imprese, Istituti di categoria, Associazioni di imprese, Istituti di credito, Associazioni ambientaliste e di credito, Associazioni ambientaliste e di volontariato, ecc.)volontariato, ecc.)
Riflessione sui due concetti chiaveRiflessione sui due concetti chiave“sviluppo” e “rurale”“sviluppo” e “rurale”
Sviluppo Sviluppo non come crescita economica della componente non come crescita economica della componente produttiva (crescita PIL, aumento quantità beni e servizi, produttiva (crescita PIL, aumento quantità beni e servizi, aumento reddito p/caumento reddito p/cnon rappresenta un problema ingegneristico risolvibile non rappresenta un problema ingegneristico risolvibile attraverso la combinazione meccanica di alcuni elementi attraverso la combinazione meccanica di alcuni elementi economicieconomici
ma…….ma…….processo sociale e culturale, nonché economicoprocesso sociale e culturale, nonché economico
Riflessione sui due concetti chiaveRiflessione sui due concetti chiave“sviluppo” e “rurale”“sviluppo” e “rurale”
RuraleRurale
Non vuol dire promuovere lo sviluppo del Non vuol dire promuovere lo sviluppo del settore agricolosettore agricolo
Non è un concetto settorialeNon è un concetto settoriale
ma…..ma…..
territorialeterritoriale
La programmazione dello Sviluppo rurale La programmazione dello Sviluppo rurale in Italiain Italia
2000-2006 2007-2013
14 Piani di Sviluppo Rurale - Feoga G
14 Programmi Leader Regionali - Feoga O
14 Complementi di
programmazione
Regioni del Centro Nord
Regioni Obiettivo 1
1 QCS (FESR, FSE, SFOP e FEOGA O)
7 Programmi Operativi Regionali - Feoga O
7 Complementi di programmazione
7 Programmi Leader Regionali - Feoga O
7 Complementi di programmazione
7 Piani di Sviluppo Rurale - Feoga G
1 Documento Strategico della CE
1 Piano Strategico Nazionale (MiPAF)
21 Programmi di Sviluppo Rurale FEASR
gli assi prioritari POR 2000-2006gli assi prioritari POR 2000-2006
1. Risorse naturali1. Risorse naturali 2. Risorse culturali2. Risorse culturali 3. Risorse umane3. Risorse umane 4. Sistemi locali di sviluppo4. Sistemi locali di sviluppo 5. Città5. Città 6. Reti e nodi di servizio6. Reti e nodi di servizio 7. Assistenza tecnica7. Assistenza tecnica
Gli interventi ammissibili al cofinanziamento del FEOGA – Asse 1 e Asse 4
22 MISURE
• di ammodernamento delle strutture
• a finalità ambientale
• di sostegno diretto ai redditi
• di diversificazione aziendale ed economica
• a favore di infrastrutture e servizi
Istituto Nazionale di Economia Agraria
Le misure di ammodernamento
• investimenti nelle aziende agricole
• insediamento dei giovani agricoltori
• formazione
• trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli
• prepensionamento
• ricomposizione fondiaria
• alcune misure forestali
Istituto Nazionale di Economia Agraria
Le misure a finalità ambientale
• misure agroambientali
• imboschimento delle superfici agricole
• tutela dell’ambiente
• miglioramento fondiario
• altre misure forestali
• ricostituzione del patrimonio agricolo danneggiato
da disastri naturali
Istituto Nazionale di Economia Agraria
Le misure a favore di infrastrutture e servizi
• Gestione delle risorse idriche in agricoltura
• miglioramento delle infrastrutture rurali
• servizi di sostituzione e di assistenza alla gestione
• servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale
• ingegneria finanziaria
Istituto Nazionale di Economia Agraria
Le misure a favore della diversificazione
• Commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità
• incentivazione di attività turistiche e artigianali
• diversificazione delle attività del settore agricolo
• rinnovamento dei villaggi e tutela del patrimonio rurale
Istituto Nazionale di Economia Agraria
Le misure di sostegno diretto ai redditi
• Indennità compensative
Il nuovo sistema di programmazione strategica dello sviluppo ruraleIl nuovo sistema di programmazione strategica dello sviluppo ruraleIl nuovo sistema di programmazione strategica dello sviluppo ruraleIl nuovo sistema di programmazione strategica dello sviluppo rurale
Orientamenti Strategici comunitari
Piano strategico nazionale
Adottati dal Consiglio su proposta della CE a
seguito dell’approvazione del Regolamento
Elaborato dallo SM con il partenariato istituzionale,
economico e sociale e in stretta concertazione con
la CE. Approvato dallo SM e trasmesso alla CE.
Programma di sviluppo rurale
Asse I – Competitività min 10%
Asse II – Gestione del territorio min 25%
Asse III – Diversificazione e qualità
della vita min 10%
LEADER min 5%
Le fasi della programmazione 2007-13Le fasi della programmazione 2007-13Le fasi della programmazione 2007-13Le fasi della programmazione 2007-13 Le competenze e le procedureLe competenze e le procedureLe competenze e le procedureLe competenze e le procedure
Programma nazionale o programmi regionali.
Elaborati dallo SM con il partenariato istituzionale,
economico e sociale.
La CE valuta la coerenza con Orientamenti
comunitari, con il PSN e con il Regolamento.
Trasmessi alla CE e approvati con Decisione CE
“nel più breve tempo possibile”.
La programmazione per lo sviluppo rurale La programmazione per lo sviluppo rurale della regione Calabria 2000-2006della regione Calabria 2000-2006
INNOVAZIONE E CRITICITA’
Le tappe per l’impostazione della nuova politica di sviluppo rurale 2000-2006 in Calabria
• lunga e faticosa concertazione tra la Regione e le rappresentanze del mondo socio-economico agricolo e tra queste e i territori per:
Analisi critica della realtà agricola calabrese
Definizione obiettivi, strategia e priorità di intervento
Fissazione regole, approcci e strumenti innovativi come punto di rottura e di discontinuità con le vecchie modalità
che hanno governato la PAR
Svolta fondamentale e coraggiosa, ma necessaria:Svolta fondamentale e coraggiosa, ma necessaria:da una politica centralizzata, orientata al mero da una politica centralizzata, orientata al mero sostegno degli investimenti individuali, ad una sostegno degli investimenti individuali, ad una
politica di sviluppo attenta a cogliere e valorizzare le politica di sviluppo attenta a cogliere e valorizzare le opportunità territoriali, guidata dalla Regione, ma opportunità territoriali, guidata dalla Regione, ma
decisa dal territorio:decisa dal territorio:
Dall’altoDall’alto
Incentivi individuali alle Incentivi individuali alle impreseimprese
Interventi “a pioggia”Interventi “a pioggia”
Dal bassoDal basso
ConcentrazioneConcentrazione
ConcertazioneConcertazione
Sviluppo integrato ed Sviluppo integrato ed endogenoendogeno
Aspetto innovativoAspetto innovativo
FlessibilitàFlessibilitànon più una politica disegnata a Catanzaro da recepire passivamente non più una politica disegnata a Catanzaro da recepire passivamente
ma… piuttostoma… piuttosto
un set di misure ricco e differenziato da adattare in modo selettivo alle un set di misure ricco e differenziato da adattare in modo selettivo alle esigenze settoriali e territorialiesigenze settoriali e territoriali
ProgrammazioneProgrammazioneStrumento centrale non solo in termini finanziari ma soprattutto per Strumento centrale non solo in termini finanziari ma soprattutto per
quel che concerne la sperimentazione di modalità di quel che concerne la sperimentazione di modalità di programmazione innovative (partenariato, governance, sussidarietà, programmazione innovative (partenariato, governance, sussidarietà, concentrazione, integrazione, fare sistema, ecc.)concentrazione, integrazione, fare sistema, ecc.)
Cosa sono i progetti integratiCosa sono i progetti integrati
Sono strumenti operativi e metodologici attraverso Sono strumenti operativi e metodologici attraverso
i quali si organizzano le risorse e i soggetti di un i quali si organizzano le risorse e i soggetti di un
settore/territorio intorno ad un progetto condiviso settore/territorio intorno ad un progetto condiviso
ed integrato che mira a rimuovere i vincoli e a ed integrato che mira a rimuovere i vincoli e a
valorizzare e potenziare i singoli comparti valorizzare e potenziare i singoli comparti
produttivi e/o le specificità territoriali secondo un produttivi e/o le specificità territoriali secondo un
approccio integrato ed endogeno approccio integrato ed endogeno
I piani integrati nel fondo FEOGAI piani integrati nel fondo FEOGA
I Piani Integrati per la FilieraI Piani Integrati per la Filiera (PIF) a favore (PIF) a favore dei comparti produttivi più significativi (in dei comparti produttivi più significativi (in termini di quantità prodotta e/o di qualità e termini di quantità prodotta e/o di qualità e specificità del prodotto) del sistema specificità del prodotto) del sistema agricolo calabreseagricolo calabrese
I Piani Integrati per le Aree RuraliI Piani Integrati per le Aree Rurali (PIAR) a (PIAR) a favore dei territori a media-alta ruralità con favore dei territori a media-alta ruralità con e senza emergenze socialie senza emergenze sociali
Da chi è propostoe
da chi deve essere realizzatoil Progetto Integrato di Filiera
• E’ proposto da un partenariato costituito prevalentemente da organismi
di natura privata ma rappresentativi di interessi economici collettivi di un
comparto produttivo
• I destinatari delle risorse finanziarie assegnate ai PIF sono i soggetti
identificati nelle singole schede di misura del POR e del CdP
Da chi è propostoe
da chi deve essere realizzatoil Progetto Integrato per le Aree Rurali
• E’ proposto da un partenariato costituito esclusivamente da organismi di
natura pubblica e privata rappresentativi di interessi economici e sociali
del territorio
• I destinatari delle risorse finanziarie assegnate ai PIAR sono i soggetti
identificati nelle singole schede di misura del POR e del CdP
Come deve essere elaboratoCome deve essere elaboratoun Progetto Integrato:un Progetto Integrato:
- - analisi critica del comparto/territorio analisi critica del comparto/territorio (punti di (punti di forza/debolezza, opportunità e rischi)forza/debolezza, opportunità e rischi)
- natura e composizione del partenariato locale - natura e composizione del partenariato locale (rappresentatività, adesioni, impegni, responsabilità, (rappresentatività, adesioni, impegni, responsabilità, ecc.) ecc.)
- Individuazione degli obiettivi- Individuazione degli obiettivi- definizione della strategia- definizione della strategia- individuazione delle azioni/interventi- individuazione delle azioni/interventi- valutazione della coerenza e degli effetti del PI - valutazione della coerenza e degli effetti del PI (capacità (capacità
di incedere sulle variabili di rottura del POR e capacità di incedere sulle variabili di rottura del POR e capacità di rimuovere i vincoli allo sviluppo)di rimuovere i vincoli allo sviluppo)
- Piano finanziario (per triennio o per intero periodo)Piano finanziario (per triennio o per intero periodo)
Le misure coinvolte nei PIFMisura 4.5
Investimenti aziende agricole
Misura 4.7 - Commercializzazione prodotti agricoli di qualità
Misura 4.6
Trasformazione e commercializzazione
dei prodotti agricoli
Misura 4.8 - Avviamento servizi di sostituzione e di assistenza
Misura 4.9 - silvicoltura
Misura 4.14 Misura 4.15 Misura 4.17
insediamento dei giovani agricoltori Formazione Infrastrutturazione
Le misure coinvolte nei PIARMisura 4.5
Investimenti aziende agricole
Misura 4.10
Diversificazione attività agricole
Misura 4.13 - servizi essenziali per l’economia e la popolazione
Misura 4.11
Rinnovamento villaggi
e patrimonio rurale
Misura 4.12
Incentivazione attività turistiche
ed artigianali
Misura 4.14 Misura 4.15 Misura 4.17
insediamento dei giovani agricoltori Formazione Infrastrutturazione
Copertura geografica PIF
Intero territorio regionale
Costo del PIF
Min 5 meuro
Max 20 meuro
Copertura geografica PIAR
All’interno dei territori definiti dai PIT e riguardano solo i
comuni a medio-alta ruralità con o senza emergenze
sociali individuati incrociando una serie di variabili
Densità (< 100 abiatnti/kmq)
Attivi in agricoltura (> della media regionale)
Tasso del ricambio generazionale (> della media regionale)
Tasso di spopolamento (> media regionale)
Dimensione aree tra 10-50 mila abitanti con almeno 4
comuni contigui
Calcolo risorse PIARCalcolo risorse PIAR
150 euro per abitante comuni ad altà 150 euro per abitante comuni ad altà ruralità con emergenze socialiruralità con emergenze sociali
100 euro per abitante comuni a media 100 euro per abitante comuni a media ruralità con emergenze socialiruralità con emergenze sociali
50 euro per abitante comuni ad alta-media 50 euro per abitante comuni ad alta-media ruralità senza emergenzeruralità senza emergenze
Meccanismi premianti per i PI
Priorità rispetto alle domande individuali
+ 10% di cofinanziamento pubblico
Criteri di valutazione dei PI
• Coerenza con gli obiettivi del POR
• Coerenza ed integrazione tra le diverse fasi della proposta
(Contesto, obiettivi, strategia, azioni, Piano finanziario)
• Capacità di rimuovere i vincoli allo sviluppo del
comparto/territorio (carattere innovativo del progetto)
• Impatto del progetto sul comparto/territorio (risultati
previsti)
• Natura e rappresentatività del Partenariato
• Cantierabilità del progetto
Percorso attuativo del PIF/PIAR1. Emanazione linee-guida da parte della Regione2. Incontri territoriali3. Presentazione proposta da parte del partenariato 4. Verifica ricevibilità/non ricevibilità della proposta da parte degli IPA provinciali
(pre-istruttoria conformità allegato 8 del DGR n. 373 del 3/5/015. Emissione decreti ricevibilità/non ricevibilità6. Avvio fase negoziale tra Regione e Partenariato (durata 60 giorni)7. Presentazione versione finale e condivisa del PIF8. Valutazione ed approvazione del PIF9. Comunicazione ammissibilità10. Istruttoria domande individuali allegate alla proposta11. Approvazione definitiva del PIF e degli interventi a valere sulle singole
misure12. Inizio lavori – realizzazione – fine lavori13. Erogazione anticipo e SAL14. Controllo regolare esecuzione investimenti
Distribuzione risorse pubbliche Distribuzione risorse pubbliche FEOGAFEOGA
Misure Asse 1Misure Asse 1
Misure PIFMisure PIF
Misure PIARMisure PIAR
Misure orizzontaliMisure orizzontali
Totale POR FEOGATotale POR FEOGA
169.316.000 169.316.000 21%21%
431.802.000431.802.000 52%52%
89.174.00089.174.000 11%11%
130.242.000130.242.000 16%16%
820.534.000820.534.000 100%100%
Risultati PIFRisultati PIF
PIF presentatiPIF presentati
Non ricevibiliNon ricevibili
In fase di attuazioneIn fase di attuazione
In fase negozialeIn fase negoziale
Aggregati Aggregati
116116
1919
4343
5151
33
Risultati PIARRisultati PIAR PIAR presentatiPIAR presentati
Partecipazione dei ComuniPartecipazione dei Comuni
Risorse richiesteRisorse richieste
approvatiapprovati
Aggregati Aggregati
41 (tutte le aree PIT 41 (tutte le aree PIT interessate)interessate)
320/337 (95%)320/337 (95%)
147 Meuro147 Meuro
4141
33
Stato dell’arte dei 43 PIF decretatiStato dell’arte dei 43 PIF decretati Soldi impegnati e in fase di Soldi impegnati e in fase di
spesaspesa
Dimensione territorialeDimensione territoriale
Costo medio PIFCosto medio PIF
Numero destinatari totaliNumero destinatari totali
Costo per destinatarioCosto per destinatario
Comparti interessatiComparti interessati
346 meuro circa346 meuro circa
5 PIF regionali; 15 PIF interprovinciali; 2 5 PIF regionali; 15 PIF interprovinciali; 2 provinciali; 18 PIF subprovinciali; 2 provinciali; 18 PIF subprovinciali; 2 territorialiterritoriali
8 Meuro8 Meuro
2.719 circa2.719 circa
127 mila euro127 mila euro
8 PIF olivicoli; 8 PIF zootecnici; 18 PIF 8 PIF olivicoli; 8 PIF zootecnici; 18 PIF orto-frutticoli; 4 vinicoli; 1 Floristico; 1 orto-frutticoli; 4 vinicoli; 1 Floristico; 1 vinicolovinicolo
Punti di forza
• Rilevanza risorse finanziarie messe in campo • Strumento funzionale ad una strategia di sviluppo mirata a un determinato
settore/territorio• Coinvolgimento e complessità di attori nel processo di programmazione,
gestione e progettazione anche in contesti territoriali e sociali marginali e difficili• Coinvolgimento di soggetti/territori, precedentemente esclusi, dalle opportunità
offerte dalle politiche di intervento (piccole aziende agricole a gestione familiare,
giovani appartenenti a contesti difficili, aree marginali, ecc.) • Introduzione di strumenti, obiettivi, modalità di intervento e procedure innovative
e sconosciute nell’ambito delle politiche regionali di sviluppo• Sollecitato l’adeguamento della P.A.• Cambiamenti nei percorsi economici e contestualmente istituzionali, sociali e
culturali• PIF come punto di partenza (non di arrivo) per rafforzare le relazioni orizzontali
e verticali fra soggetti e pr realizzare progetti di sviluppo integrato (non costruire
scientificamente e tecnicamente la filiera)
Criticità• Incompatibilità fra le finalità perseguite da questi strumenti e le regole di
funzionamento dei fondi strutturali con i meccanismi introdotti dalla UE
(disimpegno automatico)• Presenza di vincoli posti da interpretazioni restrittive delle norme di riferimento
che rischiano di snaturare le finalità di questi strumenti e di ridurre i margini di
flessibilità nella fase di traduzione degli orientamenti generali in progetti concreti• Informazioni frammentate, disorganiche e poco chiare• Tempi e procedure (38 mesi - di cui: 18 mesi per la ricevibilità; 8 mesi per la
fase negoziale; 8 mesi per l’approvazione; 4 mesi per l’erogazione del 1°
anticipo)• Ritardi culturali del territorio (partenariati formali, abilità di catturare
finanziamenti pubblici, non concertazione)• Messo in luce carenze e difficoltà della P.A. (inefficienza delle strutture tecnico-
amministrative, allungamento dei tempi di realizzazione, turn-over del
personale, mancanza di competenze)• Deficit informativo e di Assistenza (+ buone prassi, informazione,
riqualificazione, Assistenza tecnica)• Scarsa qualità della progettazione integrata (visione unitaria e complessiva)
Cosa fare nel breve periodoCosa fare nel breve periodo Favorire la conoscenza delle buone prassi (reti di Favorire la conoscenza delle buone prassi (reti di
scambio) al fine di approfondire il processo di scambio) al fine di approfondire il processo di apprendimento sia a livello istituzionale che localeapprendimento sia a livello istituzionale che locale
Rafforzare le azioni di supporto tecnico verso la P.A. e i Rafforzare le azioni di supporto tecnico verso la P.A. e i territori più deboli al fine di elevare la qualità progettuale territori più deboli al fine di elevare la qualità progettuale non sempre alla portata dei contesti rurali (soprattutto non sempre alla portata dei contesti rurali (soprattutto marginali)marginali)
Aumentare l’efficienza delle strutture amministrative sia Aumentare l’efficienza delle strutture amministrative sia a livello di risorse umane che strumentalia livello di risorse umane che strumentali
Ripensare le procedure in direzione di una loro maggiore Ripensare le procedure in direzione di una loro maggiore semplificazionesemplificazione
Cosa fare nel lungo periodoCosa fare nel lungo periodo
Garantire all’approccio integrato spazi più adeguati Garantire all’approccio integrato spazi più adeguati all’interno della futura programmazioneall’interno della futura programmazione
Favorire azioni pilota che garantiscano alle aree rurali la Favorire azioni pilota che garantiscano alle aree rurali la possibilità di sperimentare nuovi processi, metodi ed possibilità di sperimentare nuovi processi, metodi ed interventiinterventi
Svincolare questa tipologia di strumenti dai meccanismi Svincolare questa tipologia di strumenti dai meccanismi di penalizzazione finanziariadi penalizzazione finanziaria
Favorire una più incisiva e proficua attività di Favorire una più incisiva e proficua attività di coordinamento (fra i vari settori della P.A., fra le varie coordinamento (fra i vari settori della P.A., fra le varie tipologie di P.I., fra la P.I. di diversi strumenti di tipologie di P.I., fra la P.I. di diversi strumenti di programmazione) programmazione)
La programmazione per lo sviluppo rurale La programmazione per lo sviluppo rurale della regione Calabria 2007-20013della regione Calabria 2007-20013
Valorizzare la strategia in corso…ma
creando discontinuità nella gestione ed attuazione
Orientamenti Strategici Comunitari Orientamenti Strategici Comunitari sullo sviluppo ruralesullo sviluppo rurale
Miglioramento della competitività del settore agricolo e foretsaleMiglioramento della competitività del settore agricolo e foretsale
Migliorare l’ambienteMigliorare l’ambiente
Migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la Migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazioneEconomia rurale e popolazione delle zone ruralidiversificazioneEconomia rurale e popolazione delle zone rurali
Ed ancoraEd ancora
Costruire occupazione e diversificazioneCostruire occupazione e diversificazione
Assicurare la coerenza della programamzione (sinergia tra Assi, Assicurare la coerenza della programamzione (sinergia tra Assi, approcci integrati, ecc.)approcci integrati, ecc.)
Complementarietà tra strumenti comunitari (sinergie tra politiche)Complementarietà tra strumenti comunitari (sinergie tra politiche)
Articolazione PSNArticolazione PSN Capitolo 1 – Analisi situazione socio-economica ed Capitolo 1 – Analisi situazione socio-economica ed
ambientaleambientaleIl sistema agroindustriale e forestaleIl sistema agroindustriale e forestaleLa situazione dell’ambiente e del paesaggio delle aree ruraliLa situazione dell’ambiente e del paesaggio delle aree ruraliLe condizioni socio-economiche del territorio rurale italianoLe condizioni socio-economiche del territorio rurale italianoL’analisi SWOTL’analisi SWOTI fabbisogni per asseI fabbisogni per asse
Capitolo 2 – La strategia generale del PianoCapitolo 2 – La strategia generale del PianoGli obiettivi generaliGli obiettivi generaliGli Assi del PianoGli Assi del PianoLe priorità territorialiLe priorità territorialiLe tipologie di azione integrateLe tipologie di azione integrateIl contributo dello sviluppo rurale alla strategia di LisbonaIl contributo dello sviluppo rurale alla strategia di LisbonaL’equilibrio tra gli assi del pianoL’equilibrio tra gli assi del piano
Capitolo 3 – La strategia per AsseCapitolo 3 – La strategia per AsseL’equilibrio interno agli AssiL’equilibrio interno agli AssiIdentificazione degli indicatoriIdentificazione degli indicatoriIl monitoraggio e la valutazione della strategiaIl monitoraggio e la valutazione della strategia
Articolazione PSNArticolazione PSN
Capitolo 4 – I programmi di sviluppo rurale e l’allocazione finanziariaCapitolo 4 – I programmi di sviluppo rurale e l’allocazione finanziaria
Capitolo 5 – Coerenza e complementarietàCapitolo 5 – Coerenza e complementarietà
La coerenza internaLa coerenza interna
La coerenza e complementarietà con le altre politicheLa coerenza e complementarietà con le altre politiche
(nazionali, PAC, Coesione, Pesca, altre strategie comunitarie)(nazionali, PAC, Coesione, Pesca, altre strategie comunitarie)
Capitolo 6 – La costruzione della Rete Rurale Nazionale Capitolo 6 – La costruzione della Rete Rurale Nazionale
Obiettivi e strategiaObiettivi e strategia
OrganizzazioneOrganizzazione
BeneficiariBeneficiari
Dotazioni finanziarieDotazioni finanziarie
Metodologia utilizzata Metodologia utilizzata
Metodologia OCSE per la classificazione aree urbane e ruraliMetodologia OCSE per la classificazione aree urbane e rurali- densità della popolazione (> 150 ab./Kmq = urbani; < 150 ab./Kmq = rurali)- densità della popolazione (> 150 ab./Kmq = urbani; < 150 ab./Kmq = rurali)- classificazione a livello comunale delle aree in 3 categorie (peso % popolazione comuni rurali/popolazione provinciale)- classificazione a livello comunale delle aree in 3 categorie (peso % popolazione comuni rurali/popolazione provinciale)
LimiteLimite
Non consente di cogliere adeguatamente le differenze interne alle provinceNon consente di cogliere adeguatamente le differenze interne alle province
SoluzioneSoluzione
Adattamento metodo OCSEAdattamento metodo OCSE
Prima fase: selezionati i comuni-capoluogo di provincia con oltre 150 ab./KmqPrima fase: selezionati i comuni-capoluogo di provincia con oltre 150 ab./Kmq
Seconda fase: Applicazione metodo OCSE ai comuni rimanenti ma distinguendo i comuni nell’ambito di ogni provincia Seconda fase: Applicazione metodo OCSE ai comuni rimanenti ma distinguendo i comuni nell’ambito di ogni provincia per zona altimetrica e calcolando per ciascuna di queste tre l’incidenza della popolazione dei comuni classificati rurali per zona altimetrica e calcolando per ciascuna di queste tre l’incidenza della popolazione dei comuni classificati rurali sulla popolazione totalesulla popolazione totale
Terza fase: Disaggregazione della categoria aree prevalentemente urbane sulla base della densità (150 ab./Kmq) e del Terza fase: Disaggregazione della categoria aree prevalentemente urbane sulla base della densità (150 ab./Kmq) e del
peso della superficie agricola totale sulla superficie territoriale (2 aree: rurali urbanizzati e rurale fortemente urbanizzata) peso della superficie agricola totale sulla superficie territoriale (2 aree: rurali urbanizzati e rurale fortemente urbanizzata)
Quarta fase: incrociando le aree OCSE riviste con le tre zone altimetriche e le tre circoscrizioni territoriali (Nord, Centro Quarta fase: incrociando le aree OCSE riviste con le tre zone altimetriche e le tre circoscrizioni territoriali (Nord, Centro e Sud) si ottengono 36 tipi di aree (+ i capoluoghi di provincia)e Sud) si ottengono 36 tipi di aree (+ i capoluoghi di provincia)
TerritorializzazioneTerritorializzazione
Poli Urbani (1.034 comuni: capoluoghi di regione e di provincia, grandi Poli Urbani (1.034 comuni: capoluoghi di regione e di provincia, grandi aree metropolitane; 43% della popolazione)aree metropolitane; 43% della popolazione)
Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (1.632 comuni: aree di Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata (1.632 comuni: aree di pianura ed alcune aree di collina adiacenti; 22% della popolazione) pianura ed alcune aree di collina adiacenti; 22% della popolazione)
Aree rurali intermedie (2.676 comuni: territori di collina e di montagna; Aree rurali intermedie (2.676 comuni: territori di collina e di montagna;
24% della popolazione e il 32% della ST)24% della popolazione e il 32% della ST)
Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (2.759 comuni: Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (2.759 comuni: soprattutto territori di collina e di montagna ed alcuni territori di pianura soprattutto territori di collina e di montagna ed alcuni territori di pianura del sud e delle isole; 12% della popolazione e il 43% della ST)del sud e delle isole; 12% della popolazione e il 43% della ST)
La strategia generale del PianoLa strategia generale del Piano Assi prioritariAssi prioritari
Asse I – Asse I –
Miglioramento competitivitàMiglioramento competitività
Asse II – Asse II –
Miglioramento ambiente e spazio ruraleMiglioramento ambiente e spazio rurale
Asse III – Asse III –
Qualità della vita e diversificazioneQualità della vita e diversificazione
Asse IV – Asse IV –
LEADERLEADER
Obiettivi prioritari di AsseObiettivi prioritari di AsseAmmodernamento ed innovazioneAmmodernamento ed innovazione
Qualità produzioneQualità produzione
Dotazioni infrastrutturali fisiche e telematicheDotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche
Capacità imprenditorialeCapacità imprenditoriale
Conservazione biodiversitàConservazione biodiversità
Riduzione gas serraRiduzione gas serra
Tutela del territorioTutela del territorio
Tutela risorse idricheTutela risorse idriche
Attrattività territori ruraliAttrattività territori rurali
Creazione opportunità occupazionaliCreazione opportunità occupazionali
Capacità progettuale e gestione localeCapacità progettuale e gestione locale
Valorizzazione risorse endogene Valorizzazione risorse endogene
Integrazione degli interventi
A livello regionale
Coerenza e sinergia fra il PSR ed il
POR
Coerenza all’interno del PSR
Complementarietà con la PAC
Politica orientata alla specificità territoriale
Modalità di integrazione degli interventi
Quali strumenti?
Pacchetti di misura per l’impresa
Integrazione di filiera
Strategie locali (asse III)
L’approccio Leader
Equilibrio tra gli Assi del PianoEquilibrio tra gli Assi del Piano
AssiAssi Da RegolamentoDa Regolamento Media PSNMedia PSN
Asse IAsse I 10%10% 41%41%
Asse IIAsse II 25%25% 41%41%
Asse IIIAsse III 10%10% 14,5%14,5%
Assistenza Assistenza TecnicaTecnica
3,5%3,5%
TotaleTotale 100%100%
Asse LeaderAsse Leader 5%5% 6%6%
Allocazione finanziaria regioni convergenzaAllocazione finanziaria regioni convergenza
BasilicataBasilicata 372.650.000372.650.000
CalabriaCalabria 623.341.000623.341.000
CampaniaCampania 1.082.349.0001.082.349.000
PugliaPuglia 851.327.000851.327.000
SiciliaSicilia 1.211.163.0001.211.163.000
Totale convergenzaTotale convergenza 4.140.830.0004.140.830.000
Totale PSRTotale PSR 8.250.550.0008.250.550.000
Rete Rurale NazionaleRete Rurale Nazionale 41.459.88341.459.883
Totale ItaliaTotale Italia 8.292.009.0008.292.009.000
Allocazione finanziaria regioni competitivitàAllocazione finanziaria regioni competitività
AbruzzoAbruzzo 168.911.000168.911.000
Prov. autonoma BolzanoProv. autonoma Bolzano 137.575.000137.575.000
Emilia RomagnaEmilia Romagna 411.251.000411.251.000
Friuli Venezia GiuliaFriuli Venezia Giulia 108.773.000108.773.000
LazioLazio 288.384.000288.384.000
LiguriaLiguria 106.047.000106.047.000
LombardiaLombardia 395.949.000395.949.000
MarcheMarche 202.320.000202.320.000
PiemontePiemonte 394.500.000394.500.000
ToscanaToscana 369.210.000369.210.000
Prov. autonoma TrentoProv. autonoma Trento 100.652.000100.652.000
UmbriaUmbria 52.221.00052.221.000
VenetoVeneto 402.457.000402.457.000
MoliseMolise 85.790.00085.790.000
SardegnaSardegna 551.250.000551.250.000
Totale competitivitàTotale competitività 4.109.720.0004.109.720.000
Le tappe per l’impostazione della nuova politica di sviluppo rurale 2007-2013 in Calabria
Metodo di costruzione del PSR Concertazione
Partenariato istituzionale e socio-economico (articolo 6 del Reg. CE 1698/2005)
• ampio e rappresentativo• programmazione, ma anche per attuazione, sorveglianza e valutazione
Tavolo tecnico
• tematiche specifiche
Partenariato VAS (Valutazione Ambientale Strategica)
• affidato all’Autorità Regionale Ambientale• Partecipano gli enti che a vario titolo si occupano di ambiente
Assistenza tecnica al Dipartimento: INEA, ISMEA, ARSSA
Obiettivi generali del PSRObiettivi generali del PSR
Modello di sviluppo competitivo, sostenibile e integrato
Valorizzare la strategia della programmazione in corso (approccio integrato, filiere, sviluppo dal basso)
Creare discontinuità nell’attuazione
Qualità della spesa Efficacia della spesa Approccio integrato
Concentrazione Priorità Selezione
Bisogniterritoriali/settoriali
Tra programmi, tra assi, tra misure
• Dare centralità all’impresa agricola
• Orientare le azioni e gli interventi al mercato
• Valorizzare la programmazione attuale
• Discontinuità nelle modalità e nelle procedure di attuazione
• Sostenere l’approccio integrato e la programmazione dal basso
• Puntare sulla qualità ed efficacia della spesa
STRATEGIA DEL PSR
PSL
Progetti di Sviluppo Locale con
approccio dal basso
PIF
Progetti Integrati di Filiera con
approccio dal basso
PTS
(Progetti Tematici di Sviluppo)
Domandeindividuali
Locali
Settoriali
(realizzati su tutto il
territorio regionale)
Investimenti e premi
Servizi e infrastrutture
Aziende agricole
PIAR (Enti pubblici)
Modalità di attuazioneModalità di attuazione
Progetti
Integrati
PSN PSR Calabria
ASSE 1: MIGLIORAMENTO DELLA COMPETITIVITA’
1. Capitale umano:
formazione professionale e innovazione; insediamento giovani agricoltori;
prepensionamento imprenditori e lavoratori agricoli; servizi di consulenza
aziendale.
2. Capitale fisico e innovazione:
ammodernamento aziende agricole; valore economico delle foreste; aumento
valore aggiunto agricolo e forestale; cooperazione tra produttori; infrastrutture;
calamità naturali e prevenzione.
3. Qualità della produzione agricola:
rispetto delle norme UE; partecipazione ai sistemi di qualità alimentare;
informazione e promozione prodotti di qualità.
4. Misure transitorie per i nuovi Stati membri (fino al 2008):
sostegno alle aziende agricole di sussistenza; associazioni produttori.
ASSE 2: MIGLIORAMENTO AMBIENTE E SPAZIO RURALE
1. Uso sostenibile dei terreni agricoli:
indennità zone montane; indennità altri svantaggi naturali; indennità Natura 2000; pagamenti agro-ambientali; pagamenti benessere animale; investimenti non produttivi.
2. Uso sostenibile dei terreni forestali:
imboschimento terreni agricoli; primo impianto sistemi agro-forestali su terreni agricoli; imboschimento superfici non agricole; indennità Natura 2000; pagamenti silvo-ambientali; ricostituzione potenziale forestale e prevenzione; investimenti non produttivi.
N.B. Le misure agro-ambientali sono obbligatorie per ogni programma.
ASSE 3: QUALITA’ DELLA VITA E DIVERSIFICAZIONE ECONOMIE RURALI
1. Diversificazione economia rurale:
attività non agricole; creazione e sviluppo microimprese; attività turistiche.
2. Qualità della vita in zone rurali:
servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale; villaggi rurali; tutela e riqualificazione patrimonio rurale; formazione e informazione di operatori in settori non agricoli; animazione e acquisizione di competenze.
Principio di demarcazione: inserire nei programmi criteri che permettono di distinguere quali azioni sono finanziate con il FEASR e quali con i Fondi Strutturali
ASSE 4: LEADER
1. Approccio LEADER
territori rurali ben definiti; partenariato publico-privato; approccio bottom-up basato sul Gruppo di Azione Locale (GAL); interventi multisettoriali; innovazione; cooperazione; collegamento in rete dei GAL.
2. Gruppo di Azione Locale (GAL)
strategia di sviluppo locale; gruppi LEADER II, LEADER+, nuovi gruppi; partenariato composto per almeno il 50% da privati; capofila amministrativo e finanziario; massa critica; selezione progetti locali da parte dei GAL.
3. Misure
a) piani di sviluppo locali; b) cooperazione; c) gestione GAL, acquisizione di competenze e animazione.
4. Piani di sviluppo locali – Attuazione
si possono comporre delle misure appartenenti agli Assi 1, 2 e 3.
Top Related