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per capirela societàla società
di oggi
REDDITI E RICCHEZZAChi ha troppo poco o troppo pocoChi ha troppo, poco o troppo poco
Giovanni VecchiDocente di Storia economicaDocente di Storia economica
Università di Roma “Tor Vergata”
Modena, 1 dicembre 2011
Tre domande
1) Perché interessarsi alla disuguaglianza dei reddi-?
2) Quale evidenza empirica per l’Italia?
3) L’esperienza storica italiana è diversa da quella di altri paesi?
2
PERCHÉ INTERESSARSI ALLA DISUGUAGLIANZA DEI REDDITI?
Domanda 1
3
Pun% di vista (La disuguaglianza non è un problema)
La disuguaglianza è necessaria al buon funzionamento dell’economia: l’uguaglianza uccide gli incen%vi.
Ciò che conta è la crescita economica: il problema non è la disuguaglianza ma semmai la povertà (assoluta).
4
Altri pun% di vista (La disuguaglianza è un problema)
I merca% possono fallire. Quando ciò accade, le opportunità di crescita del sistema non vengono realizzate.
Crescita e disuguaglianza sono fenomeni interdipenden%. La seconda può ostacolare la prima.
5
Disuguaglianza e benessere (cosa dicono epidemiologi, psicologi e altri colleghi)
La disuguaglianza dei reddi- è correlata nega-vamente alla salute della popolazione.
La felicità dipende non solo dal proprio reddito ma anche da quello degli altri.
6
StreTa aTualità (La disuguaglianza, la finanza e le piazza)
Disuguaglianza e crisi.
Tentazione: aNribuire la crisi finanziaria ed economica alla crescente disuguaglianza.
LeTeratura economica: resistere alla tentazione.
7
L’interesse intrinseco per la disuguaglianza
8
Disuguaglianza mondiale (La grande divergenza)
9
USA
EUROPAOCC.
AMERICALATINAASIA
AFRICA0
10000
20000
30000PI
L PE
R AB
ITAN
TE(D
olla
ri 19
90 P
PP)
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2010 ANNO
Risposta alla prima domanda (Perché interessarsi alla disuguaglianza dei reddi%?)
L’interdipendenza fra disuguaglianza, crescita e democrazia rende impossibile non interessarsene.
L’analisi della disuguaglianza della distribuzione del reddito è luogo di incontro di temi meta-‐economici: equità poli%ca filosofia
10
QUALE EVIDENZA EMPIRICA PER L’ITALIA?
Domanda 2
11
Due parole sul metodo (I bilanci di famiglia)
S-mare la disuguaglianza della distribuzione dei reddi- è un compito oggi molto semplice. Non così per i primi cent’anni di storia.
Italia all’avanguardia, grazie all’impiego dei bilanci di famiglia.
In ricchezzae in povertà
12
25
30
35
40
45
50
55
Indi
ce d
i Gin
i
1861 1871 1881 1891 1901 1911 1921 1931 1941 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011
anno
Indice di Gini, 1861-‐oggi (0 = perfeTa uguaglianza, 100 = massima disuguaglianza)
Indice di G
ini
“VINCITORI E VINTI”, 1861-‐2011
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
22
24
Quo
ta d
i red
dito
(%)
1861 1871 1881 1891 1901 1911 1921 1931 1941 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011
Anno
38
40
42
44
46
48
50
52
54
56
58
60
Quo
ta d
i red
dito
(%)
20% PIU’ RICCO
20% PIU’ POVERO
La crescita economica non è uguale per tua
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
Tass
o di
cre
scita
med
io a
nnuo
(%)
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
percentili di reddito pro capite
1861-‐1911
-2.0
-1.0
0.0
1.0
2.0
Tass
o di
cre
scita
med
io a
nnuo
(%)
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
percentili di reddito pro capite
1921-‐1931
0.0
1.0
2.0
3.0
4.0
Tass
o di
cre
scita
med
io a
nnuo
(%)
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
percentili di reddito pro capite
1977-‐1991
-1.0
0.0
1.0
2.0
Tass
o di
cre
scita
med
io a
nnuo
(%)
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
percentili di reddito pro capite
1991-‐2008
I SUPER-‐RICCHI DIVENTANO ANCORA PIU’ RICCHI
DATI FISCALI
15
20
25
30
Quo
ta d
i red
dito
(%)
1861 1871 1881 1891 1901 1911 1921 1931 1941 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011Anno
DATI FISCALI
4
6
8
10
12
14
Quo
ta d
i red
dito
(%)
1% più ricco
5% più ricco
LA CORSA DELLE REGIONI CRESCITA E DISUGUAGLIANZA, 1948 E 2008
Marche e UmbriaAbruzzi e Molise
Lucania e Calabria
Puglia
Toscana
Sicilia
Campania
Sardegna
LazioVeneto e Venezia Tridentina
Emilia
Lombardia
Piemonte e Liguria
Campania
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Molise
Umbria
Sardegna
Piemonte
MarcheAbruzzo
TAA
Veneto
Lazio
LiguriaToscana
Emilia-Romagna
FVG
Lombardia
1948
2008
25
30
35
40
45
Indi
ce d
i Gin
i (%
)
0 5000 10000 15000 20000 25000Reddito per abitante
(euro 2010/persona/mese)
1948
2008
Disuguaglianza
Reddito per abitante
Risposta alla seconda domanda (Quale evidenza empirica per l’Italia?)
Crescita e uguaglianza procedono di pari passo per 130 anni.
1992, l’annus horribilis: da allora l’economia ristagna, la disuguaglianza aumenta (e con lei la povertà).
18
LA DISUGUAGLIANZA DEI REDDITI ITALIANI E QUELLA DEGLI ALTRI PAESI
Domanda 3
19
L’Indice di Gini (1975-‐2005 – Brandolini, 2009)
20
In breve (Brandolini, 2009)
Da- disponibili solo a par-re dal 1975. Le esperienze nazionali differiscono e manca un traNo comune.
Dalla metà degli anni SeNanta gran parte dei Paesi ha aNraversato fasi di aumento della disuguaglianza, seppure di intensità e durata assai diverse.
Quale evidenza sul lungo periodo? 21
Il 5% più ricco della popolazione (Quota di reddito, %)
FRANCIAUSA
UK
ITALIA
SPAGNA
15
20
25
30
35Q
uota
del
redd
ito to
tale
(%)
1900 1920 1940 1960 1980 2000year
22
L’1% più ricco della popolazione (Quota di reddito, %)
23
5
10
15
20
25Q
uota
del
redd
ito to
tale
(%)
1900 1920 1940 1960 1980 2000year
CONCLUSIONI
24
Povertà cronica e vulnerabilità alla povertà Italia, 1985-‐2001
NON POVERI MA VULNERABILI
POVERI
POVERI CRONICI
POVERI NON CRONICI
0.0
10.0
20.0
30.0
40.0In
divi
dui
(% d
ella
pop
olaz
ione
tota
le)
1985 1990 1995 2000
Anno
La vulnerabilità è direTa a Sud 1985-‐2001
CENTRO
NORD-EST NORD-OVEST
SUD
ISOLE
20.0
30.0
40.0
50.0
60.0
Indi
vidu
i non
pov
eri m
a vu
lner
abili
(% d
ella
pop
olaz
ione
tota
le)
1985 1990 1995 2000Anno
Individu
i non
poveri m
a vulnerab
ili
(% della pop
olaizone
totale)
Conclusioni (La lezione di Abramowitz)
Pars destruens Pars construens
I vantaggi dell’arretratezza (economica, tecnologica, etc.)
Social capability (cos’è? come si misura?)
Capacità della società di adoNare il cambiamento e di accomodare le tensioni che genera.
27
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