STAGIONE 2017 | 18 martedì 23 gennaio 2018 | ore 20,30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
Fo
to ©
MIL
A
Katia e Marielle Labèque
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SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO
COLLABORANO CON LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO
LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO PARTECIPA A
MEDIA PARTNER
Di turno
Maria Majno Carlo Sini
Direttore artistico
Paolo Arcà
È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.
Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:
• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici
• evitare colpi di tosse e fruscii del programma
• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista
Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.
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Igor Stravinskij (Lomonosov 1882 - New York 1971)
Le Sacre du printemps (ca. 33’)
Premier tableau: L’Adoration de la TerreI. Introduction II. Augures printaniers - Danses des adolescentes III. Jeu du rapt IV. Rondes printanières V. Jeu des cités rivales VI. Cortège du Sage VII. Le Sage VIII. Danse de la terre
Second tableau: Le SacrificeI. Introduction II. Cercles mystérieux des adolescent III. Glorification de l’élue IV. Évocation des ancêtres V. Action rituelle des ancêtres VI. Danse sacrale
Intervallo
Claude Debussy (Saint-Germain-en-Laye 1862 - Parigi 1918)
Six Épigraphes antiques L. 131 (ca. 17’)I. Pour invoquer Pan, dieu du vent d’été II. Pour un tombeau sans nom III. Pour que la nuit soit propice IV. Pour la danseuse aux crotales V. Pour l’égyptienne. VI.Pour remercier la pluie au matin
Philip Glass (Baltimora 1937)
Four Movements for Two Pianos (ca. 24’)I - II - III - IV
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“Il pianoforte concentra e riassume dentro di sé tutta l’arte universale”,
così si esprimeva Franz Liszt, che del pianoforte fece la propria arte,
svelandone le più ‘trascendentali’ possibilità.
Fin dalla sua invenzione e con le progressive trasformazioni, il pianoforte
ha conquistato una posizione tuttora prioritaria per la musica europea.
La tastiera col piano e forte non solo ha aperto nuove possibilità
espressive e sonorità poetiche, ma ha offerto al pensiero musicale uno
strumento fedele e insostituibile. Gli 88 tasti hanno permesso di vedere
e toccare la musica: i suoni, le reciproche relazioni, le infinite possibilità
di susseguirsi, incastrarsi, sovrapporsi. Per questo il pianoforte è
diventato ben presto lo strumento della composizione e della didattica.
Molti musicisti, prima di trascrivere le proprie idee sul pentagramma, ne
sperimentavano concretamente l’efficacia sotto le dita, a contatto diretto
con l’elemento fisico che produce il suono. L’idea musicale, così nuda
ed essenziale, spogliata di ogni vezzo timbrico, poteva essere meglio
valutata nelle forme e nella struttura.
Prima dell’avvento delle tecnologie di riproduzione del suono, quando
ascoltare significava essere presenti nel momento e nel luogo del
fare musica, il pianoforte ha rappresentato in un certo senso un modo
per ‘portarla a casa’. Soprattutto l’Ottocento ha visto una vastissima
produzione di trascrizioni e riduzioni per pianoforte di ogni tipo: opere
recenti e passate, composizioni per ogni organico, parafrasi più o meno
E se due mani non bastavano, con quattro tutto era possibile
Musica in bianco e nero
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virtuosistiche delle arie più in voga. La veste pianistica ben si adattava
alle esecuzioni domestiche di borghesi e nobili dilettanti, allo studio
delle composizioni ‘storiche’, alla conoscenza dei nuovi inediti e alla
diffusione dei grandi successi.
E se due mani non bastavano, con quattro tutto era possibile. Le
composizioni più ricche e complesse diventavano accessibili anche ai
più inesperti se ben accompagnati, le difficoltà erano divise e il piacere
di suonare insieme condiviso. Il genere del pianoforte a quattro mani era
molto diffuso tanto nella pratica didattica quanto nei salotti e presso i
compositori.
Nella Parigi d’inizio secolo, in un chiaro pomeriggio della primavera del
1912, un giovane musicista russo, con la riduzione a quattro mani del
suo ultimo lavoro, si sottopose al giudizio dell’insigne collega francese,
Claude Debussy, in un duo estemporaneo tra i più illustri della storia.
“Quando ebbero terminato, non ci fu più ragione di abbracci e neppure
di complimenti. Eravamo muti, messi a terra dopo un uragano giunto,
dalla profondità dei tempi, a strappare la nostra vita alle radici” (Louis
Laloy). Si trattava di quella che è stata definita “la Nona Sinfonia del
XX secolo” (Sergei Diaghilev), “lo scandalo che dà avvio al Novecento”,
segnando la nascita della musica contemporanea (Pierre Boulez): Le
Sacre du printemps. La storia era iniziata già nel 1910, con il suggestivo
sogno di un primitivo rito pagano, che Stravinskij volle tradurre in
musica. Ne aveva iniziato la composizione nel 1911, in Svizzera, in una
stanza piccola e disadorna, con solo uno sgangherato pianoforte
verticale. Stravinskij, fiero artigiano prima ancora che artista, cercava sui
tasti le proprie idee musicali, concretamente suggestionato dai suoni
prodotti. Così, anche Le Sacre du printemps, con la sua proverbiale e
sontuosa strumentazione, e con un organico di ben 99 elementi alla
prima esecuzione, ebbe il suo schizzo ‘in bianco e nero’. Anzi proprio la
versione per pianoforte a quattro mani ne segnò la storia, prima e dopo
la fatidica première. Le riduzioni dei balletti erano solitamente funzionali
alla pianificazione e alla strumentazione dell’opera, alle prove della
coreografia, alla condivisione con i colleghi per averne un riscontro e per
pubblicizzare il lavoro. Stravinskij sottopose il suo Sacre per pianoforte,
in diverse occasioni, a critici e amici. Le aspettative crescevano: Ravel
ne era entusiasta; Debussy ne attendeva “la rappresentazione come
un bambino goloso al quale sia stata promessa della marmellata”.
Musica in bianco e nero
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E finalmente il 29 maggio del 1913, nella stagione dei Ballets Russes
organizzati da Diaghilev, la prima ebbe luogo al Théâtre des Champs-
Élysées. Un terremoto: il pubblico mormorante, un crescendo di sibili
e fischi fino a non sentire più la musica, l’intervento della polizia … Le
ragioni di tanto clamore restano controverse: la coreografia? il soggetto?
la musica? il pubblico fazioso? Probabilmente fu un insieme di novità
a fare la rivoluzione. Si rappresentava in maniera cruda il sacrificio
pagano di una fanciulla; una musica fragorosa ed estenuante, quasi
primitiva, la faceva danzare fino alla morte: motivi di poche note, ripetuti
ostinatamente e stratificati l’uno sull’altro, una continua palpitazione, lo
spostamento imprevedibile degli accenti a destabilizzare l’ascoltatore.
L’opera, nella versione pianistica, senza gli abbacinanti colori orchestrali,
si rivela ancora più brutale e violenta nella sua concezione. I fatidici
incontri politonali ritrovano la loro origine nelle due mani di Stravinskij
che suonano accordi diversi simultaneamente, trasformando il
pianoforte in uno strumento percussivo. Lo spartito non è quindi una
riduzione ma il progetto preliminare del Sacre. Pubblicato già nel 1913,
con lo scoppio della prima guerra mondiale, gli sarà affidata la diffusione
e la fortuna dell’opera, la cui partitura sarà edita solo nel 1921.
Di altro stile e diversa storia è il bianco e nero di Debussy in Six
Épigraphes antiques (1914). A differenza del Sacre, i sei pezzi di questa
raccolta sono un adattamento pianistico successivo di musica
precedente, composta per la recitazione delle Chansons de Bilitis
dell’amico poeta Pierre Louys. La versione originale per mezzosoprano
e pianoforte fu pubblicata nel 1897; la successiva (1901) consisteva di 12
intermezzi musicali alla recitazione, per 2 flauti, 2 arpe e celesta. L’origine
teatrale e i titoli particolarmente evocativi danno ragione del carattere
suggestivo
e d’atmosfera di questa musica. Le epigrafi sono piccoli quadri
fantastici, dal tono arcaicizzante, in cui tutto è sospeso e rarefatto, come
smaterializzato. Si tratta di una sorta di ciclo unitario, con sottili richiami
Le epigrafi sono piccoli quadri fantastici, dal tono arcaicizzante, in cui tutto è sospeso e rarefatto, come smaterializzato
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tra i sei pezzi e con la ripresa ad anello, nell’ultimo, del tema iniziale.
È la melodia pentatonica che si insinua, in Pour invoquer Pan, come il
richiamo del dio in una giornata estiva. Il paganesimo ellenizzante e
l’esotismo antico di questa raccolta è trasfigurato elegiacamente, ben
distante dalla brutalità del rito stravinskiano. Il cromatismo di Pour un
tombeau sans nom è delicato e sottile. Pour que la nuit soit propice
sovrappone strati ritmici come in un gamelan mentre, nelle brevi figure
ornamentali di Pour la danseuse aux crotales, la tastiera si atteggia ad
arpa. L’esotismo diventa ancora più evidente nel ritmo orientaleggiante
di Pour l’égyptienne, con le sue brillanti ornamentazioni su pedali e
ostinati. Infine il quadro impressionistico di Pour rémercier la pluie au
matin chiude la raccolta, con l’onomatopea musicale della pioggia e
il ritorno della melodia di Pan. Nel pianoforte di Debussy, figurazioni e
armonie diventano timbro ed evocano simbolicamente ‘corrispondenze’.
Le epigrafi saranno orchestrate da Ernest Ansermet nel 1932.
Infine, altro stile compositivo e nuove sonorità ‘in bianco e nero’ sono
quelle offerte dalla musica di Philip Glass (1937). Avviando i propri
studi musicali come flautista, il musicista americano si è avvicinato alla
tastiera solo da adolescente fino a diventare e reputarsi “un pianista
decente per un compositore”. Alla ricerca di un contatto diretto con il
pubblico, ma che prescinda dal mero virtuosismo, Glass ha ripreso
il filone dei compositori-esecutori, utilizzando il pianoforte come
interfaccia. In molte opere ha esplorato le possibilità espressive date
dalla combinazione di più pianoforti, ma solo in pochi casi li ha trattati
in maniera esclusiva: In again out again (1967), Four Movements for
Two Pianos (2008), Two Movements for Four Pianos (2013). Il pezzo in
programma è stato commissionato a Glass dal duo Maki Namekawa-
Dennis Russell Davies, in occasione del Festival della Ruhr; dopo anni
di musica funzionale (film, balletti, opere), rappresenta un ritorno a
un’ispirazione più libera, non dettata da esigenze esterne. Sono presenti
tutti quegli elementi che costituiscono il marchio di fabbrica ben
Assimilato alla corrente del minimalismo, Glass preferisce definire la propria come “musica con strutture ripetitive”
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riconoscibile del comporre di Glass: ritmi propulsivi, arpeggiamenti,
ripetizioni, cellule motiviche essenziali. Assimilato alla corrente del
minimalismo, Glass preferisce definire la propria come “musica con
strutture ripetitive”. Già dalla collaborazione a Parigi con il sitarista
Ravi Shankar, il musicista americano aveva appreso le tecniche di
articolazione additiva proprie della musica indiana: piccoli pattern
vengono così ipnoticamente ripetuti e sovrapposti, elaborati secondo
impercettibili variazioni di densità e armonia. È un processo ciclico
che mina lo svolgersi lineare della musica nel tempo, costringendo
l’ascoltatore a smarrirsi in una spirale, senza ritrovare più l’inizio o poter
prevedere la fine. In Four Movements for Two Pianos, persino il ruolo dei
due pianisti non è fissato: possono scambiarsi le parti liberamente.
Ancora al giorno d’oggi, con una letteratura oltremodo vasta alle spalle,
il pianoforte rimane uno strumento versatile negli impieghi, ricco di
risorse sonore da esplorare.
Maria Grazia Campisi Conservatorio “G. Verdi” di Milano
Laureanda in Discipline storiche,critiche e analitiche della musica
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“Lo stesso respiro due identità diverse”
Katia e Marielle Labèque pianoforti
Katia e Marielle Labèque sono nate in Costa Basca francese, vicino al confine con la Spagna. Hanno ricevuto le prime lezioni di pianoforte dalla madre, italiana, all’età di tre e cinque anni. In seguito hanno
frequentato il Conservatorio di Parigi, meritando entrambe il “Premier Prix”.Note per l’ampiezza del loro repertorio - da Bach, Mozart e Schubert a Stravinskij, Gershwin e Bernstein, fino ai compositori d’avanguardia del Novecento - Katia e Marielle Labèque hanno suonato con le più grandi orchestre: Berliner Philharmoniker, Orchestra Sinfonica della Bayerischer Rundfunk, le Orchestre Sinfoniche di Boston, Chicago e Cleveland, lGewandhausorchester di Lipsia, London Symphony Orchestra e London Philharmonic Orchestra, Los Angeles Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Staatskapelle di Dresda, Wiener Philharmoniker, Orchestra Filarmonica della Scala in collaborazione con direttori quali Semyon Bychkov, Sir Colin Davis, Gustavo Dudamel, Charles Dutoit,
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Sir John Eliot Gardiner, Migue Harth-Bedoya, Kristjan e Paavo Jarvi, Zubin Mehta, Seiji Ozawa, Antonio Pappano, Georges Pretre, Sir Simon Ratte, Esa-Pekka Salonen, Leonard Slatkin e Michael Tilson-Thomas e sono inoltre ospiti regolari di sale da concerto e festival di primo piano quali Musikverein di Vienna, Musikhalle di Amburgo, Philharmonie di Monaco di Baviera, Carnegie Hall, Royal Festival Hall di Londra, Teatro alla Scala, Philharmonie di Berlino e i festival di Blossom, Hollywood Bowl, Lucerna, Ludwigsburg, Mostly Mozart, BBC Proms, Ravinia, Ruhr, Tanglewood e Salisburgo. Più di 33.000 persone erano presenti al concerto della Waldbühne di Berlino, diretto da Sir Simon Rattle con i Berliner Philharmoniker. Katia e Marielle Labèque suonano spesso anche con complessi di musica barocca fra cui The English Baroque Soloists con Sir John Eliot Gardiner, il Giardino Armonico con Giovanni Antonini, Musica Antica con Reinhard Goebel e i Venice Baroque con Andrea Marcon. Recente la tournée con Age of Enlightenment e Sir Simon Rattle.In ambito contemporaneo hanno avuto il privilegio di lavorare con celebri compositori fra cui Luis Andriessen, Luciano Berio, Pierre Boulez, Philip Glass, Osvaldo Golijöv, György Ligeti e Olivier Messiaen. Nel 2015 hanno eseguito a Los Angeles in prima esecuzione mondiale diretta da Gustavo Dudamel il Concerto che Philip Glass ha composto per loro.Dopo numerose incisioni per EMI, Sony e Philips, Katia e Marielle Labèque hanno creato una propria casa discografica, la KLM Recordings, con l’intento di costruire un ponte fra tutti gli stili della musica e i capolavori contemporanei. Hanno anche costituito la Fondazione KML che si prefigge di sviluppare e diffondere il repertorio per due pianoforti attraverso l’incontro di artisti di ogni tipo. Uno dei loro progetti le ha viste coinvolte in un programma per bambini con il patrocinio della Fondazione dei Berliner Philharmoniker “Zukunft@BPhil” e la collaborazione di Sir Simon Rattle.Tra le più recenti incisioni ricordiamo “Sisters” per la loro etichetta KLM Recordings e “Invocatons” per Deutsche Gramophon dedicato a Stravinskij e Debussy uscito nel novembre 2016.Katia e Marielle Labèque sono state ospiti della nostra Società nel 1992, nel 1995 con il pianista jazz Gonzalo Rubalcaba, nel 1998, 2001 e 2009.
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martedì 6 febbraio | Jan Lisiecki pianoforte Chopin - Notturno op. 55 n. 2 Schumann - Nachtstücke op. 23 Ravel - Gaspard de la Nuit Rachmaninov - Morceaux de Fantaisie op. 3 n. 5 Chopin - Notturno in mi minore op. 72 n. 1 - Scherzo n. 1 in si minore op. 20
martedì 13 febbraio | Le Concert des Nations Jordi Savall viola da gamba e direzione Tous les matins du monde* Philidor l’Aisné - Concert donné a Louis XIII en 1627Sainte-Colombe, le Père - Concert XLIV à duex violes esgalesLully - Suite Le Bourgeois gentilhommeCouperin - Les Concerts royauxMarais - Sonnerie de Ste. Geneviève du Mont-de-ParisRameau - Pièces de clavicen en concertForqueray - Pièces de viole: La du Vaucel, La LeclairLeclair - Sonate VIII à trois op. 2 n. 8* Il concerto sarà preceduto, alle 17,30 in Sala Puccini, dalla proiezione del film Tous les matins du monde di Alain Corneau
martedì 20 febbraio | Sir András Schiff pianoforte Intorno a Brahms - II Schumann - Tema con 5 variazioni in mi bemolle maggiore WoO 24 “Geistervariationen” Brahms - Tre Intermezzi op. 117 Mozart - Rondò in la minore K 511 Brahms - Sei Klavierstücke op. 118 Bach - Preludio e Fuga in si minore BWV 869 Brahms - Quattro Klavierstücke op. 119 Beethoven - Sonata n. 26 in mi bemolle maggiore op. 81a “Les Adieux”
martedì 27 febbraio Joshua Bell violino | Sam Haywood pianoforte Mozart - Sonata n. 40 in si bemolle maggiore K 454 Strauss - Sonata in mi bemolle maggiore op. 18 Fauré - Sonata n. 1 in la maggiore op. 13 Altri brani che verranno annunciati direttamente dal palcoscenico.
martedì 6 marzo | Quartetto Artemis Mendelssohn - Quartetto n. 3 in re maggiore op. 44 n. 1 Šostakovič - Quartetto n. 5 in si bemolle maggiore op. 92 Mozart - Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze”
martedì 13 marzo Daniel Lozakovich violino | Alexander Romanovsky pianoforte Mozart - Sonata n. 26 in si bemolle maggiore K 378 Schubert - Fantasia in do maggiore op. 159 D 934 Beethoven - Sonata n. 9 in la maggiore op. 47 “A Kreutzer”
venerdì 23 marzo | Radu Lupu pianoforte Schubert - Sei Moments musicaux op. 94 D 780 - Sonata n. 14 in la minore op. 143 D 784 - Sonata in la maggiore op. post. D 959
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martedì 6 febbraio | Jan Lisiecki pianoforte Chopin - Notturno op. 55 n. 2 Schumann - Nachtstücke op. 23 Ravel - Gaspard de la Nuit Rachmaninov - Morceaux de Fantaisie op. 3 n. 5 Chopin - Notturno in mi minore op. 72 n. 1 - Scherzo n. 1 in si minore op. 20
martedì 13 febbraio | Le Concert des Nations Jordi Savall viola da gamba e direzione Tous les matins du monde* Philidor l’Aisné - Concert donné a Louis XIII en 1627Sainte-Colombe, le Père - Concert XLIV à duex violes esgalesLully - Suite Le Bourgeois gentilhommeCouperin - Les Concerts royauxMarais - Sonnerie de Ste. Geneviève du Mont-de-ParisRameau - Pièces de clavicen en concertForqueray - Pièces de viole: La du Vaucel, La LeclairLeclair - Sonate VIII à trois op. 2 n. 8* Il concerto sarà preceduto, alle 17,30 in Sala Puccini, dalla proiezione del film Tous les matins du monde di Alain Corneau
martedì 20 febbraio | Sir András Schiff pianoforte Intorno a Brahms - II Schumann - Tema con 5 variazioni in mi bemolle maggiore WoO 24 “Geistervariationen” Brahms - Tre Intermezzi op. 117 Mozart - Rondò in la minore K 511 Brahms - Sei Klavierstücke op. 118 Bach - Preludio e Fuga in si minore BWV 869 Brahms - Quattro Klavierstücke op. 119 Beethoven - Sonata n. 26 in mi bemolle maggiore op. 81a “Les Adieux”
martedì 27 febbraio Joshua Bell violino | Sam Haywood pianoforte Mozart - Sonata n. 40 in si bemolle maggiore K 454 Strauss - Sonata in mi bemolle maggiore op. 18 Fauré - Sonata n. 1 in la maggiore op. 13 Altri brani che verranno annunciati direttamente dal palcoscenico.
martedì 6 marzo | Quartetto Artemis Mendelssohn - Quartetto n. 3 in re maggiore op. 44 n. 1 Šostakovič - Quartetto n. 5 in si bemolle maggiore op. 92 Mozart - Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze”
martedì 13 marzo Daniel Lozakovich violino | Alexander Romanovsky pianoforte Mozart - Sonata n. 26 in si bemolle maggiore K 378 Schubert - Fantasia in do maggiore op. 159 D 934 Beethoven - Sonata n. 9 in la maggiore op. 47 “A Kreutzer”
venerdì 23 marzo | Radu Lupu pianoforte Schubert - Sei Moments musicaux op. 94 D 780 - Sonata n. 14 in la minore op. 143 D 784 - Sonata in la maggiore op. post. D 959
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I GIOVANI VINCITORI DEL PREMIO DEL CONSERVATORIO DI MILANO 2017 La giuria del concorso è formata dai musicisti Ospiti di Casa Verdi piazza Buonarroti 29, Milanoil giovedi dalle ore 17 alle ore 18
Premio Sergio DragoniA CASA VERDI... QUASI UN TALENT SHOW MUSICALE
INFORMAZIONI [email protected]à del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it
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IN VENDITA PRESSO
Ingresso € 2
Società del Quartetto via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13,30 - 17,30
Casa Verdi piazza Buonarroti 29, Milano, a partire dalle 16,15 nei giornidi concerto
DATE
gennaio 11, 18febbraio 1, 8, 15, 22marzo 1, 8, 15, 22aprile 5, 12, 19maggio 3, 10, 17, 24, 31
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BIGLIETTI
IN VENDITA PRESSO
9.3
Ingresso intero € 10 € 20
Socio FAI € 5 € 10
Socio Società del Quartetto € 5 € 10
Under 26 € 5 € 5
Società del Quartetto, via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30
Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento)
Punti vendita Vivaticket
Online su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.it
da un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità
MUSICA NEL TENNIS 2018 A VILLA NECCHI CAMPIGLIO Via Mozart 14 Milano
Quartetti d’Italia
Quartetto DàidalosBeethoven Dodaro Verdi
Quartetto Echos Haydn Vacchi Schumann
Quartetto EposHaydn Dall’Ongaro Schubert
Quartetto IndacoMozart Boccherini Schubert Puccini Stravinskij Sollima
Quartetto FauvesMozart Galante Borodin
20.1
27.1
28.4
24.3
10.29.3
Quartetto MauriceBach Fedele Šostakovič
3.2
Quartetto di Cremona
Webern Beethoven
Società del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 Milano
Tel 02 795 393
www.quartettomilano.it [email protected]
INFORMAZIONI
in collaborazione con
Tutti i concerti ore 17,30 eccetto il 9 Marzo ore 18,30
in collaborazione conFONDO AMBIENTE ITALIANO
dedicati a Etta Rusconi
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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai Soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!
Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.
Soci d’Onore
Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)
Soci Vitalizi
Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Antonio Magnocavallo, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò,Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova
Soci Benemeriti
Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini
I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)
Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,Cecilia Bicchi,Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz
Soci Sostenitori
Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Alberto Conti, Nora del Torre, Liliana Konigsman Sacerdoti, Marco Magnifico Fracaro
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Tel 02 795 393 | [email protected]
via Durini 24 - 20122 Milano |
www.quartettomilano.it
Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con: CONSERVATORIO “G. VERDI” Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica
PROGETTO NOTE DI SALA
Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi, Maurizio Tassoni
Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica
FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI
PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK
Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi
Docente: Marco Cadioli
IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN
PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA
Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico Sartori, Giulia Sigismondi
Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design, Sara Canavesi assistente triennale
Docente: Silvia Lanza, Studio 150up
PROGETTO FOTOGRAFICO Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo
Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata, Sabrina Radice assistente Master
Docente: Silvia Lelli
PROSSIMO CONCERTO martedì 30 gennaio 2018, ore 20.30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
CLASSICA HDMUSICA PERI TUOI OCCHI
“La musica esprime ciò che non può essere dettoe su cui è impossibile rimanere in silenzio”
Victor-Marie Hugo
Europa GalanteFabio Biondi direttoreI sei Concerti Brandeburghesi di Bach
I Brandeburghesi sono un classico di ogni repertorio cameristico-orchestrale. Poco importa che sia uno zibaldone strumentale assemblato in velocità da un Bach in cerca d’impiego presso una corte rimasta indifferente. Anzi: l’evidente disomogeneità di stili e di organici dei sei concerti è diventata la chiave vera del loro successo postumo e universale. Perciò sono infinite le interpretazioni con orchestrone o piccoli ensemble. Tocca ora a un bell’insieme italiano proporre una lettura fresca e non convenzionale, seppure filologica. L’Europa Galante, fondata nel 1990 dal direttore Fabio Biondi, si è subito affermata a livello internazionale con un primo disco dedicato a Vivaldi, pluripremiato.
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