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Indice

Contestualizzazione (s. 3) Indicazioni biografiche (s. 4) L’avvenimento (s. 5) Che cosa si intende per “ius”? (s. 6) Ius soli (s. 7) E in Italia? (s. 8) Divergenze e convergenze (s. 9) Divergenze religiose (s. 10-11) Prospettive per il futuro (s. 12)

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Contestualizzazione

Il 28 aprile del 2013 è stato varato il nuovo governo Letta che, come ha detto il premier stesso, è “una squadra giovane”. Tra questi nuovi ministri ha colpito molto la scelta di Cecile Kyenge per l’Integrazione: il primo ministro nero nella storia d’Italia. Un fatto che fa riflettere e che prefigura un nuovo futuro per il nostro paese. Nonostante questo c’è ancora “chi dice no” agli immigrati ed ai loro diritti, non soltanto in Italia, ma anche in molti altri paesi del mondo: ci occuperemo di svelare le cause ed i motivi storici e culturali che hanno causato queste divergenze.

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Ma chi è Cecile Kyenge?

Nata nella Repubblica Democratica del Congo è cittadina Italiana, coniugata e con due figlie.Dopo la laurea in medicina e chirurgia a Roma presso l’Università Cattolica, si specializza in oculistica all'università di Modena.Prima di assumere l’incarico di Ministro per l’Integrazione svolgeva la professione di medico, da sempre impegnata sui temi della promozione sociale e l’integrazione.Il 25 Febbraio 2013 viene eletta alla Camera dei deputati - XVII legislatura.Il 28 Aprile 2013 è stata nominata Ministro per L’Integrazione, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, punto fondamentale del nostro percorso.

Fonte: staff del Ministro per l’Integrazione

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L’avvenimento

Le recenti dichiarazioni del nuovo Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge a favore della concessione della cittadinanza italiana a coloro che nascono in Italia, a prescindere dalla nazionalità dei genitori, hanno riacceso la discussione su un tema molto complesso. Come ben sappiamo, il commento del leghista Mario Borghezio nei confronti della ministra è stato offensivo, ma non è stato il primo e non sarà l’ultimo. Questi fatti avvengono perché il grado di tolleranza raggiunto nei diversi luoghi del mondo è legato alla storia di ogni paese; infatti, per esempio, gli USA sono cresciuti con l’afflusso di persone di etnia e culture diverse e perciò la loro varietà culturale è sempre stata un loro punto di forza, diversamente degli italiani.

Fonte: E.Cantarella, G.Guidorizzi, “Polis – Società e storia” Vol.2, Einaudi scuola

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Che cosa si intende per “ius”?

IUS:Il termine latino “ius” aveva originariamente una connotazione religiosa: ius iurare significava “pronunciare la formula di giuramento” che vincolava e obbligava sacralmente al suo rispetto, da cui iusiurandum, “giuramento”. Successivamente subentrò il valore laico del termine, che passo a significare sia “diritto” (o “giustizia”) che “tribunale”. Il derivato iustitia significava quindi “giustizia”, “corpo di leggi”.

Fonte: A.Diotti, “Lingua Magistra” Vol 2, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori

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Ius soli

Lo ius soli (dal latino "diritto del suolo") è un'espressione giuridica che indica l‘estensione della cittadinanza come conseguenza del fatto di essere nati nel territorio dello Stato, non tenendo conto dell’origine dei genitori.

Tuttavia,il ministro dell'Integrazione specifica il suo punto di vista sul diritto di

cittadinanza, ricordando che ciò che ha in mente non è una formula come quella che viene applicata soltanto negli Stati Uniti, ma piuttosto uno "ius soli temperato".  "Sarà un processo lungo - ribadisce - che coinvolgerà ledue Camere".

Fonte: Lucio di Marzo, Cecile kyenge:”Non ho mai parlato di ius soli puro”, 9/05/13 / L’enciclopedia del diritto

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E in Italia?

La vigente legge italiana (n. 91 del 1992) è costruita sul principio dello ius sanguinis. Questa formula giuridica latina significa che la cittadinanza si acquisisce esclusivamente dai genitori. In altri termini soltanto chi ha il padre o la madre italiani, dovunque egli nasca, è cittadino italiano. Tale concezione, nonostante quel che si potrebbe credere a prima vista, è relativamente recente. Ancora ai primi del XIX secolo in pratica si aveva la cittadinanza del Paese in cui si nasceva.

Fonte: Articolo di M.C.Giannini, “Terra o Sangue?”, da “Treccani.it – L’enciclopedia del sapere”, del 30/05/13

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Divergenze e convergenze

Questi fatti avvengono perché il grado di tolleranza raggiunto nei diversi luoghi del mondo è legato alla storia di ogni paese; infatti, per esempio, gli USA sono cresciuti con l’afflusso di persone di etnia e culture diverse e perciò la loro varietà culturale è sempre stata un loro punto di forza, diversamente degli italiani.

La tolleranza consiste nel riconoscere la legittimità delle idee altrui; il principio si basa, da un lato, sul rispetto delle convinzioni di ciascuno, dall’altro, sul valutare se tutte le scelte di vita siano accettabili o se alcune dovrebbero essere vietate in quanto porterebbero alla fine di una convivenza pacifica.

Fonte: E.Cantarella, G.Guidorizzi, “Polis – Società e storia” Vol.2, Einaudi scuola

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Divergenze religiose

Il fattore fondamentale della tolleranza si trova principalmente nell’accettare le divisioni religiose che ci separano, ma l’Italia è ancora dominata dal pregiudizio, in particolare nei confronti della dottrina islamica. I quattordici secoli di convivenza tra cristiani e musulmani hanno costituito per i credenti di oggi una somma di malintesi ed un insieme di comportamenti iscritti a un tempo nella loro chiara coscienza e nella loro psiche profonda.

Fonte: G.Crespi, G. Samir Eid, “L’Islam: storia, fede, cultura”, Editrice la scuola

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E i musulmani?

Anche l’Islam, a sua volta, partendo dall’unico criterio valido e discriminante che è il Corano, ha sul Cristianesimo delle idee molto imprecise. Per esempio, secondo il punto di vista islamico, le Scritture sarebbero state falsificate ed i misteri cristiani sarebbero inutili. Gli errori del passato e del presente sono visibili e non possono essere soppressi se non con un lavoro di paziente chiarificazione e di conversione. L’Occidente ha bisogno di tempo perché le persone capiscano l’importanza dell’aprirsi per costruire l’avvenire mentre l’Islam ha bisogno di tempo per costruire una vera democrazia, così che gli uomini possano essere responsabili del loro destino.

Fonte: G.Crespi, G. Samir Eid, “L’Islam: storia, fede, cultura”, Editrice la scuola

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Prospettive per il futuro

L’elemento base da cui partire, in un rapporto fra orizzonti culturali così diversi, è lo sforzo di conoscenza reciproca non solo tra cristiani e musulmani, ma tra tutte le genti di etnie e culture diverse. E’ necessario che tutti si abituino a guardare con l’atteggiamento di chi vuole scoprire i valori culturali e religiosi in esse raccolti. Secondo alcuni studiosi, al contrario, solo la cultura è in grado di favorire la conoscenza di uno o dell’altro; l’espansione tecnologica, infatti, mette a contatto popoli diversi, ciascuno con la propria visione del mondo. Soltanto così potrà esistere un vero dialogo e a quel punto non ci sarà più nessuno che dirà di “no”.

Fonte: G.Crespi, G. Samir Eid, “L’Islam: storia, fede, cultura”, Editrice la scuola