Impronta ed etichetta ambientale,veri indicatori di sostenibilità
Giacomo Magatti
19 maggio 2017 - NOW Festival
Centro di Ricerca POLARISUniversità di Milano-Bicocca
POLARIS POLveri in Ambiente e RIschio per la Salute www.polaris.unimib.it
Istituito nel 2008 su temi inerenti il monitoraggio e l’analisi di polveri in ambiente e l’impatto sulla salute.
LINEA DI RICERCA VALUTAZIONE DELL’IMPRONTA AMBIENTALE
- Valutazione dell’impronta ambientale di prodotti e processi mediante Life Cycle Assessment (LCA);
- Calcolo della Carbon Footprint di prodotti e servizi (emissioni di gas climalteranti);
- Monitoraggio e razionalizzazione dei consumi energetici;
- Sviluppo di sistemi di gestione dei rifiuti urbani;
- Pianificazione della mobilità sostenibile attraverso politiche di mobility management;
- Realizzazione di bilanci di sostenibilità.
Rete Clima - no profit
ente no-profit, strutturato come network tra soggetti tecnici che promuove sostenibilità e contrasto al cambiamento climatico
Competenze multidisciplinari in campo ambientale, forestale,energetico, educativo e sociale, di comunicazione, formazione di adulti.
Stretta relazione con il mondo accademico, in particolare con l’Università di Milano Bicocca.
Moltissime «etichette» green
Impronta Impatto Indicatore Etichetta Certificazione Report Marchio Dichiarazione Asserzione ...
Ambientale Ecologica Di Sostenibilità Green ...
Una grande confusione!
Limiti del Pianeta e Sostenibilità
Cosa si intende per «impronta ambientale»?
Perché è necessaria un’ «etichetta ambientale»?
Un unico pianeta che offre risorse e riceve scarti (rifiuti, scarichi, emissioni)
FORNITURA RISORSE
ASSORBIMENTO INQUINANTI
Limite nella fornitura di risorse, limite nella capacità di assorbire inquinanti.
Dal riconoscimento di questa limitatezza della Terra e delle sue risorse nasce il concetto di sostenibilità e di sviluppo sostenibile.
Impronta ecologica
Come si misura l’impatto che abbiamo sul Pianeta? Per uso di risorse, assorbimento di inquinanti...
1996: Mathis Wackernagel crea la metodologia dell’impronta ecologica, un indice sintetico che rappresenta la
superficie di terra e mare necessari per sostenere i fabbisogni di una popolazione (per rigenerare risorse
consumate, smaltire rifiuti, produrre energia, allocazione infrastrutture, impianti, abitazioni, trasporti...
Comparato con la biocapacità (disponibilità
di area produttiva) ci dà indicazione sulla
sostenibilità dei livelli di consumo di
una popolazione.
DEFICIT AMBIENTALE
modello economico occidentale: superamento della capacità di fornitura risorse e di accettazione inquinamento (emissioni, scarichi e rifiuti)
Risultato?Consumiamo più di quanto la Terra riesca ad offrirci!
Di chi è la responsabilità?
Data in cui il bilancio tra domanda e offerta di risorse naturali e servizi ecologici va in negativo:
si esaurisce il nostro budget ecologico per un anno si vive oltre il limite
Dopo questa data manteniamo il nostro debito ecologico prelevando stock di risorse ed accumulando CO2 in atmosfera.
Da cosa è composta l’Impronta ecologica?
Fonte: http://www.footprintnetwork.org/our-work/climate-change/
Calcolare e ridurre la propria impronta ambientale
(di prodotto e/o di organizzazione)
Cosa fare per essere più sostenibili?
Positivo il crescente interesse dei consumatori verso indagini sulla sostenibilità ambientale (di aziende e prodotti) ma non esiste un approccio univoco che possa dare ai consumatori uno strumento di scelta.
Grande diffusione di claim e label ambientali come strumento di marketing
Ci sono etichette «green» che non indicano strettamente performance ambientali, ma hanno
significato «green» per i consumatori
Quanto sono credibili? I consumatori si fidano?
Rischio greenwashing
Tutto ciò rende necessario l’utilizzo di metodologie condivise sia per la valutazione dell’impronta che per la comunicazione della performance ambientale di un
azienda/prodotto/servizio tramite un etichetta!
Molti approcci, poca chiarezza per aziende e consumatori
1. tipo I: necessitano una certificazione di terza parte (es. ECOLABEL);
2. tipo II: autodichiarazioni, vi rientrano ad esempio la CF o i marchi per la carta FSC
e PEFC;
3. tipo III: da realizzarsi secondo parametri e regole specifiche di prodotto o servizio
(PCR, Product Category Rules). Es.: EPD (Environmental Product Declaration).
Esistono tre diverse classi di «etichette green»
Esempi di «etichetta di II tipo» per la Carbon Footprint
CF = Indicatore della quantità di emissioni di CO2 e altri gas ad effetto serra (CH4, N2O,
HFCs, etc.) nel ciclo di vita di un sistema (prodotto, servizio), il suo contributo al C.C. (JRC)
Metodologia di base:
• Analisi del Ciclo di Vita LCA (Life Cycle Assessment): ISO 14040 e 14044 (2006)
Esempi di «Etichette ambientali» volontarie esistenti (tutte basate su LCA):
• ECOLABEL – Marchio ecologico UE (I tipo)
• CFP - Carbon Footprint di Prodotto (ISO/TS 14067, II tipo)
• EPD - Environmental Product Declaration (ISO 14025, III tipo)
PEF/OEF della Commissione Europea (in definizione) per «uniformare» il mercato
Impronta ambientale: approcci metodologici
Life Cycle Assessment (ISO 14040 e 44)
La metodologia LCA consente di valutare i carichi ambientali associati ad un prodotto, processo o attività, identificando i consumi di materia ed energia e tutti gli impatti
sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita.
• prodotti (PEF - Product Environmental Footprint)
• organizzazioni (OEF - Organizational Environmental Footprint)
Sono in corso progetti pilota finalizzati
a creare un’ETICHETTA AMBIENTALE
Commissione UE: raccomandazione per definire una metodologia armonizzata per
gli studi sull’impronta ambientale basandosi sul concetto di ciclo di vita (Gazzetta
Ufficiale Unione Europea, Maggio 2013/179/UE), sottolineando l’importanza dell’analisi
dell’impronta ambientale di:
Impronta ambientale: PEF e OEF
“Made Green in Italy” è il primo schema certificativo nazionale sull’Impronta ambientale di prodotto
(etichetta III tipo, IS0 14025). È una dichiarazione di performance ambientale basata sulla
quantificazione degli impatti ambientali mediante LCA.
Lo schema codifica anche uno specifico marchio ambientale.
Simile all’EPD, sarà impostato a partire dal medesimo tipo di strumento certificativo espresso a livello
europeo dalla PEF (Product Environmental Footprint).
Schema “Made green in Italy”
• Perché la CE ha deciso di promuovere uno strumento come la PEF?
• Qual è il percorso di attuazione della PEF?
• Quale significato ha per il mercato e per i consumatori?
• Quale sarà il formato dell’etichetta ambientale?
• Quando la troveremo applicata ai prodotti sugli scaffali?
• ...
Alcuni spunti per l’approfondimento
Grazie per l’attenzione!
Dott. Giacomo Magatti
www.polaris.unimib.it
www.unimib.it/bicoccasostenibile
www.reteclima.it
Per maggiori dettagli ed informazioni:
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