Il Quattrocento a Firenze
(fino all’età del Magnifico esclusa) (STORIA DELL’ARTE CLASSI IV B, C, E - prof.ssa M. Lisa Guarducci)
FIRENZE: Cosimo il Vecchio→ Palazzo Medici: Michelozzo; Convento di S. Marco: Michelozzo; Beato Angelico ARCHITETTURA: Leon Battista Alberti→ i Trattati; Palazzo Rucellai e S. Maria Novella SCULTURA: Luca della Robbia; Mino da Fiesole; Desiderio da Settignano; Bernardo Rossellino PITTURA: Paolo Uccello; Filippo Lippi; Domenico Veneziano; Andrea del Castagno
FIRENZE
Cosimo il Vecchio→
Palazzo Medici: Michelozzo (1396 -1472)
Convento di S. Marco: Michelozzo; Beato Angelico
BEATO ANGELICO, predella con
facciata di S. Marco e convento
originari Il chiostro di Michelozzo
La biblioteca di Michelozzo a 3 navate→
prototipo 400esco
MICHELOZZO ebbe una formazione artistica in equilibrio tra lo stile gotico e l’arte di Brunelleschi. Proprio la capacità di combinare queste due correnti gli diede un ruolo fondamentale nella diffusione del linguaggio architettonico rinascimentale. Nel convento domenicano di S. Marco interpreta con maturità e rigore i modelli brunelleschiani, con volumi esattamente definiti e liberamente articolati e chiarezza degli spazi interni delle celle e della biblioteca. Per Cosimo realizzò anche le ville del contado, come quelle di Cafaggiolo e del Trebbio. Fu anche scultore.
BEATO ANGELICO (1395ca.-1455)
BENOZZO GOZZOLI (1420-1497)
Annunciazione, Cortona, 1433 Annunciazione, ingresso al dormitorio, S. Marco, 1440 ca.
Annunciazione, cella, S. Marco, 1440 ca.
L’ANGELICO fu tra i primi a comprendere la portata della nuova visione
architettonica di Brunelleschi e di quella pittorica di Masaccio,
interpretandole da uomo di chiesa qual era come ritorno a una semplicità
e a una purezza antiche. Al rigore spaziale aggiunge una luce razionale,
nitida e lucida come quella fiamminga, che esalta i colori splendenti, puri,
ravvivati da un uso sapientissimo dei tocchi d’oro (n.b. formazione da
miniatore del pittore). Nell’antico convento di S. Marco, in armonia con il
pensiero medievale che considerava la pittura uno straordinario mezzo
educativo (Biblia pauperum) l’Angelico dipinge nelle celle episodi
evangelici, nei quali elimina tutti i compiacimenti descrittivi e decorativi e
si concentra sulla semplicità delle composizioni, sul rigore iconografico.
Nel 1446 è a Roma con il giovane allievo BENOZZO GOZZOLI, chiamato da
Eugenio IV per decorare la cappella maggiore di San Pietro, andata
distrutta. Resta invece intatta la decorazione della Cappella Niccolina,
affrescata per volere del papa Niccolò V.
Nel fastoso e solenne viaggio dei Magi, rappresentato da
BENOZZO GOZZOLI nella cappella di Palazzo Medici (1460
ca.), assistiamo alla celebrazione della famiglia dei
Medici. Un saldo impianto prospettico tiene insieme la
ricchezza dei particolari, il gusto della narrazione
mondana e fiabesca, un insolito effetto di magnificenza
(l’artista utilizzò materiali rari e costosi, lapislazzuli,
lacche, oro). I volti dei personaggi - ritratti dei Medici, di
loro alleati, collaboratori, ospiti illustri -, l’ambiente
naturale, gli animali anche esotici, i costumi, le oreficerie,
invitano l’osservatore a sostare sugli infiniti dettagli e
ammirarne la preziosità e la descrizione vivace e minuta.
LEON BATTISTA ALBERTI (1404-1472)
[Brunelleschi= architetto-ingegnere Alberti= architetto-designer]
Formazione umanistica. Nel 1432: abbreviatore apostolico (scrive i Brevi= documenti ufficiali).
Lavorò per i Gonzaga a Mantova, i Malatesta a Rimini, i Rucellai a Firenze.
Fervente sostenitore del volgare, fu autore di importanti trattati: il De Pictura (la pittura è vista
non solo come tecnica manuale ma come ricerca intellettuale e culturale; compare la prima
trattazione della prospettiva); il De re aedificatoria ( sul modello del De architectura di Vitruvio;
stampato a Firenze con dedica al Magnifico e prefazione di Agnolo Poliziano); il De statua (prima
definizione della scultura: per via di porre – es. creta, cera→ opera dei modellatori; per via di
levare –es.pietra, marmo→ opera degli scultori – ad essa apparterrà Michelangelo). Inoltre: il De
Familia (dialogo all’interno degli Alberti; convinzione che l’uomo sia faber fortunae suae attraverso
esercizio di virtù, operosità, volontà e ragione); la Descriptio urbis Romae (primo tentativo
moderno di una ricostruzione della topografia di Roma antica).
La facciata di S. Maria Novella: “il primo grande
esempio di eurythmia classica del Rinascimento”
(Franco Borsi)
Il Tempio Malatestiano, mausoleo della famiglia per volere di
Sigismondo Pandolfo, dal 1447
Palazzo Rucellai, pertic., ed il Tempietto del S.Sepolcro, realizzati per
l’amico Giovanni tra il 1446 ed il 1467
La vela al vento =
impresa personale
di Giovanni Rucellai
SCULTURA
Dalla dolce, moderna umanità di ← LUCA DELLA ROBBIA (1400-1482) (Madonna della mela) trarrà ispirazione il giovane RAFFAELLO → (Madonna
del Granduca). Sono state le terrecotte invetriate, invenzione tecnica di Luca della Robbia, a contribuire alla diffusione del linguaggio rinascimentale: la riproducibilità seriale non ne pregiudicava infatti la qualità, pur avendo costi modesti. L’artista elaborò numerosi modelli di Madonne destinati alla devozione domestica.
Gli scultori fiorentini mettono in scena una galleria di umanità variegata e moderna: consapevole della propria ‘virtus’ come un condottiero romano, nel Piero dei Medici di MINO DA FIESOLE (1429-1484); spontanea e addolcita dalla grazia come la Marietta (?) Strozzi e il Bambino che ride di DESIDERIO DA SETTIGNANO (1428-1464)
←BERNARDO ROSSELLINO, Monumento funebre di Leonardo Bruni, 1450 ca. Si passa dalla tomba pavimentale diffusa nel Medioevo a questa parietale, del tipo ad arcosolio ("arcosolium" ovvero "sepolcro arcato”), segno del valore attribuito all’uomo moderno. In caratteri capitali, e non più gotici, si legge l’epigrafe: «Postquam Leonardus e vita migravit/Historia luget, Eloquentia muta est/ferturque Musas tum Graecas tum/latinas lacrimas tenere non potuisse».
Il prestigio goduto fin dagli anni giovanili da Mino da Fiesole ( fu ritrattista dei figli di Cosimo il Vecchio, Piero e Giovanni) ne fa l’antesignano del nuovo genere dei busti-ritratto. I Medici ebbero un culto personale per i protagonisti della storia antica che li spinse a raccogliere medaglie, frammenti e teste antiche.
←Desiderio da Settignano fu l’inventore di profili marmorei di imperatori romani e donne illustri, come attesta un
pagamento del 1455 per dodici teste “di Cesari”: una serie mai terminata, la prima dalla fine dell’antichità. La tipologia
– destinata a interni di palazzi, sale, cortili o studioli – conobbe immensa fortuna.
PITTURA
PAOLO UCCELLO (1397-1475)
↑UFFIZI 4
LONDRA↑ 5 LOUVRE↓6
PAOLO UCCELLO è un’importante artista di
transizione: accoglie pienamente la
rivoluzione rinascimentale della prospettiva
(il Vasari riferisce questa sua affermazione:
« Oh che dolce cosa è questa prospettiva! »)
e della centralità dell’uomo, con il gusto
fiabesco ancora gotico cortese (nei dettagli
naturalistici, nella minuziosa descrizione
delle armature e dei cavalli, nell’uso
decorativo e irreale del colore). Sempre il
Vasari sostiene che Paolo Uccello «non ebbe
altro diletto che d'investigare alcune cose di
prospettiva difficili e impossibili»,
sottolineando il suo tratto più
immediatamente distintivo, cioè l'interesse
quasi ossessivo per la costruzione
prospettica.
1 2 3
1. Studio prospettico di calice
2. Monumento all’Acuto, Duomo
Firenze
3. S. Giorgio e il Drago, Londra
4,5,6. Battaglia di S.Romano, 1438
FILIPPO LIPPI (1406-1469)
←Cappella Maggiore del Duomo di Prato (1452-65)
[Storie di S. Stefano e del Battista]
Banchetto di Erode
Botticelli, Primavera, partic.↓
« Fu fra Philippo gratioso et ornato et artificioso sopra modo: valse molto nelle composizioni et varietà, nel colorire, nel rilievo, ne gli ornamenti d'ogni sorte, maxime o imitati dal vero o finti » (Cristoforo Landino). Personalità inquieta, divisa tra passione e condizione di religioso (prese i voti nella chiesa del Carmine dove poté vedere Masaccio al lavoro sui ponteggi della Cappella Brancacci), compì un percorso artistico improntato a una continua sperimentazione: dalla lezione masaccesca alla sapiente spazialità prospettica brunelleschiana, ai valori di luce e colore dell'Angelico. In seguito il suo stile si sviluppò verso una predominanza della linea di contorno ritmica, con figure eleganti, in pose ricercate e dinamiche, su sfondi scorciati arditamente in profondità. Alla sua bottega si formò Sandro Botticelli.
Madonna col Bambino e Angeli, Uffizi, 1465
DOMENICO VENEZIANO (1410-1461)
ANDREA DEL CASTAGNO (1421ca.-1457)
Cenacolo di S.Apollonia↑ Serie degli Uomini e Donne illustri Donatello, S.Giorgio ↓ Monumento a Niccolò da Tolentino↓ Pippo Spano↓
Il suo stile personalissimo fu influenzato da Masaccio e Donatello, dei quali sviluppò in particolare la resa prospettica, il chiaroscuro
plastico, con esiti quasi scultorei che drammatizzò con l'uso di tinte scure, e il realismo delle fisionomie e dei gesti, con esiti
espressionistici. Di particolare interesse la serie di Uomini e Donne illustri (9 in tutto) per Filippo Carducci. Il ciclo è il più antico
esempio pervenutoci di celebrazione degli uomini illustri in chiave profana, civile e umanistica ( valore delle virtù morali degli
uomini innalzati a una dimensione eroica). Se fino ad allora i personaggi erano tratti dalla Bibbia e dalla mitologia, quindi modelli
astratti e fuori dal tempo, qui vengono scelti: per la politica personaggi del passato prossimo di Firenze, ancora vivi nella memoria
(Pippo Spano; Farinata degli Uberti; Niccolò Acciaioli) e per i letterati Dante, Petrarca e Boccaccio.
Pala per la chiesa di Santa Lucia de' Magnoli (Sacra Conversazione), 1445 ca. Veneziano d’origine, a Firenze tra il 1441 ed il ’45 realizzò affreschi (perduti) in S.Egidio, con l’aiuto del giovane Piero della Francesca che da lui erediterà la luce tersa e cristallina della tradizione veneziana. In questa che è la sua opera più celebre, il pittore mostra di aver pienamente compresa la lezione prospettica dei fiorentini, armonizzandola con la luminosità naturalistica della sua terra d’origine.
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