EDITORIALE
Dicembre 2011
Eccoci di nuovo qui..
Un caloroso benvenuto
ai nuovi arrivati e un
saluto ai veterani della
scuola!!
Questo primo numero
de “Il Quarto” è molto
ricco e intenso, come
del resto la nostra vita
scolastica! Crème de la
crème.. la ricorrenza
del centenario della
nascita del poeta Atti-
lio Bertolucci e la ceri-
monia d'intitolazione
alla nostra scuola in
suo onore. Altro fatto
fondamentale a livello
'politico', l'elezione dei
rappresentanti d'isti-
tuto e della consulta
provinciale, che abbia-
mo intervistato. I nuo-
vi eletti si sono da su-
bito rimboccati le ma-
niche organizzando
un'assemblea d'istituto
al cinema del Barilla
Center con la visione
di 'Warrior', apprezza-
to da tutti! Inerente al
tema 'sociale' abbiamo
una riflessione riguar-
do alla situazione eu-
ropea e una testimo-
nianza di chi era pre-
sente alla manifesta-
zione studentesca del
17 novembre. L'anno è
iniziato con diverse
esperienze fuori casa: i
ragazzi del Comenius
si sono recati in Tur-
chia e in Germania, un
gruppo di studenti ha
preso parte ai labora-
tori di educazione alla
pace e alla marcia Pe-
rugia-Assisi il 25 set-
tembre, mentre le clas-
si prime hanno parte-
cipato alla gita d'acco-
glienza a Casarola,
nella casa natale di
Bertolucci, per am-
bientarsi nella nuova
realtà scolastica e coi
nuovi compagni. Pur-
troppo non si può esse-
re sempre in gita, in-
fatti ci impegniamo in
attività culturali al-
trettanto appassionan-
ti come la conferenza
sul genoma umano
tenuta dal docente
universitario Carlo
Maurizio Modenesi di
Milano oppure quella
di Antonio Nicaso,
giornalista, scrittore
ed esperto di mafia.
Inoltre, per non addor-
mentarci sui banchi,
siamo andati ad assi-
stere allo spettacolo
“Le Rane” di Aristofa-
ne, studiando latino in
modo alternativo! Gli
stimoli che riceviamo
non finiscono qui.. No-
vità di quest'anno del
nostro giornalino... la
rubrica satirica del
nostro neoredattore
Giacomo Carra ;)
Dunque continuate a
leggere, non ve ne pen-
tirete..:) Buon prose-
guimento e buona for-
tuna a tutti! Erika
Terenziani e Valentina
Del Greco 3E
CENTENARIO DELLA NASCITA DI ATTILIO BERTOLUCCI
Per celebrare il centenario della
nascita di Attilio Bertolucci (18
novembre 2011 - 18 novembre
2011) il liceo Bertolucci ha orga-
nizzato per sabato 19 novembre
2011 due importanti momenti:
a) incontro culturale sulla poesia
e la figura di Attilio Bertoluc-
ci. Dalle 9.00 alle 11.00, presso la
casa della musica, si è tenuta la
Lectio con Paolo Briganti e Isa
Guastalla. Era inoltre presente
una formazione musicale del liceo
musicale che ha suonato brani di
Vivaldi e Morricone;
b) cerimonia di intitolazione del
liceo ad Attilio Bertolucci. Al-
le 11.30, alla presenza di tutti gli
studenti, dei docenti, del persona-
le, dei genitori, si è tenuta la
festa e la cerimonia per l'intitola-
zione della scuola. Erano presenti
Giuseppe Bertolucci, il presidente
della provincia Bernazzoli, l'as-
sessore provinciale Romanini, il
dirigente dell'ufficio scolastico
Armando Acri, il vice prefetto E.
Margiacchi e il commissario vica-
rio del comune di Parma M. For-
miglio.
LA POESIA DI ATTILIO
SOMMARIO:
19 novembre 2011. Paolo Briganti e
Isa Guastalla, in onore del centena-
rio della nascita del poeta Attilio
Bertolucci, narrano agli studenti
delle classi quinte il suo percorso
artistico e umano, introdotti dal no-
stro preside Aluisi Tosolini e accom-
pagnati musicalmente dagli studenti
del liceo musicale. La lectio è iniziata
con l‟augurio del
nostro dirigente
scolastico che Ber-
tolucci, presente
per anni negli
istituti Maria Lui-
gia e Romagnosi,
possa diventare
una guida per
tutti gli studenti e
un incentivo affin-
ché la scuola rie-
sca a farci com-
prendere e vivere
il ruolo attivo di
“intellettuale so-
ciale”. P. Briganti ha fatto notare
l‟importanza di Sirio, la prima pub-
blicazione di Bertolucci, considerata
da E. Montale “controcorrente”, per
la sua carica di emozioni, per la sua
chiarezza e per la grande importanza
assegnata all‟aspetto umano, sogget-
tivo e spaziale della Realtà, nel dive-
nire privato e storico. Le esperienze
del poeta sono strettamente collegate
a tutte le sue opere che possono esse-
re comprese solo se si è a conoscenza
della sua dimensione privata. Infatti
la sua vita è stata tracciata analiz-
zando, in alcune poesie (“Vento”-
1925, “Ricordo di fanciullezza”, “La
capanna indiana” – 1951, “Viaggio
d‟inverno” – 1971), la scelte lessicali
e i rimandi ai ricordi. Nella seconda
parte dell‟incontro, Isa Guastalla, ex
allieva del nostro eponimo, ha ana-
lizzato la necessità del
poeta di raccontare la
realtà e gli affetti fa-
miliari (emersa già
nella lettera all‟amico
Vittorio Sereni del
1955) e la maniera
Proustiana di contem-
plare il tempo, pas-
sando per il tema del viaggio interiore. Un
bellissimo assaggio,
donatoci attraverso
parole, spiegazioni e
ricordi emersi nella
mattinata, dedicati
alla memoria del personaggio polie-
drico e della figura poetica di Attilio
Bertolucci. Con la speranza che la
conoscenza di una figura così varie-
gata e importante abbia lasciato un
segno e di aver condiviso questa
splendida esperienza con tutti gli
assenti, mi auguro che Bertolucci
possa rimanere esempio e guida aldi-
là di quello che è un semplice nome.
Gea Bianchi 5A scientifico
Giuseppe Bertolucci
CENTENARIO NASCITA BERTOLCCICENTENARIO NASCITA BERTOLCCI
1
VERSO L’INFINITO E OLTREVERSO L’INFINITO E OLTRE 2
SPECIALE COMENIUSSPECIALE COMENIUS 3
MUSICA CINEMA TEATROMUSICA CINEMA TEATRO 4
EVENTI DEL BERTOEVENTI DEL BERTO 5 INTERVISTAINTERVISTA 7
FATTI E OPINIONIFATTI E OPINIONI 8
IL QUARTO Pagina 2
Come ormai è consuetudine,
le classi prime sono andate
in gita d‟accoglienza a Casa-
rola, località in cui Bertoluc-
ci visse parte della sua
vita, sull‟Appennino
Emiliano. E‟ stata sicu-
ramente (come la mag-
gior parte degli studenti
sostiene) una giornata
molto costruttiva che ha
ampliato la nostra cono-
scenza di Attilio Berto-
lucci, ma anche quella
dei nostri compagni,
tramite un percorso ba-
sato sulle sue poesie,
spunto per un‟ulteriore ri-
flessione personale. Inoltre
abbiamo potuto socializzare
e scambiare opinioni in ma-
niera diversa con i nostri
nuovi professori. Ma il nostro
liceo non è solo questo: è in-
novazione, tecnologia e che
rivolge quindi uno sguardo al
futuro; elementi che hanno
attratto molto i giovani stu-
denti. Le lavagne interattive
e i computer presenti in ogni
classe, l‟ambiente scolastico
pulito e spazioso, il registro
elettronico e altri servizi
offerti dalla scuola contribui-
scono certamente ad invo-
gliarci a studiare e al rispet-
to della struttura pubblica.
Visto che abbiamo scelto un
liceo scientifico, le nostre
principali paure erano le
nuove materie, considerate
difficili fino ad allora; ma
queste incertezze sono crolla-
te grazie all‟aiuto dei profes-
sori.
Questi ultimi ci hanno fatto
capire che ora dobbiamo es-
sere più responsabili e pre-
tenziosi nei nostri stessi con-
fronti perché adesso lo studio
non deve più essere un obbli-
go, ma un nostro desiderio.
Sicuramente ce la metteremo
tutta per affrontare il liceo in
modo adeguato e consono.
Ana Popusoi e
Elena Del Canale 1D
LE “PRIME” EMOZIONI DELLE CLASSI “PRIME”
Il 25 settembre 2011, a distanza di
cinquant‟anni dal suo esordio, si è tenuta la
marcia per la pace Perugia-Assisi a cui circa
40 ragazzi del Bertolucci, compresi dieci stu-
denti del liceo musicale, hanno partecipato.
Reduci da due giorni impegnati-
vi di conferenze e laboratori e
visto che i ragazzi del musicale
dovevano esibirsi a Collestrada,
la maggioranza degli studenti ha
votato per percorrere solo i kilo-
metri finali della marcia, da S.
Maria degli Angeli ad Assisi. La
giornata era fin troppo soleggia-
ta, il caldo ha reso la marcia an-
cora più faticosa ma si respirava
un‟aria allegra, di festa! Circon-
dati da gruppi di scout e di altre
scuole, che intonavano diverse
canzoni, siamo arrivati finalmente ad Assisi,
dove alcuni si sono riposati, mentre altri han-
no visitato la Basilica di San Francesco.
L‟esperienza è stata molto costruttiva e i la-
boratori, uniti alla marcia, hanno contribuito
a renderci cittadini più responsabili e consa-
pevoli.
Erika Terenziani e Giulia Derlindati 3E
MISSIONE PACE!
VERSO L’INFINITO E OLTRE!VERSO L’INFINITO E OLTRE!
SSPECIALEPECIALE COMENIUSCOMENIUS
Cinque Paesi europei e
tanta voglia di cono-
scersi e scambiare idee
differenti. Questo è per
noi studenti il progetto
Comenius: la possibili-
tà di visitare Paesi
nuovi e, contemporane-
amente, aprire i nostri
orizzonti verso culture
diverse dalla nostra,
per abbattere stereotipi
e pregiudizi. Il progetto
Comenius consente ai
ragazzi di trascorrere
una settimana con stu-
denti e insegnanti mai
incontrati prima, tra
tanto divertimento ma
anche tanta voglia di
parlare inglese, per
creare un legame che
durerà ben più a lun-
go.
Quando ci è stato pro-
posto non potevamo
sapere quanto questo
posto ci avrebbe affa-
scinato. Attirati nella
terra del the e delle
spezie, grazie al proget-
to Comenius, abbiamo
trascorso qualche gior-
no a Samsun come pri-
ma tappa, sede della
scuola turca coinvolta
nel progetto. Siamo
subito stati conquistati
dal senso di ospitalità e
dalla gentilezza di que-
ste persone che hanno
fatto ogni cosa in loro
potere per permetterci
di trascorrere momenti
indimenticabili. Ma
una volta qui non pote-
vamo tornare a casa
senza aver visto Istan-
bul, regina tra le cit-
tà. I giochi di luce, i
colori, il riflesso
dell‟acqua sul Bosforo, i
profumi orientali, i suo-
ni intermittenti dei
clacson uniti al richia-
mo alla preghiera del
muezzin… E‟ una città
colma di persone che si
muovono nello spazio e
nel tempo racchiusi in
u n i n c a n t e s i m o .
All‟alba il sole saluta
la vecchia Costantino-
poli regalandole riflessi
d‟oro e al tramonto la
magia si ripete, per
una ultima riverenza.
Si tratta della Città
delle città, punto
d‟incontro tra Oriente e
Occidente, storico cen-
tro di contatto tra due
culture tanto differenti
che al suo interno sem-
brano convivere quasi
come fratello e sorella.
Non ci sono discrimina-
zioni, ma tanta voglia
di conoscersi a vicenda.
Per le strade donne in
minigonna camminano
a fianco di donne con il
velo, le università isla-
miche chiedono incon-
tri con sacerdoti cristia-
ni per promuovere il
dialogo e la compren-
sione reciproca.
Questa terra ci ha tra-
scinati e accolti nel suo
vortice e tutti sono ri-
masti in qualche modo
colpiti dal suo non esse-
re una città a misura di
turista, ma una città
che conserva il proprio
carattere, fiera di ciò
che è e non di come gli
altri vorrebbero che lei
fosse.
Giulia Riccardi 5B
Il 7 novembre siamo partiti in
sei della 3° B insieme alle do-
centi M. Cristina Baracchi ed
Alice Bellodi per Friedberg in
Germania. Siamo stati accolti
in un meraviglioso monastero
che ci ha ospitato per l'intera
settimana. Tempo di lasciare
le valigie ed abbiamo iniziato
le attività. Abbiamo subito in-
contrato i partners tedeschi e
spagnoli con cui abbiamo visi-
tato il castello ed il centro del-
la storica cittadina di Frie-
dberg. Eravamo divisi in picco-
li gruppi internazionali e fin
da subito abbiamo potuto met-
tere in pratica le nostre cono-
scenze della lingua inglese.
Alla sera, straordinaria e sug-
gestiva è stata la fiaccolata di
accoglienza organizzata dagli
studenti tedeschi, in mezzo al
bosco che circonda il monaste-
ro. Martedì eravamo al lavoro
con un momento di scambio e
condivisione sul tema degli
stereotipi e poi c‟è stata la vi-
sita alla scuola partner Johann
Philipp Reis di Friedberg.
Al pomerig-
gio siamo
partiti alla
volta di
Saa lburg ,
antica for-
tezza roma-
na sul li-
mes. Una
s impat i ca
guida ci ha
narrato, in
un inglese
chiaro e
semplice, la storia del sito e la
vita al tempo dei Romani. Alla
sera siamo andati tutti insie-
me al bowling; per noi
un‟ottima possibilità di socia-
lizzazione … naturalmente in
lingua inglese. Mercoledì ab-
biamo visitato la città univer-
sitaria di Heidelberg. La guida
ci ha condotto alla scoperta
del castello, ricostruito in varie
epoche, e del centro storico con
le diverse chiese, protestante e
cattolica, a simboleggiare le
diverse confessioni ancora oggi
presenti in Germania. Alla
sera abbiamo partecipato alla
commemorazione delle vittime
dell‟ Olocausto. Giovedì ci sia-
mo di nuovo ritrovati nella
group room del monastero ed
abbiamo terminato il lavoro
sugli stereotipi. Il pomeriggio è
stato dedicato alla visita di
Francoforte. Spettacolare la
vista della città dall‟alto della
Main Tower come pure, alla
sera, dello skyline illuminato.
Nel tempio della finanza tede-
sca ed internazionale il tempo
è stato dedicato allo shopping e
alla visita della vecchia sede
della Borsa, del teatro della
Opera, della piazza del munici-
pio e naturalmente della Bce.
Alla sera eravamo già alla fe-
sta di addio, o meglio di arrive-
derci, dal momento che in mar-
zo ospiteremo un gruppo di
studenti e professori tedeschi
ed in maggio altri compagni
parteciperanno al meeting fi-
nale in Spagna.
TURCHIA MAGICA TEDESCHIA!
MUSICA, CINEMA E TEATROMUSICA, CINEMA E TEATRO
LE RANE DI ARISTOFANE WARRIOR Siamo nel 405 a. C. ad Atene. Ari-
stofane per la prima volta mette in
scena la commedia “Le rane” in
una città che, nonostante sia consi-
derata elegante, raffinata ed addi-
rittura la culla della cultura, sta
letteralmente sgretolandosi per
colpa di guerre civili tra fazioni che
si contendono il potere. Facciamo
ora un salto in avanti nel tempo: è
il 30 novembre 2011 e siamo a Par-
ma in una realtà forse simile a
quella di Aristofane. La compagnia
“L‟Ensemble” della Fondazione
Teatro Due, ripropone lo stesso
spettacolo, la stessa commedia, a
gruppi di giovani studenti delle
superiori, tra cui le terze del nostro
liceo. Una commedia? Forse. Con
un umorismo che però lascia
l‟amaro in bocca. La storia tratta
l‟avventura di Dioniso che, accom-
pagnato dal suo schiavo Xantia,
per salvare Atene dal disfacimento
politico, decide di recarsi nell‟Ade
travestito da Eracle per riportare
in vita Euripide, grande poeta e
tragediografo vissuto tempo prima.
Scende dunque negli inferi e dopo
una serie di equivoci esilaranti
riesce a scovare il poeta che però
sta discutendo animatamente con
un altro grande tragediografo: E-
schilo. Da qui l‟enigma: chi riporta-
re in vita per virtù e capacità? Un
primo atto che personalmente ho
trovato insipido quello della com-
pagnia del Teatro Due. Un Dioniso
poco convincente e a tratti dai dia-
loghi un po‟ forzati. Un secondo
atto invece più caldo e vivo, rosso
come il sipario e i chicchi d‟uva che
formavano la bizzarra e inconsueta
acconciatura di Dioniso. Ho sicura-
mente apprezzato la trasformazio-
ne della diatriba tra i due poeti in
un salotto, quasi fossimo in uno
show televisivo. Del resto ormai,
siamo abituati ad assistere a scene
di questo tipo. La compagnia ha
tentato di parlare di una situazio-
ne politica e sociale che riguarda il
mondo intero e in particolare
l‟Italia, mostrandoci come la real-
tà, nonostante siano passati secoli,
non sia cambiata da quella greca:
l‟uomo è un animale bislacco, desi-
deroso di potere, un demonio dagli
occhi di moneta sonante. E l‟arte?
Che ruolo politico ha? Che ruolo ha
in generale nella nostra società? E
soprattutto, argomento piuttosto
spinoso, quanto spazio si dà
all‟arte e alla cultura ai giorni no-
stri in
termini
e c o n o -
m i c i ?
Doman-
de fati-
cose e
fastidio-
se a cui
“i gran-
di” devo-
no dar
risposta.
A b b i a -
mo davvero bisogno di dover scen-
dere nell‟Ade e far resuscitare
qualche poeta morto per salvarci?
Siamo capaci nel XXI secolo di va-
lorizzare i nuovi talenti e di spin-
gere i giovani verso un‟arte che
vada oltre alla poesia in rima ba-
ciata studiata in classe? Uno spet-
tacolo denso e comico che riesce a
coinvolgere con battute pungenti e
irriverenti. Voto: 8
Giulia di Rienzo 3E
Due fratelli separati da un passato travaglia-
to si ritrovano per una serie di coincidenze a
lottare sullo stesso ring. Le loro strade erano
state divise dall‟alcolismo del padre, ex pugi-
le ed esperto di arti marziali, provocando una
voragine profonda nel loro rapporto. Tommy,
il fratello minore, si era preso cura della ma-
dre malata fino
alla sua morte, ed
era sparito dalla
circolazione arruo-
landosi nei Mari-
nes per una mis-
sione in Iraq. Do-
po aver abbando-
nato il campo di
battaglia torna a
casa del padre per
chiedergli di esse-
re allenato nel
pugilato, rifiutan-
do però il legame
di sangue, anche
se il padre è sobrio da tempo. L‟altro fratello,
Brendan, è un professore di fisica, sposato e
con due figlie. Nel momento in cui si ritrova
indebitato e minacciato dal pignoramento si
lascia coinvolgere, all‟insaputa della fami-
glia, in combattimenti clandestini per guada-
gnare soldi. Entrambi si iscrivono e si quali-
ficano alla competizione „Sparta‟ di MMA
(mixed martial art), che riunisce i 16 lottato-
ri più forti del mondo per la più grande sfida
di sempre che mette in palio 5 milioni di dol-
lari. Dopo aver sbaragliato tutti i concorren-
ti, compreso il temutissimo russo Koba, re-
stano in gara i due fratelli per il „duello‟ fina-
le… Il pugilato fa da sfondo a dispute fami-
gliari e a sofferenze molto più profonde che i
personaggi cercano di reprimere. Il finale
non è un semplice combattimento, è la resa
dei conti di tutto quello che i due fratelli han-
no accumulato nel corso degli anni e che, fi-
nalmente, esplode provocando una stretta al
cuore… Consigliato a tutti!
Terenziani Erika 3E
Un pubblico insolito ha invaso l‟Auditorium del Carmine la mattina di Venerdì 18 Novembre: un pubblico composto da soli
bambini venuti appositamente per assistere ad un concerto concepito per loro dall‟Orchestra del Conservatorio A. Boito diretta
dal M° Alberto Martelli. La prima parte del concerto è infatti un viaggio attraverso il mondo delle fiabe reso in musica da
Maurice Ravel (1875-1937) nella Ma Mère l‟Oye (“Mamma Oca”), una raccolta di cinque pezzi ognuno dei quali rappresenta
una fiaba diversa. Il tema della favola caratterizza anche la seconda parte del concerto con Historie de Babar (Storia di Babar)
di Francis Jean Marcel Poulenc (1899-1963) con alla voce recitante il M°Giordano Montecchi, autore anche della traduzione e
revisione italiane del testo (testo originale di Jean de Brunhoff). L‟entusiasmo dell‟orchestra e soprattutto l‟incredibilmente
esaltante interpretazione del M° Montecchi hanno coinvolto e forse quasi commosso il pubblico giovane così come quello adulto
che ha assistito alla replica della sera successiva. Elena Sofia De Vita 4A musicale
RITORNO ALL’INFANZIA ATTRAVERSO LA MUSICA
IL QUARTO Pagina 4
UN VIAGGIO SENZA TEMPOUN VIAGGIO SENZA TEMPO
IL QUARTO Pagina 5
Nel romanzo cor tese -
cavalleresco i cavalieri parto-
no in cerca di avventure al
fine di mettersi in gioco e di-
mostrare i valori che li con-
traddistinguono. Spesso la
ricerca di imprese da compiere
può precisarsi nel
motivo della que-ste, ovvero la ricer-
ca di una donna, di
un oggetto o di un
qualcosa che com-
pleta la propria
esistenza.
Nell‟ “Orlando Fu-
rioso”, poema di
Ludovico Ariosto
pubblicato nel
1532, il filo condut-
tore è la ricerca
perenne da parte
dei cavalieri di un qualcosa: la
donna amata, l‟avversario da
battere, il cavallo perduto,
l‟oggetto rubato, favoriti o me-
no dalla sorte e dalla magia.
U n e s e m p i o è d a t o
dall‟episodio del palazzo in-
cantato: Orlando, innamorato
di Angelica, a causa di un in-
cantesimo crede che ella sia in
pericolo e la cerca, ma senza
trovarla. Scoprirà invece che
l‟amata ha sposato il saraceno
Medoro e ciò scatenerà la sua
furia.
Se facciamo un salto nel tem-
po più vicino a noi troviamo
molti altri esempi di struttura
narrativa analoga. È il caso de
“La luna e i falò”, ultimo ro-
manzo di Cesare Pavese pub-
blicato nel 1950.
Il protagonista, Anguilla, la-
sciata l‟America dopo la Libe-
razione, fa ritorno al suo pae-
se delle Langhe e, assieme
all‟amico Nuto, ripercorre i
luoghi de l l ‟ in fanzia e
dell‟adolescenza in un viaggio
nel tempo alla ricerca di anti-
che e sofferte radici. Abbando-
nato alla nascita, egli cerca di
ricostruire la propria esisten-
za attraverso la memoria e in
uno stato di estraneità a quei
luoghi.
Altro romanzo incentrato sul-
la ricerca di un qualcosa che
permette di giungere a una
profonda consapevolezza di sé
è “La coscienza di Zeno” di
Italo Svevo. Pubblicato nel
1923, il libro racconta in for-
ma autobiografica i principali
avvenimenti del-
la vita di Zeno
Cosini, un com-
merciante di
Trieste e accani-
to fumatore. Il
r o m a n z o è
un‟analisi psico-
logica del perso-
naggio, un indi-
viduo che si sen-
te “malato” e
“inetto” ed è con-
tinuamente alla
ricerca di una
guarigione del suo malessere.
In ambito musicale, anche la
canzone di Jovanotti, “La not-
te dei desideri”, tratta di temi
come l‟amore e l‟avventura
(viaggio allegorico). La musica
che chiama è la stessa passio-
ne che spinge l‟uomo a metter-
si in cammino; la terra desola-
ta è il paesaggio in cui si muo-
ve il “cavaliere”; il coraggio è
ciò che lo contraddistingue,
la paura ciò che deve scon-
figgere per riuscire a rag-
giungere la donna.
Il celebre dipinto di Van
Gogh (Esterno di caffè di notte) del 1888 si associa in
modo particolare ed elegan-
te alla canzone La notte dei desideri. L’elemento comune
è, come ben visibile, il cielo
notturno illuminato dalle
stelle, le stesse che hanno
rischiarato il viaggio di mol-
te generazioni di “cavalieri”
itineranti.
Col passare degli anni e dei
secoli il viaggio fisico
dell‟uomo ha assunto sem-
pre più un aspetto psicologi-
co e onirico, e così anche
l‟oggetto del desiderio è di-
venuto astratto.
Gianmarco Beccarelli 3A
scientifico
È una notte come tutte le altre notti È una notte con qualcosa di speciale Una musica mi chiama verso sé Come acqua verso il mare Vedo un turbinio di gente colorata Che si affolla dietro a un ritmo elementare Attraverserò la terra desolata Per raggiungere qualcosa di migliore Un po‟ oltre le miserie dei potenti E le fredde verità della ragione Un po‟ oltre le abitudini correnti E la solita battaglia di opinione Vedo gli occhi di una donna che mi ama E non sento più il bisogno di soffrire Ogni cosa è illuminata Ogni cosa è nel suo raggio in divenire Vedo stelle che cadono nella notte dei desideri È una notte come tutte le altre notti È una notte che profuma di avventura Ho due chiavi per la stessa porta Per aprire il coraggio e la paura… Vedo Cristoforo Colombo il marinaio È arrivato il mio momento per partire… Vedo stelle che cadono nella notte dei desideri
Jovannotti - La notte dei desideri
EVENTI DEL BERTOLUCCIEVENTI DEL BERTOLUCCI
6 ottobre 2011 , istituto Bodoni,
i ragazzi incontrano ANTONIO NICASO, massimo esperto dii ‟ndrangheta
Nel 1848 erano
in pochi a vole-
re l'Italia uni-
ta. Erano gli
i n te l l e t tu a l i
che non cono-
scevano i senti-
menti popolari. Un'unità decisa
a tavolino.
E invece... Una spedizione stra-
volge i programmi diplomatici
dei politici e dà l'avvio alla con-
quista del Mezzogiorno.
Ma dà anche inizio all'attività
della mafia. La mafia è un'orga-
nizzazione di aristocratici lati-
fondisti e nasce come risposta di
costoro allo slogan garibaldino:
"terra e pane ai braccianti". I
nobili si schierano con l'eroe dei
due mondi per contrastare la
rivoluzione sociale. Hanno a di-
sposizione terre, picciotti e dena-
ro. La mafia è un'organizzazione
criminale e reazionaria che ha
sete di potere. Che distrugge le
personalità. Nel 1861 l'Italia è
un Paese di interessi particolari,
di scuola malgestita da chi non
vuole che la massa studi e impa-
ri a discernere. Un Paese agrico-
lo, povero, in cui il potere è ac-
centrato nelle mani di pochi, che
non vota e che non capisce l'im-
portanza di crescere insieme. Un
Paese in cui le mafie saccheggia-
no il Sud e investono al Nord. Un
Paese di scandali bancari, maz-
zette. Domanda da un miliardo
di euro: cos'è cambiato?
Anna Rapacchi 3D
150 ANNI E MAFIA: COME E’ NATA L’ITALIA IL PROGETTO GENOMA UMANO
“Siamo il grido che rompe il silenzio!”, “Basta tagli ai nostri di-
ritti, è ora di costruire il nostro futuro!”, “Politici zombie voglio-
no il tuo cervello!”, “In questa dittatura manca il rispetto per la
cultura”. Queste ed altre le voci di ragazzi riportate sugli stri-
scioni presenti alla manifestazione del 17 novembre 2011, gior-
nata internazionale sul diritto allo studio che si è svolta a Par-
ma e in tutto in mondo con manifestazioni per proteggere
l‟istruzione dall‟incursione politica
che, per far quadrare i conti a fine
mese, ha tagliato inesorabilmente i
fondi destinati alle scuole. Alle 9,00 a
Barriera Bixio è partito un corteo di
circa 700 studenti infreddoliti, fra
capelli multicolori, striscioni, urla e
risate. La folla ha sfilato per via Bixio
soffermandosi su una delle filiali di
Banca Monte; per protestare gli stu-
denti hanno imbrattato la sede di
adesivi e acceso fumogeni colorati
“sparati” da un drago cinese tenuto in
piedi da alcuni ragazzi. Il corteo è
ripartito bloccando simbolicamente
via Bixio con questo slogan urlato dai
megafoni “Ci bloccate il futuro e noi blocchiamo la città!”. Si è
passati poi alle scuole Ulivi e Romagnosi e infine il corteo si è
accampato in piazza Garibaldi, dove è intervenuta Emiliana
Galati, la coordinatrice Udu Parma, che sul camion con un me-
gafono ha urlato: "Vogliamo che la scuola pubblica sia realmente
gratuita e accessibile a tutti. Il futuro del Paese non è altro che
il futuro dei suoi giovani". Dopo giochi di prestigio, danze, slogan
e bandiere, alle 11 e mezza tutto si è concluso. Sono rimasta
particolarmente colpita da fenomeni inconsueti: in mezzo a una
massa di ragazzini urlanti, dei quali la metà manifestava solo
per saltare la famigerata interrogazione, gli organizzatori non
solo contenevano il corteo evitando dispersioni, ma si occupava-
no anche di far procedere gli anziani tenendoli per mano, oppu-
re aiutavano il passaggio dei
disabili. Non dimenticherò
mai le facce degli adulti,
alcuni anche piuttosto at-
tempati, che passavano e
stringevano la mano agli
organizzatori, dicendo
“Manifestate! Dovete difen-
dere i vostri diritti! Non
lasciate che ve li portino
via!” E come dimenticare la
faccia degli autisti della
TEP che ci salutavano dal
finestrino e le vecchiette che
ci sorridevano?
Non è stata una grande manifestazione ma è sempre tranquilliz-
zante vedere che ci sono giovani a cui interessa ancora il proprio
futuro, che si ribellano contro chi sostiene che non hanno alcuno
spessore né sociale né politico.
Giulia Di Rienzo 3E
MANIFESTAZIONI STUDENTESCHE
Il professor Carlo Modone-
si, ricercatore dell'Istituto
tumori di Milano e docente
all'università di Pama, ha
presentato un'importante
relazione dal titolo "Il Ge-
noma umano e la Scienza
della vita", presso il nostro
liceo, il 25 novembre 2011,
a docenti e studenti. Gli
esseri viventi hanno carat-
teri nati dall'autoorganiz-
zazione che si evidenzia in
modo stupefacente durante
lo sviluppo dell'individuo;
sono temporalmente orga-
nizzati secondo genealogie
(alberi) nell'evoluzione
biologica.
Secondo Craig Venter e
Lewontin, esiste una pla-
sticità fenotipica ( dell'e-
spressione dei caratteri)
dello stesso genotipo: geni
uguali possono produrre
proteine e caratteri diversi
e genotipi identici possono
dare lo stesso risultato nel
fenotipo se si variano le
condizioni dell'ambiente.
Il progetto genoma iniziò
nel 1990 e durò circa 11
anni. In questi anni, è riu-
scito a provare che il geno-
ma umano è costituito da
20'500 geni, invece di 100
mila. Con il progetto, si
scoprì che gli esseri umani
sono uguali al 99,9%, e
quindi solo 0,1% della DNA
costituisce la variabilità
genetica individuale. La
genomica ha migliorato la
nostra comprensione sia di
come ci siamo evoluti e sia
di come ci siamo separati
dai primati 25 milioni di
anni fa.
Inoltre, ci aiuta a conoscere
il funzionamento del nostro
corpo, compreso il mistero
del funzionamento del gu-
sto.
ELEZIONE RAPPRESENTANTI DI ISTITUTOELEZIONE RAPPRESENTANTI DI ISTITUTO
Pagina 7
Il giorno 28 ottobre 2011, presso il liceo Bertolucci,
Giorgio Santini e Pietro Cardinale sono stati eletti co-
me rappresentanti di Consulta Provinciale. Circa due
settimane dopo, il 13 e il 14 novembre, si sono tenute
le votazioni per il consiglio d‟istituto del Liceo Berto-
lucci. Come rappresentanti degli studenti dello scien-
tifico sono stati eletti Conforti Davide, Capurro Gilber-
to e Sassi Filippo; per il liceo musicale, Musini Sara.
Abbiamo intervistato i nuovi rappresentanti di istituto
dello scientifico, per conoscerli meglio e per avere
un‟idea del loro modo di “fare politica”.
D: Perché vi siete candidati?
R: Siamo da parecchi anni in questa scuola: Filippo,
che è in quinta, ha fatto da apripista a tutti i ragazzi
che hanno frequentato il liceo sin dall‟inizio, quando
era ancora il “Quarto Liceo Scientifico”; Gilberto e Da-
vide sono al Bertolucci da tre anni, Sara Musini è in
quarta liceo musicale. Più volte abbiamo sentito il bi-
sogno di esprimere un parere o semplicemente
dare il nostro contributo: quest‟anno, finalmen-
te, ci siamo sentiti sufficientemente maturi, coin-
volti e motivati per poter rappresentare gli stu-
denti all‟interno e al di fuori dell‟istituto.
D: Secondo voi, cosa ha spinto gli studenti a vo-
tarvi?
R: Siamo felici di aver trovato sostegno tra gli
elettori. Probabilmente siamo riusciti a trasmet-
tere l‟energia che impiegheremo nel lavoro dei
rappresentanti, inoltre crediamo di aver avanza-
to proposte che potrebbero risolvere alcuni fra gli
attuali problemi della scuola.
D: Cosa pensate del lavoro dei precedenti rappresen-
tanti?
R: Crediamo che i precedenti rappresentanti abbiano
fatto un buon lavoro, però siamo stati poco soddisfatti
delle assemblee d'istituto che, secondo noi, erano poco
coinvolgenti .
D: Che cosa sperate di concretizzare entro il vostro
“mandato”?
R: Cercheremo di realizzare tutto quello che abbiamo
promesso durante la “campagna elettorale”, cercando
anche di migliorare e arricchire tutto quello che già è
stato fatto per questa scuola.
Che altro c‟è da dire, se non augurare buon lavoro ai
nostri neo-rappresentanti!
Maura Carnevali 3D
La parola a Sara Musini, rappresentante del Liceo Musica-
le.
D: Perché ti sei candidata?
Mi sono candidata per portare avanti il lavoro svolto da Mi-
chele
durante lo scorso anno, impegnandomi altresì a ridurre le
disfunzioni comunicative ed organizzative in genere tra le
tre sedi.
D: Secondo te, cosa ha spinto gli altri studenti a votarti?
Forse il mio pragmatismo. Penso di aver messo in luce la
mia volontà di ascoltare e portare avanti gli interessi di tut-
ti gli studenti .
D: Cosa pensi del lavoro dei precedenti rappresentanti?
Essendo io una studentessa del musicale parlo del mio rap-
presentante di riferimento, vale a dire Michele, il quale pen-
so abbia svolto un ottimo lavoro. In particolare mediante
l‟organizzazione di concerti durante il corso dell‟anno, ci ha
dato la possibilità di suonare in pubblico, fatto per noi que-
sto di rilevante importanza.
D: Che cosa speri di “donare” al Liceo entro il tuo
“mandato”?
Cercherò, ribadisco, di proporre il miglioramento dell'orga-
nizzazione tra le sedi, di cominciare un percorso volto ad un
maggior utilizzo delle strutture scolastiche mediante concerti e spetta-
coli a sfondo musicale. Mi impegnerò altresì a garantire agli studenti
la possibilità di assistere ad eventi musicali nell‟ambito delle ore scola-
stiche. IL QUARTO
IL QUARTO
Il mio vocabolario al termine
"italiano" riferisce brutalmente
"nativo dell'Italia". Perciò pos-
siamo dedurre che i nostri politi-
ci conoscano davvero poco la lin-
gua italiana, visto che una
ragazza/o nata/o in Italia per la
legge non è italiana/o, se i suoi
genitori sono extracomunitari. A
differenza dell'allegra brigata
(altresì detta "armata Brancale-
one") che se ne sta spaparanzata
tra i velluti di Montecitorio e di
Palazzo Madama, l'inquilino del
Quirinale, il Presidente Napoli-
tano, conosce l'italiano e defini-
sce "una follia, un'assurdità" che
ragazzi e ragazze che conoscono
l'Italia, che ci sono nati e che
parlano la nostra lingua siano
considerati delle vie di mezzo,
dei sub-cittadini. Siamo alle soli-
te: in Italia si blatera tanto di
democrazia e di diritti, e poi
quando è il momento di concre-
tizzare le chiacchiere saltano
fuori mille cavilli e mille osta-
coli. Però qui non si parla di
finanziarie, né di leggi ad per-
sonam o di progetti complicati.
Semplicemente, si tratta di
seguire il buonsenso e la gram-
matica. E ovviamente, di allar-
gare un po' i nostri confini.
Che differenza c'è tra me, che
sono nata in Italia e parlo ita-
liano, e una qualsiasi ragazza
dalla pelle nera o olivastra che è
nata in Italia e parla italiano?
Qualcuno obietterà: la
pelle. E allora? Io po-
trei farmi sette lampa-
de al giorno e diventar
color carbone, e lei
sbiancarsi alla Micheal
Jackson. Cambierebbe
qualcosa? No. Qualcun
altro dirà: la sua tradi-
zione. E allora? Sareb-
be solo un‟ aggiunta alla mia.
Ma queste sono domande da in-
tolleranti. Noi che siamo giovani
e abbiamo una visione aperta del
mondo, noi che viviamo in un
ribollire di culture diverse, non
abbiamo bisogno di aver paura
di una pelle scura o di una cultu-
ra diversa, vero?
Anna Rapacchi 3^D
ASSURDITÁ RAZZISTE E LESSICALI IL BUONGIORNO DI GIACOMO
In questo periodo a Parma la gente non se la
passa benissimo, nonostante le voci che dicono
che la nostra città è ricca e “pulita” (chi vuole
intendere intenda)...Ma
non voglio parlare di que-
sto, bensì delle continue
ed insistenti lamentele
che a gran voce giungono
dai cittadini abbienti di
via Farini, i quali non rie-
scono a dormire...Causa?
La confusione provocata
dai cosiddetti “barbari”
clienti dei numerosi bar e ristoranti “in” della
famosa via.
Questa guerra senza senso ruba da settimane,
se non da mesi, le pagine del quotidiano cittadi-
no, il quale tratta la cosa in modo ironico e can-
zonatorio. Ma, a dire della signora Edvige, che
da quasi quarant'anni risiede al civico 31 di via
Farini, è una situazione molto grave e seria che
deve essere risolta al più presto (??!). Invece il
signor Carlo, simpatico signore residente nella
medesima via, ci spiega che non era nemmeno a
conoscenza della diatriba e che la musica e il
continuo chiacchiericcio non gli danno alcun
fastidio; aggiunge poi che la confusione per lo
più c'è il venerdì e il sabato sera, cosa compren-
sibile in quanto nel fine settimana si scarica la
tensione accumulata durante la settimana lavo-
rativa (per chi lavora ovviamente ndr); egli stes-
so si unisce alla movida nel fine settimana. I
commenti in rete si dividono su due fronti, come
se la signora Edvige e il signor Carlo si sfidasse-
ro a colpi di opinioni assai differenti.
In conclusione, sembra che la battaglia stia vol-
gendo a favore dell'ostinata Edvige, in quanto il
comune ha imposto che i locali spengano la mu-
sica alle 22 e che chiudano a mezzanotte. Ovvia-
mente i frequentatori abituali non ci stanno e si
preparano a scendere in campo. Chi vincerà?
Giacomo Carra 3D
Cos'è Europa? Europa è essen-
zialmente un viaggio d'amore. E'
il viaggio d'amore di una giovane
che attraversa il mare in groppa
a un magnifico toro bianco, al
tempo in cui queste terre che cal-
pestiamo erano molto più affasci-
nanti e arcane di quanto sono
ora. Conoscerete il mito di Euro-
pa, la principessa fenicia rapita
da Zeus sottoforma di un toro
bianco. Ma come mai il nostro
continente porta il suo nome?
Perché quel racconto contiene il
viaggio e l'amore. Il viaggio, per-
ché la nostra Europa è unita e lo
si può comprendere solo attraver-
sandola, da una città all'altra, da
un giardino all'altro, da un sasso
all'altro, da un'isola all'altra: c'è
sempre qualcosa che ti ricorda
qualcos'altro, c'è sempre un filo
conduttore che unisce i Balcani
alle Fiandre, Gibilterra a Helsin-
ki. Un filo che è fatto di architet-
tura, di dipinti, di alberi, del suo-
no delle parole e di insegne pub-
blicitarie, delle tradizioni dei pa-
eselli e della cultura greco-
romana.
E poi l'amore. E' l'amore che gui-
da il viaggio e che dipana il filo
che unisce l'Europa. Amore che
può essere curiosità, ribellione,
sete di sapere, desiderio di una
persona amata o di un tramonto
sul mare, voglia di rivalsa, fame
di dignità e diritti.
Economia, politica, moda, multi-
nazionali, sono soltanto delle con-
seguenze di quel viaggio mosso
da quell'amore. Se cedono il viag-
gio e l'amore, cede il castello
economico/politico che vi è co-
struito sopra. Ma questo a politi-
ci e banchieri non importa.
Dovrebbe importare a noi.
L'amore che muove il viaggio.
Siamo tutti migranti, siamo tutti
Europa. A. Rapacchi 3D
EUROPA: UN VIAGGIO D’AMORE
PA
RM
A
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