Redazione: Via G.Rossi, 2 - Castelbelforte Anno III° - Numero: 12 - Dicembre 2010
All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA All’interno: PARROCCHIA ---- ORATORIO ORATORIO ORATORIO ORATORIO ---- SANTI SANTI SANTI SANTI ---- SOCIALE SOCIALE SOCIALE SOCIALE ---- REPORT REPORT REPORT REPORT ---- CULTURA CULTURA CULTURA CULTURA ---- CUCINA CUCINA CUCINA CUCINA ---- GIOVANIGIOVANIGIOVANIGIOVANI
M IR ACO LO A B E T L EMMEM I R ACO LO A B E T L EMMEM I R ACO LO A B E T L EMMEM I R ACO LO A B E T L EMME Seleção Sacerdoti calcio: La partita più
importante continua a essere quella per
la pace! (pagina 12)
GLI AUGURI DI BUON NATALE DI DON ALBERTO
il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di il NATALE e la speranza di
un mondo nuovoun mondo nuovoun mondo nuovoun mondo nuovo
I RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMA
Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.Ci raccontano come hanno vissuto il Sacramento della Cresima.
Il Natale ci richiama ad una profonda riflessio-
ne sul senso della vita alla luce
dell’incarnazione di Dio nella persona del
bambino Gesù. La vita non può mai essere
nostro possesso; è destinata ad essere vissu-
ta oltre le nostre capacità con i nostri limiti in
un crescendo di speranza. Venendo ad abita-
re in mezzo a noi, Egli realizza in sé le speran-
ze di un popolo che cammina nella storia con
la certezza della compagnia di Dio.
Come ben sappiamo, in tutta la storia, il gran-
de desiderio degli esseri umani è sempre sta-
to quello di raggiungere la felicità, una felicità
che spesso sembra allontanarsi per
l’incapacità umana di vedere nei fratelli la via
privilegiata che porta a costruire una umanità
nuova, più fraterna. Potrebbe essere facile
aiutare il bisognoso che ti impietosisce ma la
nuova cultura del rispetto e del vivere civile si
crea quando la fraternità si realizza con criti-
chi o disprezzi tutti i giorni sulle strade del tuo
paese. La grande speranza del Natale che la
Chiesa annuncia oggi, (segue a pagina 3)
COME E R A V AMOCOME E R A V AMOCOME E R A V AMOCOME E R A V AMO Settembre 1939: l’insediamento a
Castelbelforte del nuovo parroco,
don Cinzio Galli. (pagina 4)
Z ERO PO V ER T YZ ERO PO V ER T YZ ERO PO V ER T YZ ERO PO V ER T Y In cammino per la pace. Il 2010 an-
no europeo contro la povertà e
l’esclusione sociale. (pagina 5)
“Ok, adesso ci sentiamo cristiani”!“Ok, adesso ci sentiamo cristiani”!“Ok, adesso ci sentiamo cristiani”!“Ok, adesso ci sentiamo cristiani”!
Il 24 ottobre abbiamo celebrato il
sacramento della Santa Cresima
per confermare la nostra cristiani-
tà. Prima di questo giorno abbia-
mo partecipato a molti incontri per
capire il senso della Cresima e per
riconoscere noi stessi.
Tra gli incontri di catechismo, quel-
lo più significativo, più divertente,
è stato quando, con un banale
gioco, abbiamo capito che c’è mol-
ta più gioia nel dare e nel vedere
una persona felice piuttosto che
nel ricevere.
Nei giorni precedenti alla Cresima
abbiamo vissuto, con i nostri geni-
tori, una giornata di ritiro spirituale
a Fontana fredda.
(segue a pagina 2)
I N CON TRO S U L L E I N CON TRO S U L L E I N CON TRO S U L L E I N CON TRO S U L L E NUOVE D I P ENDENZ ENUOVE D I P ENDENZ ENUOVE D I P ENDENZ ENUOVE D I P ENDENZ E
Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa Quando il piacere del gioco diventa
una droga. una droga. una droga. una droga. (pagina 7)
SU L L E ORME D I S AN S U L L E ORME D I S AN S U L L E ORME D I S AN S U L L E ORME D I S AN F R ANCESCOFRANCESCOFRANCESCOFRANCESCO
I Ragazzi di 3° Media in pellegri-I Ragazzi di 3° Media in pellegri-I Ragazzi di 3° Media in pellegri-I Ragazzi di 3° Media in pellegri-
naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. naggio ad Assisi. (pagina 8)
P a g i n a 2 i n C O N T A T T O . n e t
A TU PER TU CON DON ALBERTOA TU PER TU CON DON ALBERTOA TU PER TU CON DON ALBERTOA TU PER TU CON DON ALBERTO Pillole teologico Pillole teologico Pillole teologico Pillole teologico ---- liturgicheliturgicheliturgicheliturgiche
P A R R O C C H I A :
(segue dalla prima pagina)
Le suore sono state molto ospitali, ci
hanno preparato un buon pranzo e
hanno anche preparato una piccola
cappella per consentirci di celebrare
la Santa Messa domenicale. Nella
mattinata, noi ragazzi abbiamo ascol-
tato la testimonianza di una suora di
circa 35 anni. Ha trattato molti argo-
menti, tra cui l’amore.
Eravamo tutti a bocca aperta. La suo-
ra ha detto una frase che è rimasta
impressa a tutti:
“la cosa più bella al mondo è l’amore,
quanto è bello essere innamorati!!
Ma non come sentimento semplice e
superfluo (come purtroppo la no-
stra società spesso ci vuole far crede-
re)! L’amore è un sentimento vero,
profondo, dovremmo imparare ad
amare come ci ama Dio!”
Ci ha colpito la gioia, la semplicità e la
serenità di queste suore che hanno
fatto una scelta importantissima nella
loro vita e alcune di esse hanno avuto
familiari e amici che non volevano
che facessero questa scelta.
La cerimonia è stata molto gioiosa,
preparata nei minimi dettagli, con un
sacco di gente che aspettava.
Noi eravamo parecchio agitati.
Il nostro ingresso è stato decisamente
inusuale: siamo partiti in fila per due
da fuori il portone della chiesa e, in
processione, siamo arrivati davanti
l’altare. Jessica, la nostra catechista,
pronunciava al microfono i nostri no-
mi e noi, facendo una genuflessione,
pronunciavamo ad alta voce
“ECCOMI”“ECCOMI”“ECCOMI”“ECCOMI”.
In quel momento tutti noi rispondeva-
mo alla chiamata di Dio.
In quel giorno, abbiamo ricevuto il
sigillo dello Spirito Santo e una gran-
de responsabilità: ora sappiamo che
dobbiamo coltivare i doni che ci sono
stati affidati. Ci dobbiamo impegnare
ogni giorno ad alimentare la luce della
nostra fede.
(a cura di: Andrea, Ilaria, Laura,
Manuel, Mattia, Nicole, Sofia, Elisa)
I RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMAI RAGAZZI DELLA CRESIMA
Isanna intervista Don AlbertoIsanna intervista Don AlbertoIsanna intervista Don AlbertoIsanna intervista Don Alberto
Nella scorsa edizione del giornalino
abbiamo ricordato l’importanza della
partecipazione alla santa Messa, il ritro-
varsi ogni Domenica è riunirsi nel Suo
nome come Gesù ci ha insegnato e fare
memoriale del dono della Sua vita.
IsannaIsannaIsannaIsanna: L’Eucaristia è” ” ” ” culmen et culmen et culmen et culmen et
fonsfonsfonsfons” della vita del cristiano, ma è
p rop r i o necessa r i o r i ceve re
l’Eucaristia ogni volta che si partecipa
alla messa?
Don AlbertoDon AlbertoDon AlbertoDon Alberto: l’eucaristia domenicale è
strettamente legata al nostro modo di
vivere nella chiesa e in questo mon-
do, non possiamo pensare di avere
l’intelligenza della fede e la forza del-
la carità basandoci solo sulle nostre
forze senza fare riferimento ai doni
che Dio ci fa. Il sacramento
dell’Eucaristia, in modo particolare, è
nutrimento per il nostro cammino di
fede in quanto accogliendo la parola
di Dio e comunicandoci al Suo Corpo,
noi rimaniamo uniti a Cristo.
Ne consegue che essere fedeli al van-
gelo e nutrirsi dell’eucaristia diventa
necessario affinchè la nostra vita sia
in piena comunione con Dio; il signore
ci invita e ci convoca al suo banchetto
e non fare la comunione diventa un
partecipare a metà.
Per partecipare al “banchetto nuziale”
al quale siamo invitati si ha bisogno di
un vestito adatto; non si tratta di este-
riorità ma del cuore liberato dai pec-
cati che così può accogliere il Signore.
IsannaIsannaIsannaIsanna: E come si può accostarsi
all’Eucaristia se non ci si è confessati?
Don AlbertoDon AlbertoDon AlbertoDon Alberto: la confessione è stretta-
mente legata al battesimo e dobbia-
mo accostarci al sacramento che,
attraverso il perdono, ci rimette sulla
strada che conduce a Cristo tutte le
volte che ne abbiamo bisogno con
una periodicità mensile.
La riconciliazione con Dio ci mette
nella condizione di desiderare ancora
di più la comunione eucaristica.
IsannaIsannaIsannaIsanna: Quante volte si può ricevere
l’Eucaristia nello stesso giorno?
Don AlbertoDon AlbertoDon AlbertoDon Alberto: per rispondere a questa
domanda facciamo riferimento al Co-
dice Diritto Canonico del 1983
Can. 917 - Chi ha già ricevuto la san-
tissima Eucaristia, può riceverla di
nuovo lo stesso giorno, soltanto entro
la celebrazione eucaristica alla quale
partecipa, salvo il disposto del can.
921, §2.
Can. 921 - §1. I fedeli che si trovano
in pericolo di morte derivante da una
causa qualsiasi, ricevano il conforto
della sacra comunione come Viatico.
La quantità di eucaristie che ricevia-La quantità di eucaristie che ricevia-La quantità di eucaristie che ricevia-La quantità di eucaristie che ricevia-
mo,non è fondamentale, è fondamen-mo,non è fondamentale, è fondamen-mo,non è fondamentale, è fondamen-mo,non è fondamentale, è fondamen-
tale invece la fede in noi che ci fa tale invece la fede in noi che ci fa tale invece la fede in noi che ci fa tale invece la fede in noi che ci fa
accostare a questo sacramento; più accostare a questo sacramento; più accostare a questo sacramento; più accostare a questo sacramento; più
grande è la fede, più il sacramento grande è la fede, più il sacramento grande è la fede, più il sacramento grande è la fede, più il sacramento
sarà efficace e usciremo dalla chiesa sarà efficace e usciremo dalla chiesa sarà efficace e usciremo dalla chiesa sarà efficace e usciremo dalla chiesa
consapevoli di condividere la stessa consapevoli di condividere la stessa consapevoli di condividere la stessa consapevoli di condividere la stessa
missione di Gesù in comunione con la missione di Gesù in comunione con la missione di Gesù in comunione con la missione di Gesù in comunione con la
chiesa con la stessa passione di sen-chiesa con la stessa passione di sen-chiesa con la stessa passione di sen-chiesa con la stessa passione di sen-
tirci corresponsabili nel portare la tirci corresponsabili nel portare la tirci corresponsabili nel portare la tirci corresponsabili nel portare la
salvezza a tutti.salvezza a tutti.salvezza a tutti.salvezza a tutti.
(a cura di Isanna Ravanini)
P a g i n a 3 i n C O N T A T T O . n e t
IL NATALE E LA SPERANZA DI IL NATALE E LA SPERANZA DI IL NATALE E LA SPERANZA DI IL NATALE E LA SPERANZA DI UN MONDO NUOVOUN MONDO NUOVOUN MONDO NUOVOUN MONDO NUOVO
(segue dalla prima pagina)
in tempi di marcato individualismo, è
che il Figlio di Dio cambi, ogni giorno, i
cuori umani. La speranza di trasfor-
marci in uomini e donne migliori per
rinnovare la fiducia che questo nostro
mondo che duemila anni fa, circa,
accolse Gesù, possa vivere anche oggi
il progetto di giustizia e di pace del
Regno di Dio: rendendo forti i deboli,
rialzando quanti sono caduti, vivendo
la fratellanza e restituendo significato
pieno alla vita, a quella stessa vita di
Dio che abitò fra noi nella persona di
Gesù. Siamo dunque noi cristiani colo-
ro che sono chiamati a vivere nella
speranza di una vita piena impegnan-
doci per vincere le sofferenze e per
trasformare la realtà.
A sentirci «scomodi» in questo mondo
senza rassegnarci giustificando tutto
con le solite frasi «si è sempre fatto
così», «fanno tutti così», «in fondo non
c’è niente di male, basta non uccide-
re». A tutti l’augurio di coniugare amo-
re e verità, gioia e sacrificio, vita e
servizio.
Un buon Natale cristiano a tutti da
don Alberto
CALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIECALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIECALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIECALENDARIO DELLE FESTIVITÀ NATALIZIE LUNEDÌ 20 DICEMBRELUNEDÌ 20 DICEMBRELUNEDÌ 20 DICEMBRELUNEDÌ 20 DICEMBRE
– Ore 15,00 Confessioni dei ragazzi
– Ore 21,00 Celebrazione peniten-
ziale e confessioni.
VENERDÌ 24 DICEMBRE VENERDÌ 24 DICEMBRE VENERDÌ 24 DICEMBRE VENERDÌ 24 DICEMBRE
VIGILIA DI NATALEVIGILIA DI NATALEVIGILIA DI NATALEVIGILIA DI NATALE
– Confessioni mattino e pomeriggio
- Ore 24,00 S. Messa della notte di
Natale a cui seguirà l’inaugurazio-
ne del Presepio.
SABATO 25 DICEMBRE SABATO 25 DICEMBRE SABATO 25 DICEMBRE SABATO 25 DICEMBRE
SANTO NATALE SANTO NATALE SANTO NATALE SANTO NATALE
- S. Messe alle ore 8,00, alle 9,30
(a Bigarello) e alle 10,45
DOMENICA 26 DICEMBRE DOMENICA 26 DICEMBRE DOMENICA 26 DICEMBRE DOMENICA 26 DICEMBRE
SANTA FAMIGLIA DI NAZARETSANTA FAMIGLIA DI NAZARETSANTA FAMIGLIA DI NAZARETSANTA FAMIGLIA DI NAZARET
- S. Messe alle ore 8,00, alle 9,30
(a Bigarello) e alle 10,45
- I ministri dell’Eucaristia portano
la Comunione agli anziani e am-
malati.
VENERDÌ 31 DICEMBRE VENERDÌ 31 DICEMBRE VENERDÌ 31 DICEMBRE VENERDÌ 31 DICEMBRE
RINGRAZIAMENTO RINGRAZIAMENTO RINGRAZIAMENTO RINGRAZIAMENTO DIDIDIDI FINEFINEFINEFINE ANNOANNOANNOANNO
- ore 17,30 Santa Messa di Ringra-
ziamento
SABATO 1° GENNAIO SABATO 1° GENNAIO SABATO 1° GENNAIO SABATO 1° GENNAIO
S. MARIA MADRE S. MARIA MADRE S. MARIA MADRE S. MARIA MADRE DIDIDIDI DIO DIO DIO DIO
- Sante Messe alle ore 9,30 a
(Bigarello) e alle 10,45 e alle ore
17,30 a Castelbelforte
DOMENICA 2 GENNAIO DOMENICA 2 GENNAIO DOMENICA 2 GENNAIO DOMENICA 2 GENNAIO
II DOMENICA DOPO NATALE II DOMENICA DOPO NATALE II DOMENICA DOPO NATALE II DOMENICA DOPO NATALE
- Sante Messe alle ore 8,00, alle
9,30 (a Bigarello) e alle 10,45
- Ore 16,30 RAPPRESENTAZIONE
DEL PRESEPIO VIVENTE nel cam-
petto dell’Oratorio
GIOVEDÌ 6 GENNAIO GIOVEDÌ 6 GENNAIO GIOVEDÌ 6 GENNAIO GIOVEDÌ 6 GENNAIO
EPIFANIA EPIFANIA EPIFANIA EPIFANIA
- Sante Messe alle ore 8,00, alle
9,30 (a Bigarello) e alle 10,45
- Ore 16,15 Benedizione dei bam-
bini nel campetto dell’Oratorio a
cui seguirà alle 16,30 la RAPPRE-
SENTAZIONE DEL PRESEPIO VI-
VENTE
VENERDÌ 7 GENNAIO VENERDÌ 7 GENNAIO VENERDÌ 7 GENNAIO VENERDÌ 7 GENNAIO
NATALE PER GLI ORTODOSSINATALE PER GLI ORTODOSSINATALE PER GLI ORTODOSSINATALE PER GLI ORTODOSSI
- Santa Messa alle ore 19,00 e
cena per le badanti
Riprendiamo l’articolo del giornalino
numero 11 per ricordare le modalità
per il rinnovo della tessera Anspi 2011
per chi è già iscritto, e l’iscrizione, per
chi non fosse ancora iscritto al circolo.
Le modalità per l’iscrizione/rinnovo
sono molto semplici:
- Per i nuovi iscritti, basterà compilare
l’apposito modulo contenente i dati
anagrafici (possibilmente indicando
l’indirizzo o la email, in modo da tener-
vi aggiornati riguardo le attività e le
news del circolo) recandosi in Oratorio
durante le nostre attività e versare la
quota corrispondente.
- Per i soci che intendono rinnovare la
tessera, le modalità sono identiche a
quelle dei nuovi soci.
Anche i “vecchi” soci sono invitati a
segnalarci il proprio indirizzo o la ca-
sella email per essere sempre tenuti
aggiornati riguardo le attività e le news
del circolo.
Le quote di iscrizione/rinnovo per
l’anno 2011 sono le seguenti:
- 5 euro 5 euro 5 euro 5 euro per i bambini e i ragazzi sotto i
18 anni;
- 10 euro 10 euro 10 euro 10 euro per gli adulti.
La grande novità del 2011 riguarderà
l’iscrizione dei nuclei famigliari. Se si
iscriveranno al circolo almeno 4 perso-
ne (i 2 genitori e due o più figli) a parti-
re dal 2° figlio la tessera costerà sola-
mente 2 euro.
Esempio:Esempio:Esempio:Esempio: Nucleo famigliare di 5 perso-
ne
2 genitori: costo 20 euro;
1° figlio: tessera 5 euro;
2° e 3° figlio: la tessera costerà 2
euro cadauno.
Il circolo Anspi incontatto organizza la
rappresentazione del Presepe vivente.
Le date della rappresentazione sono il
2 e il 6 gennaio alle ore 16.30 2 e il 6 gennaio alle ore 16.30 2 e il 6 gennaio alle ore 16.30 2 e il 6 gennaio alle ore 16.30
presso il campetto dell’Oratorio.
Martedì 28 Dicembre alle ore 18,30 ci
saranno le prove per i figuranti.
RINNOVO ISCRIZIONI RINNOVO ISCRIZIONI RINNOVO ISCRIZIONI RINNOVO ISCRIZIONI CIRCOLO ANSPICIRCOLO ANSPICIRCOLO ANSPICIRCOLO ANSPI
PRESEPE VIVENTEPRESEPE VIVENTEPRESEPE VIVENTEPRESEPE VIVENTE
P a g i n a 4 i n C O N T A T T O . n e t
Per questo numero Natalizio di Incon-
tatto.net abbiamo pensato di ricorda-
re un momento molto importante e
solenne della la storia della nostra
comunità, l’ingresso come parroco di
Castelbelforte di Don Cinzio Galli Don Cinzio Galli Don Cinzio Galli Don Cinzio Galli av-
venuto nel settembre del 1939. Don
Cinzio rimase nel nostro paese fino
alla sua scomparsa, avvenuta nel
1977. Egli ha lasciato uno splendido
ricordo nelle persone che hanno avu-
to il privilegio di conoscerlo e apprez-
zarlo, i più giovani che non l’hanno
potuto frequentare ne avranno sicura-
mente sentito parlare dai loro genitori
e nonni. Nella piccola storia di questa
comunità Don Cinzio ha un suo seg-
gio, era autorevole di per sé, nei tratti
salienti e genuini della sua umanità,
ma al fondo di questa sua autorevo-
lezza c’era tutta la sua missione di
Pastore che si è sempre rivolta ad un
servizio totale ed impeccabile nei con-
fronti della comunità a lui affidata.
Non spetta a noi scendere nei detta-
gli, tuttavia nella sintesi della sua e-
sperienza, la sua essenziale preroga-
tiva è stata quella di essere sempre,
comunque ed in ogni frangente, a-
dempiente, dove adempiere significa
dare il meglio ed il possibile, senza
concessioni o riserve. Di seguito ripor-
tiamo la cronaca di quel giorno che fu
pubblicata sul quotidiano “La Voce di
Mantova”, (durante il ventennio e la
seconda guerra mondiale la Gazzetta
di Mantova si chiamava così), aggiun-
gendo una foto (qui a fianco) scattata
durante una delle innumerevoli gite e
pellegrinaggi organizzati da Don Cinzio
con i giovani del nostro paese e la lo-
candina fatta stampare per l’occasione
riportante il calendario dei momenti
liturgici e dei festeggiamenti per l’arrivo
del nuovo parroco organizzati da un
comitato presieduto dal Curato Don
Oreste Galafassi, in seguito parroco di
Bonizzo e poi di Schivenoglia.
(a cura di Stefano e Andrea Righetti)
COME ERAVAMOCOME ERAVAMOCOME ERAVAMOCOME ERAVAMO Settembre 1939: don Cinzio Galli nuovo parroco di CastelbelforteSettembre 1939: don Cinzio Galli nuovo parroco di CastelbelforteSettembre 1939: don Cinzio Galli nuovo parroco di CastelbelforteSettembre 1939: don Cinzio Galli nuovo parroco di Castelbelforte
L’INGRESSO DEL NOVELLO PARROCO A CASTELBELFORTEL’INGRESSO DEL NOVELLO PARROCO A CASTELBELFORTEL’INGRESSO DEL NOVELLO PARROCO A CASTELBELFORTEL’INGRESSO DEL NOVELLO PARROCO A CASTELBELFORTE Domenica 3 c.m. il M.R. Don Cinzio Galli ha preso possesso della
nostra parrocchia. La bella festa fu organizzata con cura dal comi-
tato locale composto dalle prime Autorità civili, politiche e religio-
se. Il paese per la circostanza, era pavesato da gonfaloni, da stri-
sce inneggianti al Pastore; la chiesa addobbata fastosamente,
era profumata da garofani bianchi. Preceduta da un triduo di pre-
dicazione – preparata colla preghiera – impreziosita dalla Comu-
nione di tutti i fanciulli, la solennità riuscì commovente. Il novello
Parroco arrivò alle ore 9 e, ossequiato dal Clero e dalle Autorità,
fu accompagnato in Chiesa da lungo corteo di Associazioni, dai
bimbi delle scuole della Dottrina Cristiana, da tutto il popolo, fra
canti liturgici. Dopo le cerimonie dell’immissione in possesso fat-
ta dal M.R. Prof. Don Agricola V.F., il Novello Parroco disse dal
pulpito la sua letizia per sì cordiale accoglienza e ringraziati tutti,
espose il suo programma di apostolato, i suoi desideri, i suoi ti-
mori. Prima dell’inizio della Santa Messa cantata gli fu presentato
un artistico prezioso calice d’argento dono del popolo, ed un ser-
vizio per S. Messa di lino ricamato dono delle R.R. Suore. Alle 12
il Novello Parroco partecipò ad un banchetto intimo, cui presero
parte i rappresentanti di tutte le Associazioni religiose, politiche,
civili del Comune. In una sala attigua venne servito un pranzo ad
oltre 40 poveri del paese. Prima della fine parlarono il Sig. Curato,
il Signor Podestà geom. Ugo Palvarini, il Prof. Don Agricola. Dopo
il Vespro e la Benedizione solenne la popolazione gremì il teatro
Mattotti, dove si tenne una graziosa, ben riuscita accademia mu-
sico-letteraria. Al trattenimento concorsero le giovani della Scuola di Lavoro, le giovani fasciste, i fanciulli, i bimbi
dell’asilo, tutti lieti di onorare in Don Cinzio Galli il Parroco novello, il Sacerdote del Signore che già conoscono ed amano
e di esprimere, a nome di tutti la loro letizia, i sentimenti del loro cuore filiale. (tratto dalla Voce di Mantova, 1939)
A M A R C O R D :
P a g i n a 5 A n n o I I I ° - N u m e r o : 1 2 - D i c e m b r e 2 0 1 0
Questo articolo è stato scritto pren-
dendo spunto dallo “Speciale
EY2010”, pagg. 26-40, della rivista
Italia Caritas, febbraio 2010.
Forse pochi sanno che il 2010 è stato
proclamato dall’Unione europea
l’anno contro la povertà e l’esclusione
sociale. Per la Chiesa e la Caritas que-
sto anno ha significato riconoscere un
“tempo favorevole” (2 Cor. 6,2),
un’opportunità di annuncio e testimo-
nianza.
L’Anno 2010 è stato inaugurato uffi-
cialmente a Madrid il 21 gennaio, e in
quest’occasione è stata lanciata la
campagna “Zero poverty”, povertà
zero (per chi desidera avere maggiori
notizie sulla campagna può consulta-
re il sito: www.zeropoverty.org).
Anche papa Benedetto in persona, il
14 febbraio - e con lui tutti i vescovi
europei nelle loro diocesi - ha offerto
il proprio esempio e il proprio magi-
stero, visitando e servendo i poveri
presso l’ostello “Don Luigi Di Liegro”,
gestito dalla Caritas diocesana di Ro-
ma. Da qui, poi, ha inviato all’Europa
un proprio messaggio per l’Anno
2010. C’è chi ha scritto che “non sap-
piamo se quel momento si potrà defi-
nire «storico».
Ma certamente è un fatto di indiscuti-
bile rilievo, che conforta e stimola a
proseguire nel servizio ai poveri”.
La lotta alla povertà è ardua, ma, co-
me ricorda Benedetto XVI nella Cari-
tas in veritate (n.79), “lo sviluppo ha
bisogno di cristiani con le braccia al-
zate verso Dio nel gesto della preghie-
ra, cristiani mossi dalla consapevolez-
za che l’amore pieno di verità, Caritas
in veritate, da cui procede l’autentico
sviluppo, non è da noi prodotto, ma ci
viene donato.
Perciò anche nei momenti più difficili
e complessi, oltre a reagire con con-
sapevolezza, dobbiamo soprattutto
riferirci al suo amore”.
La povertà da un lato richiama lo
scandalo della miseria, condizione
prima materiale e poi morale, che
schiavizza l’uomo, legandolo esclusi-
vamente al proprio bisogno di soprav-
vivenza e mortificandone la libertà.
D’altro canto è la stessa povertà che,
riconosciuta e abbracciata quale con-
dizione suprema di libertà dal potere
e dalle cose, può rappresentare la via
maestra verso la piena realizzazione
della persona umana, nella fraternità
e nella giustizia. Può apparire una
contraddizione insuperabile, ma non
è così, e nulla lo dimostra meglio
dell’insegnamento evangelico.
Per un approfondimento del significa-
to biblico di povertà, invito a leggere
l’illuminante riflessione che Armido
Rizzi (teologo e filosofo di Fiesole –
Firenze) fa nel suo libro “Scandalo e
beatitudine della povertà”
(Cittadella, Assisi, 1987).
La povertà, quale condizione spiritua-
le ed esistenziale di beatitudine, è
requisito imprescindibile per la seque-
la cristiana; essa tuttavia non è mai in
contraddizione con l’esigenza, altret-
tanto imprescindibile per il discepolo,
di liberare l’uomo dalla povertà come
miseria; è l’accoglienza dell’altro,
l’ospitalità fraterna, il servizio gratui-
to, il luogo nel quale tale liberazione
si compie.
E tutto ciò avviene non per opera no-
stra, ma per l’incontro che qui si può
realizzare tra l’Amore del Padre e il sì
a Lui finalmente corrisposto da una
creatura non più schiava né della mi-
seria né delle cose. In quanto cristiani
non si può quindi che abbracciare la
povertà, anche materiale, come una
parte costitutiva della nostra vocazio-
ne.
Quando si agisce nel mondo da cri-
stiani, si è altrettanto costitutivamen-
te chiamati a lottare contro la povertà
-miseria, ovunque e comunque essa
colpisca sorelle e fratelli.
Promuovere l’inclusione sociale di
tutti diviene pertanto una doverosa
testimonianza concreta, sul piano
civile della giustizia e della solidarie-
tà, della dignità e fraternità cui ogni
creatura ha naturalmente diritto.
L’Europa non è il continente più pove-
ro al mondo. Ma nell’Unione sono ben
79 milioni i cittadini a rischio, e tra
loro molti bambini.
Permettetemi di concludere queste
righe con un pensiero di Armido Rizzi,
tratto dal suo libro citato pocanzi:
“Bisogna fare due tipi di esperienza
positiva nella vita perché il discorso
su Dio, quando arriva, sia un discorso
accettabile: bisogna fare l’esperienza
d e l p a n e e l ’ e s p e r i e n z a
dell’amore” (p. 194).
Credo che queste parole siano profon-
damente vere; lascio alla vostra sen-
sibilità e intelligenza coglierne piena-
mente il senso.
(a cura di Alberto Meggiorini)
Potrete lasciare commenti su questo
articolo sul nostro sito a partire dal
23 Dicembre.
Per approfondire:
www.zeropoverty.org
MESE DELLA PACEMESE DELLA PACEMESE DELLA PACEMESE DELLA PACE
ZERO POVERTYZERO POVERTYZERO POVERTYZERO POVERTY (In cammino per la pace)
---- sabato 29 gennaiosabato 29 gennaiosabato 29 gennaiosabato 29 gennaio: : : : (una proposta
residenziale per i ragazzi dai 16 anni
in poi con pernottamento presso la
parrocchia di San Leonardo);
---- domenica 30 Gennaiodomenica 30 Gennaiodomenica 30 Gennaiodomenica 30 Gennaio dalle ore
15.00 presso il conventino di
Sant’Andrea.
Presso l'ufficio di pastorale giovanile
trovate il materiale utile per un cam-
mino parrocchiale di approfondimen-
to del tema, appositamente indirizza-
to ai giovani.
R E P O R T : L’ A NNO E UROPEO CON TRO L A P OV ER TL’ A NNO E UROPEO CON TRO L A P OV ER TL’ A NNO E UROPEO CON TRO L A P OV ER TL’ A NNO E UROPEO CON TRO L A P OV ER T ÀÀÀÀ E E E E L’ E S C LUS I ONE SOC I A L EL’ E S C LUS I ONE SOC I A L EL’ E S C LUS I ONE SOC I A L EL’ E S C LUS I ONE SOC I A L E
P a g i n a 6 i n C O N T A T T O . n e t
E’ tempo di Avvento. Non è tempo
vuoto, di inutile attesa, ma di impe-
gno rinnovato, di consapevolezza che
la venuta di Gesù ci fa persone nuo-
ve, capaci di “uscire” dai nostri egoi-
smi, dalle nostre meschinità e pregiu-
dizi per andare incontro a Lui nelle
persone più deboli, più bisognose di
aiuto.
Ma, allora, se ciascuno di noi è
chiamato a convertirsi, a diventare un
“uomo nuovo”, ad accogliere Gesù nei
più poveri, che esigenza abbiamo
della Caritas? cosa ci sta a fare?
Nella nostra comunità parrocchia-
le come in qualsiasi parrocchia, la
CaritasCaritasCaritasCaritas nasce con una finalità emi-
nentemente educativa. Ovvero, ha il
compito di sensibilizzare le persone
alla testimonianza della carità e
all’impegno per la giustizia e la pace,
di far conoscere le forme di povertà e
di bisogno presenti sul territorio e le
cause e le circostanze che le origina-
no, e favorire la presa di coscienza
della comunità parrocchiale; diffonde-
r e s t i l i d i v i t a imp ron ta t i
all’accoglienza, all’ospitalità, al dono
di sé.
Per realizzare, almeno in parte,
questi compiti è attivo nella nostra
parrocchia un Centro di AscoltoCentro di AscoltoCentro di AscoltoCentro di Ascolto. Il
Centro è aperto il Sabato, dalle 10.30
alle 12.00, da Settembre a Giugno di
ciascun anno e vi prestano parte del
loro tempo Clara, Floriana, Lina, Lucia
e chi scrive.
Si rivolgono a noi persone in difficoltà
di diverse nazionalità (italiana, maroc-
china, nigeriana, senegalese, rumena,
polacca, ecc.), residenti a Castelbel-
forte e in comuni limitrofi.
Il primo contatto con queste persone
è di ascolto, cerchiamo cioè di capire
le loro necessità e difficoltà.
Le problematiche maggiori e ricorrenti
riguardano il lavoro o la casa: c’è chi
per diversi anni (10-15 anni) ha avuto
un lavoro, anche stabile, e oggi l’ha
perso per effetto della crisi economi-
ca; chi invece il lavoro non l’ha mai
avuto o l’ha avuto solo per brevi perio-
di; chi non ha una dimora stabile e chi
vive da amici o parenti, o ha acquista-
to una casa e l’ha persa perché non
più in grado di pagare le rate del mu-
tuo.
Come potete ben capire, non ab-
biamo risposte concrete a problemi
così grandi ma possiamo, però, offrire
a questa gente tutta la nostra vicinan-
za e comprensione, condividendo le
loro sofferenze e preoccupazioni.
Certo che di fronte a queste difficoltà
non restiamo con le mani in mano.
Diamo, infatti, aiuti di prima necessità
che rispondono, seppur parzialmente,
a bisogni che originano soprattutto
dalla mancanza di un reddito minimo
vitale.
Dopo l’accoglienza, quindi, consisten-
te nell’ascolto delle loro “storie di
vita”, e previa valutazione della situa-
zione di ciascuno, possiamo offrire
essenzialmente due tipi di aiuto: una
sporta di generi alimentari (pasta,
riso, tonno, olio, latte, ecc.) con fre-
quenza mensile e indumenti uomo/
donna per adulti e bambini, grazie
alla gestione del guardaroba.
Più occasionalmente, rispondiamo
anche ad altri bisogni, come per e-
sempio l’acquisto per un periodo limi-
tato di latte per neonati o medicine, la
fornitura di mobili per l’arredo della
casa o giochi per bambini, ecc.
Mi preme sottolineare che ciò è
reso possibile grazie anche alla sensi-
bilità della nostra gente che con assi-
duità ci sostiene con offerte nella cas-
sa caritas e ci fornisce beni di prima
necessità (indumenti e generi alimen-
tari).
Ricordo solo che gli indumenti che ci
vengono portati, soprattutto per ri-
spetto di coloro a cui sono destinati,
vanno consegnati puliti e in buono
stato, altrimenti è meglio smaltirli
direttamente nell’apposito contenito-
re per gli stracci.
L’anno scorso abbiamo dovuto
affrontare il problema dell’eccesiva
spesa per l’acquisto di
generi alimentari, a
fronte di una netta dimi-
nuzione delle offerte “caritas”.
Ne abbiamo discusso con don Alberto
e insieme con lui è stata presa la de-
cisione di limitare la fornitura mensile
di alimenti ai soli residenti a Castel-
belforte, continuando però a garantire
anche ai non residenti il servizio indu-
menti.
Non è certo una decisione irrevocabi-
le, ma sicuramente dettata da difficol-
tà contingenti che potrebbero essere
mitigate dalla proposta, che facciamo
a partire dall’Avvento 2010, di:
raccogliere generi alimentari non de-raccogliere generi alimentari non de-raccogliere generi alimentari non de-raccogliere generi alimentari non de-
peribili (come pasta, riso, olio, farina, peribili (come pasta, riso, olio, farina, peribili (come pasta, riso, olio, farina, peribili (come pasta, riso, olio, farina,
latte UHT, tonno in scatola, biscotti, latte UHT, tonno in scatola, biscotti, latte UHT, tonno in scatola, biscotti, latte UHT, tonno in scatola, biscotti,
ecc.) in modo permanenteecc.) in modo permanenteecc.) in modo permanenteecc.) in modo permanente per tutto per tutto per tutto per tutto
l’annol’annol’annol’anno
e non soltanto nei periodi di Avvento e
Quaresima.
Chiudo questo intervento infor-
mandovi che recentemente ci siamo
incontrati con i volontari della Caritas Caritas Caritas Caritas
di San Giorgiodi San Giorgiodi San Giorgiodi San Giorgio, che insieme alla no-
stra Parrocchia e a quelle di Bigarello
e Villanova Maiardina formano l’unità
pastorale del Vicariato foraneo 5 di
San Pio X e San Leone Magno, con la
finalità di conoscerci e condividere le
nostre esperienze in ambito caritati-
vo, cercando insieme di trovare spazi
comuni di collaborazione e di recipro-
co sostegno.
L’idea di raccogliere gli alimenti per
tutto il periodo dell’anno, iniziativa del
resto già avviata da tempo nella par-
rocchia di San Giorgio, l’abbiamo pre-
sa da loro e ci è sembrata una buona
idea anche per noi, come ho già det-
to. Al più presto ci incontreremo di
nuovo per continuare insieme il cam-
mino appena avviato.
(a cura di Alberto Meggiorini)
S O C I A L E : NOTIZIE DALLA CARITASNOTIZIE DALLA CARITASNOTIZIE DALLA CARITASNOTIZIE DALLA CARITAS Cosa possiamo fare per dare concretamente una manoCosa possiamo fare per dare concretamente una manoCosa possiamo fare per dare concretamente una manoCosa possiamo fare per dare concretamente una mano
P a g i n a 7 A n n o I I I ° - N u m e r o : 1 2 - D i c e m b r e 2 0 1 0
INCONTRO CULTURALE/INFORMATIVO SULLE NUOVE DIPENDENZEINCONTRO CULTURALE/INFORMATIVO SULLE NUOVE DIPENDENZEINCONTRO CULTURALE/INFORMATIVO SULLE NUOVE DIPENDENZEINCONTRO CULTURALE/INFORMATIVO SULLE NUOVE DIPENDENZE Promosso dal Comune di Castelbelforte, A.C.S., Biblioteca comunale, Ass. S.BiagioPromosso dal Comune di Castelbelforte, A.C.S., Biblioteca comunale, Ass. S.BiagioPromosso dal Comune di Castelbelforte, A.C.S., Biblioteca comunale, Ass. S.BiagioPromosso dal Comune di Castelbelforte, A.C.S., Biblioteca comunale, Ass. S.Biagio
il 24 settembre presso il centro poli-
valente “A. Bennati“ alla presenza di
un numeroso pubblico, si è svolto un
incontro culturale e informativo per
capire conoscere e affrontare le nuo-
ve dipendenze psicologiche date dal
gioco d’azzardo (slot-machine, poker,
lotto, gratta e vinci ecc..) sesso virtua-
le e non, shopping e internet.
Talvolta queste attività possono di-
ventare oggetto di dipendenza psico-
logica, che spinge alla ricerca compul-
siva dell’oggetto, fino a provocare
conseguenze gravi per chi ne è colpi-
to ma anche per i familiari, con riper-
cussioni sulla vita lavorativa e sociale.
Relatore della serata il dott. Cesare
Guerreschi professore in psichiatria e
psicologia, presidente del centro
S.I.I.P.A.C. (società italiana intervento
patologie compulsive) con sedi a Bol-
zano e Roma. Tra i presenti il parroco
don Alberto, liberi professionisti, psi-
cologi del consultorio matrimoniale di
Mantova e i medici di base dott.ssa
Papotti e dott. Rondelli. Dopo il saluto
del sindaco Graziella Bussolini, con gli
assessori Sogliani e Marini, il profes-
sor Guerreschi ha aperto le porte di
un mondo del quale a fatica si parla
perchè non conosciuto. Il gioco non
uccide direttamente come alcool e
droga ma la sua pericolosità è allo
stesso modo elevata. I problemi na-
scono quando il piacere del gioco
diventa un’impulso incontrollabile,
l’esistenza è sconvolta, si arriva a
rubare in famiglia e a volte con ricor-
so all’usura per procurarsi il denaro,
si stravolgono i rapporti familiari con
la negazione dell’evidenza e dei fatti.
Il gioco d’azzardo patologico è una
vera e propria malattia e non un brut-
to vizio. Il fatto più grave è che i gioca-
tori stessi non si rendono conto della
gravità del loro problema fino a quan-
do non cadono nella rovina economi-
ca e nella disperazione. Per questo
motivo non sono direttamente loro a
rivolgersi a chi potrebbe aiutarli, ma
sono i familiari a chiedere aiuto quan-
do la situazione diventa insostenibile.
È proprio per quest’ultima frase, che
bisogna prendere l’iniziativa prima,
accettare la situazione e non essere a
ritroso nel voler chiedere aiuto alle
strutture preposte, chiedendo anche
informazioni al proprio medico di ba-
se che indirizzerà per una prima dia-
gnosi nel migliore dei modi.
Ricordiamo che il gioco coinvolge tut-
te le fasce d’età, ceti sociali e indistin-
tamente uomini e donne. La serata è
proseguita, con grande attenzione dei
presenti, con altre tipologie di compul-
sività, drammatiche e altrettanto gra-
vi, verso il sesso, shopping e internet.
Le abitudini di vita delle persone sono
sottoposte a questo tipo di stimoli
pressanti, che alimentano la fragilità
di taluni individui, e li portano alla
dipendenza. Lo scopo della serata è
stato quello di fornire un utile infor-
mazione che permetta a tutti coloro
che vengono in contatto con queste
realtà, di attivare correttamente le
proprie risorse e informazioni al fine
di aiutare a vincere queste problema-
tiche aiutando persone singole e fa-
miglie. Il dott. Guerreschi ha omaggia-
to la biblioteca comunale dei testi da
lui scritti sulle varie patologie, con la
speranza di dare a chiunque la possi-
bilità, di poter approfondire le cono-
scenze sugli argomenti trattati.
(a cura di Mara Negri)
Per i ragazzi di Mantova sono state
studiate alcune proposte dall’ufficio
di pastorale giovanile diocesano.
Vediamole nel dettaglio:
Proposta AProposta AProposta AProposta A
11111111----22222222 Agosto:Agosto:Agosto:Agosto: IN PULMANIN PULMANIN PULMANIN PULMAN Lourdes + Lourdes + Lourdes + Lourdes +
Gemellaggio Calahorra + MadridGemellaggio Calahorra + MadridGemellaggio Calahorra + MadridGemellaggio Calahorra + Madrid
COSTO:COSTO:COSTO:COSTO: € 650.00 (fino a 450 posti)
€ 690 (dal 450 in poi)
La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:
Viaggio, Vitto e alloggio, Iscrizione alla
GMG, Kit ufficiale e diocesano
Cosa si fa nel gemellaggio?Cosa si fa nel gemellaggio?Cosa si fa nel gemellaggio?Cosa si fa nel gemellaggio?
11 Agosto: arrivo a Lourdes e pro-
ces sione dei flambeau
12 Agosto: nel pomeriggio arrivo a
Calahorra e sistemazione in 6 scuole
private cattoliche
13 Agosto: visita culturale al patrimo-
nio artistico della zona
14 Agosto: Celebrazione domenicale.
Nel pomeriggio faremo un tratto del
cammino di Santiago fino alla chiesa
di S. Juan de la Calzada dove il nostro
Vescovo terrà la catechesi conclusiva
a tutti i mantovani.
15 Agosto: messa dell’Assunta e par-
tenza per Madrid
Proposta BProposta BProposta BProposta B
16161616----22 Agosto: In aereo a MADRID 22 Agosto: In aereo a MADRID 22 Agosto: In aereo a MADRID 22 Agosto: In aereo a MADRID
COSTO:COSTO:COSTO:COSTO: € 790
La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:
Viaggio a/r, iscrizione alla GMG, Kit
ufficiale e diocesano
Proposta CProposta CProposta CProposta C
16 16 16 16 ---- 22 Agosto IN PULMAN22 Agosto IN PULMAN22 Agosto IN PULMAN22 Agosto IN PULMAN a/r a/r a/r a/r
COSTO:COSTO:COSTO:COSTO: € 560.00 (con autobus con
un minimo di 45 persone)
La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:La quota comprende:
Viaggio, vitto e alloggio, iscrizione alla
GMG, Kit ufficiale e diocesano.
Per maggiori informazioni:
www.cpgmn.netwww.cpgmn.netwww.cpgmn.netwww.cpgmn.net
(a cura di Mattia Gobbi)
Giornata Mondiale della Gioventù: MADRID 2011Giornata Mondiale della Gioventù: MADRID 2011Giornata Mondiale della Gioventù: MADRID 2011Giornata Mondiale della Gioventù: MADRID 2011 Le proposte dell’ufficio di Pastorale giovanile diocesanoLe proposte dell’ufficio di Pastorale giovanile diocesanoLe proposte dell’ufficio di Pastorale giovanile diocesanoLe proposte dell’ufficio di Pastorale giovanile diocesano
P a g i n a 8 i n C O N T A T T O . n e t
Siamo i ragazzi di III media che il 24
ottobre 2010 hanno ricevuto il Sacra-
mento della Confermazione. Don An-
drea (Sacerdote di San Giorgio) e le
nostre animatrici ci hanno proposto di
andare, insieme ai ragazzi della co-
munità di San Giorgio, ad Assisi per
vivere un’esperienza insieme. L’idea
fu subito accettata con entusiasmo
da quasi tutti noi.
Così, la settimana dopo la Cresima, e
precisamente domenica 31 ottobre,
siamo partiti all’alba eravamo circa in
trenta. Quella mattina pioveva a dirot-
to, ma questo non ci ha fermato, fidu-
ciosi che ad Assisi ci fosse il sole! Il
viaggio in pullman non è stato partico-
larmente lungo e noioso; abbiamo
avuto l’occasione di conoscere nuovi
amici e salutare quelli che già cono-
scevamo dal Camposcuola.
Lorenz animava la corriera suonando
la chitarra con canti giovanili e gioiosi
e noi a squarcia gola cantavamo. Tra
un canto e l’altro siamo arrivati ad
Assisi. Dopo esserci sistemati nelle
stanze ed aver mangiato, con il pul-
lman abbiamo raggiunto la Basilica di
San Francesco. Dopo aver visitato la
Basilica Minore e poi la Basilica Supe-
riore, ci siamo recati nella cripta per
un momento di preghiera e meditazio-
ne personale. Eravamo in tantissime
persone attorno al Santo ed era in-
cantevole il silenzio e l’atmosfera che
ci avvolgeva; una pace indescrivibile.
Successivamente, non piovendo, il
Don e gli animatori ci proposero di
andare a San Damiano a piedi. Noi,
ignari della ripida salita che ci atten-
deva accettammo ma… quando mai!!!
La strada era lunga e faticosa ma
abbiamo avuto il piacere di ammirare
il paesaggio che ci circondava, nono-
stante fossimo esausti ed assetati.
Tanta pace, tanto silenzio, tanta tran-
quillità; non di certo la vita frenetica
che viviamo quotidianamente. Quan-
do siamo arrivati abbiamo anche avu-
to il piacere di visitare la casa di San-
ta Chiara. Ormai il tempo stringeva e
dovevamo ritornare alla Basilica per
partecipare alla Santa Messa.
Prima di arrivare, passando davanti
alla chiesa di Santa Chiara e avendo
qualche minuto a disposizione, en-
trammo desiderosi di vedere il croce-
fisso di San Damiano, proprio quello
che aveva parlato a San Francesco,
ma purtroppo era in corso la Messa e
ci siamo dovuti accontentare di vede-
re la tomba di Santa Chiara e alcune
reliquie. Dopo aver mangiato ed am-
mirato dall’alto il bellissimo paesaggio
notturno (Assisi illuminata) siamo
tornati alle “Stuoie”, l’albergo dove
alloggiavamo. Prima di andare nelle
stanze il Don ci obbligò a giocare al
gioco dei nomi un po’ insulso per noi,
anche se così abbiamo potuto scam-
biare quattro risate prima di andare
nelle stanze a “dormire”.
Il giorno seguente, un po’ assonnati,
dopo aver fatto colazione ci siamo
avviati verso S. Quirico, dove abbiamo
avuto il piacere di ascoltare Suor Ma-
ria Chiara
(una suo-
ra di clau-
sura) che
ci ha raccontato la sua vita e la gioia
di aver conosciuto Gesù. Una testimo-
nianza veramente toccante che ci
incantò nell’ascoltarla mentre ci par-
lava con il cuore, la gioia e la sempli-
cità impresse nel volto di questa ra-
gazza erano indescrivibili. Era meravi-
glioso come questa persona, nono-
stante avesse lasciato i genitori, gli
amici e tutto ciò che noi al mondo
d’oggi riteniamo indispensabile fosse
così felice “grazie a Gesù”.
Terminata la testimonianza ognuno di
noi, essendo la festività di Tutti i Santi
ha estratto il suo Santo protettore e
suor Maria Chiara ha messo a ciascu-
no attorno al collo un TAU (croce fran-
cescana), in ricordo di questa bellissi-
ma esperienza.
Prima di pranzare ci siamo recarti a
pregare un po’ all’interno della Por-
ziuncola, (una piccolissima e sempli-
cissima chiesetta dove San Francesco
andava a pregare; questa si trova
all’interno della grande Basilica di
Santa Maria degli Angeli).
Questa esperienza è arrivata al termi-
ne e siamo dovuti ritornare a casa
anche se con molto entusiasmo di
raccontarvi tutto ciò.
(a cura di Clelia, Martina, Carlotta,
Eleonora, Sabrina, Nicole, Danny,
Luana, Angelica, Simone, Andrea,
Viviana, Jessica)
SU L L E ORME D I S AN F R ANCESCOSU L L E ORME D I S AN F R ANCESCOSU L L E ORME D I S AN F R ANCESCOSU L L E ORME D I S AN F R ANCESCO I r a g a z z i d i I I II r a g a z z i d i I I II r a g a z z i d i I I II r a g a z z i d i I I I aaaa m e d i a i n p e l l e g r i n a g g i o a d A s s i s im e d i a i n p e l l e g r i n a g g i o a d A s s i s im e d i a i n p e l l e g r i n a g g i o a d A s s i s im e d i a i n p e l l e g r i n a g g i o a d A s s i s i
Il 23 di ottobre noi ragazzi 94-95-96 ,
facenti parte del nuovo gruppo giova-
ni, ci siamo trovati in oratorio per un
nuovo esperimento: una folle nottata
accompagnati dai nostri catechisti per
conoscerci meglio e per fare amicizia
tutti insieme .
Ritrovo ore 19.00 : dopo un po’ di
cagnara siamo finalmente riusciti a
sederci in cerchio ed a capire il
significato e il ruolo di questo nuovo
gruppo . Si tratta di alcuni ragazzi che
si impegnano attivamente nella par-
rocchia (affiancati dall’ ANSPI) a rea-
lizzare iniziative per riunire la comuni-
tà. E dopo questa bella chiacchierata
finalmente … PIZZA !!!
Durante la serata abbiamo fatto alcu-
ni giochi per legare insieme e infine ci
siamo preparati per la notte.
È stata un luuuuunga “notte” grazie a
vari inconvenienti (e fu così che arrivò
la fine del povero materassino della
Flo) e alcuni personaggi non meglio
identificati (Alice e Nicolò) che hanno
“bagolato” tutta la notte.
Al mattino tutti belli freschi e riposati
abbiamo sistemato l’oratorio e poi …
tutti quanti a messa per le Cresime.
E’ stata proprio una bella esperienza
e finalmente abbiamo compreso lo
“stare insieme”.
La messa è finita ,andate in pace.. =)
(a cura di Vittoria e Alice)
NOTTE IN ORATORIO!NOTTE IN ORATORIO!NOTTE IN ORATORIO!NOTTE IN ORATORIO!
P a g i n a 9 A n n o I I I ° - N u m e r o : 1 2 - D i c e m b r e 2 0 1 0
Anche nella nostra chiesa si trova
l’immagine di Santa Rita da Cascia, e
precisamente nell’altare della Madon-
na c’è un un dipinto della santa detta
“dei casi disperati o degli impossibili”.
Scopriamo insieme la storia di questa
donna pia e capire perché tante per-
sone sono devote a lei.
BIOGRAFIABIOGRAFIABIOGRAFIABIOGRAFIA
La prima parte della vita di santa Rita
è piuttosto oscura sappiamo che si
chiamava Margherita Lotti nata a Roc-
caporena (PR) nel 1381. Figlia unica
di Antonio Lotti e Amata Ferri, essi le
insegnarono a leggere a scrivere ed
erano persone molto religiose.
Rita era una ragazza mite che asse-
condava i desideri dei genitori.
Affascinata dalla famiglia Agostiniana,
Rita desiderava farsi suora, ma per
volere dei genitori si sposò.
Come era usanza del tempo, i matri-
moni venivano programmati fin da
giovanissimi età, soprattutto quando
l’età dei genitori cominciava ad esse-
re avanzata.
Quindi all’età di sedici anni Rita andò
in sposa a Paolo Mancini (detto Paolo
di Ferdinando), ufficiale comandante
della guarnigione di Collegiacone,
descritto come un uomo di carattere
molto orgoglioso, autoritario e discen-
dente della nobile famiglia Mancini.
Ebbero due figli forse gemelli: Gian-
giacomo Antonio e Paolo Maria.
Rita si dedicò instancabilmente alla
sua famiglia, creando le premesse
per la conversione del marito.
Infatti avvicinò il suo sposo alla
fede ed educò i suoi figli alla religio-
ne. Proprio quando l’unione matrimo-
niale sembrava andare bene che durò
circa diciotto anni, il marito fu ucciso
mentre rincasava, da suoi nemici,
forse per rancori passati. Rita, cre-
dente fino in fondo, perdona gli as-
sassini del marito, ma si angoscia
quando comprende che i figli intra-
prendono la strada della vendetta.
Si affida alla preghiera, auspicando
addirittura la loro morte fisica piutto-
sto che vederli responsabili di atti di
violenza e quindi la morte dell’anima.
Poco tempo dopo i due ragazzi si am-
malarono contemporaneamente e
muoiono.
Per tre volte chiese inutilmente di
entrare presso il monastero agostinia-
no di Santa Maria Maddalena di Ca-
scia.
Qui però entra dopo aver pacificato la
famiglia del marito e la famiglia
dell’assassino.
Rita visse nel monastero per
quarant’anni dedicandosi alla pre-
ghiera.
Molti sono i segni soprannaturali che i
credenti attribuiscono a Santa Rita da
Cascia: la sera del venerdì santo dopo
la predica di Frà Giacomo della Mar-
ca, affascinata dalla narrazione della
Passione di Cristo avrebbe ricevuto
una spina della corona di Gesù che si
conficcò nella sua fronte.
La madre badessa rifiutò, dopo tale
evento, la richiesta della santa a par-
tire per Roma in pellegrinaggio con le
altre suore. Però il giorno prima di
partire, la tradizione vuole che la spi-
na in fronte sparì e così Rita potè par-
tire. La spina fu portata da Rita per
quindici anni.
Il giorno del suo battesimo sarebbero
apparse api bianche sulla sua culla,
api nere sul letto di morte, una rosa
rossa fiorita in pieno inverno e due
fichi sull’albero del suo orto.
Prima di morire mandò sua cugina a
prenderli.
Alla sua morte, avvenuta il 22 maggio
1457, il suo corpo viene collocato in
una cassa di pioppo chiamata codex
miracolorum , eseguita da Cecco Bar-
bari, soltanto nel 1462 viene realiz-
zata la cassa solenne.
La venerazione di Rita da Cascia da
parte dei credenti iniziò subito dopo la
sua morte e fu caratterizzata dal nu-
mero e dalla qualità degli eventi stra-
ordinari riferiti alla sua intercessione,
tanto che divenne soprannominata
“santa dei casi impossibili” perchè dal
giorno della sua morte “scese” a fian-
co dei più bisognosi realizzando per
loro miracoli prodigiosi detti
“impossibili”.
La sua beatificazione è del 1623, 180
anni dopo la sua morte da parte di
papa Urbano VIII Barberini.
Leone XIII nel 1900 la canonizza co-
me santa.
Il corpo della Santa è custodito in una
teca di vetro, in un ambiente del con-
vento annesso alla basilica: da esso
si può osservare attraverso una grata
e il corpo risulta mummificato.
(a cura di Floriana Bissoli)
HANNO DETTO DI LEI:HANNO DETTO DI LEI:HANNO DETTO DI LEI:HANNO DETTO DI LEI:
Rita è la "donna FORTE" e la "vergine
SAGGIA" della quale ci parla la Scrit-
tura che in tutti gli stati della vita indi-
ca, non già a parole, quale sia la via
autentica della santità come
sequela fedele di Cristo fino alla Cro-
ce. (Papa Giovanni Paolo II)
Avrebbe potuto essere una mediocre
o anche una pessima cristiana, ina-
sprita dalla sofferenza e provocata
alla ribellione. Fu invece una santa.
(A. Trapè)
P ER T U T T I I S AN T I D E L PA R AD I SO !P ER T U T T I I S AN T I D E L PA R AD I SO !P ER T U T T I I S AN T I D E L PA R AD I SO !P ER T U T T I I S AN T I D E L PA R AD I SO ! 2 2 M a g g i o : S a n t a R i t a d a C a s c i a2 2 M a g g i o : S a n t a R i t a d a C a s c i a2 2 M a g g i o : S a n t a R i t a d a C a s c i a2 2 M a g g i o : S a n t a R i t a d a C a s c i a
Il corpo della Santa custodito nella teca
P a g i n a 1 0 i n C O N T A T T O . n e t
C U L T U R A :
Tre diverse prospettive per tentare di riallacciare un discorso che si era concluso dieci anni fa con l'album "Club Privè" e la colonna sono-ra di "Almost Blue" e che si è riaperto da non molto tempo grazie alla sono-rizzazione de "La Caduta della casa degli Usher" e a questo nuovo album "Cattive Abitudine". Un ritorno delicato perchè le parole di Emidio Clementi hanno segnato un'e-poca e anche chi è arrivato dopo il loro temporaneo scioglimento ha su-bito il fascino delle loro storie intrise di quotidianità e poesia. "Cattive Abi-tudini" non cambia gli snodi fonda-mentali dalla loro poetica ma somma tutte le tappe del loro percorso in un emozionante costruzione che fa dell'interazione tra le chitarre di Stefa-no Pilia, nuovo entrato in formazione, e di Egle Sommacal una delle più bel-le sorprese di questo nuovo capitolo
dei Massimo Volume. Infatti Mimì( Clementi) ha recentemente parlato alla rivista Rumore dicendo che "l'entrata di Pilia ha portato una ven-tata di aria fresca" e che "questa è la migliore formazione di sempre" e cer-tamente pochi altri gruppi italiani pos-sono vantare due chitarristi così preci-si sia nelle canzoni più veloci(Litio) che in quelle più riflessive (Le nostre ore contate). Ma ci sono altri assi nel-la manica e uno di questi è il drumming mai sopra le righe, sempre delicato eppure incisivo di Vittoria Burattini(Via Vasco De Gama). Insomma nulla è cambiato se non alcuni dettagli che mostrano però come ci possa essere dignità in un'o-pera che potrebbe sembrare ad alcu-ni una delle tante reunion del periodo. Cosa che non è. Tutto quello che ho detto finora ha ricevuto puntale con-
ferma al Ctrl+c festival dove, dopo un deludentissimo The Field, salgono sul palco i Massimo Volume. Una successione che non segue alcun filo logico ma i ragazzi del Ctrl hanno mostrato in 4 anni di vita della loro creatura che anche in una città relati-vamente piccola è possibile invitare grandi ed alternativi nomi di fama mondiale (ultimi in ordine cronologico sono Josephine Foster, Johann Johan-nsson e Mieka Kanno) e per questo saremo sempre dalla loro parte. Tornando al concerto i Massimo Volu-me sono un'entità che necessità di poco, giusto qualche luce e un telo dietro di loro, nessun visuals per rime-diare ad una scarsa presenza sceni-ca. Occupano lo spazio e il tempo catapultandoci nel loro mondo con enorme classe. Live di sostanza, per cuore e cervello.
La stagione Teatrale del Comune di Mantova si è aperta il 28 ottobre al Teatro Ariston con Verdesperanza,uno spettacolo gratuito basato sulla rac-colta di poesie "Alberi" di Jacques Prèvert, è proseguita il 23 novembre con "Chi non la pensa come noi" in cui Alberto Patrucco ha interpretato alcu-ni brani di Georges Brassens per arri-vare all'Otello di Shakespeare il 29 novembre. Avendo partecipato sola-mente a quest' ultimo , grazie al mai troppo glorificato progetto "Drama" del Liceo Classico Virgilio, posso spen-dere qualche parola su di esso. Trala-sciando le prime scene che sono sta-te penalizzate da un taglio comico troppo marcato che poco aveva a che fare con la successiva resa delle vi-cende, questo è stato uno degli spet-tacoli più intensi che abbia mai visto, paragonabile soltanto alla Tempesta ( guarda caso sempre di Shakespeare si tratta) della passata stagione. Gran ritmo, tempismo perfetto per gli alleggerimenti e finale che taglia di netto la conclusione evitando il ri-schio del patetismo.
Ora il programma dei prossimi spetta-coli con qualche notazione: 11 gennaio 11 gennaio 11 gennaio 11 gennaio ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston con Antonio Calenda in Edipo Re Scongliato, Branciaroli promette tanto e mantiene poco. L'allievo non supera il maestro( Carmelo Bene) 17 gennaio 17 gennaio 17 gennaio 17 gennaio ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston con Samuel Adamson in Tutto su mia madre. Se il cinema di Almodòvar sembra in un momento di ristagno forse che una rivisitazione teatrale possa riappacificarci con lui? 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston Fedor Dostoevskij in Le notti bianche Imperdibile. Memori di "Novecento" di Baricco e del recentissimo "Caligola" a Marmirolo ( invero un po' al di sotto dell'enorme potenzialità espressa in Novecento") aspettiamo un nuovo capolavoro. 8 febbraio 8 febbraio 8 febbraio 8 febbraio ---- Teatro SocialeTeatro SocialeTeatro SocialeTeatro Sociale Ruggero Cappuccio in Don Chisciotte Herlitzka, premiato come miglior atto-re al Mantova Film Fest 2010 per il film "Narciso, nei panni di Don Chi-sciotte e Lello Arena( Sancho Panza) per rivivere il capolavoro di Cervantes. 15 febbraio 15 febbraio 15 febbraio 15 febbraio ---- Teatro SocialeTeatro SocialeTeatro SocialeTeatro Sociale Marco Bellocchio in I pugni in tasca
Il 2010 è l'anno di Bellocchio a Manto-va. Prima la regia del "Rigoletto" e poi una gustosissima retrospettiva al cine-ma Mignon che rivede proprio il rappor-to cinema-teatro nella sua poeti-ca.Evento necessario per recuperare la prima folgorante pellicola di Bellocchio. 28 febbraio 28 febbraio 28 febbraio 28 febbraio ---- Teatro SocialeTeatro SocialeTeatro SocialeTeatro Sociale Carlo Goldoni in Il Bugiardo Se Pirandello è il portavoce della tra-gedia italiana nel mondo, Goldoni è quello della Commedia. Fondamenta-le la sua riforma totale del teatro e affascinante il suo percorso artistico. Intramontabile. 15 marzo 15 marzo 15 marzo 15 marzo ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston Fausto Paravidino in La malattia della famiglia M. Dopo tanti classici final-mente un'opera recente, scritta a soli 24 anni da Paravidino. Tutto da sco-prire. 31 marzo 31 marzo 31 marzo 31 marzo ---- Teatro AristonTeatro AristonTeatro AristonTeatro Ariston Valter Malosti in Molier/La scuola delle mogli Goldoni è l'uomo della riforma in italia, Molière però ne è il grande precursore in Francia. Più ardito nella sua critica al sistema, firma pagine di grandissimo realismo e finissima analisi psicologica.
STAGIONE TEATRALESTAGIONE TEATRALESTAGIONE TEATRALESTAGIONE TEATRALE
(a cura di Salvatore Massimino) “Cattive Abitudini” (La tempesta Dischi)“Cattive Abitudini” (La tempesta Dischi)“Cattive Abitudini” (La tempesta Dischi)“Cattive Abitudini” (La tempesta Dischi) Live al Ctrl+c festival a CarpiLive al Ctrl+c festival a CarpiLive al Ctrl+c festival a CarpiLive al Ctrl+c festival a Carpi
LA NATURA E I SUOI SIMBOLILA NATURA E I SUOI SIMBOLILA NATURA E I SUOI SIMBOLILA NATURA E I SUOI SIMBOLI Alla scoperta dei significati delle roseAlla scoperta dei significati delle roseAlla scoperta dei significati delle roseAlla scoperta dei significati delle rose
P a g i n a 1 1 A n n o I I I ° - N u m e r o : 1 2 - D i c e m b r e 2 0 1 0
Da qualche anno mi occupo per puro
interesse personale di iconografiaiconografiaiconografiaiconografia
(parola di origine greca che si occupa
di descrivere ed interpretare quanto
raffigurato nelle opere d’arte), che si
trovano soprattutto nell’arte pittorica
italiana, ma anche nelle icone russe
che un giorno ho scoperto ad una
mostra, e l’abilità di un signore di
spiegarne con una cura affascinante i
simboli, i colori e il loro significato,
spiegando il perché l’artista ha dipin-
to una rosa invece di un altro fiore,
una pianta di salice anziché una quer-
cia… facendomi scoprire un mondo
semplice ma ricco di sfumature
all’interno di queste opere, che di
solito guardiamo con molta superficia-
lità. Naturalmente con molta mode-
stia mi piacerebbe trasmettere anche
a voi, specialmente ai più giovani, la
curiosità di guardare all’interno di
quadri, sculture, icone …. Il mondo
meraviglioso di notizie che possono
dare, dall’epoca a quello che l’artista
voleva dire.
Volevo partire dal mondo vegetale; le
piante da sempre hanno ispirato leg-
gende, miti e sono diventate simboli
ormai universali, come la palma che
evoca la vittoria e l’ulivo la pace. Il
mondo contadino ne ha tratto novel-
le, proverbi e modi dire.
Nel mio peregrinare in mezzo a fiori e
piante vi racconterò di personaggi
fiabeschi, di protagonisti dell’Antico
Testamento e di santi, di riti religiosi e
profani. Come ebbe a spiegare Pavel
Florenskij nel suo saggio sulle icone:
“contemplando un albero vi coglierà
l’immagine del cosmo perché porta
frutti e periodicamente si rigenera”.
Ricordiamo il nostro San Francesco
che nel Cantico delle Creature loda il
Signore per la natura che ci ha dona-
to che è segno del suo amore per gli
uomini.
Siete pronti ad entrare in questo mon-
do fatto di colori, profumi, e sensazio-
ni?…..andiamo !
LA ROSALA ROSALA ROSALA ROSA
Simbolo d’amore, la rosa era sacra a
Venere, Narra il mito che, dalla schiu-
ma del mare, da cui la dea nasce,
spunta un cespuglio spinoso che, irro-
rato dal nettare degli dei, fa fiorire
rose bianche. Nell’antichità la rosa
aveva anche una connotazione fune-
raria, tanto che nell’antica Roma la
festa delle rose, RosaliaRosaliaRosaliaRosalia, rientrava
nelle cerimonie legate al culto dei
morti. Nella tradizione cristiana il fiore
è associato all’immagine di Maria
Vergine, Secondo un’antica leggenda,
infatti prima della caduta dell’uomo la
rosa era priva di spine, e la Vergine è
detta “rosa senza spine” perché non
è stata toccata dal peccato originale.
La rosa evoca tanti e diversi simboli: il
più elementare, ispirato alla sua bre-
ve durata, è la breve durata della vita,
come Decimo Magno Ausonio scrive-
va nel IV secolo:
Un unico giorno abbraccia la vita
della rosa, in un istante essa unisce
gioventù e vecchiaia.
Ispirandosi a questa immagine i poeti
del Medioevo l’associarono alla fugge-
vole bellezza femminile.
La struttura concentrica ha evocato
anche l’idea della ruota, simbolo del
tempo che scorre, dell’eterno ciclo di
vita-morte-vita. E non per caso l’oculo
a raggiera aperto nelle facciate delle
chiese, che gli storici dell’arte, chia-
mano rosone, rosone, rosone, rosone, è detto propriamente
rota. Nel Medioevo, un ramoscello di
rose d’oro diventò il simbolo di Cristo.
Nella quarta domenica di quaresima
si svolgeva in San Pietro una cerimo-
nia che risaliva al 1096 quando papa
Urbano II, alla fine del Concilio di
Saint-Martin de Tours, benedisse la
prima rosa d’oro. Il pontefice giunge-
va all’altare col piviale e la stola rosa
in quel giorno detto Domenica Laeta-
re o delle Rose; ancora adesso nella
stessa domenica i sacerdoti hanno i
paramenti di questo colore. “Eva spi-
na, Maria rosa” diceva san Bernardo
di Claivaux riassumento la contrappo-
sizione fra la prima
donna e la madre di
Gesù. In onore della
Rosa-Maria si recita
il rosario, che comin-
ciò a diffondersi all’inizio del XII seco-
lo con il nome di salterio mariano.
Il linguaggio dei fiori:Il linguaggio dei fiori:Il linguaggio dei fiori:Il linguaggio dei fiori:
- rosa bianca -> il silenzio e la saggez-
za ma anche il candore e l’innocenza;
- rosa canina –> l’indipendenza ma
anche la poesia;
- rosa gialla –> infedeltà e vergogna;
- rosa tea –> gentilezza;
- rosa rossa -> amore.
L’era l’an 1947, era pena fnì la guera,
Me padar l’era malà, dai fasisti l’era
stà ruinà.
Nuantar a serum in nof fradei, tuti
bianc, rus, mal vestì, ma bei…
A la matina andaum a scola, con i
trocui cun dentar la paia,
Parchè i calset i mancava e mi cun an
paltudin pesà ca aml’ha dat un ca glò
admandà.
Andava par carità, a purtava a cà un
spurtin con dentar trì grustin chi ghe-
ra restà ai fioi di sior
Puarin...rivava a casa al vudava insi-
ma la tuala, tuti i me fradei cun li la-
grimi ai oci e li bava a la boca…
Arivava me Madar:
“Ste fermi, guai chi’l tuca”
La snà spartea an tuclin prun, sinò
agn’era par nisun.
Cume l’era bruta la fam, cara la me
gent..
C’un na ciopa at pan e an po’ at lat in
n’a scudela, pensa la mè vita cum’la
saria stada bela…
di Afro Negri
F L O R A R I O :
UN TRISTE RICORDOUN TRISTE RICORDOUN TRISTE RICORDOUN TRISTE RICORDO
(a cura di Floriana Bissoli)
P O E S I A :
P a g i n a 1 2 i n C O N T A T T O . n e t
I SAPORI DI UNA VOLTAI SAPORI DI UNA VOLTAI SAPORI DI UNA VOLTAI SAPORI DI UNA VOLTA Le ricette della nostra tradizioneLe ricette della nostra tradizioneLe ricette della nostra tradizioneLe ricette della nostra tradizione
I CRAUTII CRAUTII CRAUTII CRAUTI Non è un piatto tipico delle nostra
zona, è un piatto del trentino alto
adige, e più in su, ma anche da noi ci
sono cultori di questo contorno un
po’ particolare che si accompagna
molto bene con i cotechini, che inve-
ce sono salumi tipici della pianura
padana e del periodo in cui ci trovia-
mo, quindi daremo la ricetta per chi
sa apprezzare questa verdura…..e
chi sa, che chi arriccia il naso non si
ricreda…. tutto è possibile in cucina.
INGREDIENTI: INGREDIENTI: INGREDIENTI: INGREDIENTI: per quattro persone: -
1 cavolo cappuccio grosso oppure 2
piccoli; Sale e pepe; Aceto quanto
basta; Olio di girasole; Qualche chio-
do di garofano; 1 dado
PREPARAZIONE:PREPARAZIONE:PREPARAZIONE:PREPARAZIONE: Tagliate il cappuccio
a strisce fini e lavatele bene, ponete-
le in una pentola capiente, salate e
pepate e aggiungete un po’ di olio,
durante la cottura è possibile si formi
tanta acqua, quindi scolatela e ag-
giungete ancora un po’ d’olio. Quan-
do il cappuccio comincia a cambiare
colore aggiungete un po’ di aceto
(aggiungete l’aceto sempre un po’
alla volta perché i crauti non risulti
troppo aspri) e continuate a cuocere
la verdura aggiungendo i chiodi di
garofano. La cottura dei crauti deve
essere lenta, aggiungendo di tanto in
tanto aceto, sale e pepe finchè i
crauti sono giusti di sale e agri il giu-
sto senza esagerare, perché non
risultino troppo forti.
Vi dò un consiglio: preparate i crauti
il giorno prima della consumazione,
saranno sublimi e possono accompa-
gnare il cotechino, ma anche un
buon brasato. Accompagnate con un
buon vino rosso, visto il periodo az-
zarderei un novello di sangiovese……
e buon appetito.
P.S.: dedico questa ricetta al ricordo
di mia mamma da cui l’ho imparata
e a Monica che gentilmente l’ha
chiesta e che è una buongustaia.
(a cura di Nonna Flo)
SI RINGRAZIA:SI RINGRAZIA:SI RINGRAZIA:SI RINGRAZIA:
È con questa frase
---- “Miracolo a Betlemme” “Miracolo a Betlemme” “Miracolo a Betlemme” “Miracolo a Betlemme” ––––
che molte testate giornalistiche hanno
commentato la partita di calcio dispu-
tata tra la Seleçao Internazionale Sa-
cerdoti e la Federazione Calcio Palesti-
nese.
L’esperienza della partita di calcio a
Betlemme nei Territori occupati è ser-
vita soprattutto a noi, alla squadra,
per renderci conto dell’importanza
strategica dello sport e dei legami che
si possono vivere e celebrare con altri
cristiani che vivono in situazioni in cui
la fede è il punto fondante di tutta
un’esistenza. Abbiamo vissuto una
festa unica. Indipendentemente dal
risultato, era per noi fondamentale
esserci e testimoniare da preti la no-
stra adesione a questa Terra Santa.
L’esperienza è stata vissuta il 26 otto-
bre scorso allo stadio Al-Khader di
Betlemme, dove la Seleçao Internazio-
nale Sacerdoti Calcio ha disputato una
partita di calcio contro la Nazionale
palestinese, all’insegna dello slogan
Sacerdoti di pace: i nostri messaggeri
per una vita senza frontiere, in occa-
sione del primo trofeo Diomira Travel
Un gol per la pace. L’idea, partita dalla
tour operator di Diomira Travel, Adria-
na Sigilli, che ha organizzato la trasfer-
ta dei sacerdoti, è stata fortemente
sostenuta da padre Ibrahim Faltas,
francescano egiziano, responsabile
della Fondazione Giovanni Paolo II per
il Medio Oriente, che ha creato
un’accademia di calcio per i giovani
palestinesi (Footoball Academy): «Qui il
calcio è tutto. I ragazzi lo adorano. È
un modo per farli uscire dalla violenza,
dall’Intifada. Tramite lo sport, si può
arrivare alla pace». Immergersi in un
mondo che senti che ti appartiene,
perché “tutto è nato lì”, ma che ora si
presenta così diverso e così apparen-
temente lontano, mi ha permesso di
sperimentare la grandezza dello sport,
capace davvero di superare gli stecca-
ti mentali che condizionano le relazio-
ni con le persone e che poi danno ori-
gine anche a steccati reali.
Infine, essere oggetto di
un’accoglienza così grande, così pro-
fonda come quella che ci ha dimostra-
to il popolo palestinese, mi ha stupito
non poco: noi in fondo siamo solo un
gruppo di (fortunati) preti calciatori.
Un’altra piccola pagina di storia è sta-
ta scritta. Ma il goal vero e vincente è
che almeno per questa volta le notizie
da Betlemme ci hanno raccontato che
la gente e soprattutto i bambini hanno
voglia di giocare, inneggiare alla gioia
del dono della vita, nonostante il muro
di separazione che ne limita la libertà.
(a cura di Don Alberto)
SELESELESELESELEÇÃÇÃÇÃÇÃO SACERDOTI CALCIOO SACERDOTI CALCIOO SACERDOTI CALCIOO SACERDOTI CALCIO La partita più importante continua a essere quella per la pace!La partita più importante continua a essere quella per la pace!La partita più importante continua a essere quella per la pace!La partita più importante continua a essere quella per la pace!
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