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Haiku prima A Rocca de’ Baldi 2012-2013

GIUSEPPE GIANNINI

Luna guerriera

che con spada di luce

trafigge nubi.

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Fiore: la nuova

vita che sboccia gialla

risveglia sguardi.

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Api volanti

gironzolano lievi

tra fiori belli.

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Acqua limpida

sorgente di vita per

gli animali.

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Sole di plasma

che riscalda la terra

costantemente

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Un pensionato

corre in bicicletta

felicemente

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Monviso bianco

montagna di diamante

Che ci sorveglia.

IRENE ROSSETTI

Prato di fiori

unione naturale

sopra un fiume.

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Sole riscalda

l’aria che circonda

la sedia vuota

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Curiosi sono

i pruni giapponesi

fermi guardano.

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Il cinguettio

nel centro del silenzio:

la melodia.

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Mare di giada.

Moto di vento lieve

osservo da qua.

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Casa lasciata

nuda, sola nel campo

osserva tutto.

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Di acqua fredda

l’erba è circondata:

lì cresce alta.

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Cielo di stelle

illumina la notte.

Diamanti bianchi.

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Lì abbaiano

i cuccioli belli

In bau maggiore.

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Nel cielo, bianco

il Monviso appare.

Pietra topazia.

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Fiore rinchiuso

lì nel vecchio giardino:

cerca libertà.

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Fresco zircone

il ruscello brillante.

Per sempre così.

GIULIA GORRINI

C’è l’erba verde.

Ecco una farfalla.

La primavera.

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Fiore antico

solitario resta lì,

brilla nel buio.

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Una zanzara

si specchia nell’azzurro

candido mare.

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Neve brillante,

rosa primaverile.

Ecco la luce.

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Il sole brucia

la testa dei bambini.

Ecco l’estate.

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L’erba rinasce,

vedo case antiche

il cielo brilla.

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Uccelli vedo

il sole si riflette.

Luccica il mar.

DANIELE BARGE E SABER BEKHALFI

Ippocastano

alla ricerca di un

cielo disperso.

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Delle ortiche

proteggono il prato

pieno di erbe.

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Le nuvole che

si specchiano nell’acqua

molto povera

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Il muro che ci

circonda. Il cielo

risplende chiaro.

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Il fieno dorme,

profuma di erba che

è molto secca.

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Ecco uccelli

che cantano l’arrivo

degli studenti.

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I fiori sono

molto splendidi come

il sole giallo.

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Il corso d’acqua

percorre il suo cammino.

L’acqua risplende.

HARMANJIT SINGH E RICHARD PULIGA

Un muro rotto

che assomiglia molto

a una muraglia.

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Sono tre cani

che non hanno finito

di abbaiare.

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Campi arati.

La luce del Monviso

spicca il volo.

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Un bel bambino.

Un rombo di trattori

distrugge tutto.

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I papaveri

rossi e gialli

con margherite

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Un sassolino

in un’acqua stagnante

cade e fa splash.

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C’è un calore

che sta toccando pietre

quelle del Pesio.

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Di questa puzza

non si sa chi l’ha fatta,

forse un cavallo.

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Una baracca

sembra abbandonata

in un bel campo.

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Dentro la scarpa

si trova un calzino

e lacci oro.

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Uno splendente

cielo con sfumature

di color bianco.

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In una stalla

ecco balle di fieno

chiuse da dietro.

ROSSELLA TALLONE

Quella gramigna,

attaccata al muro,

sembra smeraldo.

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Il papavero,

mosso dal vento fresco,

è l’essonite.

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Come missile,

l’abete smeraldino

spicca in cielo.

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Nella bialera,

la pianta trasportata,

scorre felice.

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Il girasole,

quarzo occhio di tigre,

dorme al sole.

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In fattoria

una balla di fieno,

color topazio.

GLORIA BRIGNONE

Gli uccellini,

il caldo e i fiori:

ecco l’estate.

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La neve brilla

sul Monviso e dice:

vedo angeli.

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Mare di giada

sullo sfondo blu chiaro

acquamarina.

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La rodulite

in quel cielo

sangue profondo.

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Bordo bialera

ametista intensa

è questo fiore.

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Acquamarina,

lo zaffiro, lo smeraldo.

E ametista.

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Abete verde,

cielo acquamarina.

Caldo estivo.

Vedo una casa

che è abbandonata.

Sola da molto.

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Color rubino

imprigionato dietro

una rete vecchia.

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Nella bialera

Rossella è caduta.

Poveretta lei!

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Casa fantasma.

Paurosamente ulula

la ragnatela.

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Alberi scossi

da questo vento fresco.

È primavera.

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Le scarpe marce

e bianche di Ornato

sono marroni.

ENRICO DANNI

Il breve fiume

avanza lentamente.

Chiaro silenzio.

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Piccola sedia,

molto triste e sola,

ti culla il sol.

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Monviso bianco,

come angelo grande

tu guardi tutti.

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Tu ruscello

vai silenziosamente

verso il mare.

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Il fico vecchio

racconta una storia

molto antica.

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Mare di erba

simile alla giada

rotto da piante.

DAVIDE CRAVERO E MATTIA TONELLO

L’erba tenera,

un trattore distrutto

fanno figura.

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Un alto monte:

è il Monviso bianco,

è un diamante.

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La casa grande.

Il silenzio intenso

spicca nell’erba.

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Noi 24 ragazzi

in terra sembriamo

il sole d’oro.

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L’acqua scivola

e il sole riflette

come zircone.

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Un grande prato.

Spunta un papavero

come rubino.

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Un lungo fiume.

Ascoltano le acque

la giada rossa.

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L’erba tenera

come un gelsomino

splende e spicca.

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Una bialera

con una rana verde

corre nel prato.

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Sole che sorge.

Fiori bianchi sbocciano

simili all’alba.

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Sotto le foglie

compare la primula

come la perla.

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Primule sulla

riva, come pesci che

stanno a galla.

KEVIN BALLS (E CRISTINA ROVERE)

Tutti i cani

Cantano dell’arrivo

Dei bambini

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I papaveri

sembrano un sole appena

tramontato

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Il Monviso è

come un angelo e va

in paradiso.

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Cascina diroccata

nel mezzo del prato

aspetti calma.

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La libellula

vola leggera, foglia.

Acqua cristallo.

SOUKAINA BOUTAHRI

Si specchia nel blu

luna piena del cielo

come la donna.

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La rana verde

salta sulle ninfee

per divertirsi.

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È solitario

in mezzo al suo prato

l’albero d’oro.

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C’è una coperta

di color bianco

ed è l’inverno.

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Qui dentro sto.

Prigioniera io sono.

Sono la rosa.

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Io ti abbraccio,

ti difendo, albero.

E tu cosa mi fai?

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Con lo sfondo blu

il prato tricolore.

Albero verde.

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Pietre bagnate.

L’acqua frusciante e blu

è il torrente.

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Erbetta gialla.

Fiori ancora chiusi.

È primavera.

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Acqua celeste

come quella turchese

del mio ruscello.

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La pietra liscia

trascinata dall’acqua.

Ora sono qui.

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Un mare d’erba.

Alberi come onde

mosse dal vento.

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Ali ho messo,

sto per volare lassù.

Ah! Solo nebbia.

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Sono da sola.

Sono disabitata.

Io, casa vecchia.

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I papaveri

occhi di rubino,

miei piedi verdi.

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Casa cadente

Sola, abbandonata

Da tanto tempo.

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La mia colonna.

io la abbraccio solo.

Suo figlio, fico.

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Esercito mio,

soldatini alberi

mi difendono.

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Il campo verde.

Soldatini alberi

lo difendono.

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È color rosso

il pruno giapponese.

Ha buoni frutti.

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GUENDALINA MARABOTTO

Strada sterrata.

Rumore di trattore

uccelli spacca.

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Strada sterrata.

Il teatro di ombre.

La casa sola.

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Di acqua fresca

la bialera è piena.

Lucido specchio.

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Svolto in strada.

Muro lungo di pietre

storie racconta.

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L’onda dell’erba.

Noi seduti su spiaggia

di strada dura.

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Casetta sola.

Resta da anni fra

piante attorno.

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Albero verde.

Il papavero rosso

mosso dall’aria.

FRANCESCO ORNATO

Ciliegie rosse,

lasciano solo semi

le balde gazze.

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Acqua frusciante

casa di molti pesci,

guizzi di vita.

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Luna arde di

Ombra nel mare. Molte

Sono le stelle.

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Oh! Un porcino.

Perla nel sottobosco

Della natura.

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Nella lanterna

La rosa carcerata

Vive e vive…

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Luna è sola.

La vita è assente,

non c’è anima.

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Barba di ghiaccio.

L’ultima rosa è

Sopravvissuta.

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Due sono fiori.

Gli altri sbocceranno.

Noi attendiamo.

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Il muro grigio

Nel campo tricolore

È secolare.

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Il fiume scorre.

Sicuro e forte, va

Perennemente.

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Anemoni di

Montagna: stella fra la

Boscaglia secca.

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Il trattore che

È abbandonato lì

Aspetta calmo.

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Spicca il volo

Monviso, sembra

Nello zaffiro.

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Il silenzio è

Spaccato da un rombo

Di un trattore.

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Non sei a scuola,

fortunato Monviso.

Gioca comunque!

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Dalla spiaggia noi

Osserviamo il campo,

Mare di giada.

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Barca di grano

Cammina e va calma.

Senza la fretta.

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La scarpa marcia.

Tanto la mamma lava,

già arrabbiata.

SOFIA TERRENO

Cagnolini che

ci accolgono sempre

molto contenti.

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Nuvoletta che

fa santo il Monviso

aureola.

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Strade diverse

staccano due mondi:

città, campagna.

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Mare erboso,

il vento fra le onde:

madre natura.

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I papaveri,

granati sempre soli

in un giardino.

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Abbandonata,

la casa con camino

cerca amico.

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Ciottoli dentro

il torrente bambino

sempre veloce.

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Marrone, giallo,

verde ancora, come

nostra bandiera.

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La ragnatela

bagnata di rugiada

sulla foglia.

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Un prato colmo,

stelle bianche di latte.

Cielo sereno.

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Solitudine

di una sedia vuota,

colma di calore.

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Colombe d’oro

mandate dal signore

portano pace.

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L’antichità. Ah!

La casa molto vecchia,

finestra rotta.

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Non ti scordare

di quei fiori piccoli

e delicati.

GIORGIA COSTANTINO

Vedo il fiore,

quel magico vivere

senza il male.

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Voglio vivere

quei vecchi tempi per non

dimenticarli.

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Appena ti vedo

il tuo rosso accende

i papaveri.

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Svoltiamo lenti

mentre una macchina va.

Ah, il traffico!

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Vedo una torcia

mentre il sole brilla

e mi acceca.

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Questa montagna

lievemente vive

divertendosi.

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Questo ruscello

porta ricordi vivi

invisibili.

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La casa vecchia.

Da questo panorama

vedo dei campi.

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Acqua limpida

in cui posso vedere

la mia anima.

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Prato esteso.

Un sorriso mi dona

incontrandomi.

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Vecchi attrezzi.

Vedo in un passato

la vecchia vita.

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Sento cantare

uccelli indifesi.

Ah, la natura!

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Quel fiore nasce

scoprendo la bellezza

della natura.

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Cani cantate

questo suono acuto.

Gli animali.

SARA GALLI

Quercia maestosa

spicchi nel prato verde.

Occhio splendente.

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Onde tranquille

rispecchiano la luce.

Pietre preziose.

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Sole riflesso

nell’acqua bianco luce.

È la libertà.

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Cade il suo

quaderno come barca

nella corrente.

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Lucertolina

che corri sul muretto

di pietre rosse.

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Abete verde

come smeraldo puro

solo, al centro.

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Il giallo fieno

simile a topazio

profuma l’aria.

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Campo di grano

innanzi al Monviso

come angelo.

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Sta la linea

di pietre fini

all’orizzonte.

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Lunga sei tu

foglia rossa e verde:

sei il sole.

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Tutti i cani

cantano all’arrivo

dei bambini.

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Sono nel prato

i rossi papaveri

come rubini.

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Il sole giallo

risplende sui fiori

col venticello.

NISSRINE MEDDAH E ARIANNA CASTELLINO

I cani sono

rumorosissimi e

ferocissimi.

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Il trattore è

arrugginito come

il ferro rotto.

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I quattro cani

mordono come dei

leopardi.

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Occhi azzurri,

guarda il Monviso

che favoloso!

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Nell’erba verde

spuntano dei fiori

rubini vivi.

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Casa deserta

spunta nell’erba come

montagna sola.

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Raggi di sole

si perdono nell’acqua

della bealera.

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Cielo azzurro,

cantico d’uccellini.

Che giornata!

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Che papaveri!

Rossi, profumati

come la rosa.

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Piccola strada

allegra: è lunga ma

è favolosa.