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In questo numero:

Attualità-

Costituzione-

Laborfantasy-

Camposcuola-

Poesia

Periodicodella parrocchia SanBernardinoRealino in Lecce

N° 172

Luglio2011

“NON SON P IU ’ IO CHE V IVO, “NON SON P IU ’ IO CHE V IVO, MA CRISTO CHE V IVE IN ME”MA CRISTO CHE V IVE IN ME”

Carissimi, come ogni anno, con la festa del nostro patrono San Bernardino Realino, nuovo di restauro, portiamo a termine le attività pastorali che ci hanno visto impegnati nella crescita della fede nel corso dell’anno. Naturalmente ogni chiusura chiede di fare delle verifi che che servono per programmare e perfezionare la nostra vita cristiana. Quest’anno mi farò aiutare da San Paolo che scrivendo alla comunità dei Filippesi li incoraggiava dicendo: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù”, parole che rivolgo a voi miei cari parrocchiani e che ci danno la bussola per vivere la nostra fede nella piena santità. Carissimi, non si può essere strumenti di salvezza di Dio, se non si diviene in tutto come Cristo Gesù. Per questo San Paolo ci invita ad assumere con gioia la vita di Cristo nella concreta ferialità dei comportamenti personali e sociali. Cristo non si è mai aggrappato alla sua condizione divina, ma volontariamente ha scambiato il suo modo di essere divino con quello umano e terreno, “obbediente fi no alla morte e di croce”. San Paolo esorta la comunità di Filippi ad avere un agire personale e pubblico degno dell’Evangelo, cioè coltivare il desiderio di vivere la pienezza della gioia con lo stesso sentire di Cristo morto per amore. Infatti Gesù con il suo scendere (kenoè, cioè “rendere vuoto, annientare”) rompe defi nitivamente l’antica tentazione di Adamo, mai sopita nell’uomo, “diventare come dei”: il cercare di avere di più, contare di più, presumere di sapere di più, vivere di più. Carissimi, incoraggiato dalla testimonianza di San Paolo, “mi ha amato e a dato se stesso per me”, che propone Cristo Gesù alla sua comunità, indegnamente, facendo mie le sollecitazioni dell’Apostolo vi ricordo: “non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma quello degli altri”. Questo è vivere una santità di vita che evangelizza ed irradia il mondo. Per questo Annalena Tonelli, missionaria laica, che chiamavano la “Madre Teresa della Somalia” uccisa il 5 ottobre 2003, nel suo testamento spirituale, affermava: “Eppure la vita ha senso solo se si ama. Non c’è che una sola tristezza al mondo quella di non amare”. Carissimi, Dio ci vuole bene, ci ama, per questo l’etica cristiana, manifestazione della fede incarnata, non si nutre di precetti e comandi, ma si fonda sulla partecipazione per fede al volerci bene di Gesù fi no a donare la vita per noi. Per questo lo sforzo da realizzare è pensarci conformati a Lui “non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me”. Augurio che porgo a tutti voi oltre al buon riposo estivo. Don Michele

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“CONOSCO LE MIE PECORE”

Prima Le era Pastorale di Mons. D’Ambrosio alla Chiesa di Lecce

A conclusione della Messa Crismale del giovedì santo, il nostro Vescovo, Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, ha fatto dono alla Chiesa di Lecce della sua prima Lettera Pastorale “Conosco le mie pecore”, nella quale vengono tracciate le indicazioni per la prossima visita pastorale, che egli ha defi nito una grande avventura e un segno di grazia. Il primo capitolo della lettera si apre con la pericope evangelica del Buon Pastore (Gv 10, 11-18), proprio perché chi viene a visitarci, afferma il Vescovo, è Cristo Gesù. Segue poi, una bellissima lectio divina di questo brano del Vangelo di Giovanni, nella quale viene sottolineata la bontà del pastore che ama le sue pecore, tanto da offrire la sua vita per loro. Ed è quest’amore che distingue il buon pastore dal mercenario, che è un pastore a cui le pecore non appartengono in proprio. Gesù è il vero buon pastore perché conosce intimamente ed è conosciuto dalle sue pecore. Questa conoscenza reciproca, afferma il Vescovo nella sua lectio, è un’estensione della mutua conoscenza che c’è tra il Padre e il Figlio. Mons. D’Ambrosio conclude il primo capitolo con delle preziose applicazioni pastorali. In primo luogo, il primato dell’ascolto della Parola, chi ascolta la voce di Gesù lo segue, è Lui l’unico mediatore tra Dio e gli uomini. A noi il compito, scrive il nostro Vescovo, di conoscere e approfondire questa unione al Cristo Pastore imparando sempre più ad ascoltarlo e avendo fi ducia nella sua guida e nella sua difesa e protezione contro ogni pericolo.

Nel secondo capitolo, “Il Buon Pastore. A sua immagine”, troviamo l’analogia tra il Buon Pastore per eccellenza, il Signore, e il ruolo dei pastori nella chiesa (papa, vescovi, sacerdoti), che sono sacramenti del Buon pastore e allo stesso tempo ministri della sua azione di grazia per il bene di tutti. Primo compito del pastore (vescovo, sacerdote) è quello di annunciare la Parola di Dio. Nelle comunità, in particolare il vescovo e con lui i presbiteri, devono incarnare l’immagine vivente del Buon Pastore che raduna e guida le pecore nell’amore. Nel terzo capitolo: “Educare alla vita buona del Vangelo”, si sottolinea come fondamentale è che ogni battezzato si spenda per la crescita integrale della persona. Diventa chiaro, afferma il Vescovo, una sottolineatura che Papa Benedetto XVI riporta negli Orientamenti Pastorali: «La complessità dell’azione educativa sollecita i cristiani ad adoperarsi in ogni modo affi nché si realizzi un’alleanza educativa tra tutti coloro che hanno responsabilità in questo delicato ambito della vita sociale ed ecclesiale». E’ importante riscoprire, afferma il vescovo, la vera natura dell’educazione che non consiste nell’impartire nuove regole o nel proporre valori. Si tratta di camminare insieme verso ciò che vale, di coinvolgersi personalmente con la vita dell’altro per sostenere il suo bisogno di crescere e di scoprire la realtà. In questo noi cristiani siamo fortunati, perché possiamo attingere continuamente all’esperienza e alla vita della Chiesa, madre e maestra. Nel quarto capitolo vediamo come alla famiglia spetta il primato educativo, nonostante le diffi coltà che le famiglie di oggi possono attraversare. Dobbiamo aiutare

la famiglia, scrive il Vescovo, ad essere protagonista attiva

dell’educazione, non solo per i fi gli, ma per l’intera comunità. Ogni famiglia è soggetto di educazione e di testimonianza umana e cristiana e come tale va valorizzata, all’interno della capacità di generare alla fede propria della Chiesa. La pastorale familiare globale deve farsi carico delle famiglie in proiezione, delle famiglie in fi eri, di quelle in atto e delle situazioni “irregolari”. La visita pastorale vorrà aiutare le famiglie, continua Mons. D’Ambrosio, a riscoprire, riaffermare e ribadire questo compito genitoriale con proposte, sussidi, celebrazioni che richiamano la peculiare responsabilità di educazione alla fede dell’intera famiglia. Il quinto capitolo della lettera pastorale è dedicato all’educazione delle nuove generazioni. Di fronte alla constatazione della lontananza della maggior parte dei giovani dalla vita delle nostre comunità, la Chiesa, esorta il nostro Vescovo, è chiamata ad interrogarsi su come poter strutturare le comunità stesse, affi nché divengano luoghi di ascolto, accoglienza e accompagnamento dei nostri ragazzi. Nel corso della prossima visita pastorale il Vescovo intende dedicare ampi spazi all’incontro con i giovani, per ascoltarli, cogliere le loro domande, intuire il loro bisogno di Dio, dare risposte alle loro attese e con loro iniziare a progettare la primavera della nostra Chiesa, che confl uirà nel Sinodo dei giovani della Chiesa di Lecce. Nelle conclusioni di questa lettera pastorale, che tanto ci aiuta a rifl ettere, il nostro Vescovo scrive: «Questa lettera che consegno a tutti voi è il ricordare la priorità del nostro compito: il Vangelo da portare e annunziare. Verrò a visitarvi per ricordare ancora e ripresentare l’unum necessarium, la buona e bella notizia». Gabriella Licheri

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CHE FORTE PAPA’, IL TUO PERDONO E’ UN DONO!

Domenica 15 maggio, nella nostra parrocchia abbiamo celebrato il sacramento della Riconciliazione, a cui si sono accostati 35 bambini. Il tema centrale di quest’anno catechistico è stato il perdono, far capire ai bambini l’importanza di questa parola nell’accostarsi a tale sacramento, far comprendere loro come Gesù attraverso le parabole ci vuole insegnare a perdonare, a capire come fare, perché Lui ci perdona sempre. Gesù, durante la sua vita terrena, pronunciò sempre parole di Perdono, anche negli ultimi istanti di vita sulla croce (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” Lc 23, 34).Con questi bambini abbiamo fatto un cammino di fede lungo tre anni, li abbiamo visti crescere e anno dopo anno abbiamo cercato di far conoscere loro questo Gesù, che è amore. Ma a volte seguire i suoi insegnamenti ed essergli fedele comporta anche impegno e sacrifi cio. L’ultima settimana è stata molto intensa e sentita da parte dei bambini, essendo stato il nostro parroco don Michele a voler fare questo cammino di preparazione alla prima Riconciliazione, dando loro ogni giorno una scheda: “CHE FORTE PAPA’, IL TUO PERDONO E’ UN DONO!”. Il tema è stato incentrato sulla parabola del PADRE MISERICORDIOSO (Lc 15, 11-32), elaborando poi delle rifl essioni per poter capire meglio come prepararsi a ricevere questo sacramento. La celebrazione della prima Confessione ha avuto come fi lo conduttore la PARABOLA DEL BUON PASTORE (Lc 15, 1-7), in cui Gesù stesso dice: “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore pentito, che per novantanove giusti” . Dopo la lettura del Vangelo, alcuni bambini, a nome di tutti, hanno fatto l’ESAME DI COSCIENZA e dopo aver invocato il perdono del Padre con la preghiera che Gesù ci ha insegnato, il Padre Nostro, si sono accostati individualmente a ricevere il sacramento del Perdono. Per noi accompagnare e guidare questi bambini è stata una grande emozione, prima come mamme e poi come catechiste, sperando che come ognuno di loro è stato un arricchimento lasciando dentro di noi un segno, speriamo che anche noi per loro siamo state delle buone guide. Annalaura Ginepra

L’AMICIZIA E’....Un dono senza il quale non si può vivere. L’amicizia è un sentimento che lega due persone in un profondo legame. Serve a consolarti nei momenti di bisogno e a confi dare ogni segreto. Alessandro GiannottaQualcosa in cui credo, ma è anche qualcosa di molto raro e diffi cile da trovare. Io infatti ci vado piano prima di iniziare un’amicizia, perché qualche volta, purtroppo, sono stata delusa.

Erika ContinoIo non credo nella frase “si deve dare senza aspettarsi di ricevere”, perché l’amicizia, secondo me, deve basarsi sull’amore e sulla fi ducia reciproca. Una persona potrebbe anche dare all’amico tutto l’amore del mondo, ma se non ricevesse in cambio niente, io credo che tutto quell’amore andrebbe sprecato. Perciò è importante saper distinguere l’amicizia vera dalle amicizie di convenienza che fanno solo soffrire.

Eleonora Serafi noL’amicizia è alla base della vita, ti aiuta a crescere e a saper distinguere le persone giuste da quelle false, che possono contagiare in maniera negativa, ma poi ci sono amicizie giuste che ti insegnano a voler bene-

Ilaria ConsaniL’amicizia per me è quel sentimento che ti riempie il cuore, avere un amico è importante, sapere di avere una persona leale al tuo fi anco ti fa affrontare le diffi coltà della vita con la convinzione di non essere solo.

Elisa MadaroCredo che oggi l’amicizia si basi più su un fatto di tendenza e di idee e non più in quanto puoi tenere ad una persona. Anche perché già dalla prima media le ragazzine diventano donne, secondo il loro pensiero, oramai non si ha più neanche la possibilità di “crescere”. Maria Quarta

Per me l’amicizia è il sentimento principale, il più importante tra quelli che risiedono in noi. E’ diffi cile trovare quella vera, ma quando si riesce nell’impresa, ci si sente in qualche modo completi. L’amico è la persona della quale ti fi di ciecamente, nella mano della quale, lasci una parte del tuo cuore, è la persona che non ti giudicherà mai e che ti accetterà qualche cosa tu faccia. Un amico è prezioso, e per lui si deve essere pronti a tutto. Agnese De Giorgi

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ATTUALITA’IL FILOBUS DELLA DISCORDIA

I Leccesi sono ancora in attesa che prenda fi nalmente il via la linea metropolitana di superfi cie, in realtà consistente in semplici fi lobus. Intorno al varo di tale intervento destinato, nelle intenzioni dei promotori, a segnare una tappa decisiva nello sviluppo e nella modernizzazione della mobilità collettiva cittadina, si è nel recente passato innescata una accesa polemica politica, che ha trovato ampio riscontro nell’opinione pubblica, non bene impressionata, tra l’altro, dalla selva di pali disseminati nelle principali arterie stradali per la linea elettrica di alimentazione e dagli incerti benefi ci immediati del nuovo sistema di trasporto, in precedenza mai utilizzato nel nostro territorio. Pur nella plausibile ragionevolezza delle argomentazioni di entrambi i fronti contrapposti, è indubbio che la fi lovia costituisca un sistema di trasporto antico ma sempre valido, soprattutto per la sua connotazione ecologica (stante l’assenza di emissioni e la quasi inesistente rumorosità dei mezzi) e i contenuti costi di esercizio. Non a caso, in tutte le grandi città non solo italiane (vedasi in particolare Milano e Roma) sono da quasi un secolo operative parecchie linee fi loviarie ad esclusiva alimentazione elettrica, anche di lunga percorrenza, a testimonianza del rilevante spazio che tale mezzo di trasporto pubblico occupa ancora nell’ambito delle moderne politiche di mobilità collettiva urbana. L’entrata in funzione della fi lovia leccese deve però essere inserita in un organico piano urbano dei trasporti, che orienti la mobilità collettiva verso il mezzo pubblico (rendendolo ovviamente più effi ciente e validamente alternativo al mezzo privato, sul piano dei costi, dell’ampiezza della copertura dell’ambito territoriale e della ragionevolezza dei tempi di percorrenza e frequenza delle corse) e contestualmente promuova un maggiore uso dei veicoli a due ruote ed in particolare della bicicletta, con la realizzazione di vere piste ciclabili (non limitate alla verniciatura di alcuni tratti di marciapiede da sottrarre ai pedoni), sfruttando la naturale conformazione pianeggiante del nostro territorio cittadino. Per di più, solo un coerente sviluppo di interventi in tal senso può favorire fattivamente la vocazione turistica di Lecce, rendendo la nostra città idonea a offrire ai visitatori servizi a misura d’uomo che agevolino al meglio un piacevole soggiorno e la fruizione delle bellezze artistiche ormai sempre più note anche a livello internazionale. Ma il presupposto di base per affrontare al meglio tali problematiche sempre più impellenti per l’equilibrio generale dell’ambiente e dell’economia cittadina è una effi cace sensibilizzazione di tutti noi verso la necessità di limitare il più possibile l’uso delle automobili (anche se le carenze strutturali e le attuali esigenze e i ritmi della nostra vita quotidiana rendono ciò oggettivamente molto diffi cile), accettando la sfi da di una mobilità meno agevole e confortevole, ma senz’altro più salutare per il nostro organismo e le nostre tasche. Giorgio Serafi no

CALCIO-SCOMMESSE: CI RISIAMO UN’ALTRA VOLTA!

L’italico mondo del pallone sembra affl itto da una malattia cronica ormai divenuta forse inguaribile: la tendenza ad essere periodicamente investito da scandali riguardanti scommesse illecite sui risultati addomesticati di partite truccate con la complicità di alcuni dirigenti, allenatori e calciatori disposti a buttare alle ortiche i principi di lealtà sportiva e correttezza professionale in cambio di ingenti somme di denaro. Anche se l’ultima clamorosa vicenda del genere, esplosa nelle scorse settimane da un’indagine della Procura di Cremona, sembra essere di portata più limitata rispetto al terremoto del 2005-2006 (che originò inchieste e processi ancora ad oggi non conclusi), è comunque gravissimo che, a distanza di oltre trent’anni dal primo devastante scandalo del calcio-scommesse, esistano ancora numerose persone che cerchino di arricchirsi ulteriormente alterando i risultati delle partite di calcio, quindi gettando ancora più fango e discredito su quello che un tempo veniva giustamente defi nito il più bello spettacolo del mondo. Per il nostrano mondo dei calcio, già affl itto tra l’altro dai mali endemici della sconsiderata gestione economica di molti club, dell’eccessiva pressione mediatica, del carente sviluppo dei vivai, dei discutibili comportamenti personali di molti suoi protagonisti, delle frequenti violenze di ampi settori delle tifoserie e di taluni episodi sospetti di doping, la vicenda oggetto delle indagini di Cremona rischia di trasformarsi in un’ennesima pesante tegola su un organismo traballante e ancora puntellato solo dalla residua sincera passione dei tifosi e dagli interessi economici e fi nanziari che gravitano intorno a questo sport. A questo punto, essendo evidente l’inutilità di ennesimi richiami alla morale e alla necessità di sensibilizzare tutte le coscienze verso l’inaccettabile gravità della frode sportiva, specie se fi nalizzata al guadagno illecito, bisogna auspicare che la nuova indagine, pur nel dovuto rispetto delle garanzie difensive, reprima severamente il fenomeno e ponga le

premesse per un risanamento globale e defi nitivo del mondo del calcio, che costituisce ancora l’asse portante di tutto lo sport italiano. Giorgio Serafi no

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L’ARTE POETICA

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Fratel fardello

Me ne andavo col fardello sulle spalletrascinandomi con passo appesantito,i piedi freddi nelle scarpe intrisedi pioggia lacrimante da quel cieloriluttante, impietoso, confusocome un gioco di luci nella nebbia.

La gente che compare e che scompare,quei volti senza un’ombra d’espressione,senza alcun colore di emozione,ma il colore della pelle, sì,quella si vede, è scura, e nella nottesi confonde, ma basta un semplice sorriso ad accendere una luce arcana dalla bocca aperta nel chiedere un centesimo per dono.

Quanto imbarazzo, quanta ipocrisia:si può sempre ignorare quel fratelloche chiede fi ducioso con gesto silenziosodi prenderlo sul serio, come se fosse Cristo?

Ora che ce ne andiamo tutti insieme,le scarpe asciutte ed il fratello in spallami sembra più leggero quel fardelloche mi pesava più di una Croce. Salvatore Perfetto

Nuotando nei fi ori

E’ primavera,ecco un campo fi orito,e mi sento illuminare come un fi ore che sbocciaa primavera sotto il sole,nuotando fra loro.

Mamma, solo tu sei l’amore

Mamma,sei l’amore che stanco si nutre d’aria,sei il bacio che rianima il mio cuore,sei la stella che nell’occhio brilla,sei la gigantesca luna che nella notte illumina,mamma, solo tu sei l’amore

Primavera

Sboccia la primaverae vedo tanti fi ori,che sembrano un disegno fatto da Dio,il primo papavero, nato come un grande fuoco ardente.La Primavera dona colore al mondo.

Un papà meraviglioso

Il papà meraviglioso, tu.Mentre ti inseguoil mio cuore batte forte,si spezza se tu te ne vai,e fi nisce così l’amore, che illumina lamia vitae la dolcezza che ho.Non te ne andareperchè mi sento solo.

Francesco Tortorelli (7 anni)

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COSTITUZIONE ITALIANA dal 1946 ad oggi Era il lontano 1946 quando, appena usciti da una guerra terribile, che aveva causato diversi milioni di vittime, gli italiani furono chiamati, tutti per la prima volta, ad esprimere il proprio voto su due fronti: la scelta della forma di governo, Repubblica o Monarchia, e la conseguente elezione dei membri dell’Assemblea Costituente.Ebbene sì, a distanza di 80 anni circa dalla tanto sofferta unità e indipendenza, Io Stato Italiano raggiunse quell’anno due conquiste fondamentali attraverso il referendum: la repubblica e soprattutto la Costituzione, che andava a sostituire lo Statuto Albertino, concesso dal re Carlo Alberto nel 1848. Ed è proprio la Costituzione, il riconoscimento dei diritti e dei doveri dei cittadini, che distingue la democrazia da qualsiasi altra forma di stato. Nonostante l’attuale crisi economica, ma sembra soprattutto politica, in cui versa il nostro paese e non solo, noi abbiamo l’immensa fortuna di vivere in una repubblica democratica, che si fonda su un testo costituzionale bellissimo.

La Costituzione italiana è composta da 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e fi nali: i primi 12 costituiscono i principi fondamentali, seguiti dalla prima parte che si occupa dei “Diritti e doveri dei cittadini” (dall’articolo 13 al 54) e dalla seconda, “Ordinamento della Repubblica” (dall’articolo 55 al 139). Ora più che mai avverto l’esigenza, ogni tanto, di andare a leggere alcuni di questi articoli; così, per non sentirmi eccessivamente pessimista, persa di fronte ad una classe dirigente sempre più corrotta e disonesta, che tenta in ogni modo di intaccare la mia, la nostra Costituzione nei suoi passi fondamentali, persino nei primi 12 principi. È bello leggerla, perché è attuale, perché ne abbiamo bisogno, perché ci ricorda la “nobiltà”, l’onesta, la trasparenza di chi l’ha scritta, di chi per primo l’ha fatta rispettare e di tutti quelli che ne avevano rispetto, potenti in primis (che matti, no?). È bello ricordare, per iniziare, l’articolo 1,

che tutti dovremmo conoscere

e possibilmente a memoria (ma d’altra parte, come si fa a pretendere che un cittadino comune lo ricordi, quando neanche i parlamentari lo fanno?). “ L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.In questo articolo è contenuto il principio democratico: l’Italia è una democrazia (tutti i poteri della sovranità appartengono al popolo, che li esercita direttamente o indirettamente) fondata sul lavoro. Ultimamente persino questo articolo pare essere messo in discussione; la disoccupazione infatti continua a crescere e sempre più sono uomini, donne che non hanno un lavoro, privati così della loro dignità, della possibilità di sostenere la propria famiglia e di realizzare i propri sogni, progetti. Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Art. 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifi ca e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Art. 11: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Art. 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Art. 33: L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. Art. 34: La scuola è aperta a tutti.Bene, basterebbe attenersi a questi pochi semplici articoli per migliorare almeno un po’ la condizione sociale italiana. Basterebbe che qualcuno rinunciasse ai propri privilegi, al proprio abnorme stipendio (che tra l’altro è inversamente proporzionale alle ore di lavoro; come per un operaio?), che si garantisse concretamente così una maggiore parità della dignità, una maggiore uguaglianza davanti alla legge (senza che nessuno pretenda di bloccare le aule parlamentari perché ritiene di essere “più uguale degli altri”), che si promuovesse fi nalmente lo sviluppo della cultura, della scuola, che signifi ca il futuro dell’Italia e che, una buona volta, si abbandonassero delle logiche medievali e repressive nei confronti di quelli che la pensano in modo diverso e hanno il coraggio di ribellarsi al sistema (i mezzi di comunicazione sono già abbastanza monopolizzati). Ecco, sarebbe suffi ciente rispettarla un po’ questa Costituzione e forse, e dico forse, le cose potrebbero davvero migliorare. Agnese Centonze

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Siamo arrivati alla fi ne di questo percorso fantasioso con i nostri bambini, che abbiamo visto sempre partecipi, entusiasti e con la voglia di creare ancora tante cose insieme! Si è formato veramente un bel gruppo che vuole ringraziare innanzitutto Don Michele, di averci sostenuto in tutti i nostri “attacchi d’arte” (non sempre facili), e poi di sollecitare altri genitori oppure, perché no, altri ragazzi più grandi, del 9° corso di catechismo a dare un aiuto, per mandare avanti tutto questo divertimento. GRAZIE! Voce ai nostri protagonisti:- Laura F.: A me è piaciuto molto questo corso perché mi ha emozionata e mi ha aiutata a tirare fuori la fantasia e la creatività. Dopo tante bellissime creazioni è arrivata già la fi ne di questo anno e non vedo l’ora che ricominci.- Enrico S.: È stato bello quando abbiamo giocato a visual game! - Chiara R.: Quest’anno, al laboratorio, mi sono divertita tanto a fare i lavoretti. Abbiamo fatto tanti giochi e lavoretti divertenti. Sono stata contenta!- Jasna T.: A me è piaciuto molto questo corso perché abbiamo fatto tanti lavoretti e tanti giochi insieme.- Marco G.: Mi è piaciuto molto il lavoretto degli angioletti.- Laura P.: Mi piace molto, è sempre stato molto bello e divertente. I Lavoretti che mi sono piaciuti di più sono: il cestino profumato, il rosario, il pensierino di pasqua e il libro della festa del papà. Non c’è niente che non mi è piaciuto.- Chiara G.: Questo corso mi è piaciuto molto. I lavoretti più belli per me Sono stati: il serpentino, il rosario e il porta monete. I giochi passaparola e il gioco del telefono.- Diego T.: Il lavoretto che mi è piaciuto di più è stato il Pagliaccio di Carnevale.- Miriam L.: Il lavoretto che mi è piaciuto di più è il salvadanaio, perché l’abbiamo dipinto a mano e abbiamo attaccato tante farfalle e coccinelle, è stato molto bello.- Jacopo C.: Il lavoretto che mi è piaciuto di più è il cestino con la saponetta dentro, cioè il primo lavoretto.- Gioia A.: Io in questo laboratorio mi sono divertita tanto, mi è piaciuto di più il serpentino che ho chiamato Viola.- Francesco T.: Il corso mi e piaciuto molto, abbiamo giocato, lavorato con molta attenzione e poi ci hanno dato le sorprese. Il lavoretto che mi e piaciuto di più è stato quello del rosario e mi sono emozionato molto. Per quanto è durato questo corso non me lo scordo più; quindi ci voglio andare sempre. Questo corso è un sogno realizzato.- Ida M.: Quest’anno al laboratorio mi sono proprio divertita molto a creare tante cose sempre più belle. Penso che l’anno prossimo staremo di nuovo qua! Non so quale lavoretto defi nire più bello, perché sono tutti belli. Abbiamo incominciato con cose semplici e siamo arrivati addirittura a fare un teatrino!

LABORFANTASY

AL TERMINE … BUONE CACANZE

Siamo giunti, con l’aiuto di nostro Signore, al termine di un altro anno catechistico e pastorale e, con la sua grazia, ci ha fatto scoprire meglio la sua persona, attraverso celebrazioni, nei tempi forti dell’anno, guidate da segni, rifl essioni, momenti di preghiera, che hanno rafforzato la nostra appartenenza a Lui e insegnato a rifl ettere su quanto ci ami da sempre, anche quando, presi dalle cose terrene, non gli facciamo posto nella nostra vita, non diamo a Lui, nostro padre, il primo posto nella nostra quotidianità, non ci riconosciamo i tanti doni che riceviamo. Il suo amore è eterno e grande verso di noi e nella Eucaristia domenicale, donando il suo corpo e il suo sangue, ci rivela l’intimità personale con ognuno di noi. Le vacanze possono essere un momento di rifl essione interiore che ci faccia valorizzare il rapporto con Gesù Eucaristia, unica vera forza per la nostra esistenza. Viviamo nella gioia questo tempo, perché possa servire a darci uno slancio nuovo per iniziare poi un altro anno catechistico, sempre più attenti all’ascolto della parola e agli insegnamenti di Gesù Nostro amico e maestro.A tutti buone vacanze. Marinella Serafi ni

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Numeri utiliParrocchia San Bernardino Realino

Via degli Oropellai,1073100 Lecce

tel 0832/359014cellulare 3389769293

email [email protected]

Sito internet parrocchialewww.sanbernardinorealino.com

Composizione Giovanni ContinoFuecu nesciu 17 pg 8

Domenica ore 8,30 - 19,30giorni feriali ore 19,30

Orario delle Sante Messe

MUSICA MAESTRO!MUSICA MAESTRO!

Buone

vacanze

NEL PERIODO ESTIVO

Il primo campo estivo per ragazzi nella nostra parrocchia

In questo articolo vogliamo parlarvi del progetto del campo estivo per ragazzi che si è svolto nella nostra parrocchia dal 13 al 18 giugno scorsi, sia mattina che pomeriggio, durante il quale abbiamo vissuto un’esperienza davvero divertente, ma allo stesso tempo molto educativa, insieme a quindici bambini della parrocchia che hanno fatto un percorso in cui, attraverso il gioco e i vari momenti di preghiera e rifl essione, hanno imparato a stare insieme, hanno imparato cosa vuol dire essere un gruppo e di conseguenza ad aiutarsi reciprocamente. Abbiamo preso come esempio una storia di cinque ragazzi che, accomunati dalla passione per la musica, si sono riuniti formando un gruppo. Ecco, anche noi abbiamo formato un bellissimo gruppo e, anche se ci sono state delle diffi coltà, insieme le abbiamo affrontate e superate. Penso che quest’esperienza rimarrà impressa sia nei cuori dei bambini, ma anche nei cuori di noi animatori che ci siamo avvicinati e abbiamo legato ancora di più. Speriamo che quest’esperienza si possano rivivere anche il prossimo anno attraverso una maggiore organizzazione e collaborazione da parte dei ragazzi, per far sì che il prossimo campo estivo sia ancora più bello di quest’ultimo… Erika Contino

Quest’anno per la prima volta noi giovani della Parrocchia San Bernardino Realino abbiamo organizzato il campo estivo per i bambini dai 6 agli 11 anni. Con impegno ci siamo riuniti durante tutto l’anno per preparare delle attività e dei giochi al fi ne di far divertire i bambini. Per rendere più interessante il campo abbiamo raccontato ai bambini le tappe di una storia intitolata “Musica Maestro!”, facendo cogliere loro gli insegnamenti che venivano proposti. Per noi è stato importante, attraverso quest’esperienza, trasmettere ai bambini la voglia di collaborare, di aiutarsi l’un l’altro, di superare gli ostacoli restando uniti, di volersi bene in ogni occasione della vita. Con Don Michele, all’inizio di ogni giornata, tutti insieme facevamo un momento di preghiera, perché con l’aiuto del Signore e con la speranza e la con volontà si possono raggiungere i propri obiettivi e realizzare i sogni. Noi ragazzi siamo pronti a impegnarci anche l’anno prossimo per organizzare un nuovo campo estivo, certamente con più sicurezza e impegno, credendo sempre in noi stessi.

Eleonora Elisa Maria Gianmarco