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Acqua come bene prezioso da difen-dere per tutelare l’ambiente e il pae-saggio ma anche come risorsa econo-mica fondamentale per dare all’Alta Ir-pinia una nuova chance di sviluppo.Da questi due concetti prende avviola sfida che il Corriere dell’Irpinia de-cide di raccogliere recependo il gridod’allarme proveniente dalle ammini-strazioni e dai cittadini di una fetta diterritorio generoso e maltrattato. Lo famettendo al tavolo istituzioni e enti diservizio e aprendo un dibattito pertroppo tempo eluso dalla Regione Cam-pania. Lo dice il fondatore del Corriere Gian-ni Festa, introducendo il forum dedi-cato al problema della tutela della ri-sorsa idrica. «La politica e la RegioneCampania hanno latitanze clamorose»spiega ricordando quanto avvenutonella vicenda dei trasferimenti alla Pu-glia al tempo in cui governatore diquella Regione era l’attuale MinistroFitto. «Avvenne tutto in una notte ingrande silenzio e senza l’interventodel protagonista principale, la RegioneCampania - accusa Festa - da allora Pa-lazzo Santa Lucia ha continuato a ta-cere su questo argomento non capen-do che si tratta di un problema chenon è solo dell’Irpinia ma di tutte le a-ree interne del Mezzogiorno. Forse seCaposele fosse stato in prossimità diNapoli tanta disattenzione non ci sa-rebbe stata. Apriamo dunque oggi unabattaglia che non si conclude col forumma vivrà di un dibattito continuo tra i-stituzioni e territori».Anche il direttore del Corriere IvanaPicariello chemodera il di-battito si sof-ferma sulla«necessità diaffrontare in-sieme un di-battito compli-cato». E dicen-do questo sot-tolinea le «as-senze» segna-te al tavolodella discus-sione.Il dibattitoprende avviodalla conside-razione di Pi-cariello che laconcessioneall’acquedottopugliese «por-ta la data di i-nizio del seco-lo»Una constata-zione, amara,che trova con-ferma nelleparole di An-tonio Cionedelegato deldirettivo regio-nale di Cittadinanzattiva, promotoredell’incontro insieme a Lucilla Mo-relli di Ecocongress. «Il nostro territo-rio - dice Cione - è depauperato da o-gni punto di vista ma ha una grande ri-sorsa, l'acqua, che, se non valorizza-

ta negli anni passati, oggi può diven-tare motore oggi di un nuovo sviluppoper l’Irpinia, dal punto di vista econo-mico, sociale e culturale». Parlandodella convenzione, datata 1905, Cio-ne ricorda il valore corrisposto ai co-muni irpini in base a quell’accordo,700mila lire. «Se solo riuscissimo adottenere la rivalutazione di quella som-ma - dice - avremo un ritorno econo-mico a molto zeri». La puntualizza-zione gli serve per far capire che «laportata della questione è molto piùampia di quanto si possa superficial-mente immaginare».Del resto c’è la storia ad insegnarlo:«Caposele nei primi anni del secologodeva di un’economia florida. I piùanziani ancora ci raccontano che ilpaese era punto di riferimento per tut-ta l’Alta Irpinia grazie alla presenza diopifici, mulini, frantoi. Quell’econo-mia è stata col tempo completamentestravolta».Oggi però, per l’esponente di Cittadi-nanzattiva, ci sono le condizioni af-finché il territorio viva una secondaetà dell’oro. «A Materdomini c'è unSantuario da tanti apprezzato e vene-rato - dice - A Caposele ce n’è un altro,anch’esso importante, il santuario del-l'acqua, che può generare un nuovotipo di turismo. Questi due grandi luo-ghi di attrazione devono operare in si-nergia». Per far questo «c’è bisognodell’impegno di tutte le istituzioni an-che di quelle che sono mancate questamattina. Dobbiamo essere duri come lapietra per salvaguardare e valorizzareuna risorsa che nessuno come noi ha».

E agguerrito si mostra Ettore Spatola,consigliere di minoranza a Caposele,che facendo un excursus storico ricor-da la ricchezza del 1905, anno dellaconvenzione, e le rivolte del periodosuccessivo. «Lo stato a fronte dei 4mi-

la litri d’acqua captati - dice - aveva ri-servato per la popolazione irpina 363litri. Quando nel 1938 la Puglia cercòdi prendere anche quella quota ci fu u-na vera e propria sommossa popolare

e allora la cosa non andò in porto. I 363litri ci furono sottratti, per ragioni bel-liche, con decreto regio nel 1940». Al-lora e negli anni successivi, sottolineaSpatola, «la nostra politica fu la gran-de assente». Esempio è il 1999, anno

della trasformazione dell’acquedottopugliese da ente autonomo a spa. «Al-lora la provincia di Avellino, che eraterza gamba del Cda, sparì dalla sce-na». Eppure, sottolinea ancora il con-

sigliere, «il nostro ba-cino idrografico è ilpiù grande del Mez-zogiorno. Saltati tan-ti tentativi di accor-do di programma, ilproblema maggioreoggi è la RegioneCampania che perce-pendo acqua da altreregioni probabilmen-te non ha interesse dinormare entrate e u-scite idriche per il ti-more di rimetterciqualcosa».Su questa situazioneper Lello Gaudiosic'è «la necessità di fa-re un’ampia riflessio-ne». Il rappresentan-te dell’associazioneamici del Sele rac-conta anni di impe-gno civico a favore diuna battaglia che «hapreso il via negli an-ni ‘80 nell’epoca del-la ricostruzione postterremoto con Italia-nostra e il Wwf» eche ha «prodotto neltempo tanti risultatipositivi».

Tra questi Gaudiosi rimarca «la propo-sta di accordo di programma nata dal-l’azione di concertazione svolta dalnostro ente di volontariato» come «lospegnimento delle idrovora al Tredog-ge che rischiava di depauparare mor-

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Momenti del forum con la rMomenti del forum con la redazioneedazione

HANNO DETTO.........Antonio CioneDelegato Cittadinanzattiva

«A Materdomini c'è un Santuario datanti apprezzato e venerato. A Capo-sele ce n’è un altro, anch’esso impor-tante, il santuario dell'acqua, che ge-nerare un nuovo tipo di turismo. Que-sti due grandi luoghi di attrazione pos-sono e devono operare in sinergia. Perfar questo c’è bisogno dell’impegno ditutte le istituzioni»

Ettore SpatolaMinoranza Caposele

«La realtà del nostro bacino idrografi-co, il più grande del Mezzogiorno, nonriguarda solo Caposele ma tante sor-genti in Irpinia. Saltati tanti tentatividi accordo di programma, il problemamaggiore oggi è la Regione Campaniache percependo acqua probabilmentenon ha interesse di normare entrate euscite idriche per il timore di rimetter-ci qualcosa».

Lello GaudiosiAmici del Sele

«Noi come ente di volontariato nonpossiamo fare gli ecologisti, i geologi,gli economisti. Devono intervenire aquesto punto le istituzioni. Con la Pu-glia si è già aperto in passato un pro-ficuo dialogo ma in ogni sede è man-cata la rappresentanza della RegioneCampania. Eppure uno studio del-l’autorità di bacino ci dice che la si-tuazione è preoccupante»

Pasquale FarinaSindaco di Caposele

«L’acqua è una ricchezza da preserva-re perché in futuro sarà un bene sem-pre più scarso e prezioso sul quale nelmondo si scateneranno addiritturaguerre. Noi che ne disponiamo abbia-mo sempre dimostrato generosità of-frendola per il fine nobile di dissetarela popolazioni di altre province e re-gioni. A fronte di questo ora chiediamoun riconoscimento»

Salvatore VecchiaSindaco di Cassano

«Ogni comune pensa di essere il piùimportante dal punto di vista dell'ap-provvigionamento idrico e per questoc’è scarso dialogo. Se invece insieme af-frontiamo l’interlocutore AcquedottoPugliese possiamo porci in modo di-verso. Non si tratta di una battagliaper il denaro ma per la dignità»

Vito FareseSindaco di Conza

«A causa della presenza dell’invasoabbiamo gravi problemi di tipo ecolo-gico e ambientale ed esigenze che van-no al di là del normale ristoro. Di fron-te a questo purtroppo dobbiamo con-statare che la Puglia è molto più at-tenta ai nostri problemi rispetto allaRegione Campania»

Gli amministratori di Conza, Caposele e Cassano a confronto con l’Aqp

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Un forte appello alle istituzioni a rimanere compatte ea evitare distinzioni: è quello che lancia il fondatore delCorriere dell’Irpinia Gianni Festa al termine di un fo-rum animato nel corso delquale non mancano sottoli-neature di diverso segno daparte degli amministratori ir-pini. Al centro del dibattitoc’è il rapporto con l’Acque-dotto Pugliese.Il più duro nei confronti del-l’ente che gestisce la risorsa i-drica nella vicina regione Pu-glia è il sindaco di CassanoSalvatore Vecchia che invita isindaci a fare quadrato per in-staurare in rapporto diversocon l’Aqp, un rapporto nonbasato sulla sudditanza masull’affermazione di diritti, a cominciare da quello al-la corresponsione di un prezzo in cambio delle risor-se idriche cedute. La sua rivendicazione si fa denun-cia quando dice: «Non sappiamo neanche quanta ac-qua l’acquedotto Pugliese preleva alla fonte in quan-

to non esistono rilevazioni». L’appello è quello di un«cambio di passo» nei rapporti tra amministrazioni e A-qp. «Voi perseguite profitto - dice a Di Donna - noi

dobbiamo salvaguardare il ter-ritorio».Il sindaco di Conza Vito Fare-se smorza i toni della polemi-ca: «Non so cosa accade a Cas-sano o in altri posti. Noi peròabbiamo un buon rapportocon l’Acquedotto Pugliese chesi è mostrato sempre disponi-bile a intervenire per la tuteladell’oasi». Anche il sindaco diCaposele lancia segnali di di-stensione nei confronti dell’A-qp.Nella chiusura Festa dice: «Isindaci devono avere il corag-

gio di porsi nei confronti delle altre istituzioni senza ilcappello in mano, come è accaduto in passato. Occor-re che gli amministratori siano uniti perché la battaglianon è di un solo comune ma di tutta l’Irpinia. E il gior-nale è pronto a fare la propria parte».

* Unità per una battaglia di tutta l’Irpinia

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talmente quella sorgente». Ricorda an-che la battaglia portata avanti per «il ri-conoscimento il Minimo Deflusso Vi-tale». «Avemmo contatti - spiega - conl’allora Ministro “amico” Pecoraro Sca-nio che nulla fece, fino a quanto poicadde il governo».Dura è la denuncia nei confronti dellapolitica regionale. «Noi come ente divolontariato non possiamo fare gli e-cologisti, i geologi, gli economisti. De-vono intervenire a questo punto le i-stituzioni. Con la Puglia si è già aper-to in passato un proficuo dialogo ma inogni sede è mancata la rappresentanzadella Regione Campania. Eppure unostudio dell’autorità di bacino ci dice

che la situazione è preoccupante per lenostre sorgenti».Gaudiosi chiude esprimendo ottimi-smo per il futuro. «Il fiume - dice - nonè solo una riserva d'acqua ma è un at-trattore di turismo. Occorre far nasce-re una nuova cultura sul territorio per-ché in questo modo ce la possiamo fa-re».Il sindaco di Caposele Pasquale Farinaesordisce precisando che lo spirito concui l’amministrazione arriva al tavolodi confronto «non è quello di accusarema quello di dialogare». Caposele, «nonostrante la grande soli-darietà storicamente offerta - attacca -ha subito il più grande disastro ecolo-

gico del Mezzogiorno. Un fiume è sta-to dirottato da un versante all'altro delpaese, dal Tirreno all'Adriatico, conl’intevitabile alterazione di flora e fau-na». Per questo propone al tavolo diconcentrarsi su tre aspetti in particola-re, «sostenibilità ambientale, sicurezzae sviluppo del territorio».Sul primo punto, sottolinea, «il Mini-mo Deflusso Vitale è fondamentale e ègiusto che sia garantito dai gestori pre-senti». Allo stesso modo però occorreprestare attenzione «ai prelievi che e-sistono a destra e a sinistra del Seleche non sono regolamentati». Questiinfatti rischiano silenziosamente di«danneggiare l’equilibrio dell’ecosi-stema del nostro territorio».Alto nodo importante è quello dellasicurezza delle sorgenti. Il primo citta-dino, a tal proposito, si sofferma sulle«numerosissime frane chestanno mangiando il territo-rio». Solo con le ultime piog-ge di novembre «abbiamo a-vuto trentacinque smotta-menti che hanno interessatostrade provinciali e vie dimontagna». Lo stesso feno-meno mette a rischio «le sor-genti e con esse la riprodu-cibilità dell'acqua». Per pre-venire questo pericolo c’ègià «un positivo dialogo conl’assessore pugliese Amatiintorno ad una bozza di con-venzione da noi presentatache oltre a prevedere operedi consolidamento idrogeo-logico dell'alveo del fiumesi occupa della realizzazionedi bacini di trattenimento inzone montane attraverso o-pere di forestazione». In ultimo c’è il nodo legato allo svi-luppo e quindi ai ristori che i paesi del-l’Alta Irpinia chiedono per lo sfrutta-mento delle locali sorgenti. «L’acqua -dice Farina - è una ricchezza da pre-servare perché in futuro sarà un benesempre più scarso e prezioso sul qua-le nel mondo si scateneranno addirit-tura guerre. Noi, che ne disponiamo,abbiamo sempre dimostrato generositàoffrendola per il fine nobile di disseta-re la popolazione di altre province eregioni. A fronte di questo ora chie-diamo un riconoscimento per quelleche sono state le mancate opportunità». I ristori sono al centro del tentativo diaccordo di programma in discussionetra Puglia e Campania. «Ben venganoqueste intese - conclude il primo citta-dino di Caposele - a patto però che i sol-di destinati alle nostre zone arrivinoeffettivamente qui e non si fermino,

come troppo spesso accade, nell'hin-terland di Napoli».Sula “pagamento” della risorsa idrica siapre un vivace dibattito con l’acque-dotto pugliese. Il rappresentante del-l’Aqp Nicola Di Donna, infatti, ribadi-sce la gratuità dell’acqua, parla dellanecessità per i gestori di rimanere neiparametri tariffari dettati dall’Ato e del-la non convenienza economica a cap-tare nelle sorgenti irpine in presenza dieventuali costi marginali più alti (vediarticolo in basso).La replica dei sindaci è decisa. Il primoa intervenire è il numero uno di Cas-sano Salvatore Vecchia. «E’ assoluta-mente da contestare il concetto chel’acqua non abbia valore in sé. C’è tral’altro una sentenza della Corte Costi-tuzionale, quella che ha bocciato la leg-ge regionale sulla non rilevanza eco-

nomica della risorsa idrica, a dirci ilcontrario. Che l’acqua sia un bene e-conomico è dato incontestabile».Gli fa eco il collega di Conza Vito Fa-rese. «L’acquedotto pugliese dice chenon conviene prenderla a costi margi-nali maggiori? Noi potremmo capovol-gere il discorso e chiederci: perchè da-re acqua alla Puglia a costo zero?». Lanciata la provocazione, Farese de-scrive la condizione di Conza, un pae-se «ha subito negli anni un evento piùtraumatico del terremoto». Il riferi-mento è alla realizzazione dell’invasoartificiale che «ha cambiato completa-mente la morfologia al territorio e lavita dei suoi abitanti». Dei disagi chetutto questo ha provocato, «poco si so-no interessate le altre istituzioni. Nel2005 - ricorda il sindaco - la RegioneCampania emise un decreto, il 627, perallargare il tavolo istituzionale dell’ac-cordo di programma ai comuni di Con-

za e Caposele e poi un altro per inseri-re Cassano. Ebbene, da allora non sia-mo mai stati convocati per discuteredi queste problematiche».A Conza, aggiunge, «ci sono gravi pro-blemi di tipo ecologico e ambientaleed esigenze che vanno al di là del nor-male ristoro. Ci sono costi maggioriperché con le acque che salgono e chescendono occorrerebbe potenziare lesponde dell’invaso. Inoltre servirebbe-ro strumenti per il controllo e la depu-razione delle acque, tra cui anche la-boratori di analisi in loco». Di fronte atutto questo c’è il totale silenzio di Pa-lazzo Santa Lucia. «Purtroppo - con-clude il sindaco - dobbiamo constata-re che la Puglia è molto più attenta ainostri problemi della Regione Campa-nia».Dopo Farese, riprende la parola Vec-

chia che aveva strappato pri-ma solo un breve intervento.Approfondendo le sue argo-mentazioni prova a mettereall’angolo l’Aqp: «Esistonodue aspetti diversi del pro-blema - dice - Il primo ri-guarda esclusivamente le Re-gioni Puglia e Campania chestanno discutendo l’accordodi programma. Il timore èche Palazzo Santa Lucia, chedeve disciplinare i rapporticon le regioni da cui riceve ea cui dà acqua, agisca con lalogica della compensazione.Dobbiamo sfuggire da que-sta. Una cosa è quello cheNapoli prende dal Lazio eun'altra è ciò che l’Irpiniaconcede alla Puglia».Il secondo aspetto del pro-

blema riguarda direttamente l’Acque-dotto Pugliese. Sul questo il sindacochiede ai suoi colleghi di unire gli sfor-zi e di farsi trovare compatti. «Ogni co-mune - dice - pensa di essere il più im-portante dal punto di vista dell'ap-provvigionamento idrico e per questoè poco incline al dialogo. Se invece in-sieme affrontiamo l’interlocutore Ac-quedotto Pugliese possiamo porci inmodo diverso». Non si tratta di una«battaglia per il denaro ma per la di-gnità». Il discorso è sempre quello riguardan-te il costo per la captazione dell’acqua.«Nessuno - conclude Vecchia - può so-stenere che l’acqua non ha valore eco-nomico quando ci sono referendum chetentano di affermare proprio tale con-cetto evidentemente non riconosciutoe quando c’è una sentenza che sanci-sce anche per questo settore la validitàdel principio della concorrenza».

Servizio speciale su Primativvù interamente dedicato al di-battito svolto nella sede del Corriere dell’Irpinia sulla vertenzaacqua. Lo ha realizzato per l’emittente irpina il collega Gea-tano Amato che attraverso interviste e approfondimenti ha analizzato la delicata si-tuazione dei trasferimenti idrici tra Campania e Puglia. Il servizio va in onda conrepliche in diversi momenti della giornata.

«Capiamo i desiderata del territorio ma devo ri-cordate a tutti che la nostra è una Società per a-zioni che nulla ha a che vedere con l’accordo diprogramma». Con queste paro-le Nicola Di Donna, dirigentedell’Acquedotto Pugliese replicaalle rivendicazioni dei sindaciin merito alla necessità di pre-vedere ristori ambientali per iterritori sede di sorgenti idriche.«La gestione della risorsa di-pende dagli organi preposti -spiega Di Donna - Tutto passadunque per l’accordo di programma. Sul piano didistretto si è fatto un rilevante passo in avantiperché si è iniziato a discutere delle esigenze ge-nerali del territorio. Ora si tratta di trovare unpunto di equilibrio che dia la quadra a questo si-stema. Lo sforzo, che deve essere politico, non

può essere posto nelle mani dell'acquedotto pu-gliese. Dipende piuttosto dalla capacità di ogniterritorio di fare pressione sull'ente di riferi-

mento».Sulla questione della gratuitàdell’acqua spiega ancora: «Oc-corre affrontare il problema del-la risorsa idrica come quello diun bene che è di tutti, essendodemaniale. Non può essere,questo, paragonato al petrolioche invece genera un valore in-trinseco in sé per sé».

E’ questo il motivo per il quale non è pensabileper il rappresentante dell’Aqp attribuire all’acquauna cifra economica. Tra l’altro, aggiunge, «se ilcosto marginale per attingere risorse dal Sele do-vesse salire, l’acquedotto pugliese potrebbe an-che decidere, alla scadenza della convenzione

nel 2018, di abbandonare quelle sorgenti». Lesue parole suonano quasi come una velata mi-naccia. Il discorso è diverso, aggiunge, se si lo in-quadra in un ottica di tutela del patrimonio co-mune. «Guardando al problema in termini di so-stenibilità e di condivisione di obbiettivi sarà si-curamente più facile trovare la quadra. Noi cimuoviamo all’interno di un perimetro ben defi-nito che è rappresentato da una tariffa che nonstabiliamo noi. Come società di servizio, cer-chiamo di essere attenti a tutte le esigenze del ter-ritorio».Il discorso tocca anche il nodo del Minimo De-flusso Vitale sul quale l’Aqp offre piena disponi-bilità: «Nessuno oggi può pensare che questonon debba essere garantito. Il problema è la suaquantificazione ma per questo ci sono organi-smi preposti». Il rischio che si violi la legge esi-ste, afferma Di Donna, ma poi aggiunge: «Ci so-

no meccanismi di controllo affinché ciò non av-venga».Insomma, è la politica che deve muoversi. «L’as-sessore pugliese Amati ha già chiesto a tutte leRegione del distretto meridionale di sedersi at-torno a un tavolo per riuscire a trovare soluzio-ne politica che individui meccanismi di com-pensazione sul territorio».

«I sindaci guardino all’accordo di programma»IL DIRIGENTE DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE NICOLA DI DONNA MOSTRA DISPONIBILITA’ MA ESCLUDE RESPONSABILITA’ DA PARTE DELLA SOCIETA’

«Noi ci muoviamo al-l’interno di un perime-tro ben definito rappre-sentato da una tariffache non stabiliamo noi»

E su Primativvù lo speciale realizzato da Gaetano Amato