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a cura di
don Renzo
Riflessioni, fatti, iniziative e curiosità delle Parrocchie di
Cles, Mechel, Rallo, Pavillo, Nanno, Tassullo, Tuenno.
Anno 3; n. 7 — ciclostilato in proprio — Ufficio Parrocchiale Cles — dicembre 2016
Unità Pastorale di Santo Spirito
Tu sei un cercatore di Dio?
Nel profondo del cuore
ne senti il bisogno?
Ebbene, sì!
Sappi che Dio
cerca te con gran nostalgia
perché sei suo figlio
e desidera tanto
abbracciarti.
Ha pensato di raggiungerti
mediante suo Figlio,
il Nato da Maria.
E’ adesso ancora
il suo Natale,
il suo ingresso nel tempo
perché a te ed a quanti
gli vanno incontro
si vuol manifestare.
E’ Natale: è Festa grande
e non anzitutto
per le luci e i mercati
ma perché ci è dato
di scoprire un Fratello
che ci ama da Dio.
Si fa Piccolo
per togliere a noi
la paura di accostarlo.
A noi tende le mani
per stringerci a sé
col calore di un Bimbo.
Ci chiama ad andare
per una strada nuova
anche se faticosa:
la strada della Pace,
della Giustizia, della Frater-
nità,
del suo stesso Amore.
E’ Natale: Dio a noi tende
le mani per stringerci a sé
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Natale sei tu (testo raccolto in un’omelia
di papa Francesco)
Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo
ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima.
L’albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso
ai venti e alle difficoltà della vita.
Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù
sono i colori che adornano la tua vita.
La campana di Natale sei tu quando chiami, con-
greghi e cerchi di unire.
Sei anche luce di Natale quando illumini con la
tua vita il cammino degli altri con la bontà, la pa-
zienza, l’allegria e la generosità.
Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo
un messaggio di pace , di giustizia e di amore.
La stella di Natale sei tu quando conduci qualcu-
no all’incontro con il Signore.
Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai
senza tenere conto a chi lo dai.
Il regalo di Natale sei tu quando sei un vero ami-
co e fratello di tutti gli esseri umani.
Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e rista-
bilisci la pace anche quando soffri.
Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di
speranza il povero che ti sta al fianco.
Tu sei la Notte di Natale quando umile e coscien-
te ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del
mondo senza rumori né grandi celebrazioni; tu sei
sorriso di confidenza e tenerezza nella pace inte-
riore di un Natale perenne che stabilisce il regno
dentro di te. Un buon Natale a tutti colori che as-
somigliano al Natale. (a cura di Anna Maria)
MEZZA GIORNATA
FRA ANGELI E STELLE Ritiro d’Avvento della Pastorale della Salute
A Trento, nella chiesa del Seminario, tutto inizia con
la lettura di alcuni passi del cap. 1° dell’ Apocalisse.
Ma sì, proprio quell’ ultimo libro della Bibbia, libro
misterioso, pieno di creature impossibili che non ho
mai avuto il coraggio di affrontare seriamente e che
sembrano appena uscite dalla letteratura fantasy che
piace tanto ai nostri ragazzi.
Sentite: “ vidi 7candelabri d’oro e in mezzo Uno simi-
le a un figlio d’uomo … teneva nella sua mano de-
stra 7 stelle …” ecco, ci siamo, cosa vorrà dire? Ma è
subito l’ autore, S. Giovanni stesso, che ci viene in
aiuto e ci spiega: “ il senso nascosto delle 7 stelle …
e dei 7 candelabri d’oro è questo: le 7 stelle sono gli
angeli delle 7 Chiese e i 7 candelabri sono le 7 Chie-
se”.
Ringraziamo S. Giovanni per la spiegazione ma ancora
non ci basta e allora ci prende per mano don Piero Rat-
tin: “ il personaggio simile a figlio d’uomo è il Signore
Gesù” ma le stelle ? “stelle, ecco cosa sono le nostre
Comunità per il Signore, stelle nella sua mano calda e
forte e sono come angeli i responsabili delle nostre
Comunità” e i candelabri d’ oro?
sono proprio le 7 Chiese a cui S. Giovanni scriverà
quanto gli detta il Signore , ma oggi?“ Oggi sono le
nostre Chiese, le nostre Comunità !!”
Ma come? Le nostre assemblee così malandate, così
povere di fedeli e di preti, con sempre meno Messe e
tanta fatica per trovare anche solo chierichetti e sacri-
sti?
Queste sarebbero candelabri d’ oro e stelle sul palmo
della mano destra del Signore? Proprio così! Le no-
stre Comunità, così come sono, non sono abbandonate
perché in mezzo a loro c’è il Signore, c’è quel Figlio
d’uomo che si aggira fra i nostri banchi, nelle nostre
strade, nelle case e nelle campagne del nostro paese.
Egli anima e rincuora e al suo passaggio cresce il Be-
ne, l’Amore, le Opere belle, di cui noi neppure ci ac-
corgiamo.
Da quella volta del 1° Natale, Lui continua a venire fra
noi ma noi non ce ne accorgiamo perché siamo rimasti
voltati indietro, abbiamo lo sguardo fisso solo su quel-
lo.
E’ bello quel Natale, lo abbiamo abbellito con alberi
scintillanti e statuine dolcissime ma … come sarebbe
bello che imparassimo anche a guardare con attenzio-
ne al Gesù presente fra noi, al tanto Bene intorno a
noi, che ci sfugge perché siamo troppo occupati a fare
i nostri piagnistei sui tempi andati e le nostre nere pre-
visioni sul futuro!
E il salmo n° 41: “ Perché ti rattristi anima mia, Perché
su di me gemi? Spera in Dio, ancora potrò lodarlo!...” Paola
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Auguri dalle sorelle Cla-
risse di Borgo
Quest’anno ci incamminiamo verso la grotta di Betlemme alla luce che il giubileo della mi-sericordia, indetto da papa Francesco, ha dif-fuso e lasciato in tutta la Chiesa. Giunti alla grotta, la notte di Natale i nostri occhi, illumi-nati da questa luce, si poseranno sul Bambino di Betlemme e potranno riconoscere e con-templare la misericordia di Dio che si fa car-ne, che si fa visibile. Il segno semplice e inno-cente del Bambino nelle braccia di sua Madre sarà lì a ricordarci che siamo venuti al mondo
per amare ed essere amati (s. Teresa di Cal-cutta). Non c’è altra realtà, al di fuori di que-sta, che dia ragione ai desideri più veri, pro-fondi e belli della nostra umanità. Se voglia-mo, questo contempleremo e celebreremo la notte di Natale. Davanti alla grotta non sare-mo soli. Nessuno è escluso dalla misericor-dia, tantomeno i rifugiati, i terremotati, i po-veri, i disoccupati, gli anziani, i malati, che il Signore accoglie con predilezione. Tutti sia-mo convocati a Betlemme. E la luce della misericordia, fattasi visibile nei tratti del Bambino, ci darà di vedere e capire meglio i tratti gli uni degli altri. Insieme alla miseri-cordia, un’altra parola si fa carne la notte di Natale: la parola fratelli. Fratello è il nome ve-ro di coloro che incontriamo sulle strade della vita. Lasciamoci illuminare dalla luce di Na-tale, perché le parole misericordia e fratelli di-ventino la realtà da capire, desiderare e do-mandare, per ognuno di noi e per il nostro mondo. È il dono che ci viene incontro dalle braccia del Bambino di Betlemme tese verso di noi.
SECONDO ANNUNCIO
“Un passaggio fondamentale per chiunque è
l’esperienza affettiva nelle diverse stagioni della
vita.
Ogni essere umano avverte dentro di sé un biso-
gno di relazione, di amicizia e di amore.
L’amore è l’irruzione di una gratuità di cui si
ha assolutamente bisogno e che non si può af-
fatto meritare; costituisce un venire nuovamente
al mondo, un essere generati a una nuova iden-
tità nella linea della reciprocità.
Nello stesso tempo l’amore è lo spazio umano
più vulnerabile: i distacchi, le perdite affettive, i
fallimenti matrimoniali, i tradimenti
nell’amicizia sono indescrivibilmente dolorosi.
Siamo nel cuore di una domanda di senso, che
ha a che fare con un’esperienza pasquale.
E’ in gioco il bisogno di vita e la minaccia di
morte.
Tutto questo costituisce una potenziale soglia di
fede, che conferma l’importanza di alcuni pas-
saggi pastorali: l’educazione affettiva dei giova-
ni, la ricerca vocazionale anche in vista di spe-
ciali consacrazioni, i percorsi di preparazione al
matrimonio e l’accompagnamento degli sposi,
l’attenzione e la prossimità a situazioni di perso-
ne separate o divorziate.
L’esperienza del generare riguarda il tempo del-
la vita nel quale si diventa papà e mamme. In
realtà, in tale esperienza accade una duplice na-
scita: quelle di un figlio e quella di una donna e
un uomo che dal figlio sono generati appunto
come padri e madri. Nella nascita di una crea-
tura, ne rinascono diversamente altre due.
In tale occasione, la questione del senso si affac-
cia in modo forte, sia come eccedenza poiché la
vita è un dono del quale non ne possediamo la
sorgente, sia come difetto in quanto un bimbo è
fragile, esposto alla cura degli altri.
Anche il tempo successivo dell’educazione dei
figli pone continuamente in questione lo stesso
dinamismo. Non per nulla fin dall’antichità
l’educazione è stata associata proprio all’idea
del parto. Infine, anche la tensione tra generare
e lasciar partire, che va ben oltre il periodo ado-
lescenziale, è esperienza di crisi, di ridefinizione
costante, di acconsentimento.
Tutto questo diviene soglia possibile di fede, per-
ché un bambino con la sua semplicità e il suo
abbandono può far emergere interrogativi esi-
stenziali assopiti, può risvegliare nell’adulto at-
teggiamenti dimenticati, quali la fiducia, il senso
di figliolanza, la gratuità, la grazia; può far ri-
scoprire la paternità di Dio e l’atteggiamento di
essere figli che dipendono da lui anche quando
siamo nel pieno delle forze. Tale consapevolezza
anima la speranza: essa suppone un futuro da
attendere, da preparare, da desiderare.
Per questo il riscoprirsi figli, nell’esperienza del-
la genitorialità, mette allo scoperto l’autenticità
della propria vita e la rinvia alle sue ragioni più
profonde e vere. (Fratel Enzo Biemmi: Cles, 06.11.2016)
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ECUMENISMO E DIALOGO
Sul cammino dell’unità, non della separazione
. Ma occorre dire che loro non considerano più il pa-
pa come l’anti-Cristo. Vescovi luterani vengono a
Roma e chiedono una foto con il papa. Le cose sono
cambiate, tuttavia c’è ancora molta resistenza verso
la giurisdizione universale del papa». Molta speranza
viene riposta in quella «conversione del pontificato»
avviata da Francesco: «Lui vuole dare più libertà,
non autonomia ma più responIl card Kasper in vista
dell’anniversario dei 500 anni dalla Riforma aveva
pubblicato un breve saggio sulla figura di Lutero
(Martin Lutero. Una prospettiva ecumenica, Querinia-
na 2016) giunto rapidamente alla seconda edizione.
Su quegli stessi temi, legati anche alla storica comme-
morazione che ha visto papa Francesco due giorni in
Svezia, ha risposto ad un’intervista di Gerard
O’Connell apparsa sul numero in uscita (30 ottobre)
della rivista dei gesuiti America.
La commemorazione ecumenica del 500° anniversa-
rio della Riforma protestante nel 2017 può diventare
occasione per festeggiare il fatto che i cristiani non
sono più «sulla via della separazione, ma su quella
dell’unità» ribadisce fin dalle prime battute, come già
affermato nel testo citato: «Le questioni dottrinali
non sono l’unica cosa importante per l’ecumenismo,
altrettanto importante è l’ecumenismo fatto di rap-
porti di amicizia e fiducia,» e la profonda sintonia con
Bergoglio emerge ancora una volta: «è esattamente
questo il carisma di Francesco». Qual è il significato
del viaggio a Lund?, chiede il giornalista. «La Fede-
razione luterana mondiale (L.W.F.) è stata la prima
con cui abbiamo iniziato il dialogo dopo il Concilio
Vaticano II. Il dialogo con i luterani – a mio avviso –
è il dialogo più avanzato che abbiamo. La prima
grande conseguenza di ciò è stato l’accordo sulla que-
stione della giustificazione, e ora penso che il tempo è
maturo per avere una simile carta su Chiesa, Eucari-
stia e ministero».
Una prospettiva di apertura e fiducia già espressa nel
testo su Lutero (con riflessioni che sembrano aver
posto le premesse anche per successive affermazioni
di papa Francesco): «In principio Lutero aveva buo-
ne intenzioni. Non voleva creare una nuova Chiesa,
voleva riformare tutta la Chiesa, voleva il rinnova-
mento della Chiesa universale, a partire dalla Bibbia.
Oggi, noi chiamiamo la “nuova evangelizzazione”». E
ancora un riferimento all’esperienza fatta al Pontifi-
cio Consiglio: «Lutero è una personalità complessa,
in lui stesso si è verificata una profonda evoluzione.
Nel dialogo con i luterani, e soprattutto con la
L.W.F., abbiamo cercato di discutere di tutti questi
problemi e quindi non siamo più nella posizione del
XVI secolo. Il mondo è cambiato, la Chiesa è cambia-
ta, i luterani sono cambiati. Abbiamo cercato di per-
venire a una interpretazione ecumenica di tutto que-
sto attraverso il dialogo, e ora siamo molto più vici-
ni».
Fondamentale per Kasper sono i rapporti d’amicizia:
«Abbiamo camminato insieme e condiviso come vivia-
mo le nostre rispettive fedi. Tutto ciò ha creato un
clima di fiducia in cui si possono individuare le solu-
zioni» (ad esempio sul nodo della
“giustificazione”, ndr).
Ma il cardinale ricorda anche tutto il lavoro compiuto
e i (tanti) passi in avanti, come quello dell’ottobre
1999, quando papa Giovanni Paolo II aveva approva-
to l’accordo sulla giustificazione, uno dei punti cen-
trali della Riforma, e come conseguenza in Germania
avevano raggiunto un accordo anche sul riconosci-
mento reciproco del battesimo (imitati poi da altre
Chiese locali).
O le nuove sensibilità riguardo alla figura del papa:
«C’è stata una serie infinita di discussioni e dialogo
sulla questione del papatosabilità, ai vescovi e alla
Chiesa locale. E da entrambe le parti c’è un riavvici-
namento».
È in questo contesto che – secondo Kasper –
l’incontro a Lund è molto importante: se le questioni
dottrinali non sono l’unica cosa importante per
l’ecumenismo, il carisma di Francesco è fondamentale
per instaurare e consolidare amicizia, stabilire rap-
porti personali e relazioni di fiducia, camminare in-
sieme anche per affrontare, da cristiani uniti, le sfide
dei nostri giorni. «Tutto questo può aiutare molto».
«Considero Lund un passo importante in questo co-
mune cammino verso l’unità. Lund non può chiudere
questioni teologiche, ma può aprire la strada a un
nuovo documento sul ministero, l’Eucaristia e la
Chiesa, o almeno aiutarci ad andare oltre. Dà soste-
gno importante al nostro dialogo, perché si costruisce
la fiducia, e senza fiducia non possiamo risolvere e-
ventuali problemi».
«So che a Buenos Aires Francesco aveva ottimi rap-
porti con i luterani, e vuole andare avanti. Non è uno
specialista del dialogo teologico, è vero, ma per lui
l’ecumenismo è sinodalità, significa camminare insie-
me. Crede nel processo dove il tempo ha la preceden-
za sullo spazio». A questo riguardo Kasper ricorda
come il Movimento verso l’unità non sia soltanto un
processo teologico, bensì un processo di vita, esatta-
mente il «camminare insieme» di Francesco, anche se
questo può sconvolgere alcuni «cattolici ultra-
ortodossi» andati in crisi perché, a loro avviso, il papa
non può rinunciare a qualcosa della dottrina e della
tradizione cattolica, come esistono anche ultra-
ortodossi luterani che temono qualcosa di simile in
termini di tradizione luterana. «Ma non esiste questa
paura». «Sono passati i tempi in cui per i cattolici Lu-
tero era l’eretico e per i luterani il Papa era l’anti-
Cristo, ma da Giovanni XXIII tutto questo è cambia-
to». Anzi già prima – ricorda il cardinale – si era ma-
nifestato un grosso cambiamento tra gli storici cattoli-
ci come Joseph Lortz, e Hubert Jedin, l’esperto del
concilio di Trento: essi erano giunti alla conclusione
che Lutero all’inizio aveva buone intenzioni. Oggi
cattolici e protestanti storici hanno più o meno la stes-
sa comprensione della Riforma. Benedetto XVI ha
riconosciuto tutto questo quando ha visitato Erfurt
nel 2011, e ha elogiato Lutero come «un uomo appas-
sionato di Dio».
(a cura di Maria Teresa Pontara)
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Le Beatitudini
“Le Beatitudini sono in qualche modo la carta
d’identità del cristiano, che lo identifica come
seguace di Gesù“, afferma Papa Francesco,
“Siamo chiamati ad essere beati, seguaci di Gesù,
affrontando i dolori e le angosce del nostro tempo
con lo spirito e l’amore di Gesù.
In tal senso, potremmo indicare nuove situazioni
per viverle con spirito rinnovato e sempre attua-
le: beati coloro che sopportano con fede i mali
che altri infliggono loro e perdonano di cuore;
beati coloro che guardano negli occhi gli scartati
e gli emarginati mostrando loro vicinanza; beati
coloro che riconoscono Dio in ogni persona e lot-
tano perché anche altri lo scoprano; beati coloro
che proteggono e curano la casa comune; beati
coloro che rinunciano al proprio benessere per il
bene degli altri; beati coloro che pregano e lavo-
rano per la piena comunione dei cristiani …
Tutti costoro sono portatori della misericordia e
della tenerezza di Dio, e certamente riceveranno
da Lui la ricompensa meritata“.
La gioia del Vangelo
Carlo Maria Martini, grande profeta dell’epoca
moderna diceva: “ La vita del cristiano ha un ba-
rometro che la misura: la gioia del Vangelo, ossia
un atteggiamento interiore di spontaneità, di fidu-
cia, di una certa esuberanza, dipendente dal fatto
che il Vangelo è dentro di noi.
Non è un riferimento esteriore il Vangelo, non è
un compito da adempiere, ma è in noi, ce ne sia-
mo appropriati.
La gioia del Vangelo è la pace profonda di chi
conosce di essere amato da Dio come figlio, cioè
la verità.
Questa è la verità della nostra vita e dobbiamo
irradiarla al di là di tutte le dottrine. Senza tale
testimonianza fondamentale, tutto il resto è un po’
inquinato, meno credibile”.
Itinerario di
meditazione
La nostra meditazione è la ricerca del volto di Dio
che Gesù Cristo ha rivelato. I primi cristiani non
erano portatori di teorie o di programmi; tutta la
loro vita era testimonianza gioiosa del Cristo Ri-
sorto. Era lui l’unica felicità della loro vita. Il
Nuovo Testamento, che è un riflesso della chiesa
delle origini, è pieno di dossologie, cioè di inni di
ringraziamento e lode a Dio.
E san Paolo ripete: “Rallegratevi nel Signore,
sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi.
La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il
Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma
in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste
con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la
pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custo-
dirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù
(Fil 4,4).
L’apostolo Paolo è inebriato dalla gioia di Cristo
che lo possiede, ma quando riesce a comunicarla
agli altri essa è al culmine: “Rendete piena la mia
gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa
carità, con i medesimi sentimenti.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in
Cristo Gesù” (fil 2,2). Coloro che praticano la me-
ditazione nutrono se stessi nella pace e nella gioia.
La gioia e la felicità della meditazione sono una
conseguenza della fedeltà e perseveranza nella
pratica. Così il pellegrino russo: “La meditazione
mi rendeva così felice come non pensavo si potes-
se esserlo sulla terra.
Questa felicità mi illuminava l’anima e il mondo
esterno”. L’itinerario meditativo fa di chi lo prati-
ca, dei pellegrini in cammino verso la terra pro-
messa che è in prima istanza il loro cuore. Come
Gesù sul monte o in luoghi desertici che nel silen-
zio pregava con una sola parola: “Abbà”.
“In quel momento, spiegava padre Serafino del
monte Athos, il cielo e la terra diventavano terri-
bilmente vicini: Dio e l’uomo diventavano una
cosa sola”
(Giacinto Bazzoli)
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Come da Tradizione, anche quest’anno a
Tassullo si è tenuta la festa patronale
dell’Assunta. A differenza degli scorsi anni
però il 70% del gruppo organizzatore era
composto da ulti con più esperienza. Il
gruppo inoltre non era composto solamen-
te da giovani di Tassullo ma alcuni prove-
nivano da paesi limitrofi: Nanno, Rallo,
Cles, Mollaro, Coredo ...
Ad accomunarli è una lunga e solida ami-
cizia che ha permesso loro di mettersi in
gioco e di lavorare, lungo tutti e 3 i giorni
e le sere di full immersion, serenamente e
senza antagonismi. Da sempre la sagra
dell’Assunta è organizzata senza scopo di
lucro per lo staff ma tutto l’incasso viene
devoluto a favore della parrocchia.
Anche quest’anno lo scopo iniziale era il
medesimo..tutto l’incasso sarebbe stato per
coprire le esigenze della nostra chiesa.
L’affluenza lungo tutti i 3 giorni e le 3 sere
è stata molto buona e l’incasso finale è sta-
to ottimo! Il complessivo, al netto delle
spese, è stato di 6793 € Prima della riunio-
ne per l’esposizione del bilancio conclusi-
vo però, un fatto molto spiacevole, quale il
Terremoto del Centro Italia, ha scosso il
cuore del gruppo di ragazzi e subito un
passaparola è partito...all’unanimità si è
deciso in un batter d’occhio di devolvere
l’incasso a favore dei più bisognosi.
Con l’approvazione di Don Renzo si è così
realizzato il desiderio e 4500 € del totale
sono stati versati alla Protezione Civile di
TN per la gestione delle emergenze nelle
zone terremotate e per la costruzione del
complesso scolastico di Amatrice. Il rima-
nente invece rimarrà a disposizione della
parrocchia.
Con queste poche righe vogliamo cogliere
l’occasione innanzitutto per ringraziare
SAGRA DELL’ASSUNTA 2016
nuovamente: tutte le persone che hanno
riempito per 3 giorni e 3 sere il piazzale
del magazzino; tutte le ditte che hanno
contribuito all’allestimento del vaso della
fortuna; l’associazione Teste Calde di Ta-
von e gli altri trattoristi che hanno sfilato
per 15 km lungo le vie di tutto il nuovo co-
mune di Ville d’Anaunia; tutti i musicisti
che hanno allietato le serate facendoci bal-
lare e cantare; il Corpo dei Volontari Vigili
Del Fuoco di Tassullo per il prezioso ser-
vizio di sicurezza; il direttivo S.A.R.C. per
averci prestato il magazzino (un grazie
particolare a Davide, Roberto e Carlo per
l’aiuto); le signore che gentilmente ci han-
no aiutati a decorare le 250 torte del vaso
della fortuna e Diego il nostro pizzaiolo;
Don Renzo e Monsignor Lauro Tisi che ci
sono venuti a trovare l’ultima sera renden-
do ancor più felici molte persone del pae-
se;e Tutti i Giovani (coscritti del ’98 com-
presi) che con amore e impegno hanno vo-
luto mettersi in gioco organizzando non
una festa giovanile ma una festa parroc-
chiale!
Sfruttiamo inoltre l’occasione su questo
scritto per Augurare a Tutti voi i nostri più
Cari Auguri per un sereno Natale!!!
giovani “under 30” supportati e supervi-
sionati da alcuni ad
I giovani del Gruppo Sagra 2016.
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I miei cento anni
Levi tardi e plan plan
en tant che ariva el caffè
don n’oclada al me giardin.
Vedi en merlo a pestolar
el me clama su: “Bon dì!”
el me tira su el moral
el me fa sognar en pocetin.
L’ha ciapì che noi anziani
gen bisogn de compagnia,
el m’ha fat su na ciantada
e po’ l’è sgolà via.
Torni col me tran tran
a far i me misteroti
e a regolar via,
disendo su en Pater e n’Avemaria
per i me dausini e lontani.
Ogni tan pensi ai me zento anni,
forse i se sbaliadi
con en zi poci malani.
La sera von a dormir
ringraziando le me Marie
che giai ancora la testa sana
da scriver amò poesie.
Ines de Pretis Fedrizzi
Composizione dei
Comitati pastorali
parrocchiali
Cles: Mario Meggio, Luca Graiff, Giorgio
Pancheri, Antonio Wegher, Amalia Valenti-
ni, Paola Curti Ossana, Nicola Zuech
Mechel: Giovanni Deromedi, Alessandro
Sarcletti, Rosanna Torresani.
Nanno: Paoli Gabriele, Tomasi Laura,
Zandron Luisa.
Pavillo: Girardi Ancilla, Menapace Paolo,
Rita Endrici.
Rallo: Borghesi Franco, Valentini Bernar-
detta, Valentina Angeli.
Tasssullo: David Paroni , Roberta Valenti-
ni , Massimo Pilati.
Tuenno: Francesco Borghesi, Andrei Bu-
lai, Laura Ambrosi in Pizzolli, Gabriella
Leita in Maccani, Anna Zanolin.
Composizione del Consiglio
Pastorale dell’Unità Pasto-
rale di Santo Spirito
Cles: Giorgio Pancheri, Antonio Wegher,
Paola Curti ; Mechel: Giovanni Derome-
di; Nanno: Gabriele Paoli ; Pavillo: Pao-
lo Menapace; Rallo: Valentina Angeli;
Tassullo: David Paroni ; Tuenno: Laura
Ambrosi, Gabriella Maccani
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Confessioni degli adulti:
Giovedì 22 dicembre:
alle 9,30 in Portolo, alle 10,30 in Nanno.
in Rallo (anche per la gente di Tassullo):
mercoledì 21 dicembre alle 20;
in Tuenno giovedì 22 dicembre alle 20:
in Cles venerdì 23 dicembre alle 20
Vigilia:
in Cles e Tuenno dalle 9 all12; dalle 15
alle 18; in Convento dalle 8,15 alle 11,45 e
dalle 14,30 alle 18,45
in Mechel dalle 10 alle 11, in Rallo e Tas-
sullo dalle 16 alle 18
Notte Santa
Eucarestia alle 21 in tutte le chiese par-
rocchiali e in convento
Celebrazioni nel tempo di Natale
Giorno di Natale
Eucarestia con orario festivo
Santo Stefano
Messa in Tuenno e Mechel alle 9; in Cles
alle 10.30; in Rallo alle 17
Ultimo dell’anno
Messa con “Te Deum” alle 18 in Mechel,
Nanno, Pavillo, Tassullo; alle 20 in Cles,
Rallo e Tuenno
Primo dell’anno
giornata mondiale della pace (veglia di
preghiera in duomo alle 17,30)
Messe con orario festivo
6 gennaio: Epifania del Signore
Messe con orario festivo
alle 15 benedizione dei bambini in Cles,
Rallo e Tuenno
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