Domani è un altro giorno
E’ da lontano che preferiamo partire, e più precisamente da giovedì 28
febbraio. Sono da poco passate le 21,00 ed un Ilario stanco si rintana nel
suo piumone scrollando, per darsi un’effimera compagnia, qualche status
dell’ infernale Whatsapp; quando si imbatte in un angolo bucolico dalle
sfumature a dir poco nostalgiche che rappresenta le placide colline aretine,
non lontano dal Poggiomondo Park di Claudio. Un rapido scambio di
battute per capire la veridicit{ dell’affresco in pieno stile “Frittole 1492”
che subito il Montella in versione Monet confessa l’artifizio grafico. “Ci ho
lavorato per accentuare il contrasto” ammetterà nella segreta
corrispondenza notturna. Eppure quell’immagine non ce la siamo tolta
dalla mente, tanto che nella domenica fantamaradoniana un Claudio
leggermente mesto e mogio, abbandonato su di una poltrona di casa (chi vi
scrive se lo immagina così) lo vediamo accompagnato dalle note
dell’immensa Ornella nazionale…
“E’ uno di quei giorni che ti prende la malinconia, che fino a sera non ti lascia
più…”. La sua fede è davvero scossa e in casa del “testimone” Joz non è un
bel stare. L’anticipo del venerdì lascia in eredit{ un bonus “Pavoloso”, una
raffica di maestrale dalla ventosa Sardinia che fa la fila in mezzo (per dirla
alla Gattuso) all’undici de L’Uomo in Più.
“E non c’è niente di più triste in giornate come queste che ricordare la
felicità”. Annegate di già in un recente passato le carezze di Duvan e Piatek,
quando ogni weekend si trasformava in un soggiorno a cinque stelle,
pensione completa, a spese degli spettatori increduli di Fantamaradona.
ILARIO IMPARATO
RISULTATI - CLASSIFICA
PROSSIMO TURNO
Oggi c’è da abbandonare banchetti pantagruelici e abituarsi a modesti ma
sempre frizzanti apericena. Un’ “aqua panela” colombiana firmata Muriel
potrebbe bastare ma Borussia non la vede allo stesso modo. Arrivano le
tagliatelle della “nonna Josi…pina”, indigeste per Claudio ma da leccarsi i
baffi per gli occhi famelici di Josè. L’amatissimo presidente non teme
l’assist di Correa, anzi ne lascia più di uno in panca anche lui, in attesa delle
magnificenze serali del Lorenzo azzurro. La carica pre-gara di Insigne
lasciava ben sperare per godersi i tre punti nel posticipo serale ma “… è uno
di quei giorni che tu non hai conosciuto mai, beato te, sì, beato te…”. Ansia da
prestazione per il 24 di Frattamaggiore, tutto gli diventa più piccolo al
cospetto della Vecchia Signora, finanche la porta. Il destro dal dischetto si
perde sul palo e sgonfia l’eccitazione dei padroni di casa. “Bastava che non
lo tirasse” esclama uno sconsolato Joz che, grazie anche all’espulsione del
guardiano Meret, si vede depredato in casa propria. Al San Paolo, tra le
mura amiche del Josefalenstadion, ad opera di uno juventino. “Curnut e
mazziat, s’ann arrubbat o’ piecoro cu tutta a lana”. Terminerà con una X;
una crocetta al fegato per entrambi…
Ancor più intrigante quanto accade ai bordi della Kop dove un Agostino
pimpante ha ragione per 3-1 di un Francesco sommesso e sconsolato che
ammette di aver sbagliato ancora una volta la formazione di partenza e
mutuando Vasco gli verrebbe da pensare “non lo so ma è così, odio i
…venerdì”!
“Capita a tutti”, lo consolerà Josè come un buon padre di famiglia. Accade di
tutto nella gara di Anfield dove Bruno Alves in versione Esprito Santo
diventa uno e trino. Fa gol, assist e autogol in una sola partita. Roba da
raccontare ai nipotini seduti sulle ginocchia. Il calcio spezzatino tanto
demonizzato da Agostino trasforma il suo weekend in un martedì grasso
anticipato: tante chiacchiere (ma anche fatti) per i palati golosi dei Reds.
Prima Lautaro Martinez, poi Rigoni ed infine l’abracadabra del difensore
portoghese. La Dynamo francamente avrebbe meritato di più visti i bonus
di Palacio ed Immobile ma ancora una volta diventa fatale l’errore dagli
undici metri. Stavolta è Barella ad anticipare la Quaresima e rendere
indigesto lo spezzatino a Francesco. Fare la formazione anticipata è una
iattura e un Gosens in panchina fa più male di un mignolo nello spigolo ma
per dirla sulle note di Baby K… “è venerdì, torno a casa con le bende…”.
A fuoco altissimo anche la terza gara di giornata tra Sangiuseppese e Mr.
Pane che vede le prime scintille già in quel Cagliari-Inter più disastroso
della grandine. Si sporca a stretto giro il casellario del mezzosangue
Handanovic che al processo nerazzurro si canta anche il compagno Perisic.
Zingari di cuore e di etnia questi banditi, meno due per Enrico e meno due
per Gabriele e Daniele. Il compare Milinkovic, nel sabato capitolino, presta
il ponentino più malandrino che c’è ai padroni di casa e mette un assist a
verbale azzerando o quasi la zampata di Gervinho. Nel momento
dell’agguato decisivo però Gambro trova le polveri bagnate di Piatek e
inceppa il ferro. Ma nel tribunale di San Giuseppe dei Nudi la “cantata” è all’
odg e il Gallo ritrova la voce e pure il gol. Gli ospiti sono fiduciosi della
sentenza e rimandano tutto in cassazione ma nulla può l’inquisizione
spagnola del Callejon azzurro contro il generale Miralem in versione Ratko
Mladic.
Mr. Pane latita anche dal gruppo Whatsapp ma di una condanna in
contumacia non se ne parla proprio: il massacro dei Tribuni è servito con
assoluzione a formula piena. 1-2 e colpo gobbo!
Quarto match a tabellone tra Rosso Pompeano e Garra Charrua, gara bella
come poche con gli ospiti ordinati, composti e devoti nel santuario di
Pompei. Rispetto per l’avversario e concentrazione altissima sono i diktat
di Mister Dino. Il dischetto non fa paura agli uomini di Garra Charrua e il
rigore di Caputo rappresenta il compito ben fatto dell’alunno diligente e
studioso. Insomma un 7 alla versione di latino preso poco prima di Natale.
La pagella sembra blindata anche dalle sufficienze di Kessie e Parolo oltre
che dal 7 del granatiere granata Nkoulou. Il sabato del villaggio tra l’altro
aveva allietato i cuori degli ospiti con un Pasquale/Dario non poco
preoccupati dalle insufficienze di Cragno e Cristante oltre che dalle
esuberanze balcaniche del trucido Kolarov; ex per tutti, forse anche per sua
madre. Ma se il juke box di Joz e Claudio si culla sulle note della Vanoni
quello di Rosso Pompeano cambia musica e sposta la testina sugli U2.
“Sunday bloody Sunday”. Sanguinosa domenica per Dino che seduto tra i
banchi della cattedrale sgrana il Rosario in attesa del pacifico “ite missa
est”. Ma è non lontano da Pompei che nasce, cresce e si manifesta
l’Anticristo della domenica. A Castellammare vede la luce e a Ferrara cala le
tenebre, è l’Asmodeo blucerchiato, devastatore della difesa spallina e
padrone degli incubi di Dino. Due squilli di tromba che scaraventano negli
inferi le ambizioni di Garra Charrua. La partita tra angeli e demoni però
attende ancora il verdetto pomeridiano dalla brughiera bergamasca dove
Zapata e Gomez, simili rispettivamente ad Amenadiel (l’arcangelo nero
buono) e Bes (il demone nano) si contenderanno l’anima dei guerrieri.
Inutile a dirsi, il ratto è ad opera del Papu che sposterà gli equilibri della
contesa verso Rosso Pompeano che grazie anche al +2 del suo feudo,
oramai sconsacrato, fa pentole e coperchi ad un Dino in versione Mela
Mascetti intenta a “sparecchiare”.
Last but not least il match-clou in casa di Tsunami tra Marco e Ilario.
Rombano i motori della capolista intenta a scacciar via lo scivolone (non
ancora omologato) contro Borussia Jozmund della settimana prima. Di
contro gli All Blacks dovranno fare i conti con un avversario
pericolosissimo e dato per favorito alla vigilia. In campo il tandem d’attacco
frattiniano formato dal gladiatore Dzeko, il corazziere Milik e l’alfiere
Simeone. In assetto da guerra Marco che però già dal sabato non riusciva a
quadrare il bilancio subdorando aria di beffa. Il centravanti giallorosso
troppo nervoso,Bakayoko e Suso sotto la sufficienza e la beffa Musacchio
che si vedeva negare un +3 per opera dell’autogol di Lirola (difensore spia
di Ilario che nemmeno però viene schierato). La domenica si avvicina e il
rischio di subire un’imbarcata juventina prende forma; ma così non sar{.
Squadra d’Azione non attraversa un buon periodo di forma e si vede; Ilario
ha una decente media voti ma i gol di Cr7 e di Mandzukic stavolta si fanno
attendere e Ilario non può far altro che affidarsi allo zoccolo duro di
centrocampo e difesa: onesti e fedeli lavoratori sempre pronti a timbrare il
cartellino. Il reddito di cittadinanza quadra invece le entrate di Ilario grazie
anche al pennello educato di Federico Brunelleschi: il 33 bianconero
supera di un orlo la soglia di povertà e raddoppia. Diventa 66 il must di
giornata, quanto basta per arrivare allo 0-1 e mantenere la vetta. Favoriti o
meno è ancora presto per sentenziare, sapendo già che è inutile ripetere
“chiss{, domani è un altro giorno, si vedr{…”.
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