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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “IGNAZIO PORRO” Viale Kennedy, 30 – 10064 PINEROLO (TO)

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Matrice del 08/05/2015 – Agg.5.3

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI ai sensi dell’art. 17 comma 1 lettera a) e dell’art. 28

del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

Diritti di riproduzione, traduzione, adattamento anche parziale riservati in tutti i paesi. I dati riportati nel presente documento non possono essere modificati senza la preventiva autorizzazione di Silaq S.r.l.

REVISIONI

Rev. n° Data redazione Descrizione

00

28/05/2015 Emissione integrale della revisione 00.

RSPP Datore di Lavoro RLS Medico Competente

Redatta dal Consulente Tecnico

FRANCESCA ROSSINO

LOREDANA GRABBI

UMBERTO OTTONE

ALBERTO ROLFO

Data Data Data Data

FRANCESCA ROSSINO

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Revisione: 00 Data: 28/05/2015 Pag. 2 di 148

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1. INDICE

1 INDICE 2 PREMESSA 3 DEFINIZIONI 4 NOTIZIE DI CARATTERE GENERALE SULL’AZIENDA 5 NOTIZIE DI CARATTERE GENERALE SULL’INSEDIAMENTO 6 ORGANIGRAMMA DEL SISTEMA SICUREZZA 7 IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE 8 IL MEDICO COMPETENTE 9 IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI 10 ANALISI DEGLI INFORTUNI 11 LA GESTIONE DELL’EMERGENZA 12 CRITERI PER LA REDAZIONE DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 13 REDAZIONE DEL DOCUMENTO 14 IDENTIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI E DELLE MANSIONI 15 DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI AZIENDALI E IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE

DEI RISCHI 16 IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZA 17 ANALISI DPI 18 ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE 19 REGISTRO E PIANO DI FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO 20 RIUNIONE PERIODICA 21 REVISIONE E AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI 22 DOCUMENTI DA TENERE IN AZIENDA

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2. PREMESSA

La "Valutazione dei Rischi", così come prevista dall’art. 17, comma 1, lettera a) e dall’art. 28 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., va intesa come la valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività; deve essere finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. La valutazione del Rischio è pertanto una operazione complessa che richiede, necessariamente, per ogni ambiente o posto di lavoro considerato, una serie di operazioni, successive e conseguenti tra loro, che dovranno prevedere:

� l’identificazione delle sorgenti di rischio presenti nel ciclo lavorativo; � l’individuazione dei conseguenti potenziali rischi di esposizione in relazione allo svolgimento

delle lavorazioni; � la stima dell’entità dei rischi di esposizione connessi con le situazioni di interesse

prevenzionistico individuate. Tale processo di valutazione può portare, per ogni ambiente o posto di lavoro considerato, ai seguenti risultati:

� assenza di rischio di esposizione; � presenza di esposizione controllata entro i limiti di accettabilità previsti dalla normativa; � presenza di un rischio di esposizione.

Nel primo caso non sussistono problemi connessi con lo svolgimento delle lavorazioni. Nel secondo caso la situazione deve essere mantenuta sotto controllo periodico. Nel terzo caso si dovranno attuare i necessari interventi di prevenzione e protezione secondo quanto previsto dall’art. 28, comma 2 del Decreto Legislativo n° 81/08 e s.m.i. L'articolo ventotto del D.Lgs.81/08 e s.m.i. stabilisce che la Valutazione dei Rischi, anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 151/2001, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all'età', alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro. Ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., il processo di valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall’articolo 28 è un obbligo indelegabile del Datore di Lavoro. Il documento di Valutazione dei Rischi può essere tenuto, nel rispetto delle previsioni di cui all’articolo 53, su supporto informatico e, deve essere munito, anche tramite le procedure applicabili ai supporti informatici di cui all’articolo 53, di data certa o attestata dalla sottoscrizione del documento medesimo da parte del datore di lavoro, nonché, ai soli fini della prova della data, dalla sottoscrizione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale e dal medico competente ove nominato e contenere:

a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l'attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;

b) l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati, a seguito della valutazione di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a);

c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;

d) l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell'organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati

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2. PREMESSA

unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri; e) l'indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del

rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio;

f) l'individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento.

Ai fini della validità della data certa o attestata è importante evidenziare che il Documento di Valutazione dei Rischi deve essere rilegato a cura del Datore di Lavoro come “corpo unico”, ossia come un documento che per essere disfatto debba essere distrutto e se ne abbia evidenza. Ad esempio, con una rilegatura mediante cucitura, legatura, brossatura, ecc.

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3. DEFINIZIONI

LAVORATORE Persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell’ente stesso; l’associato in partecipazione di cui all’articolo 2549, e seguenti del codice civile; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui all’articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a specifiche disposizioni delle leggi regionali promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; i volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile; il lavoratore di cui al decreto legislativo 1° dicembre 1997, n. 468, e successive modificazioni.

DATORE DI LAVORO Il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l'assetto dell'organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell'organizzazione stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall'organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell'ubicazione e dell'ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l'attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l'organo di vertice medesimo.

DIRIGENTE Persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa.

PREPOSTO Persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa.

INFORTUNIO Incidente determinato da una causa violenta, in occasione di lavoro, dal quale derivi la morte, l’invalidità permanente o l’inabilità temporanea.

INABILITA’ TEMPORANEA PARZIALE Comprende infortuni lievi dovuti a piccole contusioni o piccole ferite risolvibili con semplice medicazione nell’ambulatorio dell’azienda e che possono comportare un’assenza dal lavoro per un periodo compreso tra pochi minuti fino a un massimo di tre giorni escluso quello dell’evento.

INABILITA’ TEMPORANEA Si ha quando l’infortunio è stato tale da comportare un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni, oltre a quello in cui si è verificato l’evento, dopo di che il lavoratore riacquista le proprie capacità lavorative.

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3. DEFINIZIONI

INABILITA’ PERMANENTE L’infortunio in questo caso provoca un’inabilità al lavoro che non può regredire (es. perdita di un dito). Il soggetto quindi rimane più o meno gravemente menomato nella sua capacità lavorativa, per cui non potrà più essere idoneo a tutte le forme di lavoro.

INABILITA’ PERMANENTE ASSOLUTA L’infortunio in questo caso provoca conseguenze tali per cui l’inabilità al lavoro è totale, cioè il soggetto non sarà più in grado di lavorare.

RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (R.S.P.P.)

Persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all'articolo 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi.

MEDICO COMPETENTE Medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui all'articolo 38, che collabora, secondo quanto previsto all'articolo 29, comma 1, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al presente decreto.

RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (R.L.S.)

Persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.

SORVEGLIANZA SANITARIA Insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all'ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa.

AZIENDA Il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato.

UNITÀ PRODUTTIVA Stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all’erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico funzionale.

D.P.I. – DISPOSITIVO DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato “DPI”, qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

Non costituiscono DPI: a) gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore; b) le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio; c) le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di polizia e del personale del servizio per il mantenimento dell'ordine pubblico; d) le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto; e) i materiali sportivi quando utilizzati a fini specificamente sportivi e non per attività lavorative ; f) i materiali per l'autodifesa o per la dissuasione; g) gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi.

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4. NOTIZIE DI CARATTERE GENERALE SULL’AZIENDA

� RAGIONE SOCIALE ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE "IGNAZIO PORRO"

� SEDE LEGALE

Viale Kennedy, 30

CAP 10064 Città PINEROLO Provincia TO

Telefono 0121 391311 Fax 0121 391399

Email [email protected] [email protected]

� C.F. 94540190017

� RAPPRESENTANTE LEGALE Loredana Grabbi Dirigente scolastico Loredana Grabbi, a seguito di accettazione di titolarità dell’attività e di incarico di Dirigenza presso la sede legale dell’Istituto di istruzione superiore “Ignazio Porro” Viale Kennedy, n° civico 30 Cap 10064 - Località Pinerolo ( TO) NOTE 1. l’organizzazione del personale, la formazione delle classi, il numero di insegnanti e di allievi dipende dal dirigente scolastico; 2. la messa a norma dell’immobile, la manutenzione e tutto ciò che riguarda lavori edili, impiantistici dipende dalla Provincia di Torino, ente proprietario degli immobili; 3. la dotazione e il reperimento di attrezzature, componenti di arredo, macchinari dipende dall' ufficio tecnico; 4. il personale A.T.A. dipende dal DSGA

� DATORE DI LAVORO Loredana Grabbi

� RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Francesca

Rossino

� ADDETTI AL SPP designati con lettera n. 6388/D17 del 30/12/10 Vincenzo Galluzzo assistente tecnico settore Meccanica Remigio Pugliese assistente tecnico settore elettrotecnica-elettronica

� RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI Umberto Ottone

� MEDICO COMPETENTE Alberto Rolfo

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4. NOTIZIE DI CARATTERE GENERALE SULL’AZIENDA

TIPO DI ATTIVITÀ ISTITUTO TECNICO CLASSIFICAZIONE AI SENSI DEL CODICE ATECO AZIENDALE E DELL’ACCORDO STATO

REGIONI DEL 21/12/2011:

Basso (assistenti amministrativi, collaboratori scolastici)

Medio (assistenti tecnici, docenti, alunni)

Alto

Si evidenzia che, ai sensi delle Linee guida interpretative del 25/07/2012 agli Accordi Stato Regioni del 21/12/2011, nel

piano formativo riportato al punto 19 potranno essere previsti, avendo a riferimento quanto evidenziato dalla valutazione

dei rischi, corsi differenti da quelli previsti dalla classificazione ATECO aziendale qualora:

� si evidenzi l’esistenza di particolari rischi che richiedano la programmazione e realizzazione di corsi adeguati alle

effettive condizioni di rischio;

� in azienda esistano soggetti non esposti alle medesime condizioni di rischio.

Nei suddetti casi la “classificazione” terrà conto delle attività concretamente svolte dai soggetti medesimi.

COMPUTO LAVORATORI DELL’AZIENDA N° NOTE LAVORATORI SUBORDINATI A TEMPO INDETERMINATO 109 Potrebbero aumentare

al più di 9-10 unità

LAVORATORI SUBORDINATI A TEMPO DETERMINATO 4 Potrebbero aumentare

da 18 a 27 unità

SOCI LAVORATORI DI COOPERATIVA O SOCIETA’ (che prestano attività per conto della società)

Da 3 a 6 Dati suscettibili di

variazioni

ASSOCIATI IN PARTECIPAZIONE (art. 2549 del Codice Civile) 0

APPRENDISTI 0

LAVORATORI AUTONOMI [in esclusiva] 0 Talvolta alcuni studenti

disabili (1-2) svolgono

lo stage internamente

per 2 settimane l'anno

COLLABORATORI COORDINATI E CONTINUATIVI (art. 409, comma 1, n. 3, del codice di procedura civile) E/O A PROGETTO (art. 61 e seguenti del D.Lgs. 61/00 e s.m.i.) [in esclusiva]

2-5 Se contano le ditte

esterne per la

manutenzione e il

gestore del bar interno

LAVORATORI UTILIZZATI MEDIANTE SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO (ai sensi degli articoli 20, e seguenti, del D.Lgs. 276/03 e s.m.i.) E A TEMPO PARZIALE (ai sensi del D.Lgs. 61/00 e s.m.i.)

4-10 range medio annuo,

variabile in relazione ai

progetti attivati; i periodi

di presenza in scuola

sono limitati e non

continuativi

LAVORATORI A DOMICILIO (legge 877/73 e s.m.i.) [in esclusiva] 13 Sono stati sommati i part time docenti e ATA; potrebbero aumentare di 1-2 unità

LAVORATORI STAGIONALI (D.P.R. 1525/63 e s.m.i.) 0

LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO (ANCHE STAGIONALI) DEL SETTORE AGRICOLO

0

TOTALE LAVORATORI 168 avendo utilizzato i valori massimi nei casi di oscillazione

prevista

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5. NOTIZIE DI CARATTERE GENERALE SULL’INSEDIAMENTO

� INSEDIAMENTO

Viale Kennedy, 30

CAP 10064 Città PINEROLO Provincia TO

Telefono 0121 391311 Fax 0121 391399

Email [email protected]

� RESPONSABILE DELL’INSEDIAMENTO Loredana Grabbi (Dirigente Scolastico)

� ENTE PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA

Ragione sociale: EX PROVINCIA DI TORINO Via M. Vittoria , n° civico 12 Cap 10121 Località TORINO (TO) Referenti per l’edificio scolastico Assessore all'istruzione e all'Edilizia scolastica della Provincia di Torino Dirigente settore Edilizia scolastica e manutenzione della Provincia di Torino. • DATI OCCUPAZIONALI ANNO SCOLASTICO 2015/16 • STUDENTI

N. Totale: 836 N. femmine: 294 N. maschi: 542

PERSONALE inteso interno

N. Totale: 147 N. femmine: 40 N. maschi: 73

CORPO DOCENTE: 113

ASSISTENTI TECNICI: 12

ASSISTENTI AMMINISTRATIVI: 8

COLLABORATORI SCOLASTICI: 13

DSGA: 1

� DESCRIZIONE DEL SITO AZIENDALE

Due edifici situati specularmente rispetto al viale Kennedy, uno al civico 30, l'altro al civico 9; per entrambi sussistono

- tipologia: struttura in conglomerato cementizio armato

- n. piani fuori terra: tre

- n. piani interrati o seminterrati: uno area cortiliva interna, asfaltata per l'edificio al n. 30, non asfaltata e parzialmente coperta da manto erboso spontaneo e non curato per l'edificio al n. 9

I due edifici sono collegati al primo piano da un corridoio con una scala di sicurezza posta all'incirca ad un terzo del corridoio stesso che permette il deflusso verso il sottostante sedime

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stradale.

EDIFICIO ALA OVEST

classe Numero allievi

Piano ubicazione Presenza disabili (* non deambulanti)

Laboratori utilizzati

1AI 27 Secondo *1+1 laboratori di Fisica, Chimica Biennio, Tecnologico, Robotica, dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

1BI 26 Secondo 1 laboratori di Fisica, Chimica Biennio, Tecnologico, Robotica, dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

1EI 28 Secondo 0 laboratori di Fisica, Chimica Biennio, dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

2AI 21 Secondo 0 laboratori di Fisica, Chimica Biennio, Tecnologico, Robotica, dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

2BI 16 Secondo 0 laboratori di Fisica, Chimica Biennio, Tecnologico, Robotica, dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

2EI 26 Secondo 0 laboratori di Fisica, Chimica Biennio, Analisi, Organica, Strumentale dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

3AI 27 Secondo 0 laboratori di Macchine a fluido, Automazione, Tecnologico, Sistemi, Robotica, controllo numerico, O.M.U., quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

4AI 27 Secondo 1 laboratori di Macchine a fluido, Automazione, Tecnologico, Sistemi, Robotica, controllo numerico, O.M.U., quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

3EI 16 Secondo

0 Tutti i laboratori di Chimica dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST, la sala audiovisivi ala EST, le due palestre

4EI 22 primo 0 Tutti i laboratori di Chimica dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST, la sala audiovisivi ala EST, le due palestre

5EI 29 primo *1 Tutti i laboratori di Chimica dell'ala OVEST e quelli di Informatica dell'ala EST, la sala audiovisivi ala EST, le due palestre

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Il suffisso I indica corso tecnico industriale EDIFICIO ALA EST

Classe Numero allievi

Piano ubicazione Presenza disabili (* non deambulanti)

Laboratori utilizzati

1AT 27 secondo 2+*1 Laboratori di Fisica, Informatica, palestre

1BT 27 secondo 1+*1 Laboratori di Fisica, Informatica, palestre

1AS 29 secondo 2 (1 non vedente) Laboratori di Fisica, Informatica, palestre

2AT 21 secondo 1 Laboratori di Chimica del biennio, Informatica, palestre

3AT 23 secondo 1 Laboratori di Informatica, palestre

4AT 15 secondo 2 Laboratori di Informatica, palestre

5AT 15 secondo 1 Laboratori di Informatica, palestre

5AI 18 Ammezzato (zona laboratori di informatica, aula 100)

0 I laboratori di Macchine a fluido, Automazione, Tecnologico, Sistemi, Robotica, controllo numerico, O.M.U. dell'ala OVEST, quelli di Informatica dell'ala EST; sala audiovisivi ala EST; le due palestre

2AS 18 Piano terra lato ferrovia (aule da 42 a 45)

2 Laboratori di Chimica del biennio, Informatica, palestre

3AS 25 Piano terra (aule da 48 a 61)

1 Laboratori di Informatica, palestre

4AS 25 Piano terra (aule da 48 a 61)

1 Laboratori di Informatica, palestre

5AS 25 Piano terra lato ferrovia (aule da 42 a 45)

1 Laboratori di Informatica, palestre

2BS 16 Piano terra lato ferrovia (aule da 42 a 45)

0 Laboratori di Chimica del biennio, Informatica, palestre

3BS 22 Piano terra (aule da 48 a 61)

1 Laboratori di Informatica, palestre

4BS 29 Piano terra (aule da 48 a 61)

2 Laboratori di Informatica, palestre

5BS 24 Piano terra lato ferrovia (aule da 42 a 45)

2 Laboratori di Informatica, palestre

1AP 25 Piano terra (aule da 48 a 61)

1 Laboratori di Informatica, fisica, chimica del biennio, O.M.U., elettrotecnica, palestre

2AP 23 Piano terra (aule da 48 a 61)

2 Laboratori di Informatica, fisica, chimica del biennio, O.M.U., elettrotecnica, palestre

3AP 25 Piano terra (aule da 48 a 61)

2 Tutti i laboratori di meccanica, ELT/ELN presenti in istituto, di Informatica, palestre

3BP 16 Piano terra (aule da 48 a 61)

1 Tutti i laboratori di meccanica, ELT/ELN presenti in istituto, di Informatica, palestre

4AP 26 Piano terra (aule da 48 a 61)

0 Tutti i laboratori di meccanica, ELT/ELN presenti in istituto, di

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4GP 25 Piano terra (aule da 48 a 61)

0 Tutti i laboratori di meccanica, ELT/ELN presenti in istituto, di Informatica, palestre

4HP 26 Piano terra (aule da 48 a 61)

0 Tutti i laboratori di meccanica, ELT/ELN presenti in istituto, di Informatica, palestre

5AP 15 Piano terra (aule da 48 a 61)

1 Tutti i laboratori di meccanica, ELT/ELN presenti in istituto, di Informatica, palestre

5GP 19 Piano terra (aule da 48 a 61)

0 Tutti i laboratori di meccanica, ELT/ELN presenti in istituto, di Informatica, palestre

Gruppo HC Da MIN 2 a MAX 25 (*)

Piano terra locali nn. 2, 3, 4

*3 il 4° soggetto sarà sempre nella classe 1AI

Le dotazioni informatiche di Mastro Geppetto (pc), materiali didattico-ricreativi assimilabili a quelli utilizzati nella scuola primaria. Questo gruppo segue anche cicli di nuoto assistito presso la piscina comunale di Pinerolo e svolge attività di psicomotricità nelle palestre dell'istituto.

Il suffisso I indica corso tecnico industriale Il suffisso T indica corso tecnico commerciale (Turismo) Il suffisso S indica corso professionale ind. Socio-sanitario Il suffisso P indica corso professionale ind. IPSIA il gruppo HC è costituito dai disabili più gravi che necessitano di attività alternative alla didattica tradizionale, da svolgersi di norma nel laboratorio Mastro Geppetto (locali al piano terra edificio EST, lato dx rispetto all'ingresso principale); tale gruppo è costantemente assistito da docenti di sostegno e assistenti all'integrazione in numero variabile, orientativamente da un minimo di 3 persona e ad un massimo di 10) Gli assistenti all'integrazione sono educatori/OSS dipendenti di cooperative esterne (privati) che stipulano appositi contratti con Enti locali (Comuni, Provincia, Comunità Montana locale) (*) nei tre locali contigui e comunicanti si alternano studenti disabili, docenti e assistenti all'integrazione in numero variabile in conseguenza delle attività programmate, in orario antimeridiano e pomeridiano; il MAX indicato viene raggiunto raramente e al più per un paio di ore consecutive. I locali nn. 124 (ala OVEST), 48 e 99 (ala EST) sono aule LIM; la 46-47 ala EST è la sala audiovisivi. Il loro utilizzo è perciò analogo a quello dei laboratori di informatica. Nella sala 46-47 possono essere presenti fino a 90/100 persone in occasione di conferenze ecc. anche durante l'orario di lezione. Vi si svolgono inoltre tutte le riunioni collegiali in orario pomeridiano (dopo le lezioni).

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ SVOLTA

L’Azienda svolge le seguenti attività “a rischio”: - Uso di macchine utensili - Attrezzature e prodotti chimici laboratorio di chimica - Macchine elettroniche / informatiche - Stages esterni all’istituto - Attrezzature alimentate elettricamente

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5. NOTIZIE DI CARATTERE GENERALE SULL’INSEDIAMENTO

COMPUTO LAVORATORI DELL’AZIENDA N° NOTE

LAVORATORI SUBORDINATI A TEMPO INDETERMINATO 109 Potrebbero aumentare

al più di 9-10 unità

LAVORATORI SUBORDINATI A TEMPO DETERMINATO 4 Potrebbero aumentare

da 18 a 27 unità

SOCI LAVORATORI DI COOPERATIVA O SOCIETA’ (che prestano attività per conto della società)

Da 3 a 6 Dati suscettibili di

variazioni

ASSOCIATI IN PARTECIPAZIONE (art. 2549 del Codice Civile) 0

APPRENDISTI 0

LAVORATORI AUTONOMI [in esclusiva] 0 Talvolta alcuni studenti

disabili (1-2) svolgono

lo stage internamente

per 2 settimane l'anno

COLLABORATORI COORDINATI E CONTINUATIVI (art. 409, comma 1, n. 3, del codice di procedura civile) E/O A PROGETTO (art. 61 e seguenti del D.Lgs. 61/00 e s.m.i.) [in esclusiva]

2-5 Se contano le ditte

esterne per la

manutenzione e il

gestore del bar interno

LAVORATORI UTILIZZATI MEDIANTE SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO (ai sensi degli articoli 20, e seguenti, del D.Lgs. 276/03 e s.m.i.) E A TEMPO PARZIALE (ai sensi del D.Lgs. 61/00 e s.m.i.)

4-10 range medio annuo,

variabile in relazione ai

progetti attivati; i periodi

di presenza in scuola

sono limitati e non

continuativi

LAVORATORI A DOMICILIO (legge 877/73 e s.m.i.) [in esclusiva] 13 Sono stati sommati i part time docenti e ATA; potrebbero aumentare di 1-2 unità

LAVORATORI STAGIONALI (D.P.R. 1525/63 e s.m.i.) 0

LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO (ANCHE STAGIONALI) DEL SETTORE AGRICOLO

0

TOTALE LAVORATORI 168 avendo utilizzato i valori massimi nei casi di oscillazione

prevista

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5. NOTIZIE DI CARATTERE GENERALE SULL’INSEDIAMENTO

PRESENZA DI ALTRI LAVORATORI SI NO NOTE COLLABORATORI FAMILIARI (art. 230-bis del Codice Civile) X

SOGGETTI BENEFICIARI DELLE INIZIATIVE DI TIROCINI FORMATIVI E DI ORIENTAMENTO (art. 18 Legge 196/07 - tirocini pratici e stages)

X

ALLIEVI DI ISTITUTI DI ISTRUZIONE E UNIVERSITARI E I PARTECIPANTI A CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE (con uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, attrezzature munite di VDT)

X

LAVORATORI A TEMPO DET. IN SOSTITUZIONE DI ALTRI PRESTATORI DI LAVORO CON DIRITTO ALLA CONSERVAZIONE DEL POSTO DI LAVORO (art. 1 del D.Lgs. 368/01)

X

PRESTAZIONI OCCASIONALI DI TIPO ACCESSORIO (D.Lgs. 276/03) X

LAVORATORI SOCIALMENTE UTILI (D.Lgs. 468/97 e s.m.i.) X

VOLONTARI X

LAVORATORI AUTONOMI (non in esclusiva) X

COLLABORATORI COORDINATI E CONTINUATIVI (art. 409, comma 1, n. 3, del codice di procedura civile) E/O A PROGETTO (art. 61 e seguenti del D.Lgs. 61/00 e s.m.i.) [non in esclusiva]

X

LAVORATORI A DOMICILIO (legge 877/73 e s.m.i.) [non in esclusiva] X

LAVORATORI IN PROVA X

LAVORATORI IN APPALTO/SUBAPPALTO X

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6. ORGANIGRAMMA DEL SISTEMA SICUREZZA

Squadra di Emergenza

Datore di lavoro (DL)LOREDANA GRABBI

Servizio Prevenzione Incendi*Sig. …………………………………Sig. …………………………………

Servizio Evacuazione in Emergenza*

Sig. …………………………………Sig. …………………………………

Sorveglianza sanitariaALBERTO ROLFO

Rappresentante dei Lavoratori (RLS)UMBERTO OTTONE

Esperto QualificatoDott. …………………………

Servizio Primo Soccorso*Sig. …………………………………Sig. …………………………………

DirigentiSig. …………………………………Sig. …………………………………

Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP)

FRANCESCA ROSSINO (RSPP)VINCENZO GALLUZZO (ASPP) REMIGIO PUGLIESE (ASPP)

Preposti*Sig. …………………………………Sig. …………………………………

Legenda:

*Si veda elenco sotto riportato

Figura presente o da nominare

Figura non necessaria

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ADDETTI ANTINCENDIO Silvio Angotti doc. lab. Meccanica coordinatore Arturo Cirone doc. Chimica industr. Leonardo Di Pumpo doc. responsab. Ufficio tecnico Damiano Curiale A.T. Pina De Rose A.T. Danilo Salvai A.T Miranda Manavella A.T. Rosaria Forgione collab. Scol M. Grazia Pelizzaro collab. Scol. Andreina Sanmartino collab. Scol. Franca Servidio collab. Scol. Armando Aiello collab. Scol. Egidio Magliano collab. Scol. Anna Romano collab. Scol. Vincenzo Ingenito collab. Scol.

ADDETTI ASSISTENZA AI DISABILI Michele Armaro docente sostegno Alice Musolino docente sostegno Cristiana Bo docente sostegno Vincenzo Spatola docente sostegno Sanna Elisabetta assistente specialistica Amé Loredana assistente specialistica

ADDETTI PRIMO SOCCORSO Cesare Mezzanatto A.T. Lucia Carena collab. Scol. Armando Aiello collab. Scol. Rosaria Forgione collab. Scol. M. Grazia Pelizzaro collab. Scol. Rosalba Bono collab. Scol. Franca Servidio collab. Scol. Anna Romano collab. Scol. Vincenzo Ingenito collab. Scol.. PREPOSTI (Responsabili dei laboratori/palestre, il coordinatore dell’ufficio tecnico, il coordinatore degli insegnanti di sostegno, il coordinatore dei progetti di stage e di alternanza Scuola-Lavoro ) Leonardo Di Pumpo, Castellino, Romagnollo, Benedetto, Cirone, Longoni, Laggiard, Salvai Marina, Carrafa, Manfredi, Angotti, Bertone, Biondi, Borgna, Morat, Annoni, Argentero, Artero, Bertotto, Caruso, Daghero, Fecchino, Finini, Lanza, Lo Moro D., Lo Moro M., Marengo, Midili, Primiani, Rivolta, Ramella, Russo, Torrisi, Varrone, Venditti, Caputo, Vessecchia. Assistenti tecnici, sigg. Curiale, De Palma A.M., De Rose, Funicello, Galluzzo, Gregorio D., Manavella, Mezzanatto, Pugliese, Salvai D., Vallone

E’ stata data informazione a tutto il personale dell’Istituto dell’organizzazione del sistema prevenzionistico (componenti e funzioni SPP) a mezzo pubblicazione all'albo dell'istituto, sul sito web dello stesso e nei locali sala professori, laboratori, uffici di segreteria dell'organigramma relativo.

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7. IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

� COSTITUZIONE DEL SERVIZIO Ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., la designazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi è un obbligo indelegabile del Datore di Lavoro. Il datore di lavoro ai fini della sicurezza nei luoghi di lavoro ha proceduto alla costituzione ed all’organizzazione del SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE. A tal fine ha conferito l’incarico RSPP a FRANCESCA ROSSINO (ai sensi dell’art. 31 del D.Lgs.81/08 e s.m.i.); organismo di appartenenza SILAQ S.r.l.

� SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ESTERNO

Il datore di lavoro ha istituito il Servizio di Prevenzione e Protezione Esterno all'azienda, ovvero all'unità produttiva, ai sensi dell’art. 31, comma 1 del D.Lgs.81/08 e s.m.i.. Il datore di lavoro, pur essendo ricorso a persone o servizi esterni all’Azienda per l’organizzazione del Servizio di Prevenzione e Protezione, non è per questo esonerato dalla propria responsabilità in materia. Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è in possesso di tutti i requisiti richiesti dall’art. 32 del D.Lgs.81/08 e s.m.i. per lo svolgimento di tale ruolo. È presente agli atti tutta la documentazione in merito.

� OBBLIGO DEL SEGRETO I componenti del servizio di prevenzione e protezione sono tenuti al segreto in ordine ai processi lavorativi di cui vengono a conoscenza nell'esercizio delle funzioni di cui al D.Lgs.81/08 e s.m.i..

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8. IL MEDICO COMPETENTE

� FINALITA’ DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA

Ai sensi dell’art. 18 comma 1, il datore di lavoro e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono nominare il medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i. La sorveglianza sanitaria, ai sensi dell’art. 41 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., è effettuata dal medico competente: a) nei casi previsti dalla normativa vigente, dalle direttive europee nonché dalle indicazioni fornite dalla Commissione consultiva di cui all'articolo 6 del D.Lgs.81/08 e s.m.i.; b) qualora il lavoratore ne faccia richiesta e la stessa sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi lavorativi. Ai sensi dell’art. 39 comma 6, nei casi di aziende con più unità produttive, nei casi di gruppi d’imprese nonché qualora la valutazione dei rischi ne evidenzi la necessità, il datore di lavoro può nominare più medici competenti individuando tra essi un medico con funzioni di coordinamento. In base all’attività svolta dall’Azienda, come si evince dalla valutazione di cui al punto 15, vi è obbligo di sorveglianza sanitaria per le seguenti mansioni: assistenti tecnici (tra cui un autista), insegnanti, impiegati, direttore servizi generali e amministrativi, collaboratori scolastici (addetti pulizie). Sono stati individuati per essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria quei lavoratori dell’area amministrativa che utilizzano videoterminali per più di venti ore settimanali, dell'area tecnica per la chimica, profilo assistenti tecnici, che utilizzano sostanze nocive dell'area meccanica ed elettrotecnica, profili assistenti tecnici e docenti ITP, che utilizzano la saldatura. � NOMINATIVO DEL MEDICO COMPETENTE Nome e cognome: Dott. ALBERTO ROLFO � SORVEGLIANZA SANITARIA

La sorveglianza sanitaria comprende:

A) Visite preventive Gli accertamenti preventivi sono intesi a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui i lavoratori sono destinati al fine di valutare l’idoneità alla mansione specifica. Ai fini della valutazione dell’idoneità dei lavoratori alla mansione specifica, il medico può richiedere accertamenti specialistici ad integrazione degli accertamenti generali.

B) Visite periodiche La visita periodica ha la funzione di controllare nel tempo lo stato di salute del lavoratore ai fini del giudizio di idoneità alla mansione specifica. La periodicità di tali accertamenti, qualora non prevista dalla relativa normativa, viene stabilita, di norma, in una volta l’anno. Tale periodicità può assumere cadenza diversa, stabilita dal medico competente in funzione della valutazione del rischio.

L’organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza sanitaria differenti rispetto a quelli indicati dal medico competente.

C) Visite mediche su richiesta del lavoratore Le visite mediche su richiesta del lavoratore - qualora siano ritenute dal medico competente

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8. IL MEDICO COMPETENTE

correlate ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta - hanno la funzione di controllare lo stato di salute del lavoratore al fine di esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica.

D) Visite mediche in occasione del cambio mansione La visita medica in occasione del cambio della mansione è intesa a verificare l’idoneità alla mansione specifica. Il Datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare al medico competente il cambio di mansione.

E) Visite mediche alla cessazione del rapporto di lavoro Nei casi previsti dalla normativa, sono effettuate le visite mediche alla cessazione del rapporto di lavoro. Il Datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare al medico competente la cessazione del rapporto di lavoro.

F) Visita medica preventiva in fase preassuntiva Le visite mediche preventive possono essere svolte in fase preassuntiva, su scelta del datore di lavoro, dal medico competente o dai dipartimenti di prevenzione delle ASL.

G) Visita medica precedente alla ripresa del lavoro A seguito di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi, al fine di verificare l’idoneità alla mansione.

Le visite mediche previste dalla sorveglianza sanitaria non possono essere effettuate: − per accertare stati di gravidanza; − negli altri casi vietati dalla normativa vigente.

Esse comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al rischio ritenuti necessari dal medico competente. Nei casi ed alle condizioni previste dall’ordinamento, le visite di cui sopra a), b), d), f) e g) sono altresì finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. Casi e condizioni previste dall’ordinamento: norme attualmente vigenti

� Conferenza Unificata del 30/10/2007 (disposizioni dettagliate per l’accertamento della tossicodipendenza)

� Legge 125 del 2001 (Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati) e Conferenza Stato-Regioni del 16/03/2006 (recepimento comma 1 art. 15 della Legge 125/2001 e relativa definizione delle attività nelle quali vige il divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche)

Le norme relative all’alcol (Legge 125/2001 e D.Lgs.vo 81/08 art. 41 comma 4) pur trattando dello stesso tema disciplinano due aspetti differenti:

� Assunzione anche sporadica di alcol (legge 125/01); � Alcoldipendenza (D.Lgs.vo 81/08)1.

Ad oggi però non è ancora chiaro per quali lavoratori sia obbligatoria la sorveglianza sanitaria ai fini dell’alcoldipendenza: l’elenco delle mansioni di cui all’Intesa Stato Regioni del 16 marzo 2006, difatti, non è l’elenco delle mansioni per cui è obbligatoria la sorveglianza sanitaria, ma l’elenco delle mansioni in cui è vietata l’‘assunzione e la somministrazione di alcol. Pertanto, al momento, risulta difficile verificare l’assenza di alcol dipendenza sebbene un aiuto venga da quelle regioni e/o province nelle quali sono state emanate delibere o linee guida in merito (e che tendenzialmente ammettono gli accertamenti di alcoldipendenza per le stesse mansioni previste dalla Legge 125/01).

1 In attesa dell’attuazione dell’art. 41 comma 4 bis del D.Lgs. 81/08 ossia dell’emanazione dell’Accordo in Conferenza Stato-regioni che fornisca indicazioni, valide ed univoche su tutto il territorio nazionale.

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8. IL MEDICO COMPETENTE

ELENCO MANSIONI CON VERIFICA ASSENZA ALCOL DIPENDENZA

ELENCO MANSIONI CON VERIFICA ASSENZA ASSUNZIONE SOSTANZE PISCOTROPE E

STUPEFACENTI Attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per l'espletamento dei seguenti lavori pericolosi: a) impiego di gas tossici (art. 8 RD 09/01/1927 e s.m.i.); b) conduzione di generatori di vapore (DM 01/03/1974); c) attività di fochino (art. 27 DPR 302/56); d) fabbricazione e uso di fuochi artificiali (art. 101 RD 635/40); e) vendita di fitosanitari, (art. 23 DPR 290/01); f) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (DPR 1450/70); g) manutenzione degli ascensori (DPR 162/99);

Attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per l'espletamento dei seguenti lavori pericolosi: a) impiego di gas tossici (art. 8 RD 09/01/1927 e s.m.i.); b) fabbricazione e uso di fuochi di artificio (RD 635/40) e posizionamento e brillamento mine (DPR 302/56); c) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (DPR 1450/70)

Mansioni inerenti le seguenti attività di trasporto: a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida categoria B, C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada; b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell'esercizio ferroviario; c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell'infrastruttura ferroviaria con esclusione del personale di carriera e di mensa; d) personale navigante delle acque interne; e) personale addetto alla circolazione e alla sicurezza delle ferrovie in concessione e in gestione governativa, metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari aerei e terrestri; f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie; g) personale marittimo delle sezioni di coperta e macchina, nonché il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi; h) responsabili dei fari; l) controllori di volo ed esperti di assistenza al volo; m) personale certificato dal registro aeronautico italiano; n) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea; o) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti; p) addetti alla guida di' macchine di movimentazione terra e merci;

Mansioni inerenti le seguenti attività di trasporto: a) conducenti di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida categoria C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada; b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell'esercizio ferroviario che esplichi attività di condotta, verifica materiale rotabile, manovra apparati di sicurezza, formazione treni, accompagnamento treni, gestione della circolazione, manutenzione infrastruttura e coordinamento e vigilanza di una o più attività di sicurezza; c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell'infrastruttura ferroviaria con esclusione del personale di camera e di mensa; d) personale navigante delle acque interne con qualifica di conduttore per le imbarcazioni da diporto adibite a noleggio; e) personale addetto alla circolazione e a sicurezza delle ferrovie in concessione e in gestione governativa, metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari, aerei e terrestri; f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie; g) personale marittimo di prima categoria delle sezioni di coperta e macchina, limitatamente allo Stato maggiore e sottufficiali componenti l'equipaggio di navi mercantili e passeggeri, nonché il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi; h) controllori di volo ed esperti di assistenza al volo; i) personale certificato dal registro aeronautico italiano; l) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea; m) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti; n) addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci.

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8. IL MEDICO COMPETENTE

ELENCO MANSIONI CON VERIFICA ASSENZA ALCOL DIPENDENZA

ELENCO MANSIONI CON VERIFICA ASSENZA ASSUNZIONE SOSTANZE PISCOTROPE E

STUPEFACENTI Operatori e addetti a sostanze potenzialmente esplosive e infiammabili, settore idrocarburi.

Funzioni operative proprie degli addetti e dei responsabili della produzione, del confezionamento, della detenzione, del trasporto e della vendita di esplosivi.

Dirigenti e preposti al controllo dei processi produttivi e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza negli impianti a rischio di incidenti rilevanti (art. 1 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334).

--

Sovrintendenza ai lavori previsti dagli articoli 236 e 237 del decreto dei Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547.

--

Mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private in qualità di: medico specialista in anestesia e rianimazione; medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo; medico comunque preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore socio-sanitario; ostetrica caposala e ferrista.

--

Vigilatrice di infanzia o infermiere pediatrico e puericultrice, addetto ai nidi materni e ai reparti per neonati e immaturi; mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strutture pubbliche e private.

--

Attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado.

--

Mansioni comportanti l'obbligo della dotazione del porto d'armi, ivi comprese le attività di guardia particolare e Giurata.

--

Addetto e responsabile della produzione, confezionamento, detenzione, trasporto e vendita di esplosivi.

--

Lavoratori addetti ai comparti della edilizia e delle costruzioni e tutte le mansioni che prevedono attività in quota, oltre i due metri di altezza.

--

Capiforno e conduttori addetti ai forni di fusione. -- Tecnici di manutenzione degli impianti nucleari. -- Tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere. --

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9. IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI

� NOTIZIE GENERALI

Il rappresentante è stato eletto dai lavoratori al loro interno, confermato RLS dalla RSU di istituto con la comunicazione del 22/10/10 (validità triennale).

� PROCEDURE DI DESIGNAZIONE Il numero, le modalità di designazione o di elezione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, nonché il tempo di lavoro retribuito e gli strumenti per l'espletamento delle funzioni sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva. L'elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aziendali, territoriali o di comparto, salvo diverse determinazioni in sede di contrattazione collettiva, avviene di norma in corrispondenza della giornata nazionale per la salute e sicurezza sul lavoro, individuata, nell'ambito della settimana europea per la salute e sicurezza sul lavoro. Il numero minimo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza è il seguente:

� un rappresentante nelle aziende ovvero unità produttive sino a 200 lavoratori; � tre rappresentanti nelle aziende ovvero unità produttive da 201 a 1.000 lavoratori; � sei rappresentanti in tutte le altre aziende o unità produttive oltre i 1.000 lavoratori. In tali

aziende il numero dei rappresentanti è aumentato nella misura individuata dagli accordi interconfederali o dalla contrattazione collettiva.

� NOMINATIVO DEL RAPPRESENTANTE A seguito dell’operazione di designazione effettuata dall’assemblea dei lavoratori è risultato eletto quale rappresentante dei lavoratori il Sig. UMBERTO OTTONE. Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è in attesa di tutti i requisiti richiesti dal D.Lgs.81/08 e s.m.i. per lo svolgimento di tale ruolo. � ATTRIBUZIONI DEL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza:

� accede ai luoghi di lavoro in cui si svolgono le lavorazioni; � è consultato preventivamente e tempestivamente in ordine alla valutazione dei rischi,

alla individuazione, programmazione, realizzazione e verifica della prevenzione nella azienda o unità produttiva;

� è consultato sulla designazione del responsabile e degli addetti al servizio di prevenzione, alla attività di prevenzione incendi, al primo soccorso, alla evacuazione dei luoghi di lavoro e del medico competente;

� è consultato in merito all'organizzazione della formazione di cui all'articolo 37; � riceve le informazioni e la documentazione aziendale inerente alla valutazione dei rischi e

le misure di prevenzione relative, nonché quelle inerenti alle sostanze ed ai preparati pericolosi, alle macchine, agli impianti, alla organizzazione e agli ambienti di lavoro, agli infortuni ed alle malattie professionali;

� riceve le informazioni provenienti dai servizi di vigilanza; � riceve una formazione adeguata e, comunque, non inferiore a quella prevista dall'articolo

37; � promuove l'elaborazione, l'individuazione e l'attuazione delle misure di prevenzione idonee

a tutelare la salute e l'integrità fisica dei lavoratori; � formula osservazioni in occasione di visite e verifiche effettuate dalle autorità competenti,

dalle quali è, di norma, sentito;

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9. IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI

� partecipa alla riunione periodica di cui all'articolo 35; � fa proposte in merito alla attività di prevenzione; � avverte il responsabile della azienda dei rischi individuati nel corso della sua attività; � può fare ricorso alle autorità competenti qualora ritenga che le misure di prevenzione e

protezione dai rischi adottate dal datore di lavoro o dai dirigenti e i mezzi impiegati per attuarle non siano idonei a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro.

� OBBLIGO DEL SEGRETO Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è tenuto al rispetto delle disposizioni di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e del segreto industriale relativamente alle informazioni contenute nel documento di valutazione dei rischi, nonché al segreto in ordine ai processi lavorativi di cui venga a conoscenza nell'esercizio delle funzioni.

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10. ANALISI DEGLI INFORTUNI

� REGISTRO INFORTUNI La statistica degli infortuni, intesa come analisi dell’andamento infortunistico, ha come scopo principale quello di evidenziare la natura e le cause dell’evento negativo al fine di trovare provvedimenti di tipo tecnico e organizzativo per evitare il ripetersi degli infortuni. Le rilevazioni sistematiche sugli infortuni permettono di tracciare linee di tendenza che non possono essere attribuite a pura e semplice casualità. L’indagine statistica sul già avvenuto rappresenta perciò una spia in grado di segnalare, sia pure non con assoluta certezza e precisione, punti, fattori e circostanze di maggiore rischio per la salute e l’integrità fisica dei lavoratori. Di seguito si riporta una tabella riassuntiva dell’andamento infortunistico degli ultimi tre anni. ANNO N° INFORTUNI Giorni assenza

(Max) Giorni assenza (Medio)

CASISTICA PIU’ FREQUENTE

2012 18 30 7 DISTORSIONE CAVIGLIA/TRAUMA DITO

2013 23 30 5 DISTORSIONE CAVIGLIA/TRAUMA DITO

2014 30 35 9 DISTORSIONE CAVIGLIA/TRAUMA DITO

2015 (1° semestre)

16 20 8 DISTORSIONE CAVIGLIA/TRAUMA DITO

Modalità di tenuta del registro Il registro infortuni non ha scadenza. Quando è stato utilizzato completamente deve essere vidimato un nuovo registro (nelle Regioni nelle quali esiste ancora la vidimazione). Il registro non più utilizzabile (perché completo o per cambio di ragione sociale, cessazione dell’impresa, ecc.) deve essere conservato per almeno quattro anni dall’ultima registrazione e, se non usato, dalla data in cui fu vidimato. Il registro deve essere tenuto senza alcun spazio bianco. Le scritturazioni devono essere fatte con inchiostro indelebile. Non sono consentite abrasioni e le eventuali rettifiche o correzioni debbono eseguirsi in modo che il testo sostituito sia tuttavia leggibile. Il registro va conservato:

• nel caso di attività di breve durata (fino a 30 giorni lavorativi) e prevalentemente fuori dalla propria sede (quali ad esempio i cantieri edili e stradali, le imprese di pulizia, le imprese che svolgono attività di manutenzione di attrezzature ed impianti) presso la sede legale dell’impresa, sempre che tali attività non siano dislocate oltre l’ambito provinciale.

• nel caso in cui, invece, si tratti di imprese che svolgono attività prevalentemente fuori della propria sede per un periodo non breve (superiore a 30 giorni lavorativi) ogni unità produttiva deve conservare un proprio registro.

In caso di smarrimento del registro infortuni, in alternativa alla denuncia alle autorità competenti, è possibile compilare e sottoscrivere dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà da presentare unitamente al nuovo registro.

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11. LA GESTIONE DELL’EMERGENZA

� ORGANIZZAZIONE INTERNA

Il datore di lavoro, in relazione alle dimensioni aziendali ed ai rischi specifici dell’azienda o dell’unità produttiva, ha designato ai sensi dell’art. 18, comma 1, lettera b) del D.Lgs.81/08 e s.m.i. i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e comunque, di gestione dell’emergenza; nel processo di designazione ha inoltre tenuto conto di quanto previsto dall’art. 34 comma 1-bis per il quale nelle imprese o unità produttive fino a cinque lavoratori il datore di lavoro può svolgere direttamente i compiti di primo soccorso, nonché di prevenzione degli incendi e di evacuazione, anche in caso di affidamento dell’incarico di responsabile del servizio di prevenzione e protezione a persone interne all’azienda o all’unità produttiva o a servizi esterni così come previsto all’articolo 31. Il lavoratori designati non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione. Se si tratta di motivi sanitari, questi verranno confermati dal medico competente.

La squadra di emergenza è così composta:

� Addetti alla prevenzione incendi 15

� Addetti al primo soccorso 9

� Addetti all’evacuazione 15

� Addetti assistenza disabili 6

� CLASSIFICAZIONE DELL’AZIENDA AI SENSI DEL D.M. 388/03 E DEGLI INDIRIZZI APPLICATIVI DEL 10/01/2005

Per quanto concerne la classificazione ai sensi del DM 388/2003 si riporta quanto segue:

L’unità produttiva appartiene/è riconducibile al gruppo/i tariffario INAIL: 0600 (istruzione e

ricerca), 0700 (uffici)

Codice/i infortunistico di inabilità permanente: 1,11 (istruzione e ricerca), 0,72 (uffici)

Pertanto appartiene al:

Gruppo B Aziende o unità produttive con tre o più lavoratori che non rientrano nel gruppo A.

* solo nel caso l’Azienda appartenga al gruppo A, lo comunica all’Azienda Sanitaria Locale competente sul territorio in cui si svolge l’attività lavorativa, per la predisposizione degli interventi di emergenza del caso. La comunicazione è necessaria solo per la sede dell'azienda od unità produttiva, intesa come stabilimento o struttura finalizzata alla produzione di beni o servizi, dotata di autonomia finanziaria e tecnico-funzionale.

� PRESIDI DI PRIMO SOCCORSO

Ai sensi del DM 388/03, alla classificazione aziendale che ne consegue ed anche in relazione all’unità produttiva ed all’attività svolta e alle indicazioni fornite dal Medico Competente, il datore di lavoro deve mettere a disposizione i seguenti presidi di primo soccorso:

− mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale. A titolo di esempio sono mezzi di comunicazione telefoni fissi aziendali, cellulari, ricetrasmittenti collegate con l’azienda e in casi specifici sistemi di allarme azionati dal lavoratore, ….).

− cassetta di primo soccorso (Allegato 1 del DM 388/03)

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11. LA GESTIONE DELL’EMERGENZA

Il datore di lavoro con l’ausilio dell’operatore addetto deve provvedere a controllare il contenuto della cassetta di primo soccorso e/o del pacchetto di medicazione ai sensi del DM 388/03. Tali presidi devono essere custoditi in un luogo facilmente accessibile e segnalato.

CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO (allegato 1 DM 388/2003)

CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE (allegato 2 DM 388/2003)

• n. 5 guanti sterili monouso • n. 1 visiera paraschizzi • n. 1 flacone da 1 l. di soluzione cutanea di iodopovidone

al 10% di iodio • n. 3 flaconi da 0,5 l. di soluzione fisiologica (sodio

cloruro al 0,9%) • n. 10 compresse di garza sterile 10 x 10 in buste

singole. • n. 2 compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole. • n. 2 teli sterili monouso. • n. 2 pinzette da medicazione sterili monouso. • n. 1 confezione di rete elastica di misura media. • n. 1 confezione di cotone idrofilo. • n. 2 confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso. • n. 2 rotoli di cerotto alto cm. 2,5. • n. 1 paio di forbici. • n. 3 lacci emostatici. • n. 2 confezioni di ghiaccio pronto uso. • n. 2 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari. • n. 1 termometro • n. 1 apparecchio per la misurazione della pressione

arteriosa.

o n. 2 guanti sterili monouso. o n. 1 flacone da 125 ml. di soluzione cutanea di

iodopovidone al 10% di iodio. o n. 1 flacone da 250 ml. di soluzione fisiologica (sodio

cloruro 0,9%). o n. 1 compressa di garza sterile 18 x 40 in buste

singole. o n. 3 compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole. o n. 1 pinzette da medicazione sterili monouso. o n. 1 confezione di cotone idrofilo. o n. 1 confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso. o n. 1 rotolo di cerotto alto cm 2,5. o n. 1 rotolo di benda orlata alta cm 10. o n. 1 paio di forbici. o n. 1 laccio emostatico. o n. 1 confezione di ghiaccio pronto uso. o n. 1 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari. Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza

� FORMAZIONE DEGLI ADDETTI SQUADRA DI EMERGENZA

La formazione degli addetti alla Squadra di emergenza dovrà rispettare i seguenti criteri: Formazione Rischio di Incendio Sulla base di quanto previsto dal DM 10/03/98, per l’unità produttiva in oggetto il personale addetto alla prevenzione incendi deve essere in possesso della seguente formazione: Medio Rischio (n. 8 ore) Tale personale: non può coincidere con il Datore di Lavoro Sulla base di quanto indicato dal Medico Competente, può essere prevista per gli addetti alla lotta antincendio la vaccinazione antiepatite virale B. Formazione per il Primo Soccorso Ai sensi del DM 388/03, alla classificazione aziendale che ne consegue ed anche in relazione all’unità produttiva ed all’attività svolta, il personale addetto al primo soccorso deve essere in possesso della seguente formazione: Gruppo B (n. 12 ore) Tale personale: non può coincidere con il Datore di Lavoro Sulla base di quanto indicato dal Medico Competente, può essere prevista per gli addetti al primo soccorso la vaccinazione antiepatite virale B.

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11. LA GESTIONE DELL’EMERGENZA

� RIFERIMENTI AZIENDALI E NUMERI UTILI

Riferimento Numero VIGILI DEL FUOCO 115

PRONTO SOCCORSO 118

POLIZIA 113 - Polizia Municipale Pinerolo 0121 361278

CARABINIERI 112

EMERGENZA AMBIENTALE 1515

NUMERO VERDE SILAQ 800.34.33.88

PROEZIONE CIVILE PINEROLO 0121 361330 / 361254

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12. CRITERI SEGUITI PER LA REDAZIONE DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

I criteri seguiti per la redazione del seguente DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI in ottemperanza a quanto disposto nell’articolo 28 del D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. vengono qui di seguito riportati. L’attività e l’insediamento, di cui si è già data una sintetica descrizione introduttiva, sono stati divisi in Reparti. Per Reparto si è inteso: area dell’insediamento/attività, costituita da uno o più locali, omogenea per struttura ambientale, tipo di attività, fonti rischio ecc. (casi limite sono il reparto che coincide con l’azienda per piccole realtà ed il reparto che si identifica con una singola postazione di lavoro in caso di consistenti anomalie). Per ogni singolo Reparto si è proceduto come segue:

� Identificazione dei pericoli presenti, analizzando quali tra quelli riportati in Tabella 1 riguardano il reparto in connessione alla struttura ed alle attività svolte nello stesso. Vengono inoltre riportati a titolo esemplificativo i possibili eventi dannosi associati.

TABELLA 1 RISCHI ASSOCIATI ALLE CARATTERISTICHE DEI LOCALI STRUTTURA DEI LOCALI DI LAVORO PRESENZA DI DIVERSAMENTE ABILI INVESTIMENTO AERAZIONE, CLIMATIZZAZIONE E MICROCLIMA ILLUMINAZIONE IGIENE DEGLI AMBIENTI DI LAVORO SALUBRITA’ DELL’ACQUA LOCALI CON PROBLEMI PARTICOLARI RISCHI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI PROTEZIONE EDIFICI, IMPIANTI, STRUTTURE E ATTREZZATURE ELETTROCUZIONE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO LAVORI SOTTO TENSIONE E IN PROSSIMITA’ DI PARTI ATTIVE DI IMPIANTI ELETTRICI INCENDIO, PRIMO SOCCORSO ED EVACUAZIONE ATTREZZI MANUALI MACCHINE APPARECCHI E IMPIANTI A PRESSIONE APPARECCHI E IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO ATTREZZATURE E IMPIANTI PARTICOLARI LAVORI IN QUOTA MEZZI DI TRASPORTO RISCHI PER LA SALUTE DEI LAVORATORI AGENTI CHIMICI E SENSIBILIZZANTI AGENTI CANCEROGENI-MUTAGENI AMIANTO, POLVERI E FIBRE AGENTI BIOLOGICI PRESENZA DI ALLERGENI RADIAZIONI IONIZZANTI RADIAZIONI OTTICHE CAMPI ELETTROMAGNETICI ATMOSFERE ESPLOSIVE RUMORE VIBRAZIONI ALTRI RISCHI FISICI (infrasuoni, ultrasuoni, atmosfere iperbariche) VIDEOTERMINALI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI ERGONOMIA E POSTURA STRESS-LAVORO CORRELATO RISCHI LAVORO SOLITARIO RISCHI PER LAVORATRICI IN STATO DI GRAVIDANZA, PUERPERE O IN PERIODO DI ALLATTAMENTO RISCHI CONNESSI ALLE DIFFERENZE DI GENERE, ETA’, PROVENIENZA DA ALTRI PAESI LAVORATORI MINORENNI LAVORO NOTTURNO RISCHI CONNESSI ALLA SPECIFICA TIPOLOGIA CONTRATTUALE ATTRAVERSO CUI VIENE RESA LA PRESTAZIONE DI LAVORO RISCHI DI INCOLUMITA’ PER TERZI RISCHI DA INTERFERENZA

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12. CRITERI SEGUITI PER LA REDAZIONE DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

• Identificazione dei gruppi omogenei di lavoratori presenti nel reparto con indicazione in nota di gruppi/mansioni particolarmente esposti a rischi specifici, che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento.

• Stima dei rischi e delle esposizioni associati ai pericoli individuati. Per ciascun pericolo individuato si è accertato che i requisiti previsti dalla legislazione vigente siano soddisfatti, verificando che siano attuate tutte le misure tecniche, organizzative, procedurali, DPI, di informazione, formazione e addestramento, di sorveglianza sanitaria (ove prevista) necessarie a garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. Tale valutazione è stata effettuata tramite compilazione di schede di analisi e raccolta di documenti o relazioni tecniche già in possesso dell’Azienda. Si sono trovate situazioni già chiare e ben note e ne sono state individuate altre che necessitano di ulteriore approfondimento. In base ai dati raccolti sono state valutate l’entità (E) e la probabilità (P) degli effetti e quindi il rischio. Si considera il rischio come una combinazione quali-quantitativa della probabilità o pericolo che avvenga un determinato evento e del danno associato all’accadimento, cioè R = P x E. I valori di P e E sono stati scelti rispettivamente come da Tabella 2.1 e 2.2. TABELLA 2.1 VALORE DI P SIGNIFICATO DEL

VALORE CRITERIO DI SCELTA

1 MOLTO IMPROBABILE

• Il verificarsi del danno è subordinato ad un concatenamento di eventi indipendenti tra loro.

• Il verificarsi del danno è creduto impossibile dagli addetti. • Non è mai accaduto nulla di simile.

2 POCO PROBABILE • Il verificarsi del danno dipende da condizioni “sfortunate”. • Il verificarsi del danno provocherebbe reazioni di grande

stupore tra gli addetti • Eventi simili si sono verificati molto raramente.

3 PROBABILE • Il verificarsi del danno dipende da condizioni non direttamente connesse alla situazione ma possibili.

• Il verificarsi del danno provocherebbe reazioni di moderato stupore.

• Eventi simili sono già stati riscontrati in letteratura. 4 MOLTO PROBABILE • Il verificarsi del danno dipende da condizioni direttamente

connesse alla situazione. • Il verificarsi del danno non provocherebbe alcuna reazione di

stupore. • Eventi simili sono già accaduti in azienda o in aziende dello

stesso tipo.

TABELLA 2.2 VALORE DI E SIGNIFICATO DEL

VALORE CRITERIO DI SCELTA

1 LIEVE • Incidente che dà luogo a disturbi rapidamente reversibili (pochi giorni).

• Esposizione cronica che dà luogo a disturbi rapidamente reversibili (pochi giorni).

2 DI MODESTA ENTITÀ

• Incidente che dà luogo a disturbi reversibili (mesi) • Esposizione cronica che dà luogo a disturbi reversibili (mesi).

3 GRAVE • Incidente con effetti di invalidità permanente parziale o comunque irreversibili.

• Esposizione cronica con effetti di invalidità permanente parziale o comunque irreversibili.

4 MOLTO GRAVE • Incidente con effetti di invalidità totale o mortale. • Esposizione cronica con effetti mortali o totalmente

invalidanti.

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12. CRITERI SEGUITI PER LA REDAZIONE DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

Si è inoltre tenuto conto, per questa stima, dell’influenza di ELEMENTI IMPLICANTI LA GESTIONE E L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE che sono stati analizzati a livello d’insediamento perché d’interesse generale. Questi fattori sono riportati in Tabella 3.

TABELLA 3 ELEMENTI IMPLICANTI LA GESTIONE E L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1. SITUAZIONE INFORTUNI 2. GESTIONE DELLE EMERGENZE 3. SORVEGLIANZA SANITARIA 4. PROCEDURE DI LAVORO 5. DPI

I diversi fattori di rischio sono motivati punto per punto. Al termine è stilato un piano di sicurezza riportante, per ogni fattore di rischio individuato, le misure previste ed i tempi previsti per la loro attuazione. La priorità di intervento è basata soprattutto sul livello di rischio associato e sulla difficoltà tecnica di attuazione delle misure previste. Uno schema indicativo di priorità relativo ai rischi evidenziati è riportato di seguito.

P\ E

1 2 3 4 legenda

1 Intervallo di sicurezza 2 Intervallo di rischio accettabile 3 Intervallo di rischio significativo 4 Intervallo di grave rischio

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12. CRITERI SEGUITI PER LA REDAZIONE DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

Livello di rischio Misure Priorità di intervento Intervallo di

sicurezza (rischio basso)

Non sono strettamente necessarie misure di prevenzione e protezione (quelle in atto si possono ritenere sufficienti) ovvero le azioni migliorative da programmare non richiedono. un intervento immediato.

La situazione corrisponde più che ad una non conformità specifica ad uno stato di fatto che, pur rispondente alla normativa di igiene e sicurezza, può evidenziare la necessità di essere migliorato ed ottimizzato. Gli interventi di adeguamento corrispondenti, di tipo organizzativo e tecnico, possono essere programmati nel tempo con il fine di elevare il livello di prevenzione e ottimizzare lo stato dei luoghi e le procedure di lavoro.

Intervallo di rischio accettabile (rischio medio)

Attuare misure a medio termine di prevenzione e protezione dai rischi. Identificare misure di miglioramento ai fini della riduzione del livello di rischio.

Presenza di non conformità di carattere tecnico/documentale derivanti principalmente dall'aggiornamento e/o dall'evoluzione della normativa tecnica di riferimento e non implicanti l’insorgere di particolari condizioni di rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Gli interventi di adeguamento possono essere programmati nel medio termine in funzione della fattibilità degli stessi.

Intervallo di rischio significativo (rischio alto)

Attuare misure a breve termine di prevenzione e protezione dai rischi. Identificare misure di miglioramento ai fini della riduzione del livello di rischio.

Presenza di non conformità che implicano la sussistenza di una condizione di rischio grave, ma non imminente per i lavoratori, e che potrebbe causare danni con un elevato grado di inabilità o determinare patologie dagli effetti invalidanti permanenti. Gli interventi di adeguamento devono essere programmati nel breve termine poiché configurano condizioni di pericolo e/o violazioni alle norme di sicurezza.

Intervallo di rischio grave (rischio altissimo)

Attuare misure immediate di prevenzione e protezione dai rischi. Identificare misure di miglioramento nel breve periodo ai fini della riduzione del livello di rischio

Presenza di non conformità che implicano la sussistenza di condizioni di rischio grave ed imminente per i lavoratori. Gli interventi di adeguamento sono indilazionabili.

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13. REDAZIONE DEL DOCUMENTO

La presente Valutazione dei Rischi deriva dalle verifiche effettuate presso l’Azienda sulla base delle seguenti osservazioni:

� dei luoghi di lavoro � delle attrezzature, degli impianti e dei prodotti utilizzati � delle postazioni di lavoro � dell’organizzazione del lavoro � del ciclo produttivo � dalle mansioni svolte dal personale addetto

e in relazione alle documentazioni esistenti, alle informazioni assunte durante i sopralluoghi e dai responsabili dell’insediamento. Inoltre, durante i sopralluoghi - condotti nel normale orario di lavoro - si sono raccolte opinioni e richieste del personale presente. La Valutazione è stata effettuata dal datore di lavoro in collaborazione con:

• Servizio di Prevenzione e Protezione Esterno • Consulenti: SILAQ S.r.l. • Medico Competente previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza. Consulenti Tecnici Organismo di appartenenza Silaq S.r.l. Via Chambery, 93/115/Q CAP 10142 Città Torino Provincia TO Tel. 011/7071470 Fax 011/7073174

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14. IDENTIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI AZIENDALI E DELLE MANSIONI

Nell’ambito della struttura nei reparti presenti vengono effettuate le seguenti attività che coinvolgono diverse figure riconducili ai seguenti gruppi omogenei: assistenti tecnici (tra cui un autista), insegnanti, impiegati, direttore servizi generali e amministrativi, collaboratori scolastici (addetti pulizie). Esiste l’elenco dettagliato del numero, della qualifica e del profilo professionale dei lavoratori (docenti, non docenti) e degli studenti che fanno uso di laboratori. L’assegnazione dei compiti lavorativi è fatta rispettando i profili professionali d’assunzione, coinvolgendo gli interessati e garantendo l’aggiornamento sull’introduzione di nuove macchine, attrezzature e procedure di lavoro.

Gruppo omogeneo (G.O.)

Codice G.O.

Mansioni incluse

Reparto/ Luogo di lavoro

Attività svolta nel reparto/Ciclo lavorativo

Note

Videoterminalisti A Assistenti tecnici

Uffici/aule/ laboratori

Assistenza laboratori didattici

---

Docenti B Insegnanti Uffici/aule/ Laboratori/ palestre

Insegnamento ---

Videoterminalisti C Impiegati Uffici Gestione pratiche amministrative

---

Collaboratori scolastici

D Addetti pulizie Uffici/aule/ Laboratori/ Palestre/servizi/aree comuni

Pulizie locali ---

Dirigente scolastico

E Direttore servizi generali e amministrativi

Uffici Gestione istituto/supervisione

---

Alunni F Alunni Uffici/aule/ Laboratori/ Palestre/servizi/aree comuni

Apprendimento Alunni impegnati nei laboratori didattici

L’orario di lavoro massimo giornaliero è di nove ore comprensivo dello straordinario. Se la prestazione di lavoro giornaliera eccede le sei ore continuative il personale usufruisce, a richiesta, di una pausa di almeno 30 minuti al fine del recupero delle energie psicofisiche e dell’eventuale consumazione del pasto. Se l’orario continuativo di lavoro giornaliero è superiore alle 7 ore e 12 minuti la pausa è garantita salvaguardando le esigenze di funzionalità del servizio. Qualora per la tipologia professionale o per esigenze di servizio sia necessario prestare l’attività lavorativa al di fuori della sede di servizio, il tempo di andata e di ritorno per recarsi dalla sede al luogo di prestazione dell’attività è da considerarsi a tutti gli effetti orario di lavoro. I turni e gli orari di lavoro giornalieri assegnati a ciascun dipendente, secondo le modalità definite nel presente accordo, sono definitivi e non modificabili nemmeno in caso di assenza, ad eccezione di imprevedibili e non rinviabili esigenze di servizio. Il DSGA concorda con il Dirigente scolastico la propria presenza in servizio per 36 ore settimanali, secondo criteri di flessibilità, assicurando il rispetto di tutte le scadenze amministrative e la presenza negli Organi Collegiali nei quali è componente di diritto, fornendo il prospetto del proprio orario al Dirigente scolastico stesso. Il D.S.G.A , tenuto conto della complessa articolazione, della quantità e della diversificazione degli impegni inerenti e collegati alla gestione ed al coordinamento della generale organizzazione tecnica, amministrativa, contabile organizzerà la propria presenza in servizio secondo i criteri di flessibilità, assicurando la fattiva e sinergica azione di supporto al Dirigente, l'ottimale adempimento degli impegni, la massima disponibilità e professionale collaborazione per un'azione tecnico-giuridico-ammistrativa improntata ai criteri della efficacia, dell'efficienza e dell'economicità.

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14. IDENTIFICAZIONE DELLE LAVORAZIONI AZIENDALI E DELLE MANSIONI

Distribuzione Lavoratori per G.O. N° STUDENTI 836 CORPO DOCENTE 113 ASSISTENTI TECNICI 12 ASSISTENTI AMMINISTRATIVI 8 COLLABORATORI SCOLASTICI 13 DSGA 1 ULTERIORI INFORMAZIONI SUI LAVORATORI PRESENTI SI NO NOTE PRESENZA DI LAVORO NOTTURNO X

PRESENZA DI MINORENNI X Alunni impegnati nei laboratori didattici

PRESENZA DI LAVORATORI STRANIERI X Accertata la buona comprensione della lingua italiana

RAPPORTO PERCENTUALE DONNE-UOMINI X

PRESENZA DI LAVORATORI DIVERSAMENTE ABILI X Alunni disabili

ALTRO X

La descrizione delle lavorazioni aziendali e l’identificazione e la valutazione dei rischi sono riportati al seguente punto 15. Sono presenti le seguenti schede di dettaglio:

N° Scheda Reparto/Luogo di lavoro 1 Aule didattiche/Laboratori 2 Uffici 3 Palestre

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15. DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI AZIENDALI E IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI

SCHEDA N.1 REPARTO/LUOGO DI LAVORO aule didattiche / laboratori

Attività svolta nel reparto/Ciclo lavorativo

Fasi di lavoro e loro descrizione

Tipologia materie prime, semilavorati, prodotti e scarti di lavorazione

Gruppi Omogenei presenti nel reparto

Insegnamento Accoglienza e gestione allievi Docenza Prove di laboratorio

Reagenti di laboratorio Materiali lavorati alle macchine utensili

A assistenti tecnici B insegnanti D collaboratori scolastici F allievi

L’evidenza delle attrezzature di lavoro utilizzate e delle sostanze impiegate è evidenziata (ove presenti) nella tabella che segue. CAPITOLI DI RISCHIO INDIVIDUATI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO Nel reparto sono stati individuati i pericoli presenti con le rispettive stime di rischio. Per ciascun capitolo di rischio sono riportate sinteticamente le misure di prevenzione e protezione già adottate; dovranno inoltre essere rispettate le relative misure di mantenimento e/o miglioramento degli standard di sicurezza di cui al cap. 18. Qualora in sede di redazione del documento non sia stata rilevata la presenza di un pericolo viene indicato: “Pericolo non presente”. FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

STRUTTURA DEI LOCALI DI LAVORO Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Cadute in piano Scivolamenti Inciampo Cedimenti strutturali

Il livello di illuminamento, secondo i criteri indicati nella Norma CEI 64-52, dovrebbe essere più elevato; i banchi e sedie sono conformi ai criteri della UNI 7713 tuttavia, considerato che le lezioni avvengono nel periodo diurno é idoneo. Il livello di manutenzione è accettabile poiché le pareti ed i soffitti sono tinteggiati, solo nelle palestre si manifestano infiltrazioni dalle coperture che danneggiano i soffitti. I pavimenti presentano superfici piane e prive di buchi od asperità. Tutti i vetri presenti sui serramenti sono rispondenti alla norma UNI. Le finestre sono apribili e consentono un corretto ricambio d'aria. I servizi igienici, come numero, sono sufficienti per le esigenze sia degli alunni che del personale che lavora all'interno dell'edificio. Sono presenti locali che permettono il cambio degli indumenti al personale ausiliario. I davanzali presentano altezza pari o superiore a un metro. I percorsi interni dell'edificio sono correttamente dimensionati, i corridoi di larghezza superiore a due moduli permettono un facile deflusso; i gradini sono adeguati contro il pericolo di scivolamento. Tutte le vie d'esodo sono segnalate e le uscite di sicurezza dotate di illuminazione autonoma.

B D F

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

E' presente un impianto di altoparlanti per comunicare da un ufficio a tutto l'edificio eventuali informazioni. I servizi igienici vengono puliti con elevata frequenza, ogni qual volta si presenti la necessità. In caso di otturazione viene inibito l'uso e chiesto l'intervento della ditta per il ripristino. L'atrio e gli spazi per le attività complementari sono opportunamente dimensionati, come gli spazi per gli uffici, l’amministrazione, e le attività motorie in modo corrispondente alle dimensioni standard. AULE PER ATTIVITA’ DIDATTICHE NORMALI Le aule per le attività didattiche normali hanno caratteristiche tecniche dimensionali conformi alla normativa. L'altezza netta dell'aula non è inferiore a 270 cm. Le dimensioni e la disposizione delle finestre è tale da garantire una sufficiente illuminazione e aerazione naturale. Le aule per le attività didattiche normali non sono ubicate in locali interrati o seminterrati La disposizione dei banchi all'interno dell'aula non ostacola la via di fuga in caso di emergenza. La pavimentazione è realizzata con materiali antisdrucciolo, facilmente lavabili. Le porte sono dimensionate in modo conforme a quanto indicato all’allegato IV D.Lgs. 81/08. All'interno dell'aula non vengono depositate attrezzature che possano creare condizioni di pericolo né per gli studenti né per i professori o che possono impedire la fruizione dello spazio in tutte le sue parti. All'interno degli armadi eventualmente presenti non vengono conservati materiali infiammabili o altri materiali a rischio chimico, biologico o di qualsiasi natura non attinente all'attività didattica. L'aula è dotata di tutti gli impianti ed attrezzature necessarie per la normale sua fruizione (impianto elettrico, climatizzazione, illuminazione). L'impianto elettrico ha un numero sufficiente di punti luce, prese, interruttori da rendere agevole l'utilizzo di attrezzature elettriche. AULE PER ATTIVITA’ DIDATTICHE SPECIALI / LABORATORI Il pavimento degli spazi di lavoro è adeguato alle condizioni d'uso (per resistenza, caratteristiche antisdrucciolo, etc.), è regolare, uniforme, pulito e libero di sostanze sdrucciolevoli. Le porte dei locali di lavoro consentono una rapida uscita dei lavoratori (insegnanti, assistenti e studenti) verso l'esterno, sono apribili dall'interno, libere da impedimenti all'apertura e di larghezza adeguata ma per la parte nuova non è soddisfatto il punto 5.6 del d.m. 26 agosto 1992. La larghezza minima della porta nei locali ove si effettuano lavorazioni a rischio di incendio/esplosione è pari a 1.20 m (con tolleranza in meno del 5%).( Punto 1.6 Allegato IV D.Lgs. 81/08). Se le esercitazioni richiedono l'uso di sostanze chimiche sono presenti e facilmente consultabili tutte le schede di sicurezza rispondenti ai requisiti del Regolamento CEE 1907/2006 (REACH). Tutti i recipienti sono a tenuta e i reattivi sono sempre conservati e depositati in modo corretto e in luoghi idonei ed eventualmente separati in ragione della loro incompatibilità chimica. I laboratori sono forniti di cappa aspirante ad espulsione d’aria verso l’esterno, mantenute sempre efficienti e la manipolazione di sostanze pericolose avviene sempre sotto cappa d’aspirazione. (Punto 2.1.4 Allegato IV D.Lgs. 81/08). Sono a disposizione, mantenuti efficienti e

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

sempre indossati tutti i DPI necessari nelle diverse operazioni. Sono presenti tutti i dispositivi di sicurezza e di emergenza necessari e sono rispettate tutte le misure igieniche generali e le corrette procedure di lavoro. AULA MAGNA / AUDITORIUM Esiste una sala idonea per attività didattiche di grande gruppo, spettacoli, assemblee, riunioni. L'auditorium garantisce le condizioni di sicurezza stabilite dalle vigenti norme per la prevenzione incendi ed evacuazione. E’ di dimensioni pari a circa 118 mq con due porte per l’uscita di dimensioni pari a 120 cm cadauna; la capacità di deflusso secondo i criteri del d.m. 26 agosto 1992 è di 240 persone, la capienza consentita, per le attività extra-scolastiche è di 83 persone utilizzando un indice di affollamento pari a 0,7. L'arredamento in generale è previsto di forma e dimensione adeguati alle varie classi di età degli studenti ed al tipo di scuola. I tavoli e le sedie degli studenti rispettano le disposizioni di legge e le norme di buona tecnica (UNI), rettangolari e di dimensioni adatte, combinabili tra loro per consentire attività di gruppo variamente articolate. Le lavagne, i tavoli e le sedie degli insegnanti rispettano le disposizioni di legge e le norme di buona tecnica (UNI). Anche nei locali utilizzati come uffici gli arredi rispettano le norme UNI ed i criteri ergonomici Le superficie trasparenti o traslucide delle porte e dei portoni sono nella quasi totalità dei casi costituite da materiali di sicurezza al fine di evitare lo sfondamento e il ferimento dei lavoratori in caso di rottura. (Punto 1.3 Allegato IV D.Lgs. 81/08). Attualmente sono ancora installati vetri sui serramenti che non rispondono ai requisiti di sicurezza, il problema è oggetto di segnalazione all’ente proprietario. In attesa di una sostituzione sono state fornite ai lavoratori istruzioni per un corretto uso dei serramenti.

PRESENZA DI DIVERSAMENTE ABILI Titolo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 236/09 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: Danni derivanti dalla gestione di un’emergenza Effetti derivanti da stress

Sono presenti persone diversamente abili tra gli alunni (per l’anno scolastico 2015-2016 è prevista la presenza di 35 alunni disabili fra cui 4 con gravi difficoltà di deambulazione)

DIFFICOLTA’ SPECIFICHE DEI LAVORATORI

SI NO

Ridotta mobilità X Mobilità solo con l’ausilio di sedia a rotelle X Assente o ridotta capacità di orientamento X Assente o ridotta percezione del pericolo X Assente o ridotta capacità di superare scale e dislivelli

X

Assente o ridotta capacità visiva X Assente o ridotta capacità di distinguere i colori

X

Assente o ridotta capacità uditiva X Assente o ridotta capacità cognitiva X Assente o ridotta capacità di movimentare carichi

X

Assente o ridotta capacità di comunicare verbalmente

X

F

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

Assente o ridotta capacità di utilizzo delle braccia

X

Assente o ridotta capacità di utilizzo delle mani

X

Possibili difficoltà psichiche X

FATTORI DI PERICOLO LEGATI AI LUOGHI DI LAVORO

SI NO

Presenza di gradini o dislivelli sul posto di lavoro

X

Presenza di gradini o dislivelli lungo la via di fuga

X

Presenza di percorsi di fuga non lineari X Presenza di passaggi di larghezza non adeguata e/o di elementi sporgenti che possono rendere tortuoso e pericoloso un percorso

X

Lunghezza eccessiva dei percorsi di fuga X Presenza di porte che necessitano di modi di apertura particolarmente difficili

X

Disposizione degli arredi non idonea agli handicap del lavoratore

X

FATTORI DA CONSIDERARE NELLA GESTIONE DELLE EMERGENZE

SI NO

Esistono pericolo di scoppio nel reparto X Esistono gravi rischi di incendio nel reparto

X

Il lavoratore disabile si trova alcune volte da solo nel suo reparto

X

Esiste un dispositivo di chiamata dei soccorsi nel suo reparto

X

Durante l’orario di lavoro e’ sempre presente un incaricato aziendale della squadra di lotta incendi e gestione delle emergenze

X

E’ stato nominato un addetto all’assistenza al disabile in caso di situazioni di emergenza ed un suo eventuale sostituto.

X

BARRIERE ARCHITETTONICHE Caratteristiche esterne e interne. Nell'area esterna di accesso all'edificio scolastico nuovo tutti i dislivelli sono opportunamente superati da rampe o scivoli; per quello vecchio la scala di accesso all'ingresso principale non ha rampa per i disabili, ma l'istituto dispone di un cingolo montascale a motore elettrico per superare tale barriera; sono possibili, in alternativa, percorsi interni ai due edifici che, per il tramite del tunnel di collegamento e degli ascensori di cui ciascun edifico è dotato, consentono il raggiungimento dell'edifico vecchio con ingresso dalle rampe facilitate del nuovo. I marciapiedi sono mantenuti liberi da ostacoli (auto, moto, biciclette in sosta, sacchi spazzatura, ecc.), la fruibilità dei marciapiedi non è ridotta dalla presenza di paletti, pali segnaletici; sono previste aree di sosta regolamentari ed opportunamente segnalate

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

per veicoli per disabili. All'interno dell'edificio scolastico i dislivelli che possono creare intralcio alla fruizione del disabile in carrozzina sono superati per mezzo di ascensori (uno per ciascun edificio) o con il cingolo di cui sopra. Gli ascensori e il montascale hanno caratteristiche e dimensioni rispondenti a quanto indicato dal DM 14.6.89 n. 236. Almeno un locale igienico per ogni piano è agibile al disabile in carrozzina (180 x180 e opportunamente attrezzato). I materiali con cui sono realizzate porte e spigoli sono resistenti all'urto e all'usura specialmente entro un'altezza di 0,40 cm dal pavimento. Le porte realizzate con materiali trasparenti sono dotate di accorgimenti atti ad assicurare l'immediata percezione. L'apertura delle porte avviene mediante una leggera pressione ed è accompagnata da apparecchiature per il ritardo della chiusura. Nei percorsi aventi caratteristica di continuità, i pavimenti sono realizzati con materiali antisdrucciolo, di superficie omogenea (DM 14.6.89 N. 236). UTILIZZABILITÀ DELL’EDIFICIO SCOLASTICO Tutti gli edifici pubblici devono essere fruibili non solo alle persone autonome ma anche ai disabili, sia permanenti sia temporanei, anche per precisi obblighi di legge. In tale campo la vasta normativa definisce barriere architettoniche: - gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che per qualsiasi causa hanno una capacità motoria ridotta impedita in forma permanente o temporanea - gli ostacoli che limitano od impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti - la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi Gli edifici delle istituzioni prescolastiche, scolastiche, comprese le università e delle altre istituzioni di interesse sociale nel settore della scuola devono assicurare la loro utilizzazione anche da parte di studenti non deambulanti o con difficoltà di deambulazione. L’arredamento, i sussidi didattici e le attrezzature necessarie per assicurare lo svolgimento delle attività didattiche devono avere caratteristiche particolari per ogni caso di invalidità (banchi, sedie, macchine da scrivere, materiale Braille, spogliatoi ecc.). Ai piani della scuola sono disponibili servizi per disabili, esistono una rampa di accesso ed un ascensore per entrambi gli edifici. L’edificio principale è dotato dei requisiti di accessibilità a persone aventi capacità ridotte od impedite. In particolare risulta che:

- i piani sono dotati di servizi igienici riservati a disabili

- l'accesso é dotato di rampa inclinata con pendenza inferiore all' 8%

- è presente un ascensore che collega tutti i piani.

INVESTIMENTO 0 0 0 Pericolo non presente ---

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. AERAZIONE, CLIMATIZZAZIONE E MICROCLIMA Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DPR 412/93 e s.m.i. DM 37/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Correnti d’aria moleste Temperature di lavoro inadeguate Inquinamento biologico da virus, batteri e muffe con conseguente patologia a carico dell’apparato respiratorio

Allo stato attuale non esiste un controllo di temperatura ed umidità estivo, per ridurre l’affaticamento vengono utilizzati dei ventilatori elettrici in estate nei locali dove sono presenti in modo continuativo i lavoratori.

RISCALDAMENTO

Gli ambienti sono provvisti di impianto di riscaldamento funzionante e opportunamente regolabile. Il controllo della corretta posa in opera degli impianti di riscaldamento è avvenuto da parte dell’ente proprietario. La temperatura degli ambienti adibiti ad usi scolastici, in condizioni invernali ed estive dà luogo soltanto saltuariamente a lamentele; le cause di disagio sono state finora prontamente rimosse con l'intervento dei tecnici preposti alla manutenzione degli impianti. La temperatura dei servizi igienici, palestre e infermeria è accettabile. Le correnti di aria fredda e calda che investono le persone sono opportunamente controllate. È garantita, ai fini di mantenere il livello di purezza dell'aria previsto dalla legge, l'introduzione di portate d'aria esterna, mediante ricambi d’aria favoriti dall’apertura saltuaria dei serramenti.

B D F

ILLUMINAZIONE Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Affaticamento visivo e possibili urti contro oggetti derivanti da un’inadeguata illuminazione

Si ritiene che tutti i locali abbiano un livello di illuminazione adeguato alla destinazione d'uso e nei luoghi di lavoro è realizzato uno stretto rapporto di integrazione dell'illuminazione naturale con quella artificiale; la luce naturale è sufficiente per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori. In tutti i luoghi di lavoro è garantita la protezione dai fenomeni di abbagliamento sia diretto che indiretto o zone d'ombra. I locali di passaggio, i corridoi e le scale hanno buoni livelli di illuminazione. E’ presente idonea illuminazione di emergenza lungo le vie di esodo e in prossimità delle uscite

B D F

IGIENE DEGLI AMBIENTI DI LAVORO Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento di igiene

- servizi igienici - mense - refettori - spogliatoi/locali di

riposo

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Inquinamento biologico da virus, batteri e muffe Cadute in piano

Nei locali per i servizi igienici, il numero di WC per gli studenti è di 1 per ogni classe oltre alcuni WC supplementari per servire gli spazi lontani dalle aule. I locali che contengono i WC se sono ai piani fuori terra dell'edificio vecchio sono illuminati e aerati direttamente; nei piani seminterrati e (tutti) nell'edifico nuovo non sono illuminati ed aerati direttamente ma sono dotati di impianti di aerazione e ventilazione in sostituzione dell'aerazione diretta. I bagni sono separati per sesso, sono costituiti da box sollevati dal pavimento le cui pareti divisorie siano alte non meno di 2,10 m e non più di 2,30 m, con porte apribili verso l'esterno e sono munite di chiusura dall'interno tale

B D F

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

però che si possa aprire dall'esterno in caso di emergenza. Almeno un locale igienico (opportunamente attrezzato) per ogni piano è agibile al disabile in carrozzina. (art. 63 D. Lgs. 81/08). Le pulizie vengono svolte internamente con l’impiego di prodotti di uso domestico custoditi all’interno di appositi armadi.

SALUBRITA’ DELL’ACQUA Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 31/2001 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

LOCALI CON PROBLEMI PARTICOLARI Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DPR 177/2011

- seminterrati - celle

frigorifere/camere calde

- ambienti confinati o a sospetto rischio di inquinamento

0 0 0 Pericolo non presente ---

PROTEZIONE EDIFICI, IMPIANTI, STRUTTURE E ATTREZZATURE Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 37/08 e s.m.i. DPR 462/01 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: danni derivanti da strutture non protette con impianti di terra e/o impianti di protezione contro scariche atmosferiche

L'impianto elettrico interno ai locali è conforme alla normativa, pur non essendo presente tutta la relativa documentazione di sicurezza (lo stesso è in fase di revisione ai fini dell’ottenimento del parere favorevole dei VV.F.); esso subisce manutenzione con frequenti, rilevanti ritardi rispetto alle richieste che l'istituto sottopone all'Ente proprietario nonché competente. Non esistono rischi di contatto diretto con parti nude in tensione, normalmente non accessibili, e nei locali sono previste prese e spine conformi alle Norme CEI; è presente anche la protezione differenziale contro i contatti indiretti e, vista la sensibilità dei suddetti interruttori, viene anche effettuata la protezione contro i contatti diretti. Per i casi di manutenzione straordinaria e/o ampliamenti/rifacimenti sostanziali dell’impianto elettrico è stata richiesta all' Ente proprietario la dichiarazione di conformità alle norme CEI da parte della ditta installatrice. E' stato chiesto all’ente proprietario certificazione delle verifiche periodiche obbligatorie.

I rischi considerati sono: a) contatti elettrici diretti; b) contatti elettrici indiretti; c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili. Per i contatti elettrici diretti é stati info/formato tutto il personale sul corretto uso dei dispositivi elettrici, prima

B D F

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

dell'utilizzo delle apparecchiature elettriche i lavoratori devono verificare visiva- mente l'integrità del cavo di alimentazione e dell'involucro esterno del dispositivo. Per i contatti indiretti, ed in parte per quelli diretti, é stato analizzato l'impianto elettrico fisso, in particolare nell'anno 2009 é stato effettuato il rilievo di tutti i quadri elettrici presenti nell'edificio con la verifica dell'esistenza della protezione installata contro i contatti indiretti, con la produzione di fronte quadro ed elenco delle caratteristiche dei dispositivi di protezione installati. Nell'edificio é installato un impianto di messa a terra, come comunicato dalla Provincia di Torino che risulta coordinato con la protezione inserita nei quadri. La legge 186/68 stabilisce che un impianto elettrico è sicuro quando è fatto a regola d’arte, cioè è conforme alla normativa CEI, ed in particolare quelli classificati TT devono avere a monte la protezione differenziale con interruttore avente soglia di sensibilità inferiore o pari a 30 mA. Non risultano effettuati interventi di modifica/integrazione da parte della Provincia negli ultimi anni. Risulta presente un interruttore differenziale con soglia di intervento congrua e coordinato con l'impianto di messa a terra. A tutti i lavoratori é stata fornita info/formazione sui principi di corretto uso delle apparecchiature elettriche e la formazione é stata reiterata negli anni in considerazione delle sostituzioni del personale. In particolare sono state fornite le seguenti indicazioni:

- Prima di usare apparecchiature elettriche controllare che non vi siano cavi elettrici, spine, prese di corrente, interruzioni senza protezione.

- Non sovraccaricare una linea elettrica, con collegamenti di fortuna

- Non toccare mai le apparecchiature elettriche con le mani bagnate o se il pavimento è bagnato.

- Disinserire le spine afferrandone l’involucro esterno, non il cavo

- Non compiere interventi di alcun genere sulle macchine elettriche e per motivo alcuno.

Il sistema elettrico della scuola é di tipo TT, con alimentazione distribuita 400/230 V frequenza 50 Hz, la normativa di sicurezza che individua le caratteristiche é la 64-8 parte IV. Il datore di lavoro ha eseguito la valutazione dei rischi tenendo in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze; b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; c) le condizioni di esercizio prevedibili. L'impianto elettrico parte dal quadro generale situato nella cabina elettrica posta nella zona posteriore alla palestra. L'interruttore magnetotermico provvede alla protezione contro i corto circuiti ed il sovraccarico delle linee, le varie partenze sono protette anche contro i contatti indiretti da interruttori differenziali ad alta sensibilità.

L'accessibilità al quadro é consentita solo a personale addestrato, l'accesso é chiuso con serratura. Nei vari ambienti sono presenti quadri elettrici di zona, dotati di sportello di chiusura con protezione contro i contatti indiretti. Le prese e gli interruttori installati nei locali

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

garantiscono un idoneo indice di protezione. L'impianto, realizzato in periodi temporali diversi risponde ai requisiti previsti dalla norma CEI 64-8; con cadenza temporale vengono effettuate dal personale verifiche di funzionalità degli interruttori differenziali tramite l'uso del tasto di prova. I risultati delle verifiche sono annotati in un registro di sorveglianza.

Tutto il personale é stato informato sul rischio elettrico, sulle modalità d'uso degli impianti elettrici fissi e mobili.

ELETTROCUZIONE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: rischio potenziale in occasione dell’accensione, spegnimento e utilizzo, anche improprio, di apparecchiature/attrezzature elettriche ed elettroniche, malfunzionamento dei sistemi di protezione delle stesse

Nel caso vi sia un rischio di elettrocuzione verificare che: - Il personale sia a conoscenza del luogo in cui è

posizionato il quadro elettrico generale. - Venga verificato spesso il buon funzionamento

dell'interruttore differenziale (pulsante test). - Non vengano lasciati accesi apparecchi che potrebbero

provocare un incendio in assenza di personale. - Le attrezzature siano idonee ai luoghi di utilizzo - Non vengano eseguite riparazioni di fortuna con nastro

isolante o adesivo a prese, spine e cavi. - Le prese non siano sovraccaricate; in tal caso possono

riscaldarsi e divenire causa di corto circuiti, con conseguenze anche gravissime. Evitare di utilizzare prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle e riavvolgerle.

- Non vengano utilizzate multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro volta provengono da altre "triple" collegate a.............. . In questo modo si determina un carico eccessivo sul primo collegamento a monte del "groviglio" con rischio di incendio. Se gli utilizzatori (p.c., fax, stampanti, calcolatrici ecc.) aumentano e le prese disponibili non bastano, richiedere prima della consegna dei nuovi utilizzatori anche l'adeguamento dell'impianto e del numero di prese necessarie.

- Non vengano utilizzate mai spine italiane collegate (a forza) con prese tedesche (schuko) o viceversa, perché in questo caso si ottiene la continuità del collegamento elettrico ma non quella del conduttore di terra. Nei cantieri il grado di protezione contro polveri e liquidi minimo richiesto è IP 44.

- Deve essere vietato l’accesso dei lavoratori alle cabine elettriche di trasformazione e nelle sale server.

B D F

LAVORI SOTTO TENSIONE ED IN PROSSIMITA’ DI PARTI ATTIVE DI IMPIANTI ELETTRICI Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

INCENDIO, PRIMO SOCCORSO ED

2 3 6 Possibili eventi dannosi: danni derivanti da strutture non protette e adeguate ai fini

B D

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

EVACUAZIONE Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 10/03/98 e s.m.i. DM 388/03 e s.m.i. DPR 151/2011 e s.m.i.

della prevenzione incendi e al primo soccorso

Esiste un Piano di emergenza, il cui contenuto si ritiene adeguato alle necessità della Scuola, noto ai lavoratori. Periodicamente viene simulato (almeno due volte nel corso dell’anno scolastico) (art. 15, 43 e 44 D. Lgs. 81/08 - D.M. 26.8.92) uno stato di emergenza negli edifici ed effettuata la relativa prova di evacuazione. La popolazione scolastica è stata informata e formata sulle modalità di autoprotezione, di evacuazione, di comportamenti da tenere in caso di emergenza. Esistono accessi agevoli all'area per l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco. (art. 46 D. Lgs. 81/08). Le strutture, gli impianti, i mezzi di protezione e di estinzione, le vie di uscita e di emergenza, in generale, appaiono essere conformi a quanto indicato negli artt. 43 e 46 del D.Lgs. 81/08 e nel DM 26.8.92 (Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica - G.U. n. 218 del 16.9.92). E’ stato predisposto il programma per le verifiche periodiche obbligatorie per legge. Viene compilato un registro di sorveglianza relativo alla funzionalità dei dispositivi antincendio. Nella sottostante tabella vengono riportati, in funzione del numero complessivo di presenze all’interno dei due edifici scolastici, gli adempimenti minimi obbligatori previsti dalla Normativa e messi in atto. Sono presenti le seguenti cassette di primo soccorso: edificio nuovo n. 1 atrio 1° piano (parete lato palestra vicino al quadro elettrico di sezionamento n. 1 corridoio seminterrato lato via Cagni vicino alla porta n. 153 n. 1 corridoio seminterrato lato ferrovia vicino alla porta n. 132 n. 1 laboratorio robotica locale n. 132 sulla parete lato ferrovia n. 1 laboratorio tecnologico locale n. 136 n. 1 laboratorio chimica biennio locale n. 131 edificio vecchio n. 1 piano seminterrato locale n. 26 n. 1 piano terra armadietto locale n. 66 (infermeria) Sono presenti diversi estintori e idranti dislocati sui vari piani degli edifici scolastici (si veda piano di emergenza), sottoposti a regolari controlli e manutenzioni. E’ in fase di completamento la predisposizione della documentazione necessaria da presentare ai VV.F. per l’ottenimento del parere favorevole (attività). RISCHIO FUMO Ai sensi dell’art. 51 della Legge 16.01.03, n.3, è stato formalizzato e pubblicizzato il divieto di fumare in tutti i locali chiusi dell'istituto (DPCM 23.12.03). Non è stato previsto alcun locale fumatori. Il Dirigente scolastico ha nominato e formato il personale interno preposto alla vigilanza e accertamento della violazione del divieto (documentazione agli atti; i nominativi sono stati riportati nella segnaletica prevista dal Decreto suddetto, affissa nei locali). Dall'entrata in vigore del divieto sono state comminate soltanto quattro sanzioni.

F

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

ATTREZZI MANUALI Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

MACCHINE Titolo III Capo I e III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 17/2010 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: Tagli Schiacciamenti Urti da/contro oggetti, utensili attrezzature Ustioni con parti calde/fredde

Le macchine acquistate dopo il 21/09/1996 sono dotate di marcatura CE; sono disponibili le istruzioni per l’uso fornito a corredo della macchina stessa; le macchine già in uso prima del 21/09/1996 rispondono ai requisiti dell’Allegato V del D.Lgs. 81/08. Protezioni Gli elementi mobili delle macchine che intervengono nel lavoro sono completamente isolati per progettazione, costruzione e/o ubicazione. Esistono protezioni fisse che impediscono l'accesso ad organi mobili se non in caso di manutenzione, sostituzione, ecc. Se esistono le protezioni mobili delle macchine, esse, in caso di apertura, restano unite alla macchina, eliminano il rischio di proiezioni di oggetti, in caso questo esista, sono associate a meccanismi che controllano l'arresto e la messa in marcia della macchina in sicurezza Comandi Gli organi di azionamento e di arresto di motori e macchine sono chiaramente visibili ed identificabili. Esistono uno o più dispositivi di arresto di emergenza rapidamente accessibili (si escludano le macchine in cui detti dispositivi non riducono il rischio. I comandi delle macchine (esclusi quelli di arresto) sono protetti, al fine di evitare avviamenti accidentali. Manutenzione Esistono attrezzature e dispositivi a corredo della macchina o di sue parti pericolose che garantiscano l'esecuzione in sicurezza di operazioni di riparazione, manutenzione o pulizia. Informazione formazione addestramento L'operatore, personale A.T.A. o I.T.P. o studenti, è stato formato ed addestrato nella conduzione della macchina, per il personale è stata effettuata una formazione da parte del R.S.P.P. utilizzando dispense e materiale specifico tra cui anche i documenti messi in rete da parte del servizio di vigilanza dell’ASL di Novara mentre per gli studenti la formazione viene effettuata dagli insegnanti. Esiste un Manuale di Istruzioni in cui si specifica come realizzare in modo sicuro le distinte operazioni sulla macchina: messa a punto, funzionamento, manutenzione, pulizia ecc. (artt. 37 e 73 D.Lgs. 81/08). Scale Le scale manuali si utilizzano solo in modo occasionale ed esclusivamente dal personale a ciò espressamente individuato come idoneo e formato; vengono comunque usate per raggiungere la quota o per brevissime operazioni e non per lavori prolungati nel tempo. Per gli acquisti di nuove scale si richiede la corrispondenza alla UNI EN 131. Scale doppie Le scale doppie a compasso sono di lunghezza non superiore a 5 m e sono corredate di catena o altro dispositivo che ne impedisce l'apertura oltre il limite di sicurezza. (allegato IV D.Lgs. 81/08). DEFINIZIONI PER LA SICUREZZA DELLE MACCHINE: RIPARO MOBILE INTERBLOCCATO : sistema di protezione

A B D F

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

che impedisce l’accesso alle zo- ne pericolose e che in caso di apertura o rimozione arresta il movimento prima che sia possibile accedere alle zone in questione. Deve essere robusto, non deve provocare rischi aggiuntivi, non deve essere facilmente eluso o reso inefficace, posto a sufficiente distanza dalla zona pericolosa e deve permettere gli interventi indispensabili per la lavorazione e la sua rimozione RIPARO MOBILE: riparo collegato meccanicamente alla struttura della macchina (es. con cer- niere o guide) che può essere aperto senza l’ausilio di utensili. RIPARO FISSO: protezione mantenuta in posizione (cioè chiusa) o in modo permanente (saldata) o per mezzo di sistemi di fissaggio (viti, bulloni, ecc.) che ne rendono impossibile la rimozione/apertura senza l’ausilio di utensili (chiavi, cacciaviti o brugole). Non sono ammessi sistemi di fissaggio di facile rimozione (ad es. pomelli in plastica). COMANDO AD AZIONAMENTO VOLONTARIO: organo di comando che consente la messa in moto dell’attrezzatura soltanto mediante un’azione volontaria dell’operatore. ARRESTO D’EMERGENZA: dispositivo di comando che permetta l’arresto generale dell’attrezzatura in condizioni di sicurezza. COMANDO A DUE MANI : Il dispositivo di comando deve avere le seguenti caratteristiche: - uso contemporaneo delle due mani; - attivazione continua durante le fasi pericolose; - interruzione ciclo al rilascio di un pulsante; - rilascio di entrambi i pulsanti per comandare un nuovo ciclo; - comando simultaneo dei pulsanti (entro 0,5 sec.) I due pulsanti del dispositivo di comando devono essere distanziati di almeno 300 mm, a meno che non venga interposta una barriera che ne impedisca l’azionamento con una mano sola. L’emissione di un comando non deve essere possibile usando una mano sola, mano e gomito dello stesso braccio, mano ed altre parti del corpo. Il dispositivo di comando a due mani deve essere collocato in posizione tale da rendere impossibile l’introduzione delle mani, o di altre parti del corpo, prima che gli organi lavoratori siano fermi cioè a distanza di sicurezza. Elenco macchine utensili: • tornio parallelo • seghetto alternativo • trapano a colonna • saldatrice a filo continuo • fresatrice • lapidello • rettificatrice • saldatrice puntatrice • stozzatrice • molatrice • troncatrice TORNIO VOLANTINO: durante il funzionamento della macchina é svincolato dal sistema di trasmissione. ARRESTO DI EMERGENZA: esiste il pulsante di arresto di emergenza di colore rosso di facile utilizzo

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PROTEZIONE CONTRO IL GETTO DI OGGETTI: gli organi in movimento principali dai quali possono staccarsi parti di metallo sono protetti da ripari mobili interbloccati che tramite interruttore elettrico automatico impediscono la messa in moto/funzionamento se il riparo mobile non è posizionato correttamente PROCEDURE Assicurarsi che: 1. siano presenti gli schermi di protezione 2. siano efficienti i dispositivi di interblocco sia presente ed efficiente il sistema per la prevenzione di avviamenti involontari 3. l’operatore indossi idonei occhiali di protezione contro il rischio della protezione di frammenti 4. l’abbigliamento dell’operatore sia quello prescritto per il tipo di lavorazione Nelle macchine utensili i trucioli o gli sfridi non devono essere asportati direttamente con le ma- ni ma devono essere utilizzati attrezzi idonei quali uncini, palette, scopini, ecc TRAPANO A COLONNA ARRESTO DI EMERGENZA: esiste il pulsante di arresto di emergenza di colore rosso di facile utilizzo PROTEZIONE CONTRO IL GETTO DI OGGETTI: gli organi in movimento principali dai quali possono staccarsi parti di me- tallo sono protetti da ripari mobili Assicurarsi che: siano presenti gli schermi di protezione siano operativi ed efficienti i dispositivi di interblocco (a protezione sia degli schermi che del carter di chiusura degli organi si regolazione e trasmissione del moto) sia presente ed efficiente il sistema per la prevenzione di avviamenti involontari le punte di foratura siano correttamente e adeguatamente serrate nel mandrino il pezzo da forare sia correttamente e adeguatamente bloccato con l’apposito supporto di serraggio regolabile l’operatore indossi idonei occhiali di protezione contro il rischio della proiezione di frammenti l’abbigliamento dell’operatore sia quello prescritto per il tipo di lavorazione Nelle macchine utensili i trucioli o gli sfridi non devono essere asportati direttamente con le ma- ni ma devono essere utilizzati attrezzi idonei quali uncini, palette, scopini, ecc SEGA A NASTRO Il riparo regolabile (e fissato al guida-lama) ricopre la parte non attiva del nastro; la parte scoperta deve coincidere con le dimensioni del pezzo da tagliare. Il dispositivo di co- mando delle seghe a nastro di tipo orizzontale é di tipo “a uomo presente” e dotato di dispositivo (anello di guardia) contro gli azionamenti accidentali. I Volani di rinvio del nastro sono completamente protetti in modo da eliminare sia i pericoli di contatti accidentali diretti che i pericoli derivanti dalla rottura del nastro durante la lavorazione. I ripari sono di tipo fisso per mezzo di elementi di fissaggio (viti, dadi etc.) che rendono impossibile l’apertura senza l’ausilio di utensili oppure di tipo interbloccato cioè associati ad un dispositivo di interblocco in modo che: - le funzioni della macchina “assoggettate” al riparo non possano essere

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svolte finché il riparo non sia stato chiuso; - se il riparo viene aperto durante lo svolgimento delle funzioni della macchina, venga dato un ordine di arresto; - la chiusura del riparo consenta l’esecuzione delle funzioni pericolose della macchina “assoggettate” al riparo, ma non ne comandino l’avvio. Nelle macchine utensili i trucioli o gli sfridi non devono essere asportati direttamente con le ma- ni ma devono essere utilizzati attrezzi idonei quali uncini, palette, scopini, ecc MOLATRICE ARRESTO DI EMERGENZA: esiste il pulsante di arresto di emergenza di colore rosso di facile utilizzo PROTEZIONE CONTRO IL GETTO DI OGGETTI: gli organi in movimento principali dai qua- li possono staccarsi parti di metallo sono protetti da ripari mobili L’impiego di molatrici comporta vari tipi di rischi: lancio di trucioli e conseguente ferimento del viso e/o lesioni oculari; inalazione di polveri, con conseguenze più o meno nocive a seconda della quantità di polvere prodotta e del tipo materiale trattato; abrasioni alle mani; colpi, anche gravi, in caso di rottura della mola con conseguente lancio di frammenti. Tutti questi rischi interessano sicuramente coloro che lavorano alle molatrici, ma possono anche coinvolgere le persone che si dovessero, a qualunque titolo, trovare nelle immediate vicinanze delle stesse. Requisiti di sicurezza delle molatrici Sulla incastellatura o in prossimità delle macchine molatrici é esposto un cartello indicante il diametro massimo della mola che può essere montata in relazione al tipo di impasto ed al nume- ro dei giri del relativo albero. In prossimità del posto di lavoro é apposto un cartello di sicurezza che richiama l'obbligo di indossare i DPI (occhiali di protezione o schermo facciale e, se necessario, mascherina per proteggere le vie respiratorie). La macchina é montata seguendo le istruzioni del fabbricante. L'ancoraggio é ben fisso e tale da impedire spostamenti in seguito alle sollecitazioni imposte alla mola o al movimento di rotazione della stessa. Le mole abrasive artificiali sono protette da robuste cuffie metalliche, che circondano la massima parte periferica della mola, lasciando scoperto solo il tratto strettamente necessario per la lavora- zione. La cuffia si estende anche sulle due facce laterali della mola ed é il più vicino possibile al- le superfici di questa. Lo spessore della cuffia, é tale da resistere all'urto dei frammenti di mola in caso di rottura. La macchina molatrice é munita di adatto poggiapezzi. Le mole abrasive artificiali che sono usate promiscuamente da più lavoratori per operazioni di breve durata, sono munite di uno schermo trasparente paraschegge infrangibile e regolabile. Montaggio delle mole Prima di aprire la confezione per procedere al montaggio della mola sulla macchina, occorre verificarne l'integrità: un imballaggio deteriorato o non rispondente alle norme potrebbe essere alla radice della perdita delle caratteristiche accertate durante il collaudo. Rilevare

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attraverso le informazioni riportate sull'etichetta, la compatibilità della mola con le caratteristiche della macchina su cui deve essere montata. Su ciascuna mola infatti é riportato: il nominativo del fabbricante o un marchio depositato; il tipo di abrasivo; il tipo di legante e, per le mole a legante organico, il termine di validità che, in ogni caso, non può superare i due anni dalla data di fabbricazione per le mole non rinforzate e i tre anni per le mole rinforzate; la velocità massima di uso, la velocità angolare riferita a mola nuova e la velocità periferica; i limiti di impiego. Per le mole di diametro esterno non superiore a 80 millimetri, le indicazioni di cui sopra possono essere riportate su un cartellino di accompagnamento anche cumulativo per gruppi di mole aventi lo stesso diametro e tipologia. Le mole a disco normale devono essere montate sul mandrino, seguendo le istruzioni del fabbricante, per mezzo di flange di fissaggio, di acciaio o di altro materiale metallico non fragile e di caratteristiche adatte, aventi diametro uguale fra loro e, generalmente, non inferiore ad 1/3 del diametro della mola. L'aggiustaggio tra dette flange e la mola deve avvenire secondo una zona anulare periferica di adeguata larghezza e mediante interposizione di una guarnizione di materiale comprimibile quale cuoio, cartone, feltro. Le mole ad anello, a tazza, a scodella, a coltello ed a sagome speciali in genere, devono essere montate mediante flange, piastre, ghiere o altri idonei mezzi, in modo da conseguire la maggiore possibile sicurezza contro i pericoli di spostamento e di rottura della mola in moto. A montaggio terminato, l'incaricato provvede con le dovute precauzioni ad una verifica anche visiva della correttezza del montaggio. Irregolarità di rotazione di qualunque tipo (rotazione non in piano, vibrazioni, rumorosità anomala ecc.) non possono essere accettate. Da ultimo, in caso di verifica positiva, l'incaricato provvede alla registrazione del poggiapezzi. Assicurarsi che: 1. siano presenti le cuffie e gli schermi di protezione 2. l’abbigliamento dell’operatore sia quello prescritto per il tipo di lavorazione 3. in particolare: indossi i guanti e gli occhiali di protezione adatti Nelle macchine utensili i trucioli o gli sfridi non devono essere asportati direttamente con le ma- ni ma devono essere utilizzati attrezzi idonei quali uncini, palette, scopini, ecc TRONCATRICE ARRESTO DI EMERGENZA: esiste il pulsante di arresto di emergenza di colo- re rosso di facile utilizzo PROTEZIONE CONTRO IL GETTO DI OGGETTI: gli organi in movimento principali dai quali possono staccarsi parti di metallo sono protetti da ripari mobili PROCEDURE Assicurarsi che: 1. siano presenti e correttamente posizionato il carter di protezione del disco 2. il pulsante di avvio sia adeguatamente protetto da

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azionamenti accidentali 3. l’abbigliamento dell’operatore sia quello prescritto per il tipo di lavorazione 4. in particolare: siano disponibili e correttamente indossati gli occhiali di protezione e gli altri DPI previsti FRESATRICE PROCEDURE Assicurarsi che Sia presente il riparo e sia efficiente il dispositivo di interblocco (microinterruttore) Sia presente la difesa dalle proiezioni di materiale e sia efficiente il dispositivo di interblocco (microinterruttore) Sia inaccessibile la zona traslazione tavola portapezzo Siano completamente chiusi entro carter tutti gli organi di trasmissione del moto l’abbigliamento dell’operatore sia quello prescritto per il tipo di lavorazione SALDATURA e TAGLIO VERIFICARE PRELIMINARMENTE CHE: 1. dal luogo di lavoro siano assenti infiltrazioni di gas o miscele esplosive 2. le vie di uscita siano perfettamente agibili in caso di bisogno 3. siano presenti e operativi i dispositivi di ventilazione in modo da garantire un adeguato ricambio d’aria in corrispondenza del volto del saldatore 4. siano stati posizionati schermi di protezione idonei alle lavorazioni di saldatura e taglio 5. siano disponibili e correttamente posiziona- ti schermi di colore scuro e superficie opaca, di dimensioni adeguate, idonei a filtrare le radia- zioni (visibili, ultraviolette e infrarosse) emesse dall’arco elettrico 6. il saldatore disponga di DPI costituiti da a. idonei guanti b. schermi per viso e occhi c. scarpe e copriscarpe (ghette) d. grembiuli di protezione adeguati per materiale e dimensioni ABBIGLIAMENTO 1. Gli indumenti devono essere aderenti al corpo, possibilmente ignifughi, evitando assolutamente abiti con parti sciolte o svolazzanti (come, ad es., sciarpe, cinture o cinturini slacciati, anelli o bracciali) 2. Tenere le maniche lunghe ben strettamente allacciate al polso 3. Tenere abbottonato il colletto della camicia e le patte delle tasche 4. Non indossare pantaloni con risvolti, per evitare che raccolgano scintille o scorie 5. Non saldare con indumenti unti o sporchi di grasso: una scintilla li potrebbe incendiare 6. Mantenere strettamente e completamente abbottonati o allacciati gli indumenti protettivi previsti per la specifica lavorazione PRESCRIZIONI GENERALI 1. Le apparecchiature impiegate devono essere protette contro gli infortuni elettrici

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2. I materiali imbrattati d’olio e oggetto di saldatura che continuino ad emettere fumo dopo la saldatura devono essere collocati in luoghi dotati di aspirazione forzata 3. È vietato effettuare operazioni di saldatura o taglio al cannello o elettrica: a. su recipienti o tubi chiusi b. su recipienti o tubi aperti che contengano (o abbiano contenuto) materiale che, sotto l’azione del calore, possano produrre miscele esplosive o infiammabili SALDATURA E TAGLIO A FIAMMA Le bombole di gas compresso (sistemate in apposito ben riconoscibile locale, con il divieto di locali sotterranei), vanno ancorate, in posizione verticale, a strutture solide (muri) o su appositi ed idonei carrelli, tali da assicurare la stabilità delle bombole durante il trasporto. Le bombole vanno contraddistinte con fascette di colore specifico: bianco per l’ossigeno ed arancione per l’acetilene. In mancanza del riduttore di pressione, la valvola della bombola deve essere protetta dall’apposito cappuccio metallico. Le bombole di gas compressi devono essere protette dagli agenti atmosferici e, in particolare dalla temperatura eccessivamente alta (insolazione diretta) o troppo bassa (per esposizione esterna durante la stagione fredda) contro danneggiamenti fisici (urti) o chimici (corrosione). Le tubazioni utilizzate devono essere integre e compatibili con l’uso specifico, essere disposte in modo da non creare intralcio per le lavorazioni e l’ordinaria agibilità del luogo di lavoro, essere disposte in modo da evitare piegamenti ad angolo vivo e contatti con sostanze che possano comprometterne l’integrità. Occorre assicurarsi della presenza della valvola di sicurezza che impedisce il ritorno di fiamma e l’afflusso di ossigeno o di aria esterna nelle tubazioni di gas combustibile. SALDATURA E TAGLIO AD ARCO 1. I cavi elettrici devono essere protetti a. contro il calpestamento nelle zone di passaggio b. contro la proiezione di materiali incandescenti c. dal contatto con oli, grassi e le altre più comuni sostanze che possano danneggiarne l’isolamento 2. L’apparecchio di saldatura deve essere dotato di interruttore onnipolare sul circuito primario di alimentazione (quello collegato direttamente alla presa a tensione di rete) 3. La pinza portaelettrodi deve essere priva di parti conduttrici accessibili 4. Durante le pause o al termine della lavorazione la pinza portaelettrodi deve essere appoggiata su un supporto “sicuro”, evitando di appoggiarla per terra, sul pezzo da saldare o su altre masse metalliche. FOTO E’ attiva la sorveglianza sanitaria degli esposti.

APPARECCHI E IMPIANTI A PRESSIONE Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 329/04 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

D.Lgs. 17/2010 e s.m.i. D.Lgs. 93/2000 e s.m.i.

APPARECCHI E IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. 17/2010 e s.m.i. DM 37/2008 e s.m.i. DPR 162/99 e s.m.i. DM 11/04/2011 e s.m.i.

- Carrelli elevatori - Transpallet - Ponti mobili - Carrelli semoventi a

bracci telescopici - Piattaforme di lavoro - Apparecchi di

sollevamento materiali e gru

- Montacarichi e ascensori

- Scale aeree

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Urti contro oggetti mobili Investimento Caduta di materiale dall’alto

Sono presenti due ascensori: - edificio vecchio 460 kg 6 persone - edificio nuovo 930 kg 12 persone

- sottoposti a regolari controlli e manutenzioni

Al datore di lavoro è demandato l’obbligo del controllo iniziale, dopo l’installazione e prima della messa in esercizio, dopo ogni montaggio e periodici, che devono essere effettuati da persona competente (art. 71 comma 8).

Viene stabilita l’istituzione di appositi registri di controllo (iniziale, periodico, straordinario, ecc.) delle attrezzature su cui scrivere i risultati dei controlli effettuati (art. 71 commi 4, 8, 9) che devono essere aggiornati e tenuti a disposizione dell’organo di vigilanza almeno in relazione agli ultimi tre anni (art. 71 comma 9).

B D F

ATTREZZATURE E IMPIANTI PARTICOLARI Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 11/04/2011 e s.m.i.

- idroestrattori a forza

centrifuga - gruppi di vapore - trattori agricoli o

forestali - escavatori - pompe per

calcestruzzo

0 0 0 Pericolo non presente ---

LAVORI IN QUOTA Art. 15 e Titolo IV Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - ponteggi - scale portatili - trabattelli - cavalletti - piattaforme elevabili

0 0 0 Pericolo non presente ---

MEZZI DI TRASPORTO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Rischi associati all’utilizzo di mezzi (autovetture, furgoni, ecc.) Incidenti stradali

E’ presente un’autovettura aziendale sottoposta a regolari controlli e manutenzioni impiegata per il trasporto degli alunni, laddove necessario (è utilizzata da un assistente tecnico che ricopre anche la mansione di autista)

A F

AGENTI CHIMICI E SENSIBILIZZANTI Titolo IX Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento REACH

2 3 6 Possibili eventi dannosi: Patologie a carico dell’organismo Sensibilizzazione Ustioni

A B D F

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

Regolamento CLP

Intossicazioni

Per la valutazione dei rischi per la salute e per la sicurezza derivanti dall’utilizzo di agenti chimici pericolosi (art. 223 D.Lgs. 81/08 ), sono stati considerati in particolare: - le loro proprietà pericolose; - le informazioni contenute nelle Schede di Sicurezza; - il livello, il modo, la durata dell’esposizione; - le circostanze in cui viene svolto il lavoro, tenuto conto

delle quantità degli stessi; - i valori limite di esposizione professionale o i valori

limite biologici; - gli effetti delle misure preventive e protettive da

adottare; - ove disponibili, le conclusioni tratte dalle azioni di

sorveglianza sanitaria.

Rischi considerati: • Prodotti chimici per pulizie • Attività dei laboratori • Radon • Inquinanti atmosferici RISCHIO CHIMICO Valutazione sostanze chimiche Viene richiamato l'Allegato XXXVIII Valori limite di esposizione professionale del decreto legislativo 81/08. Prodotti chimici per le pulizie: tutto il personale é informato che prima dell'uso dei prodotti deve essere letta la scheda di sicurezza relativa. Copia delle schede di sicurezza dei prodotti é conservata presso l'ufficio di segreteria. Per l’uso dei prodotti di pulizia sono utilizzati guanti di protezione, che gli operatori usano per evitare il contatto tra la pelle ed i prodotti, tutti gli operatori utilizzano i prodotti in ambienti aerati. Tutto il personale ATA é stato info/formato sulle procedure di conservazione ed utilizzo dei prodotti di pulizia e sulle modalità di impiego dei dispositivi di protezione individuali forniti. Attività del laboratorio di chimica: la valutazione del rischio chimico deve essere effettuata preliminarmente all’inizio dell’attività in cui vi è eventuale presenza di agenti chimici pericolosi per la salute e per la sicurezza ed ha inizio con il censimento di tutte le sostanze e preparati presenti nel ciclo lavorativo, secondo le indicazioni fornite dal docente responsabile del laboratorio. Procedure di sicurezza: Prima dello svolgimento dell'attività di laboratorio l'assistente tecnico ed il docente valutano le schede di sicurezza relative ai prodotti da utilizzare e le illustrano agli alunni/lavoratori. Durante l'attività le schede relative ai prodotti sono conservate nella cattedra all'interno del laboratorio. Il docente controlla con metodi ponderali ed analitici i quantitativi di prodotti da utilizzare per verificare che sia rispettato il valore limite di esposizione. Per eliminare il rischio di esposizione a sostanze pericolose, le reazioni chimiche con sviluppo di gas o vapori pericolosi, l'uso di apparecchiature che possono liberare nell'ambiente

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

fumi, gas o vapori il travaso o prelievo di solventi, specie se volatili, per le quantità strettamente necessarie allo svolgimento delle attività di laboratorio, sono effettuati esclusivamente dall’assistente tecnico o dal docente senza la presenza di alunni. Non possono essere introdotti in laboratorio sostanze ed oggetti estranei alla attività lavorativa, ad esempio cappotti, piumini, zaini. Non possono essere abbandonati materiali non identificabili nel laboratorio ed all'interno della cappa. Tutti i contenitori sono correttamente etichettati in modo da potere sempre riconoscerne il contenuto. Non si possono lasciare senza controllo reazioni chimiche in corso o apparecchi in funzione. In laboratorio è vietato mangiare, bere e fumare. In laboratorio deve sempre essere indossato il camice. Il laboratorio deve essere sempre mantenuto pulito e in ordine. I prodotti chimici sono tenuti all’interno di appositi armadi (le cui categorie sono funzione della pericolosità dei prodotti: armadi per infiammabili, per prodotti tossici, per prodotti di uso comune) ed armadio per acidi e basi e prelevati soltanto per il tempo del loro utilizzo. Non si possono lasciare sui banchi di lavoro bottiglie aperte e contenitori (in vetro o in plastica) con residui di soluzioni e/o solidi. Al termine delle attività vengono rimosse dai piani di lavoro la vetreria e le attrezzature utilizzate. I rifiuti separati e classificati sono conferiti a ditte specializzate per un corretto smaltimento. E’ vietato lavorare da soli, soprattutto al di fuori dell'orario ufficiale di lavoro. Il responsabile del laboratorio adotta e fa adottare a chi frequenta il proprio laboratorio i mezzi di protezione appropriati per ogni tipo di attività e per ogni livello di rischio (guanti a perdere), evita la presenza di concentrazioni pericolose di sostanze infiammabili e chimicamente instabili. Indicazioni per l'uso in sicurezza delle cappe chimiche La cappa chimica é considerata zona di potenziale pericolo. All'interno di essa possono svilupparsi atmosfere anche estremamente infiammabili, esplosive o tossiche. Per tale motivo la cappa deve essere utilizzata correttamente e mantenuta sempre in perfetta efficienza. Come utilizzare la cappa chimica Descrizione La cappa é indicata per manipolazioni di sostanze organiche e inorganiche che producono vapori tossici o maleodoranti, trattiene infatti nei suoi filtri tutte le molecole dannose alla respirazione e all’ambiente stesso. I componenti elettrici, gli interruttori e il ventilatore in versione antiscintilla sono isolati dal flusso dell’aria per evitare inconvenienti qualora si facessero manipolazioni con materiali infiammabili all’interno della cabina. Prima di iniziare le attività, accertarsi che la cappa sia in funzione. Controllare il funzionamento verificando che l'aspirazione funzioni con metodi empirici ad esempio utilizzando con un foglio di carta. La verifica di funzionalità è prevista con frequenza settimanale e l’incaricato è l’assistente tecnico del laboratorio. Se ci sono dubbi sul funzionamento deve riferire, in forma scritta, al Datore di lavoro. La zona lavorativa e tutto il materiale devono essere tenuti il più possibile verso il fondo della cappa, senza dover per questo sollevare maggiormente il frontale

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mobile. Abbassare il frontale a max. cm 40 di apertura durante il lavoro; non introdursi all'interno della cappa ad es. con la testa per nessun motivo. Mantenere pulito ed ordinato il piano di lavoro dopo ogni attività. Tenere sotto cappa solo il materiale strettamente necessario all'attività: non usare la cappa come deposito. Non ostruire il passaggio dell'aria lungo il piano della cappa e, qualora sia necessario utilizzare attrezzature che ingombrano il piano, tener conto in ogni caso che non vanno ostruite le feritoie di aspirazione della cappa. Non utilizzare la cappa come mezzo per lo smaltimento dei reagenti mediante evaporazione forzata. Verificare che il frontale scorra senza particolari resistenze. Il responsabile del laboratorio deve mettere a conoscenza tutti gli utenti della cappa delle procedure di emergenza da compiere in caso di esplosione o incendio nella cappa, prima dell'utilizzo della stessa. Dispositivi di sicurezza Lo schermo saliscendi deve essere mantenuto efficiente. Stoccaggio dei rifiuti speciali pericolosi I rifiuti speciali pericolosi sono stoccati negli armadi di sicurezza antincendio. Nel deposito di chimica sono presenti due armadi EXACTA, uno per la conservazione dei prodotti infiammabili ed uno utilizzato per la conservazione di acidi/basi, un armadio CHEMISAFE per acidi/basi Nel laboratorio di chimica sono presenti: - 1 cappa aspirante - 2 cappe filtranti - 1 armadio di sicurezza per la conservazione di acidi e

basi - 1 armadio di sicurezza per le sostanze infiammabili. - Becchi bunsen per la realizzazione di esperienze con

uso di energia termica - Vetreria Consigli fondamentali sull’immagazzinamento, conservazione e gestione dei prodotti chimici • L’accumulo di grandi quantità di prodotti chimici deve essere evitato (ad esempio attraverso una corretta pianificazione degli acquisti dei prodotti chimici). • Tutti i contenitori devono essere adeguatamente etichettati. È buona norma indicare anche la data di apertura del contenitore. • Soluzioni ottenute in laboratorio e standard devono essere etichettati correttamente. • Non devono essere presenti contenitori senza alcuna etichetta e/o con indicazioni del solo con- tenuto della sostanza. • Prima di utilizzare qualsiasi prodotto chimico occorre acquisire le informazioni sulle sue caratteristiche attraverso le schede di sicurezza ed attenersi alle indicazioni riportate per la manipola- zione, stoccaggio e smaltimento. • Tutti i prodotti chimici devono essere utilizzati e conservati facendo attenzione all’incompatibilità così che, nel caso di rotture accidentali dei contenitori, non reagiscano violentemente fra loro. • Tenere un inventario aggiornato di tutte le sostanze chimiche.

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• Le sostanze infiammabili devono essere conservate esclusivamente in armadi/ambienti idonei (eventualmente termostatati e ben aerati). • Gli armadi e i frigoriferi devono essere contrassegnati all’esterno con i simboli di pericolo propri dei prodotti contenuti. • Per la manipolazione e la conservazione di sostanze autoinfiammabili o che a contatto con l’umidità atmosferica sviluppano gas altamente infiammabili, attenersi alle indicazioni delle schede di sicurezza. • Materiali esplosivi, per sensibilità agli urti o per particolari reattività, devono essere maneggiati delicatamente e utilizzati ricorrendo a schermature di adeguata resistenza. • Usare la massima cautela nell’utilizzo e nella conservazione di prodotti perossidabili. Fra essi si ricordano come sostanze più comuni: etere dietilico, etere dimetilico, etere diisopropilico, alcol isopropilico, diossano, tetraidrofurano (THF). Normalmente i prodotti perossidabili commercia- lizzati contengono stabilizzanti, la cui efficacia decade nel tempo (da cui l’importanza di osservare la data di scadenza indicata nell’etichetta); occorre peraltro essere sempre molto cauti, specialmente nelle distillazioni, in cui si possono avere eliminazione degli stabilizzanti e concentra- zione dei perossidi presenti. Si raccomanda di verificare la presenza di perossidi utilizzando le apposite cartine amido-iodurate dotate di scala colorimetrica. • I gas inerti, utilizzati in ambienti chiusi e mal aerati, possono in caso di fuoriuscita accidentale, provocare l’abbassamento della concentrazione dell’ossigeno nell’aria sotto il 17%, con rischi per la sopravvivenza. • L’ossigeno può aumentare il rischio d’incendio se, in caso di fuoriuscita accidentale, si raggiunge una concentrazione, in aria, uguale o superiore al 25%. La manutenzione delle apparecchiature viene effettuata dall’ente proprietario, la sorveglianza della funzionalità delle cappe e degli armadi è effettuata giornalmente dal tecnico di laboratorio. LOCALE ADIBITO A STOCCAGGIO DI PRODOTTI PERICOLOSI (INFIAMMABILI, ACIDI, BASI E TOSSICI) Se possibile si raccomanda che i locali adibiti a deposito siano ubicati ai margini delle attività aziendali. La posizione dei depositi contenenti sostanze pericolose deve essere protetta dalle piene e trovarsi al di sopra del livello massimo della falda. Occorre impedire che i liquidi penetrino nel sottosuolo, in altri locali e nelle canalizzazioni. Pertanto è necessario che tutti i locali siano a tenuta di liquidi e attrezzati con dispositivi di ritenuta (rialzi, vasche ecc.). In genere i depositi devono essere costruiti come compartimenti tagliafuoco REI 120 e, ove possibile, disposti in modo che i vigili del fuoco possano accedervi da due lati. Una segregazione dei prodotti pericolosi semplice ma efficace è quella di suddividerli in funzione delle loro classi di pericolo e compatibilità in: acidi basi infiammabili

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

tossici gas compressi seguendo le indicazioni fornite dalla scheda dati di sicurezza. L’immagazzinamento di tali sostanze può avvenire mediante l’utilizzo di appositi armadi, corredati di vasche di contenimento, o scaffali adeguatamente fissati alle pareti, , costruiti di materiale robusto e resistente al fuoco ed alla corrosione (per es armadi di sicurezza secondo UNI EN 14470-1 se il deposito non è REI 120) o scaffali di lamiera d’acciaio verniciata epossidicamente muniti di ripiani con bordo esterno rialzato per la raccolta di eventuali spanti e per evitare lo scivolamento dei contenitori Presso ogni armadio o scaffale deve essere collocato: - l’elenco dei prodotti contenuti, con relative indicazioni

di pericolo e data di aggiornamento dell’elenco stesso. - la segnaletica indicante i pericoli specifici I prodotti devono essere disposti in modo tale che:

- gli agenti corrosivi, caustici e irritanti si trovino al di sotto del livello degli occhi;

- nei ripiani inferiori trovino posto i contenitori più grandi e le sostanze più pericolose;

- i contenitori non siano ammassati uno sopra l’altro e non sovraccarichino il ripiano;

- siano rispettate le eventuali indicazioni particolari riportate nella scheda di sicurezza

(voce Manipolazione e Stoccaggio); - siano rispettate le reciproche incompatibilità (vedi

schede di sicurezza e Tabella A); - siano al riparo dall’azione diretta dei raggi solari e

da altre fonti di calore

LOCALE ADIBITO A STOCCAGGIO ALL’ESTERNO Per lo stoccaggio all’esterno i requisiti fondamentali sono generalmente costituiti da un rivestimento impermeabile e stabile del pavimento che funge da superficie del deposito, da sufficienti possibilità di ritenuta per le sostanze che fuoriescono, dall’osservanza delle necessarie distanze di sicurezza e da una tettoia. Per i prodotti infiammabili possono essere utilizzati prefabbricati, container con resistenza al fuoco almeno REI 60 dotati di sistemi di contenimento tipo grigliato dei liquidi e di aerazione; si consiglia un’ illuminazione con lampade ATEX. Nello stoccaggio all’aperto occorre prestare attenzione soprattutto a impedire l’accesso a persone non autorizzate (recinzione, regolamentazione dell’accesso) CARATTERISTICHE DEL REAGENTARIO E DEPOSITO IN LABORATORIO I locali destinati al reagentario in laboratori devono essere provvisti di armadi di sicurezza rispondenti alla norma UNI EN 14470-1 e UNI EN 14470-2 UNI EN 61010 per: 1. sostanze infiammabili ( liquide e solide)

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2. sostanze tossiche 3. sostanze acide e basiche 4. Gas compressi 1 Per lo stoccaggio di sostanze infiammabili devono essere utilizzati Armadi di sicurezza per la protezione in caso di incendio secondo quanto previsto dalla norma tecnica UNI EN 14470-1 ( si consigliano le versioni TYPE 90: 90 minuti di resistenza al fuoco), recanti indicazione della pericolosità dei prodotti e/o agenti chimici in essi contenuti mediante apposita segnaletica. 2 Per lo stoccaggio di sostanze tossiche devono essere utilizzati armadi di sicurezza con aspirazione verso l’esterno che garantiscano tra i 30-50 ricambi d’aria ora e che rechino indicazione della pericolosità dei prodotti e/o agenti chimici in essi contenuti mediante apposita segnaletica. 3 Per lo stoccaggio di sostanze acide e basiche devono essere utilizzati armadi di sicurezza con aspirazione verso l’esterno che garantiscano almeno i 30 ricambi d’aria ora e che rechino indicazione della pericolosita’ dei prodotti e/o agenti chimici in essi contenuti mediante apposita segnaletica. Nota: Nel caso in cui all’interno dell’armadio destinato agli agenti tossici siano presenti sostanze a carattere basico o acido, è necessario, all’interno dell’armadio stesso, prevedere una loro efficace separazione. I ripiani di tali armadi dovranno avere un bacino di contenimento per la raccolta di eventuali perdite dei contenitori. Il bacino di contenimento servirà anche come sistema anticaduta dei contenitori. I ripiani devono essere dotati di sistema antiribaltamento. Se dotati di aspirazione ( consigliata per i prodotti corrosivi) dovranno essere aspirati 24/24 ore o ciclicamente con intervalli di 30 minuti. Nel caso di utilizzo di sistemi di filtrazione molecolare rispondenti alle norme BS7989 ( UK) o NFX 15-211 (FR) che non necessitino l’espulsione in atmosfera dei vapori, rispettare quanto prescritto nel manuale del costruttore soprattutto sulla verifica dello stato di saturazione dei filtri. 4 Per lo stoccaggio di gas compressi all’interno degli edifici devono essere utilizzati armadi di sicurezza per la protezione in caso di incendio secondo quanto previsto dalla norma tecnica UNI EN 14470-2 ( si consigliano almeno le versioni G 30: 30 minuti di resistenza al fuoco), recanti indicazione della pericolosita’ dei prodotti in essi contenuti, mediante apposita segnaletica . Tali armadi possono essere utilizzati anche per la distribuzione dei gas verso la strumentazione in laboratorio. Per lo stoccaggio e distribuzione all’esterno degli edifici, si consigliano box e/o prefabbricati che dovranno essere posizionati in luoghi non frequentati e comunque ove i non addetti non possano accedere . Tali box e/o prefabbricati ( normalmente metallici) dovranno avere una messa a terra

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e costituire una “gabbia di Faraday” in grado di proteggere le bombole da scariche atmosferiche (D.Lgs. 81/2008) Nota: All’interno dell’armadio destinato ai gas compressi non possono essere stoccati gas comburenti con gas combustibili ; è necessario percio’prevedere una loro efficace separazione ( 2 armadi) . Gli armadi o eventuali scaffali non devono essere posizionati lungo le vie di fuga, nei pressi di uscite di sicurezza e comunque devono essere lontani da fiamme libere (bunsen, stufe, ecc.); inoltre non devono ostacolare il raggiungimento dei DPI e dispositivi di emergenza (estintori, cassetta del pronto soccorso, doccette lavaocchi, ecc.). In particolare gli armadi aspirati devono essere posizionati in modo tale che sia possibile il convogliamento del flusso d’aria in espulsione verso l’esterno. Presso ogni magazzino (scorte) e reagentario deve essere disponibile il materiale per l’assorbimento e la neutralizzazione di eventuali versamenti, così come indicato nelle Schede di Sicurezza dei prodotti. Gli armadi di sicurezza per prodotti pericolosi sono dei DPC: Dispositivi di Protezione Collettiva cioè strumenti atti a proteggere l’utilizzatore e le persone presenti nel Laboratorio e nell’edificio stesso. Scopo degli armadi di sicurezza per prodotti infiammabili è quello di garantire un lasso di tempo di 15,30,60,90 minuti in cui i prodotti stoccati all’interno non contribuiscano ad alimentare un eventuale incendio, dando un tempo d’intervento al personale preposto alla sicurezza per circoscrivere od inibire l’incendio stesso. Scopo degli armadi di sicurezza per prodotti chimici acidi e basi è quello di stoccare i prodotti, aspirarne i vapori, ed eventualmente filtrarli, per garantire la salubrità del posto di lavoro (D.Lgs. 81/2008; Dir. 98/24/ce) e la protezione dell’armadio dalla corrosione. Un armadio per infiammabili con un porta che non si chiude correttamente non garantisce alcuna protezione ed è potenzialmente da considerarsi come se i prodotti fossero stoccati in un normale scaffale. Una buona manutenzione programmata può evitare problemi e salvaguardare la “salute”, e non solo, degli utilizzatori. Inquinanti atmosferici La zona in cui é inserita la scuola esclude la presenza di inquinanti che possono provocare rischi per la salute. Radon Non sono utilizzati, come luoghi di lavoro ambienti interrati, per tutti i luoghi viene effettuata una ventilazione con ricambi dei volumi d'aria durante la fase di pulizia e lavaggio pavimenti.

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

Effettuare una valutazione documentata del rischio specifico. E’ attiva la sorveglianza sanitaria degli esposti.

AGENTI CANCEROGENI-MUTAGENI (R45, R46, R49) Titolo IX Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento REACH Regolamento CLP

0 0 0 Pericolo non presente ---

AMIANTO, POLVERI E FIBRE Titolo IX Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Allegato IV.2 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - Amianto - Silice - Altre polveri

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Insorgenza di patologie tumorali Silicosi

Attualmente risultano presenti materiali contenenti amianto nell'edificio scolastico. Da parte dell'Ente proprietario è stato segnalato che esiste dell'amianto nei pannelli di tamponamento sottofinestra in alcune parti dell'edificio. Tutti i lavoratori sono informati della situazione, esiste il divieto di forare od alterare le superfici dei pannelli di protezione esistenti ed é effettuato un monitoraggio dei pannelli stessi per garantire nel tempo la loro integrità.

A B D F

AGENTI BIOLOGICI Titolo X D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Infezioni Allergie Intossicazioni Comparsa di malattie

L’attività lavorativa nella scuola non è riportata nell’allegato XLIV del D. Lgs 81/08, ove sono esemplificate attività lavorative a rischio biologico. Per il tipo di microrganismi presenti nelle comunità scolastiche, il rischio infettivo (l’unico da considerare in quanto il rischio di allergie e intossicazioni è sovrapponibile a quello della popolazione generale) non è particolarmente significativo se non nel caso di presenza di soggetti immunodepressi o lavoratrici madri, ed è fondamentalmente analogo a quello di tutte le attività svolte in ambienti promiscui e densamente occupati. Va considerata la comparsa sporadica di malattie infettive quali TBC e mononucleosi infettiva o parassitosi come la scabbia e, più frequentemente, la pediculosi, per le quali di volta in volta i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica forniranno le indicazioni per le procedure del caso. Non è infrequente la diffusione di epidemie stagionali quali il raffreddore e soprattutto l’influenza per la quale il Ministero della Salute con la Circolare n.1 del 2/8/04, indica ai fini dell’interruzione della catena di trasmissione, l’opportunità di vaccinazione per gli insegnanti in quanto soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo. Misure di prevenzione Anche se nell’attività scolastica il rischio biologico è poco rilevante, è comunque presente ed è quindi necessario intervenire, sia con misure generali di prevenzione, sia con misure specifiche e, in alcuni casi, con l’uso di dispositivi di protezione individuale. Le misure ambientali di ordine generale sono: • idonea ventilazione e adeguati ricambi d’aria

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• adeguata pulizia degli ambienti: i pavimenti devono essere regolarmente puliti e periodicamente disinfettati gli arredi (banchi, sedie, strumenti di lavoro), sistematicamente spolverati e puliti da polvere, acari e pollini che possono causare irritazioni all’apparato respiratorio o reazioni allergiche • sanificazione periodica nei casi in cui se ne ravvisi l’opportunità (presenza di topi, scarafaggi, formiche, vespe, ecc.) • controllo costante degli ambienti esterni (cortili, parchi gioco interni) per evitare la presenza di vetri, oggetti contundenti, taglienti o acuminati che possono essere veicolo di spo- re tetaniche (anche se il rischio di tetano è stato ridimensionato dall’introduzione della vacci- nazione obbligatoria per tutti i nati dal 1963). Si deve porre attenzione al momento dell’assistenza di primo soccorso, che deve essere prestata utilizzando sempre guanti monouso (in nitrile o vinile). Per i collaboratori scolastici, la pulizia e la disinfezione dei bagni deve avvenire sempre con l’uso di guanti in gomma e camici per prevenire il rischio da infezione da salmonelle o virus epatite A. La procedura di sanificazione è allegata. (allegato H) Gestione dei casi di epidemie di malattie infettive Lo sviluppo di epidemie infettive nella scuola è favorita dal fatto che si tratta di una comunità scolastica relativamente chiusa. E’ opportuno che il dirigente scolastico disponga di procedure organizzative che regolino i rapporti con l’ASL in corso di indagine epidemiologica e di profilassi dei contatti. I soggetti che possono coadiuvare il dirigente scolastico in questo situazioni sono, oltre al RSPP, il coordinatore del PS ed il medico competente. Una fase particolarmente delicata in caso di epidemia nella scuola è quella della informazione al personale e all’utenza (allievi e loro famiglie), per cui diventa fondamentale instaurare una fattiva collaborazione con i servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle ASL per condividere la modalità di comunicazione. Per il tipo di attività svolta, in ambienti promiscui e densamente occupati, il rischio biologico nelle scuole è legato anche alla presenza di coloro che vi studiano o lavorano (insegnanti, studenti, operatori e collaboratori scolastici) ed è principalmente di natura infettiva (da batteri e virus). A ciò si aggiunge il rischio di contrarre parassitosi, quali pediculosi e scabbia e il rischio allergico (da pollini, acari della polvere, muffe, ecc.). Non si sono verificati eventi negli ultimi anni. In caso di presenza di eventi, il dirigente scolastico, aiutato dal medico competente, attiva la procedura informando l’azienda sanitaria locale del fenomeno e mette in atto le indicazioni fornite dall'azienda sanitaria. Dai dati ricavati dalla valutazione specifica effettuata in data 13/02/2015 si ritiene che la condizione rischio basso per la sicurezza e irrilevante per la salute dei lavoratori é valida anche per quanto riguarda il rischio biologico.

PRESENZA DI ALLERGENI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida INAIL

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Comparsa di allergie e sensibilizzazioni

All’interno degli edifici scolastici sono individuate diverse tipologie di ambienti indoor. L’aria presente negli ambienti

A B D F

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

“Allergia... al lavoro? I principali allergeni presenti nei luoghi di lavoro”

confinati subisce alterazioni dovute ad una serie di fattori tra i quali emergono la presenza di persone, la tipologia dei materiali e dei rivestimenti con cui sono costruiti gli edifici, gli arredi, i sistemi di trattamento dell’aria, le operazioni di pulizia dei locali fonti di inquinamento indoor agenti inquinanti materiali da costruzione e isolanti fibre vetrose artificiali, PM, materiali di rivestimento e moquettes formaldeide, acrilati, COV mobili da ufficio formaldeide, COV liquidi e prodotti per la pulizia alcoli, fenoli, COV fotocopiatrici ozono (O3), polvere di toner, idrocarburi volatili (COV) Per garantire valori di VOC bassi é stato informato tutto il personale di effettuare quotidianamente il ricambio totale dell'aria con l'apertura delle finestre per un periodo di almeno cinque minuti giornalieri. Toner per fotocopiatrici e stampanti E’ prevista la modalità operativa per la sostituzione dei toner con le procedure affisse presso ogni macchina. Lo svolgimento dell’attività di sostituzione è effettuato esclusivamente dai lavoratori individuati dal dirigente scolastico e sotto riportati. - Segreteria gli ass. amministrativi in servizio - Laboratori informatica gli assistenti tecnici assegnati a

ciascun laboratorio - Centro stampa il collaboratore scolastico assegnato o

suo sostituto Tutti i lavoratori sono stati informati delle modalità operative.

RADIAZIONI IONIZZANTI D.Lgs. 230/95 e s.m.i. Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- raggi X - raggi alfa - raggi beta - raggi gamma

0 0 0 Pericolo non presente ---

RADIAZIONI OTTICHE Titolo VIII Capo V D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- artificiali (radiazioni

UV, VIS, IR e laser) - naturali

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Insorgenza di patologie tumorali Effetti nocivi sugli occhi e la cute (eritemi, ustioni)

Ai sensi della normativa vigente e delle indicazioni operative riportate nel documento prodotto dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, i lavoratori sono esposti a sorgenti di radiazioni ottiche artificiali (lampade al soffitto, schermi di computer e apparecchiature analoghe, fotocopiatrici) che nelle corrette condizioni di utilizzo non determinano il superamento dei valori limite di esposizione; pertanto non è necessaria una valutazione più approfondita. CASO LAVORAZIONI DI SALDATURA Vengono eseguite operazioni di saldatura all’interno dei laboratori. È presente il rischio di radiazioni da raggi UV, IR e visibile. Sulla base delle indicazioni operative riportate nel documento prodotto dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro nelle operazioni di saldatura, a prescindere dal metallo, si

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possono superare i valori limite previsti per le radiazioni UV per tempi di esposizione dell’ordine delle decine di secondi a distanza di un metro dall’arco. È pertanto attiva la sorveglianza sanitaria sugli esposti e vengono utilizzati idonei DPI. Sono presenti sistemi di schermatura. È da effettuare la valutazione specifica del rischio.

CAMPI ELETTROMAGNETICI Titolo VIII Capo IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - campi statici - campi

elettromagnetici a frequenze estremamente basse (ELF)

- radiofrequenze (RF) - microonde (MO)

2 2 4 Possibili eventi dannosi (a breve termine): Aritmie, fibrillazione, asistolia Contrazione neuromuscolare Riscaldamento di organi e tessuti (stress termico generale, ustioni).

Ai sensi della normativa vigente e delle indicazioni operative riportate nel documento prodotto dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, i lavoratori sono esposti a sorgenti di campi elettromagnetici (apparati luminosi, computer e attrezzature informatiche, attrezzature da ufficio, cellulari e cordless, reti di distribuzione dell’energia elettrica a 50 Hz) che nelle corrette condizioni di utilizzo non determinano il superamento dei valori limite di esposizione; pertanto non è necessaria una valutazione più approfondita. CASO LAVORAZIONI DI SALDATURA Sulla base delle indicazioni operative riportate nel documento prodotto dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro nelle operazioni di saldatura elettrica si possono superare i valori limite previsti. È pertanto attiva la sorveglianza sanitaria sugli esposti e vengono utilizzati idonei DPI. Sono presenti sistemi di schermatura. È da effettuare la valutazione specifica del rischio.

A B F

ATMOSFERE ESPLOSIVE Titolo XI D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Danni derivanti da esplosioni

Presenza di rischio legata all’impiego di idrogeno per gas cromatografo, reagenti infiammabili e rete di distribuzione gas metano. Effettuare una valutazione documentata del rischio specifico.

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RUMORE Titolo VIII Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Perdita permanente di vario grado della capacità uditiva fino a problemi a vari organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso, …)

Nell'anno 2008 é stata effettuata una valutazione del rumore che ha determinato picchi inferiori ad 85 e livelli equivalenti compresi tra 45 e 54 dB(A). Il livello di rischio rumore é stato definito inferiore a due. E’ stata effettuata una misura a febbraio del 2013 nei laboratori di chimica per verificare il livello di rumore prodotto dalle cappe: i valori misurati sono compresi tra 64 e 68 dB con una o due cappe inserite. Il funzionamento delle cappe avviene per un periodo variabile tra due e quattro ore alla settimana: applicando l’algoritmo per individuare il livello settimanale si verifica che il valore è nettamente inferiore alla soglia di attenzione e pertanto il livello di rischio è basso.

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Provvedere all’aggiornamento della valutazione del rischio rumore prevedendo anche il monitoraggio della rumorosità prodotta dal vociare degli allievi a completamento della relazione medesima

VIBRAZIONI Titolo VIII Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari

Presenza di rischio legata all’impiego dell’automezzo aziendale e di alcune macchine utensili presenti nei laboratori (ex. molatrice, tornio, ecc…). Effettuare una valutazione documentata del rischio specifico

A B F

ALTRI RISCHI FISICI Titolo VIII Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- infrasuoni - ultrasuoni - atmosfere

iperbariche

0 0 0 Pericolo non presente ---

VIDEOTERMINALI Titolo VII D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Pesantezza, tensione, bruciore, arrossamento oculare Deficit della messa a fuoco Disturbi cronici della colonna vertebrale Infiammazione di muscoli e tendini Congestione venosa

Il lavoro a videoterminale risulta essere > di 20 ore alla settimana per alcune mansioni, di conseguenza identificati come Videoterminalisti (impiegati).

Attiva la sorveglianza sanitaria.

La postazione di lavoro a computer risulta corretta ed ergonomica, con scrivanie e sedie adeguata all’uso del DVT.

Tutte le luci sono antiriflesso e le finestre sono schermate con tende o veneziane.

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MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Titolo VI D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- Movimentazione con

sollevamento di carichi (NIOSH)

- Movimentazione con movimenti di spinta e traino (SNOOK E CIRIELLO)

- Movimentazione assistita di pazienti ospedalizzati (MAPO)

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Danni acuti da contrazione muscolare Ernie del disco Infiammazioni dei muscoli e dei tendini del dorso, dei dischi intervertebrali della colonna e infiammazione delle articolazioni delle ginocchia e delle spalle

Nell’art. 167 del decreto legislativo 81/08 la movimentazione manuale dei carichi viene definita come “le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari” I carichi che vengono spostati o sollevati sono inferiori a valori che possano indurre un livello di rischio. Il personale ausiliario, info/formato trasporta secchielli per le pulizie, faldoni o piccoli mobili di peso decisamente inferiore a 15 kg, per tempi estremamente ridotti, mai superiori ai trenta minuti. Si esclude un livello di rischio significativo. Tutti sono stati info/formati, durante

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i corsi di info/formazione, sulla corretta postura da mantenere e sulle modalità per afferrare e trasportare i carichi. Durante il corso per i collaboratori scolastici sono state analizzate le caratteristiche dei prodotti di pulizia utilizzati, le modalità per un corretto uso e le procedure per una corretta esecuzione degli incarichi comprese le modalità di movimentazione manuale dei carichi. Dall'analisi, utilizzando la tabella N.I.O.S.H. si é verificato che il livello di rischio é inferiore a due. Attualmente sono forniti dispositivi individuali di protezione da utilizzare, in particolare le scarpe con puntale da utilizzare durante la movimentazione dei banchi e degli arredi. Le scarpe fornite sono i modelli, resistenti all’urto fino a 100 J e alla compressione fino a 1500 Kg La norma UNI EN 1005-2 identifica un’ulteriore sottopopolazione, le donne gravide, che presentano un rischio accresciuto di possibili lesioni, sconsigliando il sollevamento di pesi maggiori di 5 kg. Pertanto la lavoratrice in gravidanza potrà essere adibita ad attività che comprendono la movimentazione manuale dei carichi, con le seguenti caratteristiche: - massa di riferimento assunta per la valutazione del rischio di 5 Kg; - indice di sollevamento < 0,85; - attività di durata non superiore ad un’ora; - frequenza di sollevamento non superiore a una volta ogni 5 minuti. Per tutelare la sicurezza e la salute delle donne incinte sono previste le procedure inserite nel paragrafo tutela della maternità. La procedura di calcolo del limite di peso raccomandato è applicata quando ricorrono le seguenti condizioni: • carichi di peso superiore a 3 Kg, • azioni di movimentazione che vengono svolte in via non occasionale (frequenze medie di 1 volta ogni ora nella giornata lavorativa tipo), • azioni di tipo occasionale ma con valori vicini ai valori di peso massimi consiglia- ti, specie se comportanti posture incongrue del rachide, • sollevamento di carichi svolto in posizione in piedi (non seduta o inginocchiata) in spazi non ristretti, • sollevamento di carichi eseguito con due mani, • altre attività di movimentazione manuale (trasportare, spingere, tirare) minimali, • adeguata frizione tra piedi (suola) e pavimento (coefficiente di frizione statica > 0.4), • gesti di sollevamento eseguiti in modo non brusco, • carico non estremamente freddo, caldo, contaminato o con contenuto instabile I casi di maggiore movimentazione dei carichi individuati nelle indicazioni sopra riportate con pesi compresi tra 3 e 15 kg si presentano in occasione delle pulizie e spostamenti estivi ma prevedono la movimentazione per due giorni su una settimana con rotazione del personale che effettua la movimentazione, per le attività di laboratorio la frequenza e periodicità degli eventi hanno valori bassi ed il peso movimentato manualmente non supera la decina di chilogrammi. Di conseguenza il rischio derivante dalla m.m.c. é ridotto ed inferiore al valore di soglia pari a due. L'affermazione deriva dalla compilazione delle schede

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secondo il metodo N.I.O.S.H. con indice di sollevamento pari od inferiore a 0,8 (valutazione del 13/02/2015).

SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida Regione Lombardia

0 0 0 Pericolo non presente ---

ERGONOMIA E POSTURA Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - postura eretta

continuative - posture incongrue - postura assisa fissa

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari Presenza di postura assisa fissa per lavoro seduto a scrivania con interazione di computer. Tutte le postazioni di lavoro a scrivania risultano corrette dal punto di vista ergonomico: - sedie ergonomiche; - scrivanie sufficientemente grandi ed adeguate al lavoro

da svolgere. E’ sempre necessario effettuare brevi interruzioni al lavoro fisso per consentire un cambio momentaneo di postura.

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STRESS-LAVORO CORRELATO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida Commissione Consultiva Permanente

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali Patologie osteoarticolari e affezioni muscolari, patologie cardiovascolari, disturbi di natura psichica e psicologica Disturbi dell’adattamento, ansia, Burnout

La valutazione del rischio stress lavoro-correlato è stata avviata nell’anno 2008, mediante la somministrazione di un questionario specifico e l’intervento di una psicologa che non ha individuato situazioni di rischio derivanti dall’attività lavorativa. È stata proseguita negli anni 2009 e 2010 con la somministrazione di analogo test per la rilevazione della presenza di casi a rischio e, nel 2010, è stata integrata con la predisposizione di materiali di informazione/formazione fruibili dai lavoratori sul sito web dell'istituto, corredati da un questionario di (auto)valutazione e da un'apposita procedura atta alla verifica dell'efficacia dell'azione formativa. L’ultima valutazione è stata effettuata nell’anno 2011 con l’utilizzo di un questionario, somministrato da una psicologa, nel quale erano inserite domande su l’attività lavorativa, sulla sensazioni di benessere o malessere individuale, sul grado di soddisfacimento nello svolgimento del proprio lavoro. Dalla lettura ed analisi dei dati non sono emerse situazioni a livello di rischio; l’indagine verrà prevedibilmente ripetuta all’inizio del prossimo anno scolastico; le condizioni di lavoro del personale sono buone, i rapporti interpersonali corretti e cordiali. Non esistono situazioni di disagio derivanti da difficoltà sia di svolgimento del proprio lavoro che nelle relazioni interpersonali. I risultati della prossima valutazione, prevista prima dell'inizio del prossimo anno scolastico, basata su un questionario anonimo relativo al disagio lavorativo, saranno inseriti nel documento. Allo stato attuale non emergono elementi che possano fare ipotizzare disagio da parte di qualche lavoratore e pertanto si decide di definire che la procedura per il questionario e l'intervento

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

dello psicologo sarà oggetto di valutazione nella riunione periodica che si terrà nel prossimo anno scolastico.

LAVORO SOLITARIO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

RISCHI PER LAVORATRICI IN STATO DI GRAVIDANZA, PUERPERE O IN PERIODO DI ALLATTAMENTO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 151/2001 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Interruzione della gravidanza Danni al feto

Si considerano per l’eventuale cambio mansione, anticipo o prolungamento dell’astensione obbligatoria, sia i rischi presenti nel documento di valutazione che quelli previsti dalla Normativa specifica per la tutela delle lavoratrici madri (Artt. 7, 11 e 12 D.L.gs. 151/01).

A B D F

RISCHI CONNESSI ALLE DIFFERENZE DI GENERE, ETA’, PROVENIENZA DA ALTRI PAESI Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Danni derivanti da incomprensioni linguistiche o differenze comportamentali derivanti da una diversa cultura ed educazione

E’ possibile la presenza di lavoratori stranieri di cui è stata accertata una buona comprensione linguistica.

A B D F

LAVORATORI MINORENNI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 345/99 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Problemi inerenti un corretto sviluppo del minore

La tutela dei minori si applica ai minori di diciotto anni (“minori”). La normativa vigente prescrive che il datore di lavoro, contestualmente alla valutazione dei rischi eseguita ai sensi dell’art. 17 D.Lgs. 81/08 e s.m.i., valuti preventivamente i rischi per la sicurezza e la salute dei minori individuando le misure di prevenzione e protezione da adottare (si veda valutazione specifica).

F

LAVORO NOTTURNO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 67/2011

0 0 0 Pericolo non presente ---

RISCHI CONNESSI ALLA SPECIFICA TIPOLOGIA CONTRATTUALE ATTRAVERSO CUI VIENE RESA LA PRESTAZIONE DI LAVORO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Danni derivanti dalla gestione di un’emergenza Effetti derivanti da stress

Presenza di lavoratori impiegati in contratti atipici che sono più vulnerabili rispetto ai lavoratori con contratti a tempo indeterminato.

A B D

RISCHI DI INCOLUMITA’ PER TERZI Art. 41 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Conferenza Stato-Regioni del 16/03/2006 Conferenza Unificata del 30/10/2007

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Rischi derivanti dallo svolgimento dell’attività lavorativa sotto l’effetto di bevande alcoliche, droghe o sostanze psicotrope.

Si evidenzia la presenza di mansioni (addetti alla guida dei mezzi con patente B, insegnanti) che comportano particolari rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute di terzi per le quali è obbligatoria la sorveglianza sanitaria

A B

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

- Alcol - Droga

specifica al fine di verificare l’assenza di uso di alcool. Attiva la sorveglianza sanitaria.

RISCHIO SISMICO 2 2 4 Possibili eventi dannosi: Rischi derivanti da crolli e cedimenti strutturali

L’istituto di istruzione Superiore “Porro” si trova in comune di Pinerolo (TO), in una zona pressoché centrale della cittadina. Il comune di Pinerolo è individuato dai dati seguenti: Coordinate Lat. 45° 02' N - Long. 7° 21 ′ E Altitudine 506 m s.l.m. L’IIS Porro è costituito da un complesso di edifici così meglio descritti: - Corpo A) edificio in c.a realizzato nella seconda metà del 1900 dedicato ad aule, palestra ed uffici amministrativi. - Corpo B) struttura in c.a. realizzata parzialmente in opera e parzialmente prefabbricata edificata nel periodo 1970 – 1980 dedicata ad aule, palestra e laboratori. Gli interventi di miglioramento sismico sono stati realizzati nei primi anni 2000. La zona sismica per il territorio di Pinerolo , indicata nell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, é aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale del Piemonte n. 11-13058 del 19.01.2010, entrata in vigore con la D.G.R. n. 4-3084 del 12.12.2011 Le caratteristiche sismiche della scuola sono: • Zona sismica 3S • Classe d’uso IV • Vita nominale VN 100 anni • Coefficiente d’uso Cu 2.0 • Periodo di riferimento per l’azione sismica,VR = 200 anni Per la prevenzione si sono fissati tutti gli scaffali alle pareti, lungo i percorsi d'esodo sono stati eliminati gli oggetti che potrebbero, con la caduta, ridurre gli spazi. Per la gestione é stata effettuata una info/formazione di tutti i lavoratori relativa ai terremoti e la gestione dell'emergenza conseguente. Attualmente tutti i lavoratori sono info/formati sul rischio e conoscono le procedure da attuare, fornite durante gli incontri di formazione specifici sui terremoti tenuti negli anni 2012 e 2013. In particolare: • é stata effettuata la formazione di tutto il personale fornendo informazioni sul rischio sismico e sulle soluzioni attuabili • é stato fornito il materiale illustrativo relativo alle indicazioni di massima • é stato illustrato ad ogni lavoratore quale comportamento tenere in funzione del luogo di lavoro: I due edifici sono stati realizzati in periodi diversi e negli anni scorsi é stato realizzato l'adeguamento antisismico dell'edificio più vecchio che allo stato attuale é pienamente rispondente ai criteri antisismici, tutta la scuola é conforme alle prescrizioni sismiche vigenti. In caso di sisma i attuano i seguenti comportamenti: - Sempre si protegge il capo con l'uso di libri od altri oggetti in grado di ridurre l'effetto della caduta di oggetti - Si usano la sciarpa od il fazzoletto per ridurre l'effetto della polvere Si spalanca la porta e la si blocca in posizione

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di apertura - Durante il deflusso verso il luogo sicuro esterno individuato nel cortile della scuola si presta attenzione anche al rischio elettrico. Gli insegnanti hanno trasmesso agli studenti le informazioni ottenute.

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SCHEDA N.2 REPARTO/LUOGO DI LAVORO uffici

Attività svolta nel reparto/Ciclo lavorativo

Fasi di lavoro e loro descrizione

Tipologia materie prime, semilavorati, prodotti e scarti di lavorazione

Gruppi Omogenei presenti nel reparto

Attività d’ufficio Archiviazione Lavoro al vdt Gestione pratiche amministrative Segreteria

Non applicabile C impiegati E dirigente scolastico

L’evidenza delle attrezzature di lavoro utilizzate e delle sostanze impiegate è evidenziata (ove presenti) nella tabella che segue. CAPITOLI DI RISCHIO INDIVIDUATI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO Nel reparto sono stati individuati i pericoli presenti con le rispettive stime di rischio. Per ciascun capitolo di rischio sono riportate sinteticamente le misure di prevenzione e protezione già adottate; dovranno inoltre essere rispettate le relative misure di mantenimento e/o miglioramento degli standard di sicurezza di cui al cap. 18. Qualora in sede di redazione del documento non sia stata rilevata la presenza di un pericolo viene indicato: “Pericolo non presente”. FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

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STRUTTURA DEI LOCALI DI LAVORO Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Cadute in piano Scivolamenti Inciampo Cedimenti strutturali

Il livello di manutenzione è accettabile poiché le pareti ed i soffitti sono tinteggiati. Tutti i vetri presenti sui serramenti sono rispondenti alla norma UNI. Le finestre sono apribili e consentono un corretto ricambio d'aria. I servizi igienici, come numero, sono sufficienti per le esigenze sia degli alunni che del personale che lavora all'interno dell'edificio. Sono presenti locali che permettono il cambio degli indumenti al personale ausiliario. I davanzali presentano altezza pari o superiore a un metro. I percorsi interni dell'edificio sono correttamente dimensionati, i corridoi di larghezza superiore a due moduli permettono un facile deflusso; i gradini sono adeguati contro il pericolo di scivolamento. Tutte le vie d'esodo sono segnalate e le uscite di sicurezza dotate di illuminazione autonoma. E' presente un impianto di altoparlanti per comunicare da un ufficio a tutto l'edificio eventuali informazioni. I servizi igienici vengono puliti con elevata frequenza, ogni qual volta si presenti la necessità. In caso di otturazione viene inibito l'uso e chiesto l'intervento della ditta per il ripristino. L'atrio e gli spazi per le attività complementari sono opportunamente dimensionati, come gli spazi per gli uffici, l’amministrazione, e le attività motorie in modo corrispondente alle dimensioni standard. UFFICI (DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE) I locali per la

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segreteria permettono un contatto con il pubblico attraverso sportelli che risultano a norma per dimensioni, materiali ecc. Ai locali di segreteria non è direttamente annesso un locale archivio; questo è situato al piano seminterrato dello stesso edificio che ospita i locali di segreteria, opportunamente attrezzato con arredi a norma e impianto di segnalazione fumi-spegnimento incendi. La sala insegnanti contiene gli armadi per la conservazione dei registri dei docenti, di materiali didattici (libri, compiti in classe) di natura prevalentemente cartacea (anche materiali audiovisivi quali audio e video cassette, supporti informatici estraibili) e consentire riunioni eventuali di un numero ristretto di persone (max 20/25 persone). Sono presenti servizi igienici e spogliatoi per la presidenza e per il personale docente e A.T.A.. La distribuzione delle mansioni e dei compiti lavorativi comportanti l'uso di videoterminali evita il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni. Non esistono addetti che lavorano per più di 4 ore consecutive giornaliere al VDT (come definito dalla legge). Il datore di lavoro assicura informazione e formazione ai lavoratori in ordine alle modalità di svolgimento dell'attività comportante uso di videoterminali, ai rischi connessi e alle misure per evitarli. (art. da 177 D.Lgs. 81/08 e Allegato XXXIV).

PRESENZA DI DIVERSAMENTE ABILI Titolo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 236/09 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

INVESTIMENTO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

AERAZIONE, CLIMATIZZAZIONE E MICROCLIMA Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DPR 412/93 e s.m.i. DM 37/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Correnti d’aria moleste Temperature di lavoro inadeguate Inquinamento biologico da virus, batteri e muffe con conseguente patologia a carico dell’apparato respiratorio

Allo stato attuale non esiste un controllo di temperatura ed umidità estivo, per ridurre l’affaticamento vengono utilizzati dei ventilatori elettrici in estate nei locali dove sono presenti in modo continuativo i lavoratori.

RISCALDAMENTO

Gli ambienti sono provvisti di impianto di riscaldamento funzionante e opportunamente regolabile. Il controllo della corretta posa in opera degli impianti di riscaldamento è avvenuto da parte dell’ente proprietario. La temperatura degli ambienti adibiti ad usi scolastici, in condizioni invernali ed estive dà luogo soltanto saltuariamente a lamentele; le cause di disagio sono state finora prontamente rimosse con l'intervento dei tecnici preposti alla manutenzione degli impianti. La temperatura dei servizi igienici, palestre e infermeria è accettabile. Le correnti di aria fredda e calda che investono le persone sono opportunamente controllate. È garantita, ai fini di

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

mantenere il livello di purezza dell'aria previsto dalla legge, l'introduzione di portate d'aria esterna, mediante ricambi d’aria favoriti dall’apertura saltuaria dei serramenti.

ILLUMINAZIONE Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Affaticamento visivo e possibili urti contro oggetti derivanti da un’inadeguata illuminazione

Si ritiene che tutti i locali abbiano un livello di illuminazione adeguato alla destinazione d'uso e nei luoghi di lavoro è realizzato uno stretto rapporto di integrazione dell'illuminazione naturale con quella artificiale; la luce naturale è sufficiente per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori. In tutti i luoghi di lavoro è garantita la protezione dai fenomeni di abbagliamento sia diretto che indiretto o zone d'ombra. I locali di passaggio, i corridoi e le scale hanno buoni livelli di illuminazione. E’ presente idonea illuminazione di emergenza lungo le vie di esodo e in prossimità delle uscite

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IGIENE DEGLI AMBIENTI DI LAVORO Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento di igiene

- servizi igienici - mense - refettori - spogliatoi/locali di

riposo

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Inquinamento biologico da virus, batteri e muffe Cadute in piano

Nei locali per i servizi igienici, il numero di WC per gli studenti è di 1 per ogni classe oltre alcuni WC supplementari per servire gli spazi lontani dalle aule. I locali che contengono i WC se sono ai piani fuori terra dell'edificio vecchio sono illuminati e aerati direttamente; nei piani seminterrati e (tutti) nell'edifico nuovo non sono illuminati ed aerati direttamente ma sono dotati di impianti di aerazione e ventilazione in sostituzione dell'aerazione diretta. I bagni sono separati per sesso, sono costituiti da box sollevati dal pavimento le cui pareti divisorie siano alte non meno di 2,10 m e non più di 2,30 m, con porte apribili verso l'esterno e sono munite di chiusura dall'interno tale però che si possa aprire dall'esterno in caso di emergenza. Almeno un locale igienico (opportunamente attrezzato) per ogni piano è agibile al disabile in carrozzina. (art. 63 D. Lgs. 81/08). Le pulizie vengono svolte internamente con l’impiego di prodotti di uso domestico custoditi all’interno di appositi armadi.

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SALUBRITA’ DELL’ACQUA Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 31/2001 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

LOCALI CON PROBLEMI PARTICOLARI Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DPR 177/2011

- seminterrati - celle

frigorifere/camere calde

- ambienti confinati o

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

a sospetto rischio di inquinamento

PROTEZIONE EDIFICI, IMPIANTI, STRUTTURE E ATTREZZATURE Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 37/08 e s.m.i. DPR 462/01 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: danni derivanti da strutture non protette con impianti di terra e/o impianti di protezione contro scariche atmosferiche

L'impianto elettrico interno ai locali è conforme alla normativa, pur non essendo presente tutta la relativa documentazione di sicurezza (lo stesso è in fase di revisione ai fini dell’ottenimento del parere favorevole dei VV.F.); esso subisce manutenzione con frequenti, rilevanti ritardi rispetto alle richieste che l'istituto sottopone all'Ente proprietario nonché competente. Non esistono rischi di contatto diretto con parti nude in tensione, normalmente non accessibili, e nei locali sono previste prese e spine conformi alle Norme CEI; è presente anche la protezione differenziale contro i contatti indiretti e, vista la sensibilità dei suddetti interruttori, viene anche effettuata la protezione contro i contatti diretti. Per i casi di manutenzione straordinaria e/o ampliamenti/rifacimenti sostanziali dell’impianto elettrico è stata richiesta all' Ente proprietario la dichiarazione di conformità alle norme CEI da parte della ditta installatrice. E' stato chiesto all’ente proprietario certificazione delle verifiche periodiche obbligatorie.

I rischi considerati sono: a) contatti elettrici diretti; b) contatti elettrici indiretti; c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili. Per i contatti elettrici diretti é stati info/formato tutto il personale sul corretto uso dei dispositivi elettrici, prima dell'utilizzo delle apparecchiature elettriche i lavoratori devono verificare visiva- mente l'integrità del cavo di alimentazione e dell'involucro esterno del dispositivo. Per i contatti indiretti, ed in parte per quelli diretti, é stato analizzato l'impianto elettrico fisso, in particolare nell'anno 2009 é stato effettuato il rilievo di tutti i quadri elettrici presenti nell'edificio con la verifica dell'esistenza della protezione installata contro i contatti indiretti, con la produzione di fronte quadro ed elenco delle caratteristiche dei dispositivi di protezione installati. Nell'edificio é installato un impianto di messa a terra, come comunicato dalla Provincia di Torino che risulta coordinato con la protezione inserita nei quadri. La legge 186/68 stabilisce che un impianto elettrico è sicuro quando è fatto a regola d’arte, cioè è conforme alla normativa CEI, ed in particolare quelli classificati TT devono avere a monte la protezione differenziale con interruttore avente soglia di sensibilità inferiore o pari a 30 mA. Non risultano effettuati interventi di modifica/integrazione da parte della Provincia negli ultimi anni. Risulta presente un interruttore differenziale con soglia di intervento congrua e coordinato con l'impianto di messa a terra. A tutti i lavoratori é stata fornita info/formazione sui principi di corretto uso delle apparecchiature elettriche e la formazione é stata reiterata negli anni in considerazione delle sostituzioni del personale.

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

In particolare sono state fornite le seguenti indicazioni:

- Prima di usare apparecchiature elettriche controllare che non vi siano cavi elettrici, spine, prese di corrente, interruzioni senza protezione.

- Non sovraccaricare una linea elettrica, con collegamenti di fortuna

- Non toccare mai le apparecchiature elettriche con le mani bagnate o se il pavimento è bagnato.

- Disinserire le spine afferrandone l’involucro esterno, non il cavo

- Non compiere interventi di alcun genere sulle macchine elettriche e per motivo alcuno.

Il sistema elettrico della scuola é di tipo TT, con alimentazione distribuita 400/230 V frequenza 50 Hz, la normativa di sicurezza che individua le caratteristiche é la 64-8 parte IV. Il datore di lavoro ha eseguito la valutazione dei rischi tenendo in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze; b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; c) le condizioni di esercizio prevedibili. L'impianto elettrico parte dal quadro generale situato nella cabina elettrica posta nella zona posteriore alla palestra. L'interruttore magnetotermico provvede alla protezione contro i corto circuiti ed il sovraccarico delle linee, le varie partenze sono protette anche contro i contatti indiretti da interruttori differenziali ad alta sensibilità.

L'accessibilità al quadro é consentita solo a personale addestrato, l'accesso é chiuso con serratura. Nei vari ambienti sono presenti quadri elettrici di zona, dotati di sportello di chiusura con protezione contro i contatti indiretti. Le prese e gli interruttori installati nei locali garantiscono un idoneo indice di protezione. L'impianto, realizzato in periodi temporali diversi risponde ai requisiti previsti dalla norma CEI 64-8; con cadenza temporale vengono effettuate dal personale verifiche di funzionalità degli interruttori differenziali tramite l'uso del tasto di prova. I risultati delle verifiche sono annotati in un registro di sorveglianza.

Tutto il personale é stato informato sul rischio elettrico, sulle modalità d'uso degli impianti elettrici fissi e mobili.

ELETTROCUZIONE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: rischio potenziale in occasione dell’accensione, spegnimento e utilizzo, anche improprio, di apparecchiature/attrezzature elettriche ed elettroniche, malfunzionamento dei sistemi di protezione delle stesse

Nel caso vi sia un rischio di elettrocuzione verificare che: - Il personale sia a conoscenza del luogo in cui è

posizionato il quadro elettrico generale. - Venga verificato spesso il buon funzionamento

dell'interruttore differenziale (pulsante test). - Non vengano lasciati accesi apparecchi che potrebbero

provocare un incendio in assenza di personale. - Le attrezzature siano idonee ai luoghi di utilizzo - Non vengano eseguite riparazioni di fortuna con nastro

isolante o adesivo a prese, spine e cavi.

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

- Le prese non siano sovraccaricate; in tal caso possono riscaldarsi e divenire causa di corto circuiti, con conseguenze anche gravissime. Evitare di utilizzare prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle e riavvolgerle.

- Non vengano utilizzate multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro volta provengono da altre "triple" collegate a.............. . In questo modo si determina un carico eccessivo sul primo collegamento a monte del "groviglio" con rischio di incendio. Se gli utilizzatori (p.c., fax, stampanti, calcolatrici ecc.) aumentano e le prese disponibili non bastano, richiedere prima della consegna dei nuovi utilizzatori anche l'adeguamento dell'impianto e del numero di prese necessarie.

- Non vengano utilizzate mai spine italiane collegate (a forza) con prese tedesche (schuko) o viceversa, perché in questo caso si ottiene la continuità del collegamento elettrico ma non quella del conduttore di terra. Nei cantieri il grado di protezione contro polveri e liquidi minimo richiesto è IP 44.

- Deve essere vietato l’accesso dei lavoratori alle cabine elettriche di trasformazione e nelle sale server.

LAVORI SOTTO TENSIONE ED IN PROSSIMITA’ DI PARTI ATTIVE DI IMPIANTI ELETTRICI Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

INCENDIO, PRIMO SOCCORSO ED EVACUAZIONE Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 10/03/98 e s.m.i. DM 388/03 e s.m.i. DPR 151/2011 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: danni derivanti da strutture non protette e adeguate ai fini della prevenzione incendi e al primo soccorso

Esiste un Piano di emergenza, il cui contenuto si ritiene adeguato alle necessità della Scuola, noto ai lavoratori. Periodicamente viene simulato (almeno due volte nel corso dell’anno scolastico) (art. 15, 43 e 44 D. Lgs. 81/08 - D.M. 26.8.92) uno stato di emergenza negli edifici ed effettuata la relativa prova di evacuazione. La popolazione scolastica è stata informata e formata sulle modalità di autoprotezione, di evacuazione, di comportamenti da tenere in caso di emergenza. Esistono accessi agevoli all'area per l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco. (art. 46 D. Lgs. 81/08). Le strutture, gli impianti, i mezzi di protezione e di estinzione, le vie di uscita e di emergenza, in generale, appaiono essere conformi a quanto indicato negli artt. 43 e 46 del D.Lgs. 81/08 e nel DM 26.8.92 (Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica - G.U. n. 218 del 16.9.92). E’ stato predisposto il programma per le verifiche periodiche obbligatorie per legge. Viene compilato un registro di sorveglianza relativo alla funzionalità dei dispositivi antincendio. Nella sottostante tabella vengono riportati, in funzione del numero complessivo di presenze all’interno dei due edifici scolastici, gli adempimenti minimi obbligatori previsti dalla

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

Normativa e messi in atto Sono presenti le seguenti cassette di primo soccorso: edificio nuovo n. 1 atrio 1° piano (parete lato palestra vicino al quadro elettrico di sezionamento n. 1 corridoio seminterrato lato via Cagni vicino alla porta n. 153 n. 1 corridoio seminterrato lato ferrovia vicino alla porta n. 132 n. 1 laboratorio robotica locale n. 132 sulla parete lato ferrovia n. 1 laboratorio tecnologico locale n. 136 n. 1 laboratorio chimica biennio locale n. 131 edificio vecchio n. 1 piano seminterrato locale n. 26 n. 1 piano terra armadietto locale n. 66 (infermeria) Sono presenti diversi estintori e idranti dislocati sui vari piani degli edifici scolastici (si veda piano di emergenza), sottoposti a regolari controlli e manutenzioni. E’ in fase di completamento la predisposizione della documentazione necessaria da presentare ai VV.F. per l’ottenimento del parere favorevole. RISCHIO FUMO Ai sensi dell’art. 51 della Legge 16.01.03, n.3, è stato formalizzato e pubblicizzato il divieto di fumare in tutti i locali chiusi dell'istituto (DPCM 23.12.03). Non è stato previsto alcun locale fumatori. Il Dirigente scolastico ha nominato e formato il personale interno preposto alla vigilanza e accertamento della violazione del divieto (documentazione agli atti; i nominativi sono stati riportati nella segnaletica prevista dal Decreto suddetto, affissa nei locali). Dall'entrata in vigore del divieto sono state comminate soltanto quattro sanzioni.

ATTREZZI MANUALI Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Tagli Schiacciamenti Urti da/contro oggetti, utensili attrezzature

E’ ineliminabile il rischio durante l’utilizzo di varie attrezzature manuali da ufficio quali forbici o tagliacarta.

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MACCHINE Titolo III Capo I e III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 17/2010 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Tagli Schiacciamenti Urti da/contro oggetti, utensili attrezzature Ustioni con parti calde/fredde

Sono presenti normali attrezzature da ufficio quali stampanti, fax, telefoni, computer

Tali attrezzature non espongono a rischi di natura meccanica o termica

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APPARECCHI E IMPIANTI A PRESSIONE Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 329/04 e s.m.i. D.Lgs. 17/2010 e s.m.i. D.Lgs. 93/2000 e s.m.i.

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

APPARECCHI E IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. 17/2010 e s.m.i. DM 37/2008 e s.m.i. DPR 162/99 e s.m.i. DM 11/04/2011 e s.m.i.

- Carrelli elevatori - Transpallet - Ponti mobili - Carrelli semoventi a

bracci telescopici - Piattaforme di lavoro - Apparecchi di

sollevamento materiali e gru

- Montacarichi e ascensori

- Scale aeree

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Urti contro oggetti mobili Investimento Caduta di materiale dall’alto

Sono presenti due ascensori: - edificio vecchio 460 kg 6 persone - edificio nuovo 930 kg 12 persone

- sottoposti a regolari controlli e manutenzioni

Al datore di lavoro è demandato l’obbligo del controllo iniziale, dopo l’installazione e prima della messa in esercizio, dopo ogni montaggio e periodici, che devono essere effettuati da persona competente (art. 71 comma 8).

Viene stabilita l’istituzione di appositi registri di controllo (iniziale, periodico, straordinario, ecc.) delle attrezzature su cui scrivere i risultati dei controlli effettuati (art. 71 commi 4, 8, 9) che devono essere aggiornati e tenuti a disposizione dell’organo di vigilanza almeno in relazione agli ultimi tre anni (art. 71 comma 9).

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ATTREZZATURE E IMPIANTI PARTICOLARI Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 11/04/2011 e s.m.i.

- idroestrattori a forza

centrifuga - gruppi di vapore - trattori agricoli o

forestali - escavatori - pompe per

calcestruzzo

0 0 0 Pericolo non presente ---

LAVORI IN QUOTA Art. 15 e Titolo IV Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - ponteggi - scale portatili - trabattelli - cavalletti - piattaforme elevabili

0 0 0 Pericolo non presente ---

MEZZI DI TRASPORTO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

AGENTI CHIMICI E SENSIBILIZZANTI Titolo IX Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento REACH Regolamento CLP

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Patologie a carico dell’organismo Sensibilizzazione Ustioni Intossicazioni

Unica fonte di pericolo risultano essere i toner e cartucce per stampanti e fotocopiatrici. Farsi rilasciare dal fornitore le corrette schede di sicurezza. Durante il cambio dei toner utilizzare guanti monouso e mascherina protettiva per polveri.

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AGENTI 0 0 0 Pericolo non presente ---

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

CANCEROGENI-MUTAGENI (R45, R46, R49) Titolo IX Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento REACH Regolamento CLP

AMIANTO, POLVERI E FIBRE Titolo IX Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Allegato IV.2 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - Amianto - Silice - Altre polveri

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Insorgenza di patologie tumorali Silicosi

Attualmente risultano presenti materiali contenenti amianto nell'edificio scolastico. Da parte dell'Ente proprietario è stato segnalato che esiste dell'amianto nei pannelli di tamponamento sottofinestra in alcune parti dell'edificio. Tutti i lavoratori sono informati della situazione, esiste il divieto di forare od alterare le superfici dei pannelli di protezione esistenti ed é effettuato un monitoraggio dei pannelli stessi per garantire nel tempo la loro integrità.

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AGENTI BIOLOGICI Titolo X D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

PRESENZA DI ALLERGENI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida INAIL “Allergia... al lavoro? I principali allergeni presenti nei luoghi di lavoro”

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Comparsa di allergie e sensibilizzazioni

All’interno degli edifici scolastici sono individuate diverse tipologie di ambienti indoor. L’aria presente negli ambienti confinati subisce alterazioni dovute ad una serie di fattori tra i quali emergono la presenza di persone, la tipologia dei materiali e dei rivestimenti con cui sono costruiti gli edifici, gli arredi, i sistemi di trattamento dell’aria, le operazioni di pulizia dei locali fonti di inquinamento indoor agenti inquinanti materiali da costruzione e isolanti fibre vetrose artificiali, PM, materiali di rivestimento e moquettes formaldeide, acrilati, COV mobili da ufficio formaldeide, COV liquidi e prodotti per la pulizia alcoli, fenoli, COV fotocopiatrici ozono (O3), polvere di toner, idrocarburi volatili (COV) Per garantire valori di VOC bassi é stato informato tutto il

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

personale di effettuare quotidianamente il ricambio totale dell'aria con l'apertura delle finestre per un periodo di almeno cinque minuti giornalieri. Toner per fotocopiatrici e stampanti E’ prevista la modalità operativa per la sostituzione dei toner con le procedure affisse presso ogni macchina. Lo svolgimento dell’attività di sostituzione è effettuato esclusivamente dai lavoratori individuati dal dirigente scolastico e sotto riportati. - Segreteria gli ass. amministrativi in servizio - Laboratori informatica gli assistenti tecnici assegnati a

ciascun laboratorio - Centro stampa il collaboratore scolastico assegnato o

suo sostituto Tutti i lavoratori sono stati informati delle modalità operative.

RADIAZIONI IONIZZANTI D.Lgs. 230/95 e s.m.i. Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- raggi X - raggi alfa - raggi beta - raggi gamma

0 0 0 Pericolo non presente ---

RADIAZIONI OTTICHE Titolo VIII Capo V D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- artificiali (radiazioni

UV, VIS, IR e laser) - naturali

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Insorgenza di patologie tumorali Effetti nocivi sugli occhi e la cute (eritemi, ustioni)

Ai sensi della normativa vigente e delle indicazioni operative riportate nel documento prodotto dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, i lavoratori sono esposti a sorgenti di radiazioni ottiche artificiali (lampade al soffitto, schermi di computer e apparecchiature analoghe, fotocopiatrici) che nelle corrette condizioni di utilizzo non determinano il superamento dei valori limite di esposizione; pertanto non è necessaria una valutazione più approfondita.

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CAMPI ELETTROMAGNETICI Titolo VIII Capo IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - campi statici - campi

elettromagnetici a frequenze estremamente basse (ELF)

- radiofrequenze (RF) - microonde (MO)

2 2 4 Possibili eventi dannosi (a breve termine): Aritmie, fibrillazione, asistolia Contrazione neuromuscolare Riscaldamento di organi e tessuti (stress termico generale, ustioni).

Ai sensi della normativa vigente e delle indicazioni operative riportate nel documento prodotto dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, i lavoratori sono esposti a sorgenti di campi elettromagnetici (apparati luminosi, computer e attrezzature informatiche, attrezzature da ufficio, cellulari e cordless, reti di distribuzione dell’energia elettrica a 50 Hz) che nelle corrette condizioni di utilizzo non determinano il superamento dei valori limite di esposizione; pertanto non è necessaria una valutazione più approfondita.

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ATMOSFERE ESPLOSIVE Titolo XI D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

RUMORE Titolo VIII Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

VIBRAZIONI Titolo VIII Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

ALTRI RISCHI FISICI Titolo VIII Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- infrasuoni - ultrasuoni - atmosfere

iperbariche

0 0 0 Pericolo non presente ---

VIDEOTERMINALI Titolo VII D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Pesantezza, tensione, bruciore, arrossamento oculare Deficit della messa a fuoco Disturbi cronici della colonna vertebrale Infiammazione di muscoli e tendini Congestione venosa

Il lavoro a videoterminale risulta essere > di 20 ore alla settimana per alcune mansioni, di conseguenza identificati come Videoterminalisti (impiegati).

Attiva la sorveglianza sanitaria.

La postazione di lavoro a computer risulta corretta ed ergonomica, con scrivanie e sedie adeguata all’uso del DVT.

Tutte le luci sono antiriflesso e le finestre sono schermate con tende o veneziane.

A B F

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Titolo VI D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- Movimentazione con

sollevamento di carichi (NIOSH)

- Movimentazione con movimenti di spinta e traino (SNOOK E CIRIELLO)

- Movimentazione assistita di pazienti ospedalizzati (MAPO)

0 0 0 Pericolo non presente ---

SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida Regione Lombardia

0 0 0 Pericolo non presente ---

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

ERGONOMIA E POSTURA Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - postura eretta

continuative - posture incongrue - postura assisa fissa

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari Presenza di postura assisa fissa per lavoro seduto a scrivania con interazione di computer. Tutte le postazioni di lavoro a scrivania risultano corrette dal punto di vista ergonomico: - sedie ergonomiche; - scrivanie sufficientemente grandi ed adeguate al lavoro

da svolgere. E’ sempre necessario effettuare brevi interruzioni al lavoro fisso per consentire un cambio momentaneo di postura.

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STRESS-LAVORO CORRELATO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida Commissione Consultiva Permanente

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali Patologie osteoarticolari e affezioni muscolari, patologie cardiovascolari, disturbi di natura psichica e psicologica Disturbi dell’adattamento, ansia, Burnout

La valutazione del rischio stress lavoro-correlato è stata avviata nell’anno 2008, mediante la somministrazione di un questionario specifico e l’intervento di una psicologa che non ha individuato situazioni di rischio derivanti dall’attività lavorativa. È stata proseguita negli anni 2009 e 2010 con la somministrazione di analogo test per la rilevazione della presenza di casi a rischio e, nel 2010, è stata integrata con la predisposizione di materiali di informazione/formazione fruibili dai lavoratori sul sito web dell'istituto, corredati da un questionario di (auto)valutazione e da un'apposita procedura atta alla verifica dell'efficacia dell'azione formativa. L’ultima valutazione è stata effettuata nell’anno 2011 con l’utilizzo di un questionario, somministrato da una psicologa, nel quale erano inserite domande su l’attività lavorativa, sulla sensazioni di benessere o malessere individuale, sul grado di soddisfacimento nello svolgimento del proprio lavoro. Dalla lettura ed analisi dei dati non sono emerse situazioni a livello di rischio; l’indagine verrà prevedibilmente ripetuta all’inizio del prossimo anno scolastico; le condizioni di lavoro del personale sono buone, i rapporti interpersonali corretti e cordiali. Non esistono situazioni di disagio derivanti da difficoltà sia di svolgimento del proprio lavoro che nelle relazioni interpersonali. I risultati della prossima valutazione, prevista prima dell'inizio del prossimo anno scolastico, basata su un questionario anonimo relativo al disagio lavorativo, saranno inseriti nel documento. Allo stato attuale non emergono elementi che possano fare ipotizzare disagio da parte di qualche lavoratore e pertanto si decide di definire che la procedura per il questionario e l'intervento dello psicologo sarà oggetto di valutazione nella riunione periodica che si terrà nel prossimo anno scolastico.

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LAVORO SOLITARIO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

RISCHI PER LAVORATRICI IN STATO DI GRAVIDANZA, PUERPERE O IN

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Interruzione della gravidanza Danni al feto

Si considerano per l’eventuale cambio mansione, anticipo o prolungamento dell’astensione obbligatoria, sia i rischi

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

PERIODO DI ALLATTAMENTO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 151/2001 e s.m.i.

presenti nel documento di valutazione che quelli previsti dalla Normativa specifica per la tutela delle lavoratrici madri (Artt. 7, 11 e 12 D.L.gs. 151/01).

RISCHI CONNESSI ALLE DIFFERENZE DI GENERE, ETA’, PROVENIENZA DA ALTRI PAESI Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Danni derivanti da incomprensioni linguistiche o differenze comportamentali derivanti da una diversa cultura ed educazione

Possono essere presenti lavoratori stranieri di cui viene accertata preventivamente la buona comprensione linguistica.

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LAVORATORI MINORENNI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 345/99 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

LAVORO NOTTURNO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 67/2011

0 0 0 Pericolo non presente ---

RISCHI CONNESSI ALLA SPECIFICA TIPOLOGIA CONTRATTUALE ATTRAVERSO CUI VIENE RESA LA PRESTAZIONE DI LAVORO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Danni derivanti dalla gestione di un’emergenza Effetti derivanti da stress

Presenza di lavoratori impiegati in contratti atipici che sono più vulnerabili rispetto ai lavoratori con contratti a tempo indeterminato.

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RISCHI DI INCOLUMITA’ PER TERZI Art. 41 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Conferenza Stato-Regioni del 16/03/2006 Conferenza Unificata del 30/10/2007

- Alcol - Droga

0 0 0 Pericolo non presente ---

RISCHIO SISMICO 2 2 4 Possibili eventi dannosi: Rischi derivanti da crolli e cedimenti strutturali

L’istituto di istruzione Superiore “Porro” si trova in comune di Pinerolo (TO), in una zona pressoché centrale della cittadina. Il comune di Pinerolo è individuato dai dati seguenti: Coordinate Lat. 45° 02' N - Long. 7° 21 ′ E Altitudine 506 m s.l.m. L’IIS Porro è costituito da un complesso di edifici così meglio descritti: - Corpo A) edificio in c.a realizzato nella seconda metà del 1900 dedicato ad aule, palestra ed uffici amministrativi.

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

- Corpo B) struttura in c.a. realizzata parzialmente in opera e parzialmente prefabbricata edificata nel periodo 1970 – 1980 dedicata ad aule, palestra e laboratori. Gli interventi di miglioramento sismico sono stati realizzati nei primi anni 2000. La zona sismica per il territorio di Pinerolo , indicata nell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, é aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale del Piemonte n. 11-13058 del 19.01.2010, entrata in vigore con la D.G.R. n. 4-3084 del 12.12.2011 Le caratteristiche sismiche della scuola sono: • Zona sismica 3S • Classe d’uso IV • Vita nominale VN 100 anni • Coefficiente d’uso Cu 2.0 • Periodo di riferimento per l’azione sismica,VR = 200 anni Per la prevenzione si sono fissati tutti gli scaffali alle pareti, lungo i percorsi d'esodo sono stati eliminati gli oggetti che potrebbero, con la caduta, ridurre gli spazi. Per la gestione é stata effettuata una info/formazione di tutti i lavoratori relativa ai terremoti e la gestione dell'emergenza conseguente. Attualmente tutti i lavoratori sono info/formati sul rischio e conoscono le procedure da attuare, fornite durante gli incontri di formazione specifici sui terremoti tenuti negli anni 2012 e 2013. In particolare: • é stata effettuata la formazione di tutto il personale fornendo informazioni sul rischio sismico e sulle soluzioni attuabili • é stato fornito il materiale illustrativo relativo alle indicazioni di massima • é stato illustrato ad ogni lavoratore quale comportamento tenere in funzione del luogo di lavoro: I due edifici sono stati realizzati in periodi diversi e negli anni scorsi é stato realizzato l'adeguamento antisismico dell'edificio più vecchio che allo stato attuale é pienamente rispondente ai criteri antisismici, tutta la scuola é conforme alle prescrizioni sismiche vigenti. In caso di sisma i attuano i seguenti comportamenti: - Sempre si protegge il capo con l'uso di libri od altri oggetti in grado di ridurre l'effetto della caduta di oggetti - Si usano la sciarpa od il fazzoletto per ridurre l'effetto della polvere Si spalanca la porta e la si blocca in posizione di apertura - Durante il deflusso verso il luogo sicuro esterno individuato nel cortile della scuola si presta attenzione anche al rischio elettrico. Gli insegnanti hanno trasmesso agli studenti le informazioni ottenute.

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SCHEDA N.3 REPARTO/LUOGO DI LAVORO palestre

Attività svolta nel reparto/Ciclo lavorativo

Fasi di lavoro e loro descrizione

Tipologia materie prime, semilavorati, prodotti e scarti di lavorazione

Gruppi Omogenei presenti nel reparto

Attività fisiche Riscaldamento muscolare Svolgimento di attività fisiche di diversa tipologia Stretching

Non applicabile B insegnanti (di educazione fisica) F allievi

L’evidenza delle attrezzature di lavoro utilizzate e delle sostanze impiegate è evidenziata (ove presenti) nella tabella che segue. CAPITOLI DI RISCHIO INDIVIDUATI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO Nel reparto sono stati individuati i pericoli presenti con le rispettive stime di rischio. Per ciascun capitolo di rischio sono riportate sinteticamente le misure di prevenzione e protezione già adottate; dovranno inoltre essere rispettate le relative misure di mantenimento e/o miglioramento degli standard di sicurezza di cui al cap. 18. Qualora in sede di redazione del documento non sia stata rilevata la presenza di un pericolo viene indicato: “Pericolo non presente”. FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

STRUTTURA DEI LOCALI DI LAVORO Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Cadute in piano Scivolamenti Inciampo Cedimenti strutturali

Il livello di manutenzione è accettabile poiché le pareti ed i soffitti sono tinteggiati. Tutti i vetri presenti sui serramenti sono rispondenti alla norma UNI. Le finestre sono apribili e consentono un corretto ricambio d'aria. I servizi igienici, come numero, sono sufficienti per le esigenze sia degli alunni che del personale che lavora all'interno dell'edificio. Sono presenti locali che permettono il cambio degli indumenti al personale ausiliario. I davanzali presentano altezza pari o superiore a un metro. I percorsi interni dell'edificio sono correttamente dimensionati, i corridoi di larghezza superiore a due moduli permettono un facile deflusso; i gradini sono adeguati contro il pericolo di scivolamento. Tutte le vie d'esodo sono segnalate e le uscite di sicurezza dotate di illuminazione autonoma. E' presente un impianto di altoparlanti per comunicare da un ufficio a tutto l'edificio eventuali informazioni. I servizi igienici vengono puliti con elevata frequenza, ogni qual volta si presenti la necessità. In caso di otturazione viene inibito l'uso e chiesto l'intervento della ditta per il ripristino. L'atrio e gli spazi per le attività complementari sono opportunamente dimensionati, come gli spazi per gli uffici, l’amministrazione, e le attività motorie in modo corrispondente alle dimensioni standard.

B F

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

ATTIVITA’ SPORTIVE (PALESTRA E SPAZI INTERNI ATTREZZATI) L'Istituto è dotato di due palestre. Nella palestra grande è prevista una zona destinata agli insegnanti costituita da un ambiente, corredato da un servizio igienico-sanitario e da una doccia. La zona di servizi per gli allievi è costituita da spogliatoi, locali per servizi igienici e docce maschili e femminili. L'accesso degli allievi alla palestra avviene dagli spogliatoi. È prevista una zona destinata al deposito per attrezzi e materiali vari necessari. Lo spazio per il gioco è opportunamente attrezzato (per la pallacanestro il campo è stato nuovamente omologato nel 2010) e vi sono attrezzi per le attività di educazione fisica quali quadro svedese, pertiche, spalliere, cavallina, ecc. e la pavimentazione è tale da ridurre al minimo i danni conseguenti alle cadute. Le sorgenti di illuminazione sono tali da consentire la installazione degli attrezzi senza compromettere gli indici di illuminazione previsti e sono adeguatamente protette contro gli urti. Le finestre sono in vetro antiurto o provviste di adeguate protezioni. Esistono uscite di sicurezza dirette verso l'esterno. Nella palestra lato vecchio esistono un deposito per gli attrezzi, uno spogliatoio ed una uscita diretta verso l'esterno con rampa per disabili. La distribuzione delle mansioni e dei compiti lavorativi comportanti l'uso di videoterminali evita il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni. Non esistono addetti che lavorano per più di 4 ore consecutive giornaliere al VDT (come definito dalla legge). Il datore di lavoro assicura informazione e formazione ai lavoratori in ordine alle modalità di svolgimento dell'attività comportante uso di videoterminali, ai rischi connessi e alle misure per evitarli. (art. da 177 D.Lgs. 81/08 e Allegato XXXIV).

PRESENZA DI DIVERSAMENTE ABILI Titolo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 236/09 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

INVESTIMENTO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

AERAZIONE, CLIMATIZZAZIONE E MICROCLIMA Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DPR 412/93 e s.m.i. DM 37/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Correnti d’aria moleste Temperature di lavoro inadeguate Inquinamento biologico da virus, batteri e muffe con conseguente patologia a carico dell’apparato respiratorio

Allo stato attuale non esiste un controllo di temperatura ed umidità estivo, per ridurre l’affaticamento vengono utilizzati dei ventilatori elettrici in estate nei locali dove sono presenti in modo continuativo i lavoratori.

RISCALDAMENTO

Gli ambienti sono provvisti di impianto di riscaldamento funzionante e opportunamente regolabile. Il controllo della corretta posa in opera degli impianti di riscaldamento è avvenuto da parte dell’ente proprietario. La temperatura degli ambienti adibiti ad usi scolastici, in condizioni

B F

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

invernali ed estive dà luogo soltanto saltuariamente a lamentele; le cause di disagio sono state finora prontamente rimosse con l'intervento dei tecnici preposti alla manutenzione degli impianti. La temperatura dei servizi igienici, palestre e infermeria è accettabile. Le correnti di aria fredda e calda che investono le persone sono opportunamente controllate. È garantita, ai fini di mantenere il livello di purezza dell'aria previsto dalla legge, l'introduzione di portate d'aria esterna, mediante ricambi d’aria favoriti dall’apertura saltuaria dei serramenti.

ILLUMINAZIONE Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Affaticamento visivo e possibili urti contro oggetti derivanti da un’inadeguata illuminazione

Si ritiene che tutti i locali abbiano un livello di illuminazione adeguato alla destinazione d'uso e nei luoghi di lavoro è realizzato uno stretto rapporto di integrazione dell'illuminazione naturale con quella artificiale; la luce naturale è sufficiente per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori. In tutti i luoghi di lavoro è garantita la protezione dai fenomeni di abbagliamento sia diretto che indiretto o zone d'ombra. I locali di passaggio, i corridoi e le scale hanno buoni livelli di illuminazione. E’ presente idonea illuminazione di emergenza lungo le vie di esodo e in prossimità delle uscite

B F

IGIENE DEGLI AMBIENTI DI LAVORO Allegato IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento di igiene

- servizi igienici - mense - refettori - spogliatoi/locali di

riposo

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Inquinamento biologico da virus, batteri e muffe Cadute in piano

Nei locali per i servizi igienici, il numero di WC per gli studenti è di 1 per ogni classe oltre alcuni WC supplementari per servire gli spazi lontani dalle aule. I locali che contengono i WC se sono ai piani fuori terra dell'edificio vecchio sono illuminati e aerati direttamente; nei piani seminterrati e (tutti) nell'edifico nuovo non sono illuminati ed aerati direttamente ma sono dotati di impianti di aerazione e ventilazione in sostituzione dell'aerazione diretta. I bagni sono separati per sesso, sono costituiti da box sollevati dal pavimento le cui pareti divisorie siano alte non meno di 2,10 m e non più di 2,30 m, con porte apribili verso l'esterno e sono munite di chiusura dall'interno tale però che si possa aprire dall'esterno in caso di emergenza. Almeno un locale igienico (opportunamente attrezzato) per ogni piano è agibile al disabile in carrozzina. (art. 63 D. Lgs. 81/08). Le pulizie vengono svolte internamente con l’impiego di prodotti di uso domestico custoditi all’interno di appositi armadi.

B F

SALUBRITA’ DELL’ACQUA Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 31/2001 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

LOCALI CON PROBLEMI PARTICOLARI Allegato IV D.Lgs. 81/08

0 0 0 Pericolo non presente ---

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

e s.m.i. DPR 177/2011

- seminterrati - celle

frigorifere/camere calde

- ambienti confinati o a sospetto rischio di inquinamento

PROTEZIONE EDIFICI, IMPIANTI, STRUTTURE E ATTREZZATURE Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 37/08 e s.m.i. DPR 462/01 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: danni derivanti da strutture non protette con impianti di terra e/o impianti di protezione contro scariche atmosferiche

L'impianto elettrico interno ai locali è conforme alla normativa, pur non essendo presente tutta la relativa documentazione di sicurezza (lo stesso è in fase di revisione ai fini dell’ottenimento del parere favorevole dei VV.F.); esso subisce manutenzione con frequenti, rilevanti ritardi rispetto alle richieste che l'istituto sottopone all'Ente proprietario nonché competente. Non esistono rischi di contatto diretto con parti nude in tensione, normalmente non accessibili, e nei locali sono previste prese e spine conformi alle Norme CEI; è presente anche la protezione differenziale contro i contatti indiretti e, vista la sensibilità dei suddetti interruttori, viene anche effettuata la protezione contro i contatti diretti. Per i casi di manutenzione straordinaria e/o ampliamenti/rifacimenti sostanziali dell’impianto elettrico è stata richiesta all' Ente proprietario la dichiarazione di conformità alle norme CEI da parte della ditta installatrice. E' stato chiesto all’ente proprietario certificazione delle verifiche periodiche obbligatorie.

I rischi considerati sono: a) contatti elettrici diretti; b) contatti elettrici indiretti; c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili. Per i contatti elettrici diretti é stati info/formato tutto il personale sul corretto uso dei dispositivi elettrici, prima dell'utilizzo delle apparecchiature elettriche i lavoratori devono verificare visiva- mente l'integrità del cavo di alimentazione e dell'involucro esterno del dispositivo. Per i contatti indiretti, ed in parte per quelli diretti, é stato analizzato l'impianto elettrico fisso, in particolare nell'anno 2009 é stato effettuato il rilievo di tutti i quadri elettrici presenti nell'edificio con la verifica dell'esistenza della protezione installata contro i contatti indiretti, con la produzione di fronte quadro ed elenco delle caratteristiche dei dispositivi di protezione installati. Nell'edificio é installato un impianto di messa a terra, come comunicato dalla Provincia di Torino che risulta coordinato con la protezione inserita nei quadri. La legge 186/68 stabilisce che un impianto elettrico è sicuro quando è fatto a regola d’arte, cioè è conforme alla normativa CEI, ed in particolare quelli classificati TT devono avere a monte la protezione differenziale con interruttore avente soglia di sensibilità inferiore o pari a 30 mA. Non risultano effettuati interventi

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P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

di modifica/integrazione da parte della Provincia negli ultimi anni. Risulta presente un interruttore differenziale con soglia di intervento congrua e coordinato con l'impianto di messa a terra. A tutti i lavoratori é stata fornita info/formazione sui principi di corretto uso delle apparecchiature elettriche e la formazione é stata reiterata negli anni in considerazione delle sostituzioni del personale. In particolare sono state fornite le seguenti indicazioni:

- Prima di usare apparecchiature elettriche controllare che non vi siano cavi elettrici, spine, prese di corrente, interruzioni senza protezione.

- Non sovraccaricare una linea elettrica, con collegamenti di fortuna

- Non toccare mai le apparecchiature elettriche con le mani bagnate o se il pavimento è bagnato.

- Disinserire le spine afferrandone l’involucro esterno, non il cavo

- Non compiere interventi di alcun genere sulle macchine elettriche e per motivo alcuno.

Il sistema elettrico della scuola é di tipo TT, con alimentazione distribuita 400/230 V frequenza 50 Hz, la normativa di sicurezza che individua le caratteristiche é la 64-8 parte IV. Il datore di lavoro ha eseguito la valutazione dei rischi tenendo in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze; b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; c) le condizioni di esercizio prevedibili. L'impianto elettrico parte dal quadro generale situato nella cabina elettrica posta nella zona posteriore alla palestra. L'interruttore magnetotermico provvede alla protezione contro i corto circuiti ed il sovraccarico delle linee, le varie partenze sono protette anche contro i contatti indiretti da interruttori differenziali ad alta sensibilità.

L'accessibilità al quadro é consentita solo a personale addestrato, l'accesso é chiuso con serratura. Nei vari ambienti sono presenti quadri elettrici di zona, dotati di sportello di chiusura con protezione contro i contatti indiretti. Le prese e gli interruttori installati nei locali garantiscono un idoneo indice di protezione. L'impianto, realizzato in periodi temporali diversi risponde ai requisiti previsti dalla norma CEI 64-8; con cadenza temporale vengono effettuate dal personale verifiche di funzionalità degli interruttori differenziali tramite l'uso del tasto di prova. I risultati delle verifiche sono annotati in un registro di sorveglianza.

Tutto il personale é stato informato sul rischio elettrico, sulle modalità d'uso degli impianti elettrici fissi e mobili.

ELETTROCUZIONE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: rischio potenziale in occasione dell’accensione, spegnimento e utilizzo, anche improprio, di apparecchiature/attrezzature elettriche ed elettroniche, malfunzionamento dei sistemi di protezione delle stesse

Nel caso vi sia un rischio di elettrocuzione verificare che: - Il personale sia a conoscenza del luogo in cui è

posizionato il quadro elettrico generale.

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FATTORI DI RISCHIO/ SORGENTI DI PERICOLO

P E R DESCRIZIONE DEL RISCHIO ASSOCIATO COD. G.O.

- Venga verificato spesso il buon funzionamento dell'interruttore differenziale (pulsante test).

- Non vengano lasciati accesi apparecchi che potrebbero provocare un incendio in assenza di personale.

- Le attrezzature siano idonee ai luoghi di utilizzo - Non vengano eseguite riparazioni di fortuna con nastro

isolante o adesivo a prese, spine e cavi. - Le prese non siano sovraccaricate; in tal caso possono

riscaldarsi e divenire causa di corto circuiti, con conseguenze anche gravissime. Evitare di utilizzare prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle e riavvolgerle.

- Non vengano utilizzate multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro volta provengono da altre "triple" collegate a.............. . In questo modo si determina un carico eccessivo sul primo collegamento a monte del "groviglio" con rischio di incendio. Se gli utilizzatori (p.c., fax, stampanti, calcolatrici ecc.) aumentano e le prese disponibili non bastano, richiedere prima della consegna dei nuovi utilizzatori anche l'adeguamento dell'impianto e del numero di prese necessarie.

- Non vengano utilizzate mai spine italiane collegate (a forza) con prese tedesche (schuko) o viceversa, perché in questo caso si ottiene la continuità del collegamento elettrico ma non quella del conduttore di terra. Nei cantieri il grado di protezione contro polveri e liquidi minimo richiesto è IP 44.

- Deve essere vietato l’accesso dei lavoratori alle cabine elettriche di trasformazione e nelle sale server.

LAVORI SOTTO TENSIONE ED IN PROSSIMITA’ DI PARTI ATTIVE DI IMPIANTI ELETTRICI Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

INCENDIO, PRIMO SOCCORSO ED EVACUAZIONE Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 10/03/98 e s.m.i. DM 388/03 e s.m.i. DPR 151/2011 e s.m.i.

2 3 6 Possibili eventi dannosi: danni derivanti da strutture non protette e adeguate ai fini della prevenzione incendi e al primo soccorso

Esiste un Piano di emergenza, il cui contenuto si ritiene adeguato alle necessità della Scuola, noto ai lavoratori. Periodicamente viene simulato (almeno due volte nel corso dell’anno scolastico) (art. 15, 43 e 44 D. Lgs. 81/08 - D.M. 26.8.92) uno stato di emergenza negli edifici ed effettuata la relativa prova di evacuazione. La popolazione scolastica è stata informata e formata sulle modalità di autoprotezione, di evacuazione, di comportamenti da tenere in caso di emergenza. Esistono accessi agevoli all'area per l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco. (art. 46 D. Lgs. 81/08). Le strutture, gli impianti, i mezzi di protezione e di estinzione, le vie di uscita e di emergenza, in generale, appaiono essere conformi a quanto indicato negli artt. 43 e 46 del D.Lgs. 81/08 e nel DM 26.8.92 (Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica - G.U. n. 218

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del 16.9.92). E’ stato predisposto il programma per le verifiche periodiche obbligatorie per legge. Viene compilato un registro di sorveglianza relativo alla funzionalità dei dispositivi antincendio. Nella sottostante tabella vengono riportati, in funzione del numero complessivo di presenze all’interno dei due edifici scolastici, gli adempimenti minimi obbligatori previsti dalla Normativa e messi in atto Sono presenti le seguenti cassette di primo soccorso: edificio nuovo n. 1 atrio 1° piano (parete lato palestra vicino al quadro elettrico di sezionamento n. 1 corridoio seminterrato lato via Cagni vicino alla porta n. 153 n. 1 corridoio seminterrato lato ferrovia vicino alla porta n. 132 n. 1 laboratorio robotica locale n. 132 sulla parete lato ferrovia n. 1 laboratorio tecnologico locale n. 136 n. 1 laboratorio chimica biennio locale n. 131 edificio vecchio n. 1 piano seminterrato locale n. 26 n. 1 piano terra armadietto locale n. 66 (infermeria) Sono presenti diversi estintori e idranti dislocati sui vari piani degli edifici scolastici (si veda piano di emergenza), sottoposti a regolari controlli e manutenzioni. E’ in fase di completamento la predisposizione della documentazione necessaria da presentare ai VV.F. per l’ottenimento del parere favorevole. RISCHIO FUMO Ai sensi dell’art. 51 della Legge 16.01.03, n.3, è stato formalizzato e pubblicizzato il divieto di fumare in tutti i locali chiusi dell'istituto (DPCM 23.12.03). Non è stato previsto alcun locale fumatori. Il Dirigente scolastico ha nominato e formato il personale interno preposto alla vigilanza e accertamento della violazione del divieto (documentazione agli atti; i nominativi sono stati riportati nella segnaletica prevista dal Decreto suddetto, affissa nei locali). Dall'entrata in vigore del divieto sono state comminate soltanto quattro sanzioni.

ATTREZZI MANUALI Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Tagli Schiacciamenti Urti da/contro oggetti, utensili attrezzature

E’ ineliminabile il rischio durante l’utilizzo di varie attrezzature ginniche quali manubri, bilanceri, ecc....

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MACCHINE Titolo III Capo I e III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 17/2010 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

APPARECCHI E IMPIANTI A PRESSIONE Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 329/04 e s.m.i. D.Lgs. 17/2010 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

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D.Lgs. 93/2000 e s.m.i.

APPARECCHI E IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. 17/2010 e s.m.i. DM 37/2008 e s.m.i. DPR 162/99 e s.m.i. DM 11/04/2011 e s.m.i.

- Carrelli elevatori - Transpallet - Ponti mobili - Carrelli semoventi a

bracci telescopici - Piattaforme di lavoro - Apparecchi di

sollevamento materiali e gru

- Montacarichi e ascensori

- Scale aeree

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Urti contro oggetti mobili Investimento Caduta di materiale dall’alto

Sono presenti due ascensori: - edificio vecchio 460 kg 6 persone - edificio nuovo 930 kg 12 persone

- sottoposti a regolari controlli e manutenzioni

Al datore di lavoro è demandato l’obbligo del controllo iniziale, dopo l’installazione e prima della messa in esercizio, dopo ogni montaggio e periodici, che devono essere effettuati da persona competente (art. 71 comma 8).

Viene stabilita l’istituzione di appositi registri di controllo (iniziale, periodico, straordinario, ecc.) delle attrezzature su cui scrivere i risultati dei controlli effettuati (art. 71 commi 4, 8, 9) che devono essere aggiornati e tenuti a disposizione dell’organo di vigilanza almeno in relazione agli ultimi tre anni (art. 71 comma 9).

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ATTREZZATURE E IMPIANTI PARTICOLARI Titolo III Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. DM 11/04/2011 e s.m.i.

- idroestrattori a forza

centrifuga - gruppi di vapore - trattori agricoli o

forestali - escavatori - pompe per

calcestruzzo

0 0 0 Pericolo non presente ---

LAVORI IN QUOTA Art. 15 e Titolo IV Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - ponteggi - scale portatili - trabattelli - cavalletti - piattaforme elevabili

0 0 0 Pericolo non presente ---

MEZZI DI TRASPORTO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

AGENTI CHIMICI E SENSIBILIZZANTI Titolo IX Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento REACH Regolamento CLP

0 0 0 Pericolo non presente ---

AGENTI CANCEROGENI-MUTAGENI (R45,

0 0 0 Pericolo non presente ---

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R46, R49) Titolo IX Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Regolamento REACH Regolamento CLP

AMIANTO, POLVERI E FIBRE Titolo IX Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Allegato IV.2 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - Amianto - Silice - Altre polveri

0 0 0 Pericolo non presente ---

AGENTI BIOLOGICI Titolo X D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

PRESENZA DI ALLERGENI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida INAIL “Allergia... al lavoro? I principali allergeni presenti nei luoghi di lavoro”

0 0 0 Pericolo non presente ---

RADIAZIONI IONIZZANTI D.Lgs. 230/95 e s.m.i. Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- raggi X - raggi alfa - raggi beta - raggi gamma

0 0 0 Pericolo non presente ---

RADIAZIONI 2 2 4 Possibili eventi dannosi: B

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OTTICHE Titolo VIII Capo V D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- artificiali (radiazioni

UV, VIS, IR e laser) - naturali

Insorgenza di patologie tumorali Effetti nocivi sugli occhi e la cute (eritemi, ustioni)

Ai sensi della normativa vigente e delle indicazioni operative riportate nel documento prodotto dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, i lavoratori sono esposti a sorgenti di radiazioni ottiche artificiali (lampade al soffitto) che nelle corrette condizioni di utilizzo non determinano il superamento dei valori limite di esposizione; pertanto non è necessaria una valutazione più approfondita.

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CAMPI ELETTROMAGNETICI Titolo VIII Capo IV D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - campi statici - campi

elettromagnetici a frequenze estremamente basse (ELF)

- radiofrequenze (RF) - microonde (MO)

2 2 4 Possibili eventi dannosi (a breve termine): Aritmie, fibrillazione, asistolia Contrazione neuromuscolare Riscaldamento di organi e tessuti (stress termico generale, ustioni).

Ai sensi della normativa vigente e delle indicazioni operative riportate nel documento prodotto dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, i lavoratori sono esposti a sorgenti di campi elettromagnetici (apparati luminosi, cellulari e cordless, reti di distribuzione dell’energia elettrica a 50 Hz) che nelle corrette condizioni di utilizzo non determinano il superamento dei valori limite di esposizione; pertanto non è necessaria una valutazione più approfondita.

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ATMOSFERE ESPLOSIVE Titolo XI D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

RUMORE Titolo VIII Capo II D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

VIBRAZIONI Titolo VIII Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

ALTRI RISCHI FISICI Titolo VIII Capo I D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- infrasuoni - ultrasuoni - atmosfere

iperbariche

0 0 0 Pericolo non presente ---

VIDEOTERMINALI Titolo VII D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Titolo VI D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

- Movimentazione con

0 0 0 Pericolo non presente ---

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sollevamento di carichi (NIOSH)

- Movimentazione con movimenti di spinta e traino (SNOOK E CIRIELLO)

- Movimentazione assistita di pazienti ospedalizzati (MAPO)

SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida Regione Lombardia

0 0 0 Pericolo non presente ---

ERGONOMIA E POSTURA Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. - postura eretta

continuative - posture incongrue - postura assisa fissa

0 0 0 Pericolo non presente ---

STRESS-LAVORO CORRELATO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Linee guida Commissione Consultiva Permanente

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali Patologie osteoarticolari e affezioni muscolari, patologie cardiovascolari, disturbi di natura psichica e psicologica Disturbi dell’adattamento, ansia, Burnout

La valutazione del rischio stress lavoro-correlato è stata avviata nell’anno 2008, mediante la somministrazione di un questionario specifico e l’intervento di una psicologa che non ha individuato situazioni di rischio derivanti dall’attività lavorativa. È stata proseguita negli anni 2009 e 2010 con la somministrazione di analogo test per la rilevazione della presenza di casi a rischio e, nel 2010, è stata integrata con la predisposizione di materiali di informazione/formazione fruibili dai lavoratori sul sito web dell'istituto, corredati da un questionario di (auto)valutazione e da un'apposita procedura atta alla verifica dell'efficacia dell'azione formativa. L’ultima valutazione è stata effettuata nell’anno 2011 con l’utilizzo di un questionario, somministrato da una psicologa, nel quale erano inserite domande su l’attività lavorativa, sulla sensazioni di benessere o malessere individuale, sul grado di soddisfacimento nello svolgimento del proprio lavoro. Dalla lettura ed analisi dei dati non sono emerse situazioni a livello di rischio; l’indagine verrà prevedibilmente ripetuta all’inizio del prossimo anno scolastico; le condizioni di lavoro del personale sono buone, i rapporti interpersonali corretti e cordiali. Non esistono situazioni di disagio derivanti da difficoltà sia di svolgimento del proprio lavoro che nelle relazioni interpersonali. I risultati della prossima valutazione, prevista prima dell'inizio del prossimo anno scolastico, basata su un questionario anonimo relativo al disagio

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lavorativo, saranno inseriti nel documento. Allo stato attuale non emergono elementi che possano fare ipotizzare disagio da parte di qualche lavoratore e pertanto si decide di definire che la procedura per il questionario e l'intervento dello psicologo sarà oggetto di valutazione nella riunione periodica che si terrà nel prossimo anno scolastico.

LAVORO SOLITARIO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

RISCHI PER LAVORATRICI IN STATO DI GRAVIDANZA, PUERPERE O IN PERIODO DI ALLATTAMENTO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 151/2001 e s.m.i.

2 2 4 Possibili eventi dannosi: Interruzione della gravidanza Danni al feto

Si considerano per l’eventuale cambio mansione, anticipo o prolungamento dell’astensione obbligatoria, sia i rischi presenti nel documento di valutazione che quelli previsti dalla Normativa specifica per la tutela delle lavoratrici madri (Artt. 7, 11 e 12 D.L.gs. 151/01).

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RISCHI CONNESSI ALLE DIFFERENZE DI GENERE, ETA’, PROVENIENZA DA ALTRI PAESI Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Danni derivanti da incomprensioni linguistiche o differenze comportamentali derivanti da una diversa cultura ed educazione

Possono essere presenti lavoratori stranieri di cui viene preventivamente accertata la buona comprensione linguistica.

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LAVORATORI MINORENNI Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 345/99 e s.m.i.

0 0 0 Pericolo non presente ---

LAVORO NOTTURNO Art. 15 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. D.Lgs. 67/2011

0 0 0 Pericolo non presente ---

RISCHI CONNESSI ALLA SPECIFICA TIPOLOGIA CONTRATTUALE ATTRAVERSO CUI VIENE RESA LA PRESTAZIONE DI LAVORO Titolo I Capo III D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1 2 2 Possibili eventi dannosi: Danni derivanti dalla gestione di un’emergenza Effetti derivanti da stress

Presena di lavoratori impiegati in contratti atipici che sono più vulnerabili rispetto ai lavoratori con contratti a tempo indeterminato.

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RISCHI DI INCOLUMITA’ PER TERZI Art. 41 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Conferenza Stato-Regioni del 16/03/2006 Conferenza Unificata del 30/10/2007

- Alcol

0 0 0 Pericolo non presente ---

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- Droga RISCHIO SISMICO 2 2 4 Possibili eventi dannosi:

Rischi derivanti da crolli e cedimenti strutturali

L’istituto di istruzione Superiore “Porro” si trova in comune di Pinerolo (TO), in una zona pressoché centrale della cittadina. Il comune di Pinerolo è individuato dai dati seguenti: Coordinate Lat. 45° 02' N - Long. 7° 21 ′ E Altitudine 506 m s.l.m. L’IIS Porro è costituito da un complesso di edifici così meglio descritti: - Corpo A) edificio in c.a realizzato nella seconda metà del 1900 dedicato ad aule, palestra ed uffici amministrativi. - Corpo B) struttura in c.a. realizzata parzialmente in opera e parzialmente prefabbricata edificata nel periodo 1970 – 1980 dedicata ad aule, palestra e laboratori. Gli interventi di miglioramento sismico sono stati realizzati nei primi anni 2000. La zona sismica per il territorio di Pinerolo , indicata nell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, é aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale del Piemonte n. 11-13058 del 19.01.2010, entrata in vigore con la D.G.R. n. 4-3084 del 12.12.2011 Le caratteristiche sismiche della scuola sono: • Zona sismica 3S • Classe d’uso IV • Vita nominale VN 100 anni • Coefficiente d’uso Cu 2.0 • Periodo di riferimento per l’azione sismica,VR = 200 anni Per la prevenzione si sono fissati tutti gli scaffali alle pareti, lungo i percorsi d'esodo sono stati eliminati gli oggetti che potrebbero, con la caduta, ridurre gli spazi. Per la gestione é stata effettuata una info/formazione di tutti i lavoratori relativa ai terremoti e la gestione dell'emergenza conseguente. Attualmente tutti i lavoratori sono info/formati sul rischio e conoscono le procedure da attuare, fornite durante gli incontri di formazione specifici sui terremoti tenuti negli anni 2012 e 2013. In particolare: • é stata effettuata la formazione di tutto il personale fornendo informazioni sul rischio sismico e sulle soluzioni attuabili • é stato fornito il materiale illustrativo relativo alle indicazioni di massima • é stato illustrato ad ogni lavoratore quale comportamento tenere in funzione del luogo di lavoro: I due edifici sono stati realizzati in periodi diversi e negli anni scorsi é stato realizzato l'adeguamento antisismico dell'edificio più vecchio che allo stato attuale é pienamente rispondente ai criteri antisismici, tutta la scuola é conforme alle prescrizioni sismiche vigenti. In caso di sisma i attuano i seguenti comportamenti: - Sempre si protegge il capo con l'uso di libri od altri oggetti in grado di ridurre l'effetto della caduta di oggetti - Si usano la sciarpa od il fazzoletto per ridurre l'effetto della polvere Si spalanca la porta e la si blocca in posizione di apertura - Durante il deflusso verso il luogo sicuro esterno

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individuato nel cortile della scuola si presta attenzione anche al rischio elettrico. Gli insegnanti hanno trasmesso agli studenti le informazioni ottenute.

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16. IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZA

PREMESSA Ai sensi dell’art. 26 comma 1 del D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro, in caso di affidamento di lavori, servizi e forniture a impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all’interno della propria azienda, o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda medesima (sempre che abbia la disponibilità giuridica dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo) deve provvedere a:

a. verificare, con le modalità previste dal decreto di cui all’articolo 6, comma 8, lettera g), l’idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori, ai servizi e forniture da affidare in appalto o mediante contratto d’opera o di somministrazione. Fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui al periodo che precede, la verifica è eseguita attraverso le seguenti modalità:

1. acquisizione del certificato di iscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato;

2. acquisizione dell’autocertificazione dell’impresa appaltatrice o dei lavoratori autonomi del possesso dei requisiti di idoneità tecnico professionale, ai sensi dell’art. 47 del DPR 445/2000;

b. fornisce agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività.

Ai sensi del comma 2 dello stesso articolo, tutti i datori di lavoro, ivi compresi i subappaltatori, devono:

a. cooperare all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto;

b. coordinare gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte nell’esecuzione dell’opera complessiva.

Il datore di lavoro committente deve, inoltre, promuove la cooperazione ed il coordinamento di cui sopra, elaborando un unico documento di valutazione dei rischi (DUVRI) che indichi le misure adottate per eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze. Tale documento deve essere allegato al contratto di appalto o di opera e va adeguato in funzione dell’evoluzione dei lavori, servizi e forniture (comma 3). Ferme restando le disposizioni di cui ai commi 1 e 2, l’obbligo di cui al comma 3 non si applica:

� ai servizi di natura intellettuale � alle mere forniture di materiali o attrezzature � ai lavori o servizi la cui durata non sia superiore ai 5 uomini-giorno/anno, sempre che essi

non comportino rischi derivanti dalla presenza di agenti cancerogeni, mutageni o biologici, atmosfere esplosive o dalla presenza dei rischi particolari di cui all’allegato XI del D.Lgs. 81/08, rischio di incendio di livello elevato (DM 10/03/98), svolgimento di attività in ambienti confinati (D.P.R. 177/2011) o presenza di amianto.

Allegato XI

� Lavori che espongono i lavoratori a rischi di seppellimento o di sprofondamento a profondità superiore a m 1,5 o di caduta dall'alto da altezza superiore a m 2, se particolarmente aggravati dalla natura dell'attività o dei procedimenti attuati oppure dalle condizioni ambientali del posto di lavoro o dell'opera.

� Lavori che espongono i lavoratori a sostanze chimiche o biologiche che presentano rischi particolari per la sicurezza e la salute dei lavoratori oppure comportano un'esigenza legale di sorveglianza sanitaria.

� Lavori con radiazioni ionizzanti che esigono la designazione di zone controllate o

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16. IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZA

sorvegliate, quali definite dalla vigente normativa in materia di protezione dei lavoratori dalle radiazioni ionizzanti.

� Lavori in prossimità di linee elettriche aree a conduttori nudi in tensione. � Lavori che espongono ad un rischio di annegamento. � Lavori in pozzi, sterri sotterranei e gallerie. � Lavori subacquei con respiratori. � Lavori in cassoni ad aria compressa. � Lavori comportanti l'impiego di esplosivi. � Lavori di montaggio o smontaggio di elementi prefabbricati pesanti.

Nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto o subappalto, il personale occupato dall’impresa appaltatrice o subappaltatrice deve essere munito di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro (comma 8). IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZA Nell’ambito dell’Azienda sono presenti i seguenti lavori, servizi e forniture affidati alle seguenti imprese appaltatrici e/o lavoratori autonomi:

Attività svolta Azienda Reparto Durata lavori e

orario di intervento

Presenza di rischi

particolari e di cui

all’Allegato XI

Manutenzione estintori Manutenzione caldaia Pulizie ambienti di lavoro Sulla base di quanto previsto dall’art. 26 del D.Lgs. 81/08, il Datore di Lavoro è pertanto tenuto a:

� Provvedere alla verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese e/o lavoratori autonomi;

� Fornire agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività;

� Cooperare all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto;

� Coordinare gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono esposti i lavoratori. Inoltre, è tenuto alla redazione del DUVRI per le seguenti attività:

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17. ANALISI DPI

Il ricorso ai DPI è stato subordinato alla verifica del fatto che il rischio non poteva essere in alcun modo evitato o ridotto tramite l'adozione di altri sistemi di protezione. Vale a dire che l'impiego dei DPI è stato limitato al contenimento del rischio dopo che sono state adottati tutte le possibili misure tecniche di prevenzione, tutti i possibili mezzi di protezione collettiva, tutte le procedure e/o i metodi organizzativi atti ad evitare o ridurre il rischio riscontrato. Per la valutazione dell'idoneità dei DPI alle condizioni di rischio, alle mansioni svolte ed alle caratteristiche individuali del lavoratore sono stati verificati i seguenti elementi:

� Prestazioni del DPI fornite dal fabbricante, in relazione al tipo e all'entità del rischio � Caratteristiche del posto e dell'ambiente di lavoro in cui il DPI è impiegato � Necessità operative ed ergonomiche del lavoratore a cui il DPI è assegnato � Adattabilità del DPI da indossare alle caratteristiche morfologiche del lavoratore e

sopportabilità da parte di quest'ultimo La gestione dei DPI risulta quanto mai articolata, per via della varietà dei prodotti, della quantità dei soggetti individualmente interessati e della necessità di introdurre nuovi DPI e di verificarne l'effettiva efficacia e congruità in relazione ai rischi. Per assicurare una gestione trasparente e affidabile dei DPI sono stati approntati i seguenti mezzi organizzativi:

� Moduli di assegnazione individuale dei DPI ai lavoratori che ne devono far uso. � Procedure interne per il corretto impiego dei DPI.

Di seguito si riporta un’analisi dei DPI da usare:

DPI DA USARE GRUPPO OMOGENEO/MANSIONE

LAVORAZIONI, ATTIVITÀ SVOLTE

Camice Allievi Insegnanti Assistenti tecnici Collaboratori scolastici

Accesso in laboratorio Operazioni di pulizia

Grembiule in crosta Allievi Insegnanti Assistenti tecnici

Operazioni di saldatura

Occhiali di protezione con protezione laterale sovrapponibili agli occhiali correttivi

Allievi Insegnanti Assistenti tecnici

Proiezione trucioli, particelle (ex. molatura) Proiezioni schizzi (ex. uso prodotti chimici)

Mascherina con filtro FFP2 Allievi Insegnanti Assistenti tecnici

Operazioni di saldatura Esposizione a nebbie di oli lubrorefrigeranti o a polveri di molatura

Guanti in tecnofibra anticalore Allievi Insegnanti Assistenti tecnici

Operazioni di saldatura

Guanti protettivi per agenti chimici(in pcv, nitrile o vinile)

Allievi Insegnanti Assistenti tecnici Collaboratori scolastici

Protezione dal contatto con oli Operazioni di pulizia

Guanti antitaglio Allievi Insegnanti Assistenti tecnici

Rimozione trucioli con il rampino

Schermo per saldatura (occhiali o maschera)

Allievi Insegnanti Assistenti tecnici

Operazioni di saldatura

Sovrascarpe antinfortunistiche con punta in acciaio

Allievi Insegnanti Assistenti tecnici

Accesso in laboratorio Trasporto di materiale ferroso Manipolazione pesi

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17. ANALISI DPI

Scarpe di sicurezza con suola antiscivolo

Collaborarori scolastici Operazioni di pulizia

Otoprotettori (cuffie antirumore o tapi auricolari)

Allievi Insegnanti Assistenti tecnici

Utilizzo macchine utensili rumorose

Elmetto di protezione Collaboratori scolastici Piccole manutenzioni dove è necessario proteggere il capo

Si ricorda il divieto di indossare guanti negli interventi presso organi in moto con rischio di impigliamento degli arti. Per motivi di sicurezza, inoltre, non si possono indossare anelli, orologi, bracciali, collane, cravatte e sciarpe o altri monili che potrebbero essere causa di infortuni, andandosi ad impigliare. Si ricorda di verificare sempre la scadenza di ciascun DPI, e di mantenere agli atti i libretti d’uso e manutenzione in tutte le lingue disponibili. Alcuni DPI inoltre hanno una durata mentre alcuni una scadenza. La durata è legata all’usura e dipende dalla frequenza d’uso (vedi scarpe, occhiali, guanti, ecc.), mentre la scadenza è legata alle caratteristiche dei DPI ed alla tipologia del rischio (vedi caschi, ecc). I DPI per i rischi chimici, fisici e biologici hanno una scadenza che è appunto legata alla loro efficienza e di conseguenza alla loro efficacia nell’evitare possibili contatti tra gli agenti nocivi e le diverse vie di penetrazione dell’organismo umano (vedi maschere, tappi, ecc..). La scadenza, comunque, è indicata dal costruttore sul materiale informativo che questi deve predisporre al momento della commercializzazione del dispositivo in quanto lui conosce perfettamente le caratteristiche tecniche del DPI in oggetto; il datore di lavoro ha l’obbligo di rispettare rigorosamente la scadenza indicata dal costruttore. Obbligo di vaccinazione antitetanica La Legge 5 marzo 1963 n° 292 definisce l’obbligo della vaccinazione antitetanica per particolari categorie di lavoratori di seguito riportate:

− lavoratori agricoli, pastori, allevatori di bestiame, stallieri, fantini, conciatori, sorveglianti e addetti ai lavori di sistemazione e preparazione delle piste negli ippodromi;

− spazzini, straccivendoli, operai addetti alla manipolazione delle immondizie; − cantonieri, stradini, sterratori, minatori, fornaciai; − operai e manovali addetti alla edilizia; − operai e manovali delle ferrovie, asfaltisti; − operai addetti alla fabbricazione della carta e dei cartoni; − lavoratori del legno; − metallurgici e metalmeccanici.

Non vi è presenza di mansioni per la quali è richiesta la vaccinazione antitetanica.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

Le misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza vengono definite a seguito della valutazione dei rischi considerando in particolare le normative vigenti e tenendo conto dell’andamento degli infortuni, dei rapporti con gli Enti di Controllo, le opportunità per il miglioramento, le attività di miglioramento da intraprendere e la stima delle relative associate necessità economiche e di personale, le tecnologie applicabili ed economicamente attuabili, l’analisi di quanto di meglio esiste sul mercato, le disponibilità di risorse, altro pertinente. Le misure sono tradotte in piani operativi, costituiti dalla serie delle singole attività da intraprendere con gli eventuali relativi traguardi intermedi individuati. Esse sono proposte dal Datore di lavoro in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione, il Medico Competente, eventuali consulenti esterni previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e vengono stabilite, periodicamente riesaminate e, quando necessario, revisionate. Le misure sono temporalmente definite e sono specificati per i pertinenti livelli e funzioni dell’organizzazione, a cui vengono chiaramente comunicati a cura del Datore di lavoro. Al fine di valutarne il grado di raggiungimento, esse presentano una forma misurabile, direttamente o tramite pertinenti indicatori stabiliti in sede di definizione delle misure stesse. A ogni misura prevista sono associati:

� la misura individuata; � la funzione responsabile del raggiungimento; � la scadenza prevista per il raggiungimento;

MISSION L’Azienda, nell’ottica del miglioramento continuo, si impegna a promuove ogni azione diretta a far sì che le sue attività non presentino rischi significativi per la salute e la sicurezza sul lavoro delle risorse umane. Pertanto l’Azienda dichiara di:

� Potenziare l’attività di formazione e informazione di tutti gli operatori, rendendoli consapevoli dei loro obblighi individuali, dell’importanza di ogni loro azione per il raggiungimento dei risultati attesi e della loro responsabilità in materia di sicurezza;

� Favorire ed impegnarsi a mettere in atto metodologie, interventi e adeguamenti atti alla riduzione degli infortuni, delle patologie professionali;

� Identificare i pericoli delle attività e valutare preventivamente i rischi per il personale per le attività in essere e per ogni nuova attività e/o processo, per poter adottare soluzioni in grado di prevenire infortuni, patologie professionali e comunque minimizzare, per quanto tecnicamente possibile, l’accadimento e l’estensione di tali eventi.

Nel paragrafo successivo si riportano le misure definite a seguito della valutazione dei rischi.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: STRUTTURA DEI LOCALI DI LAVORO

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifiche periodiche di adeguatezza di strutture ed arredi secondo l'evoluzione dell'attività aziendale,

manutenzioni periodiche da pianificare nel tempo. • Vie di circolazione e passaggi devono essere sgombri, e devono essere adeguati al numero di lavoratori

ed all’attività. Gli arredi devono essere disposti in modo funzionale, e dove esistano ostacoli questi devono essere segnalati.

• E’ compito del datore di lavoro garantire il buono stato e l’adeguatezza dei luoghi di lavoro, per questo sono necessari controlli periodici.

• Mantenimento in buono stato delle strutture esistenti. • Controllo periodico su stabilità strutture, pavimentazioni, vie di passaggio e di fuga, porte e portoni,

finestre e serramenti, controsoffittature. • Porre i cartelli di segnalazione su tutti i rischi o pericoli presenti, eventualmente anche con nastri

bianco/rossi di delimitazione area o adesivi giallo/neri di avvertimento. • Manutenzione periodica delle strutture metalliche (scaffalature, soppalchi, scale di sicurezza, tettoie ecc..)

tramite personale tecnico competente ai sensi delle norme UNI 15629 e 15635. • Segnalazione scritta di tutte le problematiche o situazioni di rischio o pericolo al datore di lavoro. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Agibilità locali, nulla osta esercizio attività, CPI (in fase di ottenimento), certificazioni, relazioni, calcoli statici di soppalchi, scaffalature.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: LAVORATORI DIVERSAMENTE ABILI

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Informare costantemente i lavoratori sui rischi aziendali a cui vanno incontro, tenendo sempre conto della

loro limitata capacità di movimento e della loro limitata percezione del pericolo, in caso di emergenza e necessità di evacuazione degli ambienti di lavoro.

• Pianificare un’eventuale formazione specifica per l’addetto disabile e per il caposquadra “tutore”, se presente, per gestire necessità, problematiche, eventuali emergenze.

• Organizzare un eventuale sistema di monitoraggio, affiancamento ed addestramento specifico, analisi periodica delle segnalazioni e delle problematiche operative.

• Organizzare eventuali riunioni per casi specifici, con eventuali decisioni operative per la riduzione dei rischi aggiuntivi e per la corretta gestione emergenze.

• Disporre eventuali disposizioni aziendali. MISURE SPECIFICHE PER DISABILI: applicabilità:

Con riferimento ai soggetti dipendenti: • alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap

intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile

• alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cento, accertata dall’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (INAIL)

• alle persone non vedenti o sordomute • alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per sevizio con minorazioni ascritte dalla

prima all’ottava categoria.

Con riferimento ai Datori di Lavoro, pubblici e privati: • sono tenuti a garantire la conservazione del posto di lavoro a quei soggetti che, non essendo disabili al

momento dell’assunzione, abbiano acquisito per infortunio sul lavoro o malattia professionale eventuali disabilità.

• sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui sopra nella seguente misura:

• sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti • due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti • un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: INVESTIMENTO

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verificare che sia sempre presente la cartellonistica orizzontale e verticale e che siano rispettati i segnali

del codice della strada (anche nelle aree interne/esterne degli stabilimenti) e la segnaletica orizzontale e verticale, le segnalazioni acustiche e verbali, gestuali, rispetto delle norme di circolazione.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: AERAZIONE, CLIMATIZZAZIONE E MICROCLIMA

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Per le lavorazioni all’aperto: corretta scelta di vestiari invernali ed estivi in base alle esigenze di lavoro. • Per le lavorazioni al chiuso: corretto posizionamento delle postazioni lavoro in base a correnti d’aria,

impianti di riscaldamento, climatizzatori, finestre, condizioni sfavorevoli o disagiate di temperatura o umidità.

• Scelta dei dispositivi di protezione svolta anche in base al clima in cui si svolgono i lavori. • Verifica periodica con gli addetti ed il RLS dell’idoneità delle scelte, sia per le lavorazioni all’aperto che per

le postazioni in ambienti chiusi. • Collaborazione e cooperazione tra i presenti per far collimare le differenti esigenze di caldo/freddo/correnti

d’aria, eliminare o ridurre alla fonte le situazioni di discussione. • Manutenzioni periodiche degli impianti. • Controllo periodico dei filtri, quando sono utilizzati impianti di condizionamento, per evitare la formazione

di microbatteri e polveri nelle pareti e nei filtri del sistema di condizionamento. Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.

• Controllo periodico della strumentazione di sicurezza, di controllo e di regolazione. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Libretti di impianto e/o centrale. Interventi attestanti la corretta manutenzione dell’impianto di condizionamento.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: ILLUMINAZIONE

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dell'efficienza dell'impianto di illuminazione ordinaria. • Verifica semestrale dell'efficienza e idoneità dell'impianto di illuminazione d'emergenza. • Verifiche di eventuali problemi di carenza di luce o eccesso di luce delle postazioni. • Predisporre adeguate barriere contro il sole per evitare abbagliamenti e fastidiosi riflessi nei locali di

lavoro. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Conformità impianti. Compilazione manuale delle manutenzioni periodiche all’impianto.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: IGIENE DEGLI AMBIENTI DI LAVORO

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica della corretta attuazione delle operazioni di pulizia da parte degli addetti.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: • Schede di sicurezza prodotti di pulizia impiegati

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: PROTEZIONE EDIFICI, IMPIANTI, STRUTTURE E ATTREZZATURE

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Verificare che venga posizionato il divieto di usare acqua su impianti e quadri elettrici in tensione in caso d’incendio, in prossimità dei due quadri elettrici presenti.

Datore di lavoro Immediato

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica periodica dell’impianto di messa a terra (biennale). • Verifica periodica impianto di protezione dalle scariche atmosferiche (se presente). DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Conformità impianti elettrici. Conformità impianto di messa a terra. Denuncia impianto di messa a terra/scariche atmosferiche.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: ELETTROCUZIONE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica periodica mensile dell'integrità dei cavi, spine, ciabatte. • Corretto utilizzo di attrezzature elettriche, cavi, spine, ciabatte. • Test periodico mensile dell’Interruttore Differenziale (salvavita). • Presenza di cartellonistica di segnalazione tensione elettrica e divieto utilizzo di acqua in caso di incendio. • Non utilizzare prese multiple, ciabatte ed evitare la presenza di fasci di cavi di intralcio sulle

pavimentazioni. • Nel togliere la spina dalla presa non tirare mai il cavo e ricordare di spegnere prima l’apparecchio

utilizzatore. • Non utilizzare mai l'acqua per spegnere un incendio di natura elettrica. Sezionare l'impianto e utilizzare

estintori a polvere o CO2. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Conformità impianti elettrici. Conformità impianto di messa a terra. Denuncia impianto di messa a terra/scariche atmosferiche.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: INCENDIO, PRIMO SOCCORSO ED EVACUAZIONE

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Verificare che venga posizionato il divieto di fumo indicante la norma di riferimento

Datore di lavoro Immediato

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica semestrale dei mezzi di estinzione. • Verifica costante agibilità uscite di sicurezza, vie di fuga, mezzi di estinzione, divieto di fumo in ambienti

chiusi. • Verifica periodica dell’idoneità e visibilità della cartellonistica di sicurezza. • Separazione di prodotti infiammabili. • Aggiornamento planimetria in caso di variazioni. • Nomina e formazione periodica degli addetti antincendio e primo soccorso. • Formazione ed informazione sui prodotti infiammabili presenti o in uso. • Verifica periodica della cassetta di primo soccorso/pacchetto di medicazione. • Prove di evacuazione (semestrali). DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Registro manutenzioni antincendio. CPI se l’attività è soggetta al controllo dei VVFF (in fase di ottenimento). Attestati di formazione degli addetti / aggiornamenti periodici. Eventuale piano di evacuazione e gestione emergenze (ove richiesto). Planimetrie con segnalati i numeri utili in caso di emergenza e posizionamento mezzi di estinzione, vie di fuga, uscite di sicurezza. Certificazioni materiali utilizzati. Schede di sicurezza prodotti infiammabili.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: ATTREZZI MANUALI

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dell'integrità degli attrezzi. • Verifica del costante utilizzo dei DPI. • Mantenere gli attrezzi nelle custodie, in posizioni non a rischio infortunio. • Segnalazioni immediate in caso di problematiche di funzionamento o situazioni anomale che possano

generare infortuni o rischi supplementari. • Massima attenzione durante l’utilizzo di strumenti taglienti e pungenti. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Libretti d’uso e manutenzione. Manutenzioni periodiche / straordinarie.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: MACCHINE

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Manutenzione periodica delle macchine. • Verifica costante dell’idoneità delle misure di sicurezza dei macchinari. • Verifica costante del corretto uso dei macchinari. • Verifica dell’uso costante dei DPI. • Verifica dei requisiti di ergonomia delle postazioni. • Affiancamento e formazione per i nuovi addetti. • Segnalazioni immediate in caso di problematiche di funzionamento o situazioni anomale che possano

generare infortuni o rischi supplementari. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Libretti d’uso e manutenzione. Registro delle manutenzioni periodiche. Certificazioni prodotti. Attestati della formazione ed addestramento degli addetti.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: APPARECCHI E IMPIANTI A PRESSIONE

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Manutenzioni periodiche. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Libretti d’uso e manutenzione. Denuncia impianti a pressione (ove necessario). Certificazioni prodotti. Registro delle manutenzioni periodiche.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: APPARECCHI E IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Manutenzioni e verifiche periodiche. • Verifica costante dei mezzi di protezione. • Verifica costante dell’idoneità delle misure di sicurezza dei macchinari. • Verifica costante del corretto uso dei macchinari. • Verifica dell’uso costante dei DPI. • Verifica dei requisiti di ergonomia delle postazioni. • Affiancamento e formazione per i nuovi addetti. • Informazione e formazione periodica sui rischi specifici e dei DPI in uso. • Segnalazioni immediate in caso di problematiche di funzionamento o situazioni anomale che possano

generare infortuni o rischi supplementari. • Ai sensi del DM 20/2011 “Regolamento recante l’individuazione della misura delle sostanze assorbenti e

neutralizzanti di cui devono dotarsi gli impianti destinati allo stoccaggio, ricarica, manutenzione, deposito e sostituzione degli accumulatori” deve essere presente un kit neutralizzante per sversamenti di acidi per le operazioni di ricarica di muletti e transpallet elettrici.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Libretti d’uso e manutenzione. Registro delle manutenzioni periodiche. Denuncia impianti di sollevamento (ove necessario). Certificazioni prodotti. Attestati dei corsi di formazione ed addestramento degli addetti.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: MEZZI DI TRASPORTO

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Vigilare sulla regolare manutenzione e/o funzionamento degli automezzi e segnalare eventuali anomalie. • Dotare i lavoratori di auricolare per telefono ed assicurarsi che tale dispositivo venga utilizzato. • Pianificare l’itinerario scegliendo percorsi meno pericolosi e faticosi, evitando il passaggio in zone ad alto

traffico cercando di evitare le ore di punta e programmando le pause ed i periodi di riposo previsti. • Effettuare la formazione degli autisti e l’aggiornamento, con particolare riguardo a:

- codice della strada; - gli effetti dell’alcol sulla guida; - gli effetti dei farmaci sulla guida; - la corretta alimentazione dell’autista; - come comportarsi in caso di emergenza; - addestramento alla guida in condizioni particolari (strada bagnata, ghiacciata, ostacoli improvvisi, ecc.).

• Adottare procedure interne in grado di favorire il rispetto del codice della strada, il divieto di assumere alcolici e/o sostanze stupefacenti anche durante la pausa pranzo, e un corretto uso del cellulare, il rispetto dei limiti di velocità, delle pause ecc.

• Vietare l’applicazione di adesivi o altro che riducano il campo visivo durante la guida. • Utilizzo delle cinture di sicurezza. • Dotare i mezzi e mantenere in efficienza gli estintori ed il pacchetto di medicazione. • Verificare la disponibilità e l’efficienza dei mezzi e dispositivi di sicurezza compreso l’indumento ad alta

visibilità, meglio definito dal Codice della Strada all’art. 162 comma 4 ter “giubbotto o bretelle retroriflettenti ad alta visibilità”.

• Verificare la pulizia delle attrezzature e del mezzo. • Evitare il sovraccarico lavorativo, rispettando le 8 ore max di guida giornaliera. • Rispettare le pause ( 10 min. ogni 1.5 ore) onde recuperare l’attenzione, garantire il riposo mentale,

favorire la circolazione agli arti inferiori, interrompere la postura seduta. • Ridurre il consumo del fumo: la sensazione di aumentare lo stato di vigilanza è illusoria! L’ossido di

carbonio prodotto dalla combustione delle sigarette e disciolto nel sangue favorisce infatti l’addormentamento “mentale”; il fumo è inoltre uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare.

• Riprendere la guida dopo almeno un’ora dalla fine del pasto: subito dopo il pasto infatti aumenta la probabilità di sonnolenza e di una riduzione dell’attenzione.

• Evitare pasti troppo abbondanti e pesanti durante il lavoro, onde ridurre la probabilità di una conseguente riduzione di concentrazione e della soglia di attenzione, ma anche a casa al fine di prevenire stanchezza e a lungo termine malattie metaboliche, digestive e cardiovascolari.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Libretti d’uso e manutenzione. Registro delle manutenzioni periodiche.

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Revisione: 00 Data: 28/05/2015 Pag. 118 di 148

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: AGENTI CHIMICI E SENSIBILIZZANTI

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Effettuare una valutazione documentata del rischio specifico Datore di lavoro Immediata

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dei sistemi di protezione. • Divieto di fumare negli ambienti chiusi, in auto o aperti frequentati dai colleghi. • Aggiornamento costante delle schede di sicurezza di tutti i prodotti. • Formazione ed informazione di tutti i lavoratori sui rischi dei prodotti, anche tramite le schede di

sicurezza. • Compartimentazione dei prodotti maggiormente a rischio (infiammabili, tossici). • Etichettatura di tutti i contenitori. • Divieto di travaso dei prodotti in contenitori anonimi o privi di corretta etichettatura. • Sostituzione con sostanze a minor rischio. • Eventuale sorveglianza sanitaria degli esposti. • La valutazione del rischio specifico è da ripetersi con cadenza triennale o in occasione di mutamenti o

quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendono necessaria la sua revisione. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Schede sicurezza prodotti.

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Revisione: 00 Data: 28/05/2015 Pag. 119 di 148

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: AMIANTO, POLVERI E FIBRE

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Monitoraggio della tenuta delle componenti contenenti amianto (ove presente). • Verifica dell'aerodispersione dell'amianto (ove presente). • Sorveglianza sanitaria degli esposti. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Misure di monitoraggio aerodispersi (ove necessario).

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: AGENTI BIOLOGICI

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Aggiornare la valutazione documentata del rischio Datore di lavoro Febbraio 2018

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dei sistemi di prevenzione e protezione. • Monitoraggio delle misure di igiene predisposte e dei DPI. • Verifica dello stato delle bacinelle raccolta condense impianti di condizionamento (legionella). • Verifica e pianificazione ciclo antilegionella impianto di riscaldamento acqua calda per uso sanitario

(legionella). • Sorveglianza sanitaria degli esposti. • La valutazione del rischio specifico è da ripetersi con cadenza triennale o in occasione di mutamenti o

quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendono necessaria la sua revisione. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: PRESENZA DI ALLERGENI

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Aerare le stanze in cui vi sia presenza di allergeni o comunque ambienti di lavoro bui e umidi. • Controllare e pulire periodicamente i filtri dei condizionatori dell’aria. • Monitoraggio delle misure di igiene predisposte e dei DPI. • Rimuovere la polvere da mobili e pavimenti. • Eliminare tappeti, moquette e divani imbottiti. • Rimuovere i tendaggi pesanti. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: RADIAZIONI OTTICHE

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Effettuare una valutazione documentata del rischio Datore di lavoro Immediata

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dei sistemi di protezione. • Manutenzione periodica delle sorgenti. • Sorveglianza sanitaria degli esposti. • La misurazione e la valutazione del rischio specifico sono da ripetersi con cadenza quadriennale o in

occasione di mutamenti o quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendono necessaria la sua revisione.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: CAMPI ELETTROMAGNETICI

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Effettuare una valutazione documentata del rischio Datore di lavoro Immediata

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dei sistemi di protezione. • Verifica periodica dei livelli di esposizione. • Sorveglianza sanitaria degli esposti. • La misurazione e la valutazione del rischio specifico sono da ripetersi con cadenza quadriennale o in

occasione di mutamenti o quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendono necessaria la sua revisione.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: ATMOSFERE ESPLOSIVE

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Effettuare una valutazione documentata del rischio per la presenza di prodotti infiammabili

Datore di lavoro Immediata

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dei sistemi di protezione. • Verifiche della conformità degli impianti e delle misure preventive. • Segnalazione delle zone di pericolo. • Informazione e formazione degli addetti presenti. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: RUMORE

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Aggiornare la valutazione documentata del rischio Datore di lavoro Immediata

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dei sistemi di protezione. • Verifica periodica dei livelli di esposizione. • Riduzione delle sorgenti o sostituzione delle attrezzature con altre a minor rischio. • Riduzione del tempo di esposizione e corrette turnazioni. • Sostituzione nel tempo delle fonti più rumorose. • Compartimentazione delle fonti più rumorose. • Verifica costante dell’utilizzo dei DPI. • Formazione dei lavoratori sui rischi e sul corretto uso dei DPI. • Sorveglianza sanitaria degli esposti. • La misurazione e la valutazione del rischio specifico sono da ripetersi con cadenza quadriennale o in

occasione di mutamenti o quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendono necessaria la sua revisione.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Eventuali valutazioni specifiche sul rischio rumore e misurazioni livelli di esposizione. Eventuale impatto acustico del rumore verso terzi.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: VIBRAZIONI

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Effettuare una valutazione documentata del rischio Datore di lavoro Immediata

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica dei sistemi di protezione. • Verifica periodica dei livelli di esposizione. • Riduzione delle sorgenti o sostituzione delle attrezzature con altre a minor rischio. • Riduzione del tempo di esposizione e corrette turnazioni. • Verifica costante dell’utilizzo dei DPI. • Formazione dei lavoratori sui rischi e sul corretto uso dei DPI. • Sorveglianza sanitaria degli esposti. • La misurazione e la valutazione del rischio specifico sono da ripetersi con cadenza quadriennale o in

occasione di mutamenti o quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendono necessaria la sua revisione.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Eventuali valutazioni specifiche sul rischio vibrazioni e misurazioni livelli di esposizione.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: VIDEOTERMINALI

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Ricordare in tutte le aree di lavoro l’obbligo di effettuare una pausa di lavoro da VDT di 15 minuti ogni 120 minuti di attività continuativa.

Datore Lavoro In via continuativa

Per eliminare i riflessi, l’abbagliamento e i contrasti eccessivi di chiaro-scuro provocati dalla luce diurna sullo schermo:

- occorre evitare sorgenti con forte luminosità nel centro del campo visivo dell’operatore (sole, lampada) e/o la presenza di superfici con una eccessiva capacità riflettente (lucide);

- davanti e dietro il monitor non devono esserci delle finestre, pertanto negli uffici con due pareti ad angolo finestrate, una di esse deve essere schermata;

- la direzione principale dello sguardo dell’operatore deve essere parallela rispetto alle finestre;

- i posti di lavoro al videoterminale sono da sistemare, per quanto possibile, nelle zone del locale lontane dalle finestre; se le scrivanie risultano inidonee sostituirle

- in caso di irradiazione del sole occorre oscurare le finestre (per es. con veneziane, pellicole antisolari o tende di tessuto pesante).

Per ridurre i disturbi dovuti alla luce diurna si può far uso anche di pellicole antiriflesso sui monitor. I problemi di abbagliamento o di riflessi devono essere eliminati per evitare che inducano ad assumere una posizione errata.

Datore Lavoro In via continuativa

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Corretta formazione ed informazione dei videoterminalisti. • Verifica periodica dei requisiti di ergonomia delle postazioni. • Sorveglianza sanitaria degli esposti a 20 ore settimanali. • Corretta gestione delle pause (15min ogni 2 ore). • Corretta luce diretta/riflessa naturale ed artificiale. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Attestati dei corsi di formazione per videoterminalisti Elenco degli addetti con utilizzo superiore a 20 ore settimanali.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Aggiornare la valutazione documentata del rischio Datore di lavoro Immediata

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Verifica del corretto uso di attrezzature ausiliarie al trasporto dei pesi. • Formazione specifica per i rischi di chi movimenta carichi. • Verificare l’assenza di carichi superiori al peso consentito, misure preventive, protettive, organizzative. • Riduzione del rischio tramite nuove attrezzature meccaniche o nuove procedure di lavoro. • Verifica del costante utilizzo dei DPI previsti. • Sorveglianza sanitaria degli esposti. • Il limite massimo imposto dalle norme per il sollevamento manuale dei carichi è di:

o 25 Kg per gli uomini (18-45 anni) o 20 kg per le donne (18-45 anni) o 20 kg per gli uomini (< 18 anni e > 45 anni) o 15 kg per le donne (< 18 anni e > 45 anni) accertarsi che non venga mai superato tale carico. Utilizzare, quando possibile, mezzi meccanici o ripartire il peso fra più operatori.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Documenti formativi per gli addetti. Analisi del rischio specifico.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: ERGONOMIA E POSTURA

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Il tavolo, o piano di lavoro, deve avere le seguenti caratteristiche:

• stabilità e sicurezza sufficienti;

• dimensioni adeguate;

• superficie di colore chiaro, poco riflettente e comunque opaca;

• profondità che consenta una adeguata distanza tra l'operatore e lo schermo;

• il piano porta-tastiera non deve essere ribassato o almeno deve essere regolabile in altezza;

• di norma l'altezza del piano di lavoro è di circa 70-80 cm.

• spazi di passaggio adeguati per uscire e muoversi agevolmente (minimo 80 cm in uffici con meno di 25 persone, 130 cm in uffici con più di 25 persone

• spazio vitale non inferiore a 7/8 mq per persona come da norme di buona tecnica

Datore Lavoro In via continuativa

Sensibilizzare i lavoratori sulla necessità di effettuare pause adeguate e interruzioni

Datore Lavoro In via continuativa

I diversi elementi (tastiera, schermo, mouse, leggio portadocumenti) vanno posizionati in funzione dell’attività da svolgere: in un lavoro di interrogazione o di digitazione, il monitor deve essere posizionato di fronte all’operatore. Se invece il tipo di attività comporta la frequente lettura di documentazione, come ad esempio nel lavoro di copiatura, il monitor deve essere posizionato lateralmente e il leggio

Datore Lavoro Immediato

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portadocumenti di fronte.

La tastiera deve essere sistemata davanti all’operatore per evitare che egli debba torcere il collo e il busto. Lo spazio davanti alla tastiera deve essere sufficiente (da 15 a 20 cm almeno) per consentire l’appoggio delle mani e degli avambracci.

Anche per il mouse occorre avere lo spazio necessario per poterlo azionare convenientemente. Il mouse deve essere posizionato accanto alla tastiera, e non ad un livello diverso rispetto ad essa. Durante la digitazione, le spalle devono essere rilassate, gli avambracci, i polsi e le mani devono rimanere allineati in posizione diritta e neutra.

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Monitoraggio e segnalazione eventuali problematiche. • Misure di limitazione del rischio, pause, cambi mansione. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: STRESS-LAVORO CORRELATO

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Aggiornare la valutazione documentata del rischio Datore di lavoro Immediata

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Valutazione dei fattori di rischio stress: eventi sentinella; contesto del lavoro; contenuto del lavoro. • Eventuali segnalazioni al Medico competente per le valutazioni caso per caso. • La valutazione del rischio specifico è da ripetersi con cadenza biennale per il rischio basso o annuale per il

rischio medio/alto o in occasione di mutamenti o quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendono necessaria la sua revisione.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Documenti formativi per gli addetti. Analisi del rischio specifico.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: LAVORATRICI IN STATO DI GRAVIDANZA, PUERPERE O IN PERIODO DI ALLATTAMENTO

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Informare le lavoratrici della necessità di comunicare prontamente lo stato di gravidanza

Datore Lavoro Immediato e all’assunzione di personale femminile

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Assistenza sanitaria: accertamenti preventivi per verificare l’assenza di controindicazioni alla lavorazione,

accertamenti periodici per controllare lo stato di salute ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione. • Organizzare eventuali riunioni per casi specifici, con eventuali decisioni operative per la riduzione dei rischi

aggiuntivi. • Disporre eventuali disposizioni aziendali. • Informare le lavoratrici della necessità di comunicare prontamente lo stato di gravidanza. • In caso di rischi specifici per i quali è necessario modificare la mansione delle lavoratrici, il Datore di

Lavoro deve modificare temporaneamente le condizioni e/o l’orario di lavoro. Se tale modifica non è possibile, deve provvedere a spostare le lavoratrici ad altre mansioni, informando contestualmente gli Organi preposti competenti per territorio. Qualora non ci siano le condizioni per lo spostamento ad altre mansioni la Direzione Provinciale del Lavoro può disporre l’astensione anticipata dal lavoro della lavoratrice.

DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Documenti informativi per le addette. Analisi del rischio specifico.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: RISCHI CONNESSI ALLE DIFFERENZE DI GENERE, ETA’, PROVENIENZA DA ALTRI PAESI

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Valutare sempre il livello di assoluta comprensione delle istruzioni impartite e delle misure di sicurezza per

i lavoratori stranieri. • Effettuare formazione specifica, con test di verifica dell’apprendimento. • Accentuare il piano formativo ed informativo per gli stranieri. • In caso di personale “over 55” tenere conto dei maggiori rischi lavorativi associati all’età nella

distribuzione dei carichi di lavoro, delle mansioni e degli orari di lavoro. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: LAVORATORI MINORENNI

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Formazione ed informazione sui rischi specifici e sui DPI in uso. • Addestramento e affiancamento sulle lavorazioni. • Nomina di un tutore per le prime fasi di lavoro, segnalazione non conformità. • Verifica costante dell’idoneità del lavoro in sicurezza e dell’uso dei DPI. • Sorveglianza sanitaria obbligatoria. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Formazione del lavoratore sui rischi specifici. Nomina tutore. Procedure di verifica e controllo. Idoneità alla mansione.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: RISCHI CONNESSI ALLA SPECIFICA TIPOLOGIA CONTRATTUALE ATTRAVERSO CUI VIENE RESA LA PRESTAZIONE DI LAVORO

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Formazione ed informazione sui rischi specifici e sui DPI in uso. • Addestramento e affiancamento sulle lavorazioni. • Verifica costante dell’idoneità del lavoro in sicurezza e dell’uso dei DPI. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: --

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: INCOLUMITA’ PER TERZI

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Formazione ed informazione sui rischi specifici e sui DPI in uso. • Addestramento e affiancamento sulle lavorazioni. • Verifica costante dell’idoneità del lavoro in sicurezza e dell’uso dei DPI. • Sorveglianza sanitaria obbligatoria. • Divieto, sul luogo di lavoro, di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche. • Adottare procedure interne in grado di favorire il divieto di assumere alcolici e/o sostanze stupefacenti

anche durante la pausa pranzo, e un corretto uso del cellulare. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Idoneità alla mansione.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: RISCHI DA INTERFERENZA

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

Fornire ai manutentori e ai fornitori (anche di servizi) dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e emergenza adottate; effettuare la coordinazione ed il coordinamento previa verifica tecnico professionale dei fornitori manutentori.

Datore Lavoro Ad ogni intervento

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Fornire ai manutentori e ai fornitori (anche di servizi) dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti

nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e emergenza adottate. • Provvedere alla verifica dell’idoneità tecnico-professionale di manutentori e fornitori. • Provvedere alla cooperazione e al coordinamento come previsto dall’art. 26 del D.Lgs. 81/08. • Segnalazione e delimitazione aree di lavoro, passaggi, zone di carico e scarico, lavori su più quote. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: DUVRI (ove necessario). Ricevimento DUVRI ed informative sui rischi specifici per ambienti terzi. Tessere di riconoscimento per i lavoratori che operano presso terzi.

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18. ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

FATTORE DI RISCHIO: FATTORI COMPLEMENTARI (INFORTUNI, PROCEDURE, D.P.I., PIANO SANITARIO)

MISURA INDIVIDUATA RESP.

ATTIVITÀ SCADENZA PREVISTA

VERIFICHE PERIODICHE PER IL MANTENIMENTO DEGLI STANDARD DI SICUREZZA: • Analisi infortuni degli ultimi 3 anni. • Riunione periodiche se presenti più di 15 lavoratori in computo. • Verifica dell'attuazione delle procedure di sicurezza da parte dei lavoratori. • Formalizzazione ed aggiornamento delle nomine dei presenti nell’organigramma aziendale della sicurezza. • Monitoraggio sorveglianza sanitaria ed aggiornamento del piano sanitario. • Verifica della consegna, del corretto e costante uso ed adeguatezza dei D.P.I. • Tessera di riconoscimento sempre in vista. • Verifica dell’assenza di alcol dipendenza e assunzione sostanze psicotrope o stupefacenti. DOCUMENTAZIONE DA TENERE AGLI ATTI: Procedure, attestati, documenti formativi, moduli di consegna DPI, piano di sorveglianza sanitaria, ecc…

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19. REGISTRO E PIANO DI FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

Informazione

Ai sensi dell’art. 36 del D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:

� sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività della impresa in generale; � sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l'evacuazione dei

luoghi di lavoro; � sui nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di primo soccorso, lotta

antincendio ed l'evacuazione dei luoghi di lavoro; � sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione, e del

medico competente. Il datore di lavoro provvede altresì affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:

� sui rischi specifici cui è esposto in relazione all'attività svolta, le normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia;

� sui pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;

� sulle misure e le attività di protezione e prevenzione adottate. Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove l’informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo. Formazione e addestramento

Il datore di lavoro, ai sensi dell’art. 37 del D.Lgs. 81/08, assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:

� concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;

� rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell'azienda.

La formazione e, ove previsto, l'addestramento specifico devono avvenire in occasione: � della costituzione del rapporto di lavoro o dell'inizio dell'utilizzazione qualora si tratti di

somministrazione di lavoro; � del trasferimento o cambiamento di mansioni; � dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e

preparati pericolosi. La formazione dei neoassunti deve avvenire anteriormente o contestualmente all’assunzione e comunque deve concludersi entro 60 gg dalla data di assunzione.

L'addestramento viene effettuato da persona esperta e sul luogo di lavoro.

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19.REGISTRO E PIA

NO DI FORMAZIO

NE, IN

FORMAZIO

NE E ADDESTRAMENTO

Dura

ta della form

azione e dei re

lativi aggiorn

amenti

Ai sensi della normativa vigente, si riporta la seguente tabella riepilogativa indicando per ciascun corso la durata della form

azione iniziale e dei

relativi aggiornam

enti (ove previsto in base alla classificazione del rischio cui appartiene l’azienda):

INCARICO/

MANSIO

NE

RIFERIM

ENTO

NORMATIV

O

DURATA CORSO BASE

DURATA

AGGIO

RNAMENTO

PERIO

DISMO AGGIO

RNAMENTO

DL SPP

Art. 34 D.Lgs. 81/08

Accordo Stato Regioni

del 21/12/2011

Basso rischio: 16 ore

Medio rischio: 32 ore

Alto rischio: 48 ore

Basso rischio: 6 ore

Medio rischio: 10 ore

Alto rischio: 14 ore

Quinquennale.

Per i datori di lavoro con incarico precedente al 31/12/1996 primo

aggiornam

ento entro il 11/01/2014.

Per tutti gli altri con corso base effettuato prima del 11/01/2012,

entro il 11/01/2017.

DIRIGENTE

Art. 37 D.Lgs. 81/08

Accordo Stato Regioni

del 21/12/2011

16 ore

6 ore

Quinquennale

PREPO

STO

Art. 37 D.Lgs. 81/08

Accordo Stato Regioni

del 21/12/2011

8 ore

6 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 11/01/2007, primo aggiornam

ento

entro 11/01/2013.

RLS

Art. 37 D.Lgs. 81/08

32 ore

4 ore fino a 50

lavoratori; 8 ore

oltre 50 lavoratori.

Annuale

ADDETTO

ANTINCENDIO

DM 10/03/98

Circolare VVFF del

23/02/2011

Basso rischio: 4 ore

Medio rischio: 8 ore

Alto rischio: 16 ore

Basso rischio: 2 ore

Medio rischio: 5 ore

Alto rischio: 8 ore

Triennale.

ADDETTO

PRIMO

SOCCORSO

DM 388/03

Gruppo A: 16 ore

Gruppo B e C: 12 ore

Gruppo A: 6 ore

Gruppo B e C: 4 ore

Triennale.

LAVORATORE

Art. 37 D.Lgs. 81/08

Accordo Stato Regioni

del 21/12/2011

Basso rischio: 8 ore

Medio rischio: 12 ore

Alto rischio: 16 ore

6 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 11/01/2007, primo aggiornam

ento

entro 11/01/2013.

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19.REGISTRO E PIA

NO DI FORMAZIO

NE, IN

FORMAZIO

NE E ADDESTRAMENTO

INCARICO/

MANSIO

NE

RIFERIM

ENTO

NORMATIV

O

DURATA CORSO BASE

DURATA

AGGIO

RNAMENTO

PERIO

DISMO AGGIO

RNAMENTO

ADDETTO

CARRELLI

ELEVATORI

Accordo Stato Regioni

del 22/02/2012

(in vigore dal 12/03/2013)

In base al tipo di

attrezzatura, 12-16-20

ore

4 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 12/03/2013 di durata inferiore e/o

privo di parte pratica e/o test, primo aggiornam

ento entro

12/03/2015.

ADDETTO

PIATTAFORME DI

LAVORO MOBILI

ELEVABILI

Accordo Stato Regioni

del 22/02/2012

(in vigore dal 12/03/2013)

In base al tipo di

attrezzatura, 8-10-12

ore

4 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 12/03/2013 di durata inferiore e/o

privo di parte pratica e/o test, primo aggiornam

ento entro

12/03/2015.

ADDETTO GRU

PER AUTOCARRO

Accordo Stato Regioni

del 22/02/2012

(in vigore dal 12/03/2013)

12 ore

4 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 12/03/2013 di durata inferiore e/o

privo di parte pratica e/o test, primo aggiornam

ento entro

12/03/2015.

ADDETTO GRU A

TORRE

Accordo Stato Regioni

del 22/02/2012

(in vigore dal 12/03/2013)

In base al tipo di

attrezzatura, 12-14-16

ore

4 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 12/03/2013 di durata inferiore e/o

privo di parte pratica e/o test, primo aggiornam

ento entro

12/03/2015.

ADDETTO GRU

MOBILI

Accordo Stato Regioni

del 22/02/2012

(in vigore dal 12/03/2013)

In base al tipo di

attrezzatura, 14-22 ore

4 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 12/03/2013 di durata inferiore e/o

privo di parte pratica e/o test, primo aggiornam

ento entro

12/03/2015.

ADDETTO

TRATTORI

AGRICOLI O

FORESTALI

Accordo Stato Regioni

del 22/02/2012

(in vigore dal 12/03/2013)

In base al tipo di

attrezzatura, 8-13 ore

4 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 12/03/2013 di durata inferiore e/o

privo di parte pratica e/o test, primo aggiornam

ento entro

12/03/2015.

I lavoratori del settore agricolo che al 12/03/2013 siano in

possesso di esperienza documentata di almeno 2 anni devono

aggiornarsi entro il 12/05/2017.

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19.REGISTRO E PIA

NO DI FORMAZIO

NE, IN

FORMAZIO

NE E ADDESTRAMENTO

INCARICO/

MANSIO

NE

RIFERIM

ENTO

NORMATIV

O

DURATA

CORSO BASE

DURATA

AGGIO

RNAMENTO

PERIO

DISMO AGGIO

RNAMENTO

ADDETTO

ESCAVATORI,

PALE CARICATRICI

FRONTALI, TERNE,

AUTORIBALTABILI

A CONGOLI

Accordo Stato Regioni

del 22/02/2012

(in vigore dal 12/03/2013)

In base al tipo di

attrezzatura, 10-

16-22-28-34 ore

4 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 12/03/2013 di durata inferiore e/o

privo di parte pratica e/o test, primo aggiornam

ento entro

12/03/2015.

ADDETTO POMPE

PER

CALCESTRUZZO

Accordo Stato Regioni

del 22/02/2012

(in vigore dal 12/03/2013)

14 ore

4 ore

Quinquennale.

Se corso effettuato prima del 12/03/2013 di durata inferiore e/o

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ento entro

12/03/2015.

ADDETTI E

PREPO

STI PIMUS

Allegato XXI D.Lgs.

81/08

28 ore

4 ore

Quadriennale.

ADDETTI SISTEMI

DI ACCESSO E

POSIZIONAMENTO

MEDIANTE FUNI

Allegato XXI D.Lgs.

81/08

32 ore

8 ore

Quinquennale.

PREPO

STI

SISTEMI DI

ACCESSO E

POSIZIONAMENTO

MEDIANTE FUNI

Allegato XXI D.Lgs.

81/08

8 ore

4 ore

Quinquennale.

Ai sensi dell’Accordo Stato Regioni del 22/12/2011, con riferimento ai lavoratori e ai preposti, il modulo di form

azione generale costituisce

credito form

ativo permanente; in merito alla formazione specifica di settore, invece, si evidenziano le seguenti possibilità:

� costituisce credito form

ativo se vi è la costituzione di nuovo rapporto di lavoro o l’inizio di una nuova utilizzazione con un lavoratore

proveniente da un’azienda dello stesso settore produttivo.

� deve essere ripetuta se si costituisce un nuovo rapporto di lavoro o inizia una nuova utilizzazione con un lavoratore proveniente da

un’azienda di diverso settore produttivo oppure vi sia un cam

bio m

ansione all’interno dell’azienda oppure vi sia l'inserimento di nuove

attrezzature, tecnologie, sostanze o preparati.

Nell'aggiornam

ento non è com

presa la form

azione relativa al trasferimento o cam

biamento di mansioni e all'introduzione di nuove attrezzature

di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi. Non è ricom

presa, inoltre, la form

azione in relazione all'evoluzione dei

rischi o all'insorgenza di nuovi rischi.

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19.REGISTRO E PIA

NO DI FORMAZIO

NE, IN

FORMAZIO

NE E ADDESTRAMENTO

REGISTRO FORMAZIO

NE RESPONSABILI, ADDETTI, OPERATORI

Si riportano tutti i corsi inerenti la sicurezza sul lavoro effettuati alla data odierna.

NOMIN

ATIV

O

INCARICO/

MANSIO

NE

DATA CORSO

RALF D’ANGELO

CARRELLISTA

07/05/1999

MEDLA ANDREAS

CARRELLISTA

19/01/1996

TIM SEIDI

CARRELLISTA

11/04/2014

TIM SEIDI

ADDETTO PRIMO SOCCORSO

23/06/2014

Riportare solo i corsi effettivam

ente fatti. E’ un registro! Non ha alcun lasciare righe in bianco relative a corsi da farsi.

I corsi da farsi devono essere obbligatoriamente indicati al punto successivo (piano di form

azione).

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19. REGISTRO E PIANO DI FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

PIANO DI FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

La pianificazione della informazione/formazione/addestramento è formalizzata sul Piano di Formazione di seguito riportato. Nei casi di corsi organizzati presso Enti Esterni è previsto il rilascio sistematico del relativo "Attestato" che documenta l'effettiva partecipazione della singola "Risorsa" all'attività formativa ed in alcuni casi della sua efficacia. (Attestato di Superamento Esame). L'efficacia dell'attività formativa viene verificata in modo indiretto mediante la verifica della pratica giornaliera. L'Azienda può inoltre ritenere opportuno effettuare verifiche in modo diretto, utilizzando strumenti metodologici, come questionari, schede informative/valutative. Le competenze acquisite a seguito dello svolgimento delle attività di formazione devono essere registrate nel libretto formativo del cittadino di cui all'articolo 2, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni (se concretamente disponibile in quanto attivato nel rispetto delle vigenti disposizioni). Il contenuto del libretto formativo è considerato dal datore di lavoro ai fini della programmazione della formazione e di esso gli organi di vigilanza tengono conto ai fini della verifica degli obblighi di cui al D.Lgs.81/08 e s.m.i..

Si ricorda che, come già riportato al punto 4, ai sensi delle Linee guida interpretative del 25/07/2012 agli Accordi Stato Regioni del 21/12/2011, nel piano formativo qui riportato potranno essere previsti, avendo a riferimento quanto evidenziato dalla valutazione dei rischi, corsi differenti da quelli previsti dalla classificazione ATECO aziendale qualora:

� si evidenzi l’esistenza di particolari rischi che richiedano la programmazione e realizzazione di corsi adeguati alle effettive condizioni di rischio;

� in azienda esistano soggetti non esposti alle medesime condizioni di rischio. Nei suddetti casi la “classificazione” terrà conto delle attività concretamente svolte dai soggetti medesimi.

Corsi base:

MANSIONE TIPOLOGIA CORSO SCADENZA PREVISTA AUTISTI Esempio di compilazione Riportare sempre la formazione obbligatoria dei lavoratori anche se già formati. Il percorso deve essere evidente per eventuali neoassunti

Informazione e formazione ai sensi degli artt. 36 e 37 del D.Lgs. 81/08 e dell’Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011: - 8 ore per gli impiegati che non

accedono mai ai reparti produttivi - 12 ore per tutte le altre mansioni SE SI RITENGONO OPPORTUNI CORSI DIFFERENTI DA QUANTO INDICATO DAL CODICE ATECO DARNE EVIDENZA E SPIEGAZIONI

IMMEDIATO [Sempre, all’assunzione e al cambio mansione e/o all’introduzione di nuove attrezzature]

Addetti primo soccorso Corso ai sensi del DM 388/03 – 12 ore Addetti lotta antincendio Corso ai sensi del DM 10/03/98 da 8 ore RLS Corso ai sensi dell’art. 37 D.Lgs. 81/08 -

32 ore

Corso DPI terza categoria per lavori in altezza

Coro per DPI terza categoria e addestramento all’utilizzo

Si ricorda che la formazione dei neoassunti deve avvenire anteriormente o contestualmente all’assunzione e comunque deve concludersi entro 60 gg dalla data di assunzione.

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19. REGISTRO E PIANO DI FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

Relativamente ai corsi base, indicare tutti i corsi relativi alla sicurezza che non sono mai stati fatti e per i quali l’azienda risulta scoperta. Da pianificarsi nell’immediato o a breve termine, secondo i casi.

Corsi da aggiornare:

MANSIONE TIPOLOGIA CORSO SCADENZA PREVISTA Addetti primo soccorso Corso di aggiornamento– 4 ore Maggio 2013 Addetti lotta antincendio Corso di aggiornamento– 2 ore Novembre 2014 RLS Corso di aggiornamento– 4 ore Luglio 2015 DL SPP Corso di aggiornamento ai sensi dell’art.

34 del D.Lgs. 81/08 e dell’Accordo Stato-Regioni del 21/12/2012 pari a 10 ore

Entro 11/01/2017

Relativamente ai corsi in aggiornamento, riportare tutti i corsi relativi alla sicurezza che sono da aggiornare. Riportare tutti le date di scadenza dei corsi da aggiornarsi in ordine cronologico. Non limitarsi ai soli corsi di prossima scadenza, ma riportarli tutti: fosse anche per i prossimi 10 anni!

In merito agli addetti antincendio e primo soccorso specificare nella tabella se può essere il datore di lavoro oppure no.

Inserire anche sempre la pianificazione dell’addestramento delle risorse, ove necessario.

Si ricorda che il termine del periodo transitorio per la formazione dei lavoratori non riguarda eventuali lavoratori assunti dopo il 26/01/2012; per tutti gli altri terminerà comunque entro il 26/01/2013.

RIPORTARE SEMPRE ANCHE NOME E COGNOME DELLE PERSONE CHE DEVONO ESSERE FORMATE

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20. RIUNIONE PERIODICA

Il Datore di lavoro, ai sensi dell’art. 35 del D.Lgs.81/08 e s.m.i.: è tenuto

non è tenuto

a indire almeno una volta l’anno, direttamente o tramite il Servizio di Prevenzione e Protezione, una riunione sulla sicurezza cui partecipano:

� il datore di lavoro o un suo rappresentante; � il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione; � il Medico Competente, ove nominato; � il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.

Nel corso della riunione, il datore di lavoro sottopone all’esame dei partecipanti:

� il documento di valutazione dei rischi; � l’andamento degli infortuni, delle malattie professionali e della sorveglianza sanitaria; � i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di protezione

individuali; � i programmi di informazione e formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori ai fini

della sicurezza e della protezione della loro salute. Nel corso della riunione possono essere individuati:

� codici di comportamento e buone prassi per prevenire i rischi di infortunio e di malattie professionali;

� obiettivi di miglioramento della sicurezza complessiva sulla base delle linee guida per un sistema di gestione della sicurezza della salute e sicurezza sul lavoro.

La riunione ha altresì luogo in occasione di eventuali significative variazioni delle condizioni di esposizione al rischio, compresa la programmazione e l’introduzione di nuove tecnologie che hanno riflessi sulla sicurezza e salute dei lavoratori. Nelle unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori è facoltà del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza chiedere la convocazione di un’apposita riunione. Della riunione in oggetto viene redatto verbale a disposizione dei partecipanti per la sua consultazione (agli atti).

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21. REVISIONE E AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate. Nelle ipotesi di cui ai periodi che precedono, il documento di valutazione dei rischi deve essere rielaborato nel termine di trenta giorni dalle rispettive causali. In caso di costituzione di nuova impresa, il datore di lavoro è tenuto ad effettuare immediatamente la valutazione dei rischi elaborando il relativo documento entro novanta giorni dalla data di inizio della propria attività. Il documento di valutazione dei rischi deve essere custodito presso l’unità produttiva alla quale si riferisce.

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22. DOCUMENTI DA TENERE IN AZIENDA

Sono integrativi del presente documento: • Nomina RSPP e relativi attestati di formazione • Elezione RLS e relativi attestati di formazione • Nomina addetti squadra di emergenza e relativi attestati di formazione • Nomina del Medico Competente e relativi attestati di formazione • Verbale di sopralluogo dei locali di lavoro del Medico Competente • Verbali riunioni periodiche • Registro infortuni • Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico • Documentazione impianto di riscaldamento/condizionamento • Dichiarazione di conformità e libretti di uso e manutenzione delle attrezzature presenti • Schede di sicurezza dei prodotti in uso • Contratto di manutenzione estintori • Documentazione tecnica dei DPI • Agibilità dei locali • Registro Manutenzioni • Dichiarazione di inizio attività


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