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COSTRUIREFUTURO

Parte da Milano il progetto che punta a rivitalizzareil settore del riuso per offrire alle categorie piùdisagiate nuove opportunità. Una scelta non profitche ha trovato anche la collaborazione dell’Anci

DA MILANO PAOLO LAMBRUSCHI

rovate a immaginare lo stadiodi San Siro e il Duomo diMilano stipati di abiti usati. È

quanto è stato raccolto in 15 annidalle cooperative sociali promossedalla Caritas Ambrosiana attraversoi cassonetti gialli sparsi sul territoriodella diocesi. Per inciso, sono 80mila tonnellate che, rivendute inuna filiera etica certificata, hannoportato alla creazione di 49 posti dilavoro a soggetti svantaggiati – tracui padri di famiglia, rifugiati esenza dimora – e al reinvestimentodi un milione e mezzo di euro, usatiper finanziare 79 progetti rivolti adonne vittime di tratta, anziani solie bambini abbandonati. Ora

provate a immaginare 240 milatonnellate di abiti usati e accessori.Sono quattro chili a testa per ogniitaliano, l’equivalente di 16 mila tir.È quanto il Belpaese mediamente -in barba alla crisi - butta ogni annosvuotando gli armadi. Solo la metàviene intercettata dai consorzi delriuso. Il resto viene bruciato negliinceneritori. Ma entro il 2020 l’Ue ciimpone con una direttiva diaumentare la quota di riuso dei

Prifiuti. Contando che solo il vetro inItalia potrebbe venire riutilizzato(ma da noi non si fa), le prospettivedi crescita della raccolta del tessilediventano enormi. Resta da vederechi metterà le mani su un businessdi svariati milioni e con qualifinalità. Perché in questo campo cisono luci, come quella milanese, c’èil profit onesto e le molte ombre chevanno dal profit travestito da nonprofit alle ecomafie che, comedimostrano molte inchiestecondotte in passato, utilizzanonomi o marchi di finte associazioniper condurre raccolte porta a portao abusive con cassonetti installatinottetempo. A Milano circa tre lustri fa partìdalle cooperative del consorzioFarsi Prossimo l’idea di trasformarel’annuale raccolta di abiti usatiorganizzata dalla Caritas diocesanaattraverso le parrocchie nellaraccolta stabile con i cassonettigialli. Cassonetti che, dopol’esperienza pilota milanese si sonodiffusi in Italia, diventandosinonimo di riutilizzo solidale e diecologia, anche se il settore difettadi trasparenza sul versante dellalegalità e del lavoro nero. L’idea daanni si comunque è messa inviaggio. Attualmente sono 40 lediocesi impegnate con i cassonetticon 50 cooperative sociali e daMilano è stata rilanciata ieri con unrestyling dei cassonetti - inevidenza il marchio Caritas e il logo«Dona Valore» - per segnalarel’unica raccolta gestitaintegralmente da onlus.

«Noi – spiega il direttore dellaCaritas diocesana don RobertoDavanzo – abbiamo praticato lastrada della legalità e dellatrasparenza e della cura del creatovincendo la sfida. La carità si è fattaimpresa». Così nel 1997, utilizzando la leggeRonchi che obbligava dal 1992 leamministrazioni alla raccolta anchedel tessile, furono stipulate le primeconvenzioni con il comune diLissone e poi di Monza, quindiMilano. Oggi i comuniconvenzionati sono oltre 200 e leparrocchie 400. Qual è la filiera certificata dell’abitoche dismettiamo? «Una minima parte – rispondeCarmine Guanci, coordinatore dellarete Riuse che riunisce le coopsociali diocesane della raccolta –resta alle Caritas che lo da ai poveri.Abbiamo raccolto nel 2011 8000tonnellate di abiti e non ci sono cosìtanti indigenti. La gran parte vieneallora conferita a impiantiautorizzati che dopo averloigienizzato lo selezionano. Il 68%viene rivenduto all’estero,soprattutto in Tunisia, e da lì arrivasul mercato africano. Il 25% vienevenduto direttamente sul mercatoeuropeo, vale a dire Germania eOlanda, il resto si trasforma inpezzame industriale».Per crescere serve la collaborazionedei comuni i quali, spesso, permotivi di arredo urbano nonconcedono l’autorizzazionelasciando via libera a installazioniabusive di colore giallo che giocano

sulla confusione. Diversimunicipi per fare cassaindicono bandi dove si paga untanto al chilo raccolto o alcassonetto per vincere la gara.Così il non profit è fuori causa eil reinserimento dei disoccupatia rischio. Ma l’Anci vuole usarel’ultomo scorcio di legislaturaper presentare al governo unparere orientato al terzo

settore, intanto ha siglato unalettera d’intenti con ilconsorzio nazionale di raccoltaConau inviandola agli 8000aderenti.«Entro il 2020 – confermaFilippo Bernocchi, delegato dipresidenza dell’Associazionedei comuni – aumenterà laquota di rifiuti riutilizzati, iltessile è il settore su cui

Coinvolte 40 diocesi: ilriutilizzo dei vestiti offreoccupazione ai giovani,aiuta l’ecologia ecombatte il crimine

Dagli abiti usatipiù lavoro solidaleCaritas: “valore aggiunto” nei cassonetti

bilanci in verdeRiciclare i tessuti fa bene a economia e ambienteSi risparmia acqua e non si produce anidride

il gemellaggio A Ercolano raccolta, igienizzazione, exportL’impegno della cooperativa Ambiente Solidale

i chiama «Vesti solidale» ed è la cooperativa dallaquale è nata la raccolta di abiti usati nella diocesidi Milano 15 anni fa. È stata un volano perché ha

capito per prima che ogni anno i quasi 5 milioni e mez-zo di abitanti della diocesi si disfano di 30mila tonnel-late di abiti usati. E la metà di questa montagna di stof-

fa finisce ancora, con gli al-tri rifiuti, nelle discariche enegli inceneritori. Si potevafare business dando lavoroa categorie deboli e aiutarel’ambiente. Solo lo scorsoanno, con 1.200 cassonettiposizionati in 200 comuni,Caritas Ambrosiana haraccolto 8 mila tonnellatedi abiti smessi con grandevantaggio ambientale. Ap-plicando al territorio lom-bardo uno studio dell’Uni-versità di Copenhagen sulriciclo dei tessuti, si può

stimare che grazie ai “cassonetti della Caritas”, l’Arci-diocesi di Milano ha prodotto 28.800 tonnellate di a-nidride carbonica in meno, ha risparmiato 48 milionidi metri cubi di acqua, 2.400 tonnellate di fertilizzan-ti e 1.600 di pesticidi nel 2011. Oggi le cooperative promosse dalla Caritas che raccol-

gono abiti sono diventate sei e grazie all’accordo concomuni e municipalizzate impiegano 49 persone, dal-le categorie svantaggiate segnalate dalla legge sulle coo-perative sociali, come gli ex carcerati e i disabili, a pro-fughi, senza dimora e padri di famiglia senza lavoro o-ver 45 segnalati dal Fondo famiglia, fedeli all’idea che og-gi dare lavoro sia la forma dicarità più efficace. Grazie aun progetto dalla Fondazio-ne Cariplo appena appro-vato, altre sei persone ver-ranno assunte nel 2013. O-ra, con il nuovo logo «DonaValore» si punta nei prossi-mi anni a raddoppiare il nu-mero dei cassonetti sul ter-ritorio e ad aprire un nego-zio di abiti usati solidali invia Padova, la più multietni-ca della metropoli. All’om-bra della Madonnina il ri-lancio prevede una campa-gna di sensibilizzazione ri-volta a cittadini, ammini-stratori pubblici e parrociper spiegare che i cassonet-ti sono tutti gialli, ma nontutti verdi e solidali. (P.Lam.)

S ille tonnellate di abiti usati raccolti l’annoscorso, più di 400 cassonetti tra Napoli eprovincia. E una cooperativa sociale, «Am-

biente solidale», nata nell’ambiente della Caritasdiocesana e gemellata con il consorzio ambrosia-no Farsi prossimo che tra Scampia e il centro città

resiste e vuole crescere.«L’idea ci è venuta qual-che anno fa, in piena cri-si rifiuti – racconta il pre-sidente Aniello Iacomino– a noi interessava dimo-strare che a Napoli si puòcreare lavoro rispettan-do creato e legalità».Per affrontare la sfida, lacooperativa incontra l’o-mologa ambrosiana e dalgemellaggio si perfezio-na l’idea d’impresa so-ciale che parte nel 2007,impiegando nella raccol-ta 23 persone apparte-nenti a gruppi vulnerabi-li, come ex detenuti o extossicodipendenti deiquartieri a rischio. Gra-zie all’accordo con la

municipalizzata napoletana Asia, nel 2010 scattala raccolta in tutta la città e a Portici ed Ercolano,in periferia. Ma i problemi in un settore poco tra-sparente creati anche dalla criminalità sono mol-ti. «Abbiamo scoperto che in alcune zone – pro-segue Iacomino – la raccolta si era azzerata. U-na banda di raccoglito-ri abusivi che lavorava-no in nero porta a por-ta, danneggiati dai cas-sonetti, aveva clonatole chiavi dei lucchetti eci rubava gli abiti». Unaffare, se dopo i primifurti gli abiti venivanocaricati su una movo-lume e qualche setti-mana dopo in furgone.Le forze dell’ordinehanno stroncato lagang, almeno per ora. Grazie ai finanziamentidi Fondazione con il Sud e Fondazione Vismara,Ambiente solidale punta ora a gestire in propriotutta la filiera. A Ercolano ha acquistato un ca-pannone dove effettuare la cernita, l’igienizza-zione e l’export dell’abito dismesso. Una nuovasfida da vincere. (P. Lam.)

MI milanesi si disfano ogni anno di 30mila tonnellate di abiti. Rimetterli in circolo significa risparmiare 2.400 tonnellate di fertilizzanti e 1.600 di pesticidi

Impiega persone appartenenti a gruppi vulnerabili e deve fare i conti con i raccoglitori abusivi: «Resistiamo per dimostrare che anche a Napoli si può creare lavoro»

Lumache e birraRicetta vincenteper chef torinese

ROMA. «Le lumache ela birra» e «A tuttabirra». Con queste duericette (rispettivamentesalata e dolce) ChristianMilone, chef delristorante-trattoriaZappatori di Pinerolo(Torino) ha vinto laseconda edizione delPremio Birra MorettiGrand Cru. Il concorso,rivolto agli chef under 35«con la passione dellabirra in cucina» è statoassegnato nella Città delgusto del GamberoRosso a Roma. Gli iscrittihanno toccato quota 155,con un incremento del20% rispetto alla primaedizione.

ROMA. Gli europei non sono piùsoltanto grandi consumatori dimarijuana, ma ormai se laproducono «in casa». Unacoltivazione a «misura variabile»,che può andare dalle grandipiantagioni alle piantine sul balconedi casa, ma sembra ormai chel’Europa sia diventata uno deimaggiori produttori di «erba».Il dato emerge clamoroso dalla17.ma Relazione annuale 2012dell’Osservatorio europeo delledroghe (Oedt), che ha realizzatoun’ampia analisi del mercato dellacannabis, la droga illegale piùconsumata in Europa. Il rapportofotografa un consumatore europeoche per eccitarsi e stimolarsi usa ditutto, anche polveri e pillole di cuinon conosce la composizione, eche invece consuma meno droghe

tradizionali come eroina e cocaina.Da segnalare poi un ritorno in augedell’Mdma (il componente più notodel gruppo di droghe ’ecstasy’), uncontinuo e incessante afflusso dinuove sostanze quasi sempresintetiche, un record dei negozionline che vendono droghe «legali»,un allarme antrace tra chi consumaeroina. La cannabis consumataquotidianamente da circa 3 milionidi europei (15-64 anni), circa 23milioni di persone l’ha usatanell’ultimo anno. Si conferma latendenza alla stabilizzazione o calodel consumo tra i giovani adulti(15-34 anni). Alle importazioniviene sempre più sostituita laproduzione "locale". Ma resta lacocaina la droga stimolante piùconsumata in Europa (4 milionil’hanno usata nell’ultimo anno), ma

la sua popolarità e l’immagine di«droga di status» appaiono indeclino. Italia, Danimarca, Irlanda,Spagna e Regno unito, i cinque Paesicon i più alti livelli di consumo,registrano un calo nell’ultimo annitra i giovani adulti. Calano anche ilnumero e i quantitativi di cocainasequestrati.. Drastico calo ancheper l’eroina, soprattutto quellainiettata: i consumatori regolari dieroina sono stimati in circa 1,4milioni. Quasi ogni settimana vienepoi scoperta una nuova droga. Ed èrecord di negozi online chevendono prodotti psicoattivi aiconsumatori europei. L’Oedt haindividuato nel 2012 un numerorecord di 693 negozi online chevendono prodotti psicoattivi aiconsumatori europei, in aumentorispetto ai 170 del 2010.

Rapporto dell’Osservatorio di Lisbona: pillole e polveri sintetiche vengono sempre più spesso acquistate on line

Droga, europei consumatori e “produttori”NAPOLI 64 32 9 70 87

PALERMO 70 71 54 59 32

ROMA 25 35 82 68 44

TORINO 76 81 21 69 48

VENEZIA 72 53 12 49 78

BARI 86 71 23 90 8

CAGLIARI 65 4 51 15 82

FIRENZE 57 61 51 11 21

GENOVA 75 5 78 7 80

MILANO 14 82 49 75 23

ESTRAZIONI DEL 15-11-2012

SUPERENALOTTO:12 - 24 - 53 - 66 - 74 -83 n. jolly 86

RUOTA NAZIONALE44 54 48 8 84

Numero SUPERSTAR: 6910eLOTTO

4-5-14-23-25-32-35-53-57-6164-65-70-71-72-75-76-81-82-86

VENERDÌ16 NOVEMBRE 2012 15

I NUMERI

240MILA TONNELLATEI VESTITI SCARTATI OGNI ANNOIN ITALIA

4 I CHILI PRO CAPITE

40 LE DIOCESI COINVOLTE NEL PROGETTO

50 LE COOPERATIVE SOCIALI

puntare. Diventerà operativoun gestore unico, vorremmopromuovere le esperienze nonprofit che rispettano legalità,ambiente e con valenzasociale».L’Italia in cerca di lavoro, anchese non manca di bastonarlo,dovrebbe guardare conattenzione alla capacitàd’impresa del terzo settore.