Come e dove si rivolgono gli italiani per il disagio psichico
Coordinatrice della ricerca: Brunella GasperiniElaborazione Dati: Massimo Galimi
Sondaggio- Settembre 2012
1. Obiettivi
indagare come gli italiani affrontano e trattano il disagio psichico;
Esplorare se il modo di vivere e dare risposta al disagio cambia in relazione alle diverse variabili;
Conoscere se il disagio trova risposte soddisfacenti nelle offerte sanitarie esistenti;
Valutare l’accettazione da parte della popolazione dell’introduzione di uno psicologo nello studio del medico di base.
Interviste rivolte telefonicamente ad un campione statisticamente significativo di 1000 individui maggiorenni in settembre 2012
Domanda 1 “Quante volte nell’ultimo anno ha consultato un medico di
qualunque tipo? (medico di base, specialisti, omeopata escluso dentista)”
2. Analisi dei dati
Media: 5,63
M 4,6
F 6,3
Al crescere del titolo di studio, diminuisce la frequenza di consultazione:Licenza elementare e media: 7,1;Laurea: 3,8;
Al crescere dell’età aumenta la frequenza di consulto
Deboli utilizzatori (0 a 5 volte)
58%
Medi utilizzatori (6 a 12 volte)
22%
Forti utilizzatori (più di 12 volte)
8%
Non risponde: 12%
Domanda 2: “Quanto è rimasto/a soddisfatto/a delle risposte che ha
ricevuto?”
2. Analisi dei dati
La soddisfazione ricavata dal consulto medico è largamente apprezzata. L’80% del campione si dichiara soddisfatto. Le donne risultano un po’ più soddisfatte degli uomini.Per quanto riguarda la distribuzione geografica, nel Nord le persone esprimono maggiormente soddisfazione rispetto al Sud. Coloro che posseggono un titolo di studio inferiore – che sono risultati anche i maggiori consumatori di prestazione medica– risultano anche più soddisfatti. Di contro i laureati lo sono sensibilmente di meno.
Grado di soddisfazione % F MMolto-Abbastanza 79,8 85,2 79,1Poco-Per niente 9,9 10,0 10,3Non risponde 10,3 4,8 10,6Totale 100,0 100,00 100,00
Domanda 3: Se pensa invece ad un periodo un po’ più lungo, le è capitato
di vivere un momento di difficoltà di una certa importanza?
2. Analisi dei dati
Il 60% del campione ha dichiarato di aver vissuto, o di vivere, situazioni di particolare difficoltà sul piano psicologico, familiare o di lavoro. Sono le donne ad esprimere maggiormente questi problemi rispetto agli uomini.
Risposta % F MSì 60,3 65,6 56,9No 35,9 34,0 43,1
Non risponde 3,8 0,4 0,0Totale 100,0 100,00 100,00
Domanda 3: Se pensa invece ad un periodo un po’ più lungo, le è capitato
di vivere un momento di difficoltà di una certa importanza?
2. Analisi dei dati
L’espressione del disagio è maggiore nelle regioni del sud Italia.
Risposta % Nord Centro SudSì 60,3 57,2 54,7 67,4No 35,9 36,9 41,6 31,4
Non risponde 3,8 5,9 3,7 1,2Totale 100,00 100,00 100,00 100,00
Domanda 3: Se pensa invece ad un periodo un po’ più lungo, le è capitato
di vivere un momento di difficoltà di una certa importanza?
2. Analisi dei dati
Per le fasce di età, l’espressione delle difficoltà di vita caratterizza soprattutto le età di mezzo. Come di vede in tabella, infatti, dai 25 anni fino ai 54 anni si concentrano le percentuali più alte di coloro che lamentano momenti difficili. Fenomeno che invece decresce progressivamente nelle età più avanzate. Un dato sul quale soffermarsi è quello riferito ai giovanissimi che appaiono incapaci di esprimere le difficoltà, solo il 20% di loro dichiara di avere problemi.
Risposta
dai 18 ai 24 anni
dai 25 ai 34 anni
dai 35 ai 44 anni
dai 45 ai 54 anni
dai 55 ai 64 anni
dai 65 ai 74 anni
oltre i 74 anni
Sì 20,0 72,7 73,2 71,1 65,4 53,9 43,5
No 80,0 27,3 25,6 28,9 34,6 46,1 56,5
Non risponde 0,0 0,0 1,2 0,0 0,0 0,0 0,0
Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00
Domanda 3: Se pensa invece ad un periodo un po’ più lungo, le è capitato
di vivere un momento di difficoltà di una certa importanza?
2. Analisi dei dati
L’espressione del malessere aumenta all’aumentare della scolarità, tanto che sono soprattutto i laureati ad esprimerlo.
Risultano meno propensi ad esplicitare le proprie difficoltà le persone con livelli di scolarità inferiore.
RispostaElementari-
MedieDiploma
SuperioreLaurea e
oltreSì 53,6 67,3 68,6No 45,8 32,7 31,4Non risponde 0,6 0,0 0,0Totale 100,00 100,00 100,00
Domanda 4: ”Se sì, quali tipi di problemi?”
2. Analisi dei dati
I diversi problemi denunciati sono stati raggruppati in 3 categorie: “problemi di salute” “problemi familiari” “problemi di lavoro”
Tipo di problema % F M
Familiare 37,7 39,9 34,5
Salute 38,9 46,3 24,6
lavoro-economico 33,8 25,4 49,7
Totale * domanda a risposte multiple 110,5 111,6 108,8
In generale, i problemi denunciati sono soprattutto relativi alla salute - il 39% -, a seguire quelli di tipo familiare – il 38% - e di lavoro – il 34% -.
I maschi esplicitano maggiormente problemi di lavoro mentre le donne sono concentrate sulla salute.
Domanda 4: ”Se sì, quali tipi di problemi?”
2. Analisi dei dati
Il lavoro è problema principale dai 25 ai 44 anni, il problema salute aumenta con l’avanzare dell’età, mentre i problemi familiari scendono con gli anni. Anche in questo caso l’attenzione è attratta dai dati della fascia di età tra i 18 e i 24 anni. Ci stiamo riferendo al 20% dei giovanissimi che hanno ammesso di avere difficoltà di vita: questo sottocampione risulta completamente disinteressato al problema lavoro, pochissimo alla salute e rivolge le lamentele prettamente all’ambito familiare.
Tipo di problemadai 18 ai 24 anni
dai 25 ai 34 anni
dai 35 ai 44 anni
dai 45 ai 54 anni
dai 55 ai 64 anni
dai 65 ai 74 anni
oltre i 74
anni
Familiare 85,7 48,8 39,0 36,8 37,0 34,0 15,4
Salute 14,3 14,6 28,6 38,5 43,2 58,0 84,6
lavoro-economico 0,0 58,5 47,6 33,3 27,2 8,0 2,6
Totale * domanda a risposte multiple 100,0 122,0 115,2 108,5 107,4 100,0 102,6
Domanda 4: ”Se sì, quali tipi di problemi?”
2. Analisi dei dati
Per quanto riguarda il titolo di studio, si rileva una diversa tendenza ad interpretare il disagio: i più istruiti lo esprimono maggiormente in termini emotivi concentrandosi sui problemi familiari – oltre che sulle prevedibili difficoltà lavorative-, mentre coloro che posseggono un titolo di studio inferiore segnalano in prevalenza problemi di salute, leggendo il disagio prettamente in termini fisici.
Tipo di problemaElementari-
MedieDiploma
Superiore Laurea e oltre
Familiare 37,8 36,6 43,8
Salute 48,3 35,8 28,8
lavoro-economico 23,1 35,8 48,8
Totale 109,1 108,2 121,3
Domanda 5: “Le è capitato, sempre negli ultimi anni, di avere disturbi tipo
insonnia, ansia, tristezza, colite, mal di testa?”
2. Analisi dei dati
Anche in questo caso, a livello generale, si rileva una diffusione pronunciata per questo tipo di disturbi. Il 67% degli intervistati dichiara di soffrirne. Sono soprattutto donne.
% F MSì 67,0 75,9 59,7No 28,7 23,8 40,3Non risponde 4,3 0,3 0,0Totale 100,0 100,0 100,0
Domanda 5: “Le è capitato, sempre negli ultimi anni, di avere disturbi tipo
insonnia, ansia, tristezza, colite, mal di testa?”
2. Analisi dei dati
25-54 anni è la fascia di età più interessata da questi disturbi, al salire delle età invece si nota una contrazione delle percentuali. Da notare come sale la percentuale per questo tipo di disturbi tra i giovanissimi (62% dei Sì vs 38% dei No) rispetto alla difficoltà di vita esplicitata nella domanda precedente (20% di Sì vs 80% dei No).
Risposta
dai 18 ai 24 anni
dai 25 ai 34 anni
dai 35 ai 44 anni
dai 45 ai 54 anni
dai 55 ai 64 anni
dai 65 ai 74 anni
oltre i 74
anniSì 61,8 79,9 80,4 74,7 65,4 56,3 58,3No 38,2 20,1 18,5 25,3 34,6 43,8 41,7
Non risponde 0,0 0,0 1,2 0,0 0,0 0,0 0,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Domanda 6: Quali sono nello specifico i disturbi di cui soffre(o ha sofferto)?
2. Analisi dei dati
I disturbi più lamentati in generale sono di ordine fisico. Appartengono al 46% della popolazione. I maschi confessano prevalentemente problemi fisici e pochissimo quelli psicologici mentre le donne si distribuiscono più equamente nelle 3 classi di disturbo.
Tipo di disturbi % F M Fisici 46,1 40,8 56,7
fisici+ psicologici 27,8 29,1 25,3 Psicologici 26,0 29,9 18,0 altri 0,2 0,2 0,0
Totale 100,0 100,0 100,0
Domanda 6: Quali sono nello specifico i disturbi di cui soffre(o ha sofferto)?
2. Analisi dei dati
Affrontando la distribuzione del disturbo per la variabile età, si nota che i problemi fisici sono i più esplicitati in tutte le classi rispetto a quelli psicologici. Per i giovani tra i 18 e 24 anni in particolare è il disturbo fisico quello più sentito (61%), esprimono pochissima difficoltà invece sul versante psicologico.
tipo di disturbi
dai 18 ai 24 anni
dai 25 ai 34 anni
dai 35 ai 44 anni
dai 45 ai 54 anni
dai 55 ai 64 anni
dai 65 ai 74 anni
oltre i 74 anni
Fisici 60,7 42,0 41,8 49,6 45,4 47,2 44,8
fisici+ psicologici 17,9 36,0 32,0 27,1 25,8 20,8 24,1
Psicologici 21,4 22,0 25,4 23,3 28,9 31,9 31,0 altri 0,0 0,0 0,8 0,0 0,0 0,0 0,0Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
C’è correlazione tra difficoltà di vita vissute e disturbi fisici e psicologici
accusati?
2. Analisi dei dati
I dati indicano chiaramente che chi vive momenti di difficoltà accusa poi maggiormente disturbi fisici e psicologici: l’83% dei casi coincide.
Negli ultimi anni le è capitato di avere disturbi tipo insonnia, ansia, colite, mal di testa?
Negli ultimi anni le è capitato di vivere un momento difficili sul piano psicologico, familiare, di lavoro Sì No
Non risponde Totale
Sì 83,1 16,2 0,7 100,0
No 47 52,1 0,9 100,0
Non risponde 0 0,0 100,0 100,0
Domanda 7: Quanto ritiene che questi disturbi abbiano influito
(influiscano) sulla sua vita?
2. Analisi dei dati
La consapevolezza delle ripercussioni del disagio “psicosomatico” sulla propria vita sembra appartenere ad una discreta maggioranza della popolazione. E’ il 64% del campione a sentirsene condizionato.
Risposta % F M
Molto-Abbastanza 63,7 67,9 54,9
Poco-Per niente 34,5 31,4 41,1
Non risponde 1,8 0,7 4,0
Totale 100,0 100,0 100,0
Domanda 7: Quanto ritiene che questi disturbi abbiano influito
(influiscano) sulla sua vita?
2. Analisi dei dati
Soprattutto nelle età adulte si acquista questa consapevolezza. I giovanissimi, pur lamentando sintomi (62%, domanda 5) sono coloro che dichiarano in prevalenza di non risentirne.
Risposta
dai 18 ai 24 anni
dai 25 ai 34 anni
dai 35 ai 44 anni
dai 45 ai 54 anni
dai 55 ai 64 anni
dai 65 ai 74 anni
oltre i 74
anni
Molto-Abbastanza 20,6 57,5 70,1 69,7 60,6 64,9 72,7
Poco-Per niente 79,4 40,7 29,9 29,7 35,6 32,4 22,7
Non risponde 0,0 1,8 0,0 0,7 3,8 2,7 4,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Domanda 8: “Per questi problemi che mi sta dicendo, ha consultato
qualcuno in termini professionali ?”
2. Analisi dei dati
La maggioranza degli italiani, come abbiamo visto, denuncia difficoltà di vita e disturbi di diversa natura, è convinta che tali disturbi abbiano conseguenze sulla vita e, sempre nella stessa percentuale, non fa niente per prendersene cura. Il 59% degli intervistati, infatti, non cerca aiuto per i disagi di cui si lamenta. I più trascurati in questo senso risultano i maschi e i residenti nel sud Italia.
Richiesta di aiuto % F M
Sì 40,0 45,9 27,7
No 58,7 53,2 69,2
Non risponde 1,3 0,9 3,1
Totale 100,0 100,0 100,0
Domanda 8: “Per questi problemi che mi sta dicendo, ha consultato
qualcuno in termini professionali ?”
2. Analisi dei dati
Nella variabile età risaltano le persone tra i 18 e 24 anni. Questa fascia di età – nella quale se c’è disagio è in fase iniziale e sarebbe più utile intervenire -, risulta la più restia a chiedere aiuto.
Richiesta di aiuto
dai 18 ai 24 anni
dai 25 ai
34 anni
dai 35 ai 44 anni
dai 45 ai 54 anni
dai 55 ai 64 anni
dai 65 ai 74 anni
oltre i 74
anni
Sì 14,7 29,2 41,6 46,9 50,0 37,8 37,9
No 85,3 69,0 56,9 52,4 46,2 60,8 60,6
Non risponde 0,0 1,8 1,5 0,7 3,8 1,4 1,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Domanda 9: “Chi ha consultato?”
2. Analisi dei dati
L’esperto più accreditato per cercare risposte risulta il medico specialista. La metà della popolazione si orienta verso un’assistenza sanitaria di tipo biologico.Lo psicologo/psicoterapeuta recluta un’utenza di circa il 20%.La categoria altro è molto cara ai giovanissimi (40% di scelte) contiene: farmacista, counselor, mago.Gli uomini prediligono risposte di tipo organico indirizzandosi verso il medico specialista o di base. Le donne invece si dividono in modo abbastanza omogeneo rivelandosi disponibili a prendere in considerazione gli aspetti mentali e non solo fisici del disagio.
Esperto consultato % F M
Medico di base 25,9 24,8 30,6
Medico specialista 30,4 26,2 45,2
Psichiatra 4,8 6,3 0,0
Neurologo 11,9 12,1 9,7
Psicologo/psicoterapeuta 19,3 21,8 9,7
Altro 7,8 8,7 4,8
Totale 92,2 91,3 95,2
Domanda 9: “Chi ha consultato?”
2. Analisi dei dati
Si può osservare come la richiesta di aiuto si distribuisca diversamente per zona geografica. Al nord si va di più dal medico specialista. Nelle regioni centrali dove lo psicologo è più “utilizzato” che nelle altre zone, risulta ridotto l’uso del medico di base. Al sud, invece, è molto considerato il neurologo, al pari più o meno del medico di base.
Esperto consultato % Nord Centro Sud
Medico di base 25,9 29,8 21,6 23,2
Medico specialista 30,4 36,3 27,5 24,2
Psichiatra 4,8 4,0 7,8 4,2
Neurologo 11,9 4,8 9,8 22,1
Psicologo/psicoterapeuta 19,3 16,1 23,5 21,1
Altro 7,8 8,9 9,8 5,3
Totale 92,2 91,1 90,2 94,7
Domanda 9: “Chi ha consultato?”
2. Analisi dei dati
A rivolgersi allo psicologo-psicoterapeuta sono soprattutto gli adulti tra i 35 e i 54 anni mentre gli anziani chiedono l’aiuto del neurologo. I giovanissimi (18-24 anni) si rivolgono al medico specialista nel 40% dei casi, allo psicologo nel 20% e nel significativo 40% alla categoria “misteriosa” Altro.
Esperto consultato
dai 18 ai 24 anni
dai 25 ai 34 anni
dai 35 ai 44 anni
dai 45 ai 54 anni
dai 55 ai 64 anni
dai 65 ai 74 anni
oltre i 74
anni
Medico di base 0,0 36,4 26,3 19,1 21,2 46,4 24,0
Medico specialista 40,0 21,2 26,3 30,9 38,5 21,4 44,0
Psichiatra 0,0 0,0 5,3 10,3 0,0 3,6 8,0
Neurologo 0,0 3,0 3,5 13,2 11,5 25,0 24,0
Psicologo/psicoterapeuta 20,0 30,3 22,8 23,5 19,2 3,6 0,0
Altro 40,0 9,1 15,8 2,9 9,6 0,0 0,0
Totale 60,0 90,9 84,2 97,1 90,4 100,0 100,0
Domanda 10: “Rispetto alla sua esperienza, come valuta l'offerta di
assistenza psicologica da parte dei servizi pubblici e/o convenzionati (se
l’ha avuta)?”
2. Analisi dei dati
In questo caso il dato è relativo ad un sottocampione costituito da persone che hanno avuto modo di utilizzare un servizio dedicato all’assistenza psicologica pubblica. La valutazione sui servizi pubblici non è molto positiva. Come si nota, solo il 36% si esprime favorevolmente mentre un significativo 41% ne è insoddisfatto. Risultano sempre più esigenti le donne che esprimono la loro insoddisfazione in modo più marcato. Da non sottovalutare il 23% del campione che preferisce non esporsi.
Soddisfazione utenza % F M
Molto-Abbastanza adeguata 36,0 33,3 50,0
Poco-Per niente adeguata 40,7 45,2 16,7
Non risponde 23,3 21,4 33,3
Totale 100,0 100,0 100,0
Domanda 11: “Se un giorno andasse per una visita dal suo medico di base
e trovasse uno psicologo seduto accanto a lui ad ascoltarla, quanto
troverebbe la cosa utile e opportuna?”
2. Analisi dei dati
L’idea di poter usufruire di un’assistenza psicologica di facile accesso, con la presenza di uno psicologo nello studio del proprio medico di base è stata accolta positivamente dal 69% degli intervistati. Risultano più disponibili ad un aiuto psicologico offerto insieme a quello medico le donne – ne sono in generale anche le maggiori utilizzatrici - ma rimane comunque un’ipotesi ben accolta in tutte le classi di età.
Risposta % Nord Centro Sud
Molto-Abbastanza 69,1 70,0 63,4 71,1Poco-Per niente 28,9 27,4 35,0 27,4Non risponde 2,0 2,6 1,6 1,5Totale 100 100,00 100,00 100,00
Domanda 11: “Se un giorno andasse per una visita dal suo medico di base
e trovasse uno psicologo seduto accanto a lui ad ascoltarla, quanto
troverebbe la cosa utile e opportuna?”
2. Analisi dei dati
Una piccola flessione nei dati riferiti al centro Italia può essere attribuita al fatto che nelle regioni centrali, come abbiamo visto, le persone sono più abituate a consultare lo psicologo, esiste anche una maggiore offerta soprattutto a livello privato, per cui la proposta medico-psicologo può essere vista come eventualità non indispensabile.
Risposta % Nord Centro Sud
Molto-Abbastanza 69,1 70,0 63,4 71,1
Poco-Per niente 28,9 27,4 35,0 27,4Non risponde 2,0 2,6 1,6 1,5Totale 100 100,00 100,00 100,00
Domanda 11: “Se un giorno andasse per una visita dal suo medico di base
e trovasse uno psicologo seduto accanto a lui ad ascoltarla, quanto
troverebbe la cosa utile e opportuna?”
2. Analisi dei dati
Per quanto riguarda le fasce di età, a parte gli over 74 per i quali affiora perplessità, la possibilità di un servizio psicologico risulta ben accolta dalle persone di tutte le età. I giovanissimi, riluttanti a farsi aiutare per i loro disagi, riservano invece per questa proposta una buona accoglienza: il 62% di loro la ritiene una cosa utile.
Rispostadai 18 ai 24 anni
dai 25 ai 34 anni
dai 35 ai 44 anni
dai 45 ai 54 anni
dai 55 ai 64 anni
dai 65 ai 74 anni
oltre i 74 anni
Molto-Abbastanza 61,8 81,3 74,4 63,7 75,2 71,9 47,2
Poco-Per niente 34,5 16,5 23,2 35,8 24,2 25,8 48,1
Non risponde 3,6 2,2 2,4 0,5 0,7 2,3 4,6
Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00
Lo studio ha rilevato:forme di disagio piuttosto diffuse nella popolazione italiana, relative a tutte le età,
espresse attraverso indicatori di diverso tipo come difficoltà di vita e disturbi
“psicosomatici”.l’emergere di una situazione di disagio piuttosto diffuso al quale corrisponde
un’incapacità marcata delle persone, soprattutto i più giovani, a tradurlo in una
richiesta di aiuto; lo spostamento di bisogni di assistenza di tipo psicologico sulle figure del medico di
medicina generale o del medico specialista, sui quali ricade così la gestione della cura
della salute mentale; un’insoddisfazione dei servizi pubblici dedicati alla salute mentale da parte
dell’utenza;un ampio consenso sulla possibilità di uno “psicologo di base”, con accesso diretto
per tutti, nello studio del medico di riferimento.
3. Conclusioni
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