CIVILTA’ CRETESE
Va dal 2300 al 1200 a.c.
POSIZIONE GEOGRAFICA: Creta è al centro del Mar Egeo, territorio
montuoso, clima mite, vegetazione rigogliosa. Dalle sue rive era possibile
raggiungere facilmente Grecia, Palestina, Egitto. Le molte isolette che la
circondano erano utili come approdi in caso di necessità.
PROBLEMA DELLE FONTI: La scrittura che venne utilizzata a Creta non
è stata ancora del tutto decifrata. La maggior parte delle cose riguardo i
cretesi le sappiamo da: reperti, resti architettonici e da ciò che scrissero
gli altri popoli di loro.
LE 3 SCRITTURE: L'archeologo Arthur Evans scoprì e classificò 3 tipi di
scritture
GEROGLIFICA (la più antica),
Ci sono 241 simboli impressi sul disco, dei quali 45 unici. Molti di questi 45
segni rappresentano cose quotidiane facilmente identificabili. In aggiunta
a questi, c'è una piccola linea diagonale che si verifica sotto il segno finale
in un gruppo per un totale di 18 volte. Il disco mostra tracce di correzioni
fatte dallo scriba in diversi punti. I 45 simboli furono enumerati da
Arthur Evans da 01 a 45, e questa numerazione è diventata il riferimento
convenzionale usato dalla maggior parte dei ricercatori.
Nella tabella sottostante, i "nomi" del carattere, come forniti da Louis
Godart (1995) sono in maiuscolo; dove viene considerata altra descrizione
o elaborazione, essi sono in minuscolo.
№ Segno UCS
SEGNO DEL DISCO DI FESTO (Godart e il nome UCS)
Descrizione Conteggi Osservazioni
01
� PEDESTRE figura di un uomo che marcia 11
02
� TESTA PIUMATA testa di uomo con elmo ornato di pennachio
19 i simboli più frequenti, sempre iniziale di parola
03
� TESTA TATUATA una testa calva di profilo, con "tatuaggio" o gioielli sulla guancia
2
04
� PRIGIONIERO una figura umana in piedi con braccia legate
1
05
� BAMBINO
1
06
� DONNA
4
07
� ELMO un simbolo a forma di campana
18
08
� GUANTO pugno con cesto o nave con VELA QUADRA (vista di fronte)
5
09
� TIARA
2
10
� FRECCIA
4 soltanto sul lato A
11
� ARCO
1
12
� SCUDO
17 12 volte nel gruppo 02-12
13
� CLAVA
6
14
� MANETTE
2
15
� PICCONE
1
16
� SEGA coltello 2
17
� COPERCHIO strumento per tagliare il cuoio
1
18
� BOOMERANG angolo da falegname 12
19
� PIANO DA FALEGNAME forma a Y 3 soltanto sul lato A
20
� DOLIUM vaso con manico 2
21
� PETTINE Pianta di palazzo? Knossos Plan
2
22
� FIONDA o TUNICA ROVESCIATA
doppio flauto 5 soltanto sul lato B
23
� COLONNA martello con la testa quadrata 11
24
� ALVEARE edificio simile alla pagoda 6
25
� NAVE
7
26
� CORNO di bue 6
27
� PELLE di animale, probabilmente di un bue
15
28
� ZAMPA DI TORO zampa di bue 2
29
� GATTO testa di animale del genere dei felini
11
30
� ARIETE testa di pecora con corna 1
31
� AQUILA uccello volante 5 soltanto sul lato A
32
� COLOMBA colomba ritta sulle zampe 3
33
� TONNO pesce (scombro o tonno comune, Thunnus thynnus)
6
34
� APE insetto, probabilmente un'ape
3
35
� PLATANO segno di pianta o albero; il platano orientale (Platanus orientalis)
11
36
� VITE ramo d'olivo 4 soltanto sul lato B
37
� PAPIRO pianta con un fiore a forma di ventaglio
4
38
� ROSETTA margherita o stella-anemone; fiore ad otto petali
4
39
� GIGLIO fiore di zafferano, a forma di Ψ
4
40
� POSTERIORE DI BUE
6
41
� FLAUTO
2
42
� GRATTUGIA
1
43
� COLINO triangolo con granulazione interna
1
44
� PICCOLA ASCIA
1
45
� STRISCIA ONDEGGIANTE acqua 6
LINEARE A (non del tutto decifrata),
Lineare A
LINEARE B (decifrata).
Lineare B
I CRETESI: originari dell'Anatolia (regione della Turchia) erano piuttosto
bassi e scuri di pelle (lo si è saputo dalle raffigurazioni pittoriche). la loro
civiltà si chiama minoica per il re Minosse che li governò. I primi
insediamenti sull'isola risalgono al Paleolitico.
ECONOMIA:
coltivavano grano, orzo, veccia e ceci, compresi uva, fichi, olivi, non esclusi
i papaveri, per i semi e forse, l'oppio. I minoici addomesticarono le api, e
adottarono il melograno e la cotogna dal Vicino Oriente, quantunque non i
limoni e gli aranci come si è spesso pensato. I minoici svilupparono una
policoltura mediterranea, la pratica di far crescere più di una coltura allo
stesso tempo, e, come risultato della loro dieta più varia e sana, la
popolazione incrementò. Questo metodo agricolo teoricamente
manterrebbe la fertilità del suolo, come pure offre protezione contro
scarsi raccolti di ogni singola coltura. Inoltre, le tavolette in lineare B
indicano l'importanza della coltivazione del frutteto (vale a dire, fichi,
olivi e viti) nelle colture lavorate per la resa di "prodotti secondari". Il
processo del vino che fermenta dall'uva è probabile sia stato un interesse
dell'economia del "palazzo", a causa del quale tali beni di prestigio
sarebbero stati importanti materie prime per il commercio come pure
elementi culturalmente significativi di consumo. Allo stesso modo, è
verosimile che il consumo di costosi prodotti d'oro esotici avrebbero
giocato un ruolo nella presentazione ed articolazione del potere politico
ed economico.
I contadini usavano aratri di legno, con il cuoio che avvolgeva
l'impugnatura in legno, e tirati da un paio di asini o buoi.
allevavano bestiame, pecore, maiali e capre.
Molti boschi sull'isola = legname.
Divennero abili navigatori e commercianti.
Erano anche abili pescatori che assieme al pesce apprezzavano i molluschi
Costruirono barche sottili e molto veloci e scambiarono merci con tutti i
popoli dell'Egeo. Con loro si parla di talassocrazia, cioè dominio assoluto
del mare (talassos=mare, cratòs=potere).
LE CITTA' CRETESI= prosperando economicamente i cretesi fondarono
molte città e costruirono bellissimi palazzi. Il potere era concentrato
nelle mani del governo. Le città cretesi non avevano mura difensive perché
erano un popolo pacifico e, inoltre, avevano un'ottima flotta come difesa.
Omero documentò una tradizione, ovvero che Creta avesse novanta città.
L'isola fu probabilmente divisa in almeno otto unità politiche durante il
culmine del periodo minoico e in differenti stadi nell'età del bronzo. Il
nord si pensava fosse stato governato da Cnosso, il sud da Festo, la parte
centro-orientale da Malia, mentre la punta orientale da Kato Zakros e
l'ovest da Canea. Palazzi più piccoli sono stati trovati in altri luoghi.
Palazzi
Cnosso - Il più grande sito archeologico dell'età del bronzo a Creta;
fu acquistato per gli scavi da Evans il 16 marzo del 1900.
Festo - la seconda costruzione palaziale più grande sull'isola,
scavata dalla scuola italiana quasi subito dopo Cnosso
Malia - Conseguito da scavi francesi, un centro palaziale molto
interessante che permette di capire lo sviluppo dei palazzi nel
periodo protopalaziale
Kato Zakros - un sito palaziale scavato da archeologi greci
all'estremità orientale dell'isola. Questo viene riferito anche come
"Zakro" nella letteratura archeologica.
Galatas - Il sito palaziale confermato più recentemente
Il centro economico e politico di Creta erano i palazzi. Gli affreschi
ritrovati nei palazzi (come nel caso di Cnosso) ci mostrano scene di
cerimonie religiose, processioni, gare tra atleti (la più famosa era quella
del salto del toro) dove anche le donne potevano parteciparvi come anche
in veste di sacerdotesse e nelle processioni; ed elementi naturalistici.
I primi palazzi furono costruiti alla fine del periodo dell'antico minoico
nel terzo millennio a.C. (Malia). Mentre precedentemente si credeva che la
fondazione dei primi palazzi fosse sincrona e datata al medio minoico,
intorno al 2000 a.C. (la data del primo palazzo a Cnosso), gli studiosi ora
pensano che i palazzi fossero stati costruiti durante un periodo di tempo
più lungo in differenti località, come risposta allo sviluppo locale. I
principali palazzi più antichi sono Cnosso, Malia e Festo. Alcuni degli
elementi documentati nei 'palazzi' del medio minoico (Cnosso, Festo e
Mallia, per esempio) hanno precedenti negli stili più arcaici delle
costruzioni dell'antico minoico. Questi comprendono le variazioni dei
cortili occidentali, e lo speciale trattamento dato alla facciata
occidentale. Un esempio di ciò si può vedere nella cosiddetta "Casa sulla
collina" a Vasiliki, risalente al periodo dell'antico minoico II.
I palazzi soddisfano una pletora di funzioni: come centri di governo, uffici
amministrativi, santuari, officine e spazi per l'immagazzinamento (per es.,
cereali). Queste distinzioni sarebbero sembrate artificiose ai minoici.
L'uso del termine 'palazzo' (che significa residenza dinastica e centro di
potere) per quanto concerne i palazzi più antichi, recentemente è stato
sottoposto a critiche (vedi palazzo), proponendo di contro la definizione di
'edificio di corte'. Tuttavia, il termine originale è probabilmente troppo
bene arroccato per essere sostituito. Le caratteristiche architettoniche
come muratura di conci, ortostati, colonne, cortili aperti, scalinate (che
implicano piani superiori), e la presenza di diversi bacini sono stati usati
per definire l'architettura palaziale.
Spesso secondo le convenzioni meglio conosciute, i palazzi più recenti sono
stati utilizzati per ricostruire i vecchi, ma questa pratica può oscurare
differenze funzionali fondamentali. La maggior parte dei palazzi più
antichi aveva soltanto un piano e nessuna facciata caratteristica. Essi
erano a forma di U, con un grande cortile centrale, e generalmente erano
più piccoli dei palazzi successivi. I palazzi del tardo periodo sono
caratterizzati da edifici a più piani. Le facciate occidentali avevano muri
costituiti da conci di arenaria, come a Cnosso (l'esempio meglio
conosciuto).
Ulteriori convenzioni potrebbero includere magazzini, un orientamento
nord-sud, una stanza con pilastri, un sistema di Hall Minoica, una corte
occidentale, e vie d'entrata con piedritti e porte. L'architettura palaziale
nel primo periodo palaziale viene identificata dal suo stile così definito
'quadrato dentro un quadrato', mentre successivamente, le costruzioni
del secondo periodo palaziale incorporarono più divisioni interne e
corridoi.
Uno standard architettonico comune tra i 'palazzi' del medio minoico è
che essi sono allineati con la loro topografia circostante. La struttura
palaziale del MM di Festo sembra allinearsi con il monte Ida, mentre
quella di Cnosso con lo Juktas. Questi sono orientati lungo l'asse nord-
sud. Un ragione proposta per questo (orientamento) è il significato rituale
della montagna, dove numerosi santuari montani (spazi per rituali pubblici)
sono stati ivi scavati (come a Petsophas). I documenti materiali di questi
siti mostrano raggruppamenti di statuette d'argilla e attestazione di
sacrifici di animali.
Colonne
Uno dei più notevoli contributi che i minoici hanno dato all'architettura è
il loro tipo di colonna, unico, con una rastremazione, diciamo così, inversa,
ovvero: più larga alla sommità che alla base. Definita anche colonna
'invertita' per il fatto che la maggior parte delle colonne greche sono più
larghe alla base, dando in questo modo l'illusione di un'altezza maggiore.
Le colonne erano fatte di legno contrapposte alla pietra, ed erano
generalmente dipinte con colore rosso. Venivano impiantate sopra una
semplice base in pietra e sormontate da un ampio echino, come fosse di
per sé un capitello.
Ville
Un numero di recinti interpretati come 'Ville' sono stati scavati a Creta.
Queste strutture condividono molte caratteristiche con i palazzi centrali
dell'era neopalaziale (vale a dire, una notevole facciata occidentale, una
struttura per l'immagazzinamento e una 'Hall Minoica'), e possono
indicare un funzionamento similare, o delle imitazioni artistiche,
suggerendo che i loro occupanti fossero familiari con la cultura palaziale.
Queste ville sono spesso riccamente decorate (vedi gli affreschi della
Villa A di Haghia Triada).
VITA NEI PALAZZI: I palazzi dei sovrani erano molto grandi, pieni di
stanze dove vivevano e lavoravano moltissime persone. Venendo in
contatto con altre civiltà, e soprattutto con quella egizia, i cretesi
svilupparono il gusto per l'arte e la bellezza.
ARTE: si distingue per la vivacità dei colori. Dai dipinti sappiamo che la
popolazione (anche le donne!!) partecipava a giochi e spettacoli.
La collezione di arte minoica si trova al museo di Heraklion, vicino Cnosso
sulla riva nord di Creta. Poiché legno e tessuti sono scomparsi per
decomposizione, o in due grandi distruzioni di palazzi ed opere avvenute
tra il 1500 a.C. e il 1400 a.C., gli esempi più importanti sopravvissuti
dell'arte minoica sono dunque la ceramica, l'architettura palaziale con i
suoi affreschi i quali includono paesaggi, pietre incise, e pietre per sigilli
intagliate in modo complesso.
Perciò uno degli aspetti fondamentali della civiltà minoica è costituito
dall'attività artistica, che nella oreficeria, nella glittica e soprattutto
nella ceramica e nell'architettura raggiunse alti livelli di maestria.
Anche nell'architettura e negli affreschi dei palazzi l'arte minoica
espresse notevoli capolavori.
Sorti nel medio minoico come residenza del monarca i grandi palazzi di
Cnosso, Festo, Malia e Kato Zakros si sviluppavano intorno al grande
cortile rettangolare. Intorno ad essi sorgevano i nuclei abitativi, i
magazzini ed ambienti di servizio.
Nella fase neopalaziale si assiste ad una crescita verticale del palazzo,
con l'aggiunta di scalinate e propilei. Di questa fase ci sono pervenuti i
magnifici affreschi policromi che adornavano le pareti del palazzo con
motivi vegetali e figure umane o animali.
I gioielli
I gioielli durante questo periodo ebbero una straordinaria varietà sia per
l'uomo che per la donna. Comprendevano forcine ed altri ornamenti per i
capelli, orecchini, spesso grandi ed elaborati, bracciali per i polsi e le
caviglie, collari e collane di perline. Varie erano le pietre impiegate e tra
esse comparivano il cristallo di rocca (quarzo), l'ametista e la corniola.
Considerando i vari tesori ritrovati, sembrerebbe che a Creta l'oro fosse
più comune dell'argento, specialmente nel periodo dell'età del bronzo. La
gioielleria in oro e argento era lavorata a granulazione, a sbalzo, in grani e
in lamina, quest'ultima impiegata specialmente per i diademi usati per
fermare i capelli. Avevano degli anellini che infilavano nelle treccine per
reggerle.
Collana minoica d'oro
Ape d'oro con piccole sferule intarsiate in oro
Labrys minoica simbolica in oro
Collana minoica
Ceramica
La ceramica cretese passò attraverso tre fasi distinte: lo stile
geometrico dell'antico minoico fu sostituito da quello policromo detto di
Kamares, mentre la terza fase del medio e le prime due del tardo minoico
furono caratterizzate da uno stile naturalistico molto ricco di motivi
marini e vegetali.
Nel tardo minoico III si assiste ad una involuzione dell'arte ceramica,
testimoniata dal cosiddetto stile di palazzo.
Nell'antico periodo minoico la ceramica fu caratterizzata da motivi lineari
a spirali, triangoli, linee curve, croci, motivi a spina di pesce, e simili. Nel
periodo naturalistico del medio minoico venivano di solito disegnati pesci,
calamari, uccelli, e gigli. Nel tardo minoico, fiori e animali erano ancora le
forme più caratteristiche, ma la variabilità cresceva. Lo 'stile di palazzo'
della regione intorno a Cnosso è caratterizzata da una forte
semplificazione geometrica delle forme naturalistiche e pitture
monocromatiche. Molte e degne di nota sono le somiglianze tra il tardo
minoico e l'arte micenea. Gli affreschi furono la principale forma d'arte
durante questo periodo della cultura minoica, fondamentalmente i soli
documenti che noi abbiamo di questa civiltà.
Contenitori (periodo palaziale
antico)
Vaso, stile marino, 1500 a.C.
(periodo palaziale nuovo)
Contenitori, 1390-1070 a.C.
(periodo palaziale finale
Pittura
Affresco parietale a Cnosso, con delfini dipinti a motivo ornamentale
Mentre i pittori egiziani del tempo dipingevano le loro pitture murali con
la tecnica dell'"affresco a secco", i minoici utilizzavano un metodo di
pittura "vero" o "umido", permettendo ai pigmenti di metalli ed ossidi
minerali di legarsi bene al muro, mentre, allo stesso tempo, si richiedeva
un'esecuzione veloce. La natura di questa tecnica incoraggiò
l'improvvisazione, la spontaneità, e l'elemento accidentale. Poiché essi
dovevano lavorare dentro un tempo ristretto, mentre l'intonaco era in
fase di asciugamento, i pittori dovevano essere molto abili, e i loro colpi
fluidi di pennello si traducevano in leggiadri lineamenti caratteristici della
pittura minoica. Perciò, questo metodo di dipingere fu più appropriato per
momenti fluidi di vita e scene di natura che i minoici prediligevano,
contrastanti in maniera netta con la severa stilizzazione e stereotipia
tipica degli affreschi di altre culture del Mediterraneo del tempo.
Le figure degli affreschi minoici sono dipinte in pose naturali con
movimenti liberi che riflettono i rigori dell'attività in cui si cimentavano,
attitudine caratteristica di una cultura marinara abituata alla libertà di
movimento, alla limpidezza e al vigore.
Nel periodo medio III neopalaziale (1700-1600 a.C.) i minoici impararono
a dipingere con forme provenienti dagli ioni, i quali presero dai minoici le
rappresentazioni con il galoppare cavalli, motivi individuali (pesci), e
modalità di rappresentazione (rappresentazione di livelli territoriali). A
Creta adesso inizia a fiorire, in modo magnifico, un'arte formale più
naturalistica negli affreschi (scene di giardini, come il "raccoglitore di
crochi" e rappresentazione di fauna marina). Nella ceramica (dipinta di
bianco su sfondo scuro) appaiono forme (pesci) contigui ad elementi
ornamentali (spirali continue). Successivamente (1550-1450 a.C.) negli
ultimi prosperi palazzi, l'informazione della vita sociale e cortigiana viene
resa negli affreschi con l'imponente interpretazione di forme (scene di
giardini, celebrazioni, scene di danza, tori saltanti, sulle tazze di Vapheio
- Laconia -, scene sacrificali in templi localizzati su colline, eventi sportivi,
anche una scena militare). Eccellenti esempi di questo periodo sono la
Signora Minoica nota come "La Parigina" e il "Principe dei gigli" del palazzo
di Cnosso. Poco dopo il 1400 a.C. risale il famoso sarcofago di Aghia
Triada, il quale combina scene religiose minoiche e micenee.
La cosiddetta Parigina dal Museo Archeologico di Heraklion, circa 1400
a.C.
"Principe dei gigli"
Scultura e figure
Pochissime sculture della Creta minoica sono sopravvissute, poiché la
maggior parte di esse non erano monumentali, ma costituite invece di
piccoli manufatti dedicati a dei o re. Uno dei migliori esempi è la Dea dei
Serpenti la quale mostra molte stilizzazioni convenzionali con la divisione
geometrica del corpo e del vestito, mentre la sua posizione frontale ci
ricorda sculture di origine mesopotamica ed egiziana. Le braccia distese,
che tengono serpenti, aggiungono animazione alla sua posizione statica. La
statuetta sembra essere una dea o alta sacerdotessa, e il vestito copre il
corpo fino al suolo, mentre il fatto di lasciare il petto scoperto era tipico
dell'abbigliamento femminile minoico e viene ripetuto negli affreschi.
Alcuni di questi modelli furono conservati ri-formandoli e ri-dipingendoli,
subendo così diverse modifiche.
Una varietà di figure in ceramica, ossa, argilla e pietra sono state
recuperate dai siti minoici, molte delle quali sono state scavate da tombe
comuni e santuari montani. Sono stati documentati dipinti schematici di
individui umani e vari animali in diverse attitudini, sebbene a causa della
natura friabile dell'argilla cotta al forno, molti sopravvivono in frammenti
piuttosto che in forme integrali. Alcune di queste figure sono state
trattate con strati di pittura, in bianco e in nero, oppure ombreggiate in
rosso. È stato dimostrato che i profili visibili delle figure in argilla, con le
loro braccia sollevate o incrociate, potrebbero avere rappresentato una
tecnica usata da alcuni individui per giungere a uno stato alterato di
coscienza in concomitanza con gli stimoli sonori e luminosi.
Altre espressioni gestuali comuni si osservano nelle figure, incluso il
'saluto minoico' (vale a dire, un pugno si solleva alla fronte mentre l'altro
resta al fianco) e le 'mani sull'anca'. Quest'ultima attitudine viene spesso
rappresentata in una figura femminile alla quale vengono date numerose
interpretazioni: l'epifania (apparizione) di una divinità, un funzionario
religioso, e un adoratore. Comunque, per quanto riguarda il significato (se
ce n'è soltanto uno), è chiaro che gestualità e posture siano aspetti
importanti nella cultura palaziale e nel rituale minoico.
RELIGIONE:
La religione cretese era basata su una dea o un gruppo di dee,
probabilmente venerate sotto diversi aspetti, fra cui quello della Grande
Madre. Attributi della dea erano il serpente, simbolo legato alla terra, la
colomba, simbolo della fecondità, ed il leone.
Altri simboli sacri cretesi erano la labrys (doppia ascia) ed il toro (con le
sue corna di consacrazione), protagonista della leggenda del Minotauro e
della tauromachia. Ci sono inoltre la colonna, il disco solare e l'albero.
Mentre in epoca antica le cerimonie religiose si svolgevano in grotte sacre
o sulle montagne, dal XVII secolo furono delle sale dei palazzi ad essere
utilizzate come luoghi di culto. La dea cosiddetta madre rappresenta una
figura tipica in tutte le civiltà che si affacciavano sul Mar Mediterraneo e
veniva identificata con nomi differenti quali Astarte, Ishtar, Cibele, Rea,
Dictinna, e per questo motivo viene chiamata dagli studiosi "dea
veneranda". Oltre questi segni era considerato un simbolo sacro anche la
bipenne, un'ascia a due tagli.
I minoici dunque adoravano le dee. Sebbene ci siano prove di dei maschili,
le rappresentazioni di dee minoiche superano grandemente le
rappresentazioni di qualsiasi altra cosa che potrebbe essere considerata
un dio minoico. Mentre alcune di queste rappresentazioni di donne sono
state congetturate essere immagini di adoratrici e sacerdotesse
officianti alle cerimonie religiose, rispetto alla divinità stessa, sembra vi
siano molte dee che includono una Dea Madre della fertilità, una Signora
degli animali, una protettrice di città, la famiglia, il raccolto, e
l'oltretomba, e quant'altro. Alcuni hanno argomentato che queste sono
solo aspetti di una sola Grande Madre. Esse sono spesso rappresentate
dai serpenti, uccelli, papaveri, e una forma alquanto vaga di un animale
sopra la testa. Alcuni suggeriscono che la dea fosse collegata al così
definito "scuotitore di terra" (Earthshaker), un maschio rappresentato
dal toro e dal sole, il quale morirebbe ogni autunno per rinascere ad ogni
primavera. Sebbene il noto minotauro dalla testa di toro sia una
descrizione puramente greca, timbri e sigilli rivelano divinità con o
mascherate con la testa di uccello.
FINE DELLA CIVILTA’ CRETESE
La cosiddetta eruzione minoica sull'isola di Thera (attualmente Santorini
distante circa 100 km da Creta) avvenne durante il periodo 1600-1480 ac.
Questa eruzione fu una delle più grandi esplosioni vulcaniche mai accadute
nella storia della civiltà, emettendo approssimativamente 60 km³ di
materiale, con un indice di esplosività vulcanica pari a 6. L'eruzione
devastò il vicino insediamento minoico di Akrotiri su Santorini, che venne
sepolto sotto uno strato di pomice. È stato suggerito inoltre che
l'eruzione e i suoi effetti sulla civiltà minoica desse origine al mito di
Atlantide, attraverso i resoconti storici egiziani.
Si è inoltre creduto che l'eruzione colpì fortemente la cultura minoica di
Creta, sebbene l'estensione dell'impatto sia ancora dibattuta. Le prime
teorie proposero che la caduta di cenere provenienti da Thera, su metà
della Creta orientale, venisse a soffocarne la vegetazione, causando così
la fame nella popolazione locale. Tuttavia, dopo molti più esami sul campo,
questa teoria ha perduto credibilità, poiché venne determinato che ad
ogni modo non più di 5 mm di cenere cadde su Creta. Studi recenti, basati
sull'evidenza archeologica trovata a Creta, indicano che un immenso
tsunami, generato dall'eruzione di Thera, devastò le aree costiere di
Creta distruggendone molti degli insediamenti minoici. Il periodo del TM
IIIA (tardo minoico) è segnato dalla sua ricchezza (ricche tombe,
sepolture ed arte) e dall'ubiquità degli stili della ceramica di Cnosso.
Tuttavia, dal TM IIIB l'importanza di Cnosso come centro regionale, e
dei suoi 'ricchi' materiali, sembrano essere ormai in declino.
Resti significativi minoici sono stati trovati negli stati di cenere della
Thera del tardo minoico, implicando che l'eruzione di Thera non avesse
causato l'immediata crollo della civiltà dei minoici. I minoici erano una
potenza marinara e dipendevano in modo considerevole dalla loro flotta
navale mercantile per la loro sussistenza; l'eruzione di Thera causò perciò
significative privazioni economiche. Se questi effetti fossero stati
abbastanza estesi da scatenare lo sfacelo della civiltà minoica è ancora
una questione di acceso dibattito. La conquista micenea dei minoici si
verificò nel tardo minoico II, non molti anni dopo l'eruzione, e molti
archeologi congetturano che l'eruzione inducesse una crisi nella civiltà
minoica, permettendo perciò ai micenei una facile conquista dell'isola.
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