23/09/15
1
Cer$ficazione DITALS: la sezione C
Cosa faremo? ! Analizzeremo la stru;ura della prova e la bibliografia proposta
! Tracceremo il quadro di riferimento: approcci, metodi, teorie e
coordinate del processo di acquisizione/insegnamento delle lingue
! Sperimenteremo esempi di prove C
h;p://ditals.unistrasi.it/index.htm
Stru;ura dell'esame di I livello: ! A. Analisi guidata di materiali didaGci (punteggio minimo 18, massimo 30); ! B. Analisi e sfru;amento didaGco di un testo (punteggio minimo 18, massimo 30); ! C. Conoscenze glo;odidaGche di base e conoscenze specifiche in relazione ad un profilo di apprenden$ (punteggio minimo 24, massimo 40). La prova A e la prova B sono mirate al profilo scelto dal candidato. La sezione C prevede una valutazione delle conoscenze gloGodidaHche di base, accompagnata da un più approfondito esame delle competenze specifiche relaMve al profilo scelto dal candidato.
Stru;ura dell'esame di II livello: :
! A. Analisi di materiali didaGci (punteggio minimo 12, massimo 20); ! B. Costruzione di materiali didaGci (punteggio minimo 12, massimo 20); ! C. Conoscenze glo;odidaGche (punteggio minimo 24, massimo 40); ! D. Competenze glo;odidaGche orali (punteggio minimo 12, massimo 20).
L'esame valuta la competenza avanzata nell'insegnamento dell'italiano come lingua
straniera a qualsiasi profilo di apprendenM.
23/09/15
2
Bibliografie di riferimento (2014-‐15) h;p://ditals.unistrasi.it/17/40/Bibliografia_DITALS_I_livello.htm h;p://ditals.unistrasi.it/17/71/Bibliografia_DITALS__II_livello.htm
ESAME DITALS I livello -‐ TESTI DI RIFERIMENTO COMUNI A TUTTI I PROFILI ! Linguis$ca italiana: • D’ACHILLE P., L’italiano contemporaneo, Bologna, Il Mulino, 2010 • TRIFONE P., PALERMO M., Gramma0ca italiana di base, • Bologna, Zanichelli, 2007 • DidaGca delle lingue moderne: • BALBONI P.E., Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, Torino, UTET, 2011 (o edizioni • successive) • DidaGca dell’italiano L2: • DIADORI P., PALERMO M., TRONCARELLI D., Manuale di dida<ca dell’italiano L2, Perugia, Guerra, 2009 • DIADORI P. (cur.), Insegnare italiano a stranieri, Milano, Mondadori/Le Monnier, 2011 (nuova edizione aggiornata), pp. 35-‐67 [“Approcci metodi per l’insegnamento dell’italiano L2”] e pp. 322-‐430 [II parte “AspeH operaMvi”] • Il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER): • VEDOVELLI M., Guida all'italiano per stranieri. Dal 'Quadro comune europeo per le lingue' alla ‘Sfida salutare’, Roma, Carocci, 2010, pp. 27-‐146; 195-‐218 [capp. 1-‐5; 7]
PERCORSO DI STUDIO INIZ IALE MINIMO CONSIGLIATO PER LA PREPARAZIONE ALL’ESAME DITALS DI II LIVELLO: ! 1.PALERMO M., LinguisMca testuale dell’italiano, Bologna, Il Mulino, 2013 ! 2. SERIANNI L., ANTONELLI G., Manuale di linguis0ca italiana. Storia, aBualità , gramma0ca, Milano, Mondadori, 2011 ! 3. VEDOVELLI M., Guida all'italiano per stranieri. Dal Quadro comune europeo per le lingue alla ‘Sfida salutare’, Roma, Carocci, 2010 ! 4. DIADORI P., PALERMO M., TRONCARELLI D., Manuale di dida<ca dell’italiano L2, Perugia, Guerra, 2009 ! 5. DIADORI P. (cur.), Insegnare italiano a stranieri, Milano, Mondadori/Le Monnier, 2011 (nuova edizione aggiornata) ! 6. DIADORI P. , MICHELI P., Cinema e dida<ca dell’italiano L2, Perugia, Guerra, 2010 (pp.1903-‐291) ! 7. CONSIGLIO D'EUROPA, Common European framework of reference for languages (CEF). Learning, teaching, assessment, Cambridge, Cambridge University Press, 2001. Ed. it. Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Apprendimento insegnamento valutazione, trad. di F. Quartapelle e D. Bertocchi, Firenze, La Nuova Italia, 2002. Disponibile anche on line all’indirizzo hGp://culture.coe.fr/langues
! 8. BALBONI P., Fare educazione linguis0ca. Insegnare italiano, lingue straniere, lingue classiche, Torino, UTET 2013
! 9.MONAMI E., Strategie di correzione orale dell’errore in classi di italiano L2, Perugia, Guerra, 2013
! 10. ELETTI V. (cur.), Che cos'è l’e-‐learning, Roma, Carocci, 2002 (o edizioni successive)
! 11. COONAN M.C., La lingua straniera veicolare, seconda edizione, Torino, UTET, 2012
! 12. BETTONI C., Usare un’altra lingua. Guida alla pragma0ca interculturale, Roma-‐Bari, Laterza, 2006
! SI CONSIGLIA INOLTRE DI LEGGERE: • uno fra i tesM consigliaM in riferimento alla grammaMca
italiana • uno fra i tesM consigliaM per gli specifici profili di
apprendenM dell’esame DITALS di I livello
23/09/15
3
LA SEZIONE C
DITALS I LIVELLO (60’)
C1-‐C7quesiM a risposta chiusa/aperta
C8-‐C10 quesiM a risposta aperta (specifici del profilo)
Punteggio minimo: 24/40 DITALS II LIVELLO (1h e 30’)
C1: 12 quesiM a risposta chiusa
C2: 2 quesiM a risposta aperta
Punteggio minimo: 24/40
Il quadro di riferimento
1. Un secolo di glo;odidaGca: dall’approccio formalis$co alle tendenze a;uali
2. Acquisizione/insegnamento delle lingue: l’apprendente, l’insegnante, la lingua
23/09/15
4
1. Un secolo di glo;odidaGca: dall’approccio formalis$co alle tendenze più recen$ 1.1. Definizioni: teoria, approccio,metodo, tecnica
TEORIA scienze del linguaggio, della società, della cultura; neuropsicologiche; dell’educazione
METODO realizza l’approccio a;raverso procedure didaGche e modelli opera$vi
coerente/incoerente adeguato/non adeguato
METODOLOGIA DIDATTICA
TECNICA aGvità che si svolge in classe
efficace/non efficace
APPROCCIO
filosofia di fondo; seleziona elemen$ dalle varie teorie vero/falso fondato/infondato genera3vo/sterile di metodi
1.2. L’approccio formalis$co e il metodo gramma$cale-‐traduGvo (dal Seicento a …)
! già nel SeGecento manuali basaM su schemi grammaMcali e tesM classici come
modello
! lingua come sistema di regole immutabili, stabili
! docente come fonte di verità, studente vaso da riempire
! focus su dimensione scri;a, morfosintassi, analisi della forma, flessione delle parole
! memorizzazione di regole, lessico, tesM
! traduzione
! le;ura precoce di difficili tesM classici
! insegnamento imparMto nella L1, nessuna enfasi sulla comunicazione
23/09/15
5
1.3. La reazione all’approccio formalis$co: gli approcci «naturali» e il Reading Method (tra O;ocento e Novecento)
! USA, anni Trenta dell’OGocento: Da Ponte e Longfellow insegnano italiano e francese come
lingue vive e parlate
! Rhode Island 1872: Maximillan Berlitz fonda una scuola di tedesco, nasce il Metodo dire;o.
• Il Metodo dire;o • -‐ docente madrelingua • -‐ focus su abilità orali e capacità di • leggere e comprendere un testo • -‐ le lezioni cominciano con dialoghi e • aneddo$ in s$le conversa$vo, in L2 • -‐ grammaMca insegnata induGvamente
• Il Reading Method • -‐ primo esempio di reduced competence • course • -‐ focus su abilità di le;ura • -‐ docente facilitatore • -‐ autonomia del discente • -‐ procedimenM induGvi
1.4. Gli anni Cinquanta-‐Sessanta: l’approccio stru;uralis$co
Le teorie e le esperienze di riferimento
• il (neo)comportamen$smo (psicologia, Skinner; diaHca linguisMca, Bloomfield): apprendimento
è risultato di una serie intensiva e ripe$$va di s$moli e risposte, seguiM dalla conferma e dalla
correzione (mental habits)
• la linguis$ca tassonomica (Bloomfield e Whitney): analisi delle componenM minime della lingua
• la linguis$ca contras$va di Robert Lado
• ASTP Army Specialized Training Program (1943)
• diffusione dei dischi e delle registrazioni audio
23/09/15
6
I pun$ cara;erizzan$
! apprendimento di una lingua = acquisizione di abitudini senso-‐motorie di cara;ere inconscio
derivate dall’associazione di una risposta a un parMcolate sMmolo dall’ambiente, favorita da
imitazione, frequenza, rinforzo
! lingua come serie di microstru;ure decontestualizzate
! apprendente tabula rasa ! esercizi stru;urali (pa;ern drill) = serie di sequenze s$molo-‐risposta-‐ conferma presentate con ritmo incalzante per privilegiare la memorizzazione spontanea
! laboratorio linguis$co
Il metodo audio-‐orale (1945)
• -‐ iper-‐esposizione alla L2
• -‐ gradazione di struGure e lessico
• -‐ analisi degli errori
• -‐ frase unità minima di significato
• -‐ tecnologie (laboratorio linguis$co)
• PATTERN DRILL • sintagma$ci: modificano la struGura del sintagma
io mangio -‐ io ho mangiato • paradigma$ci: legano alla memoria, ad es., un
verbo con oggeGo: io mangio mela – io mangio una mela
• combina$: presentano sequenze più complesse io mangio, pera, ieri – ieri ho mangiato una pera
1.5. La «rivoluzione copernicana» dell’approccio comunica$vo
Teorie di riferimento
! prospeGva cogni$vista (Noam Chomsky)
• mente umana rielaboratrice aGva di informazioni
• apprendimento processo di formazione di regole aGraverso la formulazione di ipotesi e la loro
verifica sui daM in entrata
! psicologia della Gestalt: descrive la percezione come globalità-‐analisi-‐sintesi
! 1962-‐1972: «10 anni che cambiano l’idea di cosa sia una lingua e di che cosa significhi sapere una lingua» (Balboni 2012: 23)
• 1962 Aus$n How to Do Things with Words • 1967 Modern Language Project del Consiglio d’Europa
• 1972 Hymes nozione di «competenza comunica$va»
23/09/15
7
! aG linguis$ci (speech acts) (Aus$n 1962, Searle 1969)
• focus non più su come è faGa una lingua ma su che cosa fa una lingua, a che cosa serve: la
lingua serve per compiere a< sociali e pragma0ci, per comunicare
• un aGo linguisMco consta di tre parM: locuzione (struGura ed enunciato) illocuzione (obieHvo,
intenzione comunicaMva) perlocuzione(effeGo dell'aGo linguisMco sull'interlocutore)
! competenza comunica$va
• la capacità del parlante di usare una lingua nel modo ritenuto più appropriato all’evento
comunicaMvo in aGo
• linguis0ca lessicale, grammaMcale, semanMca, fonologica,
ortografica, ortoepica
• extralinguis0ca elemenM che segnalano rapporM sociali, regole di
cortesia, saggezza popolare, registro
• sociopragma0ca discorsiva, funzionale, pianificazione del testo
I pun$ cara;erizzan$
! lingua come strumento di azione sociale
! apprendente al centro dell’azione didaHca
! docente facilitatore e regista
! materiale linguisMco auten$co
! progressione dei contenuM
! unità didaGca come modello operaMvo: moMvazione → globalità → analisi → sintesi
→riflessione → controllo (Freddi 1999)
23/09/15
8
I metodi
Il metodo situazionale
! UK anni cinquanta-‐sessanta
! influenza della sociolinguisMca
! L2 presentata aGraverso situazioni reali
Il metodo nozionale-‐funzionale
! UK anni sessanta-‐seGanta
! forte impaGo pragmalinguisMca e sociolinguisMca
! sillabo sviluppato secondo le categorie di funzioni e nozioni , realizzate aGraverso esponen$
linguis$ci
Il metodo Strategic-‐interac$on
! Di Pietro, anni OGanta
! scambio comunicaMvo come realizzazione di obieGvi personali per mezzo di negoziazioni
! uMlizzo di copioni (scenarios)
Il metodo Project Work
! Prabhu, anni OGanta
! apprendimento aGraverso interazioni con il mondo reale, fuori dall’aula
! gli studenM realizzano una serie di task collegaM tra loro
Il metodo Lexical Approach
! Michael Lewis, anni Novanta, ambito anglossassone
! i lessico si sviluppa sulla base di rappor$ seman$ci tra le parole
! blocchi di parole (chunks), maGoni su cui edifichiamo la nostra competenza linguisMca
(espressioni fisse, idiomaMche, coppie di parole…)
23/09/15
9
1.6. La glo;odidaGca umanis$ca (anni Sessanta-‐O;anta) ! USA, anni SeGanta-‐OGanta: la gloGodidaHca subisce l’influenza della psicologia umanis$ca
(Bruner, Maslow, Rogers), che promuove l’aGenzione all’uomo intero, nella sua fisicità e
spiritualità.
! Italia: prevale interesse per la dimensione neuro-‐ e psicolinguisMca; quesM metodi recuperaM in
Europa dagli anni OGanta.
! al centro gli aspeH psicologici dell’apprendimento e la dimensione emozionale della persona
che apprende.
! la figura dell’insegnante è fondamentale.
FILTRO AFFETTIVO
ACQUISIZIONE E APPRENDIMENTO
INPUT + 1 ORDINE NATURALE
MONITOR
La teoria sull’acquisizione linguis$ca: le 5 ipotesi (SLAT) di Stephen Krashen (1982)
23/09/15
10
1. filtro affeGvo: disposiMvo mentale sensibile alle componenM emoMve
dell’apprendimento, inibito o innalzato a seconda di alcuni fa;ori psico-‐affeGvi
2. dis$nzione tra acquisizione e apprendimento:
• l’acquisizione è un processo inconsapevole, a rapida aGvazione e con effeG sulla memoria a
lungo termine, orientato sul significato dei messaggi e che interessa l’emisfero destro nella
decodifica dei messaggi
• l’apprendimento è un processo mentale conscio che aHva le strategie cogniMve dell’emisfero
sinistro, con aGvazione lenta e archiviazione in memoria a breve e medio termine
3. ordine naturale: i processi mentali che permeGono l’acquisizione della L2 seguono
un percorso naturale e non dipendono dalla semplicità delle struGure
4. input comprensibile (intake + 1): l’apprendente procede secondo il conMnuum
naturale e acquisisce struGure che sono appena oltre il proprio livello
5. monitor: dopo una prima elaborazione mentale del materiale linguisMco a livello
inconscio entra in azione un disposi$vo consapevole che controlla e verifica l’input
! l‘ambiente fornisce l’input linguisMco
! l’input passa aGarverso il filtro affeHvo
! l’organizzatore (inconscio) elabora i daM e li organizza in sistema
! Il materiale linguisMco viene poi rivisto in maniera consapevole del monitor
! LASS “Language Acquisi$on Support System” Bruner 1987 :
! dalla psicologia evolu$va l’idea che occorre un sostegno all’acquisizione analogo a quello che il bambino riceve dagli adul$
23/09/15
11
I metodi «clinici» (Titone 1982)
Total Physical Response (TPR)
! Asher, anni SeGanta
! privilegia una sola abilità, l’ascolto
! esposizione a una serie di comandi da eseguire
! hGp://www.youtube.com/watch?v=bkMQXFOqyQA
! hGp://www.youtube.com/watch?v=1Mk6RRf4kKs
Silent Way (SW)
! GaGegno, anni SeGanta
! l’insegnante dà un modello, poi tace, e gli studenM lo riuMlizzano in situazioni che lui presenta
con bastoncini coloraM (regoli di Cuisenaire)
! hGp://www.youtube.com/watch?v=xqLzbLCpack
Suggestopedia
! Lozanov , anni SeGanta
! Atmosfera rilassata, training autogeno, musica barocca
! desuggest/suggest
! hGp://www.youtube.com/watch?v=3rkrvRlty5M
Community Language Learning
! Curran, fine anni Sessanta
! modelli della seduta psicoterapeuMca
! Docente counselor
Neurolinguis$c Programming NLP
! Bandler e Grinder, metà anni SeGanta
! Ii comportamento linguisMco nella L2 può essere riprogrammato agendo sul modo di comunicare a livello
verbale e non verbale dell’apprendente
! spazio agli sMli di apprendimento: lezione visiva, udi$va, cineste$ca
! Mirroring: da buon rapporto docente-‐studenM reciproco adaGamento comportamenM
Il linguista Lozanov
23/09/15
12
1.7. Le tendenze a;uali ! ecleGsmo gloGodidaHco
! metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning): uso veicolare di una lingua straniera per insegnare un’altra disciplina
! intercomprensione tra lingue vicine
! apprendimento plurilingue
! apprendimento orientato all’azione e alla comunicazione interculturale
! apprendimento coopera$vo (CL): potenzia le strategie di interazione tra pari
! apprendimento autonomo: apprendimento in rete (e-‐learning), learning objects
Teorie di riferimento
COSTRUTTIVISMO
• metafora della rete (Piaget): l’aHvità cogniMva è una struGura complessa; conoscenze si struGurano in reM
associaMve
• acquisizione da interazione tra contesto e sviluppo fisico/cogni$vo del bambino
IPOTESI SOCIOINTERAZIONISTA: l’acquisizione è risultato degli sforzi collabora$vi tra l’apprendente e i suoi
interlocutori e della relazione dinamica tra faGori esterni e meccanismi interni all’individuo
1.8. Classificazione degli approcci per $pologia
DEDUTTIVO
la lingua si apprende a;raverso regole
gramma$cali, l’esecuzione linguis$ca viene
dedo;a dalla competenza gramma$cale
INDUTTIVO
la lingua è colta prima nella sua globalità;
poi a;raverso la fase di analisi
l’apprendente giunge a produrre la lingua
necessaria per nuovi contes$ situazionali
Metodo gramma$cale-‐traduGvo
Metodo cogni$vo (Chomsky)
Metodo dire;o
Metodo audio-‐orale
23/09/15
13
COMUNICATIVO
Mira a sviluppare la competenza
d’uso della lingua
Metodo situazionale Metodo nozionale-‐funzionale Metodo Strategic Interac$on Metodo Project Work Metodo Lexical Approach
PSICO-‐AFFETTIVO
Si sviluppa intorno alla dimensione
psicologica dell’apprendimento
Community Language Learning CLL Total Physical Response TPR Silent Way SW Suggestopedia Neurolinguis$c Programming NLP Natural Approach
2. Il processo di acquisizione e insegnamento delle lingue (CHI, COSA) 2.1. L’apprendente (CHI)
2.1.1. Come funziona il cervello?
Marcel Danesi (1998):
! bimodalità: emisfero destro (modalità contestualizzanM, globalisMche), sinistro (modalità più
formali, analiMche)
! direzionalità: da emisfero destro a sinistro
Noam Chomsky (1975):
! LAD (Language Acquisiton Device):
• osservazione input linguisMco-‐comunicaMvo
• creazione di ipotesi sul funzionamento di quel dato meccanismo
• verifica delle ipotesi aGraverso la conferma o correzione dagli adulM
• fissazione aGraverso aHvità di rehearsal
• riflessione guidata dall’adulto
LinguisMca genera$vo-‐trasformazionale Noam Chomsky
(GrammaMca Universale, GU)
hGp://www.youtube.com/watch?v=Zg1bHzBoggk
hGp://www.chomsky.info/
23/09/15
14
! INTERLINGUA (Selinker 1972): chi apprende una lingua parla una varietà di lingua che è un
con$nuum di sistemi linguis$ci provvisori, personali, parziali. L’interlingua…
• procede per generalizzazioni • è una competenza di transizione
• ha tre fasi pre-‐sistema0ca non riconosce l’errore) sistema0ca riconosce l’errore ma non lo corregge post-‐sistema0ca riconosce l’errore e lo corregge)
! BICS = Basic Interpersonal Communica$on Skills (Cummins 1979)
• consente interazione nella sfera d’azione personale
• conseguita nell’arco di circa 2 anni
! CALP = Cogni$ve Academic Language Proficiency (Cummins 1979)
• consente di svolgere con profiGo un percorso di studio nella L2
• conseguita in un arco di tempo più ampio
2.1.2. Le variabili in gioco
VARIABILI LINGUISTICHE
L1: famiglie e $pologie linguis$che. a. $pologia morfologica
! lingue isolan$: morfologia ridoGa o assente; ogni parola è tendenzialmente
cosMtuita da un solo morfema (la radice lessicale)
! lingue agglu$nan$: parole cosMtuite da giustapposizione di più morfemi
con confini ben disMnM
! lingue flessive: parole internamente complesse, formate da radice lessicale
+ uno o più morfemi con confini meno neH e più funzioni
! lingue polisinte$che: parole composte da più morfemi aGaccaM insieme
con la parMcolarità che in una stessa parola possono comparire due o anche più radici lessicali. Una parola
corrisponde a un’intera frase. (es. shahapMn, groenlandese)
cinese ai «amare, amo, amano, amando, ecc.»
turco evlerimde «nelle mie case»
italiano amano fusione morfemi indica$vo, presente, 3 persona, plurale
23/09/15
15
b. lingue SOV, SVO, VSO, VOS (in base all’ordine prevalente dei cosMtuenM della frase)
c. lingue predeterminan$ = modificatore + testa e postdeterminan$ = modificatore + testa (inglese
predeterminante)
d. lingue subject prominent = sogg. + predicato verbale e topic prominent = topic-‐comment ovvero tema-‐
rema (cinese topic prominent)
SOV la$no, turco, giapponese… SVO italiano, lingue romanze, germaniche, slave, finlandese, ebraico moderno… VSO arabo, ebraico classico… VOS malgascio, kiriba$…
VARIABILI INDIVIDUALI
! età di esposizione
! mo$vazione strumentale di lungo/breve periodo integra$va generale/specifica
culturale/intrinseca generale/legata ai tesM/legata alla situazione di apprendimento
! aGtudine:
• $po di intelligenza: teoria delle intelligenze mul$ple di Gardner
• linguisMca (uso sociale e relazionale di una lingua), logico-‐matemaMca (aspeGo formale, grammaMcale),
musicale, spaziale, intra-‐ e inter-‐personale (autoanalisi; meGersi nei panni altrui)
• s$le cogni$vo (sistemaMco e riflessivo, intuiMvo...)
• personalità (cooperazione/compeMzione, introversione/estroversione, oHmismo/pessimismo…)
• ruolo della dominanza emisferica
VARIABILI AMBIENTALI
! contesto
! INPUT: è cosMtuito da tesM orali, scriH o trasmessi; diventa INTAKE (acquisizione duratura) se c’è OUTPUT
23/09/15
16
2.1.3. Profili di apprenden$ Bambini Cara;eris$che del profilo
! Età
• plas$cità cerebrale → periodo cri$co: Penfield e Roberts 1959 9 anni, Lenneberg 1967 12 anni,
Balboni 2012: un primo periodo criMco sino ai 3 anni, un secondo 4-‐8 anni, un periodo sensibile
8-‐20-‐22 anni; periodi sensibili: diversi periodi in relazione alle diverse aree della lingua
(fonologia, morfologia, sintassi) (Pulvermuller-‐Schumann 1994; Singleton-‐Lengyel 1995)
• minore capacità di riflessione e analisi
! Relazione con l’insegnante
! Dimensione del gioco
bilinguismo dato sociale e bilinguità condizione personale (Balboni 2012: 91) la presenza di due lingue nel cervello porta ad un arricchimento cerebrale
interdipendenza linguis$ca (Cummins) lo studio di una lingua si rifle;e posi$vamente sull'intero repertorio linguis$co della persona.
Cara;eris$che insegnamento a bambini
• integrazione tra lingua straniera e resto del curricolo
• flessibilità di approccio, metodo, tecniche (diversi sMli cogniMvi)
• sensorialità e motricità
• scarso ricorso a riflessione metacogniMva
• ludicità: gioco come vero e proprio sistema di lavoro (play e non game)
• TPR, Silent Way, Suggestopedia, CooperaMve learning, CLIL
• privilegiate abilità orali e competenza fonologica (ma con aGenzione a necessità bambini oltre
che ad aHtudini)
! due situazioni di insegnamento: insegnamento a bambini stranieri nella scuola italiana,
insegnamento all’estero; importanza del contesto nel successo formaMvo e di BICS/CALP
23/09/15
17
Adolescen$ Cara;eris$che del profilo
! processo di lateralizzazione bimodale del cervello giunge a compimento
! cambia la relazione con l’insegnante
! prevale la relazione orizzontale con i pari e la ricerca dell’aurea mediocritas
! qua;ro $pologie per adolescenM in Italia:
• studenM in mobilità studentesca (L2)
• studenM in scuole internazionali (L2)
• studenM naM in Italia da genitori stranieri (Italiano lingua di contaGo)
• studenM naM all’estero da genitori stranieri inseriM in percorso migratorio (Italiano lingua di
contaGo)
! due $pologie per adolescenM fuori d’Italia:
• apprendenM di italiano come lingua di origine
• studenM di italiano come LS, in situazione sia curricolare che extracurricolare
Cara;eris$che insegnamento a adolescen$
• affiancare alla competenza d’uso la riflessione sulla lingua e sviluppare la competenza
metalinguis$ca
• più difficile gesMre l’aHvità di coppia e di gruppo nonché la correzione degli errori
• garanMre margine di autonomia
• colMvare la mo$vazione
• TBLT (Task-‐based Language Teaching)
• sviluppare non solo la LC (vedi BICS/CALP)
23/09/15
18
Adul$ Cara;eris$che generali del profilo
! lifelong learning
! maggiorenne, fuori dal percorso formaMvo di base: rapporto tra pari
! negoziazione e decision making
! value for money
! tempisMca
! esplicitazione contenuM
! necessità metalinguis$ca
! tecniche non oGmali: quelle che portano a interagire con i compagni, che pongono di fronte
all’insegnante-‐giudice, ludiche
! tecniche oGmali: quelle che pongono di fronte alla propria competenza (deGato auto-‐correGo,
cloze, incastro…)
Senior
Cara;eris$che del profilo
• recenM sviluppi della neurologia dimostrano che il cervello è sempre in grado di rigenerare i
propri neuroni se adeguatamente sollecitato
• modificate soglie a;en$ve e mnemoniche
• difficoltà in situazione di apprendimento seduM nei banchi
• profilo socioculturale medio-‐alto
• prevalentemente donne di età tra i 55 e i 65
• Lifelong learning
Cara;eris$che insegnamento a anziani
• rinegoziare obieHvo ulMmo formazione linguisMca: non può essere piena competenza in L2
• gesMre il tempo (reazione alle richieste dell’insegnante, ecc.)
• gesMre relazioni nella classe (ambiente potenzialmente ansiogeno)
• dimensione orale prevalente ma con grande aGenzione anche a leGo-‐scriGura
23/09/15
19
Studente universitario
Cara;eris$che del profilo
a. studente universitario in Italia
! Processo di Bologna (1999): nascono i programmi universitari di mobilità europei (Erasmus,
Socrates, Leonardo, ecc.), seguono quelli extraeuropei (Erasmus Mundus, Marco Polo dal 2004,
ecc.)
! Italian Study Abroad: programmi università USA in Italia
! formazione di base già nel paese di provenienza
! corsi di circa un mese, impegno aggiunMvo
! forte spinta mo$vazionale, per moMvi di studio e di integrazione
b. studente universitario fuori d’Italia
! forte spinta mo$vazionale, per interessi culturali
! maggior reperibilità di materiali rispeGo al passato, ridoGa la portata degli steroMpi
Cara;eris$che insegnamento a universitari
! adoGare approccio andragogico e impostazione pragma$ca
! docente facilitatore e competente sia come gloGodidaGa sia come linguista
! inserire nel sillabo situazioni comunicaMve vissute dallo studente
! inserire nel sillabo la lingua tecnico-‐scien$fica
! integrare corso di lingua con altre aHvità universitarie
23/09/15
20
Immigra$ Cara;eris$che del profilo
! Bambini, adulM, adolescenM immigraM non alfabe$zza$ o con diverso livello di scolarizzazione, di varia
provenienza o di provenienza specifica orientaM principalmente al lavoro, all’integrazione sociale o allo studio
! aumentano i na$ in Italia
! forte presenza a scuola, in carcere, nel mondo del lavoro
! percentuale maggiore nel Nord-‐Est
! variabili diatopiche: lingua/e e cultura/e di appartenenza (paese di origine, paesi di soggiorno…),
monolinguismo/plurilinguismo, relaMva lontananza linguisMca dall’italiano
! variabili diastra$che: fascia più rappresentata giovani adulM (19-‐40 anni), donne quasi la metà della
popolazione immigrata, disomogeneità background culturale
! variabili diafasiche (contesM di apprendimento): apprendimento spontaneo (aGraverso il contaGo con altri
immigraM, sul luogo di lavoro, con la rete sociale), guidato, misto (apprendimento esplicito in classe + contaGo
con naMvi)
! moMvazione strumentale e integra$va
Cara;eris$che insegnamento a immigra$ ! rete di offerte forma$ve: isMtuzioni pubbliche, volontariato,
mondo del lavoro con percorsi formaMvi spesso brevi
! adoGare individualizzazione insegnamento
(didaHca modulare, percorso circolare flessibile
per blocchi organizzaM in unità di lavoro)
! tenere conto dei bisogni linguis$ci immedia$
! meGere in contaGo con le varietà regionali
! promuovere autorealizzazione, socializzazione,
culturizzazione
! contrastare la tendenza alla fossilizzazione in stadi molto
basici con riflessione metalinguisMca
! sviluppare strategie di Mpo metacogni$vo
! preparare alle cer$ficazioni
Anni Novanta: studiate sequenze di apprendimento dell’italiano in contesto spontaneo (Giacalone-‐Ramat) da parte immigra$ fuori da percorsi forma$vi is$tuzionali LINGUISTICA ACQUISIZIONALE
Qua;ro stadi acquisizione morfologia verbale: presente/infinito > (aux) + part.pass. > imperfe;o > futuro > condizionale > congiun$vo
23/09/15
21
2.2. L’insegnante (CHI)
Dagli anni Se;anta l’insegnante è stato visto come:
• facilitatore
• consigliere (Curran, CLL)
• maieuta (GaGegno, Silent Way)
• tutore (dagli anni Novanta, formazione
adulM e a distanza)
• regista (Freddi)
Foreigner’s talk Tenta$vi di farsi capire da un fores$ero Teacher’s talk Il «foresMerese» usato dall’insegnante per farsi capire dallo studente. Sintassi semplice e parataHca, lessico ridoGo, rallentamento nell’eloquio Teacher’s Talking Time TTT Percentuale di tempo usata dal docente sul tempo totale della lezione
2.3. I contenu$ linguis$ci (COSA)
2.3.1. Quale italiano
! ITALIANO LINGUA STRANIERA -‐ LS
• la lingua appresa fuori del paese in cui è parlata
• grande variabilità dei profili di apprendenM: dai bambini e adolescenM nelle scuole a studenM
universitari ecc.
• moMvazioni legate alla cultura ma anche strumentali (lavoro e studio)
• apprendimento non più esclusivamente formale e guidato, ma anche misto
Italiano lingua viciniore (zone di fronMera) Italiano lingua ufficiale (San Marino, VaMcano, Svizzera) Italiano lingua coloniale (Corno d’Africa) Italiano «lingua franca» immigraM (Svizzera) Italiano «lingua ponte»(Comunità Europea)
23/09/15
22
! ITALIANO LINGUA SECONDA – L2
• genericamente una lingua appresa dopo la madrelingua (L1)
• la lingua appresa nell’ambiente in cui si parla
• apprendimento misto (guidato e spontaneo) e orientato all’azione
• appredenM: dagli studenM universitari e dai bambini/adolescenM delle scuole internazionali ai
giovani adulM immigraM, agli adulM e anziani ecc.
• moMvazioni di Mpo affeGvo, strumentale, integra$vo
! ITALIANO LINGUA D’ORIGINE • lingua d’origine o lingua etnica = lingua della comunità di origine di una persona (USA:
community language e family language) • ampia variablità dello stato di mantenimento della lingua d’origine e uMlizzo di una varietà
substandard deGa italiano di emigrazione • un sistema linguis$co in dissolvenza: presenta riduzione del lessico, neGa riduzione lessicale
e morfologica • apprendenM di terza o quarta generazione non competen$ o parzialmente competen$,
studenM universitari, bambini e adolescenM • moMvazioni affeGve e iden$tarie o strumentali • importante promuovere moMvazione intrinseca per apprendenM bambini/adolescenM • apprendimento guidato o misto
Code mixing = impiego di parole, sintagmi, singole proposizioni in una lingua all’interno di un discorso in un’altra Code switching = giustapposizione di sezioni appartenenM a lingue diverse nell’ambito dello stesso discorso
23/09/15
23
! ITALIANO LINGUA DI CONTATTO • lingua lingua di conta;o = l’italiano insegnato e appreso dai figli di ciGadini immigraM in
Italia • natura composita della competenza individuale di quesM apprendenM • a;raverso il conta;o tra l’italiano e la(le) lingue di origine si definisce l’idenMtà linguisMca e
culturale • apprendenM: bambini/adolescenM naM all’estero o naM in Italia da genitori stranieri, naM in
Italia da matrimoni misM, minori adoGaM, nomadi, minori non accompagnaM, richiedenM asilo, minori dimoranM
• moMvazione dell’alunno straniero non è sempre forte • bisogni comunicaMvi di base e di studio (BICS e CALP) e legaM al mantenimento della L1 • apprendimento misto
Principio di interdipendenza linguis$ca (Cummins) -‐ opera a livello metalinguisMco -‐ rende possibile il trasferimento di capacità basate su struGure cogniMve da un idioma all’altro, facilitando l’acquisizione di più codici in età evoluMva
Quale varietà di italiano? ! standard norma$vo: varietà di lingua di pres$gio, codificata dalle gramma$che e dai dizionari, is$tuzionale
! italiano dell’uso medio (Saba$ni 1985)/ italiano neostandard (Berruto 1987): varietà di lingua comune uMlizzata nell’italiano parlato e scriGo di media formalità, risultato di un processo di ristandardizzazione che tende ad avvicinare lo scriGo al parlatoe a inglobare traH substandard
! italiano colloquiale (Berruto 1987): varietà orale impiegata dai parlanM indipendentemente dalla classe sociale, la lingua usata nel parlato dialogico quo$diano
! varietà sub-‐standard: presentano traH linguisMci marcaM diastraMcamente (italiano popolare) e diafasicamente (italiano familiare)
! varietà diatopiche, diastra$che, diafasiche, diamesiche, diacroniche
23/09/15
24
2.3.2. Organizzare i contenu$: mete/obieGvi; curricolo/sillabo
METE EDUCATIVE culturizzazione, socializzazione, autopromozione
METE GLOTTODIDATTICHE competenza socio-‐pragma$ca, gramma$che , abilità linguis$che
OBIETTIVI scopo di un preciso a;o d’istruzione, verificabili
COMPETENZA SOCIO-‐PRAGMATICA saper realizzare le sei funzioni del linguaggio a;raverso i vari generi loro propri
GRAMMATICHE DELLA COMPETENZA LINGUISTICA (fonologica, gramma$cale, seman$ca, ortografica e ortoepoica) ED EXTRALINGUISTICA (cinesica, prossemica, vestemica e ogge;emica)
ABILITA’ LINGUISTICHE primarie (ascoltare, parlare in un monologo, leggere, scrivere) e integrate (dialogare, tradurre, prendere appun$, parafrasare, scrivere so;o de;atura)
23/09/15
25
CURRICOLO
definisce un profilo formaMvo e indica mete, obieHvi, contenuM
SILLABO
elenco dei contenu$ e risultato del processo di analisi dei bisogni
progeGazione per obieHvi: sillabi proposizionali formali/funzionali
progeGazione per compiM: sillabi procedurali/processuali
Consiglio d’Europa: verso il plurilinguismo
Livelli soglia
1975 Inglese 1976 Francese 1979 Spagnolo 1980 Tedesco 1981 Italiano
QCER Quadro Comune Europeo di Riferimento 1996 sul web ingl 2001 su carta fr e ingl 2002 in italiano
ELP/PEL EPOSTL/PEFIL
Proge;o Lingue Moderne
anni Se;anta
23/09/15
26
Il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue è
uno strumento ESAUSTIVO, TRASPARENTE, COERENTE, FLESSIBILE, NON DOGMATICO
un SISTEMA DI RIFERIMENTO TEORICO-‐CONCETTUALE e POLITICO-‐ATTUATIVO
una BASE COMUNE per l’elaborazione di programmi, curricoli, libri di testo, cer$ficazioni
si rivolge a tuG i soggeG coinvolM nell’APPRENDIMENTO/INSEGNAMENTO/GESTIONE DEL CONTATTO LINGUISTICO
… ha un APPROCCIO PRAGMATICO, SOCIO-‐LINGUISTICO e ORIENTATO ALL’AZIONE
la COMPETENZA ORIENTATA ALL’AZIONE è la capacità di interagire linguis$camente con altri individui , in modo partecipa$vo, adeguando le forme del proprio messaggio al raggiungimento dei propri scopi comunica$vi
23/09/15
27
DOMINI
personale
pubblico
educa$vo
professionale
SITUAZIONI
STRATEGIE
ATTIVITA’ LINGUISTICHE
> TESTI COMPITI
PARLANTE
Appendice 1 Linguis$ca testuale Tipi e generi testuali
• Tes$ descriGvi (non autonomi di solito) • Tes$ esposi$vo-‐informa$vi (depliant, manuale, invito…)
• Tes$ narra$vi non le;erari (ar$coli di cronaca…)
Tes$ per leggere la realtà
• Tes$ espressivi/emo$vi • Tes$ interpreta$vi/cri$ci • Tes$ argomenta$vi (ar$colo di fondo, saggio…) • Tes$ persuasivi (pubblicità, discorso poli$co…) • Tes$ regola$vi (rice;a, bugiardino, codice, istruzioni…)
Tes$ per valutare la realtà
• Tes$ narra$vi le;erari • Tes$ poe$ci • Tes$ teatrali
Tes$ per rielaborare la realtà
23/09/15
28
coerenza e coesione
re$colo LOGICO
del testo
la coerenza viene meno in presenza di : -‐ sal$ logici o temporali -‐ presenza di elemen$ di contraddizione -‐ mancato rispe;o della relazione causa-‐effe;o -‐ differenze di registro ecc.
COERENZA
re$colo FORMALE
del testo
la coesione è garan$ta da: -‐ accordo morfologico -‐ rispe;o dei tempi verbali -‐ corre;o uso di pronomi e conneGvi ecc.
COESIONE
La comprensione del testo e l’expectancy grammar
TESTO
CONTESTO
PARATESTO
COTESTO
Top Related