all’inizio della Quaresima abbiamo bisogno diuna parola che ci scuota nel nostro percorsoumano e spirituale. anche se il ricordo del pas-
sato ci può scoraggiare, perché al fervore dei propositiè seguito un malinconico ritorno alle abitudini di sem-pre, occorre ritrovare fiducia. Una svolta decisiva è pos-
sibile, con la pazienza del padrone del campo che ridà speranza al ficoinfruttuoso in attesa che torni a portare frutto (cfr Lc 13,6-9). in questaQuaresima vogliamo seguire la parola del Papa che, nel suo messaggio,chiede alle comunità ecclesiali e ai singoli fedeli di vincere la «globa-lizzazione dell’indifferenza», di cui aveva già parlato nell’omelia tenutaa Lampedusa l’8 luglio 2013. Sappiamo bene come l’indifferenza feri-sca più dell’inimicizia dichiarata; eppure non abbiamo molta propen-sione a spezzare le barriere che ci estraniano dagli altri fino a vederli
e a trattarli come nemici. e per un fedele cristiano questa è aperta ne-gazione della sua identità. con quale coraggio continuiamo a leggerela parola del Signore: «da questo tutti sapranno che siete miei disce-poli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35), se nella vita ucci-diamo l’altro con le calunnie, le maldicenze, l’inganno, la violenzaverbale o fisica, ammantandoci peraltro di farisaico perbenismo? ecco,allora, tre indicazioni chiare di conversione, tratte dal messaggio pon-tificio. La prima riguarda il modo di essere cristiani oggi: «il cristiano ècolui che permette a dio di rivestirlo della sua bontà e misericordia, dirivestirlo di cristo, per diventare come Lui, servo di dio e degli uomini».La seconda propone un volto nuovo alle comunità locali: «le nostreparrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole dimisericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!». La terza richiama unnuovo stile di vita, pasquale appunto: «chi vuole essere misericordiosoha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto adio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sullestrade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. in fondo, uncuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’al-tro». È sicuramente un bel cammino nel quale solo la forza dello Spiritoci può far giungere alla meta.
cardinalicon il papa per la chiesa
a pag. 2
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l’IntervIsta. Giada Lupo,«per lo sviluppo delturismo necessaria la rete»
Il tempo lIturgIco. LaQuaresima, tempo dicarità e di misericordia
Il progetto. “nuovi italiani”per 25 immigrati formazionein cucina e nei campi
Papa Francesco: «RinFRancatei vostri cuori» (Gc 5,8)Per vinceRe la globalizzazione dell’indiFFeRenza
L’editoriale/ di Domenico Mogavero
IO PENSO CHE.../ di Salvatore Ferro
Gli abbracci del Pontefice che annullano le distanzea pag. 7
Quindicinale
della Diocesi
di Mazara
del ValloRegistrazione Tribunale di
Marsala n. 140/7-2003
Anno XIIIn. 04 del 22 febbraio 2015Distribuzione gratuita
Editore
Diocesi di Mazara del ValloPiazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallo
Direttore editoriale
mons. Domenico Mogavero
Direttore responsabile
Max Firreri
Redazione
Piazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallotel. [email protected]
A questo numero
hanno collaborato
don Nicola Altaserse, ErinaFerlito, Salvatore Ferro, donVincenzo Greco, don Vito Im-pellizzeri, Francesco Mezza-pelle, Dora Polizzi.
Impaginazione e stampa
Grafiche Napolivia Selinunte, 20691021 - Campobello di Mazara
Questo numero è statochiuso in redazione il15 febbraio 2015
è vietata la riproduzione in-tegrale o parziale di testi efotografie pubblicati suquesto giornale, se nonespressamente autorizzata.
La foto di don CarmeloPetrone. Il momentodell’imposizione della berrettacardinalizia all’Arcivescovo diAgrigento, Francesco Montenegro.
avvocatessa lupo, la provincia di trapani
gioca una partita davvero importante:
quella del turismo. ma questo territorio è
davvero pronto, in termini di infrastrutture, d’acco-
glienza e servizi, a dare il giusto valore al turismo?
«no, non è pronto. Bisognerebbe, intanto, capirel’esatta idea che si ha di un territorio già maturo inquesto senso. ci vuole progettazione, strategia. Senzadi questi non si va da nessuna parte. È su questi ele-menti che si basa qualsiasi idea imprenditoriale amedio o lungo termine. È innegabile che il territoriodella provincia di trapani è uno – se non forse il primo– più vocato al turismo di tutta la Sicilia. È necessarioun impegno concreto in termini di sviluppo culturale,a tutti i livelli, compreso quello civico. dopo di ciò c’èanche un grande lavoro in termini di infrastrutture darealizzare».Fra le criticità nello sviluppo turistico c’è la mancanza di rete tra gli enti. spesso
non parlano tra di loro e il territorio, agli occhi del turista, fa brutte figure. che
fare?
«innanzitutto bisogna lavorare con la voglia di fare. esistono responsabilità anche
quando non si vedono e queste si pagano con la fac-cia, in termini di occupazione, di mancata economia.e poi ognuno di noi dovrebbe interrogarsi: viviamobene? Siamo in grado di una progettazione di vita di-gnitosa? a queste domande, ad oggi, è difficile riu-scire a dare una risposta positiva. ecco, allora bisognaguadagnare in umiltà e senso pratico, partendo dallecose semplici, per iniziare a fare sistema. in Sicilia cisono territorio con risultati esemplari. Penso, adesempio, alla zona di comiso o anche all’agrigentino.dobbiamo essere capaci di imitare questi esempi vir-tuosi».come vede il futuro del turismo, da qui ai prossimi
dieci anni, in provincia di trapani?
«io voglio vederlo bellissimo, perché questa è anchela mia terra. non riesco, anche nei momenti diumana frustrazione, ad abbandonarmi all’idea che
le cose vadano così o peggio. Una massima mi aiuta in tal senso: il pessimismodell’intelligenza e l’ottimismo della volontà. vedo il futuro più radioso, sfruttandotutte le opportunità. nel turismo non si inventa nulla; c’è la parte creativa, ma c’è,soprattutto, quella professionale. Oggi facciamo i conti con i clienti che con unclickdecidono dove andare. in ogni parte del mondo. non è possibile l’improvvi-sazione».Ha qualcosa da rimproverarsi o da rimproverare a qualcuno? e come si possono
migliorare accoglienza e servizi?
«io ho da rimproverare qualcosa ogni giorno a me stessa. entro a casa mia e nonguardo le cose buone ma quelle da migliorare. e l’impegno è rivolto verso questo.dobbiamo imparare a lavorare e meritare una posizione migliore. Ritengo cheabbiamo dimenticato la bellezza, la capacità di stupirci davanti alle cose belle perlasciare il posto al compromesso, senza avere più la capacità e la voglia di guardarcil’uno con l’altro e lavorare insieme. La responsabilità non è singolare ma è di tutti.ecco perchè è necessario l’impegno a tutti i livelli, ognuno nel proprio ruolo».
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5L’intervista/al presidente di Confindustria alberghi e turismo di Trapani
Il turIsmo. cultura e professionalitàLupo: «Senza retenon c’è sviluppo e futuro»
Il profilo
Giada Lupo, avvocatessa, vive aPalermo. È presidente di con-
findustria alberghi e turismo per laprovincia di trapani. Ricopre ilruolo di consigliere regionale diconfindustria Sicilia ed è presi-dente dell’ente bilaterale per l’in-dustria turistica siciliana. È anchecomponente della Giunta nazionale
di Federturismo. in Sicilia è respon-sabile, per conto di Federturismo,del progetto speciale “expo 2015”.La sua famiglia è proprietaria del-l’angimbè Relais, una struttura aquattro stelle nel territorio di cala-tafimi-Segesta che ha ospitato, tragli altri, l’allora presidente della Re-pubblica Giorgio napolitano.
diMax Firreri
«nel turismo non si inventa nulla ma non è possibile improvvisare»«il territorio della provincia di trapani è il più vocato al turismo della Sicilia»
Il Concistoro
montenegro cardinale.non per la gloria maper il servizio degli ultimi
il rosso della porpora (il termine è rimasto,anche se i cardinali non vestono più di por-pora!) di don Franco Montenegro (nella
foto) porta una luce di carità nel nostro Medi-terraneo, rosso del sangue di decine di migliaiadi fratelli e sorelle migranti che in esso hannovisto naufragare le loro speranze di futuro. ilconferimento all’arcivescovo di agrigento diquesta che «è certamente una dignità, ma nonè onorifica» (Papa Francesco) si lega al suo mi-
nistero di vescovo di una chiesa che vive evan-gelicamente la vocazione di essere il primo ap-prodo europeo di chi cerca dignità e libertà.infatti, «ogni chiesa particolare èchiamata, nel suo ambito, a presie-dere nella carità» in una dimen-sione che non tollera limitazioni erestrizioni, ma che deve averel’anelito e il respiro dell’universalità.Per questo il Papa nel concistoroha proposto una lectio sul cap. 13della Prima lettera ai corinzi. tra le altre consi-derazioni Francesco ha osservato che «quantopiù si allarga la responsabilità nel servizio allachiesa, tanto più deve allargarsi il cuore, dila-
tarsi secondo la misura del cuore di cristo […]amare senza confini, ma nello stesso tempo fe-deli alle situazioni particolari e con gesti con-
creti». e su tale linea il cardinaleMontenegro non deve scoprirenulla di nuovo. il suo ministero, in-fatti, è già chiaramente orientatonella direzione di un amore senzaconfini che dà speranza al mare
nostrum con la testimonianzadella carità che si concretizza nel
soccorso e nell’accoglienza a tutti. Grazie e au-guri, cardinale Montenegro.
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Il progetto “nuovi italiani” giunge al traguardoventicinque immigrati formati tra cucina e agricoltura
Percorsi di convivenza/di Max Firreri
vivono a Mazara del vallo, parlano duelingue – l’italiano e l’arabo – e la mag-gior parte di loro è di religione islamica.
nuclei familiari trapiantati nella città delpesce, spesso perché i mariti imbarcati hannofatto da apripista, che oggi convivono con imazaresi. esempi di un “vivere” tra l’integra-zione e il rispetto, tra il legame con la propriaterra d’origine e le regole di una società occi-dentale che è diventata anche la loro. in que-sta terra di convivenza – quale è Mazara delvallo – si è sviluppato il progetto “nuovi ita-liani” (finanziato dalla Regione Siciliana tra-mite i fondi europei), promosso dallaFondazione San vito Onlus (in partenariatocon il cemsi, l’anapia e l’aitae), che, tra qual-che giorno, si concluderà con un evento, ve-trina di una esperienza formativa ben riuscita.Quindici donne e dieci uomini tunisini diprima e seconda generazione sono stati coin-volti in un percorso di formazione con l’obiet-tivo dell’inclusione socio-lavorativa. Le donnehanno seguito lezioni teoriche e pratiche dipasticceria per imparare l’arte di fare dolci si-ciliani e tunisini. i dieci uomini, invece, sonostati avviati nella formazione-lavoro in campoagricolo. Per gli chef in gonnella è stata l’occa-sione per conoscere segreti e specialità dellapasticceria siciliana: dai cannoli alla cassata,dalle paste col ripieno ai ravioli di ricotta. Maanche l’opportunità di mettere a confronto idolci della tradizione maghrebina con quellidella Sicilia. Sei donne del progetto già nelgennaio 2014 hanno costituito la cooperativa“nuovi italiani” che, a Mazara del vallo, pro-
durrà dolci siculo-maghrebini. i dieci uominiimmigrati, invece, hanno seguito una forma-zione in alcune aziende agricole del territoriodove hanno imparato le tecniche di coltiva-zione di prodotti tipici siciliani. il prossimo 7marzo nei locali della Fondazione San vitoOnlus l’iniziativa “dolce Mediterraneo: tra cul-tura e integrazione” concluderà il progetto.L’iniziativa - che durerà l’intera giornata conl’esposizione dei dolci preparati dalle donnetunisine - sarà anche l’occasione per rifletteresul fenomeno dell’immigrazione e sulla me-todologia di inclusione sociale. tra i parteci-panti anche l’eurodeputato Michela Giuffrida,componente della commissione agricoltura esviluppo rurale e di quella sviluppo regionaledel Parlamento europeo.
La foto. Le donne tunisine del progetto “Nuovi italiani”fotografano i piatti di cous-cous preparati da loro.
L’iniziativa
nel territorio. in camminoinsieme e per le famiglie
Si chiama “Chiesa, famiglia di famiglie” il progetto
che la Fondazione San Vito Onlus e la Caritas dio-
cesana promuovono in collaborazione con alcune
parrocchie della Diocesi e con la Commissione dioce-
sana per la pastorale familiare. Incontri di formazione
ma, soprattutto, un percorso condiviso che guarda con
attenzione alle famiglie e all’aiuto verso chi ha bisogno,
partendo da due quesiti: quale accoglienza e quale
aiuto possono essere offerti dalla comunità parroc-
chiale? E ancora: le nostre famiglie sono stimolate e so-
stenute nel creare e animare reti di prossimità per ridare
alla parrocchia la connotazione di “Chiesa che vive tra le
case degli uomini”? Tra le iniziative del progetto anche il
sostegno al consultorio familiare di ispirazione cristiana
“Famiglia insieme” che affronterà le tante richieste di
sostegno familiare e di prevenzione del disagio giova-
nile. Ma verrà anche implementato il progetto di ado-
zione dei figli universitari di famiglie indigenti che per
motivi economici sono costretti a rinunciare agli studi.
Contestualmente verrà promosso anche a livello dioce-
sano il progetto di Caritas Italiana “Gemellaggi con le
famiglie greche”. Tra le iniziative anche la messa in
scena del musical “Famiglia è” sui coniugi Inguscio, co-
fondatori della missione “Chiesa-mondo” per far cono-
scere il
cammino di san-
tità vissuto da
Marcello Ingu-
scio e Anna
Maria Ritter.
FocusPastorale familiare
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5Tempo liturgico/Uno dei quattro tempi forti
la QuaresIma. so-stare davanti a DioPenintenza, rinuncia e digiuno:un itinerario per prepararsi alla Pasquatempo di carità, di misericordia e di riconciliazioneLa sua spiritualità liturgica è da ricercare nei testi biblici ed eucologicinelle parrocchie liturgie penitenziali in cui confessare il proprio peccato
di don Nicola Altaserse
La Quaresima è uno dei quattro tempi fortidell’anno liturgico che ha come finalitàquello di preparare alla Pasqua del Si-
gnore. La sua spiritualità liturgica è da ricercarenei testi biblici ed eucologici. infatti nelle primetre settimane si insiste su temi quali: la storiadella salvezza, l’alleanza, la conversione, il sensodel tempo quaresimale, l’amore al prossimo,l’importanza e l’efficacia della preghiera; nelleultime due si sottolinea l’ora di Gesù, eviden-ziata dai quei brani biblici che sottolineano l’op-
posizione crescente tra Gesù e i “giudei”. LaQuaresima è un tempo del so-stare davanti adio, scandito dall’ascolto assiduo della Sua Pa-rola, dalla preghiera personale, dalle pratichedi pietà quali la Via crucis, l’adorazione dellacroce, la recita del santo rosario. È un tempo dipenitenza, di rinuncia e di purificazione scan-dito dal digiuno nel mercoledì delle ceneri e nelvenerdì santo e dall’astinenza dalla carne tutti ivenerdì. È il tempo della carità e dell’attenzionealle necessità delle sorelle e dei fratelli biso-
gnosi. È il tempo della misericordia e della ri-conciliazione in cui bisogna dare ampio spazioall’ascolto e alla confessione, organizzando inparrocchia liturgie penitenziali in cui i fedeliconfessano i propri peccati, esprimono il pen-timento e fanno esperienza del perdono risa-nante di un dio che è Padre. in questo periodoil ministro sacro, insieme all’assemblea cele-brante, potrebbe utilizzare le due preghiere eu-caristiche sulla riconciliazione, soprattutto ilmercoledì e il venerdì.
In cammino verso il Sinodo/3
le finalità del sinodocomunione dei vescovi e tra le chiesee collaborazione al ministero del Papa
il motu proprio di Paolo vi Apostolica solli-
citudo istitutivo del Sinodo dei vescovi èstato recepito nel codice di diritto cano-
nico che offre una visione sintetica e piena-mente aderente alla prassi sinodale attuale. ilcan. 342 recita: «il Sinodo dei vescovi è un’as-semblea di vescovi i quali, scelti dalle diverseregioni dell’orbe, si riuniscono in tempi deter-minati per favorire una stretta unione fra il Ro-mano Pontefice e i vescovi stessi, e perprestare aiuto con il loro consiglio al RomanoPontefice nella salvaguardia e nell’incrementodella fede e dei costumi, nell’osservanza e nelconsolidamento della disciplina ecclesiasticae inoltre per studiare i problemi riguardantil’attività della chiesa nel mondo». Le finalitàdel Sinodo sono due: la prima, di natura co-munionale, attiene al mistero della chiesa ealla natura dell’episcopato; la seconda, opera-tiva, evidenzia la collaborazione al ministerodel Successore di Pietro. La prima finalità èpreminente e rivelatrice del fatto che il Sinodoesprime e attua la comunione effettiva tra ivescovi e la favorisce attraverso la sollecitu-
dinepastorale, modalità espressiva dell’affec-
tus collegialis, fondativo della collaborazioneecclesiale tra i vescovi. d’altra parte se lachiesa universale è communio tra le chiese, equesto è il senso della sinodalità, essa è go-vernata, in determinate circostanze e a precisecondizioni, con atti posti dal collegio dei ve-scovi. da quanto detto appare riduttivo limi-tare l’apporto dei vescovi alla mera funzioneconsultiva sulle questioni poste dal Papa. inproposito giova ricordare quanto affermatodal card. alfrink, il 22 dicembre 1959: «in ter-mini chiari il concilio proclami che il governodella chiesa universale è di diritto esercitatodal collegio dei vescovi avente a suo capo ilSommo Pontefice. da qui segue che, da unaparte, la cura del buono stato della chiesa uni-versale spetta a ogni vescovo preso singolar-mente e che, d’altra parte, tutti i vescovipossono avere una partecipazione al governodella chiesa universale. Questo può farsi nonsolamente con la convocazione del concilioecumenico, ma anche con la creazione dinuove istituzioni… Le congregazioni romanenon manterrebbero che il potere consultivoed esecutivo». il desiderio del card. alfrink, in-
sieme agli apporti di eminenti personalità epi-scopali, determinò prima il Papa e poi il con-cilio a istituire il Sinodo dei vescovi. Uncorrettivo alla semplice funzione consultiva èintrodotto dal can. 343, che recita: «Spetta alSinodo dei vescovi discutere sulle questioniproposte ed esprimere dei voti, non però di-rimerle ed emanare decreti su tali questioni,a meno che in casi determinati il RomanoPontefice, cui spetta in questo caso ratificarele decisioni del Sinodo, non gli abbia concessopotestà deliberativa». Ma, anche qui, ciò cheparrebbe una concessione è piuttosto il rico-noscimento di una potestà che per il sacra-mento dell’ordine è conferita ai vescovidirettamente da dio e che viene esercitata inunione al vescovo di Roma (cum Petro et sub
Petro).
FocusSul sito diocesimazara.it puoi leggere i
testi delle precedenti due puntate della
rubrica “In cammino verso il Sinodo”.
di don Vincenzo Greco
Nella foto a sini-stra. Una paginadel Vangelo.
Nella foto a de-stra. Il deserto,metafora dell’iti-nerario quaresi-male.
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Il silenzio come ascolto,come cammino in semplicità.tempo di grazia dato da dio
di don Vito Impellizzeri
La Quaresima è un tempo. in un mondo af-fannato e stanco, perennemente in ri-tardo e con ansie di continue scadenze,
darsi del tempo, e soprattutto ricevere deltempo, sembra un lusso, appunto una grazia.La Quaresima è appunto un tempo (grazia) perte dato da dio. non semplicemente e sola-mente un tuo tempo, magari un tuo cammino,un tuo itinerario di conversione, fatto per dio,anche, ma non solamente; è principalmente untempo per te, un tempo gratuito, un tempo cheti viene donato perché tu impari a fermarti, adascoltare, a comprendere, a scegliere ed ope-rare verso l’essenziale. in modo sobrio. È dun-
que un tempo povero perché tu possa ritornaread essere grato e riconoscente. È un tempo disilenzio perché tu possa ritornare ad essere ca-pace di ascolto e di condivisione. È un tempo difragilità e di digiuno perché tu possa ritornaread essere misurato e attento. È un tempo digiustizia e di solidarietà perché tu possa ritor-nare ad essere partecipe e retto. È un tempo dipreghiera e di meditazione perché tu possa ri-tornare ad essere spirituale e profondo. È untempo di semplicità e di salvaguardia perché tupossa ritornare ad essere genuino e custode. Èun tempo di fiducia e di speranza perché tupossa ritornare ad essere credente e del po-
polo. È un tempo di liberazione e di conversioneper ritornare ad essere perdonato e felice. È untempo per ritornare ad essere autenticamenteuomini. Figli amati e perdonati. allo stessomodo della preghiera di Primo Mazzolari: «Sicerca per la chiesa un uomo, senza paura deldomani, senza paura dell’oggi, senza complessidel passato. Si cerca per la chiesa un uomo chenon abbia paura di cambiare, che non cambiper cambiare, che non parli per parlare. Si cercaper la chiesa un uomo capace di vivere insiemeagli altri, di lavorare insieme, di piangere in-sieme, di ridere insieme, di amare insieme, disognare insieme».
Peculiarità celebrative
I segni. valore educativo esenso spirituale dei gesti
il tempo di Quaresima è caratterizzato da alcunepeculiarità nelle celebrazioni liturgiche e nell’ar-
redo delle chiese. Oltre al segno delle ceneri, è ti-
pico il colore violaceo dei paramenti, con l’ecce-zione del rosaceo nella quarta domenica Laetare
nella quale è consentito anche adornare l’altarecon fiori. Si omette il Gloria e il canto dell’alleluiache si sostituisce con un un’altra acclamazione acristo. Gli strumenti musicali servono solo ad ac-compagnare i canti. nelle domeniche di Quare-
sima non si può celebrare nessun altra messa chenon sia quella del giorno. Se nelle messe feriali sivuole fare la memoria di un santo, si sostituisce lacolletta del giorno con quella del santo. Gli altrielementi devono essere della feria, comprese lapreghiera sulle offerte e quella dopo la comu-nione.
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5Attualità /Fatti e cronache dal territorio
mazara Del vallo
tea bocina, unica donna marinaio, lascia il mare
tea Bocina (nella foto col marito), l’unicadonna marinaio di Mazara del vallo, la-scia il mare. il peschereccio col quale
usciva col marito Matteo denaro per l’attivitàdi piccola pesca, il “nuova angelica” è stato de-molito qualche settimana fa. «non potevamopiù sottostare alle pressioni delle banche, allequali ci siamo rivolti dal 2009 dopo aver finito inostri risparmi, pur di continuare l’attività. icosti di armamento e del gasolio, raccontanotea e Matteo, non ce la facevamo più a soste-nerli; e così abbiamo utilizzato la legge per ledemolizioni. a settembre del 2014 abbiamofermato la nostra attività e qualche mese dopola nostra barca è stata demolita. Per fare ciò ab-biamo preso dei soldi che però saremo costrettia restituire, con gli interessi, se non troviamo la-voro entro due anni; non abbiamo ancora in-fatti raggiunto l’età per andare in pensione». La
notizia di tea Bocina iscritta come unica donnamarinaio nei registri della capitaneria di portodi Mazara del vallo, qualche anno fa, destò cu-riosità. «Ho deciso di fare il pescatore quasi perscommessa con me stessa; mio figlio il grandeaveva iniziato a lavorare con mio marito, manon ha visto futuro in questo settore e ha cam-biato lavoro. così nel 1993 ho preso il librettodi navigazione e ho iniziato ad andare a pescainsieme a mio marito Matteo con la barca cheabbiamo costruito». Ora la demolizione. «ilmare non è più ricco di pesce come un tempoe inoltre il nostro pesce non viene valorizzatocome si deve. Qui manca un vero e propriomercato del pesce; noi che peschiamo pescatodi qualità siamo ostacolati da quanti abusiva-mente vendono pesce congelato e scongelato;la politica della pesca, a tutti i livelli è assente»ha detto tea Bocina. (francesco mezzapelle)
Pillole
campobello DI mazara
a rischio le coste sabbiose?Si studiano sistemi di tutela
Le coste sabbiose di alcuni tratti di litorale dellaprovincia di trapani rischiano di scomparire a
causa dei forti venti che asportano sabbia dai lito-rali. nella frazione di tre Fontane, a campobello diMazara, il fenomeno, che si verifica soprattutto in in-verno, sta cancellando il sistema dunale con la florapropria. Per trovare sistemi di tutela, presso la sededi Mazara del vallo del centro nazionale delle ricer-che, si è tenuto un incontro propedeutico, insiemeai dirigenti dell’assessorato regionale al territorio eall’ambiente, per ipotizzare soluzioni adeguate alfine di bloccare il fenomeno erosivo.
vIta
Fiamme al centro socialeche ospitò “Giovaninfesta”
Un incendio, di probabile natura dolosa, ha distruttola zona bar e parte dell’aula magna del centro so-
ciale polivalente di vita. L’immobile è di proprietà delcomune e ospita iniziative culturali e d’intrattenimento.Lo scorso maggio ospitò anche “Giovaninfesta”. Lefiamme si sono sviluppate nella zona bar ubicata alpiano seminterrato – lato centro diurno per anziani - inquesto periodo utilizzata per le serate di carnevale, or-ganizzate da un’associazione locale.
Dal sito/www.diocesimazara.it
Il video. Le testimonianzedei volontari dell’Unitalsi
don davide chirco, assistente spirituale dell’Uni-talsi, la presidente angela alagna, annamaria ca-
ruso e Patrizia Giacalone hanno raccontato le loroesperienze con l’Unitalsi, al termine della celebrazioneeucaristica per la Giornata del malato lo scorso 11 feb-braio in cattedrale.
ac.Gli auguri al neo presidenteMattarella, primo siciliano al colle
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, si èformato anche nelle fila dell’azione cattolica ed è il
primo siciliano eletto al Quirinale. il presidente dell’acdiocesana Francesco crinelli ha scritto un messaggiodi auguri al nuovo capo dello Stato, la cui famiglia èoriginaria di castellammare del Golfo.
cultura. tra storia e ricerca,libri online per l’accademia
L’accademia Selinuntina mette online alcuni dei suoilibri - scritti da don Pietro Pisciotta - in formato sfoglia-
bile. Risorta a nuova vita nel 1958 con nuovi statuti e ilmotto Virescit, l’accademia Selinuntina di scienze letteree arti raccoglie ora in un sodalizio quanti intendono colla-borare per testimoniare la cultura siciliana.
al Parco archeologico di Selinuntesi seminano i grani antichi
all’interno del Parco archeologico di Selinunte èstato seminato il grano antico Timilia (o Tummi-
nia). L’idea era stata lanciata dall’assessore comunalePaolo calcara (il secondo da destra nella foto) duranteun convegno dello scorso dicembre al teatro Selinus dicastelvetrano. a condividere la proposta è stato il con-sorzio “G. Ballatore” che si occupa di ricerca dei graniin tutta la Sicilia. L’iniziativa sarà propedeutica ad al-cune attività che si terranno in occasione dell’expo2015 di Milano, che si terrà da maggio ad ottobre diquest’anno.
castelvetrano
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Quegli abbracci che annullano le distanzei gesti di Francesco e le vittime delle guerre senza confine
Io penso che.../ di Salvatore Ferro
Unità di misura reale e utilizzata molto a
mare, nella tradizione. Sono le braccia.
Molto si scrive, si dice, persino si inventa,
su Papa Francesco. Tanto che talvolta il mondo
laico, storicamente protagonista in alcune frange
di anticlericalismo che poco approfondiva, a
torto o a ragione, le cose di altri Pontefici, sembra
volersi sentir dire grazie. Sorpreso com’è ad ap-
prezzare posture, semplicità, azioni e parole del
Papa argentino. Come se dovesse essere lui, il
Papa, a ottenere l’imprimatur di una società in-
certa eppure, sempre, tanto critica e avida di
aspettative. Aspettative su tutto: dai temi bioe-
tici al genere dei coniugi, dalla contraccezione
alle finanze della Chiesa. E si potrebbe conti-
nuare. Tante, e sostanziali, le differenze operative
e non – ma a questo possono rispondere solo i
teologi veri, e non certo fra un minuto – con il
Papa che ha lasciato il soglio, rimanendo Papa,
pure emerito. Tante le pietre, di pace e quindi
anche molto dure qualche volta, scagliate da
Bergoglio nell’oceano - oggi scurissimo di sangue
- dei conflitti planetari e dei drammi umanitari.
Tante, al punto che anche i nuovi “fan” del Pa-
pato a guida argentina, faticano a stare al passo,
nel loro spasmodico tentativo di vagliare alla luce
di un laicismo dai contorni paradigmatici e valo-
riali anche più incerti, so-
vente, del magistero della
Chiesa, uno per uno, mes-
saggi e, al limite, presunti
“strappi” alla tradizione da
parte del Pontefice. Presunti,
appunto. Papa Francesco, nella trappola, pare
non essere caduto. Ed è improbabile che vi cada
domani o doman l’altro. Se il giudizio storico
dovrà, giustamente, attendere, si può tentare
quello, molto più attuale e afferrabile, della co-
municazione e del tocco umano. E tornare alle
braccia, che erano state lasciate in sospeso nel-
l’incipit. E la verità, senza che ciò appaia facile o
idillico, sta tutta in quattro, otto, e più, braccia
che si sono incrociate giorni fa da diverse parti
del pianeta. Dalle Filippine alle asprezze delle
montagne prese dai fondamentalisti dell’Isis. Le
braccia del Papa e della bimba in lacrime; le brac-
cia del bimbo che ha spezzato a pistolettate, in-
citato da un “grande”, la nuca di altri esseri
umani, in un’esecuzione mai vista prima. Braccia
legate. Unità di misura, tutte quelle braccia: zero
distanza fra Bergoglio e la bimba che gli do-
manda «perché Dio consenta gli abusi sui pic-
coli». Niente distanza e, insieme, risposta. Tanta,
come un precipizio in mezzo, fra la canna del-
l’arma e le vite rubate da un innocente violato.
Tutta lì, la differenza. Mentre il precipizio conti-
nua ad affondare sotto le braccia annaspanti ep-
pure immobili nell’impotenza, degli annegati che
contiamo nel nostro mare. Vittime delle stesse
guerre dell’ovunque, fra noi, l’Asia e l’Africa.
Vita di Chiesa
sacro cuore.corso di primointervento per ragazzi
Èiniziato lo scorso 24 gennaio, ma continuerànelle prossime settimane, il corso di primo inter-
vento in emergenza sanitaria per ragazzi, che si stasvolgendo presso la parrocchia Sacro cuore in SantaMaria di Gesù in Mazara del vallo. il corso è direttoda Benito Pandolfo, medico del 118. a coadiuvarlo ilpersonale infermieristico specializzato e gli operatoridello stesso Servizio. Gli incontri sono aperti anche atutte le realtà educative e formative della città. trale tematiche trattate: cosa è il 118; quando chia-mare il 118; valutazione delle funzioni vitali; esplora-zione delle vie aeree e posizione di sicurezza;massaggio cardiaco; soffocamento – manovra diHeimlich; come arrestare un’emorragia.
Nella foto. PapaFrancesco abbracciaun bambino del-l’Anak-Tnk Founda-tion, durante la suarecente visita nelleFilippine.
I frati francescani. chiusa lacomunità di Mazara del vallo
La comunità dei Frati minori (nella foto i primi quattro frati
arrivati a Mazara del Vallo)ha chiuso temporaneamente,così è stata motivata la scelta dei superiori, l’esperienza pasto-rale e spirituale, avviata nel 2011. Ragioni interne all’Ordinehanno determinato la decisione, sofferta anche per la comu-nità diocesana, grata, comunque, per il servizio che i religiosihanno reso pur nel breve periodo della loro permanenza.
Il medico.Fabrizio Pulvirentiinserito tra i “Giusti di Sicilia”
il medico Fabrizio Pulvirenti, medico catanese cheha contratto il virus dell’ebola mentre operava
come volontario per conto di Emergency in SierraLeone e ora guarito, è stato inserito tra i “Giusti diSicilia”, nell’omonimo centro socio-educativo del Se-minario vescovile di Mazara del vallo. dal ricoverodel 25 novembre, il medico ha trascorso più di 5 set-timane nel reparto di alto isolamento, combattendol’infezione grazie alle terapie di supporto, ai sieri eai farmaci sperimentali. dei protocolli di tratta-mento a cui è stato sottoposto si sa poco, a parteche sono stati ottenuti grazie a una collaborazioneinternazionale in cui è stata coinvolta anche l’Orga-nizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
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5Le rubriche Grani di Vangelo/ di Erina Ferlito
aumenta il
numero dei
discepoli e
la comunità cresce.
Ancora una volta
comunque si sfalda
il quadro più o
meno ideali che ca-
ratterizza i “som-
mari”. Nuovi
problemi e nuovi
conflitti si disegnano: quelli di lingua greca
mormorano contro quelli di lingua ebraica, so-
stenendo che, nell’assistenza quotidiana, ve-
nivano trascurate le proprie vedove (cfr at 6,1).
Ma tutti, ed è ciò che conta, per la prima volta
sono chiamati “mathetái”, discepoli: lo stesso
appellativo con il quale i Vangeli definiscono il
gruppo storico chiamato alla sequela del Si-
gnore. Non si tratta di una mera curiosità, né
di un’annotazione secondaria; è invece una
questione fondante, la vera radice da cui sorge
la prima e necessaria struttura istituzionale
(cfr at 6,1-6). La Chiesa non può essere realtà
spirituale disincarnata, perché non è del
mondo ma nel mondo vive (cfr Gv 17,11a.18).
Ma chiunque, in essa, è chiamato alla fedeltà
a un discepolato senza sbavature e nell’obbe-
dienza al Vangelo che non preserva da ogni
forma di martirio. Quanti pusillanimi nella sto-
ria della Chiesa! E quanti nella Chiesa di oggi!
Ma, per fortuna, quanti uomini e donne corag-
giosi, presbiteri e laici, che vivono nell’atten-
zione evangelica ai poveri, nella gioia del
servizio, nella costante ricerca della comu-
nione! E a qualunque prezzo! La Chiesa istitu-
zionale non può e non deve mostrare alcuna
dicotomia con la comunità ecclesiale sbocciata
dalla Pasqua del Signore e dall’effusione dello
Spirito Santo! Al di là di ogni paura, di ogni in-
comprensione, di ogni conflitto… Ma torniamo
al testo. Molti sono i fattori che provocano ten-
sioni interne tra due gruppi, differenti per cul-
tura e mentalità. Tra di essi la mancanza di una
struttura adeguata. Da ciò la saggia decisione
dei Dodici, che operano delle scelte concrete
per ristabilire l’unità: «Cercate tra voi sette uo-
mini di buona reputazione, pieni di Spirito e di
sapienza, ai quali affideremo questo incarico»
(at 6,3). Non si tratta dell’istituzione del diaco-
nato, come ha ritenuto una lettura superficiale
della narrazione, tanto più che Luca mai
chiama “diaconi” i Sette. Ritenere che sia que-
sto il contenuto della pericope è un errore gros-
solano che, per giunta, trascura vere ricchezze
ecclesiologiche. Innanzitutto lo stile della sino-
dalità: «Allora i Dodici convocarono il gruppo
dei discepoli e dissero…» (at 6,2a); poi il senso
della proposta fatta all’assemblea, che non si
orienta verso una divisione del lavoro, direttivo
e privilegiato quello dei Dodici, esecutivo e
umile quello dei Sette. Si tratta invece di diffe-
renti “diakoníe”, di pari importanza e dignità,
in una prospettiva per così dire circolare. Nella
logica della simbologia numerica, propria del
linguaggio biblico, il sette ha valore di totalità:
tutti i discepoli del Cristo,dunque, hanno lo stu-
pendo compito di garantire il servizio della Pa-
rola, della preghiera e della solidarietà con i
poveri. E ciò a vantaggio dell’intera comunità
(cfr 1cor 12,4-7). Non siamo di fronte a qual-
siasi buon modello di Chiesa, ma all’unico volto
della Chiesa del Signore, consacrato tale dalla
Parola di Dio che la fonda. E se in essa ancora
si annida chi tradisce, chi attenta alla comu-
nione, chi diffama, chi inganna, vecchi e nuovi
persecutori, non può essere posto al bando lo
Spirito che le dà vita. Ed è proprio lo Spirito a
prendere per mano la città santa, la Gerusa-
lemme nuova, che scende dal cielo, pronta
come una sposa adorna per il suo sposo (cfr
ap 21,2), per ingioiellare la storia e spandere
su di essa il profumo della grazia.
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Le parole dell’Islam
al-Khidr/Al-Khadir/Al-
Khezr (lett. “il verde”,“il verdeggiante”), è ilnome di un misterioso pro-feta, descritto dalla tradi-zione islamica come saggio
e buono, che iniziò Mosè ad alcuni misteri.nel corano è scritto: «… La storia di questoincontro avviene vicino alla fonte di vita,ove Al-Khadir stupisce Mosè con le sueazioni e con le spiegazioni dense di concetti… ». egli bevve l’acqua della giovinezza cherende immortali e, di conseguenza, vide lapropria vita prolungata fino alla fine deitempi. eterno adolescente, Khadir è vestitodi verde e fa verde la natura ovunque sitrovi. È, infatti, paragonato a un dio dellavegetazione, alludendo alla risurrezione. Lafluidità della sua identità come della suasovrabbondante vitalità lo identifica con ilprofeta biblico elia, per il tipo di vita asce-tica e nomade. Secondo l'islam, è uno deiquattro profeti mantenuti in vita nei cieli.Khadir incarna la scienza infusa per graziadivina (al-ilm al-wahbi), la scienza mistica(al-ilm al-laduni), in opposizione allascienza acquisita attraverso i canali ordinaridell'umana ragione (al-ilm al-Kasbi).
/Il verde
27 febbraiovisite alle sacre edicole per “Minima sacra”
nell’ambito del progetto “Minima Sacra. arte e de-vozione nella diocesi di Mazara del vallo”, venerdì
27 febbraio, dalle ore 16, si terrà la visita alle sacre edi-cole nei centri storici di Mazara del vallo, Marsala e ca-stelvetrano. L’iniziativa è promossa nel contesto dellamanifestazione culturale organizzata dalla diocesi e dalMuseo.
26 febbraioirc, incontro con don vito impellizzeri
nell’ambito degli incontri rivolti agli insegnanti di reli-gione in servizio presso gli istituti scolastici in diocesi
di Mazara del vallo, giovedì 26 febbraio, dalle 16 alle 19,presso l’aula magna del Seminario vescovile di Mazara delvallo si terrà l’incontro sul tema “L’antropologia di ispira-zione cristiana a confronto con le antropologie attual-mente più accreditate”. Relatore sarà don vito impellizzeri.
di Dora Polizzi
L’agenda/www.diocesimazara.it
La posta/[email protected]
linea ferratai passaggi a livello,le attese e i ritardi
di Gaspare [email protected]
Gentilissimo direttore, da portavoce del malesseredei tantissimi viaggiatori della tratta ferroviaria ca-
stelvetrano-trapani, propongo delle soluzioni a costozero. Per andare incontro alle esigenze dei viaggiatori oc-corre ripristinare gli orari dei treni del 2012. In primis
avere il treno trapani- castelvetrano, con partenza alleore 14,23 e non alle attuali 14,35. il treno n. 8636 farlopartire alle 13,30 e non alle attuali 13,42. Queste varia-zioni ottimizzano gli incroci e aumentano la velocitàmedia di percorrenza. inoltre, capita di avere i passaggi alivello chiusi, ma al dirigente centrale Operativo nellasala comandi centralizzata di Palermo arriva il falso se-gnale di passaggio a livello con sbarre alzate. Questofalso segnale porta alle prescrizioni scritte (troppo lenti,in un mondo online) con ritardi di decine di minuti e confile enormi di auto dietro le sbarre che rimangonochiuse. a questi inconvenienti possono provvedere gliuomini della Polfer (Polizia ferroviaria) per andare a veri-ficare quel passaggio a livello. Poi con una squadra dipronto intervento si può risolvere il problema.
la poesiadentro si sentee fuori si espone
di Gaspare [email protected]
dentro si sente e fuori si espone / cresce l'interesse per
ciò che si vuole / ci si tiene per ciò in cui si crede./ L’at-
tesa come risorsa / la pazienza come risposta./ Indiretto ar-
riva / e diretto sospira / come un sogno o desiderio / che si
avvera / e magicamente riempie.
Atmosfera / luce di un flash di voce / un tintinnio che / ti
possiede sempre / satura e profumata / rende la vita.
Sentimento e amore / col fragore delle nuvole / al dolce ri-
sveglio / da un cupo / e grigio torpore.
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