Download - (C) Ced Digital e Servizi | ID: 01071342 | IP: 212.210.64 ... · na di Torre Specchia con Ac- ... Un inferno che ieri ancora non accennava a placarsi: in mattinata tutto sembrava

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22Martedì 2 ottobre

2018LECCE CRONACA

di Alessandro CELLINI

Il paesaggio è spettrale, aventiquattr’ore dall’incendioche ha devastato decine di et-tari di territorio. La vegeta-zione è ridotta a un cumulodi cenere, a perdita d’oc-chio. E ancora l’emergenzanon accenna a placarsi: ierimattina, dopo che i vigili delfuoco erano stati impegnatiper l’intera giornata di dome-nica e per buona parte dellanotte, altri focolai hanno ri-preso vigore. Cessato l’allar-me nei pres-si dell’Oasi- tutto, qui,è andato infumo - ilfuoco sem-bra ritrovareforza più asud, nei pres-si dei lidi edella provin-ciale Acqua-r i c a - T o r r eSpecchia.

A mentefredda, glii n q u i r e n t ihanno potu-to metteresul tavolo al-cuni puntifermi. Pri-mo: si è trat-tato di un in-cendio dolo-so. Secondo:la “miccia”è partita intre punti di-versi. Unavera e propria strategia, chefa passare in secondo pianol’ipotesi che il tutto possa es-sere stato innescato da un in-cidente, magari da una siga-retta gettata inavvertitamentedal finestrino di un’auto.Nulla di tutto questo: l’indi-viduazione dei tre distinti“punti fuoco” non lascia spa-zio a dubbi, e l’interventoumano a questo punto appa-re quasi una certezza. Unodei tre focolai originari è sta-to appiccato proprio nei pres-si della Riserva naturale del-le Cesine; l’altro a ridossodel Parco Manà; un terzolungo la provinciale 245,che collega appunto la mari-na di Torre Specchia con Ac-quarica.

Da questo triangolo è par-tito l’inferno. Un inferno cheieri ancora non accennava aplacarsi: in mattinata tuttosembrava più o meno sottocontrollo. Con il passare del-

le ore, però, il fuoco ha ripre-so a svilupparsi in altri puntidella litoranea - complice ilvento di scirocco - in partico-lare nella macchia mediterra-nea che si trova di fronte ailidi Puntarenas e Mediterra-neo (che sono stati risparmia-ti dalle fiamme), e nella zo-na boschiva a ridosso dellaprovinciale per Acquarica,con le fiamme che in alcunipunti hanno invaso la strada.Sono sessanta, finora, gli et-tari di territorio andati in fu-mo. Scongiurata, per il mo-mento, l’eventualità che i ro-

ghi arrivassero fino alle pri-me abitazioni di Torre Spec-chia, sebbene alcune - quellepiù esposte al fuoco - sianostate sgomberate domenicapomeriggio. A dimostrazio-ne del fatto che la situazioneieri era tutt’altro che sottocontrollo, il fatto che ancorauna volta i cieli sono statisolcati da due Canadair, veli-voli carichi di acqua che han-no cercato, dall’alto, di spe-gnere le fiamme.

Il resto del paesaggio ra-so al suolo dall’incendio èspettrale. Ben poco è soprav-

d I primi accertamentifatti dopo il placarsi dellefiamme hanno permessodi appurare che il rogo èstato appiccato partendoda tre punti differenti. Unchiaro segnale del fattoche potrebbe essersitrattato di un atto doloso.

Incendio doloso: le indagini dei carabinieri e le testimonianzeE gli aerei spengono gli ultimi focolai a ridosso delle case

I rilievi sul terreno

inferno

Piromani in tre punti diversi:60 ettari di distruzione

d Aveva pensato di daresfogo alla propria vena arti-stica incidendo disegni ecreando graffiti su uno deibeni naturali della provinciadi Brindisi: le dune fossilidi Punta Penna Grossa all’in-terno della Riserva naturaledi Torre Guaceto. Nei gior-ni scorsi gli uomini della Ca-pitaneria di porto di Brindisisono riusciti a identificare edenunciare l’autore dellesculture che hanno irrimedia-bilmente danneggiato la pie-tra sedimentata: è un turistacampano di 31 anni che du-

rante il soggiorno estivo hapensato bene, anzi male, didedicarsi ad una nefasta“creatività” rendendosi auto-re di una serie di reati chespaziano dal danneggiamen-to alla distruzione e deturpa-mento di bellezze naturalidei luoghi soggetti alla spe-ciale protezione dell’Autori-tà oltre che di beni pubblici.

Le dune fossili si sonoformate a cavallo di un arcotemporale che va da100.000 a 6.000 anni fa, ecostituiscono la naturale do-cumentazione delle variazio-ni del livello del mare.

In ferie al mare distruggele dune fossili di Guaceto

alle

A sinistra, unFirebossintervenuto ieri. Adestra, ladistruzioneprovocata dallefiamme

NELLA RISERVA DEL BRINDISINO

Un vigile delfuoco impegnato

nellospegnimento di

una delle decinedi focolai che sisono sviluppati

nella giornata diieri. Il fuoco, tra

l’altro, è statoalimentato dal

vento discirocco, che lo

ha sospintoverso l’Oasi

Le sculture e igraffiti sulle

dune fossili diTorre Guaceto.La Capitaneria

di porto diBrindisi ha

identificato edenunciato il

turista“creativo”

Le indagini

L’interventoIn campo i pompieri

d Decine di vigili delfuoco, dal comandoprovinciale e daidistaccamenti del Salentosono intervenuti sul posto;a supporto anchepersonale dell’Arif,Protezione civile ecarabinieri forestali.

Il rogoDistruzione sulla costa

d L’incendio si èsviluppato tra la zona asud dell’Oasi Wwf “LeCesine” e la provincialeche collega Acquarica aTorre Specchia. In fumosono andati circa 60 ettaritra macchia mediterranea,canneto e pineta.

L’

Lido RelaisLe Cesine

SP366

SP366

SP366

Oasi Wwf

UltimaSpiaggia

Strada Bianca

LidoLe Cesine

La mappaLido Buena

Ventura

Puntarenas

Quintero

San Cataldo

San Foca

MasseriaRelais

Le Cesine

Cesine

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23Martedì 2 ottobre

2018 LECCE CRONACA

vissuto alla furia delle fiam-me, alimentate domenica dalvento di tramontana che sof-fiava con raffiche fino a 30chilomteri orari. Solo alcunesparute abitazioni e arbustisolitari sono stati risparmia-ti, salvati probabilmente daalcune stradine che hannofatto da argine al fuoco. Mail pericolo rimane: tutta la li-toranea, ieri, è stata chiusaal traffico. Dal confine suddell’Oasi e fino quasi alleprime case di Torre Spec-chia, per almeno 6-700 metrispingendosi nell’entroterra, èquasi tutto bruciato. Ciò chedall’alto appariva, fino all’al-tro ieri, come una macchiaverde a ridosso del mare, og-gi non esiste più. La puzzadi bruciato si avverte già adistanza di qualche chilome-tro, mentre ci si avvicina lun-go la provinciale 366.

Intanto, parallelamente al-le operazioni di spegnimentodell’incendio, sono già parti-te le indagini per cercare diindividuare l’autore - o gliautori - di questo scempio.All’accertamento delle re-sponsabilità stanno lavoran-do, a vari livelli e con diver-se competenze, i vigili delfuoco del comando provin-ciale di Lecce, i carabinieridella sezione Forestale e ilpersonale dell’Agenzia regio-nale per le attività irrigue eforestali (Arif), che ormai daquarantotto ore sono al lavo-ro.

Il tutto sotto lo stretto con-trollo della Prefettura. Ieri ilprefetto Claudio Palomba hafatto un sopralluogo in zona:«Qualche giorno fa – ha spie-gato – abbiamo fatto il pun-to sulla stagione estiva e siera registrato un calo degliincendi del 70 per cento. Poiquesto episodio. Dopo la ge-stione dell’emergenza, va av-viata una profonda riflessio-ne, anche assieme agli entilocali, per continuare sullastrada della prevenzione, chepuò essere agevolata dall’in-stallazione di sistemi di vi-deosorveglianza».

di Maria Grazia FASIELLO

Migliaia di cavallette e far-falle in volo tra le lingue difuoco. È la scena che si è pre-sentata davanti agli occhi diGiuseppe De Matteis, respon-sabile dell’Oasi Wwf “Le Ce-sine”. Uno spettacolo che de-finisce “straziante” e che pur-troppo era solo la parte più vi-sibile di una tragedia che hacoinvolto tartarughe, raganel-le e uccelli di palude. Ora c’èuna distesa di cenere, doveprima c’erano et-tari di cannetobrulicanti di vi-ta. Gli operaiArif hanno mes-so a rischio lapropria vita persalvare la Riser-va. «E ci sonoriusciti - sottoli-nea De Matteis- per questo nonsmetterò mai dir ing raz ia r l i» .Hanno lavoratoper ore al frontenord dell’incen-dio, la parte piùvicina al bosco.«Hanno realizza-to una fascia pa-rafuoco ulterio-re rispetto aquella che giàera presenta a salvaguardiadell’area protetta - spiega ilresponsabile Wwf - un’azio-ne che io definisco eroica ol-tre che imbevuta di sana inco-scienza. Si sono avventuratiall’interno di un’area paludo-sa con un trattore per salvarela Riserva. Per questo non fi-niremo mai di ringraziarli».

Purtroppo l’azione “eroi-

ca” degli operai antincendionon è bastata a salvare anchei piccoli abitanti di quell’areadevastata in poco tempo dallefiamme. «Lo spettacolo stra-ziante che non mi era mai ca-pitato di vedere e che non mistanco di raccontare a tutte lepersone che incontro è la pre-senza insieme di cavallette efarfalle che volavano insiemealle lingue di fuoco, impres-sionante sia per i voli ma so-prattutto per la quantità di ani-mali che si muovevano nello

stesso momento. C’era unafrenesia incredibile e una ne-cessità di salvarsi indescrivibi-le: era uno spettacolo terribi-le». Farfalle e cavallette, maanche tanti animali, alcuni ap-pena nati, che si trovavanosotto la vegetazione. «Sicura-mente non saranno riusciti amettersi in salvo anfibi e retti-li. Penso alle raganelle chepopolano habitat come que-sti, oppure alle testuggini dipalude che in quest’area sonopresenti in quantità notevolee che prediligono questa areaper la loro nidificazione. Pro-babilmente in tutta l’area bru-ciata ci saranno state piccoletartarughe che non avrannotrovato via di fuga. Ma pensoanche ad animali bellissimicome schiribille, porciglionie tarabusini che sono uccelliche popolano questa zona.Non dimentichiamo che si tro-va appena fuori dalla Riservama è comunque un’area pro-tetta, Sito di interesse comuni-tario (Sic), Zona a protezionespeciale (Zps) proprio per lanidificazione di particolarispecie. Dal punto di vista na-turalistico è un disastro e idanni sono incalcolabili».

La natura, però, riuscirà ariprendersi il suo spazio.«Questo evento più di tanti al-tri ha colpito al cuore la riser-va - chiarisce De Matteis - èun’area fondamentale per ilmantenimento di equilibri,già di per sé sensibilissimi,degli habitat più particolaridelle Cesine. Dal punto di vi-sta della vegetazione, cannuc-ce di palude e falasco non so-no piante che hanno bisognodi molto tempo per riprender-si. Certamente sono andate

perdute anche altre specieche avranno più difficoltà a ri-generarsi. Il problema piùgrosso lo troviamo a sud do-ve è andata distrutta una pine-ta che impiega diversi anniper diventare quello che era.Ora è il momento della bonifi-ca, della qualificazione equantificazione dei danni, pergli enti competenti dell’indivi-duazione delle possibili cau-se. Poi dovremo discutere del-le misure di intervento perfar sì che quest’area possa es-sere maggiormente tutelataanche nei prossimi anni». Icontrolli, però, secondo il re-sponsabile dell’Oasi, non so-no pochi. «Quest’area è inte-ressata da controlli continuidi tre squadre di operai antin-cendio, ma ieri era una gior-nata molto ventosa e riusciread intervenire subito è statopraticamente impossibile. C’èsempre una pattuglia dei cara-binieri forestali, i carabinieridella stazione di Vernole so-no regolarmente di passaggioe il personale della Riserva èsempre presente. Purtroppodi fronte alla follia non c’ècontrollo che tenga. Non pen-so che abbiano voluto colpire“Le Cesine” - conclude - cosìcome è difficile dire che qual-cuno abbia voluto colpire.Ma la realtà dei fatti è una:tutto è successo l’ultima do-menica dell’ultimo giorno disettembre, alle 9 di mattina,per cui la possibilità che l’in-cendio sia potuto partire dasolo è davvero remota. Capi-re il perché e come l’abbiafatto credo sarà un lavoro ab-bastanza duro per chi se nedovrà occupare».

~Dal punto di vista

naturalisticoè un disastro: i danni

sono incalcolabili

Giuseppe De Matteis, responsabiledell’Oasi Wwf “Le Cesine”

~Qui i controlli

sono frequenti: ma ieriil vento era forte

è stato tutto più difficile

«Strage di tartarughe e uccelliPer il verde ci vorranno anni»

L’OASI