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Le caratteristiche dell’ecosistema e le forme organizzative per la tutela e la valorizzazione della

biodiversità nel Parco Nazionale dei Monti Udzungwa in Tanzania

Francesco RoveroSezione di Biodiversità Tropicale, MUSE

15 novembre 2014

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Le foreste pluviali tropicali

(1) il bioma più ricco in specie e (2) il più degradato e minacciato (50% delle foreste è stato perso in epoca storica)

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Importanza delle foreste tropicali per la biodiversità: 50-75% di tutte le specie terrestri vive in queste foreste

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Fonte: Smithsonian Tropical Research Institute

- > 40% dell’ossigeno che respiriamo è prodotto dalle foreste pluviali (20% delle emissioni di CO2 derivano dalla loro distruzione)

- Fonte diretta di sussistenza delle comunità locali: alimentare, composti medicinali, legname, fertilità agricola, acqua, ecc..

Importanza delle foreste tropicali per il pianeta e per lo sviluppo globale e locale

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La perdita di foreste pluviali

Source: FAO, forest assessment, 2010

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Fonte: Science, 2010

Trend globali di (A) stato della biodiversità, (B) fattori di impatto e and (C) risposte gestionali

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Trend globale di aree protette (fonte FAO, 2010)

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Le foreste tropicali montane dell’Africa orientale(Eastern Afromontane biodiversity hotspot)

e l’Eastern Arc

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I Monti dell’Eastern Arc: le “Galapagos dell’Africa”

136 vertebrati endemici, 211 endemici regionali

oltre 800 piante vascolari endemiche

(in 3300 km2 di foresta umida rimanente)

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Eastern Arc Mountains: il numero di vertebrati

endemici è il più alto al mondo

Source: Rovero et al. (2014)

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Udzungwa Mountains - biodiversità

- Il blocco più esteso dell’EAM: 12.000 km2 con circa 1350 km2 di foresta montana

- copertura di foresta continua (300-2600 m slm)- endemismi: 20 vertebrati strettamente endemici, 46 endemici

dell’EAM (34%)- 5 specie di mammiferi endemici

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Udzungwa Mountains – servizi ecosistemici

- Acqua per uso domestico (200,000 persone solo sul versante orientale) - Acqua per produzione idroelettrica (1/3 della produzione nazionale)- Acqua per pesca e allevamento- Fertilità agricola del Kilombero (canna da zucchero – 50,000 t, riso – 70,000 t)- Stabilità climatica (piovosità)- Assorbimento CO2

- Turismo (7000 visitatori/anno nel parco)- ecc..

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Elevata biodiversità e sviluppo locale: un equilibrio delicato

Elevatabiodiversità

Condizionifavorevoli per l’uomo

Alta densitàantropica

Fragilitàdell’equilibrioecologico chepermette ilmantenimentodegli ecosistemi

Aree protette, tutela e valorizzazioneefficace dellabiodiversità

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In Tanzania, 25% del territorio è sotto protezione ‘formale’ con vari tentativi di decentralizzazione della gestione

Parchi Nazionali - TANAPA

Riserve di caccia - Ministero

Riserve Naturali – Ministero (PFM*)Riserve Forestali – Ministero (PFM)

Riserve Forestali di villaggio – Governo di villaggio - PFM

Altre aree a gestione partecipata (WMA) -Distretti

*PFM = Participatory Forest Management

Le forme organizzative per tutela e valorizzazione della biodiversità

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Due approcci principali:

- Gestione co-partecipata (JFM)- Gestione delegata alle comunità (CBFM)

JFM è stato applicato ad alcune foreste a gestione governativa dell’Eastern Arc …e non funziona (es. sotto)!

CBFM può funzionare per ecosistemi di ‘matrice’ (savana alberata, forestedecidue) e se ben regolamentato

Sicurezza tenutaria e autonomia istituzionaledelle comunità garantiscono efficacia del CBFM,tuttavia questi schemi non generarano beneficieconomici sostanziali (apicoltura, legna da ardere,piante medicinali, ecc.), fonte: Persha and Bloomely (2009, Cons. Biol., v. grafico a destra)

Valutazione della gestione partecipata: successo dipende dall’importanza dell’ecosistema e dalla densità antropica

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Esempio dei Monti Rubeho, sistema ‘semplice’, bassa densità antropica, savana boscata resiliente al disturbo

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TRANSETTI di DISTURBO ANTROPICO

(0.5 km di lunghezza dall’inizio verso l’interno della foresta )

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Risultati del monitoraggio dei primatiParco nazionale (sotto)Riserva forestale (a destra)

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In sintesi, nei Monti Udzungwa:

- Il parco nazionale garantisce la protezione della biodiversità, e quindi garantisce i servizi ecosistemici per le comunità locali e non solo.

- La gestione partecipata delle riserve forestali non è attuabile in contesto di elevata biodiversità, alta densità antropica e mancanza di habitat naturale fuori dalle aree protette.

- Occorre dunque armonizzare la gestione del parco con le pratiche locali di uso delle risorse al di fuori del parco (v. progetto del MUSE-Ass. Mazingira).

- Sarebbero auspicabili forme di protezione nella ‘matrice’ ambientale (concetto spazialmente diffuso di valorizzazione della biodiversità, vedi Rete Ecologica delle Riserve in Trentino): corridoi, piccoli hotspot (biotopi..), santuari naturali, aree private, ecc. ma ad oggi inattuabile in Tanzania per mancanza di (1) regolamentazione e (2) di coordinamento inter-settoriale (fauna, agricoltura, allevamento, settore privato).

- Vanno esplorate le opportunità di reddito diretto dalla protezione dei servizi ecosistemici (schemi REDD - crediti C; altri Payment for Ecosystem Services -es. legati all’acqua; incrementare il turismo; …).