INFORMARCI
La sigla Arci vuol dire: Associazio-
ne Ricreativa e Culturale Italiana.
Costituire un'associazione rappre-
senta prima di tutto una scelta...
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SALVALACQUA!
Il modello di gestione privata del ser-
vizio idrico non funziona nè in teoria,
né in pratica…
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Vedere, sentire, dire
Numero 0
Giugno 2011
La sigla Arci vuol dire: Associazio-
ne Ricreativa e Culturale Italiana.
Costituire un'associazione rappre-
senta prima di tutto una scelta.
Quando un gruppo di persone decide, liberamente e consapevol-mente, di auto-organizzarsi, met-tendo in campo energie e risorse proprie per perseguire un Comune scopo ideale, non per produrre vantaggi economici personali, ma benefici collettivi, in questo caso quel gruppo di persone sta deci-dendo di costituire una associazio-
ne.
Questa volontà collettiva, sancita dalla Carta Costituzionale Italiana come diritto inviolabile dei cittadini, può esprimersi in modo maggior-mente efficace se le è attribuita la forma organizzativa più idonea all’obiettivo che si vuole raggiunge-
re.
Possiamo quindi affermare che:
E’ diritto dei cittadini associarsi sen-za bisogno d’alcuna autorizzazione per fini che non sono vietati dalla legge penale (art. 18 Costituzione) secondo regole fissate dalla Comu-ne volontà dei soci ed espresse in
un documento chiamato Statuto.
L’Arci è un’associazione di promo-zione sociale, civica e indipendente. I suoi 5500 circoli e oltre 1.000.000 di soci danno vita ad un ricco tessu-to democratico e di partecipazione attiva attraverso tutta la Penisola. L'Arci di Laurenzana, come tutti i circoli, promuove e sostiene l’associazionismo come fattore di coesione sociale, luogo di impegno civile e democratico, di affermazio-ne dei diritti di cittadinanza e di lotta ad ogni forma di esclusione e
discriminazione.
Siamo felici di essere en-trati a far parte dei circoli Arci che sono la più gran-de rete di esperienze cul-turali di base nel nostro Paese, spazi aperti per produrre e consumare cultura, laboratori della creatività giovanile, prota-
gonisti della riqualificazione dei territori con offerte culturali di qualità. L'Arci promuove il dirit-to alla cultura, il libero accesso alle conoscenze, la circolazione delle idee e dei saperi, le diversi-tà culturali. Lavora per una cul-
tura che sia motore del cambia-
mento sociale, strumento di emancipazione delle persone, qualità di vita e benessere socia-le. Oggi come ieri, i circoli Arci sono capaci di legare l'impegni civile alle opportunità di svago e di ricreazione. Promuovono mille occasioni per un uso intel-ligente e non mercificato del tempo libero: cultura, spettacoli, film, dibattiti; ma anche corsi di ballo, i giochi tradizionali come la tombola, le carte gli scacchi, le bocce il biliardo, le attività di turismo sociale, le sagre. le cene sociali. Tante occasioni per com-battere la solitudine e coltivare la socialità e la qualità della vita. L'Arci è un'associazione laica e libertaria, perchè crede nella uguale dignità delle persone, nelle pari opportunità di gene-re, nel valore delle diversità cul-turali, nella piena libertà di pen-siero e di espressione, di credo religioso, nell'autonomia e nella laicità delle istituzioni democra-tiche. Nella sua storia, si è sem-pre battuta per affermare questi valori contro ogni conformismo. Ha dato spazio a nuove idee e coraggiose provocazioni cultu-rali, in prima fila in tutte le gran-di battaglie che hanno fatto avanzare la cultura civile del paese. L’Arci a Laurenzana na-sce dalla volontà di alcuni ra-gazzi di associarsi e confrontarsi per proporre attività ricreative e culturali nel nostro piccolo cen-tro. E’ bene specificare che asso-ciarsi all’Arci non vuol dire aderi-re ad un partito politico (come molti pensano), ma entrare in un gruppo, in una comunità. Per entrare a far parte della “famiglia” Arci è sufficiente e
necessario tesserarsi.
Grazie alla tessera arci oltre che
la possibilità di partecipare a tutte le iniziative del circolo si ha diritto a diversi vantaggi dovuti alle diverse convenzioni
dell’associazione:
Musei, cinema, Ingresso in di-versi 1locali, sconti a riviste e quotidiani, sconti a scuole di ballo, musica e canto, sconti in diversi negozi e molto altro an-
cora.
E’ bene, infine, ricordare che la tessera Arci ha validità annuale. Invitiamo tutti a tesserarsi e a partecipare attivamente alla
crescita del circolo.
Giovanni Martoccia
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“Arcipicchia” che svolta
Sede: II vico Calata Insorti n.6
Orario di apertura: tutti i gior-
ni dalle 18 alle 20
E-mail: [email protected]
Secondo Talete l'acqua “è il principio di tutte le cose”, l'ele-mento fondamentale dei quat-tro elementi costituitivi dell'uni-verso insieme all'aria, la terra e il
fuoco. Il fatto che il più antico filosofo che la storia ricordi, desse que-sto ruolo primario all’acqua è esemplificativo delle ragioni per cui qualsiasi sforzo argomenta-tivo a difesa della sua esistenza e della sua fruibilità da parte di ogni essere vivente sia auspica-bile e meriti una matura rifles-sione da parte di ognuno di noi. Penso che Arundhati Roy, scrit-trice indiana di fama internazio-nale, ha denunciato perfetta-mente l’immenso cambiamento che sta investendo l’umanità. Le
sue parole recitano: "Le grandi dighe sono per lo sviluppo di una nazione quello che le bombe nucleari sono per il suo arsenale milita-re. Entrambe sono armi di distruzione di massa. Entrambe sono strumenti che i governi usano per controllare il proprio popo-lo. Entrambe sono emblemi dell'intelligen-za umana che ha scavalcato il proprio istinto di sopravvivenza. Entrambe sono maligne indicazioni di una civiltà che si rivolta contro se stes-sa. Rappresentano la rottura del legame tra gli esseri umani e il pianeta in cui vivono. Sconvolgono la logica che connette le uova alle galline, il latte alle vacche, l'acqua ai fiumi, l'aria alla vita e la terra all'esistenza"
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La guerra è cominciata! Nel no-me della globalizzazione, in ogni angolo del mondo. Nel 1995 il vice presidente della Banca Mondiale ha fatto una previsione sulle guerre del futu-ro: "Se le guerre del XX secolo sono state combattute per il pe-trolio, quelle del XXI secolo a-vranno come oggetto del con-tendere l'acqua". Ebbene si, le sue previsioni sono diventate realtà. La dichiarazione di guerra ha una data ed un luogo precisi: 2000, l'Aja, 17-22 marzo, data del 2° Forum mondiale sull'acqua. Voluto dal Consiglio mondiale sull'acqua, un organismo nato nel 1994 su iniziativa della Banca Mondiale, il Forum ha affrontato il problema delle risorse idriche, trovando una soluzione "globale". .
L'acqua cambia status: da diritto uma-no (svincolato dalle leggi di mercato) diventa un bisogno umano, che quindi può essere regolato dalle leggi della domanda e dell'offerta. Dal mercato e quindi dal profitto. La parola d'ordine è privatizzare In Medio Oriente, lungo il Nilo, in tutta l'Africa, in Asia, in India, in America Lati-na e perfino negli Stati Uniti sono in corso attualmente oltre 50 conflitti fra Stati proprio per cause legate all'acqua. La scienziata indiana Vandana Shiva ne ha parlato in un suo libro: "Le guerre dell'acqua". Molti dei conflitti incentrati sulle risorse, come l'acqua, vengono nascosti, ven-gono camuffati: chi controlla il potere preferisce far passare le guerre per l'ac-qua o per l'accaparramento di materie prime come petrolio, oro, diamanti... come fossero conflitti etnici, tribali, reli-giosi, conflitti per la sicurezza contro il terrorismo...! Ma non è così. Il più "emblematico" di questi conflitti è quello tra israeliani e palestinesi. Conflitti meno intricati hanno riguarda-to anche altre regioni del pianeta. Da molti anni persiste una grande ten-sione tra Turchia - da un lato - e Iran, Iraq e Siria - dall'altro - per quanto ri-guarda i bacini del Tigri e dell'Eufrate, in quella terra che conos ciamo come la "Mesopotamia", la culla della civiltà... Tesa anche la situazione sul bacino del Volta, con il Burkina Faso che vorrebbe utilizzarlo come fonte di irrigazione e il Ghana per la produzione di energia
elettrica. Un altro luogo e un altro avvenimento che più di altri sono testimoni di momenti importanti, che meritano attenzione e riflessio-ne è quanto successo a Cochabam-ba in Bolivia.
L’acqua è un diritto o un bisogno? E’ in atto la mercificazione della vita
La regione di Cochabamba, in Bolivia, fu incendiata da scontri
di piazza violentissimi dopo che l'amministrazione pubblica ave-va privatizzato il servizio idrico, provocando rincari nelle tariffe. In Bolivia, la privatizzazione dell'acqua vide come protago-nista una multinazionale ameri-cana: la Bechtel Corp. in colla-borazione con l'italiana Edison e la supervisione della Banca Mondiale. Il loro progetto prevedeva che tutta l'acqua della città dovesse essere privatizzata e fornita dal-la società Aguas de Tunari, di proprietà della Bechtel; la popo-lazione non aveva neanche la possibilità di raccogliere acqua piovana, e i prezzi aumentaro-no a tal punto che una famiglia rischiava di spendere fino al 30% del proprio stipendio per avere acqua. Le multinazionali avevano calcolato i loro profitti, i loro “business”, ma non aveva-no fatto i conti con la popola-zione. Nacque, infatti, un grandioso movimento di protesta contro i provvedimenti governativi e le multinazionali dell'acqua, orga-nizzatosi nella coordinadora en defensa de l'agua y la vida.
A Cochabamba, nel 2001 centi-naia furono i feriti e 5 ragazzi persero la vita in quella che è passata alla storia come “la Ri-voluzione dell'acqua”, che ha portato la Bechtel a scappare
dalla Bolivia a gambe levate e il governo ad abrogare la norma che privatizzava l'acqua. E' stata la prima volta nella storia che una multinazionale, sotto la pressione dei movimenti nazio-nali ed internazionali per l'ac-qua, esce a mani vuote da un Paese che ha stracciato il con-tratto di espropriazione dei beni comuni della popolazione.
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Ed è stata la prima volta che i sofisticati mezzi di garanzia sugli investimenti della Banca Mon-diale non hanno imposto al pae-se una multa e il risarcimento per il danno che la multinazio-nale ha subito (la Bechtel è usci-ta dalla Bolivia con un “risarcimento” di 2 boliviani, 20 centesimi di euro). Come in Bolivia, anche in Italia
da più di 15 anni si sta tentando di privatizzare il servizio idrico. Con la legge Galli del 1994 si
voleva dare il via alla mercifica-
zione del servizio idrico, creando
quello che oggi è conosciuto
come Servizio Idrico Integrato,
sistema che accorpa tutte le fasi
del percorso idrico, dalla capta-
zione alla distribuzione, alle fo-
gnature, al trattamento dei fan-
ghi, e la conseguente nascita
degli ambiti territoriali in cui il SII
è diviso (i cosiddetti “ATO ambiti
territoriali ottimali”).
In particolare, tale legge preve-
de che secondo il principio del
“Full recovery cost”, ovvero la
“copertura totale dei costi” si
deresponsabilizza lo stato rispet-
to alla gestione del Servizio Idri-
co Integrato, in quanto i cittadi-
ni con le bollette pagano tutto il
servizio, investimenti inclusi.
Quindi non si tiene più conto
del reddito di una famiglia come
una tassazione equa farebbe,
ma solo dei consumi.
Con la legge Galli si apre la stra-
da verso la privatizzazione dei
servizi idrici, e la mercificazione
dell'acqua, che trova uno sboc-
co intermedio nella legge
549/95,
che favorisce il mutamento delle aziende di diritto pubbli-co in aziende di diritto privato (S.p.A), per poi sfociare nel “Decreto Ronchi” (art. 23bis della legge 133/2008), che impone un minimo del 40% del capitale azionario di tali aziende in mano a privati.
In nome del libero mercato, si impone di vendere i diritti dei cittadini ai capitali privati no-nostante in diversi Paesi, an-che europei, si va nella direzio-ne opposta di una difficile ma necessaria ripubblicizzazione dei servizi. In Europa, da Siviglia a Bruxel-les, si ha una gestione total-mente pubblica dell’acqua. Gestione che risulta essere effi-cace ed efficiente, in realtà moderne e metropolitane. Gestione totalmente pubblica significa : non privata, né mi-sta pubblico-privata. Se le istituzioni sono fautrici di questa guerra tacita che non si combatte con gli eserciti, che non si alimenta del fragore delle bombe, ma si decide nelle stanze silenziose di pochi grattacieli, quelli del FMI (Fondo Monetario Internazionale), del WTO (OMC: Organizzazione Mondiale del Commercio), della Banca Mon-diale e delle multinazionali, DOB-BIAMO essere noi popoli e sin-goli cittadini a costruire un mon-do diverso, fondato sui diritti u-mani e su nuove politiche di ac-cesso e di difesa dei beni comuni. L’acqua è un DIRITTO UMANO, un bene vitale ed insostituibile, non un bisogno ( un bene eco-nomico da trattare come risorsa idrica e come merce). L’acqua è fonte di vita non fonte di lucro. Adesso tocca a noi Italiani dire SI all’abrogazione delle leggi che prevedono la privatizzazione dell’acqua. Filomena Romano
Quello che sono i fogli
stampati rispetto alla
scrittura può quasi dirsi
che siano i fogli
periodici rispetto a' libri
stampati; e come questi
tolsero dalle mani
di pochi adepti le cogni-
zioni, e le sparsero nel
ceto dei coltivatori
delle lettere, così i fogli le
cognizioni medesime
che circolano nel
popolo studioso comunicano e dif-
fondono nel popolo, o travagliatore,
od
ozioso. Negli uni la fame del piacere,
negli altri l'imperiosa povertà
fanno si che il più delle volte rivolga-
no più gli occhi alle cose
medesime che ai più intimi rapporti
di esse, e non vedendo in quelle
altra connessione che quella del tem-
po con cui si succedono, ed altra
relazione che quella che influisce
immediatamente sul loro ben essere,
le considerano come isolate tra di
loro, nessun sistema formandone, o
se ne formano uno lo prendolo ad
imprestito da chi vuol loro
risparmiare la fatica. Gli uomini di
questo genere, cioè la maggior
parte, considerano un libro come un
uomo che volesse entrare ne' loro
affari, e riformar tutta la loro famiglia;
sono ributtati dal timore di
rovesciar tutto l'edificio delle loro
idee; e gli uomini invischiati,
per dir così, nell'abitudine soffrono
nel doverne esser tratti. Ma un
foglio periodico, che ti si presenta
come un amico che vuol quasi dirti
una sola parola all'orecchio, e che or
l'una or l'altra delle utili
verità ti suggerisce non in massa, ma
in dettaglio, e che or l'uno or
l'altro errore della mente ti toglie
quasi senza che te ne avveda, è
per lo più il ben accetto, il più ascol-
tato. [...]
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De' fogli periodici
I fogli periodici devono essere una miniera di tentativi, e di suggerimenti scritti in maniera che lusingando l'amor proprio de' lettori lascino ad essi il merito più che si può dell'invenzione. L'agricoltura, le arti, il commercio, la politica sono quelle cognizioni che ogni cittadino ono manuale dovrebbe meno ignorare, feconde di nuove produzioni posso-no appagare la curiosità di ciascu-no, e più universalmente coltivate por-tano alla felicità d'uno Stato. Finalmente, i fogli periodici non tanto devon servire ad estendere le cognizioni positive, quanto conte-nerne molte di negative, vale a dire a distruggere i pregiudizi, e le opinio-ni anticipate, che formano l'imbarazzo, il difficile, e direi quasi il montuoso e l'erto di ogni scienza; essi travagliano più a di-struggere , che ad edificare, e così facendo edificano insensibilmente, e questa la cagione che la verità semplice, bella, che non riconoscesi che dificilmente per la fecondità dell'errore. E ciascun genere lasci colla continua mutazione desiderio e curiosità di vederlo proseguito, né stanchi giammai colla noiosa uniformità, che spande su d'ogni cosa il letargo ed il sonno. Queste novelle ci rendono quasi concittadini di tutta l'Europa; que-ste producono un continuo com-mercio nelle differenti nazioni, e distruggono quella diffidenza e quello sdegno con cui le nazioni solitarie riguardano le straniere. Tutto ciò devesi alla comunione delle idee e dei lumi, e il moto che scorgesi in essa, e che tanto inquie-ta coloro i cui sguardi sono circo-scritti da un secolo, sembrami simile a quel moto di trepidazione che scorgesi ne' fluidi prima di mettersi in equilibrio. Cesare Beccaria (<<Il Caffè>>, II, foglio I [giugno 1765])
Entrate in una adunanza ove sia-
no libri e fogli periodici, troverete
che ai primisi dà per lo più un'oc-
chiata sprezzante, e sdegnosa, ed
ai seco di un'occhiata di curiosità
che vi fa leggere, e fa legger tutti
gli altri, e come la circolazione del
denaro è avvantaggiosa perchè
accresce il numero delle azioni
degli uomini sulle cose, così la
circolazione dei fogli periodici au-
menta il numero delle azioni della
mente umana, dalle quali dipende
la perfezione delle idee, e de'
costumi.
Se vi è speranza di una simile mu-
tazione, se le cose scritte
possono cangiare le direzioni del
costume, ciò devesi sperare de'
fogli periodici piuttosto che da
ogni altra forma di scritto.Il vero
fine di uno scrittore di fogli dev'es-
sere di rendere rispettabile la virtù,
di farla amabile, d'inspirare quel
patetico entusiasmo per cui pare
che gli uomini dimentichino per
un momento se stessi per l'altrui
felicità; il di lui scopo è di rendere
comuni, familiari, chiare, e
precise le condizioni tendenti a
migliorare i comodi della vita
privata, e quelli del pubblico; ma
questo scopo dev'essere piuttosto
nascosto che palese, coperto dal
fine apparente di dilettare, di
divertire, come un amico che con-
versi con voi, non come un mae-
stro che sentenzi.
comune di Laurenzana, nelle
località “Masseria dell’Orco”,
“Tempa Coriana” e “Masseria
Sceveze” (parco eolico), e nel
comune di Brindisi Montagna
in località “Acqua di Lu-
ca” (impianti di rete e di uten-
za). Il percorso del cavidotto
dovrebbe interessare, in parte,
anche il territorio dei comuni di
Anzi e Trivigno. La Fri-El spa,
che dovrebbe curare interamen-
te il progetto del parco eolico -
si legge sul suo sito internet - è
una delle più importanti società
italiane attive nel settore della
produzione e della vendita di
energia elettrica ottenuta da
fonti rinnovabili. Un altro pro-
getto, sempre per la realizzazio-
ne di un impianto eolico, è pre-
visto nel comune di Calvello.
La società Marant srl di Napoli
ha depositato, presso i compe-
tenti uffici regionali, la valuta-
zione di impatto ambientale. In
La Val Camastra potrebbe pre-
sto diventare terra dell’eolico.
Infatti, due società che operano
nel campo delle energie rinno-
vabili, si sono fatte promotrici
di progetti per la realizzazione
di impianti eolici, da realizzare
nei comuni di Laurenzana e
Calvello. La Fri-El spa di Bol-
zano ha depositato presso il di-
partimento Ambiente, territorio,
politiche della sostenibilità del-
la Regione Basilicata, la proce-
dura di valutazione di impatto
ambientale (Via), relativa al
progetto di realizzazione di un
parco eolico ricadente nel co-
mune di Laurenzana. Il progetto
prevede la costruzione di un
impianto, costituito da dodici
aerogeneratori della potenza
unitaria di 2000 kw, per una
potenza complessiva di 24 Mw,
del cavidotto interrato di media
tensione, degli impianti di rete e
di utenza, da realizzare nel
questo caso, l’intervento preve-
de la realizzazione di un parco
eolico costituito da otto aeroge-
neratori di grande taglia, per
una potenza complessiva di
14,4 Mw, situato in località
“Monte Figarola” nel comune
di Calvello, del relativo cavi-
dotto mt di impianto fino alla
cabina di trasformazione, ubica-
ta nel comune di Anzi. Inoltre, è
previsto un collegamento alla
cabina primaria a 150 kv
“Anzi” di proprietà dell’Enel.
La società Marant srl è
un’azienda che nasce nel 2005
con l’intento di sviluppare una
specifica professionalità nel
campo delle energie rinnovabili.
Sin dall’inizio, i soci si sono
focalizzati sul tema dell’eolico.
Donato Pavese
(giornalista de “Il Quotidiano
della Basilicata”)
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VAL CAMASTRA, TERRA DELL’EOLICO?
Due società progettano parchi a Laurenzana e a Calvello
Immagine a cura della redazione
Il modello di gestione privata del servizio idrico non
funziona nè in teoria, nè in pratica.
Liberalizzare la gestione del servizio idrico, aprire il
mercato alla concorrenza, significa indire gare per
l’aggiudicazione del servizio. Tale servizio necessita
di elevati investimenti prolungati nel tempo, si tratta
pertanto di gare con lunga scadenza : le concessioni
durano 20-25 anni e prevede revisioni brevi, in
quanto ogni 3 anni si possono ricalcolare le tariffe e
gli investimenti.
Queste sono le condizioni ideali affinchè multinazio-
nali e grandi potentati possano fare buone offerte
iniziali e rinegoziare la situazione concordata in un
secondo momento, avendo in maniera quasi esclusi-
va informazioni sui costi e modalità di erogazione del
servizio.
La gestione pubblica ha la finalità di soddisfare inte-
ressi e diritti della collettività attraverso il pareggio
tra costi e ricavi, quella privatistica punta a raggiun-
gere il massimo profitto massimizzando gli utili a-
ziendali, costruiti oltre che sulla domanda garantita
anche incrementando le tariffe, sottoinvestendo ed
aumentando i consumi, contrariamente agli interessi
collettivi.
All’interno del decreto approvato nel 2009, l’articolo
che riguarda l’acqua recita: “Adeguamento alla disci-
plina comunitaria in materia di servizi pubblici locali
di rilevanza economica”, un solo articolo che porta
alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Da no-
tare che, poichè non vi è alcuna norma che sancisce
la rilevanza economica del servizio idrico, i Comuni
possono giocare ancora un ruolo fondamentale in
questa partita : parte da queste riflessioni la richie-
sta del Forum italiano dell’Acqua a tutti i comuni,
dunque, cogliamo anche noi l’occasione per invitare
il Consiglio Comunale laurenzanese a “riconoscere
nel proprio Statuto Comunale che il servizio idrico
integrato è un servizio pubblico locale privo di rile-
vanza economica, in quanto servizio pubblico essen-
ziale per garantire a tutti l’accesso all’acqua e pari
dignità umana a tutti i cittadini”.
Dalla metà degli anni ’90 la gestione, in mano a sog-
getti di diritto pubblico viene progressivamente so-
stituita da Spa a totale capitale pubblico, miste pub-
blico privato o totalmente private, il risultato è che
dal ’96 al 2006 le tariffe sono cresciute del 60% (con
un inflazione del 25%) e gli investimenti sono dimi-
nuiti di 2/3.
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SALVALACQUA !
La Toscana è stata la prima regione a sperimen-
tare il modello di gestione a capitale pubblico
privato, in particolare ad Arezzo la gestione mi-
sta con la multinazionale Suez vanta oggi tariffe
tra le più alte d’Italia ed investimenti tra i più
bassi.
La Toscana è oggi la regione italiana con la
maggiore presenza di privati, gli investimenti
sono realizzati dalle tariffe pagate dai cittadini,
le banche anticipano i capitali e gli azionisti rea-
lizzano consistenti utili, non a caso è la regione
dove più si è firmato per il referendum.
Ad Aprilia, in provincia di Latina, nel 2010 il Co-
mune a larga maggioranza vota la cacciata della
società legata a Veolia, dopo le contestazioni di
tantissimi cittadini che avevano ricevuto bollette
con aumenti spropositati.
A Nola, provincia di Napoli, l’acqua è gestita dal-
la Gori, legata all’Acea, qui il costo è passato da
0,41 centesimi ad 1 euro a metro cubo.
Contro la privatizzazione dell’acqua, Arci Lau-
renzana invita tutti a votare Si al referendum
del 12-13 giugno, perchè l’Italia è un paese do-
ve l’acqua non manca, la siccità può dipendere
solo dalla cattiva manutenzione degli acquedot-
ti, allora se un cambiamento nella sua gestione
è necessario, l’unico futuro possibile è la gestio-
ne pubblica partecipata.
Francesco Pavese
Rocco Petrone viene nominato direttore dell'intero
Programma Apollo, ed è qui che l'uomo timido e om-
broso, si rivela d'acciaio, inflessibile, infaticabile, a
tal punto da essere soprannominato la “tigre di Cape
Canaveral”. In molti chiederanno all‟ingegnere di ori-
gini lucane se fosse stato proprio lui ad aver premuto
il bottone che ha portato l‟uomo sulla Luna e questi si
sentiranno rispondere: “Credo che il maggior merito
dell'esplorazione spaziale sia stato quello di aver da-
to all'umanità un obiettivo comune, un motivo d'orgo-
glio e di esaltazione che non conosce frontiera. L'im-
presa di Amstrong, Aldrin e Collins sarà sempre ri-
cordata non come una conquista degli Stati Uniti , ma
di tutti gli uomini”. Le parole di Rocco Petrone sulla
missione evidenziano la figura di un uomo riservato,
schivo, “abituato a vivere nell‟ombra, preferendo la
luce della luna a quella del sole “.
Appurate l‟abilità, l‟intelligenza e la tenacia del prota-
gonista di questa storia, viene comunque da chiedersi:
se la famiglia Petrone fosse rimasta a Sasso di Ca-
stalda, ci sarebbero mai potute essere possibilità che
uno dei propri figli partecipasse alla spedizione
dell‟uomo sulla Luna? Le opportunità che in altre parti
del mondo si conquistano con fatica, capacità e per-
severanza, sono le stesse riservate ai giovani nel no-
stro Paese e ancora meglio nel Sud del nostro Paese?
E‟ curioso riflettere su come sia possibile che le ri-
sposte alle domande formulate, sia che ci si riferisca
ad un secolo fa che ad oggi, appaiano tristemente
ovvie.
Roberta Rossi
16 Luglio 1969, ore 09.32, dal Kennedy Space Center
viene lanciato l‟Apollo 11. A bordo gli astronauti Am-
strong, Collins e Aldrin, coloro che da questo momen-
to in poi verranno ricordati come gli eroi dello spazio.
I primi uomini ad aver conquistato la Luna.
All‟alba dello stesso giorno, nel centro della sala con-
trollo della missione c‟è un uomo, che dotatosi di una
calma serafica cerca di nascondere la consapevolez-
za che questa missione rappresenta il suo appunta-
mento con la Storia e come tale non può fallire. So-
pracciglia folte, labbra sottili e sguardo acuto, que-
sta è la descrizione di Rocco Petrone. Figlio terzoge-
nito di due immigrati italiani, più precisamente lucani,
di Sasso di Castalda, trasferitisi in America alla ri-
cerca di fortuna, Rocco perde il padre a soli sei anni
e per aiutare la famiglia effettua consegne di ghiac-
cio. Viene indirizzato dal cugino agli studi tecnici e
visto l‟ottimo profitto scolastico, partecipa al con-
corso per entrare a far parte della prestigiosa acca-
demia militare di West Point. Scuola e accademia
sono conquiste importanti in un periodo, come la pri-
ma metà del „900, fortemente intriso di pregiudizi
nei confronti degli immigrati italiani. Si laurea nel
1946 e dopo aver prestato servizio militare in Ger-
mania, si iscrive al celeberrimo Mit (Massachussetts
Institute of Tecnology) di Boston dove consegue il
Master degree in ingegneria meccanica che gli per-
mette di entrare a far parte del Progetto Redstone,
durante il quale vengono realizzati il primo missile
balistico degli Stati Uniti ed il vettore utilizzato per
lanciare nello spazio i primi astronauti americani. Lo
spazio rappresenta in questi anni la nuova frontiera
della tecnologia, l‟uomo ha esplorato tutta la terra,
può arrivare dovunque, è arrivato dovunque, ma lì su
no, quella è una direzione ancora tutta da esplorare.
La Russia anticipa gli Stati Uniti: Yuri Gagarin è il
primo uomo ad andare nello spazio. La notizia
dall‟altra parte del mondo non viene presa bene, la
consapevolezza che in quel campo così strategico la
Russia sia tanto avanti è uno shock per l‟Occidente.
Il Presidente Kennedy risponde alla sfida con un or-
dine perentorio: a sbarcare sulla luna deve essere un
americano! Il capo del programma spaziale pone una
sola condizione, avere con sé, nel dirigere
l‟operazione, Rocco Petrone. La scelta si rivela delle
migliori, la missione del 1969 è un enorme successo.
Il pioniere lucano della corsa allo spazio Storia di un oriundo sassese nei gloriosi giorni dello sbarco sulla luna
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Il foglio di carta che leggi in questo momento, il
telefono cellulare che squilla nella tua tasca, le
macchine che passano per la strada, la birra che
bevi, il benessere e le comodità che vedi intorno
a te sono possibili solo grazie allo sfruttamento di
una materia prima chiamata PETROLIO che scor-
re nelle vene del nostro sistema economico così
come il SANGUE scorre nelle vene di un essere
umano. Se viene a mancare, il sistema crolla, e
con esso tutto ciò che l’uomo ha costruito in più
di cento anni di sfruttamento. Tuttavia i pozzi si
stanno esaurendo e il petrolio (quello facile da
estrarre e con costi di estrazione molto bassi) sta
diventando MERCE RARA; il fabbisogno energeti-
co di stati molto popolati e in via di sviluppo, co-
me la Cina e l’India, sta crescendo. Tutti questi
fattori messi insieme causano l’aumento a livello
mondiale del suo prezzo. La costante crescita del
suo valore ha delle ricadute a catena prima sui
PREZZI della benzina e del gasolio e, come natu-
rale conseguenza, sui costi di trasporto delle ma-
terie prime. Ecco perché non dobbiamo meravi-
gliarci se pasta, pane, abbigliamento, bolletta del-
la luce, biglietto dei treni, degli autobus…ci costa-
no sempre di più. Ma se noi riduciamo la nostra
DIPENDENZA dal petrolio destinando più soldi,
sia alla ricerca di nuove fonti RINNOVABILI, più
SICURE E MENO DANNOSE, sia all’EFFICIENZA
ENERGETICA degli EDIFICI PUBBLICI e non…
creiamo nuovi POSTI DI LAVORO, quel lavoro
che le grandi aziende con la complicità della poli-
tica hanno delocalizzato all’estero dove, la ma-
nodopera costa di meno. Dovremmo invece ga-
rantirci un futuro lontano dal petrolio sfruttando
ciò che di nuovo ci offre la tecnologia e la natura:
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Sangue NERO
SOLE,VENTO,ENERGIA IDROELETTRICA,
GEOTERMICA,BIOMASSE…
In Europa l’Italia è una di quelle nazioni che grazie
alla sua posizione geografica e al suo territorio
possiede un grande potenziale per le rinnovabili
ma poco potenziale installato rispetto magari alla
Germania che è geograficamente meno predispo-
sta ma che ha investito di più nel settore. Noi inve-
ce preferiamo gli interessi dei grandi imprenditori
legati al nucleare pur conoscendone la pericolosi-
tà. Anche l’uranio, utilizzato nelle centrali, è una
materia esauribile come il petrolio e non ha futuro.
Partendo da una realtà più vicina a noi basti pen-
sare che con gente più capace e sveglia al coman-
do si potrebbe rendere AUTOSUFFICIENTI dal
punto di vista energetico i nostri edifici pubblici
abbassando di conseguenza i costi amministrativi
che in un periodo di crisi e mancanza di fondi per i
piccoli enti locali, sono un gran vantaggio. Tuttavia
bisogna evitare di “svendere” l’enorme risorsa delle
rinnovabili ai privati, anche perché i comuni do-
vrebbero diventare IMPRENDITORI DI SE STESSI
producendo energia per se stessi, e nei migliori dei
casi rivendendola alla rete nazionale.
Inoltre puntando maggiormente sull’ INFORMA-
ZIONE (con un apposito sportello informativo) po-
trebbero incentivare la gente a rendere la propria
casa energeticamente autosufficiente. Proiettando
il tutto su scala mondiale il sistema agonizzante
che necessita di tanto petrolio potrebbe guarire e
cominciare una nuova vita senza SANGUE NERO
nelle sue vene….
Vincenzo Pavese
Associazione di volontariato teerum valgemon aesai Il progetto “Alla Ri-Scoperta di Laurenzana” inizia a dare i primi risultati.
Il progetto del tutto sperimentale è stato presentato dall’Associazione di volontariato Teerum Valgemon Aesai alla cittadinanza laurenzanese nel Febbraio del 2010. Da maggio 2010 a maggio 2011 il progetto “Alla Ri-Scoperta di Laurenzana", ideato, pro-mosso ed organizzato dall'associazione “Teerum Valgemon Aesai di Laurenzana", ha fatto registrare a Laurenzana circa 200 presenze, provenienti dall'Italia, in particolare dalla vicina Puglia e dalla regione Basilicata. L'iniziativa, che si avvale dell'impegno di giovani volontari, ha l'obiettivo di sviluppare un circuito turistico nell'area della Camastra. Le bellezze storiche e naturalistiche di Laurenzana hanno affascinato chi ha partecipato alle iniziative di promozione del territorio. Il tour turistico offerto dai volonta-ri di “Teerum Valgemon Aesai Laurenzana” comprende non solo la visita all'antico borgo di Laurenzana, ai suoi vicoli, chie-se,castello e monumenti ma include anche un escursione nella riserva naturale Abetina. I visitatori hanno anche potuto degu-stare piatti tipici, tradizionali e prodotti locali, fare un giro tra le attività commerciali e di artigianato artistico. Creando cosi' una ricaduta economica di euro di circa 1.200,00,sul territorio. Il nostro impegno - evidenzia Vita Robortaccio presidente dell'associa-zione Teerum Valgemon Aesai Laurenzana - nasce dall'amore per la nostra terra che vogliamo far "Ri-Scoprire" anche a chi la conosce e scoprire a chi non la conosce. Sabato 7 maggio us e' stato organizzato un gemellaggio con l'associazione lucani in
natura(ALIN) ed ha visto presenti a Laurenzana un gruppo di 30 persone tra cui due americani.
Vita Robortaccio
“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal,
chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone
per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze
di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci
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STAY HUMAN
sopra sino a quando senti scricchiolare gli
ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato”.
Fisso gli scatoloni attonito, il dottore con-tinua: “Cerca ora di immaginare cosa ac-
cadrebbe subito dopo la diffusione di una
scena del genere, la reazione giustamen-
te sdegnata dell’opinione pubblica mon-diale, le denunce delle organizzazioni ani-
maliste…”, il dottore continua il suo rac-
conto e io non riesco a spostare un atti-
mo gli occhi da quelle scatole. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola
come in una scatola, decine di bambini, e
poi l’ha schiacciata con tutto il peso delle
sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva na-
scere animali, piuttosto che palestinesi,
saremmo stati più tutelati”.
A questo punto il dottore si china ver-
so una scatola, e me la scoperchia
dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli
arti mutilati, braccia e gambe, dal gi-
nocchio in giù o interi femori, ampu-
tati ai feriti provenienti dalla scuola
delle Nazioni Unite Al Fakhura di Ja-
balia, più di cinquanta finora le vitti-
me. Fingo una telefonata urgente, mi
congedo da Jamal, in realtà mi dirigo
verso i servizi igienici, mi piego in due
e vomito.
Vittorio Arrigoni
(Gaza, 8 gennaio 2009)
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BORSE DI STUDIO
Erogazione Borse di Studio relative all’anno 2010/2011, per gli studenti residenti in Basilicata fre-
quentanti classi di Scuola Elementare, Media, Superiore, in istituti e scuole statali e paritarie
(Legge 10 Marzo 2000 n.62).
DESTINATARI
Destinatari della Borsa di Studio sono gli alunni, residenti in Basilicata, che nell’anno scolastico
2010/2011 abbiano frequentato le classi Primarie (ex elementari), secondarie di 1° e 2° grado (ex me-
die e superiori) di scuole statali e paritarie.
Per accedere al beneficio, gli interessati potranno fare domanda ai rispettivi Comuni di residenza, su-
gli appositi moduli predisposti dalla Regione che potranno ritirarsi presso l’Ufficio dei Servizi Sociali,
Responsabile Sig.ra Teresa Cafarelli. La domanda può essere avanzata da uno dei genitori dell’alunno
o dallo studente se maggiorenne.
SCADENZE
Le domande dovranno pervenire inderogabilmente entro e non oltre le ore 13.00 del giorno 24 GIU-
GNO c.a., debitamente e correttamente compilate in ogni parte, con recapito telefonico e dirette
all’Amministrazione Comunale di residenza dello studente per il quale si richiede l’erogazione della
Borsa di Studio. Corredate da certificazione ISEE non superiore ad € 11.305,72 , valida alla data di
presentazione della domanda e copia del documento di identità in corso di validità del sottoscrittore.
AVVISO PUBBLICO
“INTERVENTI A FAVORE DELLA CREAZIONE DI IMPRESA E
DELLE PMI ESISTENTI PER LA RIVITALIZZAZIONE DEI CENTRI STORICI”
Il presente bando, emanato in attuazione del Programma Operativo “Val d’Agri, Melandro, Sauro,
Camastra”, è diretto a sostenere finanziariamente l’attivazione da parte di PMI di piani di investi-
mento relativi a innovazioni di processo e organizzative, di ammodernamento e riqualificazione pro-
duttiva da realizzare nelle aree dei centri storici dei Comuni del comprensorio di cui alla L. R. n.
40/95 e ss. mm. ed integrazioni.
Il presente Avviso Pubblico è volto ad incentivare la nascita di nuove attività e il sostegno di imprese
esistenti per stimolare la rigenerazione economica e sociale dei centri storici, incentivando l’imprendi-
toria in forma associative ed individuale, nel settore turistico, produttivo, commerciale, distributivo e
dei servizi.
Per informazioni dettagliate collegarsi al link:
http://www.povaldagri.basilicata.it/Webby.do , nella sezione “Bandi aperti”.
Per ulteriori delucidazioni rivolgersi alla redazione.
INFORMAZIONI UTILI AL CITTADINO
Nonostante il dirompente propagarsi della società informatizzata, i canali tradizionali di trasmissione delle
informazioni risultano tuttavia essere mai superati.
In questa sezione il Circolo Arci dedicherà uno spazio destinato alla divulgazione delle informazioni utili a
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ORIZZONTALI
1.Quann chiang vol a menn.
8.U port tott appriess
p tnè tott arru viers.
15. Mo’ tu …
18. S rav ra fa
24. Ngrass a terr
30. Iv mangenn
32. U fai p t’ascapputtà
37. Na……. e na vutat
42. nun s fnescn mai
VERTICALI
1.Stip ca truov
2.Rocc Rocc
3.si arra merrs
4.mienz all pann
5.u apr quann u vai acchienn e u chiur quan nun t serv
6.l fai carè p nun l’accogl a un a un
19. s mett ndu cavzon
20. u’ mastr
21. è accer arru pais
29. iut a mal
34.vocal divers nda l’or solar
37. l’iniz ra grattacas
REDAZIONE:
Filomena Romano
Roberta Rossi
Antonio Bellarosa
Francesco Pavese
Giovanni Martoccia
Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo
numero e tutti coloro che partecipano attivamente al Progetto Arci.
Cruciverba laurenzanese
CICLOSTILATO IN PROPRIO