Download - Appunti 2015_005 - Maran e i Salotti Nobili_NoM5S

Transcript
Page 1: Appunti 2015_005 - Maran e i Salotti Nobili_NoM5S

 

 

1/5    

 

 

 

Sicuramente uno dei pregi di questa amministrazione e in particolare dell’assessore Maran, è stato quello di riproporre il tema della “lotta di classe” all’attenzione della cittadinanza. “Pier“, come affettuosamente viene chiamato nei circoli della “Milano che conta“, ha capito subito che aria tirava in città e ha scelto: piuttosto che i “proletari” delle periferie, meglio i “nobili” del centro e per sancire questo “patto di ferro” con i salotti bene quale miglior occasione che una serie di “attenzioni” in occasione degli scavi per la M4? Gustiamoci, signore e signori, questa ennesima storia italiana e traiamone un insegnamento per il futuro… Siamo a ottobre del 2014, quando, a fatica, cominciano a trapelare le prime notizie sulla M4: sino ad allora solo qualche vago articolo sui quotidiani milanesi, ma, con l’avanzare dell’autunno, filtrano le prime mappe delle cantierizzazioni e, ai cittadini più sensibili, gli si rizzano i capelli in testa: le aree interessate si trasformeranno in zone di guerra: abbattimenti di alberi, chiusura di vie, devastazione del paesaggio urbano. I più rapidi a rispondere a queste sollecitazioni sono i cittadini di Dezza – Foppa – Solari, che si organizzano in un battagliero Comitato: abitano in una zona di pregio, alloggiano in immobili di valore, sono quasi tutti professionisti affermati, hanno buoni agganci in politica e nell’avvocatura, certo non gliene si può fare una colpa se sanno come gira la vita. Prendono quindi contatto con l’assessorato, chiedono modifiche e presentano un progetto alternativo, meno impattante sull’ambiente e attento alle esigenze della cittadinanza, Maran & Soci (le Imprese), manco se li filano; si, li invitano al solito “tavolo partecipato” in assessorato, li “condiscono via” con due manfrine e tanti saluti. Capendo l’andazzo, in men che non si dica il Comitato DFP (Dezza – Foppa – Solari) organizza un bel ricorso al TAR per il quale vengono raccolti 20.000 euro in meno di 10 giorni e che, in assenza di risposte da parte dell’Amministrazione, viene depositato il 19 settembre 2014… Intanto in Lorenteggio e in Argonne qualche coscienza comincia a svegliarsi, senza sapere, però, che i giochi sono fatti: a norma di Legge non sono più possibili

ricorsi, né blocchi, né nulla e quello che lo sa meglio di tutti è proprio Maran e su questo giocherà, davvero in maniera opaca, la sua partita con i Comitati, le Associazioni e i Gruppi che prenderanno vita da qui in avanti. A gennaio del 2015 tutto viale Argonne viene recintato e inibito alla popolazione, poi, per quattro mesi il nulla: cresceranno le erbacce, il degrado avanzerà, ma non ci sarà l’ombra di uno scavo. I cittadini nel frattempo cominciano a organizzarsi, a informarsi (il Comune e le imprese si guardano bene dal farlo, a parte qualche patetico incontro a senso unico, pura propaganda, in cui si magnificano i vantaggi della nuova metro e si minimizzano i devastanti impatti ambientali e sociali). A marzo si abbattono gli alberi di piazzale Frattini e anche Lorenteggio si muove. Si sollecitano incontri con

l’assessorato e, ovviamente, si comincia a capire che è già stato tutto deciso, per cui partono campagne per la sensibilizzazione dei cittadini delle zone interessate, raccolte firme, proposte operative per ridurre l’impatto delle opere sulla vita quotidiana di migliaia di persone. Ho vissuto personalmente queste vicende: sono stato tra coloro che hanno promosso la nascita del Comitato Argonne Susa, conosco da vicino le vicende del Comitato Pratone (un meraviglioso parco raso al suolo a tempo record dalle Imprese allo scopo di collegare – in tempo per il 1° maggio 2015 – Linate all’Expo – ahahahahaha!) e ho partecipato a numerose iniziative del gruppo 573 Alberi: ho avuto (e ho) quindi il privilegio di osservare (e di partecipare) alle diverse modalità di dialogo tra i cittadini e l’Amministrazione. Argonne – Susa è un comitato “di proposta“, dove professionisti che si occupano di cantieri e di verde urbano sono attivi nel suggerire soluzioni, proporre alternative; 573 Alberi è un gruppo “di battaglie“, tutte condotte con creatività ed entro i confini della legalità, molto operativo e agile. Questi due raggruppamenti di cittadini, con modalità diverse, hanno fatto richieste sensate a Maran; sensate e mediate sia dalla conoscenza del territorio, che

Maran P i sap ia Devas ta to r i d i A lber i

Page 2: Appunti 2015_005 - Maran e i Salotti Nobili_NoM5S

 

 

2/5    

dalla capacità di prevedere l’impatto dell’opera sulla vita delle persone, due aspetti mai e poi mai presi in considerazione dall’assessore e dalle Imprese. Richieste semplici, che comportavano costi contenuti e un minimo di disponibilità ad ascoltare (tipo: ci togliete un parco giochi? Rimettetene uno nelle vicinanze, no? NO!), ma … Ma questi due Comitati NON hanno fatto ricorso al TAR, quindi … . Vediamo com’è andata avanti… . Il ricorso al TAR del Comitato DFS è pericolosissimo per Maran & Co. , perché è fondato e ha buona probabilità di essere accolto: sarebbe un disastro per la carriera politica di “Pier” che quindi decide di “sacrificare” la parte di cittadinanza più debole a favore di quella più forte e come fa? Accogliendo, di concerto con le Imprese, tutte le istanze del Comitato FDS e ignorando tutte quelle degli altri comitati. Certo, visti i proclami a base di “partecipazione” e “condivisione” della sua amministrazione arancione, per pararsi i glutei organizza i “workshop partecipati” con i cittadini, per “modificare l’impatto dei cantieri“, “rendere vivibile la convivenza tra popolazione residente e l’opera“, purtroppo però, a 9 mesi dall’inizio dei lavori, ad alberi tagliati, con ruspe che alzano polveroni malsani tutti i giorni, traffico impazzito, popolazione segregata in casa, queste iniziative hanno ancora di più il sapore di una presa per i fondelli. Quindi, a conclusione della nostra lotta di classe, i “nobili” ottengono tutto ciò che hanno richiesto, mentre “i proletari” si vedono negate le minime richieste, nel solco della migliore tradizione classista di questa Milano “Aperta & Partecipata“. Se poi volete scendere nei particolari per comprendere meglio cosa è stato concesso al Comitato FDS e cosa NON è stato concesso agli altri, potete consultare la tabella sotto riportata. Cittadino di Milano, Emanuele Breveglieri  

   

Page 3: Appunti 2015_005 - Maran e i Salotti Nobili_NoM5S

 

 

3/5    

1. TABELLA DELLE CONSEGUENZE 

COMITATO DEZZA – FOPPA – SOLARI 

Richieste 

all'amministrazione 

Risultato 

richiesta 

Conseguenze 

Nessun cantiere di calaggio talpe in zona Dezza – Foppa ‐ Solari 

CONCESSO  Le talpe verranno calate in Tricolore (affari loro!) e Foppa Solari diventerà solo cantiere di estrazione (ovvero cantiere che rimane in opera meno tempo, meno rumore e traffico, nessun deposito di terre per calaggio talpe). In Tricolore (zona in cui non era previsto nessun cantiere) quindi ci sarà anche il deposito per le terre di scavo che si accumuleranno a causa dello scavo di calaggio per le talpe. 

Nessuna estrazione della terra di scavo (smarino) 

CONCESSO  La terra di scavo raggiungerà, per via sotterranea, il fondo di viale Argonne (non genericamente “Forlanini”, che sembra tanto lontano e fuori città, come affermato dai comunicati stampa del Comune) e da lì verrà estratta e caricata sui 55.000 camion che dovevano transitare per Foppa – Dezza – Solari.  Le polveri delle 870.00 tonnellate di terra movimentata e gli scarichi dei 55.000 camion se li respireranno quindi gli abitanti di via Mezzofanti, via Sismondi, via Pannonia, viale Argonne, via Marciano, via Marescalchi e gli alunni delle 10 scuole presenti nella zona di smarino: buona silicosi a tutti, tanto sono figli di proletari. P.S. Non sono riuscito a trovare, in nessun documento ufficiale, l'analisi delle terre che verranno movimentate (previsto a norma di legge prima dell'inizio degli scavi). Per quanto se ne sa potrebbero essere tutte terre contaminate. 

Riduzione temporale della permanenza del cantiere da 22 a 11 mesi 

CONCESSO  Si useranno 2 talpe al posto di una (ma non ci si poteva pensare prima?!) per risparmiare tempo, con un aggravio dei costi notevole che però non impatterà sul bilancio totale, ma sulle opere nel resto della tratta (della serie “ci costerà di più lì, ma risparmieremo là”, si tratta di capire su “cosa” risparmieranno: sicurezza nei cantieri? Opere di contenimento dei disagi? Qualità dei materiali? – vedi rotaie M5 ‐) 

Riduzione delle dimensioni del cantiere 

CONCESSO  Da 10.000 mq il cantiere passa ad una superficie di 8.000 mq 

Salvaguardia di 130 piante pluridecennali 

CONCESSO  Nessuna pianta verrà abbattuta 

Riduzione dell'ampiezza e della profondità degli scavi in via Foppa altezza civici 4 e 6 

PARZIALMENTE CONCESSA 

Varierà la profondità dello scavo, in modo da tutelare la stabilità degli edifici, ma non la sua ampiezza 

 

   

Page 4: Appunti 2015_005 - Maran e i Salotti Nobili_NoM5S

 

 

4/5    

COMITATO ARGONNE – SUSA 

Richieste all'amministrazione  Risultato Richiesta  Conseguenze 

Mantenimento della pista ciclabile che collega viale Argonne al centro città. 

RIFIUTATA  I ciclisti dovranno passare per viale Argonne, già trafficatissima e non potranno procedere per corso Plebisciti che verrà chiuso per 2 anni invece dei 6 ‐ 12 mesi dichiarati nel “giro di propaganda” di Maran & Co. 

Mantenimento di un passaggio tra il lato est e quello ovest di viale Argonne per agevolare gli anziani altrimenti costretti ad un lungo percorso per attraversare il viale stesso 

RIFIUTATA  I pedoni dovranno percorrere più di 800 metri per passare da una parte all'altra del viale 

Creazione di aree di compensazione sociale per sopperire alla distruzione di: campo di calcio, campo di basket, campo di bocce, campo giochi per bambini, 2 aree cani 

RIFIUTATA  L'amministrazione non ha manifestato nessuna volontà di ripristinare le “aree di socialità” adducendo come scusa i costi e il fatto che le stesse verranno riconsegnate alla cittadinanza al termine dei lavori (tra 8 – 9 anni) 

Progettazione partecipata dei confini del cantiere (tecnicamente si chiamano “cesate”) per  rendere lo stesso meno impattante, più compatibile con il territorio, esteticamente accettabile 

RIFIUTATA  L'amministrazione non ha mai fornito una risposta chiara su questa richiesta, ne ha attivato tavoli operativi: i cantieri rimangono “cisti” incuneate nel territorio i cui confini sono segnati dal degrado, dall'abbandono, dalla incompatibilità con il quartiere che li ospita. 

Collegare con Parco Forlanini e riqualificare la parte libera della superficie denominata “il Pratone” per cui le stesse imprese hanno ammesso, pubblicamente, errori nella 

RIFIUTATA  Dopo una prima fase, possibilista, in vista della trasformazione dell'area in “area deposito smarino” l'amministrazione ha escluso questa possibilità. Il “Pratone” diventerà la casa di 870.000 tonnellate di terre in attesa di trasferimento 

Monitoraggio di polveri, rumori, vibrazioni. 

RIFIUTATA  Benché le prescrizioni del progetto lo prevedano a oggi non è stata posta in essere nessuna azione di monitoraggio specifico delle polveri, dell'inquinamento ambientale e delle vibrazioni dovute alla presenza dei cantieri. Nessuna nuova centralina dedicata è stata attivata e si utilizzano i dati provenienti (solo per le polveri) di centraline già presenti e lontane dalle zone di scavo. 

Mitigazione dei cantieri attraverso pannelli fono assorbenti ed impianti per l'abbattimento delle polveri 

RIFIUTATA  A cantieri pesantemente avviati nessun sistema di contenimento delle emissioni sonore e di controllo delle polveri è stato posto in essere. 

Page 5: Appunti 2015_005 - Maran e i Salotti Nobili_NoM5S

 

 

5/5    

573 ALBERI 

Richieste all'amministrazione 

Risultato Richiesta 

Conseguenze 

Riduzione del numero di alberi abbattuti 

RIFIUTATA  Qui bisogna fare molta chiarezza perché l'assessorato gioca sporco con le cifre, non è per niente corretto. Il progetto iniziale presentato al Governo (al CIPE, per essere precisi) prevedeva l'abbattimento di 700 alberi. Quel progetto l'aveva redatto MM (Metropolitana Milanese, mica il CIPE, come si vuol far credere), quindi, in sostanza, il Comune. Date le proteste dei cittadini il progetto è stato rivisto (sempre da MM) e si è scesi a 573 alberi, sbandierando la frasetta “rispetto al progetto presentato al CIPE abbiamo salvato 169 alberi” come se fosse il “CIPE cattivo” che avesse pianificato lo scempio. Una bella storia da propinare alle persone in vista delle elezioni. Il numero di abbattimenti, infine, è rimasto lo stesso, anzi, vista l'assoluta mancanza di attenzione e cura nei confronti delle piante all'interno dei cantieri, le piante che moriranno saranno parecchie di più. 

Controllo sugli abbattimenti  DISATTESA  Riporto dal comunicato stampa del Comune del 10 luglio 2015: “La seconda variante approvata dalla Giunta e che verrà sottoposta al Cipe riguarda la modifica delle gallerie tra Manufatto Sereni e Manufatto Argonne. Si tratta di una translazione del tracciato mediamente di circa 10m (punto più distante 18.50m) , resa necessaria dal riposizionamento in area più centrale della stazione Argonne che permetterà di salvaguardare entrambi i filari esterni degli alberi lungo il viale.” Bene, 4 platani di più di 70 anni di età, facenti parte del filare est del viale, sono stati falciati senza pietà, nonostante i cittadini avessero tempestivamente segnalato al Capo Cantiere che le nuove disposizioni del Comune non ne prevedevano l'abbattimento. 

Controllo sulle ripiantumazioni  DISATTESA  Ho visto personalmente espiantare in viale Argonne alberi già morti e rinsecchiti, nessuno li ha bagnati a giugno e luglio, una vera presa in giro. Mi domando dove li “trapianteranno” (con i relativi costi per la comunità)