Download - Anno scolastico in bilico 60% di scuole a rischio · ma del 1971, il 37 per cento è si-tuato in zone a rischio sismico ... in aree a rischio terremoto, nem-meno lo 0,02 dei solai

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Time: 27/08/18 22:31 IL_MATTINO - NAZIONALE - 3 - 28/08/18 ----

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Martedì 28 Agosto 2018ilmattino.itPrimoPiano M

L’intervista Clemente Mastella

La rabbia dei presidi«Si aspetta il morto?»

Marco Esposito

«Andiamo al Quirinale. Tutti isindaci delle zone a rischio sismi-co. E restituiamo la fascia tricolo-re. Se c’è una forte scossa e unascuola va giù non possiamo fareda capro espiatorio». È un fiumein piena Clemente Mastella, dadue anni sindaco di Benevento.Sindaco, lei ha già chiuso ilponte Morandi in città, ora siprepara a chiudere le scuole?«Ne ho chiusi due, di ponti, se èper questo. Ma sulle scuole nonci sto a farmi mettere in mezzo.Se chiudo una scuola la cittàgiustamente si rivolta, se non lachiudo e c’è una scossa sonoresponsabile penalmente di quelche succede. E dopo l’allarmeMolise non me la sento».È la responsabilità di chiamministra.«Ah no, non scherziamo. Unconto sono le mie responsabilità,e me le prendo tutte, altra cosa lepastoie burocratiche. Non è micaun problema solo mio o solo diBenevento. Un po’ in tutta Italia eal Sud in particolare ci sono

scuole senza la certificazione divulnerabilità sismica. Sono statifatti i bandi, noi abbiamopartecipato e pure vinto, ma leverifiche non si fanno in pochesettimane. E con questo climachi se la prende la responsabilitàdi aprire le scuole?»Quanti edifici sono a rischio aBenevento?«Il Comune ne possiedediciannove e più della metà, inbase a una relazione del 2014,presenta dei problemi».E perché dopo quattro anni ilcaso esplode adesso?«Non siamo stati fermi in questianni. Abbiamo anche deiprogetti di ristrutturazione e inqualche caso di abbattimento ericostruzione. Lavori che,quando arriveranno i soldiperennemente incagliati,faremo. Ma intanto?»Tocca a lei rispondere:intanto?«Non si può lasciare che ilsingolo sindaco valuti in assenzadi parametri chiari, con il rischiodi finire sotto processo come èaccaduto al sindaco di Ariano e

presidente della Provincia diAvellino. Serve una regolachiara, una condotta unicadefinita per legge, che indichi, inattesa delle certificazioni, qualiedifici vanno prudenzialmentetenuti chiusi. Per esempio quellicostruiti prima degli anniOttanta».Cioè la gran parte. E poi come siinizia l’anno scolastico?«Chiedo scusa se rispondo conun’altra domanda: ma così, comepossiamo iniziare? Chiudendogli occhi? Mandando gli studenticome profughi a fare i doppi etripli turni nelle poche strutturemoderne? La sentenza diGrosseto è stata chiara: il sindacoè responsabile anchepenalmente nel caso in cui tieneaperta una scuola priva di uncertificato di vulnerabilitàsismica con punteggio parialmeno a 1. È bastato 0,985 perconsiderare responsabile ilsindaco toscano che avevatenuto aperto l’istituto, in area amoderato rischio sismico. E allanovità legale della sentenza diGrosseto si aggiunge l’allarme

esplicito della forte scossa inMolise. In Sannio, in Irpinia,come facciamo a sentirci alriparo?»Quindi terrà le scuole chiuse?«In queste condizioni sì.Soprattutto per quattro edifici.Non voglio allarmare lapopolazione ma si stannomettendo i sindaci in unasituazione drammatica dalpunto di vista penale ed etico».Ne avete discusso in Anci?«Sì ma dobbiamo fare di più. Inquesta situazione i sindaci sono

quelli che cadono sul campo.Penso a una marcia su Roma, maovviamente non la chiameremocosì, una manifestazione deisindaci al Quirinale per restituireal Capo dello Stato le fascetricolore».Con quali obiettivi, inconcreto?«Primo: una norma che dica conchiarezza cosa va chiuso e cosano, in modo da non lasciarci soli,a fare da capro espiatorio.Secondo: un provvedimento neldecreto Genova che ci consentadi intervenire in tempi rapidi,con tutti i controlli dell’Anac masenza pastoie. Infine,ovviamente, i soldi per poterintervenire».I due ponti quando li riapre?«Deve dirmelo qualcuno, chesono sicuri. E con il clima che c’èdopo il crollo di Genova non èfacile trovare un tecnico che siprenda la responsabilità di dareun via libera. Il ponte più piccolo,peraltro, va assolutamenterifatto. Ho proposto al GenioCivile un intervento per un ponteprovvisorio e mi hanno chiesto500mila euro per una strutturache sta lì per otto mesi. Mentrecostruirlo daccapo mi costa400mila euro».Lo farà nuovo o mancano isoldi?«I soldi li abbiamo, l’ho spiegatoai miei cittadini. Ma quantotempo ci vorrà per la gara?»

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IL PUNTOSembra un nome di fantasia, co-me nei Paesi della favole: Rocca-strada. Ma il piccolo centro inprovincia di Grosseto ha fatto daapripista con una sentenza sul ri-schio sismico degli edifici scola-stici. Il sindaco di Roccastrada,Francesco Limatola, aveva deci-so di tenere aperta la scuola delpaese nonostante il punteggio divulnerabilità sismica non rag-giungesse il valore ottimale di 1ma si fermasse a 0,985. Dopo varigradi di giudizio, la Corte di Cas-sazione gli ha dato torto e ha sta-bilito che la scuola andava chiu-sa per cui il primo cittadino è fini-to indagato per abuso d’ufficio. Ilproblema è che la gran parte del-le scuole italiane - sette su dieci -quel certificato di vulnerabilitàsismica non lo ha affatto. Così co-me oltre la metà degli istituti sco-lastici non passerebbe la prova diuna visita ispettiva dei vigili delfuoco. La situazione è così grave,soprattutto nel Mezzogiorno,che Legambiente scuola ha deci-so di presentare uno scottantedossier nazionale proprio a Na-poli, il prossimo 12-13 ottobre.

«La sentenza di Grosseto -spiega Paolino Marotta, presi-dente dell’Andis, l’Associazione

nazionale dirigenti scolastici -mette i sindaci in una posizionedi forte responsabilità. Finoranoi presidi scrivevamo ai pro-prietari degli istituti, cioè i Comu-ni o le Province, per chiedere gliinterventi di adeguamento. E neifatti alle nostre richieste soventeseguiva poco o nulla. Quasi maisi arrivava alla chiusura dell’isti-tuto né del resto tocca ai presidiprendere una tale decisione». Se-condo il numero uno dell’Andis,

che è preside ad Avellino, dopo ilcrollo di Genova l’attenzione perle scuole rischia di finire in se-condo piano. «Di fronte all’emer-genza infrastrutture - spiega Ma-rotta - gli edifici scolastici posso-no apparire meno rilevanti. Ep-pure da quando c’è l’anagrafe de-gli edifici nessuno può dire dinon sapere. Le condizioni si co-noscono e sono drammatiche.Sia di fronte a un sisma sia difronte a un incendio. È una situa-

zione pazzesca che conosconotutti e l’incidente è dietro le por-te. Perché dobbiamo aspettare ilmorto? Sarebbe un altro disastroannunciato». I presidi temono,soprattutto nelle zone a maggio-re vulnerabilità sismica, un’aper-tura a singhiozzo, con doppi tur-ni e la ricerca di plessi alternativi.«In un quadro incerto dal puntodi vista delle responsabilità i pre-sidi, che pure non hanno compe-tenze tecniche sugli edifici, ri-schiano di restare con il cerino inmano. Non dimentichiamo - pun-tualizza il responsabile dell’An-dis - che all’Aquila l’unica perso-na a pagare con una condanna èstato un preside: quattro anni dicarcere per non aver predispostoun piano di sicurezza».

LA SICILIALa situazione è delicata un po’ intutto il Mezzogiorno. In Siciliaoggi il presidente della Regione,Nello Musumeci, terrà una riu-nione d’emergenza con i sindacidelle città metropolitane di Paler-mo, Catania e Messina, dopo chenella città dello Stretto il sindacoCateno De Luca ha deciso la chiu-sura sine die di 27 scuole privedella documentazione di legge, li-mitando l’attività per altri 47 isti-tuti, stabilendo turnazioni per glistudenti che in alcuni casi saran-no costretti al triplo turno.

Secondo l’associazione deiconsumatori Codacons tocca aipresidi «rifiutarsi» di aprire lascuola se non può essere garanti-ta la sicurezza degli studenti e delpersonale di servizio. «Lamentar-si non basta, bisogna passare aifatti», sottolinea il presidente delCodacons Carlo Rienzi. «Oltre 4milioni e mezzo di studenti ognigiorno sono a rischio, perchél’edificio scolastico non è a nor-ma: una situazione gravissima,cui i presidi devono rispondererifiutandosi se necessario di apri-re gli istituti».

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ANDIAMO AL QUIRINALEE RESTITUIAMOLE FASCE TRICOLORENON POSSIAMO ESSEREIL CAPRO ESPIATORIOPER LA SICUREZZA

Francesco Pacifico

Ad Amatrice, nella notte del ter-remoto del 24 agosto 2016, l’uni-ca parte rimasta in piedi del ples-so omnicomprensivo Romolo Ca-pranica è stata quella costruitanel 1936. Quella innalzata nel2012, certifica e considerata sicu-ra dal Comune, si è sbriciolatamiseramente. Un anno dopo,complice una forte grandinata,all’Istituto tecnico industrialeAlessandro Volta di Aversa il tet-to della palestra è crollato, men-tre una classe faceva ginnastica.Non ci sono stati feriti ma lastruttura - le indagini della magi-stratura sono ancora in corso -era reputata stabile dalle autori-tà competenti. Lo scorso maggio,un’ora prima che suonasse lacampanella, a Fermo è franato iltetto di un’aula. Quello stesso tet-to era stato consolidato dopo i si-smi del 2016 e del 2017 nelle Mar-che. I tecnici della Provincia edella Protezione civile erano cer-ti che non avrebbe dato proble-mi.

I PERICOLIPotrà sembrare cinico, ma la

sicurezza delle scuole italiane èuna lotteria. Anche quando do-vrebbero essere solide, cascano.L’associazione nazionale presidiparla di un incidente a settima-na. Perché servirebbero almenocento miliardi per sistemare lecose. Perché stando all’ultimaanagrafe dell’edilizia scolasticadel ministero dell’Istruzione - mai numeri sono parziali - su 42.408edifici presenti sul territorio na-zionale, il 10 per cento è stato ècostruito prima del 1919, il 60 pri-ma del 1971, il 37 per cento è si-tuato in zone a rischio sismico(soltanto 15mila sono nelle peri-colosissime zone 1 e 2) o a rischioidrogeologico. Soltanto il 12,3 percento è stato innalzato con tecni-che antisismiche, mentre il 43,8

necessita di manutenzione. Unachimera, poi, i controlli: appenail 32 possiede certificazioni stati-che, il 66 ha il bollino per un buo-no stato igienico-sanitario.

IL MEZZOGIORNOOltre il 60 per cento di questi

stabili sono nel Mezzogiorno. Le-gambiente, partendo dai datidell’anagrafe del Miur, ha calco-lato che in Campania il 65,1 percento degli edifici è stato costrui-to prima dell’entrata in vigoredella normativa antisismica del1974: solo il 19,8 è su questo ver-sante in regola, mentre la verificaantisismica è stata effettuata nel28,3 dei casi. Il 59,3 necessita dimanutenzione, il 90,5 per cento èin aree a rischio terremoto, nem-meno lo 0,02 dei solai è stato con-trollato. Soltanto a Napoli e pro-vincia, su 2mila scuole censite,sono 151 quelle reputate sicure.

In Puglia il patrimonio immo-biliare è «giovane», per la metà èstato costruito dopo il 1974, maquesto non ha evitato circa 115crolli nell’ultimo quinquennio e

il fatto che il 57 per cento degliedifici non possegga la certifica-zione di agibilità. In Calabria il74,4 per cento dei plessi va risi-stemato, soltanto 15,5 garantiscevulnerabilità sismica. In Siciliacirca un terzo degli istituti è statorealizzato seguendo le normecontro il rischio terremoti o è sta-to oggetto di manutenzione.

Mettere in sicurezza o costrui-re una scuola in Italia non è faci-le. Il Comune (competente finoalle medie) o le Aree metropolita-ne (per le superiori), se sono ca-paci, fanno il progetto, lo presen-ta alla Regione, che a sua volta logira al governo, fino alla scorsalegislatura all’Unità di missione

Italia Sicura della presidenza delConsiglio, ora direttamente alMiur. Poi livello nazionale e go-vernatori ripartono i fondi neces-sari per finanziare i sindaci se-condo le graduatorie stabilite dal-le stesse regioni nella program-mazione triennale. Nel monte ri-sorse non mancano poi stanzia-menti straordinari o quelle ga-rantite attraverso i mutui calmie-rati dalla Bei, accesi sempre dalleRegioni.

LE PROVINCERisultato? Denuncia Achille

Variati, presidente dell’Unionedelle province italiane: «I soldivengono stanziati dallo Stato tra-mite i Governatori a Comuni earee metropolitane con un annodi ritardo. Poi gli enti, visto lamancanza di fondi e personale, cimettono altri due anni per fare legare e far partire i cantieri. Sol-tanto a noi Province servirebbe-ro tra i 12 e i 15 miliardi. Invecedobbiamo fare i conti con le Re-gioni che danno tutto alla scuoladell’obbligo: il Lazio ha destinato

alle superiori soltanto lo 0,62 percento delle risorse, la Ligurial’1,31, la Puglia il 3,78, il Veneto il4,80».

Ance e Cittadinanza attivahanno calcolato che servirebbe-ro almeno 40 miliardi di euro perla sola messa in sicurezza. Un extecnico della struttura di missio-ne ItaliaSicura aggiunge che «lacifra sale a 100 miliardi, se si vuo-le pure ricostruire». Soltanto inCampania, all’ultimo bando perchiedere stanziamenti, i Comunihanno presentato 900 progetti,che varrebbero 2,3 miliardi. In-tanto ogni anno - quando va bene- si impegna per le scuole pocomeno di un miliardo. La pro-grammazione 2018-2020, peresempio, stanzierà 1,7 miliardi.

Se non bastasse, va aggiuntoche i numeri dell’Anagrafe van-no presi con le molle. Perché co-me spiegano dal Miur, «l’Anagra-fe al momento non è affidabile: isindaci non aggiornano i dati sul-la piattaforma creata ah hoc. Tral’altro, una recente sentenza del-la Corte di Cassazione, imponeche non si possa intervenire se èun edificio non è antisismico al100 per cento. In caso contrarione rispondono per danno eraria-le sia il sindaco sia il dirigentescolastico. Che non hanno alcuninteresse a denunciare la cosa».

I FONDIIl nuovo ministro dell’Istruzio-

ne, Marco Bussetti, portando tut-te le competenze in viale Trasta-vere, ha per prima cosa chiestoalle Regioni di aggiornare i dati.In quest’ottica la Campania haimplementato un sistema di cal-colo con le maggiori cinque uni-versità del territorio. Soprattuttoil ministro sta studiando un fon-do rotativo da un miliardo perampliare le risorse già previste eha pronto un decreto per accele-rare le procedure di pagamento.Al riguardo, in questo testo, haanche rivisto i criteri per decide-re la priorità degli interventi.Quando nelle bozze si è scopertoche sarebbe stata decisiva la spe-sa effettiva dei soldi stanziati, laCampania ha minacciato il veto.

Proprio Palazzo Santa Lucia ènel mirino di altre regioni delNord (Piemonte e Liguria) per-ché tra programmazione2015-2017, integrazioni del gover-no e fondi europei ha incassato il15 per cento del monte totale (cir-ca 600 milioni, girati per 450 aiComuni e 150 alle Aree metropo-litane). Nonostante questa massadi soldi e le spinte della giunta,sono stati finanziati circa 160 pro-getti a favore di sindaci e presi-denti di Provincia. Di questi sol-tanto il 40 per cento è operativo.

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Il disastro edilizia

AMATRICE La scuola posta sotto sequestro

Al via i lavori della nuovascuola antisismica di LoroPiceno (Macerata) che saràpronta a fine anno per uncosto di un milione e 318 milaeuro. «Un’altra scuola nelcratere del terremoto del2016 verrà realizzata graziealla proficua collaborazionetra le istituzioni pubbliche e ilprivato - osserva Paola DeMicheli, commissariostraordinario per laRicostruzione - Dobbiamoringraziare il gruppo Unipole la generosità dei suoidipendenti che hanno messoa disposizione una sommaconsiderevole (un milione dieuro; ndr) per realizzare ilnuovo edificiocompletamenteantisismico».

Sisma, edificio donatoin una città del cratere

Macerata

LA PALESTRA Il tetto crollato nell’istituto Alessandro Volta di Aversa avvenuto nel novembre dello scorso anno fortunatamente senza feriti

Marotta (dirigenti Andis): una su 2non rispetta le norme antincendio

LA PROTESTAUno deglistriscioniesposti daglistudentidel liceoCollettadi Avellinorimastisenza edificio

SISMA La scuola di Amatrice a due anni dalla scossa

«Dovrei chiudere la metà dei plessicolleghi sindaci facciamoci sentire»

Il sindaco di BeneventoClemente Mastella

NECESSARIO UN CODICEDI CONDOTTADEFINITO PER LEGGEE UNA VIA SNELLAPER FARE I LAVORICHE SERVONO

Così il ritornosui banchi

SIRACUSA Mattoni a vista in una scuola siciliana

Al Sud la maggioranza degli edifici insicuri151 istituti su circa duemila nel Napoletano

Il dissesto dell'edilizia scolastica

Fonte: Anagrafe dell'edilizia scolastica

Edifici costruiti in zonesismiche 1 e 2 15mila

Edifici presenti sul territorio nazionale 42.408 Edifici costruiti in zone sismicheo a rischio frane

37%

Edifici costruiti prima del 1919

60%

Edifici che hanno certificazioniambientali

32%

Edifici costruiti con tecnicheantisismiche

12,3%

Edifici che necessitano diuna manutenzione

43,8%

Edifici che hanno certificazioniigienico sanitarie

66%

La denuncia: i soldi vendono stanziatidallo Stato almeno con un anno di ritardo

SMANTELLATA L’UNITÀCREATA DA RENZILE COMPETENZESONO TORNATE TUTTEAL MINISTERO: SI STUDIAUN FONDO A ROTAZIONE

A Messina stop sine die a 27 istitutiIl sindaco ordina: fate i tripli turni

Anno scolastico in bilico60% di scuole a rischio