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Venerdì 15 con la squadra di sesamo siamo partiti alle 5 di mattina con il pulmino pieno di valigie e di
attrezzature per le gare di atletica per andare a Lodi a partecipare a 3 giorni di sport.
Nella giornata di venerdì abbiamo fatto tutte le gare preliminari per
decidere le posizioni di partenza delle finali. Io ho partecipato alle gare
di lancio del peso ed ai 100 metri piani. Silvio ha partecipato alle gare
del lancio del vortex e i 50 metri piani. A mezzogiorno siamo andati al
palazzetto dello sport a pranzare con tutta la squadra. Venerdì sera
siamo andati in Piazza san Marco per la cerimonia di apertura dei giochi
olimpici di Lombardia. E’ stata una bella festa con una sfilata, fuochi
artificiali, tanta musica e balli. Alla sera siamo andati al ristorante agriturismo e poi siamo andati a
dormire.
Sabato mattina ci siamo alzati presto per andare a fare le
gare. Io ho partecipato alla finale del lancio del peso ed
ho collezionato 106 punti che mi hanno permesso di
classificarmi in prima posizione, vincendo così la
medaglia d’oro.
Domenica ho partecipato alla finale dei 100 metri piani
ed ho vinto anche lì la medaglia d’oro. Quindi ho
partecipato a 2 gare ed ho vinto 2 medaglie d’oro.
Dopo le gare c’è stata la cerimonia di chiusura dei giochi
e una festa per tutti gli atleti con la musica per ballare e cantare. Durante la festa abbiamo anche cenato.
Roberto
Anno 9 Numero 1 Pag. 2
I miei lavori a Casa Gerico!
A Gerico svolgiamo diverse attività: ceramica, gruppi cognitivi, gruppo del lunedì, dove impariamo
riconoscere i simboli che ci aiutano nella vita quotidiana e altre attività come falegnameria e cucina.
Queste ultime due attività sono le mie preferite e le faccio con piacere . Carlo è il falegname ufficiale di
Casa Gerico, e viene affiancato da Paolo: i lavori che si fanno servono ad ottenere un oggetto finito che ,
di solito, viene donato ad amici o visitatori.
I lavori che, principalmente, facciamo sono la preparazione
dei pezzi di legno, quindi i buchi che serviranno per fissare
le viti. Questo lavoro viene fatto col trapano a colonna che
viene anche usato, mettendo particolari lame dette seghe a
tazza , per fare le ruote in legno che servono quando
facciamo i carretti.
Preparati i pezzi procediamo alla loro levigazione a mano ,
con carta vetrata o a macchina, con speciali attrezzi detti
levigatrici .
I pezzi finiti vengono consegnati a chi partecipa alla attività
di decorazione , dove provvederanno alla stesura del colore,
alla decorazione ed infine alla verniciatura col flatting per
dare loro lucentezza.
Terminata questa operazione i pezzi vengono assemblati
fissandoli con viti: per questo lavoro si usano cacciaviti a
stella, avvitatrici e colla.
I manufatti che vengono costruiti sono:
- Fioriere
- Scatole
- Carretti
- Alberi natalizi
- Presepi
e altro ancora.
Anno 9 Numero 1 Pag. 3
A me piace molto assemblare i pezzi perché alla fine posso vedere l’oggetto completo.
Questa attività mi impegna tanto ,infatti sudo molto! Carlo ci insegna molto ad ha tanta pazienza,per
questo lo ringrazio sempre!
Un altra attività che mi appassiona è la cucina, che
serve per preparare il pranzo del mezzogiorno. Per
svolgere questa attività indosso un grembiule e un
cappellino per l’igiene. Sulla base del menù del
giorno si procede al taglio delle verdure, come il
cavolo, le zucchine , le patate , le barbabietole,
l’insalata e i finocchi. Per fare questo uso il coltello
e il tagliere per non rovinare il tavolo!
Un altro compito è rompere le uova per la frittata
(cosa che faccio senza guanti) e preparare involtini
al prosciutto cotto.
Roberto
Anno 9 Numero 1 Pag. 4
Casa Betti è una comunità residenziale per persone con disabilità. Io ho una disabilità fisica, mentre i
miei compagni di avventura hanno una difficoltà di tipo cognitivo.
Non è facile la vita qui: a una certa ora bisogna mangiare con tutti, non si piò fare quel che si vuole!
Ognuno ha i propri tempi, ma a volte gli educatori mettono fretta. Questa cosa un pochino mi disturba
e innervosisce; se io sono pronto per mangiare devo comunque aspettare tutti gli altri oppure se loro
stanno aspettando , allora mi mettono fretta! Non e facile perché ci sono molte regole che non decido io
, le decidono gli educatori. A volte mi arrabbio perché vorrei decidere io ma non posso e devo ascoltare
loro. Faccio un esempio: quando finisco di mangiare devo portare in fretta il piatto nel lavandino,
mentre io vorrei fare le cose più con calma. Secondo me poter seguire i miei tempi vorrebbe dire essere
più autonomo! C’è sempre qualcuno che mi dice di fare le cose i fretta ed io mi sento un po’ teso. Credo
sia normale, sarebbe così per tutti! Però so che è necessario cambiare i miei ritmi ed adattarli ai ritmi
degli altri. Ascolto quello che mi dicono , non posso fare quello che voglio.
Anno 9 Numero 1 Pag. 5
Gli educatori aiutano me e gli altri quando abbiamo
bisogno, ma siamo in tanti, quindi, per non perdere tempo,
bisogna accelerare i ritmi. So che è una questione mentale,
devo abituarmi a pensare di cambiare i miei ritmi.
Ho scelto io di andare a vivere a casa Betti: mia mamma
non è giovane e i figli non possono stare tutta la vita con la
propria madre. Anche se è stata una scelta difficile, che ho
fatto con un po’ di magone, credo di aver preso la giusta
decisione perché mi fa capire che la mamma non può essere
sempre lì per me, ma devo essere io a prendermi cura di me stesso, con l’aiuto degli altri della comunità.
Vivere a casa Betti mi fa sentire meglio ,come se fossi in una grande famiglia e questo è molto
importante.
Questa esperienza è simile a quella che avevo già fatto anni fa a Muggiano, ma qui orma sono mesi che
ci vivo (Muggiano è una comunità sperimentale, dove si può stare al massimo per 5 settimane per fare
una prova di vita autonoma). Però tra le due realtà ci sono anche molte differenze: a Casa Betti mi
aiutano a fare le cose (lavarmi ,far da mangiare, ecc.)mentre a Muggiano facevo da solo. Muggiano è
lontano da Casa Gerico; quando frequentavo lo SFA Azione Solidale potevo andarci prendendo i mezzi
da solo. Venendo a Casa Gerico invece, ero costretto ad usare il CTA. Casa Betti invece è vicina a
Gerico e la mattina gli educatori vengono a prendermi col loro pulmino.
UNA GIORNATA TIPO A CASA BETTI
Prima di tutto suona la sveglia alle 7 e io mi alzo.
Vado in bagno e mi preparo. Alle 8 c’è la
colazione che facciamo tutti insieme e verso le 9
mi passano a prendere per andare a Casa
Gerico. Finita la mia giornata al centro ritorno
in comunità e versò le 17 facciamo la merenda
tutti insieme (anche i miei coinquilini ritornano
infatti per quell’ora da i diversi CDD). A questo
punto, a turno, 3 per volta seguiti dall’educatore,
andiamo a fare la spesa al centro commerciale
Bonola, che è molto vicino. E pago io la spesa!
Questa cosa mi piace molto: mi fa sentire autonomo ! La lista delle cose da comprare la scriviamo a pc
prima di uscire. Tornati a Casa Betti mettiamo tutto in cucina e diamo una mano a svotare le borse. A
questo punto inizia l’attività di cucina per preparare la cena. Chi non è impegnato a cucinare si occupa
di apparecchiare la tavola e capita che io faccia entrambe le cose.
Alle 19 mangiamo tutti insieme e, dopo che ci si è lavati i denti e messo il pigiama , si può guarda un
po’ di tv. Io la guardo nella mia stanza, ognuno fa quel che vuole, ma alle 23 bisogna mettersi a dormire.
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I WEEK-END
Nel week end si esce!! Non tutti però vengono portati fuori: alcuni vanno in chiesa, io mai. Al pomeriggio vado al bar
con 2 volontarie, e faccio quattro chiacchiere con loro. Non le conosco molto bene però sono
simpatiche. Altre volte prendo i mezzi da solo e vado a trovare i miei amici dello SFA di Azione Solidale quando
organizzano delle feste o fanno belle uscite (una volta al mese).
Giochiamo anche a calcio con loro! Con i ragazzi di Casa Betti andiamo a fare delle passeggiate al parco di Trenno e
facciamo i picnic mangiando sull’erba panini! Finito il giro si torna a casa.
Nel week end a Casa Betti si devono fare anche le pulizie: non tutti hanno voglia di farle, ma bisogna ! Io le faccio
volentieri!
LE MANSIONI
Tutti i giorni rifacciamo i letti da soli. I vestiti li sistemo
nell’armadio in autonomia e anche nella lavatrice. Noi
mettiamo i piatti nella lavastoviglie e diamo una mano con
le pulizie: scopa, mocio e aspirapolvere li passiamo anche
noi e aiutiamo anche a pulire il tavolo e i bagni e a
sistemare le stoviglia.
Io so che ho le capacità per capire bene cosa è necessario
fare,mentre alcuni miei compagni non hanno questa
capacità quindi so che è importante che io faccia lo sforzo di
adeguarmi, per me stesso, ma anche perché si possa vivere
bene tutti insieme .
Una cosa che mi manca è parlare coni miei compagni,
però loro non hanno la possibilità di farlo e quindi
comunichiamo guardandoci negli occhi e io parlo solo con gli educatori. Devo dire però che vivere in comunità mi fa
sentire attivo e con sempre più voglia di fare perché ho la possibilità di occuparmi delle mie cose e questo mi fa
sentire di avere delle responsabilità.
Igor
Anno 9 Numero 1 Pag. 7
Un ciclone in convento Un ciclone in convento è una serie televisiva tedesca, in cui il sindaco di una città vuole trasformare il
convento del paese in un moderno centro congressi, mentre la suora responsabile del convento lotta per
salvarlo.
Gli interpreti principali sono attori tedeschi,
alcuni conosciuti per aver interpretato anche
altri telefilm.
Per le riprese del municipio è stato usato quello
della città di Landshut, quelle del convento,
invece sono registrate nel castello di
Niederaichba. La villa del sindaco Woller è un
edificio privato.
Anno 9 Numero 1 Pag. 9
Ho scelto di parlare di questo telefilm perché mi fa molto ridere ma non solo: il sindaco Woller si
mette sempre nei guai e la suora Lotte l’aiuta a riparare ai suoi pasticci e poi fanno pace.
Questo è un po’ quello che mi capita quando sto a Casa Famiglia Gerico quando mi fanno arrabbiare: io
non ho molto coraggio di rispondere perché ho soggezione verso gli altri compagni di Gerico;
pertanto preferisco non rispondere quando mi prendono in giro e mi offendono e me ne sto per i fatti
miei perché penso che non meritino assolutamente una risposta. Cerco di stare alla larga dai compagni
che si comportano molto male a Gerico e questa cosa mi fa stare, per i miei gusti, non bene e mi fa
riflettere e usare la testa. Mi sento di dire basta sul serio perché non tollero per niente questa cosa.
Alcune volte, quando capita questo, non ne posso parlare subito con gli educatori, perché magari sono in
equipe, quindi, per educazione, non li vado a disturbare in quell’occasione. Penso che si debba aver
rispetto di tutti noi, aver un minimo di buon senso e di attenzione per chi ti sta vicino. Bisogna essere
sempre gentili ed educati e aver coraggio di dire sempre la verità usando sempre la testa e pensare
prima di tutto a quello che si sta facendo in quel momento a Gerico, cioè i vari lavoretti. Per evitare di
sbagliare.
Giorgio
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Mi presento! Sono Francesca e vivo con i miei genitori, Pina e Mario, e
con mio fratello Marcello. Ho i capelli corti e neri, gli occhi verdi e porto
gli occhiali.
Mi piace il nero come la notte, il mio animale preferito è il gatto e i miei
cantanti preferiti sono Claudio Baglioni e Gianni Morandi perché sanno
fare molte cose e sono molto bravi ,sanno cantare senza fare piangere chi
li ascolta.
Io sono perfetta per qualsiasi occasione, perché mi adatto a fare tutto!
Mi piace la pizza margherita abbinata al gelato, perché è buono. I miei
gusti preferiti sono cioccolato e amarena: di solito mia mamma me li fa
trovare anche a cena, cosi posso mangiarli la sera, mentre guardo la
televisione.
Io sono tifosa del Milan da quando ho iniziato a frequentare Casa Gerico.
Vorrei arrivasse almeno al terzo posto.
Trascorro le mie giornate prima a Casa Famiglia Gerico e dopo a casa mia.
A Casa Famiglia Gerico faccio molte attività: scrivo degli articoli su
argomenti che mi interessano, poi li scrivo al computer per poi stamparli sul
giornalino. Oltre a questo faccio ginnastica, attività espressive,
falegnameria, teatro, laboratorio delle emozioni, attività dell’ordine della
casa, ballo e attività di pittura .
Le mie attività preferite sono :cucina, giornalino, ginnastica e falegnameria.
Quando faccio il laboratorio di cucina io e i miei compagni cuciniamo per
tutti. Questa attività mi piace tanto poiché mi permette
di parlare di quello che voglio con i miei amici e di cucinare tante cose come
polpette, involtini, carote, zucchine e tanto altro.
Un’altra attività che mi piace tanto è il giornalino perché mi consente di dire ciò
che penso. Ad esempio ho scritto molto di Milano, la mia città della musica! È
stato un argomento di cui mi è piaciuto molto parlare.
Ginnastica si fa una volta alla settimana, il martedì. Mi diverto a fare
Io sono Francesca!
Anno 9 Numero 1 Pag. 11
quest’attività, però qualche volta è troppo faticosa e mi distraggo, mi fermo un attimo e poi riprendo a
fare gli esercizi.
Falegnameria invece si fa il mercoledì pomeriggio con Carlo, un volontario
molto simpatico.
Io per Carlo sono la sua insegnante, infatti gli dico che lo potrei sostituire
sempre.
In questa attività svolgo 4 fasi: preparazione, verniciatura, decorazione , e
assemblaggio.
Quando sono a casa mia aiuto in cucina, anche ad apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti e rimettere
a posto.
A casa gioco con Lilla, che è la mia gatta: mi fa le feste quando arrivo e mi sveglia tutte le mattine,
anche se io vorrei dormire un po’di più, soprattutto la domenica! Ho avuto 4 gatti: Nerino, Tosca, Lilla e
Lilla due.
Ci gioco molto con Lilla che mi fa le coccole, ed è per questo motivo che
mi piacciono i gatti.
A volte guardo la televisione, ascolto la musica e qualche volta preparo
anche il caffe.
Io voglio fare l’educatrice buona infatti a carnevale mi sono travestita da
insegnante e, da insegnante, voglio educare i miei educatori e i miei amici
ad essere bravi.
Anno 9 Numero 2 Pag. 12
James Bond è il protagonista di una serie di romanzi dello scrittore britannico Ian Fleming.
Il personaggio di James bond è stato interpretato da molti attori tra cui Roger Moore, Sean Connery,
Timothy Dalton e Pierce Brosman.
L’interprete che preferisco di più è Roger Moore perché lo trovo divertente quando fa la parte del
gentiluomo con le donne e invece coraggioso nelle scene di lotta.
Roger Moore nel 1977 diventa il nuovo James Bond dopo Sean Connery. Per lui i produttori
modificarono un po’ per il personaggio e questo fece sì che il primo film di Moore come James Bond
(Agente 007 - Vivi e lascia morire) ottenne un grande successo.
L’ultimo Bond di Roger Moore fu “007 - Bersaglio mobile” del 1985. Fino ad oggi Roger Moore è
l’interprete che, nelle serie ufficiali ha interpretato il ruolo di 007 più volte.
Il personaggio di James Bond, interpretato da Roger Moore, mi piace perché é forte e atletico, molto
furbo e intelligente. Piace molto alle donne.
È molto professionale nel suo lavoro infatti riesce sempre a mantenere segreta la sua identità.
Anno 9 Numero 2 Pag. 13
Anche l’agente segreto interpretato da Sean Connery, mi piace perché è molto in gamba nel suo lavoro e
piace molto alle donne.
I film dell’agente 007 mi piacciono così tanto che non mi stancherei mai di vederli. Vi consiglio molto
di vederli!!
Gianluca
Anno 9 Numero 1 Pag. 14
Vent’anni fa ho fatto un corso di disegno con il CAM, un centro dove si ritrovano persone con
disabilità, anziani e bambini e vengono tenuti diversi corsi (oltre al disegno, musica, lingua straniera,
cucito, scultura, ecc.). Per accedere a questo centro del Comune di
Milano, bisogna pagare una quota di iscrizione annuale, ma poi tutte le
attività possono essere seguite gratuitamente.
Ho fatto questo corso insieme a mia mamma: è stato il primo di una
lunga serie di attività che ho fatto con lei. Lì ho imparato a fare tante
cose, ad usare diverse tecniche: lo stencil, la pittura, il gesso, pittura su
vetro (che è molto difficile).
Oggi a Gerico faccio attività di disegno una volta a settimana e utilizzo le tecniche che ho imparato tanti
anni fa. Mi piacerebbe molto poter insegnare ai miei amici (e anche agli educatori!) quello che so fare!
Almeno una parte! Non lo farei per ricevere un compenso, ma solo per il piacere di insegnare. Sento un
piacere che nasce in me nel far vedere agli altri cosa so fare, per poter essere d’aiuto e insegnare loro
cose nuove.
Mi hanno insegnato ad usare sul legno la tecnica degli stencil e anche sulla stoffa. È stata un esperienza
bellissima.
Ho anche imparato a dipingere sul gesso, tecnica nata in Spagna, a Barcellona. Questo modo di
dipingere l’hanno mostrato a mia mamma ed è stata lei a spiegarlo a
me: ho colorato una Madonna e sono stato molto soddisfatto, anche
se è stata dura! Ci ho messo 2 ore! I colori che mi facevano usare
erano i primari (blu, giallo e rosso) e il bianco e il nero per schiarire
e scurire. Grazie a ciò sono diventato molto abile nell’ottenere i diversi colori che mi
possono servire di volta in volta, semplicemente mescolando questi. Ora a Gerico metto
in atto questa mia conoscenza per dipingere con gli acquerelli, creando molte diverse
sfumature di colore.
Per quanto riguarda la decorazione del vetro, penso che sia davvero molto
difficile. Servono dei colori particolari, matite speciali (nere): si mette un
disegno già fatto dietro al vetro e poi lo si realizza sulla superficie davanti con i
pennelli. Ho dipinto: brocche, bottiglie, specchi (questi sono stati i più
difficili!!).
Anno 9 Numero 1 Pag. 15
Un’ altra cosa bella che mi hanno fatto fare è stato il disegno colorato con la tecnica del mosaico: facevo
un disegno sul foglio e poi ritagliavo ed attaccavo sopra questo pezzetti di fogli colorati. Mi hanno
anche fatto scoprire che si può dipingere usando qualsiasi materiale come ad esempio il pettine, con il
quale facevamo delle strisce nel colore!
Nel periodo di Natale mi hanno fatto fare un lavoro molto bello: il presepe. Su una lastra di legno ho
incollato, con la colla a caldo, un ramo per simboleggiare la capanna; poi con dell’erba finta ho fatto la
paglia. Infine i personaggi sono stati creati con la pasta di pane e poi dipinti con gli acquerelli.
Non tutti questi miei lavori li ho potuti portare a casa mia, però rimangono nella mia memoria.
Le cose che ho imparato al CAM ho cercato di insegnarle ai miei compagni dello SFA dove andavo
prima di frequentare Casa Gerico: ho spiegato loro le tecniche su cartone. Con questi miei lavori e con
quelli dei miei compagni abbiamo fatto una specie di libro e l’abbiamo venduto. Ho scoperto che è
molto difficile insegnare agli altri: non mi ascoltano! Preferiscono fare quello che vogliono,
improvvisare , mentre io sono molto preciso: il disegno lo potevano fare come volevano, ma per la
tecnica di pittura dovevano ascoltare i miei consigli.
Al CAM ho seguito anche un corso di ballo russo: il casatschok , anche conosciuto come “danza dei
cosacchi”, è davvero un ballo difficile e stancante. Bisogna incrociare le braccia e continuare ad andare
su e giù con le gambe, tenendo le ginocchia tese. Mamma mia che fatica!! A questo corso ridevamo
tutti. Lo faceva anche la mia mamma insieme a me.
Ho imparato anche la danza chiamata Sardana, tipica di
Barcellona. In questo ballo i ballerini, in cerchio, si tengono
per mano e alzano le braccia; danzano con piccoli passi
girando intorno.
Infine io e mia mamma abbiamo seguito un corso di ballo country e di danza messicana.
L’esperienza al CAM è stata per me davvero bella, mi ha fatto sentire molto vicino alle persone
“normali”, ma anche a quelle con fragilità. Sono stato benissimo con tutti. C’è sempre stato un bel
clima, come se si fosse tutti in una grande famiglia.
Igor
Anno 9 Numero 1 Pag. 16
Questa volta desidero raccontare la mia esperienza allo SFA della comunità di Muggiano.
Racconto quella esperienza perché è stata molto bella, facevo tante cose da
solo, usavo i mezzi e non il servizio trasporti che costa molto. Nel 2004 ho
cominciato l’esperienza di vita autonoma e di convivenza con altre persone
dello SFA. Eravamo in 5 più un educatore in un appartamento a Muggiano.
Era bello perché ero autonomo, non dipendevo dall’aiuto e affiancamento di
mia mamma e mi sentivo adulto. In alcuni momenti era difficile perché mia
mamma mi mancava , non la vedevo tutti i giorni ma solo il fine settimana
poi, con il tempo, piano piano, mi sono abituato benissimo. Preparavo da
mangiare, preparavo la tavola, facevo le pulizie, come tutti fanno nella propria casa. Andavo anche a
fare la spesa, insieme all’educatore della comunità all’inizio, e poi da solo, e segnavo sul libro dei conti
della comunità la spesa fatta.
Era mio compito inserire i dati della contabilità nel computer, lo facevo tutti i fine mese e mi piaceva
molto perché sentivo di partecipare con le mie capacità e di fare bene e in modo preciso le cose. Mi
sentivo apprezzato dai miei compagni e il rapporto con loro era di collaborazione. Con gli educatori si
lavorava uniti , noi utenti e loro. Ci mettevo tanta passione e mi sentivo lucido e attivo. Quando mi si
proponeva un lavoro non dicevo mai di no , perché avevo voglia di fare sempre. Qualche volta si
litigava tra noi utenti, come è normale che succeda, ma gli educatori ci
aiutavano a trovare un accordo.
Quando è finita l’esperienza allo sfa mi è dispiaciuto molto, come è
normale che succeda. Non si può restare tutta la vita in uno sfa…è un
progetto che poi finisce.
Immagino un futuro in cui tutte le persone con disabilità possano
abitare tutta la vita in comunità organizzate come quella di Muggiano.
Secondo me se tutte le persone con disabilità provassero per un po’
l’esperienza che ho provato io, starebbero meglio e potrebbero scegliere
se continuare.
Anno 9 Numero 1 Pag. 17
Penso che tutti si dovrebbe avere la possibilità di scegliere e che per questo bisogna combattere ... se
molli è finita!
Man mano che si cresce e si diventa più grandi anche i genitori o chi è stato vicino invecchia e può
morire. Fa male, ma bisogna accettarlo perché è una cosa che capita a tutti ed è normale. La comunità
può essere vista anche come una famiglia, dove i legami, anche se non sono di sangue,
possono essere molto forti. Si può diventare amici e ci si aiuta l’uno con l’altro per crescer e insieme.
Penso che invece vivere da solo per chi ha una disabilità fisica o mentale sia molto difficile perché
manca l’aiuto degli altri, mentre chi è in comunità, anche se ha molte difficoltà o impedimenti, riesce a
superare tutti gli ostacoli.
In ogni caso sia per chi sta in comunità o per chi vive da solo sono necessari molti soldi per essere
aiutati. Mi piacerebbe che Casa Gerico diventasse una comunità con sopra gli appartamenti: per
dormire sotto i laboratori dove lavorare e pensare allo svago . In pratica una vita normale con tutti
miei amici dove ognuno ha la possibilità di scegliere cosa fare.
Per ora è solo un sogno volere è potere!
Igor
Anno 9 Numero 1 Pag. 18
Io sono appassionata di televisione, specialmente dei quiz televisivi
che guardo alla sera. Il mio interesse è legato alla voglia di sapere
se il concorrente è preparato a rispondere. I protagonisti di questi
programmi, cambiando sempre, rendono lo spettacolo vario e
diverso, nonostante le regole del gioco siano sempre le stesse.
Questo rende lo show interessante.
In televisione passano vari programmi di intrattenimento tutti i
giorni in qualsiasi ora.
Tra i miei preferiti troviamo :
• Avanti un altro
• La sai l’ultima
• Il karaoke
• L’eredità
• Reazione a catena
• Caduta libera
Avanti un altro
Questo programma a premi va in onda dal 2011 ed è condotto da Paolo
Bonolis in staffetta con Gerry Scotti, con la presenza fissa di Luca
Laurenti . Il programma coinvolge vari concorrenti chiamati a rispondere
su domande di natura generale per aggiudicarsi il montepremi finale.
La sai l’ultima?
Questo programma è basato su una gara tra barzellettieri, che si sfidano
proponendo barzellette. Il pubblico attraverso gli applausi elegge il
vincitore. Tra i conduttori di questa trasmissione si sono susseguiti
Massimo Boldi, Gerry Scotti e Pippo Franco. Va ricordata la storica
partecipazione di Pamela Prati che interpretava brani ed eseguiva
spettacolari coreografie. Questa trasmissione mi piace molto perché mi fa
ridere.
Anno 9 Numero 1 Pag. 19
Karaoke
È un programma televisivo che si è svolto dal 1992 al 1995 ed è tornato nel
2015.
Il conduttore storico è stato Fiorello, mentre altri presentatori sono stati
Fiorellino e Antonella Elia; attualmente è condotto da Angelo Pintus.
Il protagonista di volta in volta sale sul palco per cantare canzoni famose.
Questa trasmissione mi piace perché ti permette di cantare e io adoro la musica.
L’eredità
È un programma televisivo a premi che va in onda dal 2002; è stato
condotto da Amadeus sino al 2006 e successivamente da Carlo Conti al
quale, nel 2014, si è affiancato Fabrizio Frizzi.
La selezione del vincitore avviene attraverso diversi giochi come “gli
abbinamenti” (indispensabile per accumulare il montepremi), vero o falso,
i fantastici 4 , la scossa, il brivido, duello e, infine, la ghigliottina che determina il vincitore.
Reazione a catena
Al gioco partecipano 2 squadre, una arancione e l’altra blu,
formate da tre persone ciascuna.
La squadra che vince torna la puntata successiva. I giochi
sono: caccia alla parola, le catene musicali, quando, dove,
come e perché, una tira l’altra, l’intesa vincente e l’ultima
parola.
I conduttori che si sono susseguiti sono stati: Pupo , Pino Insegno e Amadeus.
Caduta libera
È un programma condotto da Gerry Scotti e trasmesso da canale 5.
Il gioco consiste nel rispondere correttamente a delle domande. Ci
sono 10 concorrenti: chi sbaglia cade a caduta libera in una botola
e viene eliminato. Il gioco finale si chiama le magnifiche 7 e
partecipa l’unico concorrente rimasto in gara. Se riuscirà a
rispondere esattamente alle 7 domande vincerà il montepremi
finale.
Anno 9 Numero 1 Pag. 20
IL MIO PRESENTATORE PREFERITO: Gerry Scotti
Tra tutti i presentatori che vedo in televisione, quello da me preferito è Gerry Scotti, che
ritengo essere oltre che preparato professionalmente e capace di istaurare un buon rapporto
con il telespettatore, molto simpatico.
Virginio Scotti, in arte Gerry Scotti, è un conduttore televisivo, attore, disc jockey ed ex
parlamentare italiano.
E’ uno dei presentatori più noti e amati dal pubblico della televisione italiana, dov’ è conosciuto come lo
“zio Gerry”. Nasce a Miradolo Terme il 7 agosto 1956. Si trasferisce a Milano ancora piccolo, frequenta
il liceo classico e poi s’iscrive a giurisprudenza che abbandona perché diventato stella della radio.
Gerry inizia la sua carriera radiofonica a Radio Hinterland Milano 2 e a Novaradio. A fine anni ‘70
passerà a Radio Milano International per poi diventare una delle voci di punta della radio con il
programma “La mezzora del fagiano”.
Nel periodo estivo del 1982 approda a Radio Deejay
dove ne diventa la prima voce e non solo arriva al
grande pubblico, ma sbarca anche in televisione con
DeeJay Television. Lascerà questa radio nel 1988 per
andare a RDS dove rimarrà solo sei mesi. Nel 1987
conduce candid camera, che negli anni successivi
ottiene un considerevole successo. In estate torna al
Festivalbar , che condurrà fino al 1992.
Nel 1995 conduce su canale 5 “la sai l’ultima?” con
Paola Barale
Qualche anno dopo approda alla fascia preserale di
canale 5 conducendo il programma “Passaparola” che
terminerà nel 2006.
Nel 2000 conduce un altro quiz di notevole successo: “Chi vuole essere miliardario”.
Altri programmami famosi di Gerry Scotti sono : “Paperissima”, “La corrida” e “Striscia la notizia”.
È stato presidente della radio R 10 ma nel 2012 ha dato le dimissioni a causa dei troppi impegni
televisivi. Nella sua carriera Gerry Scotti ha inciso anche alcuni dischi di successo, spesso sigle di sue
trasmissioni televisive; i suoi cantanti preferiti sono David Bowie e Zucchero.
Gerry Scotti conduce quiz, varietà e talent show , ma recita spesso anche in sitcom; Mike Bongiorno, il
re dei presentatori televisivi, lo considerava il suo erede. Titolo confermato anche dalla gente.
Nel 2010 ha dichiarato di volersi ritirare dal mondo televisivo intorno ai 60 anni.
Francesca
Anno 9 Numero 1 pagina 21
Quest’anno sono stato a casa in malattia per più di un mesetto.
All’inizio, dopo capodanno, avevo solo le orecchie tappate; un giorno sono andato in chiesa e avevo gli occhi lucidi e
cominciavo ad avere la febbre. Mia mamma mi aveva avvertito di rimanere a casa per non prendere freddo però
sono uscito lo stesso e così ho cominciato di avere la malattia.
Mia mamma e mia sorella hanno visto che io avevo i puntini rossi su tutto il corpo. I miei genitori mi hanno portato
al pronto soccorso per fare la visita medica: mi hanno fatto gli analisi del sangue e mi hanno messo la mascherina.
Dopo le visite mediche il dottore del pronto soccorso mi ha detto che avevo il morbillo. Sono andato a casa alle
20.10: mi sono seduto sul divano che stavo molto male e mi sono venuti i brividi.
Una volta a letto sotto le calde coperte ho aspettato che mi portassero qualcosa da mangiare.
Dopo aver mangiato mia mamma mi ha dato il Polase, a questo punto ho avuto la tosse e la necessità di vomitare.
Ritornato a letto mia mamma mi ha misurato con il termometro la febbre: la mia temperatura era salita a 38 e 3.
Dopo mi sono addormentato e non so a che ora mi sono svegliato, ma sono rimasto a letto sotto le coperte calde. La
mattina ho fatto colazione e ho misurato la febbre che intanto si era abbassata. Per alcuni giorni sono rimasto a letto
.La mamma per qualche giorno ha continuato a darmi il Polase.
Dopo qualche giorno ho deciso di alzarmi e stare in cucina con la mamma, papà e , alla sera, anche con mia sorella.
Sono rimasto in casa per circa un mese chiacchierando con i miei genitori e mia sorella e ascoltando la musica.
Avendo la febbre mi sono messo a letto, ho preso il lettore dvd mi sono visto dei film di Bud Spencer e di Gerry Calà.
Il titolo dei film di Bud Spencer sono “Bomber”e “Lo chiamavano Buldozer” e infine “I quattro dell’Ave Maria”; poi mi
sono visto un altro film che si intitola “Una moglie bellissima”, di Leonardo Pieraccioni e poi mi sono visto un altro
film di Bud Spencer, “Piedone lo sbirro”, e di Leonardo Pieraccioni ,“Il pesce innamorato” e infine il film con Carlo
Verdone : “ Troppo forte”.
In questo periodo ho dovuto curarmi con il Polase, le supposte e lo sciroppo.
Dopo circa un mese sono, finalmente, sono ritornato dai miei amici di Casa Gerico, riprendendo così il mio normale
ritmo giornaliero: ”Che gioia!”
Gianluca
Anno 9 Numero 1 Pag. 22
Quando avevo 21 anni, nel 1991, mi sono iscritto all’
Associazione Sportiva Disabili. Ho deciso di farlo perché io, come
tutti gli altri di questa associazione, abbiamo delle disabilità, io
fisiche ed altri psichiche e mentali. Secondo me lo sport fa bene a
tutti, a chi ha problemi fisici, psichici o a chi è in sovrappeso:
ognuno ha la propria forma di disabilità, il proprio mondo e le
proprie difficoltà però è importante considerarsi tutti con le stesse
opportunità, nessuno escluso.
Quando ho iniziato l’esperienza dello sport non stavo tanto bene,
non ero a mio agio perché era un “mondo” diverso, una realtà
diversa da quello che ero abituato a vivere. Vivevo in casa con i
miei genitori e trascorrevo le giornate con persone “normali”.
Quindi, quando sono arrivato all’Associazione tra persone con disabilità a cui non ero abituato, mi sono
trovato in difficoltà e ho dovuto imparare a relazionarmi con loro, ma soprattutto ero stupito da quello
che riuscivano a fare: non credevo che persone con grosse difficoltà potessero fare sport nel vero senso
della parola. Si può giocare a basket, nuotare, correre, fare ping-pong, la scherma, l’ippica.. si può fare
di tutto! Ho visto una persona in sedia a rotelle giocare a Basket, per me era incredibile, bellissimo!
Allora io ho deciso che volevo correre i cento metri e mi sono allenato 1 anno, ho fatto una gara e ho
vinto. L’allenamento era duro per tutti, anche per me. Mi allenavo 2 giorni alla settimana nella palestra
di una scuola in zona 8 a Lampugnano. L’allenamento consisteva in: 5 giri della palestra di corsa,
flessioni sulle braccia, poi addominali con le gambe contro il muro, esercizi alla parete per rinforzare le
braccia e le gambe, slalom, passaggi con la palla e contro il muro. Facevamo tre ore di allenamento e
ogni volta arrivavo alla fine che mi sentivo distrutto!! Trascorso un anno, primavera successiva,
abbiamo cominciato a partecipare alle gare: il fine settimana mi accompagnava mio papà a Milano ma
anche fuori città e intanto faceva il tifo per me e io arrivavo sempre secondo o terzo, ma mai ultimo.
Gareggiavo anche nel lancio del disco e una volta sono arrivato primo:l’unica volta! Era difficile tenere
in mano il disco, perché era un misto di legno e ferro: il bordo era di ferro e al centro c’era un buco per
infilare il pollice. Pesava cinque chili e bisognava lanciarlo oltre gli otto metri: avevo i muscoli
allenati, forti, altrimenti mi sarei fatto molto male.
Quando facevo le gare dei 100 metri la difficoltà più grossa era superare la paura della partenza: ero
nervosissimo perché temevo di fare una partenza sbagliata. Era il momento più duro: dovevo
concentrarmi tanto, stare calmo non era facile perché tutti mi guardavano, uomini, donne, bambini. Io
mi commuovevo: partivamo, correvamo e all’arrivo tutti ci applaudivano. Era bellissimo, una
Anno 9 Numero 1 Pag. 23
cosa forte. Anche i bambini ci applaudivano e ci facevano i
complimenti. Era proprio bello! Poi ogni volta finite le gare si
faceva festa. C’era la musica e si stava tutti insieme. A Milano c’era
meno voglia di festeggiare, non so perché ma c’era meno calore
umano , non so darmi una spiegazione. Quando andavamo a
gareggiare, ad esempio, a Como o a Roma , si faceva più festa.
Adesso dopo 20 anni nelle associazioni sportive ci sono persone di
ogni parte del mondo e a me piace molto. Ho fatto amicizia in
particolare con persone del sud America che parlano spagnolo,
lingua che conosco benissimo perché mio papà era spagnolo. Li ho
incontrati alle manifestazioni sportive e abbiamo fatto amicizia.
Quando sono tornati in sud America ci siamo scritti e sentiti al
telefono. Continuiamo a farlo tutti gli anni perché siamo diventanti
amici e questo è bellissimo!
Igor
Anno 9 Numero 1 Pag. 24
SPORTIVAMENTE INSIEME Sportivamente insieme è un’iniziativa che ci ha permesso di andare a giocare a basket con i ragazzi di
una scuola superiore, con l’allenatore Gianluca. Paolo, Ilaria, Cristina e Stefano hanno proposto se
volevamo fare questo tipo attività nella palestra dell’istituto Courie-Sraffa insieme agli altri studenti.
L’allenatore ci ha insegnato i vari passaggi con la palla e le varie regole del Basket. All’inizio questo
tipo di gioco non mi piaceva: sono andato in palestra senza la tuta e ho guardato gli altri compagni che
partecipavano al gioco Basket.
Io mi sono messo ad osservare come si faceva
a giocare a basket in compagnia di altri ragazzi
di quella struttura: a questo punto mi è scattata
la voglia di giocare! L’allenatore mi ha
insegnato come si doveva tirare la palla per far
canestro e mi ha fatto correre e camminare per
il riscaldamento. La palla che usavamo
all’inizio era di spugna e Gianluca ci spiegava
come dovevamo passarla prima di tirare a
canestro: i passaggi andavano fatti in coppia
passando la palla a un altro compagno.
Fare questo tipo di sport mi è servito molto e ho capito come fare un attività sportiva assieme ad altri
compagni, seguendo le varie regole come detto dall’allenatore: noi dobbiamo ascoltare, ma non solo,
dobbiamo imparare come si gioca a basket.
La pallacanestro non è semplice, mandare la palla dentro al canestro comporta
fatica e attenzione, tanto sudore e dedizione:
l’allenatore mi ha detto che sono portato a farlo e
che tiro bene, devo però fare allenamento in palestra.
Domenica 29 maggio 2016 doveva esserci l’ultima
partita di basket e calcio all’oratorio di via Val Sesia
a Baggio, al termine della quale c’è stata la
premiazione, l’intervista, le foto, il buffet e il lancio
dei palloncini in cielo. Purtroppo il tempo non ha
permesso lo svolgimento delle gare e quindi abbiamo
giocato a biliardino, a ping pong e ballato tutti
insieme.
Mi piacerebbe continuare questa esperienza quando a settembre riprenderanno le attività, mi auguro che
questo possa avvenire.
Giorgio
Anno 9 Numero 1 pagina 25
Un sabato pomeriggio al bowling
Io e mio papà ci siamo trovati a Casa Gerico alle ore 14,55 per andare con tutti gli altri a Nerviano, a giocare a
Bowling .
Il Bowling è dentro una costruzione molto grande dove c’è un bar, una sala
biliardo e le piste da Bowling .
Prima di andare alla pista ci siamo fermati al bancone dove si affittano le
scarpe, io ho preso la misura 42.
Nella nostra pista abbiamo giocato io, Ilaria e Andrea. Io ho fatto 58 punti, e
modestamente, penso di essere bravo, infatti con un tiro ho abbattuto tutti i
birilli facendo strike.
Io gioco volentieri a bowling, è un gioco che mi dà soddisfazione soprattutto quando vinco.
Sono stato contento tutta la serata per aver passato il pomeriggio con i miei amici a
giocare a bowling .
Ho scelto di parlare di questa giornata perchè a bowling posso condividere il mio
piacere con i miei amici . Altro motivo di piacere è che tutti assieme abbiamo fatto
la merenda, io ho mangiato un panino e ho bevuto un’acqua minerale naturale che
ho pagato con i soldi che mi ero portato.
Dopo la merenda siamo saliti sul pulmino dove ho telefonato a mio papà per dirgli
che alle sei sarei arrivato a Casa Gerico .
Sono tornato a casa con mio papà felice e contento di aver passato una bella giornata .
Gianluca
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