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CENTRO AUDIOVISIVI BOLZANOPRESSO IL CENTRO TREVI

I Mercoledì del cinema - Arte30 marzo 2016

ALLA RICERCA DI VIVIAN MAIER. LA TATA CON LA ROLLEIFLEX2014 / COLORE / 84 MIN.

VIVIAN MAIER

1926

Vivian nasce a New York da padreamericano con radici austriache emadre francese. Quando i genitorisi separano lei rimane con la madree insieme trovano rifugio dall’amicaJeanne Bertrand, che trasmette lapassione per la fotografia a Vivian.

1932

Si trasferiscono in Francia dovevivranno fino al 1938, anno in cuiritornano a New York.

1990 - 2000

Sistema in deposito la sua collezione dilibri, giornali e pellicole. A causa degliaffitti non pagati verrà sequestrato.

1970 - 1980

Scatta fotografie a colori, gira filmatida 8 e 16 millimetri, registra su nastrole proprie riflessioni e intervista diversepersone per strada.

Anni ‘50

Si trasferisce definitivamente a Chicago.Allestisce il suo laboratorio nel bagnodella famiglia in cui lavora per diciassetteanni. Nel 1959 viaggia in Asia, in Europae Medio Oriente, recandosi in Franciaper l’ultima volta.

1952

Vivian compra la sua prima Rolleiflex.Scatta i primi ritratti: bambini di cui sioccupa, personaggi in cui si imbatte.

JOHN MALOOF

Il giovane figlio di un rigattiere compraall’asta uno scatolone pieno dinegativi fotografici in cerca di scattistorici della città di Chicago. È il 2007.

La street photography riprende isoggetti in situazioni reali e spontaneein luoghi pubblici al fine di evidenziarealcuni aspetti della società (Wikipedia).

2009

Maloof inizia a scansionare le foto diVivian Maier e a pubblicarle su Internet:riceve una reazione positiva e decide dicominciare la ricerca dell’autrice. Vivianperò viene a mancare prima.

2014

Negli anni John Maloof ha cercato didare il giusto valore all’opera di Vivianorganizzando esposizioni e producendoun documentario, ma le istituzioni nonl’hanno ancora riconosciuta pienamente.

“Nessuno è eterno, bisogna lasciareil posto agli altri, è un ciclo. Abbiamotempo fino alla fine e poi un altroprenderà il nostro posto. È tempo dichiudere e tornare al lavoro.”