- 1. Il positivismo evoluzionistico A cura di Stefano
Ulliana
2. Panoramica
- 1. Le radici della dottrina.
3. 2. Darwin e la teoria dell'evoluzione. 4. 3. Spencer. 5. 4.
Ardig.Charles Darwin,L'origine delle specie , 1859 6. 1. Le radici
della dottrina.
- L'evoluzionismo positivistico riprende e trasforma in modo
particolare il concetto e la prassi dell'infinito creativo e
doppiamente dialettico. Per esso la realt nella sua universalit
tensione infinita al superamento, una sostanza dinamica capace di
presentare una molteplicit infinita di fattori e di motivazioni
alla nascita, al movimento ed alla trasformazione degli esseri, fra
di loro interrelati ed in reciproco influsso ed interferenza.
Rimanendo eternamente imperscrutabile ed impredeterminabile
l'orizzonte infinito di questo generale movimento e trasformazione,
ci che pu essere in qualche modo traguardato l'ideale tensivo che
pare predeterminare quasi come una legge al progressivo
perfezionamento ogni concreto scopo naturale ed umano. Questo
panorama storico generale prende la mosse dagli studi naturalistici
di Lamarck e Darwin, per poi estendersi al mondo della
civilizzazione umana.
7. 2. Darwin e la teoria dell'evoluzione.
- L'ideale di una potenza naturale in auto-affermazione e
movimento, in continuo sviluppo e perfezionamento, in
auto-organizzazione e trasformazione perenne, costituisce il
principio della ricerca naturalistica diCharles Darwin(1809-1882).
Secondo il punto di vista progressivamente maturato dal naturalista
scozzese i residui fossili, che attestavano la scomparsa di
numerosissime e fra di loro diversissime specie vegetali ed
animali, stavano a testimoniare la progressiva e generale
sostituzione nell'ambiente terrestre delle specie viventi, in una
sorta di rinnovamento continuo.
Charles Darwin 8.
- Le specie sembravano come trasformarsi le une nelle altre,
lasciando via via il proprio posto nel proscenio della vita della
natura terrestre. Darwin cerc di definire le modalit di questa
trasformazione generale, utilizzando l'enorme mole del materiale
raccolto durante l'esplorazione condotta a bordo della naveBeagle ,
lungo le coste dell'America meridionale. I risultati delle proprie
ricerche e riflessioni vennero raccolti nel volume
intitolatoL'origine delle specie(1859), dove l'esploratore e
naturalista scozzese espone per la prima volta il criterio
evolutivo che pare abitare all'interno della natura. Dopo questo
capolavoro Darwin pubblic altri testi, posti a corollario delle
proprie tesi generali:La variazione degli animali e delle piante
allo stato domestico(1868),La discendenza
dell'uomo(1871),L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli
animali(1872).
C.Darwin's texts on line Tempo di classici - T.Pievani su
C.Darwin Jacques Roger - La teoria dell'evoluzione. 9.
- In questa sistemazione teorica e scientifica dell'enorme numero
di dati ed osservazioni raccolte Darwin cerc di combinare due
principi: da un lato l'affermazione della presenza di una pressione
ambientale sulle specie, che reagirebbero in modo apparentemente
creativo e fortuito producendouna certa serie di piccole variazioni
organiche , di eventuale vantaggio nella rincorsa all'adeguamento
alle condizioni materiali imposte dall'ambiente naturale specifico.
Dall'altro il fatto che questo processo di adattamento era
intrapreso da tutte le specie presenti in un dato ambiente, che
cercavano di occupare quanto pi spazio e quanto migliori condizioni
di sviluppo possibili, all'interno di unalotta fra le
speciegenerale e generalizzata. La ricerca dell'adeguamento da
parte di tutte le specie naturali e la reciprocit della lotta per
accaparramento delle risorse vitali, limitate in ogni contesto
naturale dato, produceva l'espulsione (la morte) delle specie meno
adatte ( legge della selezione naturale ).
10.
- Tutte le specie naturali quindi tendevano a trasformarsi
progressivamente, variando il proprio assetto e la propria
disposizione all'attivit ed alla relazione con l'ambiente e le
altre specie, cercando di sopravanzare le rimanenti specie
attraverso l'esplosione delle proprie capacit e funzioni
riproduttive. Tutti quegli organismi viventi che avessero
presentato mutamenti particolari vantaggiosi avrebbero di
conseguenza potuto conservare la propria esistenza specifica,
trasmettendola alle future generazioni. Al contrario chi non ne
fosse stato capace si sarebbe progressivamente estinto. Una serie
continua di piccole differenze vantaggiose nella lotta per
l'esistenza avrebbe alla fine decretato la trasformazione della
specie medesima. E quindi il passaggio da una forma specifica ad
un'altra. In questo spazio di continuit si situavano pertanto le
specie intermedie, progressivamente eliminate dalla selezione
naturale e a noi pervenute sotto forma di residuo fossile. In
questo modo si poteva ricreare andando
11.
- all'indietro nella serie di biforcazioni rese possibili dalle
piccole e continue trasformazioni organiche l'albero intero delle
specie e l'ordine progressivo della natura. Pareva infatti a Darwin
che la natura nella sua interezza fosse come animata all'interno da
un progetto di trasformazioni successive, verso e secondo un ideale
di perfezionamento progressivo. Esempio e prova di questa tendenza
la stessa comparsa dell'uomo sul pianeta Terra: dagli esseri pi
semplici e meno complessi l'evoluzione naturale aveva prodotto via
via dei miglioramenti progressivi, sino a giungere alla specie pi
elevata, appunto l'uomo. Aggiungendo capacit emotive ed
intelligenti pi profonde, complesse ed affinate, alla specie umana
(l'espressione del desiderio attraverso la sessualit e
l'immaginazione relativa), la natura la aveva differenziata dalla
componente animale, rimasta ad un grado e ad una potenza emotiva ed
intelligente inferiore.
12.
- Il senso del progresso naturale e della sua positiva e
razionale necessit spinsero Darwin a prolungare questo impulso alle
forme della cosiddetta civilizzazione umana, che venne concepita e
considerata (valutata) come una tendenza positiva al miglioramento
continuo ed al perfezionamento (ideale di un progresso necessario e
positivo). In un modo cos profondamente immanentistico Darwin
rigett sempre lontano da s qualsiasi avvalorazione di un orizzonte
e di finalit oggettivamente trascendenti, tradizionalmente
applicate secondo la dottrina teologica cristiana. Nel proprio
agnosticismo Darwin riteneva che il dolore, la sofferenza ed il
male costituissero la prova e la dimostrazione della attuale
imperfezione naturale, ma nello stesso tempo della possibile e
necessaria perfettibilit che pare come animarla dall'interno, per
condurre a piacere, pace e felicit l'intero cammino naturale
(attraverso l'umanit). Dalla soddisfazione divina tradizionale
quindi ad una sorta di soddisfazione naturale universale.
13. Charles Darwin,L'origine dell'uomo , 1871 Charles
Darwin,L'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali ,
1872 14. 3. Spencer.
- Herbert Spencer(1820-1903) cerc di dare fondamento e
giustificazione filosofica al positivismo evoluzionista, includendo
in una medesima teoria l'evoluzione cosmica, quella biologica ed il
progresso della civilt umana. Anti-autoritario ed anti-dogmatico,
il filosofo inglese cominci la propria carriera di scrittore con
iPrincipi di psicologia(1855) e con un saggio dedicato al progresso
della civilt occidentale:Il progresso, sua legge e sua causa(1857).
Seguono ilSistema di filosofia sinteticaed iPrimi principi(1862).
Altri testi importanti sono:Principi di biologia(1864-67),Principi
di psicologia(1870-72) ,Principi di sociologia(1876-96) .
Herbert Spencer 15.
- Sin dai suoi primi scritti Spencer cerc di imbastire una teoria
generale del progresso, che facesse di nuovo valere l'applicazione
di quel principio creativo e dialettico dell'essere e del divenire,
che si era dimostrato cos fecondo e fruttuoso nelle ricerche
naturalistiche darwiniane. Per Spencer la spinta universale
dell'evoluzione naturale procede sin dai primi momenti della
creazione dell'universo, procedendo dal semplice al via via sempre
pi complesso, coinvolgendo tutti i corpi celesti e la stessa Terra
in particolare, sulla superficie della quale la vita aveva avuto la
possibilit di costituire una speciale forma creativa e dialettica,
che riproduceva e differenziava se stessa in forme via via pi
complesse e perfette, sino alla comparsa dell'uomo. Anche il
rapporto creativo e dialettico dell'uomo con il proprio ambiente
naturale aveva poi seguito la medesima legge di progresso,
procedendo alla costituzione di forme di civilt via via sempre
migliori.
16.
- Era dunque la tensione dell'essere al divenire che stabiliva
quella prima punta di lancia della differenziazione, che puntava
all'ideale della massima perfezione. Dall'omogeneo il primo
differente manifestava il primo atto creativo, e nel contempo
cercava di stabilizzare se stesso attraverso una capacit o potenza
di auto-conservazione, che non poteva non entrare in un circolo
dialettico con la base che lo aveva preceduto e generato e con lo
sfondo e l'orizzonte finale che egli stesso aveva innalzato e messo
in movimento. In questo modo la tensione evolutiva si manifestava
come processo di filiazione successiva dallo stesso ceppo e tronco,
che a sua volta faceva comparire un orizzonte d'infinito
onnicomprensivoa prioriimpredeterminato, nascosto e misterioso. Di
qui il carattere religioso e divino di tale orizzonte (
inconoscibile ).
17.
- Questa concezione, che rimontava alla tradizione presocratica
dell'Uno infinito ed aperto, connaturato alla natura ed alla stessa
razionalit, gli consente di immedesimare nelle stesse radici
profonde l'orientamento religioso e l'autodeterminazione naturale e
razionale della scienza. Le credenze religiose dogmatiche e
tradizionali (sino alle diverse forme del cristianesimo) hanno poi
cercato nel progresso della storia umana di riempire e limitare
quell'orientamento, in un certo qual modo coartandolo e
pervertendolo dalla propria apertura d'infinito (mistero), per
trasformarlo in una forma e sostanza di cogenza e di costrizione,
di necessario assoggettamento e finalizzazione (strumentalizzazione
dell'umano e del naturale). Esse hanno quindi capovolto
quell'originaria concezione nella concezione dell'Uno necessario e
d'ordine, funzione e finzione autoritaria del potere umano
assoluto. Ci nonostante esse non hanno potuto eliminare,
18.
- quale proprio stesso fondamento e giustificazione, l'aperta
infinitezza di quell'orizzonte. Perci alla fine convenendo con
l'insieme dei risultati della scienza evolutiva, che dimostra il
principio auto-determinativo della natura e della ragione
stessa.
- Se l'essere (la materia), il divenire (la forza e la tensione
presente nell'intero universo) e l'orizzonte reale attinto dalla
coscienza e dal pensiero immaginativo sono dunque delle entit prime
ed inconoscibili, schemi d'attivit e struttura dell'infinito stesso
( realismo trasfigurato ), tutto ci che sembra come giocare
all'interno di questo spazio e di questo tempo pare essere in fondo
come indeterminabile. Ad impedire una forma di scetticismo assoluto
corre per in aiuto la consapevolezza che tutto ci che compare
all'interno di quello schema costruttivo pu essere comunque
parzialmente e relativamente illuminato e quindi conosciuto. Non
solo: la stessa conoscenza scientifica pu infatti progredire
(ampliarsi e procedere per integrazioni suc-
19.
- -cessive) con la stessa legge per la quale la realt stessa
sussiste e si muove, perfezionandosi. Quell'orizzonte pur se
mantiene una funzione di ideale sistematico e complessivo per il
progresso della conoscenza umana per destinato a rimanere
nell'oscurit e nell'imprendibilit. A rimanere assoluto, sia per la
religione, che per la scienza. A rimanere assoluto, ma non
oggettivamente separato ed astratto, come invece riteneva la
tradizione scolastica. Esso, al contrario, partecipa ed innerva di
s e della propria stessa vita ogni singola porzione dell'essere.
Cos ogni pur parziale illuminazione di parti del territorio della
realt illuminazione del modo grazie al quale questa stessa porzione
d'essere viene creata e posta in sviluppo dialettico con tutte le
altre parti, secondo un comune ed universale ideale positivo e di
perfezione. Lo spirito soggettivo di questa vita universale fa
dunque s che ogni apparenza d'essere sia in realt
20.
- concretizzazione ed emersione della propria stessa radice
vitale, florescenza illuminata ed orientata finalisticamente. Il
riflesso nell'uomo di questa forza prorompente la profondit del
sentimento avvertito, l'emozione della sua universale grandezza, la
ragione della sua universalit, l'intelligenza della finalit
d'azione che gli si impone, allo stesso tempo come necessit e
propria liberazione. Come identit fondante e di sviluppo, oltre che
sommamente come orizzonte illimitato.
- Religione e scienza dunque si riconoscono reciprocamente nella
funzione di indicazione di tale illimitatezza: la prima ne indica
il senso (un per-s non separato), mentre la seconda ne costruisce
ed edifica progressivamente il significato (un in-s che
apparentemente si oggettiva ed aliena in continuazione, per potersi
alla fine riprendere). Se, quindi, ogni espressione rimane
fondamentalmente, radicalmente e razionalmente espressione
21.
- di questa potenza e tensione di vita, ogni sua rappresentazione
umana consapevole sin dall'inizio della divaricazione sussistente
fra la propria limitatezza formale e di contenuto e l'illimitatezza
che vuole rappresentare (simbolicit). Una tensione fra infinito e
finito che destinata a rimanere, ma che appunto in qualit di
tensione richiede in qualche modo la sutura fra la spinta
soggettiva e l'orizzonte oggettivo al quale mira e verso il quale
si distende (cfr. il primo Nietzsche, la differenza fra dionisiaco
ed apollineo e la loro unit). La prima ha infatti una radice
infinita, quanto il secondo ha un cielo infinito: la forma di
questo su quella causa del suo movimento di identificazione ed
immedesimazione, pur trovando tale identificazione lungo il proprio
cammino contenuti e comprensioni parziali.
22.
- L'in-s e per-s della potenza e tensione vitale universale si
manifesta dunque attraverso una strutturazione di schemi d'attivit
fra di loro uniti e collegati, che danno auto-rappresentazione e
determinazione all'infinito stesso (fuori-di-s come dentro-di-s,
nella propria voluta e necessaria obiettivazione d'azione e di
sviluppo). L'essere (la materia), il divenire (la forza e la
tensione presente nell'intero universo) e l'orizzonte reale attinto
dalla coscienza e dal pensiero immaginativo sono dunque delle entit
realmente seconde, poste in relazione fra di loro.la filosofia, in
quanto consapevolezza della presenza dell'orizzonte infinito e
d'infinito a costituire lo spazio ed il tempo all'interno dei quali
la conoscenza umana tiene insieme da un lato la religione e
dall'altro l'insieme costituito dalla pluralit dei procedimenti
scientifici . Questi forniscono dei principi generali che la
filosofia stessa comprende, spiega e giustifica.
23.
- I principi generali delle scienze che la filosofia sommamente
generalizza sono:
24. 1. la materia indistruttibile; 25. 2. il movimento continuo
ed inarrestabile; 26. 3. le forze presenti nell'universo sono
irrevocabili e persistenti. 27. Quindi tutto l'essere che viene
posto attivamente in essere dall'infinito stesso non pu essere
revocato (necessitarismo); tutto l'essere posto attivamente in
essere attivamente tale, continuamente finalizzato ad un ideale di
perfezione, che per l'essere posto in essere la propria e l'altrui
realizzazione (spontaneit e volont nell'obiettivazione); la vita
cos espressa, manifestata ed organizzata un processo di
auto-determinazione, che tiene sempre insieme elementi e relazioni
di reciprocit (forze), utilizzandole per il divenire comune ed
individuale. 28.
- Il divenire viene quindi a definirsi come un processo di
differenziazione (fase acuta), seguito da un momento di
riassorbimento (fase di caduta), che stabilizza per il sistema in
una condizione diversa e superiore. Segue una nuova fase di
differenziazione, che sposta pi in avanti il progresso dell'intera
realt (legge del ritmo). Diviene cos manifesto che il divenire
porta con s una modalit evolutiva, per la quale il caos originario
(stato iniziale di dispersione) viene prima focalizzato secondo una
intenzione interna che funziona da catalizzatore sintetico (stato e
stadio intermedio di concentrazione ed integrazione), dove la forza
iniziale che porta a compimento questo processo di indirizzamento
ed unit successivamente si riapre verso nuove possibili ed
ulteriori concentrazioni ed integrazioni (fase dissipativa). Allora
la forza espressa si distribuisce alla materia espressa, in attesa
di una nuova focalizzazione.
29.
- La fenomenologia dell'evoluzione universale si caratterizza
allora prima grazie al passaggio da una forma meno coerente ad una
pi coerente; poi per la connessa struttura interna di questa
trasformazione, che la dimostra come un processo di progressiva ed
ordinata differenziazione delle parti. Infine la completa
mostrandone il passaggio da una iniziale condizione di
indistinzione ed indeterminazione ad una di migliore e pi precisa
determinazione, con un deciso balzo in avanti della focalizzazione.
Con una definizione prettamente fisicista Spencer definisce
l'evoluzione nel modo seguente: l'evoluzione un'integrazione di
materia e una concomitante dissipazione di movimento durante la
quale la materia passa da un'omogeneit indefinita ed incoerente ad
un'eterogeneit definita e coerente e durante la quale il movimento
conservato soggiace ad una trasformazione parallela. ( Primi
Principi , 145).
30.
- Cos la forza inizialmente espressa e dispersa si rifocalizza
nelle trasformazioni successive alle quali essa d origine, seguendo
un piano ed ordinamento che procede necessariamente verso un
affinamento e miglioramento delle condizioni di raggiungimento
dell'ideale-reale che ha dato origine al processo stesso
(necessitarismo positivo). La condizione iniziale pertanto quella
che dimostra al proprio interno il massimo disequilibrio e la
massima tendenza alla propria fuori-uscita (massima instabilit),
mentre la condizione finale quella che assicura la minima
fuori-uscita ed il massimo di equilibrio (massima stabilit). Una
polarit massimamente antagonista sembra allora avere determinato
una prima fuoriuscita (di materia ed energia), che poi si messa a
correre verso soluzioni di sempre maggior equilibrio e stabilit
(con riduzione del disordine e della dispersione di materia ed
energia).
31.
- Il pensiero finalista ed efficentista spenceriano trova una
successione di applicazioni, via via pi affinate ed apparentemente
sempre pi perfette ed ordinate. Comincia con labiologia , per
passare poi allapsicologia , allasociologiae finire con l' etica
.
- InbiologiaSpencer fa valere immediatamente il processo grazie
al quale gli organismi viventi paiono progressivamente
differenziarsi e svilupparsi da una base materiale ed energetica
indifferenziata. La causa della scintilla vitale per apparentemente
esterna e dialettica rispetto ad essi e consiste in un opportuno
intrecciarsi di fattori aggreganti, stimolanti e scatenanti. Questi
instaurano ed interiorizzano nell'organismo unatensione
funzionaleall'adeguamento dell'organismo stesso all'insieme delle
modificazioni ambientali ed al loro divenire sincronizzato.il
protrarsi nel tempo di questa tensione funzionale, intrecciata con
la sincronicit delle condizioni ambientali in auto-
32.
- -nomo sviluppo, a creare nell'organismo l'organo corrispondente
alla funzione stessa, consentendo quindi all'organismo stesso di
fare un balzo in avanti nel proprio sviluppo. In questo modo la
selezione naturale si esplica creando l'organismo via via pi adatto
alle diverse situazioni spazio-temporali dell'ambiente terrestre
(ereditariet della somma delle variazioni funzionali dotate di
successo). Ad un certo grado dell'adattamento organico
all'ambiente, alle trasformazioni ed al movimento sincronizzato di
questocomincia a corrispondere l'interiorit di un movimento proprio
dell'organismo stesso: ecco cos comparire una forma aurorale di
coscienza. Con la nascita ed il sorgere dell'orizzonte della
coscienza compare il rapido articolarsi e differenziarsi delle sue
diverse funzioni (sensibilit, sentimento, passione, immaginazione e
desiderio, razionalit ed intelligenza). Tutti questi diversi schemi
operativi mantengono una radice, una forza ed un orizzonte unitario
( sostanza spirituale ).
33.
- Accanto al soggetto pu quindi nascere una scienza ad esso
adeguata: lapsicologia . Quando indagher le cause materiali del
prorompere di determinati fatti psichici essa saroggettiva ; quando
invece essa ripiegher verso un'analisi comparata dei fatti psichici
stessi nella loro genesi e nel loro sviluppo autonomo, allora essa
sarsoggettiva . Una scienza che trover finalmente la causa dentro e
non pi fuori di s, nella materia, e che potr dunque legittimamente
esplorare quello specifico processo che l'evoluzione del pensiero.
Visto come risultato ultimo di una processualit, esso viene
iniziato dall'azione riflessa, poi confermata dall'istinto e dalla
memoria. Solamente per il tendere all'autonomizzarsi della sfera
esistenziale consente il sorgere dell'orizzonte della ragione.
Questa si conferma come caratteristica specifica comune all'intera
umanit, risultato di una serie di processi evolutivi ambientali,
per differenziata nei singoli individui.
34.
- La tendenza alla differenziazione singolare all'interno della
specie umana pare richiedere una forma enormemente pi complessa di
scienza: lasociologia . Essa dovrebbe tenere in conto l'enorme
possibile differenza fra gli indirizzi individuali o familiari
(siano essi volontari o meno, dunque meccanici). Per selezionare
questa possibilit astratta la sociologia ha per la facolt di
osservare il reale indirizzo storico dell'evoluzione sociale
occidentale, per tentare di descriverlo, sino alle condizioni
attuali. Sulla base di queste poi lamoraleha l'ulteriore compito di
definire e determinare le mete, gli ideali e gli strumenti pi
adatti per la migliore evoluzione della societ umana. Cos la stessa
forza spontanea e necessaria che portava alla differenziazione ora
all'interno dell'organizzazione statale dovrebbe essere garantita e
non al contrario repressa o coartata ( individualismo liberale
).
35.
- l'insieme libero degli individui, che procede per forza di
differenziazioni ed integrazioni, a rendere progressivamente sempre
pi stabili alcune forme di ordinamento gerarchico . La naturalit di
questo processo e di questo graduale sviluppo non pu e non deve
essere variata dall'imposizione di determinazioni arbitrarie,
inutili, dannose e controproducenti. Cos la storia stessa
dell'evoluzione delle societ umane dimostra il necessario passaggio
dalle forme di cooperazione per soggezione necessaria (regime
militare) alle forme dotate di una maggiore apertura alla
espressione e produzione spontanea individuale (regime
industriale). In queste ultime diviene legge comune il reciproco
rispetto dei diritti, contro tutte le sovra-determinazioni
apparentemente estranee. All'intento egoistico pu per subentrare
quello altruistico, con una nuova fase e momento storico-sociale,
non appena l'etica possa imporre i propri condizionamenti ed
indirizzi di perfezione.
36.
- L' eticaspenceriana segna il trapasso dal mondo del possibile a
quello del necessario. La stessa necessit che all'inizio aveva
animato il mondo biologico ora si rovescia all'interno del progetto
di civilizzazione umana. All'emersione del pi adatto qui infatti
corrisponde la volont di stabilizzare le condizioni della vita
collettiva, secondo un ordinamento perfetto (ideal-reale). Questo
dovrebbe garantire il miglioramento quantitativo (durata della
vita), qualitativo e di relazione (intensit e ricchezza)
dell'esistenza umana, svolta nella comune societ politica. Si
dovrebbe quindi assistere nel progresso delle condizioni di vita
civile ad una sorta di moltiplicazione delle potenze individuali e
collettive, immediatamente avvertita e convertita nel sentimento di
una piena e completa felicit individuale e collettiva. Questa somma
in incremento del piacere e della felicit individuale e collettiva
attua la realizzazione della specie umana, garantendone e
stabilizzandone l'eticit comune (il rispetto dei diritti nella
reciprocit della relazione civile).
37.
- dunque la tensione suscitata da quell'ideale-reale, anche perch
favorita e spinta dalla trasmissione dei comportamenti morali,
sotto forma di collettivo dovere individuale, a consentire anche il
miglior riflesso e ritorno possibile dal punto di vista
utilitaristico . La potenza e la felicit dell'intera societ possono
dunque essere garantite solamente da un collettivit all'interno
della quale ciascun individuo riconoscendo ed immedesimandosi con i
bisogni e desideri dell'altro si spenda per l'altrui realizzazione
(morale dell'altruismo). Questa forma di auto-necessitazione
interiore riscopre dunque quella spontanea radice vitale, che si
manifesta in un agire libero ed incondizionato (quindi piacevole) e
che rende inutile e superflua qualsiasi costrizione ed agente
esterno o superiore (azione di controllo e repressione da parte
dello Stato). In tal modo il dovere si trasforma nella libera forma
e sostanza della spontaneit, naturale e razionale, con la piena e
totale affermazione di s e dell'altro (orizzonte reale della societ
perfetta).
38. Herbert Spencer,Primi Principi , 1862. Herbert
Spencer,Sistema di filosofia sintetica , 1862. 39. 4. Ardig.
- Roberto Ardig(1822-1920) ribadisce la logica spenceriana della
necessit filosofica di generalizzazione e di sintesi dei dati
offerti dall'osservazione e riflessione scientifica. Nelle sue
principali opere La psicologia come scienza positiva(1870),La
morale dei positivisti(1879),Sociologia(1879),Scienza
dell'educazione(1893),La ragione(1894),L'unit della coscienza(1898)
egli riprese il principio evoluzionistico generale, variandone la
struttura.
Roberto Ardig 40.
- Ora infatti l'orizzonte universale spenceriano viene
immediatamente qualificato e determinato nella sua specificazione
razionale e naturale. Esso non esorbita pi come un-infinito mobile
e trascendente, ma si dichiara subito, immediatamente e
positivamente, come totalit al contempo oggettiva e soggettiva. Sar
il soggetto con la molteplicit delle esperienze scientifiche e con
la loro sistemazione filosofica a trasferire ci che apparentemente
non ancora oggettivamente compreso all'interno del determinato e
chiaramente, distintamente definito. Questo passaggio
dall'indistinto al distinto ed organizzato (formazione naturale) il
movimento di auto-determinazione dell'evoluzione. Con questo schema
fondamentalmente hegeliano Ardig trasforma pertantol'evoluzione
biologica spenceriana nell'evoluzione di una coscienza universale.
In questo processo la serie delle formazioni naturali segue la
propria logica e concatenazione necessaria, attuando una specie di
forma razionale universale (Ragione).
41.
- Secondo questo procedimento di tradizione
aristotelico-hegeliana la comparsa all'esistenza di ogni e
qualsiasi determinazione definita il risultato di un'opera di
universalizzazione, che attraversa delle fasi diverse e si muove
per auto-determinazione, attraverso capovolgimenti continui. In
questo movimento l'evoluzione vitale della coscienza assorbe ed
integra, finalizzandole ad un ideale-reale di perfezione, delle
sottostanti parti materiali e naturali, conservandone quella
ricchezza moltiplicativa che elevata ed ordinata ne capovolge
l'aperta libert in unit di necessitazione. Questo capovolgimento e
questa trasformazione ancora di derivazione hegeliana attua la
perfezione di determinazione del movimento finalistico della
coscienza stessa: nata dall'indistinto (infinito), attraversante la
finitezza, essa si compie e finisce di nuovo nell'indistinto finale
(di nuovo infinito).
42.
- L'infinito possibile che si esprime a livello e grado materiale
e naturale viene cos progressivamente direzionato in maniera
univoca, prima attraverso una casualit nella scelta della finalit
(dovuta all'impredeterminabile gioco delle relazioni causali e
cronologiche), poi attraverso una forma pi cogente e costrittiva,
agitata ed utilizzata dall'uomo, che vuole piegare ad essa l'intera
natura: la morale del dovere e dell'ideale. Questa nasce nella
societ come forma di auto-difesa nei confronti di tutti quei
comportamenti individuali o collettivi, che ne rompano l'unit
radicale o ne impediscano lo sviluppo armonico e solidale. Tutti
quegli atti antagonistici che dunque non possono non ottenere il
biasimo ed il disprezzo sociale e scatenare la giusta reazione
legale. Solo la presenza e la costanza della punizione degli atti
negativi pu dunque garantire attraverso l'educazione
quell'interiorizzazione del dovere opposto alla misera licenza, che
consentir lo sforzo comune e spontaneo verso la realizzazione
dell'ideale di perfezione sociale.
43. Roberto Ardig, Selezione di brani dallo stesso testo.
Roberto Ardig,La psicologia come scienza positiva , 1870.