- 1. Friedrich Wilhelm Schelling A cura di Stefano Ulliana
2. Panoramica
3. 2. L'indifferenziato di spirito e natura.L'Assoluto
schellinghiano . 4. 3. La filosofia della natura. 5. 4. L'idealismo
trascendentale. 6. 5. La filosofia dell'identit. Il rapporto fra
infinito e finito. 7. 6. Il finito come caduta. Il . 8. 7. La
filosofia positiva.Friedrich Wilhelm Schelling 9. 1. La vita e le
opere.
- Di origini protestantiFriedrich Wilhelm Joseph von
Schelling(1775-1854) entra giovane nel seminario teologico di
Tubinga, dove ha modo di conoscere, frequentare e diventare amico
di H lderlin ed Hegel. Studia poi matematica e scienze naturali a
Lipsia, dove svolge l'attivit di precettore. A Jena si appassiona
della filosofia fichtiana ed entra in contatto con il locale
circolo romantico, partecipando alle sue attivit e riunioni
(Goethe, Novalis, Tieck, Schlegel, Schiller). Dopo avere sostituito
Fichte a Jena, diventa professore a W rzburg. Si trasferisce quindi
a Monaco, dove diventa segretario dell'Accademia delle Belle Arti e
dell'Accademia delle Scienze. Qui rompe l'amicizia con Hegel, che
ne aveva criticato l'impostazione nellaFenomenologia dello
Spirito(1807). Si isola e si dedica grazie all'influenza di Franz
von Baader - agli studi di teosofia (J. B hme). Dopo Erlangen e di
nuovo Monaco, Schelling prende il posto di
10.
- Hegel all'universit di Berlino (1841). Qui capeggia la reazione
anti-hegeliana, avendo come uditore Kierkegaard.
- Lo sviluppo della speculazione schellinghiana pare essere stato
abbastanza articolato e complesso: da un'iniziale posizione di
adesione entusiastica alla trasformazione metafisica operata da
Fichte nei confronti della filosofia kantiana (1795-1796;L'Io come
principio della filosofia ), egli pass ad un recupero della
dimensione immediatamente creativa e dialettica dello spirito,
grazie al quale svilupp il proprio iniziale sistema di filosofia
della natura (1797-1799;Idee per una filosofia della natura
,Intorno all'anima del mondo ,Primo abbozzo di un sistema della
filosofia della natura ). Nella fase successiva egli accentu il
proprio idealismo trascendentale (1800;Sistema dell'idealismo
trascendentale ), per poi procedere lungo questa strada
all'affermazione prima della forma determinante dell'identit
(1801-1805;Bruno o il principio divino e naturale delle cose ), poi
dell'orizzonte infinito della libert ( Ricerche filosofiche
sull'essenza della libert umana , 1809 ). Alla fine la sua
speculazione rese concreto in maniera religiosa quest'orizzonte,
addivenendo ad una forma di filosofia positiva ( Filosofia della
mitologia ,Filosofia della Rivelazione ).
11. 2. L'Indifferenziato schellinghiano.
- Schelling pare all'inizio del proprio tragitto speculativo
essere affascinato dall'affermazione fichtiana del principio
immediatamente e totalmente espressivo dell'azione. Fichte lo aveva
concretizzato nell'affermazione dell'infinito sintetico dell'Io
assoluto, Schelling sembra riscoprirne lentamente e
progressivamente da un lato sia la radice creativa, sia dall'altro
l'orizzonte d'infinito. Congiungendo in tal modo radice creativa ed
orizzonte d'infinito il pensatore di Leonberg si smarca
progressivamente dalla chiusura operata da Fichte, per riaprire
successivamente lo sguardo filosofico verso il concetto creativo e
dialettico dell'infinito (infinito aperto). Prima di giungere a
questo esito, Schelling avvicina la propria riapertura del concetto
d'infinito alla sostanza spinoziana (immediatamente,
necessariamente e totalmente necessaria), in tal modo affermando il
principio di un'infinit oggettiva.
12.
- Che cosa sembra dunque fare Schelling? Egli pare subito
contrastare l'affermazione dell'infinito sintetico dell'Io assoluto
come forma puraa prioridi libert e di determinazione e la sua
logica negativa, come logica dell'eradicazione del reale materiale
e creativo (dello spirito della e nella materia), contrastandole
con una negazione della loro negazione, con il ripristino del luogo
profondo ed originario della creazione e dell'espressione materiale
orientata dall'infinito stesso. Congiungendo appunto in questo modo
la radice creativa con l'orizzonte d'infinito. Questa congiunzione
odunitinscindibile (immediata e necessaria) l'Assoluto
schellinghiano, comeindifferenzadi inseparabilit spirito(infinito)
enatura(infinita). L'immaginazione razionale schellinghiana rimane
dunque presa fra due capi od orizzonti apparentemente opposti:
quello di un natura immediatamente e necessariamente creativa
(dunque espressivamente artistica, secondo il codice interpretativo
dei romantici) e quello di un orizzonte apparentemente determinante
ed intelligente, che costituisce la razionalit inseparabile di
quella materia vivente.
13.
- La speculazione schellinghiana resta dunque presa fra una
natura intesa come attivit apparentemente ed inizialmente
inconsapevole di se stessa (cfr. la ragione cieca fichtiana) ed uno
spirito che recupera progressivamente se stesso nella propria
dimensione di autodeterminazione, per fissandosi come punto
d'origine creativo della stessa manifestazione naturale. Cos lo
spirito diventa visibile nella natura, mentre la natura si
trasforma progressivamente in spirito. Questo incrocio dialettico
mostra le due movenze apparentemente opposte dello spirito che si
risolve nella natura (il principio creativo che viene scoperto
dallafilosofia trascendentale ) e della natura che si trasforma
progressivamente in spirito (il principio determinante che risulta
scoperto dallafilosofia della natura ).
14. La prima movenza che Schelling analizzer sar dunque la
modalit attraverso la quale la natura si trasforma progressivamente
in spirito: la filosofia della natura. 15. 3. La filosofia della
natura.
- Il principio determinante o di determinazione razionale che
Schelling vede operare dentro la natura, come suo principio
direttivo, la relazione ed il movimento finalizzato . Unprincipio
unificatore che sia capace di smuovere e mettere in movimento le
potenze creative della natura, combinandole fra loro secondo una
relazione dialettica di complementarit e di reciproca affinit ed
influenza (azione-reazione reciproca). Un principio immanente (non
trascendente) che provochi la manifestazione dell'energia della
natura, che diviene forza di edificazione e costruzione dialettica
(cfr. la chimica del tempo ed i primi fenomeni
dell'elettromagnetismo). Un principio che quindi sembra stare sia
all'inizio del processo costitutivo, che alla sua fine e
momentaneaed apparente conclusione (circolarit continua
odorganicismo ). La natura dunque un organismo che organizza se
stesso e non gi un'opera d'arte il cui concetto stia fuori di essa,
nella mente
16.
- del Dio-artista (rigetto del finalismo trascendente eda priori
). Nello stesso tempo la natura non nemmeno una miracolosa e
casuale collisione di atomi, in aggregazione spontanea, ma senza
intelligenza (rigetto del meccanicismo e della sua causalit
materiale). La natura quindi manifesta in se stessa una tensione
pre-orientata, che all'inizio del proprio movimento sembra essere
prodotta da uno spirito che, non avendo ancora raggiunto il proprio
scopo, resta e vale come energia e forza incosciente di se stessa
(intelligenza, che non ancora intelletto in atto, oanima del mondo
). La natura ha dunque dentro di s come proprio principio animatore
unavitalit universale , un'attivit spontanea e creatrice (cfr. Io
assoluto fichtiano), che si esplicita e si manifesta, si esplica in
una miriade infinita di creature. Questafonte radicale ed artistica
infinitanel momento stesso in cui si pone,apre una relazione :
unarelazione dialettica , che la costituisce poi dall'interno.
17.
- Una relazione dialettica che, costituendola dall'interno (per
una sorta di riflesso di pulsazione), vale come suo principio
determinante d'orizzonte razionale. Ecco allora che la natura si
mette in movimento finalizzato, tenendo insieme una polarit di
termini opposti, che reciprocamente e lateralmente si pongono come
opposti l'uno all'altro. Essi si confinano reciprocamente e
continuamente, stando uniti insieme ( attrazione ) e nel contempo
reciprocamente diversificandosi ( repulsione ). Unit degli opposti,
come opposti reciprocamente. L'unit dei corpi, vista sotto la
dimensione spaziale della quantit (di materia), si manifesta
attraverso il gioco reciproco dellagravitazione universale(fisica),
mentre vista dal punto di vista di una prima proiezione
qualitativa, si stabilizza comeaffinit(chimica). Nel primo caso ci
si trover di fronte a corpi apparentemente inerti (non viventi),
nel secondo a moduli che si ricompongono ad un livello superiore,
dopo un'iniziale contrapposizione finita nella rottura
dell'equilibrio reciproco (fenomeno chimico). Infine se la
contrapposizione viene continuamente riaperta (e richiusa) si hanno
ifenomeni vitali .
18.
- La permanenza del gioco di azione-reazione fra i termini
opposti, per la quale si abbia una rottura di un equilibrio
iniziale, una prima tensione di ricomposizione ed una successiva
riapertura della tensione di opposizione e di movimentazione, fa s
che i fenomeni vitali indichino finalmente in se stessi e nel loro
continuo movimento dialettico una direzionalit verticalizzante,
ordinante. Una finalit che pare dunque attraversare delle fasi
diverse: prima essa unisce permagnetismole parti dell'universo
(coesione gravitazionale), poi essa pare distinguere e discriminare
i composti lungo una relazione dialettica che si instaura fra due
termini dinamicamente opposti, che mantengono costantemente aperta
l'opposizione fondamentale ( elettricit ). Infine i fenomeni vitali
prendono energia e slancio ( chimismo ), forza da questa
opposizione fondamentale, per tentare di volta in volta delle
sintesi che, nel movimento vitale generale, formano i corpi delle
diverse specie animali e vegetali (cfr. la successiva evoluzione
darwiniana).
19.
- A livello vitale poi le tre fasi di movimento precedente si
riproducono ulteriormente. Prima il fattore coesivo dell'esterno e
dell'interno produce lasensibilit . Poi la reazione dell'organismo
alle sollecitazioni continue che procedono dall'ambiente esterno
determina la proiezione esterna dell' irritabilit . Infine compare
la sintesi voluta dal desiderio di autoconservazione, nel fenomeno
dellariproduzione .
20. Le stesse tre fasi determinano quindi una storia
dell'evoluzione naturale, che attraversa prima il piano o stato
potenziale delmondo inorganico(potenza operante: magnetismo), poi
quello dell'apertura di visibilit, dovuta alla permanenza
dell'opposizione ( lucee potenza operante: elettricit). Infine
quello delmondo organico(potenza operante: chimismo), dove la
sensibilit preannuncia il futuro dell'auto-coscienza.facile cos
vedere come la natura si trasformi progressivamente in spirito
(natura come preistoria dello spirito). 21.
- Alla fine, quindi, la filosofia della natura tocca il punto di
vista trascendentale della coscienza. Qui la natura stessa, come
spirito, pu riflettere se medesima ed attuare nell'umanit o ragione
il completo ritorno di s a se stessa. L'atto estremo di chiusura e
di sintesi dunque rappresentato dall'auto-coscienza.
- In questo movimento di fondazione, apertura e richiusura
sintetica la natura-spirito si origina, si muove e di diversifica,
si intreccia con reciprocit estesa all'infinito, per alla fine
ritrovarsi nella sintesi d'orizzonte della libert dello spirito. In
questo modo la natura che diviene spirito consapevole apre due
diverse dimensioni d'infinito: una orizzontale, legata alla
pluralit illimitata delle creature, l'altra verticale, dovuta
all'orizzonte sistematico della libert. Necessit e possibilit in
questo modo si uniscono e si vincolano reciprocamente: la necessit
del finito con la possibilit della sua evoluzione e questa con la
necessit d'orizzonte della sua impredeterminazione.
22.
- Tutto ci che risulta creato dalla natura e nella natura (il
finito) viene pertanto racchiuso entro una duplice necessit: l'una
che lega ogni prodotto alla legge della reciproca compenetrazione
degli opposti (attrazione-repulsione) e l'altra che raccoglie
l'unit da questa attraversata per riportarla alla generalit aperta
dell'orizzonte di libert (idea di una natura in generale). Ed in
questo orizzonte o per effetto di esso che la natura diviene
determinante come spirito intelligente. In questo modo la fisica
speculativa e le effettive e nuove ricerche scientifiche promosse
dall'impostazione schellinghiana (magnetismo, elettricit, fenomeni
soggettivi dell'inconscio) riescono a reimpostare l'organizzazione
sistematica delle definizioni naturalistiche, superando le angustie
delle sistemazioni precedenti (meccanicistico-illuministe), grazie
al confronto aperto fra le diverse morfologie funzionali degli
esseri creati, e ponendo infine le basi per una concezione
evoluzionistica dell'intera natura.
23. 4. L'idealismo trascendentale.
- La filosofia della natura schellinghiana culmina dunque con il
richiamo ad una necessit interna: vedere la natura come creativit
in un rapporto necessario con lo spirito della libert e mostrare
questo rapporto come intelligenza (in atto ed in potenza). Come
nella migliore filosofia aristotelica dunque l'intelligenza in atto
a far divenire a s l'intelligenza come potenza: in questo senso la
determinazione del soggetto aperto della libert a concretizzarsi
via via nei gradini via via pi bassi dello spirito che ridiviene
nascostamente natura ( Sistema dell'idealismo trascendentale ,
1800).
24. L'autocostitutivit dello spirito come soggetto creativo di
aperta libert diviene quindi il caposaldo della deduzione
trascendentale schellinghiana. Esso, proprio in quanto
auto-coscienza, vive di una propria tensione unitaria interna
(sapere vivo di s), che non pu non far coincidere pensiero ed
azione in un ideale reale di scopo e di finalit (termine di
un'intuizione intellettuale). 25.
- Quindi la pro-tensione dell'auto-coscienza a riflettersi su di
s per istituirsi come centro espressivo di tutte le proprie
tensioni ideali e di aperta libert.la costituzione di questo centro
espressivo a fare dell'Io un'attivit auto-creatrice
(creatrice-immaginatrice del proprio orizzonte ideale di libert)e
cos e determinatamente del proprio apparentemente opposto in realt
unito - orizzonte reale di realizzazione (oggettivazione).
1 2 3a Orizzonte reale Orizzonte ideale 3b 26.
- L'orizzonte ideale della libert costituisce allora
l'illimitazione dell'Io, quanto all'opposto la limitazione della
realt costituisce la necessit per l'Io stesso di rendere viva e
reale la tensione per la libert che lo anima dal profondo. Allora
l'attivit infinita dell'Io si riflette nella presenza di s come, da
un lato limitato, e dall'altro e all'opposto come illimitato:
attivit che pone se stessa nel limite e nel continuo suo
superamento. Se quindi la speculazione schellinghiana pare ripetere
la struttura di argomentazione fichtiana, essa in realt acquisisce
e riapre l'intero orizzonte di un infinito nona priorisintetico.
Perch continuamente riaperto dall'opposizione, che risulta
infinita.questo ci che separa la concezione dell'infinito aperto
schellinghiano dall'infinito chiuso su stesso di matrice fichtiana.
E che consente la spinta continuamente ideale dell'orizzonte di
libert schellinghiano.
27.
- L'orizzonte aperto di libert schellinghiano si riflette allora
in basso nella stessa determinazione delle condizioni di
limitazione oggettiva: la natura stessa ridiviene libera attivit di
libert e di progressiva liberazione come soggetto che richiede il
superamento. Essa infatti Iocomesensazione ,che richiede
l'attivazione di un'intuizione superiore, capace di aprire una
produzione ( intuizione produttiva ) che trasformi e capovolga la
propria subordinazione al dato offerto in azione di sua
comprensione [prima epoca di una storia filosofica dell'Io].in
questo modo che l'Io apre superiormente l'orizzonte di un possibile
e necessario superamento: immerso ancora negli oggetti, inizia a
tirarsene fuori (senso e formazione deltempo ), grazie ad un fuori
(senso e formazione dellospazio ) che in realt pare essere dentro
di s, dentro la propria natura separata, che lo proietta (
intelligenza di s, come differente ). Considerandosi come immagine
di quella ( riflessione reale ) [seconda epoca], esso si eleva a
quell'orizzonte.
28.
- Considerando reale quella riflessione l'Io si immedesima con
quell'orizzonte di libert [terza epoca], cogliendosi immediatamente
e totalmente comevolont libera , comeinfinito di quell'intelligenza
. Ovvero comespontaneit produttivadella propria continua ed
eternaauto-triangolazione : di s come tensione unitaria [categoria
di relazione], di s-terminale come ideale-reale [categoria
combinata ed opposta di qualit-quantit] e di s come disposizione di
superamento [categoria di modalit]. Con questa definizione finale
la filosofia trascendentale di Schelling pu costituire quella
struttura formale, che viene poi ad applicarsi ed a coincidere con
la precedentemente delineata struttura materiale propria della
filosofia della natura. L'unit aperta e direzionata
dell'opposizione ideal-reale ( produzione consciadello spirito)
trova la propria forma, immagine e figura nel movimento finale che
dirige l'opposizione aperta attrazione-repulsione ( produzione
inconsciadello spirito, progressivamente conscia).
29.
- La differenza dell'intelligenza e l'idealit del limite
determinano e definiscono poi il primato dellafilosofia
praticaschellinghiana. Al culmine della processualit teoretica si
scopre infatti la determinazione primaria costituita dall'orizzonte
della libert infinita. Qui la speculazione schellinghiana procede
ad una sorta diextra-obiettivazione , per la quale si costruiscono
e si edificano una serie di gradini ordinati, per la vita e lo
sviluppo dello spirito pratico. A questa extra-obiettivazione per
accompagna una sorta diesposizione realistico-ideale , grazie alla
quale lo spirito possa trovare e riscoprire la propriapersonalit .
Sintetizzando per fasi diverse e successive il molteplice reale
all'ideale, Schelling costruisce la via ultima del soggetto. Una
via ed una vita immaginate come portate e destinate da un disegno
provvidenziale, che si realizza nel proprio tempo di
manifestazione.
30.
- Diventa dunque evidente come Schelling recuperi in questo modo
la dimensione tradizionale della trascendenza. In ordine: la
pluralit real-ideale dei soggetti mostra se stessa prima di tutto
come una possibilit effettiva di comunitmorale(fondata sulla comune
espressione ed aspirazione ideale alla libert); la forma comune che
per rende effettiva questa eguale aspirazione di tutti e per tutti
l'istituzione deldirittoe dellalegalit , come orizzonte all'interno
del quale racchiudere la precedente forma aperta. Tra la prima
apertura e quest'ultima necessaria chiusura si erge e si divarica
allora la possibilit e la necessit di una composizione, capace di
tenere insieme l'espressione della libert e la sua sostanziale
eguaglianza. La coincidenza e l'inscindibilit di libert ed
eguaglianza si trova nello stesso movimento dellastoria del genere
umano , che ha stabilito questa coincidenza come ideale
prospettico, come termine da perseguire e ideale da
realizzare.
31.
- un apparentedestinosuperiore allora a determinare sempre
apparentemente la necessaria adeguazione umana alle forme del
diritto e della legalit, come possibilit di sopravvivenza della
comune espressione di libert. Dio si rivela e si attua in questa
prima fase storica, caratterizzata dalla caduta tragica dei grandi
imperi dell'antichit e dalla formazione delle prime comunit libere
(prime forme repubblicane), apparentemente soggette ad una forza
cieca ed imperscrutabile (fato). Questa adeguazione produce quindi
un'immedesimazione nello stesso tempo forzata e libera: il tempo
della trasformazione della repubblica romana in Impero. Ora la
libert necessaria della repubblica si trasforma e capovolge nella
legge necessaria e separata di un potere assoluto
(unanaturaseparata). Ma questa a propria volta per una sorta di
eterogenesi dei fini prepara il proprio superamento e
ri-capovolgimento, attuando materialmente l'unit delle popolazioni
e delle genti (unit di base dello Stato universale).
32.
- allora alla caduta dell'Impero romano che ilprogetto
provvidenzialepu trovare nuovo spazio e tempo di realizzazione: ora
l'unit di base dello Stato universale pu cominciare a procedere
verso la riconquista della propria forma sostanziale. Questo sar il
terzo ed ultimo periodo della storia della rivelazione divina e
dell'attuazione dell'ideale reale del genere umano: la pace e la
giustizia. Queste si realizzeranno grazie ad una confederazione
planetaria di stati e di repubbliche, secondo la possibilit e la
necessit insieme ecco la sintesi finale della storia di tenere
insieme libert e sua eguaglianza sostanziale. Non difficile vedere
allora in Schelling l'ammiratore della Rivoluzione francese e di
tutti i suoi sviluppi maggiormente libertari ed egualitari. Cos
come non difficile vedere nella sua speculazione la possibilit di
una divaricazione, fra un esito effettivamente rivoluzionario ed un
altro restauratore e reazionario.
33.
- In un primo momento la speculazione schellinghiana riesce a
mantenere fusa insieme possibilit e necessit, attraverso la
considerazione della produzione artistica della natura in quanto
spirito (inconscio prima e consapevole poi). Il medio interno
all'ideal-reale schellinghiano immediatamente e totalmente ecco
l'appartenenza e la partecipazione attiva al movimento romantico il
prorompere di un sentimento di bellezza e di un'emozione di bont,
che riflettono la presenza e l'attivit di un soggetto radicale e
rivoluzionario, che si ispira alla bellezza e si entusiasma alla
sua bont. Questo viene visto e considerato da Schelling come
strumento della rivelazione dell'Assoluto, che si media a questo
attraverso quella considerazione della natura artistica
(apertamente ed infinitamente creativa) dello spirito.
34.
- Ispirazione, entusiasmo, meditazione e consapevolezza
costituiscono pertanto e di seguito la prima forma sorgiva della
creativit indefinita e spontanea, che diventa in seguito forma
apparentemente riflessa e dotata di una sua apparente autonomia e
vita, infine riferibile ad un orizzonte infinito di senso e di
significato. Schelling d cos atto nel campo della produzione
artistica dell'inserzione di una molteplicit di determinazione
infinita: l'oggetto artistico non in realt finito, perch contiene
in se stesso la possibilit e la necessit di un richiamo
all'infinito ed alla sua opera di determinazione (cfr. Michelangelo
Buonarroti). In questo modo l'Assoluto pu ergersi come punto di
vista e di sguardo sintetico, che differenzia ed unisce spirito e
natura (cfr. tradizione neoplatonica rinascimentale). Energia,
forza e direttivit esprimono dunque, non solo l'ordinamento
progressuale cosmico, ma anche quella specialissima sua
rappresentazione completa che l'arte.
35. 5. La filosofia dell'identit.
- La speculazione schellinghiana comincia ad allontanarsi dalla
propria radicalit immanente e dal proprio prospetto rivoluzionario,
non appena essa concretizzi l'astratto del ciclo rivelativo ed
attuativo dell'Assoluto, considerandolo poi come una natura
separata e prioritariamente determinata. Allora la filosofia di
Schelling avr concluso il proprio regresso restaurativo e
compiutamente reazionario (procedendo dalla filosofia dell'identit
alla filosofia positiva). Ora l'identico, che uno di spirito e
natura, diviene tutto di se stesso, scopo assoluto (cfr. Hegel,
per-s). Ponendosi, si svolge nel molteplice (che pu e deve essere
da esso stesso dedotto), per poi essere ripreso e riaffermato
rovesciando e ri-capovolgendo la molteplicit di nuovo in unit, unit
finale e conclusiva. In questo modo Schelling ripropone l'antico
problema di derivazione neoplatonica, di come si possa spiegare la
derivazione dei molti dall'Uno ed il loro ritorno all'Uno
medesimo.
36.
- Nel dialogoBruno o il principio divino e naturale delle
cose(1802) Schelling attesta l'esistenza del finito dentro
l'infinito Giordano Bruno, proprio mantenendo la propria
prospettiva rivoluzionaria, affermava la partecipazione
all'infinito del cosiddetto finito, come sua parte creativa, essa
stessa necessariamente infinita come forma rappresentativa, come
idea rispetto alla quale ogni forma effettivamente creata (e
dedotta fuori per estroflessione nella natura) il riflesso per
immagine (cfr. tradizione neoplatonica). Per immagine depotenziata
nelle proprie figure terminali, rispetto all'infinita potenza che
sta invece in capo ad ogni idea prodotta ( Figlioche la finitudine
delPadre ). Con questa soluzione neo-ariana Schelling si avvia a
creare la condizione formale per l'affermazione di una teoria e
prassi generale della libert, associandola teologicamente alla
figura trinitaria delPadre .
37. 6. La caduta ed il Dio che diviene.
- Se nella fase precedente ancora rivoluzionaria il medio
assoluto poteva e doveva essere costituito dalloSpiritodell'amore
universale ed infinito, ora lo spirito diviene prima il medio
immediato e totale fra la figura trinitaria delPadree quella
delFiglio(subordinato), poi ci che d realizzazione apparente e vera
alla disposizione (ancora pi bassa) delle creature e al loro
ritorno al divino (il Dio che diviene). InFilosofia e
religione(1804) Schelling sottolinea la presenza della precedente
estroflessione dell'infinito nell'apparentemente e veramente finito
(finiente). Il finito pu infatti essere considerato dalla libert
umana come finiente in Dio (figura trinitaria delFiglio ), oppure
capovolto e annichilito nel male assoluto.per effetto di questo
capovolgimento che quell'estroflessione viene considerata realmente
come una frattura ed una separazione. Essa, al contrario, potr
essere tolta, e quella estroflessione rientrare, non appena venga
ristabilita la finitudine in Dio del finito, ed esso possa
riassurgere nel cielo della salvezza divina.
38.
- Per Schelling infatti la posizione teista tradizionale non
razionalizza e non giustifica il passaggio dal perfetto (Dio come
atto puro) all'imperfetto (il divenire del finito), se non con un
atto di libero, gratuito ed amoroso dono di s, limitando per di pi
l'importanza in realt infinita della responsabilit umana di fronte
agli esiti opposti del libero arbitrio. Nello stesso tempo anche
l'emanazionismo della tradizione neoplatonica incorre nello
medesimo genere di problemi, accentuati dal mancato intervento
della volont divina. Il panteismo di tradizione spinoziana, infine,
non accetta per principio alcuna forma di separazione e di
frattura: per esso il finito parte attiva dell'infinito, mentre la
libert umana non pare avere alcun peso ed alcuna responsabilit, di
fronte all'affermazione necessaria dell'ideale ed al rigetto
egualmente necessario del negativo (l'immediato e totale
dell'istinto e della passione).
39.
- Di fronte all'impossibilit di giustificare una misteriosa ed
irrazionale sproporzione infinita del finito rispetto all'infinito,
che avrebbe tolto la possibilit di installare nel cuore dell'essere
divenuto la necessit di un ritorno effettivo all'origine creativa,
Schelling stabilisce quella possibilit, insieme a questa stessa
necessit, attraverso la deposizione di un atto creativo, che stia
in immagine riflessa dell'origine creativa infinita (il rapporto
delFigliofiniente alPadre , infinito nella potenza e nella volont
). Tramite questo rapporto d'immagine e di riflessione fra l'atto
creativo originario e la subordinata potenza creativa dell'umano,
Schelling depone un luogo radicale per la precedentemente delineata
estroflessione. NelleRicerche filosofiche sull'essenza della libert
umana(1809) l'autore tedesco mostra la relazione istituita come
luogo del divenire di Dio, mosso per da una dialettica presente
all'interno dello stesso orizzonte divino.
40.
- La dialettica interna allo stesso orizzonte divino forse la
parte pi difficile della speculazione schellinghiana ed parte del
tentativo di tenere insieme un rapporto dialetticamente opposto,
fra la determinazione dell'orizzonte stesso comeUnoe la
determinazione del medesimo orizzonte comeInfinito . Alla
determinazione chiusa della tesi corrisponde il contrario divenire
della determinazione dell'aperta antitesi. Contrazione ed apertura,
sistole e diastole, costituiscono il cuore filosofico pulsante
all'interno del quale scorre e viene rilanciato il sangue e lo
spirito del divenire divino (in una circolarit infinita). Schelling
identifica gli opposti termini di questo continuo contrappunto,
intendendo come lato superiore la razionalit consapevole (il
principio libero determinante e veroessere ) e come lato inferiore
la presenza inferiore ( fondo abissale ) di una necessit che
desidera l'essere precedentemente autodeterminatosi, muovendosi
metafisicamente verso di esso.
41.
- In questo continuo gioco dialettico la possibilit della ragione
emerge come positivo sulla e di contro alla necessit del negativo,
stando come ideale di movimento di questo e rispetto alla sua
stessa inferiorit. In questo modo Dio come punto culminante
(persona) emerge di contro a Dio come punto abissale (natura), che
cerca infinitamente il primo. In questo movimento metafisico e
teologico si d quindi lo stesso movimento che offre l'apparenza del
divenire del mondo e dello spirito (processualit cosmica come
teofania e rivelazione divina). Allora libert, ragione, amore (Uno)
vincono su necessit, irragionevolezza ed egoismo (il molteplice per
s). Cos la creazione che sgorga dal volere inconscio di Dio
(desiderio infinito dell'essere e molteplicit infinita) si fa
immediatamente e totalmente quell'essere che desidera, quando
appare a se stessa come volont libera e determinante (ragione
infinita ed unitaria).
42.
- Ma tutto questo accade quando quest'apparenza si fa
auto-rivelazione, presupponendo a se stessa come divenire la
possibilit e la necessit di Dio stesso. Di fronte a questo ritorno
metafisico e fisico ogni particolarit che pretenda di arrestarsi o
addirittura di negare (opponendosi) il movimento forma e rende
materiale il male: nell'uomo questa possibile opposizione data
dalla presenza del libero arbitrio, che pu condurre l'uomo stesso a
volere la prevalenza dell'istinto, della passione e dell'interesse
individuale (distinto e separato), e a negare per ci stesso la
possibilit e la necessit di un ideale comune, che funga da raccolta
universale delle libert, in autodeterminazione reciproca (volont
generale di ascendenza rousseauiana). Al contrario alla reciproca
compenetrazione degli opposti in Dio deve corrispondere nell'uomo
il farsi del desiderio libero intelletto comune.
43. 7. La filosofia positiva.
- Diventa immediatamente facile dispiegare sul versante
teologico-politico il discorso e la riflessione assoluta
schellinghiana. Qui infatti l'opposto negativo esiste e sussiste
solamente come opposto che deve essere negato dall'opposto
positivo, affinch l'Assoluto stesso possa divenire e ritornare
auto-rivelandosi e auto-fondandosi a se stesso. La vittoria della
luce sulle tenebre, del positivo sul negativo si traducono quindi
immediatamente nell'affermazione assoluta dell'ente che pu e deve
auto-fondarsi ed auto-rivelarsi: lo Stato assoluto della
determinazione generale (contro la disintegrazione sregolata degli
appetiti).
Una fotografiadi Schelling nel 1848 44.
- Dopo la lunga parentesi dell'insegnamento berlinese di Hegel,
Schelling ha modo di esporre gli esiti definitivi della proprio
processo evolutivo (o, se si vuole, involutivo): ora il giovanile
rapporto fra la naturalit infinita e l'aperta ed infinita idealit
si piegato alla trasformazione dell'astratta posizione della libera
determinazione nella realt concreta di ci che consente generalmente
l'univocit (l'unit teo-politica immediata e totale, assoluta, che
rende impossibile la realizzazione del negativo e necessaria quella
del positivo). In questo contesto il negativo rimane quale funzione
che deve essere negata dal positivo, per la sua definitiva vittoria
ed affermazione. Cos la logica della negazione diviene funzionale
all'affermazione dell'esistenza assoluta del positivo. Per questo
Schelling divide la filosofia nella ricerca logica della possibilit
d'esistenza ( quid sit , filosofia negativa) e nella scoperta delle
realt effettive ( quod sit , filosofia positiva).
45.
- Con questa distinzione funzionale e subordinante Schelling
intendeva infatti affermare la positivit assoluta dell'esistenza,
la sua necessaria priorit, dipendente dalla libera e contingente,
infinita volont divina.solamente in conseguenza di
quest'affermazione che la stessa possibilit d'esistenza pu essere e
venire dedotta, stabilendo in questo modo un'esistenza idealmente
riferibile. Il rapporto fra esistenza e ideale realizzazione fa s
che Dio stesso si manifesti prima come natura e come
necessit(filosofia della mitologia), per poi ritornare a se stesso
nella sua forma pi perfetta e compiuta di assoluta persona libera
(filosofia della rivelazione).in questo modo dunque che la
speculazione schellinghiana ha modo di utilizzare i dogmi
tradizionali della religione cristiana (Trinit,
Incarnazione/Rivelazione) come schemi e strutture di movimento
della propria filosofia del divenire divino, della caduta e della
restaurazione, umana e cosmica.
46.
- La struttura di senso dell'esistenza, fattualmente posta dalla
contingente e variabile volont divina infinita, lega a s la logica
della sua possibilit ideale e apre la determinazione del suo
significato. Un significato spirituale e positivo, ovvero un
significato naturale e possibilmente negativo. Compare qui una
forma di estrinsecazione ed esposizione dello spirito che gi Hegel
aveva fatto propria, con la propria filosofia dello spirito
oggettivo. Deve essere notato che la linea di sviluppo della
speculazione schellinghiana le consente di produrre influenze
molteplici e diverse, anche contrapposte. Naturalismo, estetismo e
religione sono infatti le tappe percorse dallo stesso sviluppo del
movimento romantico. Hegel criticher l'unit inscindibile fra natura
e spirito del primo Schelling, sospingendo quest'ultimo verso una
idealizzazione dei rapporti reali (prima) ed un processo di
concretizzazione dell'astratto (poi).
47.
- La sua filosofia dell'oggetto spirituale e naturale non poteva
non interessare sotto le pi diverse e disparate motivazioni le
nuove leve degli speculativi di lingua tedesca, come Strauss,
Feuerbach, Kierkegaard, Engels e Bakunin. Nel contempo egli viene
per criticato dai nuovi soggettivisti, come Herbart e Schopenhauer,
e dagli esponenti della sinistra hegeliana (Feuerbach, Marx) per la
propria torsione reazionaria e misticheggiante. Esposto dopo la
morte con il suo idealismo oggettivo come ponte di passaggio
all'idealismo assoluto di Hegel, Schelling viene utilizzato dai
teisti speculativi tedeschi (Fichte, Weisse) e dallo spiritualista
Bergson. La sua filosofia esistenzialistica viene rinnovata dagli
apporti critici del primo Novecento (Jaspers, Marcel), per
ritrovare poi un cenno di approvazione relativo alla sua prima fase
filosofica (Bloch).