1
Lezione 10Prodotto interno lordo, modello classico, crescita
Lezione 10Prodotto interno lordo, modello classico, crescita
ultimo aggiornamento 27 aprile 2011
2
SommarioSommario
Indice della lezione
introduzione alla macroeconomia
contabilità nazionale, definizione del Prodotto interno lordo
modello classico
crescita economica
3
Introduzione alla macroeconomia Gli argomenti principali della macroeconomia
perché alcuni paesi sono poveri e altri ricchi? quali politiche possono essere attuate per permettere
ai paesi in via di sviluppo di uscire dalla trappola del sottosviluppo?
che cos’è la disoccupazione e come è possibile combatterla?
come funziona il sistema finanziario? che cosa determina l’andamento dei prezzi? Chi
emette moneta e da cosa dipende l’inflazione?
4
Introduzione alla macroeconomia perché ci sono boom e recessioni? quali politiche pubbliche possono ridurre le
fluttuazioni economiche: il governo è in grado di migliorare il funzionamento dell’economia?
esiste una relazione tra disoccupazione e inflazione?
La macroeconomica studia il sistema economico nel suo complesso la microeconomia approfondisce l’analisi di singoli
mercati o di singoli comportamenti economici la macroeconomia studia l’interazione tra diverse
parti del sistema economica per questo si basa su modelli molto semplificati del
sistema economico
5
Il flusso circolare del reddito Il sistema economico nel suo complesso può
essere rappresentato sinteticamente come un flusso circolare
L’osservazione del diagramma del flusso del reddito suggerisce tre modi equivalenti di misurare l’attività produttiva di un sistema economico valore dei beni e servizi prodotti da ciascuna impresa la remunerazione ottenuta dalle famiglie per la
cessione dei servizi dei fattori produttivi il valore della spesa per beni e servizi
6
Il flusso circolare del reddito
7
Contabilità nazionale La contabilità nazionale è l’insieme di procedure
statistiche predisposte per misurare l’attività produttiva complessiva di un paese
La misura principale dell’attività economica di un paese è il Prodotto interno lordo il Pil è il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali
prodotti nell’ambito di un sistema economico in un dato periodo di tempo, dai fattori produttivi residenti, indipendentemente dalla loro nazionalità
è la misura di un flusso in un arco temporale, non di una consistenza in un dato momento
la ricchezza è una misura di consistenza e non va confusa con il prodotto interno
8
Il prodotto interno lordo Il Pil comprende solo la spesa per i beni finali e
non i beni intermedi i beni finali sono acquistati dall’utilizzatore finale i beni di consumo acquistati dalle famiglie, C i beni di capitali acquistati dalle imprese, I i beni intermedi non sono beni finali, perché
costituiscono gli input di altri prodotti e vengono inglobati in essi
i beni capitali, a differenza dei beni intermedi, non vengono completamente inglobati, vengono utilizzati per più cicli produttivi
Y C + I
9
Il valore aggiunto Una misura alternativa dell’attività produttiva di
un paese è basata sul valore aggiunto prodotto dal complesso delle imprese di un paese il valore aggiunto è il valore del bene finito prodotto
da una impresa al netto del valore dei prodotti intermedi utilizzati nella produzione
il valore aggiunto totale di un paese è la somma dei valori aggiunti prodotti da tutte le imprese in un paese
PIL = valore della spesa per i beni finali prodotti
= somma del valore aggiunto complessivo
10
Il reddito nazionale Una terza misura dell’attività produttiva di un
paese è basata sulla somma dei redditi ricevuti dai fattori produttivi come compensi per la prestazione dei servizi dei fattori produttivi stessi
Esempio 4 imprese il valore delle transazioni sovrastima il valore della
produzione le tre misurazioni della produzione sono equivalenti le famiglie spendono solo parte del reddito in beni
finali
11
Contabilità nazionale
12
Il risparmio Il risparmio è quella parte di reddito che non
viene spesa per consumo, cioè
S Y - C D’altra parte sappiamo che Y C + I, quindi
S I Nel sistema di contabilità nazionale, per
definizione il risparmio è pari all’investimento tuttavia, risparmi e investimenti sono decisi da
soggetti diversi cosa assicura che contabilmente risparmio e
investimento si equivalgano?
13
Il risparmio
14
Y
Famiglie Imprese
C + I
I
CS
Il risparmio
15
Le scorte Se le famiglie decidono di risparmiare un
ammontare diverso da quanto le imprese decidono di investire, esiste un meccanismo contabile che riporta in pareggio investimenti e risparmi il meccanismo automatico che garantisce il pareggio
fra risparmio e investimento è basato sulla variazione delle scorte
Le scorte rappresentano il valore di beni finali e intermedi e di fattori produttivi che vengono immagazzinati dalle imprese per essere successivamente utilizzati o venduti
16
Le scorte Supponiamo che le imprese decidano di
investire Ip e che S > Ip
per definizione questo implica che Y > C + Ip
se i risparmi sono superiori agli investimenti, il valore della produzione è superiore al valore della spesa per beni finali
in altre parole, le imprese rimangono con della produzione invenduta
La produzione invenduta va ad incrementare le scorte la variazione delle scorte tra inizio e fine hanno è
contabilmente inserita fra gli investimenti
17
Le scorte Gli investimenti misurati dalla contabilità
nazionale contengono sia gli investimenti programmati, desiderati dalle
imprese, cioè Ip
che la variazione involontaria delle scorte, dovuta a produzione invenduta, cioè Si
La presenza della variazione involontaria delle scorte come componente della spesa per beni finali fa sì che, contabilmente, valga sempre l’uguaglianza
S I Ip + Si
18
Le scorte Esempio
se le famiglie acquistano auto per un valore di soli 4.000 euro ci sarà un risparmio di 3.000 e investimenti complessivi di 2.000 più una variaizone involontaria delle scorte di autovetture di 1.000
La variazione delle scorte va quindi ad incrementare il Pil nel periodo successivo le scorte involontarie
verranno probabilmente vendute la spesa che assorbe le scorte non crea però Pil
aggiuntivo viene controbilanciata da una variazione negativa
delle scorte; si evitano così duplicazioni
19
Il ruolo del settore pubblico Finora non si è tenuto conto dell’intervento
pubblico in economia il bilancio delle Pubbliche Amministrazioni è il
documento che registra l’intervento pubblico in economia
Le spese pubbliche sono rappresentate da G, acquisti di beni e servizi B, trasferimenti a famiglie e imprese, compresi gli
interessi sul debito pubblico gli acquisti di beni e servizi generano produzione,
attivano fattori produttivi i trasferimenti pubblici non generano produzione, si
aggiungono ai redditi delle famiglie
20
Il ruolo del settore pubblico Le entrate pubbliche provengono da
Td, imposte dirette, che colpiscono redditi e patrimoni
Ti, imposte indirette, che colpiscono gli scambi di beni e servizi, o di patrimoni
le imposte dirette sottraggono reddito alle famiglie le imposte indirette creano un divario tra il prezzo
che pagano i consumatori e i prezzi che ricevano i produttori
La somma algebrica di uscite e entrate pubbliche rappresenta il disavanzo pubblico
Disavanzo pubblico = G + B – Td – Ti
21
Pil a prezzi di mercato Il divario tra prezzi al consumo e prezzi ricevuti
dai produttori, dovuto alla tassazione indiretta, fa sorgere la necessità di una duplice definizione del Pil il Pil ai prezzi di mercato misura il valore dei beni e
servizi finali valutati ai prezzi pagati dai consumatori, comprensivi di imposte indirette
Pil ai prezzi di mercato C + I + G il Pil al costo dei fattori misura il valore della
produzione escludendo le imposte indirette
Y Pil al costo dei fattori C + I + G – Ti
22
Y
C + I + G
I
CS
Famiglie ImpreseGoverno
C + I + G - Ti
Ti
G
B - Td
Y + B - Td
Contabilità nazionale
23
Reddito disponibile delle famiglie La presenza del settore pubblico modifica
anche il reddito a disposizione delle famiglie che ora comprende i trasferimenti al netto della tassazione diretta
Reddito disponibile Y + B – Td
Di conseguenza anche la definizione del risparmio viene modificata
S (Y + B – Td ) – C combinando questa ultima definizione con quella del
Pil al costo dei fattori si ottiene una nuova identità contabile tra risparmio e suoi utilizzi
24
I saldi finanziari del settore pubblico e privatoS + Td + Ti - B I + G
impone l’uguaglianza contabile tra prelievi dal flusso circolare e immissioni nel flusso circolare
la tassazione diretta, al netto dei benefici, è un prelievo dal flusso circolare
La precedente identità può essere riorganizzata
S – I G + B - Td – Ti
il saldo finanziario del settore pubblico, cioè il disavanzo pubblico, è contabilmente pari al saldo finanziario del settore privato, cioè l’eccesso del risparmio delle famiglie rispetto agli investimenti delle imprese
25
Il settore estero Vanno considerati anche gli scambi con l’estero
X valore delle merci e i servizi venduti all’estero Z valore delle merci e i servizi prodotte all’estero e
acquistate da residenti nel paese nazionale
Le esportazioni sono una componente di domanda aggiuntiva
Le importazioni rappresentano quella parte della domanda finale di famiglie, imprese e settore pubblico che viene soddisfatta da prodotti esteri le importazioni vanno sottratte a C + I + G per
ottenere la spesa in prodotti interni
26
Il settore estero La definizione del Pil al costo dei fattori cambia
Y C + I + G + X – Z – Ti C + I + G + NX –Ti
Cambiano anche le identità tra prelievi e immissioni al flusso circolare
S + Td + Ti - B + Z I + G + X tra saldi finanziari dei settori istituzionali
S – I (G + B - Td – Ti) + NX
27
Il prodotto nazionale lordo Il Pil può essere ottenuto utilizzando fattori
produttivi posseduti da cittadini stranieri analogamente, i fattori produttivi nazionali possono
essere impiegati per la produzione di Pil estero
Ciò crea un divario tra Pil e reddito nazionale la remunerazione dei fattori produttivi esteri utilizzati
nel paese nazionale provoca una fuoriuscita di reddito
la remunerazione dei fattori produttivi nazionali utilizzati all’estero provoca un afflusso di reddito
i redditi netti dall’estero misurano gli afflussi al netto dei deflussi di reddito
28
Il prodotto nazionale lordo Il Prodotto nazionale lordo, detto anche Reddito
nazionale lordo è pertanto uguale a
Pnl ai prezzi di mercato Pil ai prezzi di mercato + Redditi netti dall’estero
Dal Prodotto nazionale lordo si ottiene il Prodotto nazionale netto sottraendo gli ammortamenti
Pnn ai prezzi di mercato Pil ai prezzi di mercato + Redditi netti dall’estero +
- Ammortamenti
29
Ammortamenti L’ammortamento misura la perdita di valore dei
beni capitali nell’arco di tempo utilizzato misura l’usura fisica e l’obsolescenza tecnologica dei
capitali impiegati nel processo produttivo difficile da misurare
Quando dal prodotto nazionale netto si detraggono le imposte indirette si ottiene il reddito nazionale
Reddito nazionale Pnn al costo fattori Pil al costo fattori + Redditi netti da est.ro
+ - Ammortamenti
30
PNL(e RNL)
ai prezzi dimercato
1.491 mld
PILai
prezzi dimercato
1.520 mldC905 mld
X–Z -30m
I287 mld
G 334 mld
PNNai
prezzi dimercato
1.233 mld
ammort.258 mld
Redditonazionale1.041 mld
imp.ind.192 mld
*NYA= redditi netti dall’estero
salari652 mld
lav. aut.
profittirendite
NYA -29 mld
389
mld
La contabilità nazionale: una sintesi
dati del 2009
31
Pil nominale e reale Gli aggregati di contabilità nazionale sono
misurati a prezzi correnti: il Pil nominale misura la produzione
ai prezzi di mercato dell’anno in questione a prezzi costanti: il Pil reale misura la produzione ai
prezzi di mercato di un anno di base
Il Pil reale corregge la misurazione del prodotto dall’effetto dell’incremento dei prezzi, cioè dall’inflazione
Il rapporto tra Pil nominale e reale si chiama deflatore del Pil ed è un indicatore dell’andamento dei prezzi
32
Pil nominale e reale
33
Offerta aggregata e modello classico Il modello classico ipotizza mercati
concorrenziali e piena libertà dei prezzi di aggiustarsi fino a raggiungere uno stato di equilibrio in presenza di mercati perfettamente concorrenziali il
sistema economico si colloca in uno stato di equilibrio efficiente sia rispetto ai beni che alle risorse
la capacità produttiva di un paese, il suo potenziale produttivo dipendono dalla dotazione di fattori produttivi e dallo stato delle conoscenze tecnologiche
34
Offerta aggregata e modello classico La frontiera delle possibilità produttive
rappresenta l’insieme di tutte le combinazioni di beni che possono essere prodotte con date quantità di fattori produttivi e una dato livello tecnologico un aumento della dotazione dei fattori produttivi o del
livello delle conoscenze tecnologiche determina uno spostamento della frontiera verso l’esterno
La funzione di produzione aggregata riassume il legame tra prodotto finale di una economia, dotazione dei fattori e livello tecnologico
35
Offerta aggregata e modello classico
36
Offerta aggregata e modello classico Funzione di produzione aggregata
K è il capitale L è il lavoro A riassume lo stato della tecnologia
Ipotesi del modello classico in ogni periodo la tecnologia è data in ogni periodo la quantità disponibile di capitale e di
lavoro è fissa e i fattori produttivi sono pienamente utilizzati
),( LKFAY
KK LL
37
Offerta aggregata e modello classico Date le precedenti ipotesi la quantità prodotta
totale, l’offerta aggregata è data
Cosa assicura che la produzione venga assorbita dalla domanda programmata, volontaria? stiamo facendo riferimento alla domanda
programmata, che è un po’ diversa dalla domanda finale totale di contabilità nazionale
negli investimenti viene inclusa sola la variazione volontaria delle scorte
),( LKFAY
38
Domanda programmata e modello classico In una economia chiusa la domanda
programmata, detta domanda aggregata, è
AD = C + I + G Il consumo dipende dal reddito disponibile
C = C(Y-NT) Gli investimenti dipendono dal tasso di
interesse reale, che misura il costo del finanziamento per le imprese, ovvero il costo opportunità dell’investimento
I = I(r)
39
Domanda programmata e modello classico
40
Domanda programmata e modello classico Spesa per beni e servizi e tassazione netta
sono gli strumenti della politica fiscale e dipendono dalle decisioni politiche possiamo considerarle date, esogene nel modello di
determinazione della domanda programmata
L’equilibrio macroeconomico tra offerta aggregata e domanda programmata implica che
Y = C + I + G Sostituendo le relazioni precedenti si ottiene
GrINTYCY )()(
41
Equilibrio nel modello classico Sono quindi le variazioni del tasso di interesse
che garantiscono che l’offerta aggregata venga assorbita dalla domanda programmata
Della precedente condizione di equilibrio può essere data anche una formulazione alternativa il risparmio privato è dato da
S Y – NT – C dove NT è la tassazione netta, cioè la tassazione al netto dei trasferimenti
nella condizione di equilibrio tra offerta e domanda aggregata si sottrae a destra e sinistra la tassazione
42
L’equilibrio del mercato finanziario Si ottiene
in equilibrio il risparmio del settore privato, cioè l’offerta di credito, deve essere pari alla domanda di credito espressa dalle imprese e dal settore pubblico
l’offerta di credito è fissa, esogena, la domanda di credito dipende dal tasso di interesse
NTGrISNTNTYCY )()(
43
r
I
L’offerta di credito al netto della domanda di credito del settore pubblico
S – (G – NT)
non dipende dal tasso di interesse reale
La domanda di credito delle imprese è data dalla funzione degli investimenti ed è negativamente correlata al tasso di interesse
I = I(r)
L’equilibrio del mercato finanziario
44
r
I
I = I(r)
L’uguaglianza tra domanda e offerta determina il tasso di interesse reale di equilibrio
r
L’equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili, S = I+(G-NT), implica l’equilibrio sul mercato dei beni, Y = C + I + G.
L’equilibrio del mercato finanziario
45
L’equilibrio del mercato finanziario L’equilibrio cambia in seguito a cambiamenti
dell’offerta o della domanda di credito l’offerta di risparmio cambia in seguito a cambiamenti
della funzione di consumo (ad esempio, variazione della propensione al risparmio delle famiglie)
la domanda di investimenti cambia ad esempio in seguito a cambiamenti della tassazione dei profitti delle imprese o innovazioni tecnologiche che stimolano la domanda di nuovi macchinari o a variazioni delle aspettative di profitto delle imprese
il disavanzo pubblico varia per decisione politica
46
Si prenda in considerazione un aumento di G (con tasse NT inalterate)
r
I
La produzione non cambia (dipende solo da K e L)
Quindi, il reddito disponibile (Y – NT) non cambia e il risparmio privatonon varia
I = I(r)
r1
L’equilibrio del mercato finanziario
47
r
I
Un aumento di G sposta verso sinistra la curva di offerta di risparmio al netto del disavanzo pubblico
I = I(r)
r1
Si prenda in considerazione un aumento di G (con tasse NT inalterate)
L’equilibrio del mercato finanziario
48
r
I
I = I(r)
L’uguaglianza tra domanda e offerta netta determina il nuovo tasso r di equilibrio
r1
r2
Quindi la spesa pubblica spiazza gli investimenti privati e porta a un aumento del tasso di interesse reale
Si prenda in considerazione un aumento di G (con tasse NT inalterate)
L’equilibrio del mercato finanziario
49
r
I
Se la domanda di investimenti aumenta, la curva I(r) si sposta verso l’alto mentre la curva di offerta netta di capitali resta inalterata
I = I(r)
r1
Si prenda in considerazione un aumento di I (con tasse NT e spesa pubblica G inalterati)
L’equilibrio del mercato finanziario
50
r
I
Poiché l’offerta di credito non aumenta, il tasso di interesse cambia, ma gli investimenti di equilibrio restano inalterati
I = I(r)
r1
Si prenda in considerazione un aumento di I (con tasse NT e spesa pubblica G inalterati)
L’equilibrio del mercato finanziario
51
r
I
I = I(r)
L’uguaglianza tra domanda e offerta determina il nuovo tasso r di equilibrio ma I non cambia
r1
r2
La maggiore domanda di investimenti non viene soddisfatta in equilibrio in quanto l’offerta è anelastica al tasso di interesse
Si prenda in considerazione un aumento di I (con tasse NT e spesa pubblica G inalterati)
L’equilibrio del mercato finanziario
52
r
I = I(r)
r1
Se i risparmi crescono con il tasso di interesse (che rappresenta la remunerazione del credito), la curva di offerta ha pendenza positiva
I1
Un aumento della domanda sarebbe (parzialmente) soddisfatto nel nuovo equilibrio se il risparmio fosse positivamente correlato al tasso di interesse (come accade nella realtà). In questo caso:
L’equilibrio del mercato finanziario
53
r La domanda di investimenti aumenta, la curva I(r) si sposta verso l’alto mentre la curva di offerta di capitali resta inalterata.
I = I(r)
r1
I1
Un aumento della domanda sarebbe (parzialmente) soddisfatto nel nuovo equilibrio se il risparmio fosse positivamente correlato al tasso di interesse (come accade nella realtà). In questo caso:
L’equilibrio del mercato finanziario
54
rPoiché l’offerta di credito cresce se cresce il tasso di interesse …
I = I(r)
… l’uguaglianza tra domanda e offerta determina il nuovo tasso r di equilibrio in cui I cresce
r1
r2
I2I1
Un aumento della domanda sarebbe (parzialmente) soddisfatto nel nuovo equilibrio se il risparmio fosse positivamente correlato al tasso di interesse (come accade nella realtà). In questo caso:
L’equilibrio del mercato finanziario
55
La crescita economica Il modello classico determina il potenziale
produttivo di un paese, la sua capacità produttiva in un dato periodo di tempo
Nel corso del tempo, il potenziale produttivo può variare la crescita economica indica il tasso di variazione del
prodotto reale
Il potenziale produttivo cresce solo se si modifica la funzione di produzione
),( LKFAY
56
La crescita economica Le fonti della crescita economica sono
una variazione del progresso tecnico l’accumulazione di capitale la crescita della forza lavoro
Il progresso tecnico aumenta la produttività di lavoro e capitale ed è il risultato di invenzioni, cioè nuove conoscenze e scoperte innovazioni, cioè l’introduzione delle nuove
conoscenze nei processi produttivi
Il capitale umano è fondamentale per il progresso tecnico, quando il capitale fisico
57
La crescita economica Le attività di ricerca e sviluppo condotte nelle
università e nei centri di ricerca privati sono alla base del continuo processo di invenzione e innovazione
L’accumulazione di capitale fisico permette di accrescere il prodotto di un paese, ma non è una fonte di crescita permanente del paese i paesi tendono a convergere ad una dotazione di
capitale proporzionata al loro tasso di risparmio, cioè al rapporto S/Y
La crescita della popolazione o l’immigrazione contribuiscono alla crescita del prodotto
58
Trend e ciclo Il modello classico identifica il potenziale
produttivo di un paese e il trend di crescita di quel potenziale
La produzione effettiva fluttua intorno al sentiero di crescita del potenziale il ciclo economico consiste nella sequenza di fasi di
espansione e recessione del Pil attorno al potenziale produttivo
59
Il trend della produzione descrive la crescita del potenziale produttivo
La produzione effettivafluttua attorno al proprio trend
Produzioneeffettiva Trend della
produzione
B – inizio della ripresa
B
A – depressione
A
C – espansione (boom)
C
D – recessione
D
E – nuova depressione
E
Pro
duzi
one
Tempo
Trend e ciclo
Top Related