L'INFERMIERE E LA RIABILITAZIONE.
La persona al centro del lavoro interprofessionale
L’azione riabilitaAva rappresenta uno dei più Apici intervenA in team, essendo realizzata con il contributo di tuEe le Apologie di professionalità che compongono la realtà operaAva, in rapporto alle rispeJve competenze e quindi, non solo dagli specifici operatori Tecnici della Riabilitazione.
In parAcolare, questo approccio è proprio delle Unità OperaAve che sono dedicate alla Riabilitazione.
Il team riabilita+vo è cosAtuito dalla persona servita, dai suoi care givers e da professionisA che predispongono e realizzano il progeEo ed i programmi uAli al processo riabilitaAvo.
La persona stessa, quindi, è al centro dell’a9vità del team e ne fa parte.
Il team interprofessionale è un insieme unito d’operatori sanitari con differenA e specifiche professionalità, che lavorano per raggiungere obieJvi comuni. E’ l’insieme degli operatori che prendono in carico l’utente e la sua famiglia.
I membri del team interprofessionale varieranno secondo la struEura di Riabilitazione e della disabilità della persona.
La persona va considerata nella propria totalità, come individuo che ha il diriEo e la responsabilità di prendere decisioni ragionate per il proprio futuro.
Le persone possono beneficiare della riabilitazione in qualsiasi momento della loro vita.
La collaborazione fra i professionisA è essenziale a promuovere un’assistenza efficiente ed efficace ed a permeEere all’individuo di raggiungere un buon grado di benessere e salute.
Le dinamiche riconoscibili all’interno del team sono quelle proprie dei gruppi che nascono finalizzaA al conseguimento di specifici obieJvi.
Il confronto è assolutamente necessario: esso è formalizzato nel momento dell’elaborazione del progeEo riabilitaAvo, aEraverso il quale si analizzano le potenzialità di recupero funzionale della persona e si decidono gli intervenA stabilendo la tempisAca per il raggiungimento dei risultaA.
In Riabilitazione nulla è casuale.
Il team interprofessionale si organizza come squadra: ognuno ha il proprio specifico ruolo e ci si deve muovere in modo coordinato.
La cartella integrata è uno strumento di lavoro essenziale per poter raggiungere gli importan+ obie9vi cita+.
All’interno di questa squadra, un ruolo importante è giocato dall’Infermiere.
L’Infermiere che esercita nell’area riabilitaAva deve essere convinto che gli individui con limiA funzionali abbiano un valore intrinseco che trascende le loro disabilità.
L’aJvità infermierisAca in riabilitazione deve meEere in aEo e supportare gli intervenA che riducono il marchio della disabilità ed aiutano gli utenA a ristabilire e mantenere il controllo su tuJ gli aspeJ della propria vita.
L’Infermiere è vero e proprio tessuto conne9vo del lavoro in team all’interno di una Unità RiabilitaAva di degenza. Egli è il professionista che segue la persona nell’arco dell’intera giornata.
L’Infermiere deve, perciò, conoscere le proprie aEribuzioni legate al lavoro in collaborazione mirato al benessere dell’utente ed altreEanto deve per quelle degli altri operatori coinvolA.
Dal D.M. 14 seEembre 1994, n. 739 “PROFILO PROFESSIONALE DELL’INFERMIERE”
Art. 1 … 2 -‐ L'assistenza infermierisAca prevenAva, curaAva, palliaAva e riabilitaAva è di natura tecnica, relazionale, educaAva. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malaJe, l'assistenza dei malaA e dei disabili di tuEe le età e l'educazione sanitaria. 3 -‐ L'infermiere: … agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali;
RIFERIMENTI
Dal “CODICE DEONTOLOGICO DELL'INFERMIERE” Testo approvato dal Comitato Centrale della Federazione IPASVI -‐ Febbraio 1999 PRINCIPI ETICI DELLA PROFESSIONE 2.2. L’infermiere riconosce la salute come bene fondamentale dell’individuo e interesse della colleJvità e si impegna a tutelarlo con aJvità di prevenzione, cura e riabilitazione. 2.6. Nell'agire professionale, l'infermiere si impegna a non nuocere, orienta la sua azione all’autonomia e al bene dell’assisAto, di cui aJva le risorse anche quando quesA si trova in condizioni di disabilità o svantaggio. RAPPORTI CON LA PERSONA ASSISTITA 4.1. L’infermiere promuove, aEraverso l’educazione, sAli di vita sani e la diffusione di una cultura della salute; a tal fine aJva e manAene la rete di rapporA tra servizi e operatori. 4.2. L’infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la stessa i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garanAto e consenAre all’assisAto di esprimere le proprie scelte. 4.3. L’infermiere, rispeEando le indicazioni espresse dall’assisAto, ne facilita i rapporA con la comunità e le persone per lui significaAve, che coinvolge nel piano di cura. 4.4. L’infermiere ha il dovere di essere informato sul progeEo diagnosAco terapeuAco, per le influenze che questo ha sul piano di assistenza e la relazione con la persona. 4.7. L’infermiere garanAsce la conAnuità assistenziale anche aEraverso l’efficace gesAone degli strumenA informaAvi. 4.12. L’infermiere si impegna a promuovere la tutela delle persone in condizioni che ne limitano lo sviluppo o l’espressione di se, quando la famiglia e il contesto non siano adeguaA ai loro bisogni. RAPPORTI PROFESSIONALI CON COLLEGHI E ALTRI OPERATORI 5.1. L’infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori, di cui riconosce e rispeEa lo specifico apporto all’interno dell'équipe. Nell’ambito delle proprie conoscenze, esperienze e ruolo professionale contribuisce allo sviluppo delle competenze assistenziali.
Dal “CODICE DEONTOLOGICO DEL FISIOTERAPISTA” Testo rivisto dal Tribunale per i DiriJ del Malato Approvato dal DireJvo Nazionale AITR il 23 oEobre 1998 Approvato dal Congresso Nazionale AITR il 25 oEobre 1998 … TITOLO V -‐ RAPPORTI CON I TERZI CAPO I -‐ COLLABORAZIONE PROFESSIONALE Art. 29 -‐ Il Ft (TdR) esercita la propria aJvità professionale rispeEando le altre professioni sanitarie e collaborando con esse…
Dal “CODICE DEONTOLOGICO DEL LOGOPEDISTA” Approvato dalla F.L.I. IL 13.02.1999
… Art.15 -‐ RapporA con altri professionisA E' auspicabile che il Logopedista, sia in regime di rapporto di lavoro dipendente, sia di natura libero-‐professionale, favorisca i contaJ interdisciplinari con altri professionisA avendo come fine il perseguimento del benessere del paziente e l'oJmizzazione del proprio livello qualitaAvo professionale. I rapporA con altri professionisA sono impostaA sul rispeEo reciproco, sulla correEezza di comportamento professionale in ogni caso nel rispeEo del diriEo del paziente alla discrezione ed al segreto.
Fig. 1.1 -‐ I componenA principali del team riabilita8vo (1)
Figure Professionali: sono segnalate nelle caselle colorate alcune aJvità specifiche per la figura, nelle caselle bianche quelle da svolgere in collaborazione.
L'Infermiere della Riabilitazione in un'Unità di degenza RiabilitaAva
L’Infermiere gioca un ruolo molto importante, sopraEuEo nelle UU.OO. dedicate alla Riabilitazione intensiva, cioè di II o III livello.
L’aJvità dell’Infermiere riveste un ruolo fondamentale nella conduzione del processo riabilitaAvo di gravi disabilità, che richiede notevole impegno in quanto queste situazioni sono, generalmente, complesse.
Negli StaA UniA, esiste una figura infermierisAca specializzata nel seEore: il cosiddeEo “RehabilitaAon Nurse” (Infermiere della Riabilitazione). QuesA ProfessionisA sono riuniA nella “AssociaAon of RahabilitaAon Nurses (ARN)”, che pubblica un’importante rivista scienAfica bimensile: “RehabilitaAon Nursing”.
Un’Associazione analoga esiste anche in Australia: la “Australasian RehabilitaAon Nurses AssociaAon (ARNA)”.
L’Infermiere della Riabilitazione (IdR), secondo i canoni della figura americana, valuta le necessità assistenziali delle persone e collabora ad individuare gli obie9vi, a breve ed a lungo termine, contenu+ nel ProgePo e nei Programmi Riabilita+vi.
Egli opera, nell’ambito delle proprie specifiche competenze, al fine di raggiungerli.
Secondo il modello americano, l’ IdR valuta ed interviene sui bisogni dell’utente, svolgendo aDvità che possono essere, in questo caso, raggruppate, principalmente, così: Pianifica e dove necessario, effeEua le cure igieniche. E’ responsabile di programmi per raggiungere l’autonomia vescicale, reEale ed alimentare dell’utente. Predispone e compie intervenA specifici per mantenere l’integrità cutanea e curare eventuali lesioni da decubito. Interviene sui faEori ambientali come la temperatura degli ambienA, il rumore, la sanificazione, il controllo delle infezioni e sicurezza ambientale. Crea, quindi, un adeguato “ambiente terapeuAco”. E’ in grado di usare disposiAvi adaJvo -‐ compensatori necessari per la comunicazione, l’alimentazione, la mobilità, l’evacuazione, il vesArsi ed il deambulare della persona. AdoEa specifiche misure prevenAve per minimizzare gli effeJ dell’immobilità. Favorisce il correEo orientamento spazio-‐temporale ed il controllo di turbe comportamentali. Promuove specifiche misure per consenAre il raggiungimento di un’oJmale indipendenza dell’utente. Aiuta le persone nella gesAone del tempo. Si occupa della correEa somministrazione farmacologica.
In senso generale, in Italia, si fa riferimento, per le aJvità RiabilitaAve, alle Linee Guida del Ministero della Sanità per le AJvità di Riabilitazione, del Maggio 1998.
La realtà, in ambito italiano, vede la figura dell’Infermiere della Riabilitazione ancora agli albori, in fase embrionale ed in qualche realtà, poco di più… I riferimenA bibliografici specifici, nella nostra lingua, pur importanA, sono ancora, davvero, pochi.
Leggendo le aJvità sopra citate, sembra esserci poco o nulla di nuovo per un Infermiere Italiano; apparentemente si traEa di un approccio tecnico, pragmaAco, quasi banale. Non è, però, così, in quanto ogni azione di questo Professionista è mirata al conseguimento di un livello d’autonomia della persona, rispondente a quelle che sono le aEese e gli obieJvi del ProgeEo e del Programma RiabilitaAvo.
S’introduce il conceEo di “raggiungimento dell’autonomia della persona”, dell’uso di “disposiAvi adaJvo-‐compensatori per la comunicazione ecc…”, di “promozione dell’orientamento e controllo di turbe comportamentali”, di “aiuto alla persona nella gesAone del tempo”...
L’intervento riabilitaAvo si svolge nell’arco delle venAquaEro ore e l’Infermiere è l’operatore sempre presente, in un’unità di degenza, in tale periodo di tempo. L’approccio all’utente disabile è spesso complesso e deve avvenire come aiuto della persona in quanto tale e non con aEeggiamento pieAsAco o caritatevole; solo quando è assolutamente necessario, deve avvenire come intervento sosAtuAvo delle funzioni perdute dell’individuo.
Non è pensabile, perciò, agire in modo standardizzato, ma occorre calibrare l’approccio secondo le problemaAche dell’utente e collaborare aJvamente alla stesura ed alla condivisione del ProgeEo e del Programma RiabilitaAvo.
L’Infermiere della Riabilitazione deve essere in grado di lavorare in Team, dando il proprio, specifico e fondamentale, apporto. Egli deve vesAre adeguatamente la maglia della squadra; deve essere consapevole del proprio ruolo, della propria, fondamentale, importanza ed aggiornarsi, regolarmente, nelle proprie specifiche competenze.
In altre parole, deve avere un’ampia apertura mentale, essere paziente, metodico e versaAle. Fondamentale è la costanza nel perseguire gli obieJvi, consci che si lavora su un terreno delicato ed importante, con persone e famiglie che hanno paure ed aPese molto importan+.
L’ambito riabilita+vo è esempio evidente di quanto l’Infermiere può e deve essere il vero tessuto conne9vo della sanità.
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