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OSSERVATORIO SOCIALE z e n t d i p a I s Notiziario Informativo PER e CON gli anziani di Casarsa e San Giovanni GIUGNO 2016 undicesima edizione

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OSSERVATORIO SOCIALE

zent

di paIsNotiziario Informativo PER e

CON

gli anziani di Casarsa e Sa

n Giovanni

GIUGNO 2016

undicesima edizione

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Nessuno è mai troppo vecchio per voler bene, per stare con gli altri, per imparare e fare qualcosa. Perché se una persona fa qualcosa, impara qualcosa, condivide qualcosa, allora qualcosa cambia.È questo lo spirito di “Zent di paìs”, un giornalino voluto e realizzato da persone anziane, i volontari della Commissione Anziani dell’Osserva-torio Sociale del Comune di Casarsa della Delizia, per le persone anziane, ma anche per tutte le famiglie. Un giornalino che mette al centro soprattutto gli anziani, che vuole informare, raccontare, far discutere, richiamando l’attenzione sui fatti e sulle esperienze positive, ma anche sulle cose che non vanno. A partire da ciò che accade a Casarsa, San Gio-vanni e dintorni.

In questa edizione, vogliamo co-gliere l’occasione per augurare a tutti gli anziani e a tutta la comuni-tà una buona estate. A prestoooo!!!

NESSUNO È MAI TROPPO VECCHIO

GLI ANZIANI DEL CENTRO SOCIALE RACCONTANO p.3 I NOSTRI MOMENTI DI FESTA

p.5 ATTIVITA’ CON LA SCUOLA MATERNA

p.7 CARNEVALE IN ALLEGRIA

p.9 STORIE E MEMORIE DI EMILIO

p.10 100 ANNI DA RACCONTARE

p.11 INCONTRI PER IL BENESSERE

p.13 INCONTRO CON ELIO CIOL

p.14 EVVIVA I RAGAZZI!

CENTRO DIURNO “FRUTS DI UN TIMP”p.15 BOCCE E BIOMUSICA

p.16 DEMENZA: MALATTIA SOCIALE?

I CENTRI VISITANOp.18 IL NUOVO MUNICIPIO

p.20 LE FRECCE TRICOLORI

p.23 SALUTA IL TUO VICINO

gli articoli di questo numero

2 ZENT DI PAìS notiziario per anziani e non solo

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GLI ANZIANI DEL CENTRO SOCIALE RACCONTANO i nostri momenti di festa

3notiziario per anziani e non solo ZENT DI PAìS

il pranzo di Natale

Il pranzo di Pasqua La festa della mamma

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4 ZENT DI PAìS notiziario per anziani e non solo

Visita al Castello di Valvasone

Cena con i volontari alla Fiesta di San Zuan

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LE ATTIVITA’ CON LA SCUOLA MATERNAProsegue il progetto di scambio tra an-ziani e bambini della scuola materna di San Govanni di Casarsa, iniziato a set-tembre 2015, dal titolo “L’alimentazio-ne al tempo dei nonni”.Nei vari incontri si è parlato dei pranzi e delle cene di un tempo sia nella quo-tidianità che nelle occasioni speciali, quali Natale, Pasqua e ricorrenze varie, per poi passare ai metodi di cottura, alle modalità di conservazione del cibo e ai tipi di alimenti che venivano consumati quando non esistevano supermercati e ristoranti. Negli incontri che hanno visto gli anzia-ni recarsi a scuola, grande stupore hanno riscosso le riproduzioni della fontana e del “camarin” che erano i luoghi adibiti alla conservazione dei cibi, come anche della stufa e del focolare usate un tem-po per la cottura degli alimenti. A partire da materiali di recupero, qua-li cartoni, tappi e stoffe, gli anziani del Centro Sociale, con il loro strepitoso ingegno e la loro proverbiale pazienza, hanno tagliato, colorato ed assemblato

fino a dare vita alle riproduzioni degli oggetti adibiti alla conservazione e alla cottura del cibo. Per gli anziani è stata una soddisfazione vedere l’entusiasmo dei bambini nell’ usare questi attrezzi strani e giocare a cucinare.MIRELLA all’uscita da scuola riferisce: “Mi ha fatto tanto piacere trascorrere un pomeriggio assieme ai bambini e vedere che il lavoro che ho fatto è piaciuto!”Negli altri laboratori, i bambini sono venuti al Centro Sociale ed ognuno sul-le ginocchia di un anziano ha preparato degli squisiti biscottini. In un’altra oc-casione anziani e bambini hanno pre-parato dei sacchettini di verdure e, nell’ incontro finale, dopo aver ripercorso le tappe di un anno insieme, gli anziani hanno donato ai bambini un vasetto re-alizzato a stencil dove semineranno del-le piantine aromatiche che cresceranno durante l’estate a ricordo dell’esperienza fatta insieme.

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Ma come si usava fare un tempo? NA-TALIA, MIRELLA e LUCIANA P. ri-cordano che : “In autunno si ammaz-zavano le oche e si rosolavano bene con tutti i profumi- rosmarino, salvia, ba-silico, alloro..- poi si mettevano i pez-zi cotti dentro le damigiane di vetro o di terracotta e si versava il sugo rimasto nella pentola coprendo tutta la carne e aggiungendo lo strutto. Lo stesso si faceva anche per i tacchini ed il coni-glio. La salsiccia invece veniva conserva-ta solo con lo strutto. La carne si con-servava tutto l’inverno fino a primavera inoltrata”. ANGELINA :”per conser-vare i sapori usati per condire venivano dapprima tritati e, in seguito, riposti in un vaso di vetro ricoperti di sale gros-so. In montagna si raccoglievano le ca-stagne quando ancora erano dentro ai ricci e si riponevano in cantina al buio. Ogni tanto si spruzzavano con acqua per mantenerli morbidi. Quando si de-siderava, le castagne venivano tolte dai ricci e si cucinavano, spesso era la nostra cena”. MIRELLA :” Sotto la pompa vi era un ripostiglio nel quale mia madre riponeva gli avanzi delle pietanze per i giorni seguenti”. Altre anziane ricorda-no che : “ Quando gli orti fruttavano,

le verdure (peperoni, carote, tegoline, cetrioli, zucchine, cavolfiori) venivano lavate sotto le pompe e venivano messe nei vasi con aceto oppure olio di semi. I fagioli venivano raccolti già seccati sulla pianta e si conservavano nei sac-chi di juta. Le rape venivano raccolte a fine vendemmia e si mettevano nei tini a macerare e da bianche diventavano viola. Le rape venivano poi grattugiate e cotte con cipolla, cardo e una foglia di alloro : a fine novembre, la brovada era pronta! A settembre si raccoglievano i grappoli più belli di uva bianca e ros-sa : gli acini più succosi venivano messi nei vasi con zucchero e grappa per poi gustarli a fine pasto a Natale con tutti i parenti”. GIOVANNINA :” I vasi col cibo, il lardo e gli insaccati si mettevano nel camarìn o tinel, la stanza più fresca e buia della casa; i bambini non avevano accesso e le chiavi erano custodite dalla

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donna più anziana della famiglia. Il pane invece si faceva una volta alla settimana : i forni erano fuori nelle aie di alcune famiglie più attrezzate. Si faceva il pane per una settimana con farina bianca e quando c’era si metteva anche la zuc-ca. I forni andavano a legna, si accende-vano e prima di infornare si attendeva che le pareti interne fossero bianche. La polenta invece veniva fatta con la farina gialla tre volte al giorno. Per noi bam-bini la polenta era anche una deliziosa merenda che, se era periodo di grassa, era accompagnata a zucchero o for-maggio altrimenti niente. Sotto il getto della pompa vi era un piccolo ripostiglio e lì si teneva in fresco quel poco che si aveva, d’estate anche il bottiglione del vino”. CESIRA : “i più ricchi avevano delle cassette di legno rivestite di lamie-ra. Si andava a comperare il ghiaccio e lo si metteva nelle cassette affinchè fun-gesse da frigorifero”.

Noi anziani non vedevamo l’ora di or-ganizzare una festa con i bambini e quale migliore occasione se non il Carnevale? Nell’attesa, abbiamo preparato per ogni bambino dei pupazzetti colorati con l’aiuto di bicchieri di plastica. All’inter-no abbiamo pensato di mettere dei pop corn.

Ma non li abbiamo comperati pronti, li abbiamo fatti al Centro Sociale con uno strumento apposito e una volta pronti li abbiamo caramellati con lo zucchero e …che buoni!Per animare la festa abbiamo rispolverato un vecchio gioco che noi usavamo fare spesso, ovvero “la pignata” : per evitare che i bambini si facessero male, al posto dei vasi di coccio abbiamo usato dei pal-loni di carta decorati. I bambini, bendati con un bastone, dovevano colpire i pal-loni fino a farne uscire il dolce contenu-to : caramelle e bomboni!

7notiziario per anziani e non solo ZENT DI PAìS

CARNEVALE IN ALLEGRIA

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8 ZENT DI PAìS notiziario per anziani e non solo

LUCIANA F., LUCIANA P., NATALIA e MIRELLA ricordano : “al loro arrivo, i bambini erano travestiti da borsa del-la spesa ed hanno regalato ad ognuno di noi dei bellissimi fiori confezionati con borse di plastica colorata. Per noi ema-navano un profumo dolcissimo! La festa è riuscita benissimo grazie all’animazione dei ragazzi del Progetto Giovani di Ca-sarsa che ogni anno si rendono disponi-bili a fare festa con noi, guai se mancano! Oramai fanno parte della nostra grande famiglia, anziani, bambini e giovani! Ab-biamo ballato, cantato, riso e mangiato crostoli, frittelle e pop-corn sorseggian-do thè. L’entusiasmo e l’allegria hanno contagiato proprio tutti tanto da far bal-lare anche la più anziana del gruppo, An-tonia, che tra qualche mese compirà 100 anni”.

Il gruppetto di anziani della tombola ri-corda che un tempo il Carnevale era una festa della fantasia, dove tutto poteva es-sere usato per il travestimento. I trucchi per il viso erano la farina, il carbone, la

cenere e, chi era fortunato, il rossetto della mamma o delle zie. In casa, l’odo-re del fritto era sempre presente perché si facevano grandi quantità di crostoli fritti nello strutto di maiale. Le frittelle erano più impegnative in quanto richie-devano più ingredienti.Il carro che si usava per il campo veniva agghindato così come il cavallo o l’asino e noi bambini a gara ci salivamo sopra. Quasi sempre c’era qualcuno che suo-nava la fisarmonica, cantavamo e bal-lavamo nei cortili delle case e lungo la strada. Anche un vecchio copriletto a balze, se ben indossato, poteva trasfor-mare noi bambine in principesse. I ma-schi con alcuni legni si costruivano spade e fucili, con un pezzo di carbone poi si disegnavano dei bei baffoni neri ed ecco il cow boy oppure si giocava a scambiar-si l’identità. L’allegria non mancava mai e ogni pretesto era buono per giocare, fare festa e assumere le sembianze del nostro eroe o eroina dei sogni!

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STORIE E MEMORIE DI EMILIO

Essere anzianiViviamo in un’epoca in cui l’imperativo categorico è sentirsi giovani a tutti i co-sti. Sento ripetere “ho una certa età ma mi sento giovane”. Frase banale e senza senso : perché non accettare gli anni che passano? Perché non dire “sono vecchio e ho la maturità, la saggezza, l’esperien-za, la conoscenza profonda della vita e degli esseri umani”. ESSERE ANZIANI E’ UN VALORE AGGIUNTO. Dopo una certa età, il fisico inesorabilmente cambia, non si può andare contro na-tura. Per quanto si possa praticare sport, stare attenti all’alimentazione, non fu-mare, non bere, i capelli si fanno grigi, si cominciano a vedere le prime rughe, la resistenza fisica cala. Spesso si perdono i capelli, lo sguardo è spento, i denti ven-gono sostituiti da altro. Ma perché doversi sentire per forza come 50 anni prima? Si nasce, si cresce, si invecchia e si muore. E’ la vita, biso-gna accettarla così com’è!

9notiziario per anziani e non solo ZENT DI PAìS

Il telefonino Appartengo a quella esigua minoranza di cittadini che per fare una telefonata vorrebbe ancora usare il telefono pub-blico. La gente lo usa ovunque, lo porta con sé anche a dormire vicino al cuscino. Che emozione un tempo quando vi era l’attesa per una lettera o una telefona-ta inaspettata. Era possibile immaginare, sognare, attendere con trepidazione e sussurrare parole che altrimenti non si aveva il coraggio di dire personalmente. Oggi tutto è già detto, siamo control-lati e raggiungibili in qualsiasi momen-to. Non diventiamo schiavi di questo attrezzo ma usiamolo con cautela e, quando fuori splende il sole, non ci af-fanniamo alla ricerca della foto più bella da fare col telefonino all’ultima moda ma spegniamolo e godiamo del calore

che ci scalda il viso.

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Non capita tutti i giorni di compiere 100 anni. 100 anni da vivere e da rac-contare sono un traguardo che tutti vorrebbero raggiungere perché si di-venta come macchine del tempo capa-ci di far rivivere le avventure dei tempi passati. Anche noi abbiamo le nostre macchine del tempo : CATTERINA e ANTONIA. Come ben precisa EMILIO : “Queste due donne sono nate in piena guerra mondiale, hanno vissuto le pri-vazioni del dopoguerra, il fascismo, le crisi economiche. Poi un’altra guerra, la tragedia dei bombardamenti e tutti gli avvenimenti che hanno solcato gli anni successivi. Che tempra che hanno queste donne!”.Nel mese di marzo, il Centro Sociale si è vestito a festa per festeggiare questo importantissimo traguardo che ha visto CATTERINA compiere 100 anni e ri-

cordare ANTONIA che spegnerà le sue 100 candeline ad agosto. Era presente l’Amministrazione Comunale, tutti gli anziani del Centro, familiari, amici, pa-renti, volontari e la comunità tutta. Il pomeriggio è iniziato con la messa alla presenza di Don Giancarlo e Don Loren-zo che hanno voluto ricordare la grande tenacia e forza di queste due anziane, ol-tre che la loro splendida e conservata lu-cidità. Perché non manchi mai la nostra preghiera a loro ma anche a tutti quegli anziani soli, emarginati e privi dell’affet-to e del supporto dei loro cari. Mentre CATTERINA spegneva le can-deline grande era la felicità e palpabile l’emozione dei presenti per applaudirla e festeggiarla. Compiere 100 anni vuol dire aver fatto un lungo cammino, si-gnifica essere ricchi di esperienza, di sag-gezza e di ricordi da condividere. Queste anziane ci ricordano un tempo che fu e, ogni giorno, con la loro espe-

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100 ANNI DA RACCONTARE

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Signore, fa che io siadel mio tempo e non della mia età.

Aiutami a non prendermi troppo sul serio.Fa che io resista alla tentazione

di “raccontarmi”.Signore, impedisci che il tempo

invecchi il mio cuore,che mi rassegni ad essere un vecchio brontolone.

Ogni giorno è un dono e Tu mi regali sempre nuove energie.

rienza e la loro saggezza, trasmettono a tutti noi il valore della vita e ci insegna-no a difendere la nostra storia e la nostra identità.La festa è poi proseguita per tutto il po-meriggio con canti, danze e grande ab-bondanza di dolci e manicaretti!Gli anziani del Centro ricordano con grande gioia questo pomeriggio di festa e rinnovano gli auguri a CATTERINA e ANTONIA con questa preghiera dal ti-tolo “ANZIANO E’ BELLO” :

Per poter stare bene nel fisico ma anche nella mente è importante tenersi in allena-mento, stare in compagnia ed essere con-tinuamente informati e formati su quale sia il corretto stile di vita da attuare giorno dopo giorno per tutelare la salute soprat-tutto nell’ età anziana.Da questa idea sono nati gli incontri al Centro Sociale Anziani alla presenza di molti specialistici.Il primo incontro è avvenuto a dicembre 2015 con la nutrizionista dott.ssa Adeli-na Zanella che ci ha spiegato l’importan-za della corretta alimentazione nell’età anziana e ci ha dato alcuni consigli prati-ci per una vita sana. A seguire lo scambio formativo con Francesca Bin, infermiera del territorio che opera all’interno del Di-stretto Socio-Sanitario di San Vito al T. e Luisa GIacomuzzo, assistente domicilia-re dell’Ambito Distrettuale Est 6.2 che ci hanno spiegato come funzionano i servizi socio-sanitari e quelli assistenziali per poter continuare a stare bene a casa con validi e adeguati supporti. Ci hanno spiegato come si fa ad accedere a questi servizi e chi sono le persone e le strutture di riferimento. Molto interessante e familiare è stato l’in-contro col dott. Alessandro Di Lorenzo il quale ci ha parlato de “Il medico di famiglia : un alleato per la salute” : quali le funzioni del medico di famiglia, quali i suoi doveri e

INCONTRIPER IL BEN…ESSERE

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12 ZENT DI PAìS notiziario per anziani e non solo

la sua missione, ci ha lasciato alcuni consi-gli utili in caso di emergenza o necessità. E’ stato anche uno scambio familiare perché il dott. ci ha raccontato la sua storia di medi-co tra passione e difficoltà. Non poteva mancare l’incontro con la fi-sioterapista Maria Rosa Morassut del Di-stretto di San Vito al Tagliamento che ci ha aperto gli occhi su quanti movimenti scorretti e pericolosi tendiamo a fare ogni giorno magari per abitudine o per pigrizia. Durante il suo intervento, la fisioterapista ci ha dato molte dritte su come prevenire la cadute ed alcuni dolori fisici dovuti non solo all’età ma anche ai nostri comporta-menti : dall’utilizzo di scarpe adeguate alla necessità di togliere i tappeti in casa; dalla possibilità di poter accedere agli ausilii ai consigli su come ridurre i rischi ambientali e molto altro ancora.La vita si è allungata non solo grazie ad una corretta alimentazione ma anche alla pre-senza di farmaci che ci permettono di stare meglio. Molto istruttivo è stato l’incon-tro con le farmaciste, dott.sa Cristofoli e dott.ssa Mior di Casarsa e San Giovanni che ci hanno spiegato con pa-role semplici la differenza tra farmaco originale e ge-nerico; come funzionano le scadenze dei farmaci, il loro corretto utilizzo; la farmacia come luogo di cura grazie alla presenza di vari servizi; l’utilizzo di prodotti naturali. Infine ci hanno messo in guar-dia dalle cure “fai da te” o “per sentito dire”.

L’ultimo incontro dal titolo “la ricetta per la salute : allenare mente e corpo” ha visto la presenza del Responsabile dell’Associa-zione Diabetici di San Vito al T. Adriano Matteotti, del Maestro Mario Muccin e del dott. Ciro Francescutto (Diabetologo e Medico Sportivo). Si è discusso del dia-bete quale malattia sociale e “silenziosa” per la cui prevenzione è di fondamentale importanza una dieta equilibrata e l’attività fisica. Il Maestro Mario Muccin ha portato la sua testimonianza di come il movimen-to, la ginnastica, il ballo ma anche una sana risata consentano di vivere meglio e più a lungo. Ed infine il dott. Francescutto ha dato molti consigli utili per una sana e cor-retta alimentazione accompagnata da una piccola ma salutare passeggiata quotidiana.Cogliamo l’occasione per ringraziare quan-ti hanno aderito all’iniziativa ed hanno de-dicato il loro tempo per partecipare ai vari incontri con gli anziani del Centro Sociale e la comunità tutta!

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notiziario per anziani e non solo ZENT DI PAìS

Il Centro Sociale Anziani ha avuto il pia-cere e l’onore di avere come ospite uno dei più importanti maestri della foto-grafia in bianco e nero, ELIO CIOL.L’iniziativa è stata fortemente voluta dai volontari della Commissione An-ziani in collaborazione con l’Assessore alle Politiche Sociali Di Lorenzo Ales-sandro e l’Assessore alla Cultura Colussi Francesco del Comune di Casarsa della Delizia. Questo incontro ben si coniu-ga col progetto della Biblioteca Civica di Casarsa dal titolo “evergreen” che vuole avvicinare i cittadini “over 60” al piacere della lettura e della cultura in generale, offrendo tra le varie opportunità, anche conferenze a tema, lezioni di storia, arte, musica, letteratura e altro ancora.

Elio Ciol è un artista nato a Casarsa della Delizia che, con il suo instancabile lavoro di narratore per immagini e grande ma-estro del bianco e nero, ha documentato la storia del nostro territorio portandola in importanti musei internazionali ed in prestigiose collezioni mondiali. Non un semplice fotografo ma uno scrittore di luce attraverso le immagini.Durante l’incontro, Elio, rispondendo alle domande e curiosità del Responsabi-le della Biblioteca di Casarsa Marco Salva-dori, ci ha raccontato come la sua ricer-ca artistica sia cominciata in un tempo lontano, nel laboratorio fotografico del

LA MAGIA DELL’ISTANTE INCONTRO CON ELIO CIOL

padre a Casarsa, sperimentando le pos-sibilità della camera oscura, delle pelli-cole sensibili e degli effetti di luce. Foto dopo foto abbiamo colto come forme e colori della realtà possano diventare opere d’arte e come la realtà quotidiana possa celare molte sorprese. Ciol ci ha spiegato che la fotografia è un modo di vedere le cose che hanno in sé una grande forza espressiva. Così racconta : “Nello studio di mio padre, prendendo in mano alcune foto, ho scoperto quello che non vedevo ma che tutti i giorni avevo davanti agli occhi come i volti delle persone, le case, i cam-pi. Ho imparato ad osservare quello che mi circondava. Ho scoperto l’essenzia-lità delle cose. E’ stata una scoperta che ha cambiato la mia vita e la mia profes-sione”. Da qui è cominciata la sua per-sonale ricerca : “Ad un certo punto, ho avuto il bisogno di andare in campagna a osservare il panorama e la composi-

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zione grafica spontanea che i contadini realizzano con il loro lavoro. Ho avuto l’opportunità di girare il mondo ma poi le radici mi hanno fatto capire che mi mancava lo spazio dell’orizzonte, della campagna, dei cieli; come quando da ra-gazzo correvo nei campi tra viti, covoni di fieno, filari di gelsi. Così alla fine ho preferito vivere nell’aria e nell’anima del mio paese natio per poter comunicare agli altri, con le mie immagini, le sensa-zioni di libertà, l’infinito che ci avvolge nel rapporto con la natura. Avevo la ne-cessità di sentire il senso della creazio-ne, della bellezza spontanea della natu-ra, dell’uomo al centro dell’infinito”. Ci ha poi raccontato le frequentazioni con Pier Paolo Pasolini e le collaborazioni con Padre David Maria Turoldo.Foto dopo foto abbiamo ricordato un’Italia che stava cercando a fatica di risollevarsi dalla guerra, di trovare una posizione in un momento difficile. E poi la tragedia del Vajont dove Ciol ricorda :”Mi sono sentito a disagio nel docu-mentare un’immane tragedia”; ed anco-ra il terremoto del Friuli e molto altro ancora. Attraverso meravigliose imma-gini e scatti, Elio Ciol ci ha permesso di ripercorrere la nostra storia, quella del nostro paese, di tornare indietro con la mente e con il cuore ad un tempo ora-mai lontano fatto di sguardi, carezze, parole sussurrate ma anche di lavoro, fa-tica, di paesaggi incontaminati, di bam-bini… immagini capaci di narrare, al di là delle parole, una storia dotata di una straordinaria forza espressiva.

Nel mese di aprile e maggio, noi anziani del Centro siamo stati felici di accogliere due ra-gazzi facenti parte dell’Azione Cattolica di Ca-sarsa per un percorso di volontariato. Li rin-graziamo per la loro presenza sempre discreta ma preziosa, per aver portato una ventata di gioventù e per averci dimostrato che ci sono molti ragazzi che spendono il loro tempo per gli altri. Ci mancherete, vi aspettiamo presto!Ecco il ricordo dei ragazzi :“Ciao! Siamo Michele Schifano e Luca Rossi ovvero i ragazzi che hanno prestato servizio in questi mesi e volevamo parlare della nostra esperienza al Centro Sociale Anziani di San Giovanni.Durante questo periodo di attività abbiamo dato una mano agli anziani seguendo le indi-cazioni delle operatrici ma solitamente appe-na arrivati al Centro ci dividevamo i compiti : uno di noi andava a giocare a briscola con gli anziani che si rilassavano nella sala principa-le, mentre l’altro andava a giocare a tombola estraendo i numeri e suonando la campanella ogni qualvolta ricominciava una nuova par-tita. Dopo questa esperienza possiamo dire di essere cresciuti perché ci ha dato tanto. Ab-biamo imparato ad avere più pazienza e a di-vertirci nei modi più semplici. Inoltre è stato un piacere ascoltare gli aneddoti dei veterani i quali ci hanno sempre trattato con grande af-fetto come se fossimo i loro nipoti. Tutto ciò

l’abbiamo scritto per dirvi… GRAZIE!”.Luca e Michele

EVVIVA I RAGAZZI!!

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15notiziario per anziani e non solo ZENT DI PAìS

CENTRO DIURNO “FRUTS DI UN TIMP”

Giovedì 19 maggio l’ASD Bocce Sport Sangiovannese ha organizzato il primo in-contro con il Centro Diurno “Fruts di un Timp” presso i campi da bocce a San Gio-vanni di Casarsa. Al mattino il cielo ero co-perto di nuvole ma non ci ha fermato! Siamo comun-que andati ai campi dell’Associazione dove i volontari ci hanno accolto con grande affetto ed entusiasmo. Fortunatamente siamo riusciti a fare le presentazioni e a creare le coppie e via! Abbiamo giocato a bocce fino a quan-do abbiamo dovuto cedere alla pioggia. Mentre quest’ultima cadeva copiosa, all’interno dell’Associazione i volonta-ri avevano preparato solo per noi una squisita merenda arricchita dallo stare assieme, da chiacchiere e sorrisi. La mat-tinata è terminata poi con qualche foto e con la promessa di rivederci presto.Ringraziamo il Presidente dell’Associa-zione, gli organizzatori ed i volontari tutti per la bellissima giornata trascor-sa assieme sperando di rivederci senza pioggia! Perché questo primo incontro diventi un appuntamento fisso nelle at-tività del Centro Diurno.

BOCCE IN COMPAGNIA

Nei mesi scorsi è stato avviato un nuo-vo progetto al Centro Diurno grazie al laboratorio di Biomusica tenuto dalla dott.ssa Marianna Palillo, musicoterapi-sta e operatrice in Biomusica, in colla-borazione con la Cooperativa “Futura” di San Vito al T.La Biomusica è una disciplina e un meto-do di intervento musicale che ha come

IL LABORATORIO DI BIOMUSICA

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Proseguono gli incontri informati-vi e formativi sulla demenza da parte dell’Ambito Distrettuale Est Sanvitese in collaborazione con l’Associazione Fa-miliari Alzheimer di Pordenone Onlus (AFAP).Il primo incontro è avvenuto a dicem-bre 2015 alla presenza del dott. Anto-nio Provenzano (neurologo e geriatra AAS5) e la dott.ssa Vera Baroni (faci-litatore gruppi di auto mutuo aiuto per AFAP Pordenone). Nell’incontro si è discusso dell’impatto della malattia in famiglia e delle possibilità di sostegno.Il secondo ha avuto luogo a maggio 2015 dal titolo “Passo a passo con un cuore che non dimentica. Cosa signifi-ca essere figli e partner di una persona con demenza”, relatrice la dott.ssa Vi-viana Lotti, psicologa e psicoterapeuta del Centro Diurno “Fruts di un Timp” in collaborazione con le operatrici del Centro, Francesca Iudica e Lena Ramon.Nelle famiglie con un anziano malato di demenza si stabiliscono equilibri e com-pensi delicati e complessi, dominati dalla

finalità il benessere psicofisico ed emo-zionale dell’anziano. Inoltre si propo-ne di migliorare il rapporto col proprio corpo e la percezione di sé e dell’altro favorendo il dialogo e l’integrazione di gruppo. Per fare questo sono state uti-lizzate tecniche ludiche, di respirazione, di movimento, di rilassamento ed emis-sione di suoni grazie alla musica come stimolo terapeutico ed educativo. Una delle specificità di Biomusica è l’eserci-zio con suono indirizzato che consiste nell’emissione e nella ricezione di suoni. Secondo la Biomusica, la voce nascon-de in sé una grande forza guaritrice e vi sono suoni della voce umana che agi-scono su specifiche zone corporee.La dott.ssa Palillo riporta che : “Nono-stante alcune difficoltà, gli anziani del Centro Diurno hanno mantenuto un ottimo grado di attenzione e parteci-pazione durante i vari incontri. Il loro stato di presenza “nel qui ed ora” è mi-gliorato durante il percorso. In partico-lare, gli esercizi di memoria sono stati vissuti ed eseguiti sempre con maggior entusiasmo. Il loro stato di benessere cambiava nettamente alla fine di ogni incontro, elemento rilevato dalle loro testimonianze dirette durante la condi-visione verbale effettuata al termine di ogni giornta. Il gioco ha permesso loro di sciogliersi, di ricordare, di rilassarsi e di ritrovare se stessi oltre la malattia. Fare esercizio fisico in relazione alla musi-ca ed in gruppo, è stato importante per tutti!”.

DEMENZA : MALATTIA SOCIALE?

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fatica e dal dolore. La possibilità di una corretta assistenza familiare si fonda su due aspetti fondamentali: l'informazio-ne ed il supporto. La famiglia deve es-sere informata sulla natura della malat-tia, sulle capacità effettive dell’anziano, sulla necessità di coinvolgerlo in tutte le attività del vivere quotidiano, nonchè sulle eventuali modifiche da apporta-re all'ambiente domestico per facilitare processi di adattamento. Particolare at-tenzione va posta nella spiegazione del comportamento da adottare di fronte ai numerosi sintomi che caratterizzano, in modo non sempre prevedibile, il decor-so della malattia.

E' necessario essere consapevoli che il comportamento, definito "strano", per il quale "da un po' di tempo non è più lui", è dovuto alla malattia; che certe rea-zioni non sono facilmente controllabili; è importante inoltre essere preparati alla variabilità dell'evoluzione della malattia che impone adeguamenti continui.I familiari inoltre riferiscono in modo più o meno manifesto tristezza, scorag-

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giamento, senso di solitudine o stan-chezza; frequente è il senso di colpa, collegato al rifiuto o alla vergogna per il proprio familiare, al fatto che talvolta si perde la pazienza oppure al fatto che si pensa di volerlo ricoverare in casa di riposo. E' necessario esaminare questi sentimenti, valutandoli in modo ogget-tivo e discutendoli, se possibile, con altri familiari con problemi analoghi. E' fon-damentale sapere che, realisticamente, esiste per tutto il decorso della malattia la possibilità di aiutare l’anziano a con-servare il proprio benessere. Per tale sco-po, devono esistere punti di riferimento ai quali la famiglia possa costantemente appoggiarsi man mano che si pongono nuovi problemi. Un programma di edu-cazione rivolto ai familiari consente di migliorare la qualità della vita e ridur-re la mobilità psicologica dei care gi-vers, ritardando l'istituzionalizzazione dell’anziano. I familiari che periodica-mente si incontrano, sotto la guida di un facilitatore, presentano una miglio-re conoscenza della malattia, un minor senso di isolamento, il superamento di alcuni sentimenti indotti dalla malattia del congiunto, una maggior consapevo-lezza del proprio compito, nonchè una maggior capacità di affrontare i comuni problemi quotidiani.I familiari rivestono un ruolo fonda-mentale per consentire all’anziano di rimanere il più possibile in un contesto di normalità. Per questo sia il Centro Diurno sia l’AFAP lavorano in questa prospettiva per garantire al familiare un sostegno quotidiano.

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I CENTRI VISITANOIL NUOVO MUNICIPIO

Giovedì 28 marzo il Centro Diurno “Fruts di un Timp” ed il Centro Sociale Anziani hanno visitato il nuovo Muni-cipio di Casarsa della Delizia situato in Via Risorgimento proprio di fronte la chiesa di Casarsa . Gli anziani del Centro Sociale racconta-no : al nostro arrivo siamo stati accolti dal Responsabile della Biblioteca Civica di Casarsa, dott. Marco Salvadori, che ci ha accompagnati nella sala consiliare, che si trova al secondo piano, dove era anche allestita una bellissima mostra di sculture in legno.“Sarà la prima e l’ultima volta che ho l’occasione di venire a vedere questo nuovo Comune”; cosi esordiscono mol-te anziane all’ingresso della sala.EMILIO, in attesa che Marco racconti un po’ di storia del Palazzo ricorda: “Que-sto è il terzo Municipio che vedo qui a Casarsa: il primo era dove ci sono oggi le poste, il secondo quello vicino alla sta-zione e questo è il più bello e lussuo-

so!” “E a questo proposito”, afferma ANGELINA “i soldi sono stati spesi bene perché merita come hanno valorizzato la struttura”.A seguire LAURETTA racconta: “Io co-noscevo la massaia Carmela e da giova-ne andavo a trovarla. Vedevo spesso il conte Burovich, era molto ospitale e mi faceva accomodare dove c’era il focola-re e oggi… mi lascia senza parole vedere come è stato recuperato” .Dopo averci raccontato la storia del Pa-lazzo Burovich de Zmajevich e della fa-miglia che lo abitò e lo donò al Comune di Casarsa affichè lo adibisse a Munici-pio, con Marco siamo scesi a visitare gli uffici che un tempo erano le stanze e le camere dei conti : ripercorrendo questi luoghi sembrava quasi di sentire ancora quelle voci e di incrociare quegli sguardi.Da lì siamo scesi nell’archivio comunale, dove sono custoditi i libri con gli atti di nascita dei nativi di Casarsa. Dopo aver sfogliato il libro che conserva gli atte-stati del 1921, classe di Emilio, IDA chie-de di poter vedere il suo atto di nascita

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perché dice: “A casa mi hanno sempre detto che io festeggio il compleanno tre giorni visto che nessuno si ricorda bene quando sono nata; c’è chi dice il 15, come risultava scritto dalle mie pagelle a scuola, chi il 16 chi il 17 e finalmente ho visto che io sono nata il 16 marzo!”: Anche ANTONIA, la centenaria del gruppo, avrebbe voluto vedere il suo at-testato ma le viene spiegato che il suo è conservato negli archivi di Valvasone essendo lei nata, nel 1916, in Sassonia.Passando per il corridoio, che dà all’in-gresso del Municipio, abbiamo potuto ammirare ed apprezzare la mostra sui merletti di Idrija, la città slovena unita a Casarsa. A conclusione della visita ab-biamo scattato una foto ricordo, all’in-gresso del Comune, assieme a Marco che vogliamo ringraziare per la disponi-bilità data per questa piacevole visita.Gli anziani del Centro Diurno “Fruts di un Timp” ricordano che al loro arrivo sono stati accolti dal Sindaco che li ha salutati calorosamente nella casa del paese. Ecco alcune testimonianze. MIRELLA : “Sono stata felice di vedere il nuovo Municipio, come è stato ristrutturato, sono rimasta molto stupita. E’ così bello che sembra un albergo! Marco è stato paziente e gentile, ci ha spiegato molte cose. E poi che onore essere accolti nella stanza del Sindaco!”. VITTORIA :”Ho visto un cosa bellissima, interessante. Quando Marco ci ha accolto nella Sala Consiliare ed ha cominciato a spiegarci la storia del Pa-lazzo sono rimasta sbalordita da quante cose sapesse…sembrava un libro par-lante!! Mi hanno colpito gli angeli del-

la mostra, delle statue perfette. Quan-do siamo scesi è stato emozionante : i merletti parlavano da soli, bisogna ave-re tanta passione e pazienza per creare un simile capolavoro. Grazie a tutti per questa bellissima opportunità e da quan-do vengo al Centro ogni giorno c’è una sorpresa! E’ trascorso più di un mese da quando ho iniziato e appena arrivata mi sono trovata subito benissimo, mi sono sentita in famiglia, tra amici per la com-pagnia ma anche per il the squisito. Ho sentito subito un calore speciale, ades-so mi sento un’altra, ho voglia di uscire, di andare dalla parrucchiera, io che per uscire mi ci voleva…!! Mi sono detta, cosa mi sta accadendo? Non ho paro-le…mi sento più importante, mi sento diversa, mi ci voleva proprio e si vede”. MARIA B. : “E’ la prima volta che visito il Comune, un edificio bello, ristruttu-rato con gusto e poi il giardino, la scala dalla quale si vede l’esterno. Mi ha col-pito la semplicità del Sindaco che ci ha accolto e si è fermato a fare due chiac-chiere con noi nonostante tutti i suoi impegni. Ricordo un ambiente molto accogliente”. GINO : “Sono stato con-tento di venire nel nuovo Comune. Ed ero molto emozionato quando ho visto la registrazione e l’ora della mia nascita”. GIANNI : “ Il personale che ci ha accol-to è stato molto gentile, preparato e ha cercato di coinvolgerci. Complimenti per il nuovo e bel Municipio”. MARIA C. :”Quando ho visto i lavori a tombolo mi sono ricordata di quando ero bam-bina e preparavo le reti per la pesca”.

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I CENTRI VISITANOLE FRECCE TRICOLORI

Mercoledì 18 maggio 2016 è stata e sarà una data da non dimenticare per noi anziani del Centro Diurno “Fruts di un Timp” e per quelli del Centro Socia-le perché abbiamo avuto l’opportunità e l’onore di essere ospitati dalla Pattu-glia Acrobatica Nazionale, ovvero dalle “nostre” Frecce Tricolori all’interno del-la Base di Rivolto!!Siamo partiti al mattino presto, guarda-vamo il cielo e pian piano dalle nuvole è uscito un timido sole che ha fatto poi da cornice ad una splendida giornata. Puntuale, è arrivata una corriera tutta per noi e, una volta preso posto, siamo partiti in direzione Rivolto. Al nostro arrivo siamo stati accolti da uno degli uomini dell’Aeronautica Mi-litare molto gentile e simpatico che, dopo aver svolto le formalità dei con-trolli, è salito in corriera assieme a noi per darci qualche informazione generale sull’organizzazione della visita. E’ stato emozionante varcare il cancello

della Base e percorrere le strade interne che ci hanno condotto al Museo. Prima di entrare, il Maresciallo che ci accompa-gnava, ci ha spiegato cosa sono le Frecce Tricolori, il cui nome per esteso è Pattu-glia Acrobatica Nazionale. Questa, che nasce nel 1961, è composta da dieci aerei, di cui nove in formazione ed un solista ed è la pattuglia acrobatica più numerosa del mondo. Il loro programma di volo, comprendente una ventina di acrobazie, le ha rese le più famose. Nel piazzale vi erano alcuni aerei in mostra ed è stato bello poterli ammirare da così vicino. Da lì siamo entrati all’interno del Museo in cui era allestita una mostra fotografica sulla storia delle Frecce Tricolori realiz-zata grazie alla collaborazione tra Ae-ronautica Militare e la nostra Regione. Qui, foto dopo foto, abbiamo potuto ripercorrere emozioni ed acrobazie che nel tempo ci hanno incantato col naso all’insù e soddisfare molte curiosità sul-le caratteristiche delle Frecce Tricolori, sulle modalità di selezione e addestra-mento dei piloti, sulle tecniche di volo e sulla giornata tipo di un pilota che guida questi meravigliosi aerei.Dopo questo interessante e formativo percorso, siamo stati condotti in tribu-na per assistere ad un volo acrobatico e, mentre ci dirigevamo alla nostra posta-zione, provavamo un sentimento mi-sto di incredulità e stupore nell’assistere alla magia di un volo acrobatico tutto

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per noi. Arrivati in tribuna, siamo stati accolti da centinaia di bambini festan-ti della scuole materne giunti in Base in occasione dell’ “Asilo Day” per assistere come noi al volo delle Frecce Tricolo-ri. Ogni bambino sventolava un picco-lo tricolore ed il colpo d’occhio è stato qualcosa di speciale che ci porteremo sempre nel cuore. Vedere accanto a noi i bambini entusiasti acclamare le Frecce Tricolori e noi accanto a loro attendere con trepidazione il momento del decol-lo è stata un’emozione che non si può spiegare. Da questo momento in poi è stato tutto un susseguirsi di applau-si, emozione, commozione nel sentirci importanti e protagonisti. Non ci sem-brava vero di vedere i piloti in volo che solitamente sentiamo nominare per ra-dio o televisione e che, all’atterraggio, ci salutavano dall’abitacolo dell’aereo. Ma non è finita qui! Abbiamo potuto condividere la merenda assieme ai bam-bini e fare qualche foto di gruppo. Do-podiché abbiamo assistito alla simula-

zione di un falco usato per proteggere i piloti in volo da uccelli indesiderati e spesso pericolosi. Che maestoso e che veloce!Il tempo a nostra disposizione era tra-scorso così velocemente che neanche ce ne eravamo accorti, siamo stati bene come in una grande famiglia. Ci sia-mo sentiti parte di qualcosa di grande, di qualcosa che ci tiene uniti. E ancora oggi ricordiamo le parole del Marescial-lo : incontrare la squadra della Pattuglia Acrobatica Nazionale ci consente di cogliere ciò che sta dietro allo spetta-colo emozionante delle Frecce Trico-lori: impegno, tenacia, lealtà, costanza, determinazione, umiltà, gruppo. Valori universali che ognuno di noi è chiama-to a vivere sempre, a partire dal nostro piccolo.Ecco alcune testimonianze : EMILIO che, cantava sotto voce l’in-no nazionale, ricorda :” E’ stato tutto emozionante, in particolare lo spet-tacolo inaspettato da parte dei bimbi

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col tricolore. Anche la visita è stata ben organizzata e guidata. Si sente e si vede la passione che questi uomini e donne dell’Aeronautica, non solo i piloti, met-tono ogni giorno nel loro servizio al Pa-ese. Mi torna alla mente quando io ero in Marina e sentire il rombo dei motori mi rievoca ricordi lontani, a volte belli, a volte meno belli ma sempre fiero di aver servito la Nazione. Grazie”.LUCIANA B. con gli occhi lucidi che trasmettono l’emozione di chi vede, dal vivo, qualcosa di speciale, dice : “Non sapevo cosa mi aspettasse ma anche se c’era da camminare ho fatto lo sforzo di venire via e ne è valsa la pena perché uno spettacolo così non l’ho mai visto e non avrò più l’occasione di vederlo!”.LUCIANA P. :”Mi si sono illuminati gli occhi al passaggio degli aerei sopra la mia testa, sembra fin impossibile che ri-escano a fare delle coreografie così spet-tacolari …sembra ricamino il cielo!”.Per IRMA doppia felicità in questa gior-nata perché, tra gli spalti, c’era anche il pronipote che frequenta la scuola ma-terna. GIOVANNA C. ha aderito subito all’uscita perché voleva vedere Rivolto dopo molti anni e ricorda :” Mio cogna-to è stato pilota delle Frecce Tricolori e anche se ho visto molti dei loro spetta-coli, rivederle assieme a voi è stato emo-zionante”. ANGELINA, AUSILIA, FI-LOMENA, GIOVANNA B., IDA, LIVIA, MIRELLA e REGINA non finiscono di ringraziare gli organizzatori e l’Ammi-nistrazione Comunale per questa uscita

straordinaria perché sono state accolte ed accompagnate in una visita che ri-marrà tra i loro ricordi più belli!GLI ANZIANI DEL CENTRO DIURNO raccontano :”Il giorno 18 maggio ci sia-mo recati con la corriera a Rivolto. Sia-mo stati accolti come prìncipi, avevamo una guida solo per noi che ci ha accom-pagnato per tutto il tempo. Ci ha fatto vedere la mostra fotografica, il sedile di un aereo e la tuta di un pilota che guida le Frecce Tricolori : è davvero complica-to e poi avere addosso tutta quella roba! In seguito ci siamo recati a vedere lo spettacolo aereo e sul prato c’erano un uomo ed una donna che spiegavano cosa avrebbero fatto i piloti e pronunciavano a gran voce i nomi di ognuno di loro. Ma la cosa che ci ha stupito è stato vede-re tanti bambini dell’asilo con in mano le bandierine. Il volo è stato qualcosa di straordinario ed emozionante. Alla fine ci hanno dato anche il sacchetto con la merenda. Abbiamo poi assistito al volo di un falco addestrato. E’ stata una gior-nata unica ed irripetibile, tutto il perso-nale era a nostra disposizione. All’uscita ci hanno regalato un poster delle Frec-ce Tricolori con tante informazioni in-teressanti. Ringraziamo tutti per la loro sensibilità ed opportunità che ci hanno donato. Grazie!”.

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SALUTA IL TUO VICINO

Per rafforzare il Progetto "Saluta il tuo vicino", noi volontari della Commissione Anziani, con il sostegno dell'Ammini-strazione Comunale e del Servizio Socia-le dei Comuni dell’Ambito Distrettuale Est 6.2, oltre a proseguire ogni giorno il monitoraggio ed il sostegno di anziani soli e gli incontri con alcuni “testimoni privilegiati” (medici, farmacisti, parroci, Distretto socio-sanitario, Servizio So-ciale dei Comuni, Caritas, Croce Ros-sa, Scout, volontari dei trasporti…) per migliorare l’efficacia dell’azione di rete a beneficio degli anziani soli, nei primi mesi del 2016 abbiamo lavorato anche alla definizione dei seguenti strumenti operativi utili per dare maggiore visibi-lità al progetto:- elaborazione e creazione di un logo capace di comunicare chiaramente lo spirito e la missione del nostro pro-getto che siamo ben contenti di presen-tarvi in anteprima; - definizione di cartellonistica e di un nuovo volantino promozionale da di-stribuire in maniera capillare su tutto il territorio affinchè i cittadini, in partico-lar modo quelli anziani, siano informati

dell’iniziativa e della possibilità di farne parte; - realizzazione di un video capace in pochi minuti di raccontare in manie-ra semplice ed esaustiva come questo progetto è stato capace di migliorare la vita di molti anziani soli, coinvolgen-doli concretamente in attività ricreati-ve e di socialità e di persone desiderose di impegnarsi a favore degli altri come molti volontari. Cogliamo l’occasione per ribadire l’im-portanza che tutti i cittadini segnali-no tempestivamente al servizio sociale comunale le situazioni di persone sole potenzialmente a “rischio” poiché in-sieme è possibile elaborare un percorso di sostegno. Concludiamo con una riflessione : “Io sono uno soltanto. Non posso fare tutto…posso fare qualcosa. Ma uno più uno fa due e così via fino ad es-sere in tanti…e allora sarà tanto quel che potremo fare…perché gli angeli del nostro mondo sono tutti coloro che si interessano agli altri prima di interes-sarsi a sé stessi. “ (Wim Wenders)Auguriamo con grande affetto buona estate a tutti gli anziani!!

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Giornate di apertura del Centro: dal Lunedì al Venerdì – Orari : 8.30-12.00

tel Centro Diurno 3294711757

Giornate di apertura del Centro : Lunedì, Martedì, Giovedì e Venerdì dalle 13.30 alle 17.30

con i Trasporti effettuati dal Gruppo di Volontari del Trasporto Anziani del Comune di Casarsa della Delizia

tel Centro Sociale 3294711773

CENTRO DIURNO “FRUTS DI UN TIMP”

CENTRO SOCIALE ANZIANI

elaborazione grafica: Progetto Giovani Casarsa della Delizia

Farmac ia d i Dr.Cr is to fo l i Luc iaCasarsa della Delizia PNViale Udine, 19 - 0434 86119

Per qualsiasi informazioni è possibile rivolgersi all’ufficio Assistente Sociale ogni mercoledì dalle 16.30 alle 17.30 Presso Palazzo De Lorenzi Brinis (tel ufficio 0434/873938)

questo numero di “Zent di Pais”è stato realizzato grazie al sostegno di