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Mercoledì 17 maggio 2017 – Anno 9 – n° 134 e 1,50 – Arretrati: e 3,00 Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +/!"!,!=!_ RITORNI “Mamma-Macron” e 2 milioni al mese alla ex moglie Povero B. tra Brigitte e Veronica » SELVAGGIA LUCARELLI I o, al posto di Silvio Berlu- sconi, avrei continuato la saga dei ritratti con i cuccioli di animali. Dopo l’agnellino pasquale, che so, avrei fatto un selfie con un cucciolo di porcospi- no per ricordare la mattanza dei por- cospini sui tornanti umbri. E così via, in una saga infinita che sì, lo avrebbe fatto sembrare uno ormai a un passo dalla gita in pullman a San Giovanni Roton- do con sosta al negozio di sou- venir di Padre Pio dello zio dell’autista, ma almeno ce lo avrebbe reso simpatico. Gli avremmo concesso l’oblio su qualche ricordo imbaraz- zante. “La patonza deve gira- re”, per dire, glielo avremmo pure abbonato. Invece no. Silvio è tornato alla vita di trincea. È tornato a combat- tere le sue guerre preferite: quelle coi giudici e quelle con l’umorismo. SEGUE A PAGINA 14 La legge sul reato di tortura, annunciata come imminente nell’aprile del 2015 sta per essere annacquata (ancora) al Senato. Vatti a fidare di Matteo Renzi Vizi privati, pubbliche fake news » MARCO TRAVAGLIO I eri mattina, quando Matteo Renzi ha scritto su Facebook che il Fatto Quotidiano, “po- liticamente parlando”, gli aveva “fatto un regalo” pubblicando la sua telefonata col padre Tiziano, abbiamo tirato un sospiro di sol- lievo: finalmente la smetterà di chiamarci “Falso quotidiano”, fi- nalmente sboccia la pace tra lui e noi, magari ci ringrazierà pure. Poi purtroppo, inoltrandoci nella lettura, abbiamo scoperto che il nostro prezioso regalo politico tanto gradito non era: anzi, era “gogna mediatica” (espressione che ci pare di aver sentito da qual- cuno altro, ma forse è solo un’im- pressione) e “caccia all’uomo” di chi “costruisce scandali”, “pub- blica prove false”, “si inventa di tutto”, roba da affidare agli “av- vocati” per chiederci “un risarci- mento danni copioso” e farsi “pa- gare i mutui della mia famiglia: perché noi come tutti gli italiani abbiamo i mutui, non le tangenti” (salvo quando gli appartamenti sono gratis perché li paga Marco Carrai, come del resto capita a tutti gli italiani). Bella gratitudi- ne: uno ti fa un regalo e tu lo ri- paghi così? Anche questa schizo- frenia ci ricorda qualcuno: un certo B. che, appena pubblicava- mo qualcosa sui suoi scandali, di- ceva che gli facevamo guadagna- re un sacco di voti, salvo poi chie- derci i danni a suon di querele pe- nali e cause civili. Eppure, per Renzi, era tutto molto semplice. Siccome abbiamo rivelato che in privato, parlando col padre, non credeva a lui e agli altri indagati (Lotti in testa), ma ai pm di Napoli e ai carabinieri del Noe, e poi in pubblico attaccava i pm di Napoli e i carabinieri del Noe e difendeva babbo Tiziano, Lotti & C., ieri do- veva scegliere. E dirci qual è il ve- ro Renzi a cui dobbiamo credere: quello privato o quello pubblico? Invece è riuscito nell’ardua im- presa di non scegliere: dovrem- mo credere sia al Renzi che con- danna il padre e assolve gli inqui- renti sia al Renzi che assolve il pa- dre e condanna gli inquirenti. Perché lui è un tipo “serio” (e fi- gurarsi se non lo fosse). Dunque, con un gioco di prestigio, tagliuz- za e riscrive la telefonata come pare a lui, e aggiunge la solita car- rettata di balle. 1. “Mio padre ha conosciuto la giustizia solo dopo che io sono ar- rivato a Palazzo Chigi”. Giustizia a orologeria, direbbe quell’altro. In realtà Tiziano Renzi non è fi- nito sotto inchiesta perché suo fi- glio è premier, ma perché una sua società –la Chil Post –è fallita (in- chiesta per bancarotta poi archi- viata, almeno per lui, a Genova) e perché gli investigatori, inda- gando su Romeo, hanno scoperto che trafficava con lui e col suo fi- do Carlo Russo per essere racco- mandato alla Consip in cambio di 30 mila euro al mese per “T”. e di 5 mila euro a bimestre per “C.R.”. SEGUE A PAG. 24 LESSICO FAMIGLIARE: “MI AVETE ROTTO I C...” q MASCALI, RODANO, VECCHI E TECCE A PAG. 2 - 3 - 4 RIVOLTA DEM “Solo uno spot” Le “magliette gialle” Pd nelle zone terremotate: amministratori furiosi q AMURRI A PAG. 6 L’iniziativa salta? “Magliette gialle” a Roma Ansa SOTTO ACCUSA Il presidente Usa rivela a Mosca informazioni top secret sull’Isis Trump spiffera i segreti alleati ai russi: “Tutto ok, sono il capo” La cattiveria Renzi intercettato al telefono con il padre “non dire bugie” In famiglia vuole il monopolio WWW.FORUM.SPINOZA.IT DENTRO I LIBRI Io, ghostwriter: mestiere schifoso, datemi retta q SILVANA “VANI” SARCA A PAG. 20 L’APPELLO Resistere ai muri è un lavoro sacro q ALEX ZANOTELLI A PAG. 19 L’INTERCETTAZIONE Parla tutto il giorno, ma glissa sui punti-chiave di Consip Renzi mente pure sulla telefonata al babbo, tace su ‘Luc a’ e ci diffama q STEFANO FELTRI A PAG. 18 IL LIBRO Prodi 4.0: idee per governare Mannelli q ALESSANDRO ROBECCHI A PAG. 4 q MELETTI A PAG. 16 - 17 q MARCO LILLO A PAG. 5 1. Non spiega su cosa il papà avrebbe “mentito a Luca” (Lotti?): quando si parlarono? E a che titolo? 2. Non dice perché credeva al pd Mazzei, il teste sull’incontro con Romeo negato dal padre 3. Tralascia l’imbeccata al genitore “non dire che c’era la mamma, se no i pm sentono anche lei” UN ALTRO SCOOP NEL LIBRO Il verbale del sindaco amico “Tiziano sapeva da ottobre e temeva d’essere arrestato” ISPEZIONI E PROCURE PopEtruria, tutti gli errori di Bankitalia dietro il caso Boschi-Ghizzoni p Notizie secretate sulla lotta al terrorismo “ricevu- te dagli israeliani” condivise con il mi- nistro degli Esteri di Putin. Critiche da media e Demo- cratici. In diversi Paesi europei dub- bi sulla collaborazio- ne con la Casa Bianca Trump Ansa q GRAMAGLIA A PAG. 9

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Mercoledì 17 maggio 2 01 7 – Anno 9 – n° 134 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0

Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

y(7HC0D7*KSTKKQ( +/!"!,!=!_

R I TOR N I “M a m m a-M ac ron” e 2 milioni al mese alla ex moglie

Povero B. tra Brigitte e Veronica» SELVAGGIA LUCARELLI

Io, al posto di Silvio Berlu-sconi, avrei continuato la

saga dei ritratti con i cucciolidi animali. Dopo l’a g ne l l i n opasquale, che so, avrei fatto unselfie con un cucciolo di porcospi-no per ricordare la mattanza dei por-cospini sui tornanti umbri. E così via, inuna saga infinita che sì, lo avrebbe fattosembrare uno ormai a un passo dallagita in pullman a San Giovanni Roton-

do con sosta al negozio di sou-venir di Padre Pio dello ziodell’autista, ma almeno ce loavrebbe reso simpatico. Gliavremmo concesso l’o bl i o

su qualche ricordo imbaraz-zante. “La patonza deve gira-

re”, per dire, glielo avremmo pureabbonato. Invece no. Silvio è tornatoalla vita di trincea. È tornato a combat-tere le sue guerre preferite: quelle coigiudici e quelle con l’umorismo.

SEGUE A PAGINA 14

La legge sul reato di tortura, annunciata come imminente nell’aprile del 2015sta per essere a n n acq u at a (ancora) al Senato. Vatti a fidare di Matteo Renzi

Vizi privati,

pubbliche fake news

» MARCO TRAVAGLIO

Ieri mattina, quando MatteoRenzi ha scritto su Facebookche il Fatto Quotidiano, “po -

liticamente parlando”, gli aveva“fatto un regalo” pubblicando lasua telefonata col padre Tiziano,abbiamo tirato un sospiro di sol-lievo: finalmente la smetterà dichiamarci “Falso quotidiano”, fi-nalmente sboccia la pace tra lui enoi, magari ci ringrazierà pure.Poi purtroppo, inoltrandoci nellalettura, abbiamo scoperto che ilnostro prezioso regalo politicotanto gradito non era: anzi, era“gogna mediatica” (e s p r e s si o n eche ci pare di aver sentito da qual-cuno altro, ma forse è solo un’im -pressione) e “caccia all’uomo” dichi “costruisce scandali”, “p u b-blica prove false”, “si inventa ditutto”, roba da affidare agli “av -vocati” per chiederci “un risarci-mento danni copioso” e farsi “pa -gare i mutui della mia famiglia:perché noi come tutti gli italianiabbiamo i mutui, non le tangenti”(salvo quando gli appartamentisono gratis perché li paga MarcoCarrai, come del resto capita atutti gli italiani). Bella gratitudi-ne: uno ti fa un regalo e tu lo ri-paghi così? Anche questa schizo-frenia ci ricorda qualcuno: uncerto B. che, appena pubblicava-mo qualcosa sui suoi scandali, di-ceva che gli facevamo guadagna-re un sacco di voti, salvo poi chie-derci i danni a suon di querele pe-nali e cause civili. Eppure, perRenzi, era tutto molto semplice.Siccome abbiamo rivelato che inprivato, parlando col padre, noncredeva a lui e agli altri indagati(Lotti in testa), ma ai pm di Napolie ai carabinieri del Noe, e poi inpubblico attaccava i pm di Napolie i carabinieri del Noe e difendevababbo Tiziano, Lotti & C., ieri do-veva scegliere. E dirci qual è il ve-ro Renzi a cui dobbiamo credere:quello privato o quello pubblico?Invece è riuscito nell’ardua im-presa di non scegliere: dovrem-mo credere sia al Renzi che con-danna il padre e assolve gli inqui-renti sia al Renzi che assolve il pa-dre e condanna gli inquirenti.Perché lui è un tipo “serio” (e fi-gurarsi se non lo fosse). Dunque,con un gioco di prestigio, tagliuz-za e riscrive la telefonata comepare a lui, e aggiunge la solita car-rettata di balle.

1. “Mio padre ha conosciuto lagiustizia solo dopo che io sono ar-rivato a Palazzo Chigi”. Giustiziaa orologeria, direbbe quell’altro.In realtà Tiziano Renzi non è fi-nito sotto inchiesta perché suo fi-glio è premier, ma perché una suasocietà –la Chil Post –è fallita (in-chiesta per bancarotta poi archi-viata, almeno per lui, a Genova) eperché gli investigatori, inda-gando su Romeo, hanno scopertoche trafficava con lui e col suo fi-do Carlo Russo per essere racco-mandato alla Consip in cambio di30 mila euro al mese per “T”. e di5 mila euro a bimestre per“C.R.”.

SEGUE A PAG. 24

LESSICO FAMIGLIARE:“MI AVETE ROTTO I C...”

q MASCALI, RODANO, VECCHI E TECCE

A PAG. 2 - 3 - 4

RIVOLTA DEM “Solo uno spot”

Le “magliette gialle” Pdnelle zone terremotate:amministratori furiosi

q AMURRI A PAG. 6

L’iniziativa salta? “Magliette gialle” a Roma Ansa

SOTTO ACCUSA Il presidente Usa rivela a Mosca informazioni top secret sull’Isis

Trump spiffera i segreti alleatiai russi: “Tutto ok, sono il capo”

La cattiveria

Renzi intercettato al telefonocon il padre “non dire bugie”In famiglia vuoleil monopolio

WWW.FORUM.SPINOZA.IT

DENTRO I LIBRI

Io, ghostwriter:mestiere schifoso,datemi retta

q SILVANA “VANI” SARCA A PAG. 20

L’A P P E L LO

Resistere ai muriè un lavoro sacro

q ALEX ZANOTELLI A PAG. 19

L’INTERCET TAZIONE Parla tutto il giorno, ma glissa sui punti-chiave di Consip

Renzi mente pure sulla telefonataal babbo, tace su ‘Luc a’ e ci diffama

q STEFANO FELTRI A PAG. 18

IL LIBRO

Prodi 4.0: ideeper governare

Mannelli

q ALESSANDRO ROBECCHI A PAG. 4

q MELETTI A PAG. 16 - 17

q MARCO LILLO A PAG. 5

1.Non spiega su cosa ilpapà avrebbe “m e n t i toa Luca” (Lotti?): quando

si parlarono? E a che titolo?

2.Non dice perchécredeva al pd Mazzei,il teste sull’i n c o n t ro

con Romeo negato dal padre

3. Tralascia l’imbecc ataal genitore “non direche c’era la mamma,

se no i pm sentono anche lei”

UN ALTRO SCOOP NEL LIBRO

Il verbale del sindaco amico“Tiziano sapeva da ottobree temeva d’essere arrestato”

ISPEZIONI E PROCURE

PopEtruria, tutti gli erroridi Bankitalia dietroil caso Boschi-Ghizzoni

p Notizie secretate sullalotta al terrorismo “ricevu -te dagli israeliani”condivise con il mi-nistro degli Esteridi Putin. Criticheda media e Demo-cratici. In diversiPaesi europei dub-bi sulla collaborazio-ne con la Casa Bianca

Tr u mp Ansaq GRAMAGLIA A PAG. 9

2 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 17 Maggio 2017

#NONRISPONDE Su fatti utili anche ai pm

Le balle dette a “Luc a”e i vuoti di memoriaTre domande a RenziIl segretario Pd si difende via social, ma omette di chiarire i punti oscuri

del suo “i n t e r ro g a t o r i o ” telefonico al padre, a partire dal ruolo di Lotti

» MARCO LILLO

La difesa di Matteo Ren-zi è affidata ai s oc ia lnetwork. Prima un postsu Facebook (“le inter-

cettazioni pubblicate del Fat -to ribadiscono la mia serietà ...politicamente sono un rega-lo”) e poi una diretta st rea-mi ng . La rubrica si chiama#Matteorisponde ma dovreb-be essere ribattezzata #Mat -t e on o n r i sp o n d e per almenoquattro omissioni del segreta-rio del Pd.

PRIMA OMISSIONE. Renzi nonparla di “Luca”. Eppure nelcorso della telefonata, dice alpadre: “Io non voglio esserepreso in giro e tu devi dire laverità in quanto in passato laverità non l’hai detta a Luca enon farmi aggiungere altro.Devi dire se hai incontrato Ro-meo una o più volte e devi ri-ferire tutto quello che vi sietedetti”. Matteo Renzi dovrebbe

spiegare all’opinione pubblicase, come sembra, quel Luca èLotti. Poi dovrebbe dire cosa cisia di tanto segreto nei colloquitra Luca (Lotti) e Tiziano Ren-zi di cui lui è a conoscenza.

Il punto è fondamentale.Luca Lotti è accusato di avereavuto da qualcuno notizia del-le indagini e di averle spiffera-te al capo di Consip, LuigiMarroni, che ha poi provvedu-to a far bonificare i suoi ufficidalle cimici: è lui stesso, il 20dicembre scorso, a raccontar-lo ai magistrati di Napoli. An-che Tiziano Renzi, secondo icarabinieri del Noe, era a co-noscenza delle indagini dall’i-

nizio di ottobre e, a dicembre,è sicuramente stato avvertitocon precisione dell’inizio del-le intercettazioni. Il 5 dicem-bre (il giorno dopo il referen-dum) la Procura di Napolimette sotto controllo il suo te-lefono e il 7 dicembre arriva latelefonata dell’autista delcamper delle primarie di Mat-teo Renzi, Roberto Bargilli,che avverte Carlo Russo(co-indagato di Renzi senior):“Ha detto il babbo di non chia-marlo più”. Insomma la frase“tu la verità non l’hai detta aLuca e non farmi aggiungerealtro” detta dal segretario Pd èsospetta. L’ex premier, però,sul punto dovrebbe dire altro:Tiziano e Luca hanno parlatodelle indagini prima che la no-tizia fosse pubblica? E lui ne e-ra informato?

SECONDA OMISSIONE. #Mat -teononrisponde anche su suamadre, Laura Bovoli, e sul ri-cevimento con gli imprendito-ri al Four Season Hotel: nellaconversazione con suo padresi cita un ricevimento nell’al -bergo a 5 stelle di Firenze cheMatteo Renzi utilizza, da buonleader di sinistra, come sededei suoi incontri. A detta di Ti-ziano al ricevimento “c’eranouna serie di imprenditori mac’era anche Lalla (sua moglieLaura Bovoli, ndr) e siamo an-dati via subito”. Matteo non fafinire il babbo: “Non dire chec’era mamma altrimenti inter-rogano anche lei”. Ieri il segre-tario dem non ha chiarito se ilricevimento di cui si parla siaquello organizzato nel 2012 aitempi delle primarie controBersani: sarebbe molto stranoche i Renzi si preoccupino diun convegno di 5 anni fa, in-significante rispetto alle con-testazioni dei pm che sono del

2016. E allora qual è? E perchéla mamma non deve esseresentita sul punto?

TERZA OMISSIONE. Il terzobuco di #Matteononrisponde èquello sulla sfiducia nella lineadi difesa scelta dal padre. Mat-teo pensa che l’indagine sia se-ria quando parla al telefono epensa invece che la difesa nonlo sia: non crede né alla storiache Carlo Russo per Tizianosia solo il padre di un suo fi-glioccio e non crede nemmenoalla storia del colloquio conLuigi Marroni per la Madon-nina dell’ospedale Meyer.

Per il “Matteo Renzi al te-lefono”, infatti, non è vero cheTiziano ha incontrato l’adConsip Marroni solo per par-lare della statua della Madon-na da piazzare nel cortiled e ll ’ospedale di Firenze. Ep-pure esattamente questa – daquello che ha detto l’avvocatodi Tiziano Renzi, Federico Ba-gattini, il 3 marzo – è la difesache poi suo padre adotta du-

rante l’interrogatorio. La ver-sione di Marroni è ben diversa:il manager ha detto ai pm cheTiziano Renzi ben due volte glichiese di ascoltare le richiestedi Carlo Russo sulle gare Con-sip. Altro che Madonnina. Altelefono, il segretario Pd sem-bra credere al manager: “Non èpiù la questione della Madon-nina e del giro di merda di Fi-renze per Medjugorie”.

QUARTA OMISSIONE. MatteoRenzi sembra trarre dalla ri-sposta del padre sugli incontricon Alfredo Romeo (annotanoi carabinieri: “Tiziano dice dino e che le cene se le ricorda,ma i bar no”) la convinzioneche almeno un appuntamentocon l’imprenditore napoleta-no ci sia stato. Tanto che chie-de al padre di dire ai pm quantisono stati e che non crede pos-sibile che lui non ricordi di a-ver incontrato uno come Ro-meo (“noto a tutti”). La difesadi Renzi sui social è debole an-che sul presupposto della te-

lefonata: ora sostiene che lanotizia pubblicata da Repub -blica quel giorno (gli incontricon l’imprenditore Romeo ri-velati ai pm dal commerciali-sta Alfredo Mazzei, già teso-riere campano del Pd e amicodell’imprenditore) è falsa equesto presupposto farloccol’aveva indotto a fare un “duroin te rr og at or io” telefonico alpadre: eppure Mazzei non hacambiato versione, la notiziaresta vera. L’unica smentita fi-nora è quella di Tiziano Renzi,che però col figlio sul puntotentenna distinguendo tra “ri -storanti” e “bar”.

Tutte le omissioni di #Mat -te onon risp onde potr ebbe roessere oggetto di interesse an-che dei magistrati. In questocaso Renzi non potrebbe ca-varsela con una balla comequella riservata al sottoscritto(vedi box) su un vecchio pezzod el l’Espresso. Chissà se saràmai convocato. E se si avvarràdella possibilità di non testi-moniare sui familiari.

LED OM A N DE

CIÒ SU CUI IL ROTTAMATORE TACESono tre i fatti sui quali i pmdi Roma dovrebbero sentiresubito Matteo Renzi riguardoalla telefonata col padre

Come e quando

L’ex premier allude

almeno a un incontro

del genitore

con l’i m p re n d i t o re

Timori

Matteo parla cercando

di proteggere

la madre: solo affetto,

o qualcosa da coprire?

L’INDAGINE: I FILONI APERTI

Corruzione, trafficodi influenze illecitee fuga di notizie

qALFREDO ROMEO, noto immobiliarista na-poletano, è in carcere dal 1° marzo con l’a cc u s a

di aver corrotto un dirigente della Consip, la centraleacquisti della Pubblica amministrazione, versandogli100 mila euro in cambio di informazioni riservate. Ilgruppo Romeo partecipò nel 2014 alla gara Fa c i l i tymanagement 4 da 2,7 miliardi di euro per le forniture ela gestione degli uffici pubblici di tutta Italia, piazzan-dosi in testa in tre dei 18 lotti in cui era diviso il bando.

Romeo era in contatto con Carlo Russo, amico di Ti -ziano Renzi, che secondo l’amministratore delegatodi Consip Luigi Marroni(primo in foto)parlava a nomedel padre dell’ex premier. Nei foglietti scritti a mano daRomeo mentre parlava con il suo collaboratore ItaloB o cc h i n o (secondo in foto), ex parlamentare di An, erecuperati dai carabinieri del Noe tra i rifiuti, c’è scrittotra l’altro “30 mila al mese per T.” e “5 mila C.R” d ove“C . R .” e “T. ” secondo gli inquirenti sarebbero proprio

1. Apostrofando il padre,Renzi dice: “In passato, laverità non l’hai detta a

Luca e non farmi aggiungere al-t ro. . .”. Chi è Luca? Forse LucaLotti? E che “ve r i t à ” non gli hadetto babbo Tiziano? E che cos’èmai quell’altro che il figlio nonvuole aggiungere?

2. Renzi invita il padre anon citare la madreLaura, detta “Lalla” co n

i pm di Roma. Teme forse che lamadre, se interrogata, possa ri-velare particolari pericolosi?

3. Renzi chiede al padre:“Hai incontrato Romeoin un’altra occasione?

Una o più volte?” Forse Matteosa già di un primo incontro? Èquesto il “non detto” a Luca?

Il Grande Bugiardo

Ecco le falsità del leader Pd contro Marco Lillo:

non ha mai firmato patti di riservatezza con lui

MATTEO RENZI è un bugiardo, come suo padre.Ieri ha detto che “Lillo, già in un caso, ha preteso dimettere una clausola di riservatezza così da non direfuori se e quanto ha dovuto pagare”. Poi, ha parlatodi una mia presunta “trasparenza a giorni alterni” perun vecchio pezzo de L’E s p re ss o. Si tratta di un doppiofalso: la storia è molto diversa e Renzi lo sa bene.L’E s p re ss o, il 23 dicembre 2008, aveva pubblicatoun’inchiesta – sui casi giudiziari del Pd in Italia – adoppia firma: la mia e quella del mio caporedattore.Fu proprio quest’ultimo a chiedermi di occuparmi delpartito nelle Regioni del Sud: ne scrissi senza errori esenza problemi legali. Il caporedattore, invece, si

occupò del Centro-Nord: trovò una notizia su Renzi,la scrisse e la editò in pagina. Renzi sporse querela. Ilcollega, molto bravo e solitamente scrupoloso,ammise il proprio errore e mi disse: “Tu non c’entriMarco, riguarda me e me ne occupo io”. Pochi mesidopo, me ne andai e partecipai alla fondazione de IlFa t to. Non seppi più nulla di quella vicenda e non mene preoccupai più perché, per compiere il reato, civuole il “d o l o” e io non ero stato responsabileneppure di una “co l p a ”, visto che avevo zeropossibilità di verifica e di incidenza su un articolo delcaporedattore centrale del giornale in cui eroredattore ordinario. Nel 2012, mi chiamarono i

davidarboit
Evidenziato

Mercoledì 17 Maggio 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 3

I pm: “Violato il segreto”Orlando manda gli ispettoriNuovo fascicolo sullo scoop del “Fatto”, ma la Procura procede

sugli appalti: Russo, amico di Tiziano, indagato per Grandi Stazioni

Rignano sull’Arno Il signor T. inveisce contro un giornalista e poi sparisce: ormai in paese non parla più nessuno

La passeggiata con vaffa del babbo famoso

IL FEUDO

» DAVIDE VECCHI

inviato a Rignano sull’Arno (Fi)

Non si presenta neanche aPian dell’Isola per un giro

tra i banchetti della festa delbestiame che qui, il prossimofine settimana, per il ventiset-tesimo anno consecutivo, riu-nisce allevatori e appassionatidella razza chianina, orgogliotoscano e gioia dei barbecue.Lui che di bistecche e bracio-late è, fra l’altro, una sorta dioracolo.

IERI, TIZIANO RENZI s’è trin-cerato in casa per sfuggire agiornalisti e telecamere. Senzariuscirci del tutto. Al mattino,come di consueto, è arrivato inpiazza per il solito giretto:chiesa, edicola, bar e circolo

del Pd. Ma ieri, con i giornalisotto il braccio, è dovuto scap-pare di fronte al cronista di R e-pubblica, Andrea Lattanzi,che gli chiedeva di commen-tare l’intercettazione tra lui e ilfiglio Matteo. Babbo Renzi haaccelerato il passo, fino quasi acorrere, inveen-do contro il gior-nalista: “Ma si le-vi dalle palle, a-vete rotto i co-glioni; mi aveterotto le palle ,porco boia, aveterotto i coglioni;ma vada a fare inculo lei e i suoic o l l e g h i”. Eranole dieci di matti-na. Poi s’è dile-guato, verso casa,

per non riapparire più. Nellestesse ore il figlio Matteo scri-veva su Facebook, ignorandoforse che il padre fosse in giroper Rignano, che lunedì il ge-nitore aveva subìto un piccolointervento al cuore dopo la fe-sta di domenica per i 45 anni di

matrimonio conla moglie LauraBovoli, mammadell’ex premier.

Quindi un in-tervento sicura-mente lieve, tan-to da spingerlo apiedi in paese lamattina succes-siva. E Rignano èprobab ilmentel’unico agglome-rato al mondo ada v e r e p u r e l a

piazza centrale in salita. Quic’è il circolo del Pd. Accanto,proprio lunedì, è stato inaugu-rato il comitato elettorale dellalista “Insieme per Rignano”creata dal sindaco Daniele Lo-renzini, fuoriuscito dal Pdproprio a seguito dell’inchie -sta Consip che ha coinvolto Ti-ziano Renzi e trascinato – an -cora una volta –il paese al cen-

tro delle cronache. Il primocittadino ieri sera ha riunito isuoi candidati per decidere iprossimi appuntamenti in vi-sta del voto dell’11 giugno manessuno ha voluto commenta-re l’accaduto.

Lorenzini “non ne può più”,sintetizzano alcuni dei suoi.Vorrebbe “parlare della città,di quello che ha fatto e vuole

continuare a fare per i cittadinise sarà riconfermato sindaco”,spiega Tommaso Cipro, asses-sore di Rignano e, anche lui, u-scito dal Pd per seguire Loren-zini come un altro dei quattroassessori, David Bettini.

Ieri sera nessuno ha volutoproferir verbo in merito all’in -tercettazione. Così come nes-suno in paese, dal barista algiornalaio del quale papà Ren-zi è cliente, s’è lasciato sfuggireun fiato. I più allargano le brac-cia e fanno spallucce. Chissàse, quando e come finirà que-sta vicenda. E quando final-mente, come ripete Lorenzini,Rignano tornerà a essere ilpaese che è sempre stato, libe-randosi dalla notorietà rag-giunta come feudo renziano.

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For fa it

Il papà di Matteo

non si fa vedere

ne a nche

alla festa

del bestiame

di Pian dell’Is ola

Lo sfogo

Tiziano Renzi

pre nde

a male parole

un cronista

di Repubblica

» ANTONELLA MASCALI

La Procura di Roma a-pre un’inchiesta e ilministro della Giusti-zia Andrea Orlando

ordina una “pr e- i sp e zi o ne ”dopo lo scoop del Fatto Quo-tidiano sulla telefonata inter-cettata tra Matteo Renzi e ilpadre Tiziano, alla vigiliade ll’interrogatorio di Renzipadre, accusato di traffico diinfluenze illecite dai pm ro-mani che indagano su Consip.Una conversazione tratta dallibro Di padre in figlio (ed. Pa-per First), scritto da MarcoLillo e in edicola con il nostrogiornale a partire da domani.

VIOLAZIONE del segreto d’uf -ficio e pubblicazione arbitra-ria di atti di un procedimentopenale, queste le ipotesi accu-satorie della procura di Romaper quell’intercettazione: per ipm segreta, ma di grande rilie-vo pubblico.

La telefonata tra Matteo eTiziano Renzi risale al 2 marzoe a intercettare il papà dell’expremier era la Procura di Na-poli, che una volta captataquella conversazione l’ha tra-smessa alla Procura di Roma.E così l’audio della telefonata,ritenuta dai pm capitolini pe-nalmente irrilevante, è finitaagli atti dell’inchiesta Consip.Il ministro Orlando (titolared el l’azione disciplinare per imagistrati, insieme al procu-ratore generale della Cassa-zione), tramite l’I sp et to ra togenerale, ha avviato accerta-

menti preliminari presso “gliuffici interessati”per verifica-re eventuali responsabilitàsulla fuga di notizie. A metà a-prile, per un episodio total-mente diverso, ma riguardan-te sempre il caso Consip, Or-lando, non avendo alcunacompetenza, aveva chiesto alprocuratore generale di Na-poli Luigi Riello di fare accer-

tamenti sull’operato della po-lizia giudiziaria, dopo che ilcapitano del Noe dei carabi-nieri Giampaolo Scafarto erafinito sotto inchiesta a Romaper due presunti falsi presentin e ll ’informativa del 9 gen-naio, agli atti dell’i ndagineConsip. Ora il consigliere laicodi Fi, Pierantonio Zanettin,torna a chiedere l’interv ento

del Consiglio superiore di ma-gistratura: “Abbiamo stralci diintercettazioni e informativeche vengono divulgate violan-do il segreto istruttorio”. E in-siste: “Avevo chiesto l’aper -tura di una pratica che è statanegata, ma i fatti odierni giu-stificherebbero una pratica inPrima commissione”: os-sia quella competenteper il trasferimentodei magistrati per in-compatibilità am-bientale.

SEMPRE PER APPAL-

TI Consip, la Procu-ra di Roma ha apertoun nuovo filone,Grandi Stazioni, incui risulta indaga-to, per turbativad’asta, Carlo Rus-so, amico di Tizia-no Renzi e come luigià accusato di traffico di in-fluenze nel filone principale,che ha portato in carcere,sempre su richiesta della pro-cura romana, l’i m pr e n d i to r enapoletano Alfredo Romeo,accusato di corruzione. Ieri ilpm Mario Palazzi, coordinatodal procuratore aggiunto Pao-lo Ielo, ha ordinato l’acquisi -zione di documenti presso lasede di Grandi Stazioni, socie-tà controllata da Ferrovie del-lo Stato che si occupa della ma-nutenzione e pulizia nelle sta-zioni. La perquisizione è stataeseguita dalla Guardia di Fi-nanza e dal nucleo investiga-tivo dei carabinieri di Roma.

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Turbativa d’asta

Carabinieri e Finanza

hanno acquisito

le carte nella società

controllata da Fs

I n s ie me

Il ministro

Luca Lotti

e Tiziano

Renzi, coin-

volti nell’in -

chiesta Con-

s ip La Pre ss e

Fatto a mano

carabinieri per farmi accettare la remissione diquerela di Renzi. Renzi, cioè, mi fa sapere che vuolemollare la lite e mi chiede: accetti? Io dico sì e firmosolo quel foglio. Nessuna transazione tra me e Renzi,nessun patto di riservatezza con lui. Solo oggi hoscoperto che L’E s p re ss o gli ha pagato 22 mila e 500euro per salvare non me, ma il caporedattore (oggivicedirettore di Re p u b b l i ca ). E che Renzi, per mettersiin tasca i soldi, ha accettato un patto di riservatezzache ora sta di fatto violando, anche se il suo amicoCarlo De Benedetti non se ne lamenterà. Lo fa perinfangare me con una balla: il patto è tra lui e lasocietà di De Benedetti, non con me. Io non hofirmato patti né li ho pretesi per coprire un miopresunto errore che non c’è mai stato. Il punto è cheRenzi lo sa bene: perché ne parlammo quando cisentimmo la prima volta al telefono nel 2012. E io, daqualche parte, conservo anche la registrazione diquello e di altri colloqui.

Dal 2014

Il ministro

della Giustizia

A nd re a

Orlando Ansa

Russo e Tiziano Renzi, indagati per traffico di influen-ze illecite. Le indagini sono state condotte dai pm na-poletani Celeste Carrano, Enrica Parascandolo edHenry John Woodcock e in seguito trasmesse percompetenza territoriale alla Procura di Roma dove sene occupano il procuratore aggiunto Paolo Ieloe il pmMario Palazzi, che hanno chiesto e ottenuto l’a r re s todi Romeo. Prima però i magistrati partenopei hannoscoperto che i vertici di Consip erano stati avvisati

delle indagini e avevano “b o n i f i c a to”gli uffici dalle mi-crospie piazzate dai carabinieri. Nelle indagini sullafuga di notizie sono emersi i nomi del ministro LucaLo t t i , del comandante generale dei carabinieri gene-rale Tullio Del Sette (terzo in foto) e del comandantedell’Arma in Toscana generale Emanuele Saltala-m a cc h i a : sono indagati per favoreggiamento e rive-lazione di segreto. L’intricata vicenda si è infine ar-ricchita del falso ideologico contestato al capitano del

Noe Giampaolo Scafarto (ultimo in foto) per un’in -formativa che contiene dati non veritieri o incompleti:in un caso ha attribuito a Romeo la frase “l’ultima voltache ho visto Renzi”, pronunciata in realtà da Bocchinomentre Romeo afferma di non conoscere né Matteoné Tiziano Renzi; in un altro non conteneva le gene-ralità di un passante che avrebbero permesso di e-scludere il suo coinvolgimento in un presunto spio-naggio di imprecisati Servizi ai danni del Noe.

M. L.

24 » ULTIMA PAGINA | IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 17 Maggio 2017

Dalla Prima

» MARCO TRAVAGLIO

2.“Qualcuno si è tolto la vita

per le intercettazioni, qual-cuno ci ha rimesso il lavoro”. Par-la delle Olgettine, che poi B. devepagare a titolo risarcitorio?Chissà. E ora che fa: abolisce leintercettazioni? Ha la maggio-ranza, proceda.

3. “La pubblicazione comesempre è illegittima ed è l’e n n e-sima dimostrazione dei rapportiparticolari tra alcune procure ealcune redazioni”.Due mesi fa lostesso Marco Lillo rivelò, nelcorso dell’interrogatorio di Vir-ginia Raggi, la notizia segretadelle polizze di Salvatore Ro-meo: perché Renzi e il Pd non cidiedero dei violatori del segre-to, anzi si concentrarono sui fat-ti e ne chiesero doverosamenteconto alla Raggi e a Romeo?

4. La telefonata col padre sa-rebbe la prova della sua “s e r i e-tà” di “uomo delle istituzioni”.Mica tanto: un uomo delle isti-tuzioni non imbecca il padre in-dagato alla vigilia del suo inter-rogatorio istigandolo a “non di-re che c’era mamma (a un rice-vimento con Romeo, ndr) altri-menti interrogano anche lei”.

5.“Secondo i magistrati di Na-poli Romeo avrebbe dato 30 milaeuro in nero al mese” a babbo Ti-ziano, ma a questa “storia noncrede nemmeno un bambino di 3anni”. I pm di Napoli non l’h a n-no mai detto: sono i pm di Romache hanno indagato babbo Ti-ziano a scrivere che “si facevapromettere 30 mila euro al meseda Romeo”. La promessa non sitradusse in realtà perché, nelfrattempo, papà Tiziano e gli al-tri protagonisti dello scandalofurono avvertiti delle indaginida alcune talpe istituzionali,tutte vicine a Renzi.

6.Renzi si sarebbe fatto l’ideache papà Tiziano mentiva, ne-gando di aver mai incontratoRomeo, perché “ingenuo comesono, credo a Repubblica”che haintervistato il commercialistadel Pd Alfredo Mazzei, il qualeraccontava che Romeo gli riferìdi una cena segreta con papà Ti-ziano in una bettola. Ma poi“mio padre mi ribadisce: non c’èstata nessuna cena”e lui capisceche “non c’entra niente, non hafatto niente, questa storia puz-za”. Purtroppo la telefonata èben diversa. Il babbo esclude ce-ne con Romeo, ma non incontri“al bar”. E Renzi gli dà del bu-giardo (“non ti credo... non ècredibile che non ricordi di averincontrato uno come Romeo”),perché sa bene che il punto nonè il ristorante, o la bettola, o ilbar. Sono gli incontri. Renzi cre-de a Mazzei perché “è l’uni coche conosco anch’io”, non per-ché è “ingenuo” e si fida di R e-pubblica. E dà per scontato chealmeno un incontro fra Tizianoe Romeo ci sia stato (“Devi direse hai incontrato Romeo una opiù volte”). Siccome Mazzei e ilsindaco di Rignano Daniele Lo-renzini han messo a verbale cheTiziano incontrò Romeo, non sivede cosa sia cambiato dal 2marzo per convincere Matteoche “mio padre non ha fattoniente” ed “è entrato in una sto-ria più grande di lui solo per ilcognome che porta” e “il mioimpegno in politica”.

7. La svolta che azzera i fattinon può essere l’indagine perfalso sul capitano Scafarto: los c a m b i o d i p e r s o n a R o-meo-Bocchino per la frase “l’u l-tima volta che ho visto Renzi”non azzera le testimonianzegiurate di Mazzei e Lorenzini. Egli errori o i falsi del capitàno suiservizi segreti e il presunto spio-naggio anti-Noe non riguarda-

no il ruolo di Tiziano nell’i n d a-gine.

8. Renzi si vanta di aver dettoal padre di dire “tutta la verità aipm”. Ma non è così. Che vuol di-re “Io non voglio essere preso ingiro e tu devi dire la verità inquanto in passato la verità nonl’hai detta a Luca e non farmi ag-giungere altro”? Chi è Luca, percaso Lotti? E a che titolo parlòcon Tiziano? E quando: prima odopo dello scoop del Fatto che il22 dicembre rivelò l’indagine?Se prima, è l’ennesima prova

che Lotti e Tiziano sapevanodell’inchiesta, e pure Renzi (co-me racconta Vannoni ai pm e co-me emerge dall’interc ettazio-ne): e chi li aveva informati? Sedopo, in che veste il sottosegre-tario o ministro indagato Lottiparla con l’indagato Tiziano?Per molto meno, di solito, partel’accusa di inquinamento diprove. Ma soprattutto: qualebugia Renzi sa che il babbo haraccontato a Luca? È quanto do-vrà spiegare ai pm, se e quandolo convocheranno come testi-

mone.9. “Marco Lillo già in un caso

ha preteso di mettere una clau-sola di riservatezza così da nondire fuori se e quanto ha dovutopagare: fanno sempre così i teo-rici della trasparenza altrui”.Lillo non ha dovuto pagare uncentesimo a Renzi né ha pretesoalcuna clausola di riservatezza.Un giornalista dell’Espresso, o-ra a Repubblica, nel 2008 scrisseun articolo sulle primarie a Fi-renze accanto a uno di Lillo.Renzi, presidente della Provin-

cia li querelò. Poi Lillo uscìda ll’indagine e vi restò solo ilcollega: l’Espresso concluse unatransazione per il ritiro dellaquerela con clausola di riserva-tezza che Renzi sottoscrisse e o-ra ha violato. Ma né Lillo né ilFatto c’entrano nulla: perciòRenzi sarà querelato.

10. Il Renzi della telefonata, aparte l’imbeccata sulla madre, cipiaceva un sacco: inflessibile,logico, ancorato ai fatti, consciodella gravità giudiziaria, etica epolitica dello scandalo Consip e

delle bugie paterne, quasi ungiustizialista e un socio onora-rio del Fatto. Ma ieri purtropponon ha retto, è stato più forte dilui. Chi mente in pubblico e vie-ne scoperto a dire la verità in pri-vato, ha due strade: o ammette lasua menzogna, chiedere scusa eandare avanti; o continua amentire per coprire le menzo-gne precedenti. Renzi, purtrop-po, ha scelto la seconda opzione.E si è condannato a mentiresempre, all’i n f in i t o, in saeculasaeculorum. Una prece.

davidarboit
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