Paolo Beltraminelli questa settimana ci parla di una Per ... · nizio della Riforma protestante....

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A tu per tu con il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli questa settimana ci parla di una rappresentazione teatrale sulla cacciata dei protestanti da Locarno. Per domande, suggerimenti o semplicemente contattare Paolo Beltraminelli, potete scrivere all’indirizzo: [email protected] Riforma protestante: Locarno “Città della Riforma” di Paolo Beltraminelli, consigliere di Stato La scorsa settimana mi sono re- cato a Muralto per assistere alla prima di “L’espulsione”, uno spet- tacolo teatrale organizzato dal- l’Associazione Riforma 500 Teatro sulla cacciata dei protestanti da Locarno. Questa interessantissima e toccante manifestazione ci ri- porta in un’epoca in cui il nostro territorio non aveva la tolleranza alla quale siamo oggi abituati, ri- cordandoci l’importanza del dialo- go interreligioso e fornendoci for- se chiavi di lettura dimenticate nel passato che possiamo ripesca- re per meglio affrontare le sfide del futuro. Ve la consiglio. Come vuole la tradizione, il 31 otto- bre 1517, sulla porta della chiesa di Wittenberg vennero affisse le 95 tesi di Lutero – aspro critico della vendita delle indulgenze da parte della Chie- sa cattolica in cambio del perdono di determinati peccati – che segnano l’i- nizio della Riforma protestante. Dopo pochi anni, anche in Svizzera videro la luce movimenti riformisti guidati da Zwingli a Zurigo e da Calvino a Gi- nevra. La Riforma protestante a sud delle Alpi Attorno al 1535 a Locarno giunse un prete cattolico milanese: Giovanni Beccaria. Ignorando una conversione dal cattolicesimo al protestantesimo che era probabilmente già avvenuta nel suo intimo, gli fu affidata la ge- stione della scuola di Locarno. Que- sto ruolo gli permise di condurre un’attività di propaganda a favore del protestantesimo, che fece nascere a Locarno una vera e propria comunità di protestanti, che arrivò a superare le 150 persone. La nascita di una chiesa riformata a Locarno non veniva però vista di buon occhio dai cantoni cattolici, che avevano timore di perdere il proprio legame con la Lombardia e la Roma cattolica qualora il Ticino fosse passa- to al protestantesimo. I diversi tenta- tivi di mediazione tra cantoni cattolici e protestanti che governavano i ba- liaggi sul territorio ticinese non anda- rono a buon fine, e si giunse infine a proporre ai locarnesi riformati una scelta: l’abiura o l’esilio. L’espulsione dei protestanti locarnesi Il 3 marzo 1555, scaduto il termine di tale proposta, un centinaio di perso- ne lasciò Locarno alla volta di Rovere- do, dove attesero un paio di mesi lo scioglimento delle nevi per poi rifu- giarsi a Zurigo. Di questa comunità di esuli erano membri illustri le fa- miglie Muralti, Orelli, Tuni e Mago- ria: imprenditori e nobili che rap- presentavano l’ossatura imprendi- toriale locarnese e che hanno trova- to migliori fortune sulle sponde del- la Limmat, dove ancora oggi le fa- miglie come i von Muralt e i von Orelli ricoprono ruoli rilevanti. È importante considerare le propor- zioni: nella metà del ‘500 Locarno contava 4'800 abitanti – poco distan- Popolo e Libertà Venerdì 28 aprile 2017 6 te dalle 6'000 persone di Zurigo – ed era un importante crocevia per chi si recava verso la penisola italiana. La partenza di famiglie importanti, insie- me ad altre cause di ordine sanitario e naturale, vennero considerati come l’inizio della perdita di velocità e di prestigio per Locarno, e la peste che la colpì duramente nel 1584 fu il col- po di grazia per una città che contava ormai solamente 700 anime. Locarno Città della Riforma Pertanto, Locarno ha vissuto sul pro- prio territorio le lacerazioni religiose e le sue conseguenze. Il riconoscimento ricevuto quale “Città della Riforma” nell’ambito dei festeggiamenti per i 500 anni della riforma protestante e le diverse iniziative legate a questo avvenimento vogliono provare a ricu- cire – anche simbolicamente – queste ferite, senza dimenticarle. Una ricon- ciliazione simbolica, ma non solo, che permetterà di ricordare un importan- te capitolo della nostra storia, di co- noscere meglio il nostro territorio e di affrontare con tolleranza e spirito di collaborazione le sfide di tutti i giorni e le spaccature che ancora si profila- no all’orizzonte nei diversi ambiti, so- ciali e politici. “L’espulsione”: a teatro per riflettere sul passato, sul presente e sul futuro Nel nostro Paese la tolleranza reli- giosa e la libertà di culto sono oggi pienamente garantiti e anche la no- stra Costituzione cantonale ricono- sce la religione protestante: il dialo- go tra le diverse confessioni è una realtà consolidata all’interno del mondo cristiano. L’associazione “Riforma 500 Tea- tro” ha voluto ricordare l’importan- za di questo dialogo interreligioso raccontando le vicissitudini locarne- si attraverso la realizzazione dello spettacolo teatrale “L’espulsione”. Anche la scrittura di questa opera, da parte di un teologo di fede cat- tolica, Peter Steimann, conferma tale interazione costruttiva. Entrare in questa rappresentazione permette di vedere sul palco l’incon- tro delle due confessioni cristiane e delle loro visioni diverse, attraverso temi che sono tuttora di strettissima attualità e che non vanno mai dimen- ticati: l’accettazione del diverso, la fu- ga, l’espulsione e la migrazione. Ho avuto la fortuna di assistere alla prima di questo spettacolo e vi invito ad assistere alle diverse rappresenta- zioni previste nel corso della primave- ra (www.riforma500teatro.ch). Paolo

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A tu per tu con il Consigliere di Stato

Paolo Beltraminelli questa settimana ci parla di unarappresentazione teatrale sulla cacciata dei protestantida Locarno.

Per domande, suggerimenti o semplicementecontattare Paolo Beltraminelli, potete scrivereall’indirizzo: [email protected]

Riforma protestante:Locarno “Città della Riforma”

di Paolo Beltraminelli, consigliere di Stato

La scorsa settimana mi sono re-cato a Muralto per assistere allaprima di “L’espulsione”, uno spet-tacolo teatrale organizzato dal-l’Associazione Riforma 500 Teatrosulla cacciata dei protestanti daLocarno. Questa interessantissimae toccante manifestazione ci ri-porta in un’epoca in cui il nostroterritorio non aveva la tolleranzaalla quale siamo oggi abituati, ri-cordandoci l’importanza del dialo-go interreligioso e fornendoci for-se chiavi di lettura dimenticatenel passato che possiamo ripesca-re per meglio affrontare le sfidedel futuro. Ve la consiglio.

Come vuole la tradizione, il 31 otto-bre 1517, sulla porta della chiesa diWittenberg vennero affisse le 95 tesidi Lutero – aspro critico della venditadelle indulgenze da parte della Chie-sa cattolica in cambio del perdono dideterminati peccati – che segnano l’i-nizio della Riforma protestante. Dopopochi anni, anche in Svizzera videro

la luce movimenti riformisti guidatida Zwingli a Zurigo e da Calvino a Gi-nevra.

La Riforma protestante a sud delle AlpiAttorno al 1535 a Locarno giunse unprete cattolico milanese: GiovanniBeccaria. Ignorando una conversionedal cattolicesimo al protestantesimoche era probabilmente già avvenutanel suo intimo, gli fu affidata la ge-stione della scuola di Locarno. Que-sto ruolo gli permise di condurreun’attività di propaganda a favore delprotestantesimo, che fece nascere aLocarno una vera e propria comunitàdi protestanti, che arrivò a superare le150 persone.La nascita di una chiesa riformata aLocarno non veniva però vista dibuon occhio dai cantoni cattolici, cheavevano timore di perdere il propriolegame con la Lombardia e la Romacattolica qualora il Ticino fosse passa-to al protestantesimo. I diversi tenta-tivi di mediazione tra cantoni cattolicie protestanti che governavano i ba-liaggi sul territorio ticinese non anda-rono a buon fine, e si giunse infine aproporre ai locarnesi riformati unascelta: l’abiura o l’esilio.

L’espulsione dei protestanti locarnesiIl 3 marzo 1555, scaduto il termine ditale proposta, un centinaio di perso-ne lasciò Locarno alla volta di Rovere-do, dove attesero un paio di mesi loscioglimento delle nevi per poi rifu-giarsi a Zurigo. Di questa comunitàdi esuli erano membri illustri le fa-miglie Muralti, Orelli, Tuni e Mago-ria: imprenditori e nobili che rap-presentavano l’ossatura imprendi-toriale locarnese e che hanno trova-to migliori fortune sulle sponde del-la Limmat, dove ancora oggi le fa-miglie come i von Muralt e i vonOrelli ricoprono ruoli rilevanti.È importante considerare le propor-zioni: nella metà del ‘500 Locarnocontava 4'800 abitanti – poco distan-

Popolo e Libertà Venerdì 28 aprile 20176

te dalle 6'000 persone di Zurigo – edera un importante crocevia per chi sirecava verso la penisola italiana. Lapartenza di famiglie importanti, insie-me ad altre cause di ordine sanitarioe naturale, vennero considerati comel’inizio della perdita di velocità e diprestigio per Locarno, e la peste chela colpì duramente nel 1584 fu il col-po di grazia per una città che contavaormai solamente 700 anime.

Locarno Città della RiformaPertanto, Locarno ha vissuto sul pro-prio territorio le lacerazioni religiose ele sue conseguenze. Il riconoscimentoricevuto quale “Città della Riforma”nell’ambito dei festeggiamenti per i500 anni della riforma protestante ele diverse iniziative legate a questoavvenimento vogliono provare a ricu-cire – anche simbolicamente – questeferite, senza dimenticarle. Una ricon-ciliazione simbolica, ma non solo, chepermetterà di ricordare un importan-te capitolo della nostra storia, di co-noscere meglio il nostro territorio e diaffrontare con tolleranza e spirito dicollaborazione le sfide di tutti i giornie le spaccature che ancora si profila-no all’orizzonte nei diversi ambiti, so-ciali e politici.

“L’espulsione”: a teatro per rifletteresul passato, sul presente e sul futuroNel nostro Paese la tolleranza reli-giosa e la libertà di culto sono oggi

pienamente garantiti e anche la no-stra Costituzione cantonale ricono-sce la religione protestante: il dialo-go tra le diverse confessioni è unarealtà consolidata all’interno delmondo cristiano. L’associazione “Riforma 500 Tea-tro” ha voluto ricordare l’importan-za di questo dialogo interreligiosoraccontando le vicissitudini locarne-si attraverso la realizzazione dellospettacolo teatrale “L’espulsione”.Anche la scrittura di questa opera,da parte di un teologo di fede cat-tolica, Peter Steimann, confermatale interazione costruttiva.Entrare in questa rappresentazionepermette di vedere sul palco l’incon-tro delle due confessioni cristiane edelle loro visioni diverse, attraversotemi che sono tuttora di strettissimaattualità e che non vanno mai dimen-ticati: l’accettazione del diverso, la fu-ga, l’espulsione e la migrazione.Ho avuto la fortuna di assistere allaprima di questo spettacolo e vi invitoad assistere alle diverse rappresenta-zioni previste nel corso della primave-ra (www.riforma500teatro.ch).

Paolo