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Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx g enerico xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Proposta educativa 2004 IN QUESTO NUMERO • Vita all’aperto e tecniche scout • Formazione permanente • Corresponsabilità in Co.Ca. SCOUT Proposta educativa - Anno XXX - n. 09 - 26 aprile 2004 - Settimanale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB BOLOGNA

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Proposta educativa2004

IN QUESTO NUMERO

• Vita all’aperto e tecniche scout• Formazione permanente• Corresponsabilità in Co.Ca.

SCOUT Proposta educativa - Anno XXX - n. 09 - 26 aprile 2004 - Settimanale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB BOLOGNA

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CAPIFormazione permanente:un’occasione per crescere

RAGAZZIVita all’aria aperta

METODOLe tecniche scout

COMUNITÀ CAPIDalla Promessa alla Partenza:siamo tutti corresponsabili?

SCAUTISMO OGGIAttività significative dai gruppi

SPIRITO SCOUTCatechesi di fine annoin attesa del campo estivo

LA VOCE DEL CAPOProgrammare l’attività

BRANCA L/CLa Giungla ha molte lingue...ed io le conosco tutte?

BRANCA E/GLe piste future

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BRANCA ROVER/SCOLTEUna proposta per capi e ragazzi“Via Lucis”, la strada della luce

TRENTENNALE AGESCI1974-2004: 30 anni di AGESCItra essere e divenire

SPECIALE EUROJAM“Can you imagine Eurojam?”In 20 mila all’appuntamento

SPECIALE WOSMJacques Moreillon ha terminato il mandato

Intervista con il nuovo Segretario GeneraleEduardo Missoni

UNO SGUARDO FUORIAssociazione Italiana Castorini, ambientee occasioni di incontro all’estero

SCAFFALE SCOUT

ATTI UFFICIALI

LETTERE IN REDAZIONE

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sommario03-2004

Comunicazioni, articoli, foto, disegni e materiali vanno inviati a: PROPOSTA EDUCATIVA c/o Luciana Brentegani, via G. Leopardi, 1737138 VeronaIndirizzo e-mail: [email protected] redattore: Luciana BrenteganiIn redazione: Andrea Abrate, Alessandra Adriani, Chiara Benedetti, donAndrea Brugnoli, Marina De Checchi, Paolo Natali, Fabrizio Tancioni,Daniele TosinFoto di: Monica Benedetti, Mauro Bonomini, Giorgio Cusma, Carmelo DiMauro, Piero Gavinelli, Bruno Gonella, Ruggero Mariani, Giovanna Murari,Trovato, Scandaletti, Giorgia Zane, Marco ZanoloIn copertina: Campo Nazionale E/G 2003. Foto di Bruno GonellaImpaginazione: Giorgio MontolliGrazie a: Giovanna Cacciami, P. Raniero Cantalamessa, Marco Delmastro,Cesare Perrotta

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“Durante quella vacanza, io e Catherineavevamo camminato molto, cantato, salitoe ridisceso nella fitta foresta dei Vosgi,bevu-to l’acqua degli allegri ruscelli, felici di sco-prire quei fantastici orizzonti e una amici-zia nuova.Una sera, alle sei, ci accorgemmo di essereancora a venti chilometri dalla casa.Catherine rise, io pure e ci mettemmo a di-vorare versanti e umide vallate, infilarestrade e sentieri.Quando fu buio, decidemmo di lasciare ilsentiero che diventava invisibile e, conl’aiuto della bussola, di puntare in linearetta alla nostra mèta.Che emozione tagliare per la foresta, sca-valcare i tronchi di pini abbattuti, infilarsinei cespugli e,nelle radure,orientarsi con lestelle! Naturalmente riuscimmo a perderci,ma eravamo talmente felici di poter speri-mentare, in una zona a noi sconosciuta, letecniche d’osservazione apprese più o me-no teoricamente, in tanti anni di vita scout! Quando ci accasciammo, nella sala dapranzo, a mezzanotte, affamate, con cin-quanta chilometri e tante vesciche nei pie-di, rispondemmo placidamente alle do-mande inquiete dei nostri amici. Avevamoimparato ad andare d’accordo con noi stes-se attraverso lo sforzo fisico che supera lafatica, la paziente ricerca del messaggio in-sito in ogni cosa, la fraternità condivisa.A forza di girare, di accendere fuochi, dipiantare la tenda, fare e disfare lo zaino,scollarsi dal calore della stufa per andare avedere i magnifici fiori che la brina ha dise-gnato lungo le sponde del fiume, vederevolti nuovi e modi di fare sorprendenti, distare nel sole, nel vento, nella pioggia, nelfreddo, di ricevere il saluto dei contadini odei cani al loro seguito, nelle case sperdutedi montagna, di ritrovarsi in ogni sorta disituazione non prevista, si finisce per ac-quisire una solida esperienza del proprio

coraggio e della propria paura, il senso del-la relatività delle cose, la resistenza e la fi-ducia che permette di accogliere l’esistenzacon molta serenità e ottimismo…”

da “Deserto, terra di libertà” di Michel Menu

Nutro la speranza che ciascuno di noiabbia potuto sperimentare la gioia de-scritta in questo racconto, che abbia vis-suto e viva con semplicità la passione diessere scout!Nell’area Ragazzi (pagg. 7-9) e nell’areaMetodo (pagg. 10-13), abbiamo volutodedicare spazio proprio a questa passio-ne, riflettendo su due elementi fondantidel nostro metodo: vita all’aria aperta etecniche scout, strumenti che ci aiutanoa misurarci con noi stessi e a donarci lacapacità di guardare al mondo con gliocchi della meraviglia.Nell’area Co.Ca. (pagg. 14-16) ci siamointerrogati su quanto siamo correspon-sabili dell’educazione di tutti i ragazzidel gruppo, e nell’area Capi (pagg. 4-6)sulla necessità di una formazione per-manente da ricercare anche all’esternodell’associazione.Finalmente la rubrica Scautismo Oggi,secondo l’intento con cui è nata, si è ar-ricchita del contributo di più voci, conesperienze significative da Zone e unità.Grazie! Continuate a scriverci.E poi: trentennale della nascita dell’Age-sci, notizie dall’Eurojam e dal Wosm, conil saluto di Jacques Moreillon e l’intervi-sta al nuovo Segretario Generale Eduar-do Missoni.Insomma… buona lettura e buona strada!

Luciana

3/2004 3

editoriale

Con gli occhi della meravigliaDalla fatica condivisa nasce la voglia di accogliere la vita con fiducia e serenità

«Che emozionetagliare per la

foresta, scavalcare itronchi di pini

abbattuti, infilarsinei cespugli e, nelle

radure, orientarsicon le stelle!

Avevamo imparatoad andare d’accordo

con noi stesseattraverso lo sforzofisico che supera la

fatica, la pazientericerca del messaggioinsito in ogni cosa, lafraternità condivisa»

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a cura di Alessandra Adriani

Competenza e formazione permanente:un binomio che non si può sciogliere. Macosa vuol dire essere capo competente? Loabbiamo chiesto a Cesare Perrotta, forma-tore nazionale.

capi

La Formazione permanente:un’occasione per crescereNon pretendiamo che tutto avvenga all’interno delle mura associative,ma approfittiamo anche delle esperienze intorno a noi

La Formazione perma-nente è un atteggia-mento della persona incontinua ricerca di oc-casioni e strumenti dicrescita, verifica, ag-giornamento e con-fronto. Tali momentivanno ricercati all’in-terno e all’esterno del-l’associazione. La re-sponsabilità della For-

mazione permanentedei capi investe lestrutture dell’associa-zione, coinvolgendo leZone e le Regioni, mainiziando dalla Comu-nità Capi, che è il luogoprivilegiato di questaformazione, e che pro-pone il Progetto delCapo come strumentoprioritario.

Regolamento di Formazione CapiArticolo 19

nelle fila dell’Associazione dalla Promessaalla Partenza) nel quale è maturata la sceltadi servire. La scelta di lasciarsi interrogaredalle situazioni, da ciò che ci circonda, dallarealtà. Un riferimento, a mo’ di esempio, lopossiamo ricavare dall’azione svolta da donMilani. Il suo “I Care”, mi sta a cuore, indicala partecipazione ai problemi del suo tempo(problemi che diventano “risorse” per un’a-zione educativa-pastorale mirata), prenden-do a cuore -in primo luogo- l’uomo.Competenza assume poi anche il significa-to di idoneità, di capacità di trattare, giudi-care (interpretare), risolvere, o quanto menoaffrontare, le questioni e quelle situazioniche hanno prodotto quel coinvolgimento.È di questa fase il sapere del capo fruttodell’“imparare facendo” (nessuna teoria enessun manuale basterebbero a tal fine); del-lo sperimentare continuamente gli stru-menti del metodo (letti unitariamente e nel-la loro progressione dalla Promessa alla Par-tenza) al fine di verificarne “sul campo” la

I campiscuola sono solo l’inizio dellaformazione del capo. Le occasioni perl’aggiornamento si trovano ovunque:

spetta a ogni capo ricercarle

“Bisogna esercitarsi a discernere il verogabbiano, a vedere la bontà che c’è in ognu-no, e aiutarli a scoprirla da se stessi, in sestessi. È questo che io intendo per amore. Eci provi anche gusto, una volta afferrato lospirito del gioco”(R. Bach)L’esercizio richiamato da questo passaggiotratto da “Il Gabbiano Jonathan Livingston”

esprime, in estrema sintesi, quanto ri-chiesto a ciascun capo della nostraAssociazione: tirar fuori da ogni per-sona quelle qualità utili a farla diveni-

re tale, protagonista delle proprie sortie della realtà circostante. A divenire li-

bera. La competenza del capo implica gior-no per giorno questi due passaggi: prenderesempre più coscienza della scelta di servire epromuovere in ciascuno un’azione (auto-educativa) liberante.La scelta di servire trae spunto propriodalla parola competenza: “mi compete”,mi appartiene, mi spetta. Vale a dire un per-corso esperienziale-valoriale (magari svolto

4 PROPOSTA EDUCATIVA

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bontà pedagogica (la capacità di suscitareentusiasmo e cambiamenti tra le persone);verificare e unificare le proprie conoscen-ze attraverso un continuo aggiornamentoe il confronto con quanti vivono quellestesse esperienze (anche non appartenentiallo scautismo). È questa una competenzache nasce e si sviluppa, in particolare, standocontinuamente a contatto con bambini/e, ra-gazzi/e, giovani e adulti. Vale a dire con co-loro che costituiscono “l’oggetto” del nostroservizio. Di coloro, cioè che hanno sollecita-to la nostra adesione (mi compete) ad un ser-vizio di tipo educativo nell’Agesci.Infine, “cum-petere” significa anche chiede-re insieme, convergere verso una stessa par-te. Ciascun capo è chiamato a vivere lapropria competenza, innanzitutto, in Co-munità Capi. Non solo un saper fare e un sa-per far essere, ma anche un’azione tendente afar convergere verso una stessa direzione (icontenuti del Progetto Educativo) l’interogruppo di capi dove ciascuno, con la propriacompetenza, ci mette del proprio nella suaoriginalità e specificità.

Le occasioni di Formazione permanente

Le occasioni formative vanno oltre i confiniassociativi e oltre i tempi istituzionali… e al-lora perfezionare di volta in volta il volo,aprirsi all’ascolto dei bisogni educativi sa-pendo adattare, calare, personalizzare la pro-posta è l’obiettivo del percorso formativopermanente. Non aspettiamo di essere “tuttologi” per intra-prendere la relazione capo-ragazzo.Non pretendiamo che tutto avvenga all’inter-no delle mura associative, ma approfittiamo ditutte le esperienze intorno a noi.Guardiamoci intorno e insieme al nostro staffricerchiamo i luoghi e le persone che peresempio si occupano di psicologia dell’etàevolutiva, o di tecniche di animazione peradolescenti o di analisi dei bisogni dei giova-ni-adulti chissà… una delle nostre riunioni in-vece che in sede potremmo “traslocarla” e ar-ricchirla del contributo di chi fa e vive questecose quotidianamente e con professionalità.Così nelle Co.Ca. ci resta il tempo per co-struire percorsi educativi unitari che ci per-mettano di accompagnare progressivamenteil bambino che dalla promessa arriva allapartenza con il contributo e la competenza diciascuno di noi.

Alice: l’anno scorso sono andata a Lourdescon il pellegrinaggio cittadino. È stata l’oc-casione per sperimentare il servizio da unaltro punto di vista, mi ha aperto gli occhisulla necessità e sulla semplicità di instau-rare un dialogo con le persone per poterleaiutare.Diego:ho frequentato un corso organizza-to dal CAI sull’accompagnamento in mon-tagna. Sei lezioni, una ogni settimana, incui sono state date nozioni di base di me-teorologia e previsione del tempo, di sicu-rezza in montagna,di cartografia.Ho cono-sciuto anche gente nuova, e ho già coin-volto i relatori -persone disponibilissime- avenire a riunione di clan per un incontroteorico-pratico di meteorologia.Marina: in Parrocchia, la catechesi per gliadulti quest’anno era sui personaggi mi-nori della Bibbia.Non sono riuscita a parte-cipare a tutte le serate perché avevo anchealtre riunioni concomitanti, ma gli incontriai quali sono andata sono stati illuminanti.Alla fine ci hanno dato anche un sussidioche penso di utilizzare l’anno prossimo peril branco.Francesco: “Adolescenza e handicap”: eraquesto il tema della serata organizzata incircoscrizione il mese scorso. Non avevovoglia d’andare, ma poi mi sono convinto:in reparto l’anno prossimo entrerà Filippo,un ragazzo down, e qualche idea chiara èmeglio averla. Il relatore era uno psicologomolto preparato e molto concreto: ha insi-stito nella necessità di coinvolgere i ragaz-zi in prima persona,di non sostituirsi a loronel compiere anche gli atti ordinari di vitaquotidiana, di essere molto esigenti…

Chiara: a me il sangue fa impressione, eper questo mi sono sempre disinteressatadi primo soccorso.Sul settimanale del pae-se,ho letto per caso che ci sarebbe stato uncorso il sabato dalle 18 alle 19 e mi son det-ta “dai che, finita la riunione, ci vado”. Ne hoparlato in Co.Ca. e così ad andarci siamo intre…utile e anche divertente, con tanto dimanichino per le prove pratiche.Gianluca: un confronto tra i due candidatisindaci in vista delle prossime amministra-tive. Ci sono andato un po’ per curiositàpersonale, un po’ perché in clan sicura-mente qualcuno mi chiederà se conosco iloro programmi.Silvana: in montagna con gli amici, sì unosplendido finesettimana tutto per noi. Ab-biamo dormito in tenda sotto la neve e ilgiorno dopo… una stupenda giornata disole primaverile:chi l’ha detto che in uscitasi va solo con gli scout? E così ho anchescoperto un posto nuovo per una prossi-ma volta col reparto.Giorgio:alla gara di cucina non avrei certa-mente saputo fare meglio dei miei esplo-ratori.Mia madre invece è un’ottima cuocae allora, armato di un po’ di umiltà (!), hofatto il suo aiutante per ben due settima-ne. Dopodiché, ho stupito la Co.Ca. con uninvito a cena a casa mia…e chissà come sistupiranno gli esploratori quando lo sco-priranno…Betty: “La mia vita come un’avventura”: èun libro piacevole e interessante. Tutte lesere prima di addormentarmi ne leggoqualche pagina. Ho già pensato di utilizza-re per un lancio il racconto dello scherzo diSimla.

ZOOM

Qualche esperienza

Imparare facendo, sperimentando glistrumenti del metodo al fine di verificarne “sul

campo” la capacità di suscitare entusiasmo e cambiamenti tra le persone

capiFormazione permanente

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Abbiamo chiesto a Maria Baldo e Stefa-no Pescatore, Incaricati Nazionali diFo.Ca., un parere sulla formazione per-manente dei capi.

1) Quando si pensa alla Fo.Ca. normal-mente si fa riferimento solo ai campiscuola. Esistono invece altre occasioni diformazione permanente che l’Agesci of-fre ai capi: quali sono?«La formazione dei capi in Agesci abbrac-cia un ventaglio abbastanza ampio diproposte. Oltre a quelle relative all’iteristituzionale (i campi di formazione me-todologica ed associativa), ci sono diver-se altre opportunità di formazione, mira-te a capi, quadri e formatori. In particola-re, ogni anno la Formazione Capi orga-nizza un seminario sulla Co.Ca. a cui so-no invitati a partecipare capi e quadri; cisono poi occasioni specifiche per i for-matori (l’anno scorso due work-shop,quest’anno l’incontro nazionale forma-tori) e poi, ogni anno, tre o più CampiBibbia, per chi volesse approfondire il le-game tra Bibbia e Metodo scout». 2) C’é partecipazione da parte dei capi aqueste occasioni?«La partecipazione a tali eventi è sempre

stata molto alta, soprattutto perché alto èil livello di motivazioni di chi si iscrive.Lasciando da parte i campi scuola, vaconsiderato che ad ogni seminario sullaCo.Ca. (ne sono stati organizzati fino adoggi quattro) hanno partecipato circa 60capi, provenienti da tutte le regioni. Perun evento che impegna un fine settima-na è un buon risultato. Ai work-shop performatori dello scorso anno, nonostantele indubbie difficoltà logistiche (raggiun-gere Camaldoli non è una cosa semplice)parteciparono oltre trenta formatori. Loscorso anno, al cantiere di catechesi bi-blica, che si è svolto in centro Italia ed haimpegnato quattro giorni, hanno parte-cipato trentadue capi e c’era anche la li-sta di attesa...».3) Quali sono gli aspetti della formazio-ne dei capi che ritenete vadano mag-giormente aiutati e rafforzati?«Pensiamo si debba uscire dal concettodi formazione = sommatoria di eventi.La formazione deve essere una tensionedella persona in generale e di ogni capoin particolare: tensione a colmare leproprie lacune, cercando non solo inassociazione, ma anche all’esterno, ciòche ci può servire per essere dei capi

capiFormazione permanente

Ogni anno la Formazione Capi organizzaun seminario sulla Co.Ca., e poi occasionispecifiche per formatori e Campi Bibbia

6 PROPOSTA EDUCATIVA

Cosa ne pensa la Formazione Capi nazionale

educatori, formatori o quadri più pre-parati: e non intendiamo da un punto divista culturale, ma nel senso fatto pro-prio da B.-P.Inoltre crediamo che diventi fonda-mentale per un educatore imparare a ri-leggere le proprie esperienze personali,ciò che ognuno si trova a vivere, così danon lasciare che incontri, occasioni, av-venimenti... ci cadano addosso, ma pos-sano diventare occasioni di crescita evengano percepite come significative. Occorre dunque rielaborare le espe-rienze per cogliere la nuova identità disé che ne emerge, capire cioè in che am-bito si è cresciuti: pazienza, amicizia,stare in solitudine, ascolto, fiducia... So-lo allora si diventa capaci di proporreoccasioni educative e relazioni signifi-cative per altri. Solo così crediamo sipossa educare con quello che si è e si satestimoniare, e non “facendo attività” oprediche. Crediamo che in questo senso gli eventiproposti dalla Formazione Capi sianoaiuti preziosi, probabilmente dobbiamoaiutare le Co.Ca. a sostenere i capi inquesti percorsi di rilettura e rielabora-zione personale».

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di Daniele Tosin

Dal Regolamento metodologico:Art. 24 - Vita all’aperto ed educazioneambientale.“La vita all’aperto, prevalentemente inambienti naturali ma anche alla sco-perta delle città dell’uomo, è un ambi-to irrinunciabile in cui si attua la for-mazione scout.Essa offre la possibilità di scoprire lerelazioni che legano gli elementi di unambiente, del ruolo che in esso è chia-mato a giocare l’uomo e di riconoscerel’uomo stesso come parte di un unicodisegno di Dio Creatore.La vita all’aperto risponde al bisognodi avventura, insegna la semplicità el’essenzialità, sviluppa il senso di soli-darietà e mette alla prova la disponibi-lità all’aiuto reciproco, è luogo di espe-rienza delle tecniche scout. Il confron-to con le difficoltà concrete, propriedel gioco avventuroso dello scauti-smo, dà la misura della propria po-

PILLOLE DI AVVENTURA

“L’avventura per me è una spintapersonale più che un fatto esplora-tivo inteso nel senso più comune.Nei grandi silenzi, nei grandi spazi,ho trovato una mia ragione di esse-re, un modo di vivere a misurad’uomo. A casa, nella baraonda delquotidiano che purtroppo mi cir-conda, io ci riesco sempre meno, elo dico con tristezza. Ormai ci stia-mo rapidamente allontanando dalcordone ombelicale che ci unisce aMadre Natura, e diventiamo sem-pre più spaesati e dissestati. Co-munque, per sentirsi un po’ di spa-zio intorno, un po’ di quiete, a pen-sarci bene non è neanche necessa-rio andare nell’Antartide o nell’A-mazzonia, perché il vero spazio co-struttivo, secondo me, è quello del-la mente. È lì che bisogna crearselo!Il bello dell’avventura è sognarla,dare aria all’immaginazione, poi sipotrà anche tentare di dare mate-ria ai propri sogni. Per questo lafantasia deve accompagnarci sem-pre. Noi dunque facciamo dei sognie la nostra immaginazione ci dàdelle idee, si tratta di sapere se riu-sciremo a realizzarle oppure no.Lo spazio dell’avventura non siesaurirà mai, perché l’avventura èinseguire i propri sogni, e tutti so-gnamo a qualunque età”.

Walter Bonatti

ragazzi

Vita all’ariaapertaI ragazzi di oggi hanno ancora desiderio diavventura, di mettere alla prova se stessi. Siamosempre in grado di dare loro questa opportunità?

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vertà, ma anche delle possibilità di in-serirsi positivamente nel proprio am-biente di vita.Questa abitudine a scoprire e a stabilirerelazioni costituisce una scuola attivaper una presa di coscienza della propriapersonale corresponsabilità nell’usoequilibrato delle risorse naturali e pro-muove comportamenti corretti orienta-ti verso lo sviluppo sostenibile”.

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Più volte la nostra Associazione, at-traverso questionari, interviste, in-

dagini, ha interpellato ragazzi/e (askthe boy) chiedendo loro cosa pensasse-ro dello scautismo e in particolare comestessero vivendo questo grande gioco.I ragazzi/e seppur inseriti nel contestosociale del XXI secolo hanno ancora undesiderio d’avventura: a questa conclu-sione si è arrivati analizzando le loro ri-sposte e le loro richieste. L’indaginesvolta qualche anno fa’ sul calo dei cen-siti ci ha insegnato che una gran partedei ragazzi/e si aspettavano qualcosa dipiù, di diverso!I ragazzi/e ci chiedono scautismo per vi-vere principalmente a contatto con lanatura, l’ambiente, il creato. È vero che negli ultimi anni si sono molti-plicate le agenzie che offrono trekking,corsi di sopravvivenza, sports estremi per

far assaporare un surrogato d’av-ventura fine a se stessa.

L’avventura scouti n v e c e

ragazziVita all’aria aperta

L’avventura scout offre la possibilità di vivereesperienze cariche di entusiasmo, emozioniche vanno ad incidere in maniera indelebile

nell’animo del ragazzo

8 PROPOSTA EDUCATIVA

La traccia si perdeva nella prateria, tra ciuffi di veccioni eradi alberi. Sabina si fermò lasciando cadere pesantementelo zaino. Bussola alla mano, cercò un punto di riferimentoche le permettesse di riprendere il cammino del suo hike.Doveva andare avanti e attraversare tutto il prato fino alfontanile che si intravedeva al confine del bosco. Solo quan-do vi arrivò riuscì a capire dove fosse, sempre ammesso che ilfontanile che aveva davanti fosse quello giusto! Qualcosadentro di sé vibrava più del solito. Essere da sola in quei pra-toni lontani dal campo le metteva un po’ paura, ma nellostesso tempo le dava una nuova dimensione di sé. Le sue ca-po la ritenevano capace di affrontare quel percorso, le coseche aveva imparato in quasi cinque anni di reparto eranoun bagaglio sufficiente per andare avanti, i suoi sedici anniun’età che l’apriva a nuove prospettive. Tutto questo la face-va sentire diversa, quasi più alta fisicamente e più matura.Non aveva il conforto della sua squadriglia, è vero, ma nonaveva nemmeno la seccatura di doverla tirare, quello chestava vivendo era un momento solo suo. Bevve, si bagnò ilviso e cercò di ritrovare la traccia del sentiero. La carta lo in-

dicava ai margini del bosco e il bosco era lì, a poche decinedi metri. C’era la traccia di un sentiero, non poteva sbaglia-re. Eppure esitò. I faggi erano alti e frondosi, il sole chiazza-va appena il terreno e il sentiero, sulle prime marginale albosco, vi si inoltrava deciso dopo qualche metro. Dovevaproprio seguirlo? Consultò di nuovo la carta: se voleva arri-vare alla frazione indicata per il suo pernottamento non c’e-ra altra strada. Ora avrebbe voluto avere accanto la sua ca-po, affidarsi ai suoi passi e seguirla tranquilla godendosi ilvento caldo che le sfiorava il volto. Ma era sola: con due oredi strada alle spalle e il bosco davanti.Guardò i pezzetti di cielo incredibilmente turchini che tra-sparivano tra le foglie, poi strizzò gli occhi in avanti: la trac-cia era chiara, non si sarebbe persa. Ebbe la sensazione chela vita sarebbe stata piena di momenti come questo: prende-re una decisione ed andare avanti. Sospirò, sistemò megliolo zaino e riprese a camminare. Sotto, sotto, avvertiva di nonessere sola, Qualcuno camminava con lei...

Sentiero fede n. 2 – Avventura – Ed. Nuova Fiordaliso

PILLOLE DI AVVENTURA

offre ancora la possibilità di vivere espe-rienze cariche di entusiasmo, emozioniche vanno ad incidere, in maniera inde-lebile nell’animo del ragazzo/a facendolocapace di vivere la propria quotidianitàcon sguardo nuovo, consapevole che nonesiste un giorno uguale ad un altro e cheogni incontro è un incontro diverso.

“Erano le sette di una caldissima sera trale colline di Seeonee, quando Babbo Luposi destò dal suo riposo diurno…” Come

PILLOLE DI AVVENTURA

Quando tutto ti sembra cancellato,allora parti per l’avventura:apriti la strada con coraggio.Quando ti sembrano cancellati l’en-tusiasmo, la speranza, l’amore,questi tre sentimenti meravigliosi,allora parti per l’avventura con co-raggio. L’avventura della tua vita.Questa tua vita, oggi, qui, con questipesi. Questa materia con cui si co-struisce il miracolo di una cattedraledi gioia.

Quaderno di traccia

Attività al Jamboree, Thailandia 2003

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non possono suscitare stupore, emo-zione e curiosità queste parole al cuc-ciolo appena entrato in branco. Paroleche si aprono ad un mondo meravi-glioso, inizio di un’esperienza affasci-nante che è tra le più belle che un bam-bino/a possa sognare.Il sogno, questo indispensabile ingre-diente che ci rende capaci di grandiimprese, grandi emozioni. Avere la ca-pacità di sognare è vedere la vita conocchi straordinari, è avere il desiderioe la volontà di vivere la vita fino in fon-do con gusto, impegno, passione e spe-ranza, è capire che oltre l’orizzonte c’èsempre qualcosa che ci attende.Marco Polo, Cristoforo Colombo, Erne-st Shackleton, Charles Lindbergh, NeilArmstrong, e tanti altri ovviamente, incomune avevano sicuramente il gran-

de desiderio di realizzare il loro sogno.Proviamo ad immaginare per un attimole attività scout senza aria aperta: cacceo voli, uscite e missioni di squadriglia,hike, raid, campi o route, fuoco di bivac-co o veglia alle stelle. Quante volte noicapi non abbiamo il coraggio di proporreattività “forti” o semplicemente fedeli almetodo scout? Cosa diventerebbe loscautismo senza avventura?Quante volte dobbiamo ridimensionaree talvolta abbandonare i nostri intentieducativi perché riceviamo veti incro-ciati anche da parte dei genitori? Do-mande banali ma necessarie per capiredove stiamo andando e quali rispostecoerenti dobbiamo dare.

PILLOLE DI AVVENTURA

Partire la mattina senza aver previstola partenza. Mettere nel proprio saccoquello che c’è nell’armadio di cucina;un pezzo di pane, una fetta di for-maggio. E poi andarsene alla ventu-ra, senza nulla domandare al giornoche si risveglia e che viene a noi con lasua ricchezza sconosciuta.Andarsene alla ventura... Lasciareche gli uccelli volteggino intorno; nonspaventare il merlo che canta sullasiepe; non strappare il biancospinoche nutre le api; non schiacciare lalarva che striscia al suolo.Andarsene alla ventura, sola e silen-ziosa attraverso le vigne la cui terrapesante si attacca alle scarpe; attra-verso i campi bagnati dove la vanessaprecoce cerca i primi fiori; lungo imargini del bosco dove, sotto le fogliesecche dell’anno scorso, scivola la bi-scia e dorme il rospo.Andare alla ventura senza aver previ-sto nulla. Superare d’un balzo l’osta-colo che si presenta sulla strada. Inuno slancio di allegria saltare sulmuricciolo. Prendere per rifugio l’al-bero che ci troviamo davanti e per se-dile il paracarro della strada. Non te-mere i chicchi di grandine che cado-no con rumore di perle sulla stradadura e sulle foglie.Non aver paura delfreddo che intirizzisce le mani, né delcaldo che rende così pesanti e tristi lepiante assetate. Essere più forte dellasofferenza. Più forte della povertà.Generosa, come un melo carico difrutti. Rasserenante, come un campodi grano maturo.Stare tra gli uomini, come la chiesasta tra le case del villaggio. Lanciare ilproprio canto attraverso il mondo,come la campana del campanile.Andarsene alla ventura, senza nulladomandare alla vita, se non la suabellezza e il suo lento scorrere.Andarsene alla ventura... senza nulladomandare.Ma accettare, felice, l’offerta dell’orache passa, felice, felice, il dono delgiorno.

Il libro di Lezard

ragazziVita all’aria aperta

«Con il termine scouting si intendono l’opera ele qualità dell’uomo del bosco, dell’esploratore,del cacciatore, dell’uomo di mare, dell’aviatore,

del pioniere, dell’uomo di frontiera». B.-P.

Piccola bibliografia

Baden-Powell: Scautismo per ragazzi - Ed. Nuova FiordalisoBaden-Powell: Guida da te la tua canoa - Ed. Nuova FiordalisoBaden-Powell: La strada verso il successo - Ed. Nuova FiordalisoLuigi Dal Lago: Lungo la Strada. Ed. Nuova FiordalisoGiorgio Basadonna: Spiritualità della Strada - Ed. AncoraGiorgio Basadonna: Nel deserto parlerò al tuo cuore - Ed. AncoraGiacomo Grasso: Sulle strade - Ed. GribaudiGianfranco Vianello: Sulle strade del regno - Ed. Nuova FiordalisoA. Selleri - P. Oliva: Costruire la Route - Ed. Nuova FiordalisoGuido Cenderelli: E io possiederò l’infinito - Ed. AncoraAndrea Ghetti: Al ritmo dei passi - Ed. AncoraMichel Menu: Deserto, terra di libertà - Ed. AncoraFederico Lombardi: Le tue vie Signore davanti a me - Ed. Borla

Campo Nazionale E/G 2003 Sardegna

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metodo

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di Paolo Natali

Alzi la mano chi, durante la prova disegnalazione al challenge di squa-

driglia, non avrebbe sottoscritto la se-guente affermazione:Le trasmissioni criptate, comunicazionisu bande riservate, fibre ottiche per farcorrere internet, gli stessi telefonini più omeno sofisticati hanno soppiantato i me-todi di trasmissione che esistevano agliinizi del secolo. I vecchi codici Morse e se-maforico sono rimasti patrimonio di no-stalgici scout che, imperterriti, continua-no ad usarli con lo stesso spirito con cuimettono il giusto quantitativo di sale nel-l’acqua della pasta.1

Può darsi che amici, scout e non scout, cene abbiano chiesto conto. Può semplice-mente darsi che sia emersa spontaneaquel giorno in cui ci siamo salvati col te-

lefonino dopo che, con legambe rotte e incastrati infondo a un crepaccio, il fi-schietto non ci era stato digrande aiuto... in ogni caso laquestione esiste: ma a che co-sa servono le tecniche scout?Poi uno può girarla e condir-la come preferisce: a cosaservono in un mondosempre più tecnologico,a cosa servono se lacompetizione di altreagenzie educativesembra avere un’attrat-tiva più forte dell’imma-ginario che lo scautismotrasmette, e così via. Ciò nontoglie importanza al proble-ma: dobbiamo ancora in-

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segnare ai nostri ragazzi a fare i nodi, co-struire i tavoli, cucinare alla trapper?Se per un momento si esce dal ruolo dicapi scout che hanno costruito il pro-prio presente sulla base di questo im-maginario, si converrà che la domandaè intrigante. Lo è perché mette in giocol’intero scautismo: a seconda della ri-sposta che diamo, infatti, potremmo ne-gare la ragion d’essere anche ai calzonicorti, ai campi in tenda, alle veglie rover,alle costruzioni e alle attività manuali ingenere. Tutte queste scelte hanno un’u-tilità pratica in un mondo senza televi-sione, senza tante infrastrutture, senzatanta opulenza. Qualcuno ha affermatoche, non più stretti da tali condizioni, ilnostro continuare a comportarci cosìsuona perfino offensivo rispetto a chinel mondo ancora lo fa per forza, a cau-sa di miseria e sottosviluppo: a noi, infondo, non sarà negata una doccia caldaa fine uscita.C’è di più: il divario che si è creato tra laclassicità scout e la vita reale ci pone difronte a situazioni curiose: demonizzia-mo il telefonino perché non è stile, cifacciamo scaricare dalla corriera a trechilometri dalla casa così facciamo unpo’ di strada, il clan può organizzare unafesta di beneficenza in una palestra manon in un night club, non usiamo i chio-di ma le legature (perché siamo laborio-si...), non usiamo le legature ma i chiodi(...ed economi).Tutto ciò non mette in buona luce la no-stra scelta di credere ancora ad uno scau-tismo di competenza tecnica. Ma qual èl’alternativa? Due sono le possibilità: dauna parte uno scautismo meno legato al-la tecnica, e quindi necessariamente con

metodoTra tecnica e tecnologia

Il nostro carisma scout si manifesta nellaconvinzione che il servizio debba essere

testimoniato nella concretezza dell’agire

La parola a B.-P.Non c’è dubbio che il cinema, qualora non sufficientemente con-trollato, possa divenire, mediante la suggestione che esercita, unpotente incitamento al male. Ma se il cinema può essere stru-

mento di male, altrettanto efficacemente può essere trasformatoin strumento di bene. Esistono attualmente film eccellenti di storia

naturale e di studio della natura, che danno al bambino un’idea assai più chia-ra dei processi della natura di quella che un qualsiasi numero di lezioni in ma-teria può dare.

Baden-Powell“Il libro dei Capi”

Campo Nazionale E/G 2003 Sardegna. Nella pagina a fianco Campania

meno vita all’aria aperta; dall’altra unoscautismo all’avanguardia nell’uso ditecnologie avanzate.Oppure, naturalmente, possiamo sem-pre scegliere di continuare ad armeggia-re tra nodi, legature e tende canadesi.Nella storia del movimento scout, vi è undato che dovrebbe far riflettere: già neiprimi anni del secolo scorso, quandoBaden-Powell iniziò a delineare il meto-do scout, le tecniche che egli promuove-va non erano certo utili per la sopravvi-venza nella vita di tutti i giorni: in GranBretagna si viveva anche senza far uso dilegature e cucina trapper. Ciò che il fon-

datore insegnava serviva certo ai militaridel tempo, ma per i ragazzi di città nonaveva utilità immediata. Perché dunquelo facesse, ce lo spiega eloquentementeegli stesso: oltre agli esploratori militari,ci sono anche altri tipi di esploratori, uo-mini che in tempo di pace compiono unlavoro che richiede lo stesso genere di ar-dimento e spirito di iniziativa [...] LoScautismo è utile per qualsiasi genere divita che vorrete intraprendere in seguito.Uno scienziato famoso ha detto che è uti-lissimo per coloro che si dedicano allascienza. Un noto medico ha sottolineatoquanto sia necessario per un medico o perun chirurgo osservare i piccoli indizi, co-me fanno gli scout, e conoscere il loro si-gnificato.2

Risulta così più chiaro per quale motivola presunta obsolescenza delle tecniche“classiche” non è impugnabile dagli av-vocati di uno scautismo meno tecnico,né da quelli di uno scautismo più tecno-logico. Paradossalmente, per formare ilcarattere dei nostri ragazzi potremmo in-segnar loro a cucire le pelli o a costruirerifugi con mattoni di terra (anzi, c’è dascommettere che per qualche ambienta-zione E/G qualcuno l’abbia fatto!). Infat-ti il punto non è qui. È piuttosto l’agirecristianamente nel servizio al prossimo

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metodoTra tecnica e tecnologia

12 PROPOSTA EDUCATIVA

il vero fulcro del messaggio che ci im-pegniamo a trasmettere. Ma è altrettan-to vero che non bisogna incorrere nel-l’errore opposto. Il fine, infatti, non giu-stifica i mezzi: il nostro servizio deveavere un certo stile, altrimenti saremopure buoni cittadini – e nel caso dellanostra associazione, buoni cristiani –ma non esploratori. Il nostro carismascout si manifesta proprio nella con-vinzione che il servizio debba essere te-stimoniato nella concretezza dell’agire.

ca: essere preparati. Il che non vuol direaffatto saper fare ogni cosa! Significapiuttosto che lo scout è pronto ad esserepassabile in un salotto e indispensabilein una situazione di emergenza. E cioè,in parole povere, deve saper prendere lavita con le mani, riuscire a rendersi utilegrazie alla propria abilità a trasferire nelconcreto ciò che ha imparato in teoria. El’apprendimento è anche indiretto: ilprimo soccorso è qualcosa la cui utilità è

chiara, mentre il Morse ci tor-nerà utile, ad esempio, per ca-pire il concetto di linguaggiobinario utilizzato anche neimoderni sistemi di telecomu-nicazione.È poi vietato insegnare loroanche come si usano un com-puter, un GPS, una videoca-mera? O un uso equilibrato deltelefonino, quando va spentoe quando va acceso? Anchequesto sarà loro indispensabi-le nella vita: spesso l’immagi-ne che abbiamo delle personesi rifà all’equilibrio con cuisanno relazionarsi alla tecno-logia. E tutto servirà a dare airagazzi l’idea che per essereutili, bisogna imparare. In talecontesto, il capo ideale nonnecessariamente sa ogni cosa;piuttosto, è preparato al nuo-vo e all’imprevisto.In un guscio di noce, questo èil vero carisma dello scauti-

smo. Così è molto più semplice capireperché i nostalgici scout continuino im-perterriti a praticare e insegnare, a tuttele età, le tecniche dell’esplorazione al-l’aria aperta. Che sono poi segno diamore per la natura e per quel meravi-glioso Dio che l’ha creata. Nel metodoscout possiamo dunque discernere, co-me Kublai Khan nelle carte di Marco Po-lo3, la filigrana di un disegno così sottileda sfuggire al morso delle termiti.

1 MARCO BERNARDINI, Manuale di arte scout,Roma, Nuova Fiordaliso, 2003.2 ROBERT BADEN-POWELL, Scouting for Boys,London, C. Arthur Pearson, 1946 (ed. italiana:Scautismo per Ragazzi, Milano, Àncora, 1962).3 ITALO CALVINO, Le città invisibili, Torino, Ei-naudi, 1972.

Lo scout deve riuscire a rendersi utile graziealla propria abilità a trasferire nel concreto

ciò che ha imparato in teoria

La parola a B.-P.[...] diventare un abile ed

efficiente scout non si-gnifica semplicemen-te divertirsi e viverel’avventura, ma an-

che (com’è per i guarda-boschi, gli esploratori e gli uominidi frontiera che stai imitando) unmezzo che ti rende capace di aiu-tare il tuo Paese e di dare una ma-no alle persone che ne possanoavere bisogno.

Baden-Powell“Scautismo per ragazzi”

Inoltre, quanto allo scautismo dellenuove tecnologie, è il caso di fare unpunto importante: la tecnologia non èdappertutto. Fuori dalle città, sulle cimedei monti, la natura madre fa ancora ilbello e il cattivo tempo, e non penso diessere l’unico ad aver visto esploratorisalvarsi grazie a una barella costruitacon cinture e bastoni scout. E dentro aigrattacieli e nelle metropolitane, chiusiin abiti dry-fit e cablati fino all’ossessio-ne, ci sono ancora donne e uomini esat-tamente identici a quelli di cent’anni fa.Se si fanno male possono spesso esseresalvati con basilari nozioni di primosoccorso, mentre se vogliono viaggiaredevono ancora saper leggere le cartine.Io queste due cose le ho imparate nellamia sporca e obsoleta sede di reparto.Ecco dunque l’importanza della tecni-

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Alessandra Bizzarri e Gianvittorio Pula sono gli Incaricati Nazio-nali del Settore Specializzazioni. Abbiamo rivolto loro alcune do-mande.

– Chi partecipa agli eventi organizzati dal settore, quali sono letecniche che ricevono maggiori adesioni?«Marco, Anna, Giovanni, Chiara ecc... ovvero tutti ragazzi e capi chehanno il gusto di far bene le cose… Perché la competenza, in fondo,èla capacità di ricercare occasioni per maturare la propria conoscen-za. I campi sono rivolti a guide ed esploratori di 3 e 4 tappa, ai rovere scolte (sia noviziato che clan); ed infine molti sono gli stages pro-posti ai capi.Quest’anno, pur conservando il numero dei campi per ragazzi, si èvoluto ampliare la proposta ai capi: infatti sono stati rafforzati gli sta-ges nazionali (ora in calendario ce ne sonoben 38 di varie tecniche), sono stati realizza-ti molti moduli ai campi di formazione me-todologica e spesso i capi del settore sonostato invitati in gruppi, zone e regioni, su in-terventi specifici per approfondire e svilup-pare la conoscenza delle tecniche, come ri-sorsa educativa.Solo per dare un quadro completo sul servi-zio che i capi del settore specializzazione of-frono: …nel 2002 sono stati ai campi ben1513 ragazzi, e nel 2003, 1233, insomma dal2000 sono passati ben 5831 ragazzi; sola-mente quest’anno è diminuito un po’ il nu-mero,perché il settore specializzazioni è sta-to impegnato nella gestione dei 4 villaggidelle tecniche del campo nazionale (ben108 laboratori!).Le tecniche che hanno ricevuto maggioriadesioni negli ultimi 3 anni sono state:• animazione espressiva con 873 ragazzi;• pioneristica con 557 ragazzi;• trappeur con 492 ragazzi;• in fondo come fanalino di coda: cucina 24 ragazzi, animazione gra-

fica 21...».

– Ma dal vostro osservatorio,notate passione per le tecniche daparte dei ragazzi? e da parte dei capi?«Il termine “passione”, fa pensare a qualcosa in più di un semplice in-teresse verso qualcosa.Passione non solo come semplice inclinazio-ne (in questo caso per le tecniche scout), ma come interesse checoinvolge tutta la persona, un trasporto che prende testa e cuore...Abbiamo conosciuto molti scout appassionati dello scouting cioèdell’“esplorazione”, la chiave per la scoperta della dimensione, dellospessore, della complessità e della leggerezza delle cose.Ralph Parlette dice giustamente: ”GIOCARE è la passione di fare lecose, e LAVORARE è doverle fare”.Nello scautismo, dice B.-P., aiutiamo i ragazzi ad acquistare questoatteggiamento, entusiasmandoli ad attività che li interessanoprofondamente e personalmente, che saranno loro utili in futuro.C’è un’altra accezione del termine passione. PASSIONE come l’insie-

me delle sofferenze sopportate da Cristo per la redenzione dell’u-manità. Un tempo insomma di profondo sacrificio per raggiungerela META; ci sembra proprio bello, come questo termine comprendainsieme l’amore profondo e la sofferenza, quasi che l’una richiedaanche l’altra. Al campo nazionale abbiamo incontrato ragazzi conmolto entusiasmo di scoprire nuove cose,ma è capitato anche di in-contrare ragazzi e capi che preferiscono trovare tutto pronto, per-dendo il gusto di immergersi in avventure ricche di nuove scopertee l’entusiasmo di conoscere con maggiore profondità le tecniche.E così si perde pian piano il gusto di sapere che una corda a secon-da che sia bagnata o asciutta, risponde alla torsione in maniera di-versa, che la legna di pino da più calore di quella di acero, una mar-cia all’azimuth può essere compromessa se non conosci la differen-za fra nord geografico e nord magnetico ecc…».

– Ma qual è il livello medio di competenzada parte dei ragazzi? e da parte dei capi?«È difficile definire un livello di competenza,senza dei parametri a cui fare riferimen-to…è vero però che spesso, specialmenteper i ragazzi, è facile illudersi d’essere com-petenti.Leggo qualcosa su un libricino,vadosu Internet e cerco qualcosa di interessantee la cosa è fatta;ma la competenza non è so-lo questo. L’esperienza vissuta e l’aiuto, sindai primi anni della vita scout, a maturarespecifiche competenze, a verificare in situa-zioni concrete le competenze acquisite, apotenziarle e a metterle a disposizione deglialtri (il trapasso delle nozioni); i ritmi e il climastesso della vita di unità (in particolare dellasquadriglia nel reparto); il “fare” gioioso eproduttivo; la riflessione sul “fare”sono modi

di favorire l’acquisizione di vera competenza.Un altro pericolo è la competenza episodica ed estemporanea. Avolte non si riesce ad avere quella visione “larga e profonda” che ècaratteristica dell’uomo competente; ci si innamora di una porzionedi attività (di quella più eclatante o appariscente o emozionante) e cisi dimentica di parti che sembrano marginali e che invece denotanola vera competenza. Sappiamo bene che l’intuizione di B.-P. sulloscouting come strumento per l’educazione dei giovani ha una va-lenza ancora oggi altissima, l’importante è non trovare le scorcia-toie, proponendo attività che rischiano di diventare banali. È impor-tante che proprio i capi siano nei confronti dei ragazzi i primi “testi-moni del fare”o meglio del “saper fare”.

– Perché vale la pena di investire nel settore della competenza?«La competenza coniuga valori,efficacia,efficienza, interazioni posi-tive: ricerca il bello, l’utile e il buono. L’essere un abile pioniere, nel-l’accezione scout, vuol dire saper mettere le proprie capacità al ser-vizio della comunità, saper progettare, saper mettere in relazionemateriali e spazi, saper operare scelte funzionali ed ecologiche vali-de, conoscere, utilizzare e salvaguardare materiali ed attrezzi...Tuttociò porta a maturare quella competenza globale che aiuta ad esserebuon cittadino e persona migliore».

Alessandra e Gianvittorio, Incaricati Nazionali Settore Specializzazioni

Dalla conoscenza alla competenza

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comunità capi

Dalla Promessa alla Partenza:siamo tutti corresponsabili?Vari pareri per approfondire un tema che è parte integrante del cammino scout

Capi che si occupano solo della lorounità, capi super impegnati che non

hanno il tempo di pensare ad altro chealla loro unità, capi gelosi dei loro

ragazzi: ma è proprio vero che in Co.Ca.siamo corresponsabili dell’educazione

di tutti i ragazzi del gruppo?

R/S che ce l’hanno con i capi repartoche mandano dei ragazzi che non han-no capito niente di scautismo, e cheperciò dovranno rifare tutto da capo.Tutto ciò non esiste! Io e Andrea che sia-mo Capi Gruppo crediamo molto inquesto aspetto della corresponsabilitàeducativa, perché sta alla base di tutto ilcammino scout, sta alla base di tutte leazioni educative che facciamo, di tuttele attività che proponiamo dall’ingressodel bambino in branco fino alla Parten-za. Tutti i capi della Co.Ca., e dico pro-prio tutti, sono educativamente corre-sponsabili dei ragazzi del gruppo, per-

ché sono i ragazzi che crescono nelgruppo; ovviamente è sottointeso

che vi sia corresponsabilità educa-tiva anche all’interno dell’unità,fra il capo e la capo unità. Ilbambino si iscrive ai lupetti, èvero, ma in senso generico siiscrive agli scout, inteso comeassociazione espressa nel grup-po. Ed è importantissimo, e noi

Capi Gruppo non smettiamomai di ricordarlo: ci deve

essere la stessa lineaeducativa, espressa inun progetto educativoche fa da riferimentoper tutti».

KATIA, MAESTRA DEI NOVIZI E CAPO GRUPPO

«Per me corresponsabilità educativavuol dire che tutti i capi della Co.Ca. de-vono sentirsi ugualmente responsabilidell’educazione dei ragazzi a prescinde-re dalla Branca a cui appartengono.Non esiste che i capi reparto pensinosolo al loro reparto e che poco importidei lupetti o dei rover perché la loro è la“branca”. E non esiste nemmeno perquei capi branco che pensano solo al lo-ro branco, perché tanto poi, quando ilupi passeranno in reparto saranno por-

tati alla rovina. Oppu-re quei capi

14 PROPOSTA EDUCATIVA

di Andrea Abrate

Abbiamo incontrato una Comunità Ca-pi,alla quale abbiamo chiesto un pareresulla corresponsabilità educativa.Qual-cuno ci ha guardato con aria perplessa“…corresponsabilità educativa? Di co-gestione e di coeducazione avevo sentitoparlare, ma di corresponsabilità… boh,un’altra cosa da progettare?”. Poi, fortu-natamente, si è avvicinata Katia.

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ALDO, CAPO CLAN

«Come ha appena detto Katia, la corre-sponsabilità educativa è implicita nelprogetto educativo dove si progetta uncammino comune e continuativo pertutti i ragazzi del gruppo e la Co.Ca. ne ègarante. Il progetto educativo è propriolo strumento dove attuiamo la corre-sponsabilità educativa durante tutte lesue fasi: dall’analisi alla verifica. In ognifase lavoriamo con l’obiettivo generaledel gruppo, e non della propria unità.Per sua natura e struttura il progettoeducativo ci obbliga a pensare in questadirezione. Proprio quest’anno dovremorifarlo e per la nostra Co.Ca. sarà unbuon esercizio».

MATTEO E MELANIA, CAPI REPARTO

«Abbiamo un reparto molto giovane,dove i più vecchi, i capi squadriglia, so-no al terzo anno. Ci è capitato che duesq. maschili, i Cobra e i Daini, siano an-date in missione di squadriglia e chenon si siano comportate proprio da“scout modello”. Non sapevamo cosa fare: ne abbiamoparlato in Co.Ca. per capire insieme co-sa era successo e sono stati molto pre-ziosi i suggerimenti di tutti i capi. Dopouna lettura dei fatti e la ricerca dei moti-vi, siamo arrivati alla conclusione che inreparto non lavoriamo abbastanza conil Consiglio Capi: responsabilità e auto-nomia iniziano da lì.Spesso nella nostra Co.Ca. si parla deiragazzi solo quando ci sono problemi, eanche allora c’è chi sbuffa perché si par-la di cose troppo specifiche, che non ri-guardano tutte le unità.Quando invece ci sono i passaggi dauna branca all’altra o le partenze, alloraè molto più facile parlarne perché sonointeressate più branche nello stessomomento».

ANDREA, CAPO GRUPPO

«Già, hanno ragione Matteo e Mela a di-re così. Io e Katia insistiamo affinché siriesca a parlare di tutti i ragazzi delgruppo. È importante parlarne per pre-venire i problemi, per aggiustare la mi-ra, per approfondire maggiormente le

comunità capiSiamo tutti corresponsabili?

«Tutti i capi della Co.Ca. sonoeducativamente corresponsabili dei ragazzi

del gruppo, perché sono i ragazzi checrescono nel gruppo»

– I pareri sentiti nelle interviste sono esaustivi? Cosa manca? – Nelle nostre Co.Ca. come lavoriamo? – Siamo d’accordo con quanto dice Katia che dobbiamo sentirci responsabili di

tutti i ragazzi del gruppo? Lo attuiamo veramente? Oppure solo durante la ste-sura del progetto educativo?

– Parliamo dei ragazzi in Co.Ca.? in che modo? “spettegoliamo” o costruiamo? neparliamo solo quando ci sono problemi?

– E a proposito di PPU, come la viviamo? Quali sono le proposte? – Coinvolgiamo i genitori? come? con quale frequenza?– Quante volte “siamo di esempio e mai di inciampo”?

ZOOM

Qualche domanda alle Co.Ca.

3/2004

conoscenze su di essi e per poter meglio cali-brare le nostre azioni educative. Ma non è sempre facile: ci si scontra col fat-to che durante l’anno le cose da fare sonotantissime, e quando si inizia a parlare deiragazzi le serate volano via.Eppure sono con-vinto che se dedi-cassimo più tem-po a conoscere iragazzi del gruppo,a discutere di come aiu-tare ciascuno a migliorare, a sceglierequali passi compiere in un’unità e qualinell’altra, allora capiremmo veramente checos’è la progressione personale unitaria.La corresponsabilità educativa divente-rebbe uno stile nel fare le cose, un ele-mento naturale del nostro fare educa-zione».

FEDERICA, AIUTO CAPO REPARTO, TIROCINANTE

«Ma ci sono già talmente tante cose da fare in repar-to e talmente tante guide: dove lo troviamo il tempoper conoscere anche gli altri ragazzi del gruppo!?! Ègià tanto se mi ricordo i nomi di tutte le guide e le lo-ro specialità. Per me è già una responsabilità pensarealle guide, figuriamoci se mi metto a pensare anche aglialtri ragazzi del gruppo: ci sono gli altri capi unità per que-sto, no?»

PAOLO, CAPO BRANCO

«Beh, un po’ per volta, Fede…intanto ok, comincia apensare alle guide, poi pian, piano… E comunque, losforzo è inutile se non riusciamo a coinvolgere i ge-nitori. È importante avere un buon rapporto conloro; dobbiamo coinvolgerli, informarli sui nostri

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obiettivi educativi di gruppo, renderliconsapevoli che i loro figli percorronoall’interno del gruppo un camminoeducativo, che sarà tanto più efficacequanto più loro saranno presenti e ciaiuteranno in questo».

ANNA, CAPO BRANCO

«Non è facile dialogare con i genitoridurante quel paio di incontri istituzio-nali che facciamo durante l’anno: sonoin tanti, e tutti vengono con domandemolto pratiche, tipo “ma di quanti litrilo devo prendere lo zaino per mio fi-glio?”, “e l’uniforme, dove posso acqui-starla?”, “…ma lei si chiama Akela dinome o di cognome?!?”.Noi cerchiamo di sfruttare i momentiinformali quando accompagnano ibimbi e quando vengono a prenderli,oppure, se necessario andandoli a tro-vare a casa …magari facendoci invitarea cena. Vi garantisco che parecchi pro-blemi con alcuni bambini del nostrobranco li abbiamo superati andando atrovare i genitori a casa».

MARTA, CAPO CLAN

«Per me la cosa più importante restasempre l’esempio! Poi vengono anchela corresponsabilità educativa e tutto ilresto. Il capo deve dare il buon esem-pio sempre, sia con la sua unità, checon i ragazzi del gruppo, fuori dall’as-sociazione, sempre! Allora sì che siamodavvero corresponsabili: potremmodedicare anche tutte le riunioni diCo.Ca. dell’anno a conoscere i ragazzidel gruppo, ma se poi quando li incon-triamo fuori dalla sede, in Chiesa, alsupermercato, non siamo in grado dirivolgere loro una parola semplice, unsorriso, allora abbiamo sbagliato pro-prio tutto. La preghiera del capo cita:“che io sia loro di esempio e mai di in-ciampo”. Per me questa frase deve es-sere al centro di qualsiasi azione edu-cativa. Se si vogliono raggiungere degliobiettivi dobbiamo essere noi i primi a“trascinare” nella direzione giusta, epoi solo dopo, potremo andare a vede-re quanti ci seguono. Il capo trascina,non spinge. Poi possiamo parlare dicorresponsabilità educativa».

Grazie ragazzi dei vostri preziosi pare-ri. Arrivederci e Buona Strada!

comunità capiSiamo tutti corresponsabili?

La preghiera del capo recita: “Che io sialoro di esempio e mai di inciampo”. Questa

frase deve essere al centro di qualsiasiazione educativa

16 PROPOSTA EDUCATIVA

Siamo ormai al termine di quest’annoscout: è l’ora della verità, il momentogiusto per misurare il grado di corre-sponsabilità della nostra Co.Ca. Pro-viamoci con questo piccolo test.

Rispondi a queste domande nel tempomassimo di cinque minuti:

1) Quanti sono i ragazzi censiti nel no-stro gruppo?

2) Quanti lupetti/coccinelle ci sono inbranco/cerchio?

3) Dove e quando si è svolta l’ultimacaccia/volo?

4) Quali sono i nomi delle squadrigliedel reparto?

5) Qual è il nome dei capisquadriglia?6) Qual è stata l’ultima impresa svolta

dal reparto?7) Dove si è svolto il campo invernale

del noviziato?8) Chi sono i rover e le scolte che svol-

gono servizio in branco? e in re-parto?

9) Chi ha firmato la Carta di Clan que-st’anno?

Se hai saputo rispondere a tutte ledomandeBravo! La corresponsabilità inizia con laconoscenza: sei sulla strada giusta!

Da quattro a cinque risposte giusteProprio il minimo di sopravvivenza: ap-plicati, puoi fare molto di più!

Se hai risposto con certezza solo alledomande relative alla tua unità…ma lo sai che esiste il gruppo? Queiloschi figuri che talvolta incontri allariunione di Co.Ca. sono dei capi unitàcome te: se inizierai a parlare con loro,lo scoprirai. Provaci!

Se non hai risposto nemmeno alledomande della tua unitàNo comment!

Se non hai saputo rispondere ad al-cuna domanda e sei il capo gruppoCorri subito a confessarti! Stai ingan-nando la tua Co.Ca.

Alla prossima riunione di Co.Ca. si po-tranno confrontare i risultati.Emergerà facilmente se in Co.Ca. siamocorresponsabili dei ragazzi del grupposolo a parole, o anche nei fatti.Si fa presto a dire che siamo tutti corre-sponsabili del cammino di ciascuno,dalla Promessa alla Partenza, ma lo sia-mo veramente?La corresponsabilità nasce dalla cono-scenza e dalla condivisione: se non ab-biamo saputo rispondere facilmente al-le domande del test (e se ne potrebbe-ro inventare mille altre), forse nelle no-stre riunioni di Co.Ca. dobbiamo dedi-care un po’ più di tempo a parlare deiragazzi del gruppo, a raccontarci i pro-grammi delle unità, a verificarli…prova-re per credere!

ZOOM

Un test per misurare il grado di corresponsabilità

La prova del nove

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Da alcuni anni la nostra Zona viveuna fase un po' stanca di calo di

partecipazione e di entusiasmo negliincontri tra capi. Scene assembleari tri-sti con il quorum appena appena rag-giunto e occhi puntati all’orologio acontare i minuti, hanno accompagnatoun Comitato ristretto ed oberato di in-carichi, ormai pronto ad attuare qual-siasi strategia pur di far aumentare ilnumero di partecipanti. Ma a volte ri-durre le assemblee da due giorni a uno,e da uno ad una sera, serve a poco se siè spento lo spirito e la voglia di esserci.Ma perché la formula delle assembleeufficiali dai contenuti importanti di-battuti su comode sedie, in stanze illu-minate, amplificate, riscaldate e servizicon la carta igienica attirano poco?Forse la risposta esatta è stata data dal-l’Assemblea di Primavera di quest’an-no trasformata in una Route Capi. Daqualche tempo è scaduto il Progetto diZona, l’obiettivo è quello di gettare lebasi per quello futuro; si decide chetutti i capi della zona devono esserneprotagonisti nella redazione, ma c’è bi-sogno di conoscersi meglio. E alloravia, si parte a gennaio quando il Consi-glio di Zona fa incontrare le Co.Ca. ab-binandole e facendole confrontare su

temi contenuti nei programmi dellestesse Comunità. Ogni bi-Co.Ca. pre-para poi un momento di animazioneda proporre al resto della zona sull’ar-gomento trattato. Ecco che allora ogniCo.Ca. diventa indispensabile perla riuscita della Rou-te. Il 27 marzo ca-ricati capi e zainisu due pullmanraggiungiamoSulzano sulle ri-ve del lago d’I-seo (BS) e ci im-barchiamo per

scautismo oggi

Assemblea di Zona:un’idea che funziona

Monte Isola. Per bi-Co.Ca. percorriamoil sentiero che porta al santuario dellaMadonna della Ceriola. Un paesaggioincantato fa da sfondo alle nostre cin-quanta tendine piantate. Condivisa lacena ci buttiamo in un gioco strategicoappassionato e attorno al fuoco conqualche canto e due bans si decretano ivincitori. La mattina successiva dopole lodi si apre il momento assembleare:protagoniste le bi-Co.Ca. con il loromomento di animazione nella cornicedi un anfiteatro naturale baciati da untimido sole. Con S. Messa al Santuario,pranzo e momento riservato alle bran-che si riprende il sentiero al contrario esi ritorna a casa con il mandato, conse-gnato alle Co.Ca., di una griglia di lavo-ro come traccia per il Progetto di Zona.La stanchezza negli occhi, ma sguardisereni ed entusiasti sul ritorno in pull-man mi hanno fatto capire che la vec-chia formula gioco-avventura-strada èancora l’alchimia vincente ad ogni età

e ad ogni livello.

Anna FasoliComitato di Zona

Verona Custoza

Voglia di cambiare,voglia di avventura, distrada e di gioco, voglia di riscoprirci uniti...

3/2004 17

Monte Isola

Il Consiglio di Zona faincontrare le Co.Ca.

abbinandole e facendoleconfrontare su temi

contenuti nei programmidelle stesse Comunità. Ogni

bi-Co.Ca. prepara poi unmomento di animazioneda proporre al resto della

zona sull’argomentotrattato

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Routedi Soviore

Carissimi fratelli e sorelle, mi chia-mo Giampiero sono maestro dei

novizi del Gruppo Ceggia 1° (piccolocomune in provincia di Venezia) e vor-rei condividere con voi una splendidaesperienza di scautismo vissuta loscorso Natale. Per puro caso un giorno navigando perla rete sono inciampato nel siti delCentro studi ed esperienze scout Ba-den-Powell (www.baden-powell.it), elì scopro che esiste fin dal 1967 una co-munità scout sorta intorno al Santua-rio di Nostra Signora di Soviore nelleCinque Terre, che organizza ogni anno,sia durante il periodo pasquale che du-rante il periodo natalizio, una Routedello spirito molto intensa aperta a ro-ver, scolte o anche a singoli capi diqualunque provenienza associativa(principali partecipanti provengonodall’AGESCI o dagli Scouts d’Europa).L’esperienze è stata fortissima per i ra-gazzi, ma anche per me, in quanto sivive uno scautismo essenzialissimo emolto, e ribadisco molto, spirituale.Tutti i partecipanti sono chiamati adimpegnare lo spirito, le proprie gambee corde vocali, generando un magnifi-co clima poiché dai piedi non passa so-lo lo scautismo, ma anche la parola dinostro Signore. La legge scout vive chiaramente nelleunità di formazione come nei momen-ti comunitari attraverso la gioia, masoprattutto attraverso il rispetto per lanatura le persone e le cose, che nascedal clima simile ad un allegro mona-stero francescano. Da questo climaconsegue che il vitto da consumarsi èessenziale, l’uniforme perfetta, asti-nenza da fumo alcolici e cellulari, gliorari vanno rispettati, così come i mo-menti comunitari. Il motto della co-munità della quale ogni partecipantealla route diviene automaticamentemembro è “ ...da un piccolo seme na-sce un grande albero” ...ricordate la pa-rabola della senapa? Le route della comunità scout di Sovio-re diventano così un evento nazionale

scautismo oggiEsperienze

18 PROPOSTA EDUCATIVA

Settimana internazionaledello scautismo a Vicari

V icari, è un piccolo paese della pro-vincia di Palermo arroccato sulla ci-

ma di una montagna nell’entroterra sici-liano. Un bellissimo castello, tuttora inrestauro, che domina ancora la valle delfiume San Leonardo, si ergeva a difesa diun vasto feudo.A febbraio Vicari è stata il centro delle at-tività della Settimana Internazionaledello Scautismo, una tradizione radicatanelle Zone siciliane avente lo scopo diportare fuori dai gruppi lo spirito e lo sti-le scout, diffondendo lo scautismo anchein territori dove non è conosciuto.La Settimana Internazionale si è apertadomenica 22 febbraio nei vari centri del-la Zona (Altavilla Milicia, Bagheria, Bo-lognetta, Marineo, Termini Imerese, Tra-bia, Vicari e Villafrati), per sensibilizzarel’opinione pubblica sul tema del

Thinking Day di quest’anno: “il diritto di vivere in pace”. Durante la settimana,a Vicari, si è svolta una tavola rotonda dal titolo “Scautismo e Società nel Ter-zo Millennio” che ha visto riuniti politici, ex-scout, dirigenti scolastici, sacer-doti, quadri dell’Agesci. Infine domenica 29 Vicari è stata pacificamente inva-sa dagli oltre mille scout della Zona Eleuterio (erano presenti anche tanti ge-nitori con noi!) che hanno festeggiato insieme i 35 anni di scautismo a Vicari,mobilitando tutto un paese in giochi, riflessioni, inchieste. Una bandiera dellapace, cucita da molti abitanti del piccolo centro, ha poi sventolato dentro laChiesa Madre dove il cardinale Pappalardo, già arcivescovo di Palermo, ha ce-lebrato la SS. Messa, incitando ragazzi e capi a percorrere le strade dei valoricristiani e scout, perché essi sono la strada maestra per costruire la vera Pace,dono del Cristo, e meta di noi tutti.

Paolo Spanò

di approfondimento delle due princi-pali festività cristiane: marcia, frater-nità, stile scout, tanta preghiera e tantaliturgia e tanto canto fecero definireSoviore da Mons. Andrea Ghetti (Ba-den) “il luogo della spiritualità delloscautismo”. Nulla vi posso dire di più,se non di provare, perché torneretespossati dalla fatica, ma carichi dienergia. Stringendo idealmente a tuttila mano sinistra. Fraternamente “Buo-na strada”.

Giampiero Giacomel

Inviate articoli e immagini delle vostre attività significative

a [email protected]

I partecipanti alla Route

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Questo numero di Spirito scout è tutto dedicato alla conclusione delleattività “ordinarie”, in preparazione al momento centrale di tutto l’an-

no scout, il campo estivo.Dopo l’esultanza del tempo pasquale, la Chiesa medita sul tesoro piùgrande che il Signore ci ha lasciato e nel quale tutto è racchiuso. Questo te-soro è la Sua stessa presenza nell’Eucaristia. Senza l’Eucaristia tutte le no-stre feste pasquali rischierebbero di essere solo un bel ricordo di una sto-ria a lieto fine. Gesù è risorto veramente! Lui resta per sempre vivo, tra dinoi, per noi. Possiamo ancora incontrarlo, amarlo, pregarlo come 2000 an-ni fa perché la sua presenza nascosta in quel pane ci dona ancora lo Spiri-to Santo, come allora. Ecco perché la Chiesa ci fa celebrare solennementeil Corpus Domini prima del grande tempo ordinario. Per ricordarci la vit-toria di Gesù. Per ricordarci l’unica cosa essenziale. Lui è qui ancora, connoi. Questa solennità può illuminare anche il tempo di quest’ultima partedell’anno, prima delle vacanze dei ragazzi. Il nostro cuore non va mai in

vacanza, anche sespesso la fede ri-schia di finire nellacartella di scuola,fino all’inizio delnuovo anno a set-tembre. Finisconogli scout, finiscela scuola, non c’èpiù niente in par-rocchia, f ino alcampo estivo, bre-ve pausa di spiri-tualità nel caldogenerale. Perché,invece, non prepa-rare i ragazzi a sco-prire questa pre-senza di Gesù ognigiorno per ritro-varla poi nel tem-po ordinario? LaMessa domenicaleo una sosta inchiesa per un po’

di adorazione potrebbe essere l’appuntamento “extra” che ci fa ritrovarecome capi tra capi (o con i propri ragazzi) al di là delle riunioni tecniche dilavoro pre-campo.Il Papa ha insistito molto, in quest’ultimo periodo, su questo Sacramento,l’Eucaristia, che rischia di essere dimenticato o, peggio, banalizzato da unpuro precetto festivo, ma senza mai un incontro personale e silenzioso atu per tu con Lui. Gesù non è solo una Parola che penetra nel cervello co-me spada, ma è soprattutto una presenza, qui, oggi. Ci ha detto che “Sen-za di me non potete far nulla”. Questo vale anche per le nostre Co.Ca. Sen-za di me-Eucaristia, non potrete fare nessun progetto, nessun convegnocapi, nessun consiglio o staff. Perché è stando davanti alla sua Presenzamuta che scopriamo il fratello da perdonare, che ritroviamo la forza che cimanca, che ci viene l’idea risolutiva. Provare per credere.

don Andrea [email protected]

Finisce un anno scoutcon una presenza da riscoprire

3/2004 19

Pregare in Co.Ca.

Il segno del vino:Gesù ci ama sempre

È un minuscolo calice di vino quello postoaccanto al pane sull’altare per l’eucaristia.Ma gli occhi della fede devono dilatare adimensioni immense quella coppa, cosìche contenga in una alleanza nuova, per-fetta ed eterna tutte le creature. E il creden-te deve sentire di essere immerso in questoliquido vitale, come in un vastissimogrembo che accoglie, nutre e porta a ma-turazione. Ogni uomo, ogni creatura èuna perla di sangue in questo calice, rac-colta dall’onda fluente del costato di Cri-sto. Ogni creatura è un acino dell’uva del-l’unica vite a formare il vino nuovo che dàgioiosa ebbrezza di speranza e vigore diverità, fino a spaccare gli otri antichi deitanti asservimenti e degli egoistici interes-si. Ti invitiamo a vivere un momento diadorazione in Co.Ca. con questi testi di P.Turoldo. Il vino può diventare il segno del-la presenza di Cristo e del suo amore pernoi e della comunione tra capi.

Invito alla preghieraL’Agnello è stato immolato:con il suo sangue ha riscattatoUomini d’ogni tribù, lingua, gente e na-zione;E li ha costituiti sacerdoti dell’unico Dio. Questo è il sangue dell’eterna alleanza:Nel suo lavacro tutto viene mondato.

Inno d’ingressoMa ora è il sangue di Cristo a mondare inostri cuori dalle opere morte, a farespecchio di lui la coscienza, a convertirela vita in offerta.Lui sacerdote di beni futuri, unico e som-

spirito scout

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20 PROPOSTA EDUCATIVA

La tradizione latina ha messo in luce “chi”è presente nell’Euca-ristia. Cristo; la tradizione ortodossa ha messo in luce “da chi”

è operata la sua presenza, dallo Spirito Santo; la teologia prote-stante mette in luce “su chi”opera tale presenza: in altre parole, aquali condizioni, il sacramento opera, di fatto, in chi lo riceve,quello che significa. Queste condizioni sono diverse, ma si rias-sumono in una parola: la fede.Non fermiamoci subito alle conseguenze negative, tratte, in cer-ti periodi, dal principio protestante secondo cui i sacramentinon sono che “segni della fede”.Si tratta, in fondo, di scoprire ilprofondo significato di quell’escla-mazione che la liturgia fa risuonareal termine della consacrazione eche, una volta, ce lo ricordiamo, eraaddirittura inserita al centro dellaformula di Consacrazione, quasi asottolineare che la fede è parte es-senziale del mistero: “Mysterium fi-dei”, mistero della fede!La fede non “fa”, ma solo “riceve” il sa-cramento. Solo la parola di Cristo ri-petuta dalla Chiesa e resa efficacedallo Spirito Santo “fa” il sacramen-to. Ma che gioverebbe un sacra-mento “fatto”, ma non “ricevuto”? Aproposito dell’incarnazione, uominicome Origene, sant’Agostino, sanBernardo, hanno detto:“Che giova ame che Cristo sia nato una volta daMaria a Betlemme, se non nasce an-che, per fede, nel mio cuore?”. Lastessa cosa si deve dire anche del-l’Eucaristia; che giova a me che Cristo sia realmente presentesull’altare, se egli non è presente per me? A nulla servirebbe checi sia, da qualche parte, una stazione-radio emittente, se non cifosse un apparecchio ricevente per raccogliere le sue onde. Nonesiste musica, là dove non c’è alcun orecchio per ascoltarla. Giàal tempo in cui Gesù era presente fisicamente sulla terra, occor-reva la fede; altrimenti — come ripete tante volte egli stesso nelVangelo — la sua presenza non serviva a niente, se non a con-danna:“Guai a te Gorozaim, guai a te Cafarnao!”.La fede è necessaria perché la presenza di Gesù nell’Eucaristiasia, non soltanto “reale”, ma anche “personale”, cioè da persona apersona. Altro è infatti “esserci” e altro “essere presente”. La pre-senza suppone uno che è presente e uno al quale è presente:suppone comunicazione reciproca, lo scambio tra due soggettiliberi, che si accorgono l’uno dell’altro. È molto di più, quindi, chenon il semplice essere in un certo luogo.Una tale dimensione soggettiva ed esistenziale della presenzaeucaristica non annulla la presenza oggettiva che precede la fe-de l’uomo, ma anzi la suppone e la valorizza. Tanto è vero cheproprio Lutero, che ha tanto esaltato il ruolo della fede, ha potu-

to scrivere questa straordinaria professione di fede nella presen-za reale: “Non posso intendere le parole “Questo è il mio corpo”,diversamente da come suonano.Tocca quindi agli altri dimostra-re che là dove la parola dice: “Questo è il mio corpo”, il corpo diCristo non c’è. Non voglio ascoltare spiegazioni basate sulla ra-gione. Di fronte a parole tanto chiare, non ammetto domande:respingo il raziocinio e la sana ragione umana. Dimostrazionimateriali, argomentazioni geometriche: tutto respingo comple-tamente. Dio sta al di sopra di qualsiasi matematica e bisogna

adorare con stupore la Parola diDio” (Lutero, al colloquio di Marburgdel 1529).Il rapido sguardo che abbiamo get-tato sulla ricchezza delle varie tradi-zioni cristiane è stato sufficiente afarci intravedere quale dono im-menso si dischiude alla Chiesa,quando le varie confessioni cristia-ne decidono di mettere in comune iloro beni spirituali, come facevano iprimi cristiani, dei quali è detto che“tenevano ogni cosa in comune” (At2, 44). Avviene come nella ricostru-zione del tempio, al tempo del pro-feta Aggeo. Gli israeliti erano tuttiintenti a ricostruire ed abbellireognuno la propria casa, quando Diofece udire la sua voce per mezzo delprofeta: Vi sembra questo il tempodi abitare tranquilli nelle vostre caseben coperte, mentre questa casa èancora in rovina? (Ag 1, 4). Allora, ilpopolo cominciò a portare legname

sul monte per ricostruire il tempio di Dio e Dio si compiacque diessi e manifestò la sua gloria.A me pare di ascoltare ancora oggi, rivolto a noi cristiani, quel la-mento di Dio:Vi sembra questo il tempo di stare tranquilli, ognu-no contento della propria “chiesa”, mentre il corpo di mio Figlio èancora diviso? San Paolo attribuiva la debolezza della comunitàdi Corinto a due cose: al fatto di mangiare il pasto del Signore“indegnamente” (dunque, alla loro cattiva condotta) e al fatto dimangiarlo “separatamente” (dunque alle loro divisioni). C’eranoinfatti di quelli che consumavano il proprio pasto, contenti diavere con sé tutto ciò che occorreva alla loro farne, e ignorandocompletamente gli altri (cf. 1 Cor l 1. 20 ss.). Dobbiamo raccoglie-re l’ammonimento che c’è qui per noi e imparare ad “aspettarci”gli uni gli altri alla cena del Signore ed a condividere con tutti lericchezze della propria tradizione, senza credere di avere tutto edisprezzare le ricchezze degli altri. È questa l’agape più grande, adimensione di tutta la Chiesa, che il Signore ci mette in cuore didesiderare di vedere, per la gioia del comune Padre e il rinvigori-mento della sua Chiesa.

P. Raniero Cantalamessa

Un testo per noi. Capire per superare le divisioni

Come vivono l’Eucaristia Protestanti e Ortodossi

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Vangelo Gv 19, 31-34

MeditazioneProprio la croce, che segna la lontananzapiù grande da Dio, afferma la sua vici-nanza a noi e lo rivela con amore infinito.Sulla croce, somma della disperazione edel peccato, Dio si unisce agli estremilembi della creazione. La potenza del suodito ci ha creati ponendo noi fuori da lui,l’imponenza del suo amore ci ha salvatiportando lui a noi. Sulla croce di Gesù fi-nalmente il respiro di Dio e dell’uomo di-ventano un unico affanno di amore, dimorte e di vita. Il Calvario è il luogo doveil respiro dell’uomo entra in Dio e lo spi-rito di Dio entra nell’uomo. La croce è illuogo dove la misericordia e la verità s’in-contrano: la misericordia di Dio e la ve-rità dell’uomo. Così la giustizia di Dio si fanostra pace.

ResponsorioTu ci hai redenti, Signore, con il tuo san-gue versato.Tu ci hai redenti, Signore, con il tuo san-gue versato.Hai riconciliato l’uomo con Dio. Con il tuo sangue versato.Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito san-to. Tu ci hai redenti, Signore, con il tuo san-gue versato.

Preghiera d’intercessionePresentiamo a Dio le nostre sup-pliche, unendoci alla voce delloSpirito che in noi prega, e di-ciamo: Attiraci a te, Signore.Dio d’amore, tu hai stabilitoun’alleanza eterna con il tuopopolo, un’alleanza sancita nelsangue versato di tuo Figlio:– aiutaci a essere fedeli alla tua vo-lontà, perché possiamo essere inmezzo al mondo un segno che tunon abbandoni l’uomo. Dio d’amore, noi ti abbiamo conosciutoin Gesù Cristo, ma spesso siamo dub-biosi e rischiamo di cedere alla tenta-zione di sostituirti con idoli vani:– ricordaci che solo tu sei la fontedella vita e che tutti gli esseri hannoin te solo un destino d’infinitagrandezza. Dio d’amore, a volte noi siamostanchi di cercarti, perché ci

spirito scoutFinisce un anno scout

mo, venuto per sempre a stendere sopra laterra intera il nuovo arcobaleno di pace.Col proprio sangue ha voluto firmare:senza il sangue non vi è redenzione, ulti-mo sangue da esser versato, segno e pro-messa che vince l’amore.Ogni figura così è compiuta, egli attraver-sa i cieli per sempre: questa la nuova edeterna alleanza: un corpo dato in cibo ebevanda.

PreghieraSignore Dio, l’alleanza nuova e perfettache hai stabilito nel sangue di tuo Figlio ciunisca inseparabilmente a te: nelle no-stre vene, in ogni nostra più interiore fi-bra fa’ che sentiamo scorrere la tua ine-sauribile sorgente di vita. Per il nostro Si-gnore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio evive e regna con te nell’unità dello Spiritosanto per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Lettura Eb 9,13-22

Salmo 16Fa’ che il tuo cuore sia la mia custodia,ove riponga tranquillo la fiducia, Si-gnore.Ho detto a Dio: Signore, tu sei il miounico bene.Non più simulacri di santi, potenzeprofane adorate sulla terra:sequela di idolo, di un dio straniero,molta pena con sé comporta.Non più verserò le lor libagioni di san-gue né il lor nome infetti più la miabocca. E lui, il Signore, la mia porzione,mio calice, mio destino.Delizioso è quanto mi hai dato in sorte,veramente splendida è la mia eredità.Benedico il Signore che la mente m’ispi-ra e i reni miei illumina pure la notte.Sono fissi al Signore gli occhi miei persempre con Lui al fianco, incertezzanon scuote.Gioiscono cuore e sensi per questo e tripu-diano: tutto il mio essere riposa sicuro.Non è da te abbandonare una vita agliInferi, lasciare che la fossa inghiotta unfedele.Tu la via alla vita m’insegnerai: oh, lagioia al vedere il tuo volto, solo gioia lostarti vicino!A te, Padre, Iddio della vita, che risu-sciti il Figlio da morte, nello Spiritosanto cantiamo, pur noi certi di viveresempre.

sembra che tu ti allontani quanto più ticrediamo vicino:– aumenta la nostra fede con il dono deltuo Spirito, unica certezza che già ora ciapre gli orizzonti del tuo regno.Dio d’amore, tu hai sempre inviato profe-ti al tuo popolo, perché non si spegnessela speranza:– guarda alla nostra fragilità e manda an-cora chi ci indichi la strada su cui ti pos-siamo incontrare.

PreghieraRendici veramente tuoi figli, nella consa-pevolezza dell’eterno principio di cuiognuno di noi è animato, nella certezzache in te non è fine, ma continuazioneeterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Laude a S. MariaTu sei andata a una festa di nozze, insie-me al Figlio, o madre: ma egli sognava unaltro convito e già vedeva il monte delsangue. Eppur bisogna cantare, o madre,tutto è figura di altra alleanza: oggi tustessa hai svelato l’Agnello, né più verrà amancarci il suo vino.Sia gloria al Padre che il nuovo amore or-mai ci dona da allora per sempre: amorche solo il Figlio rivela e nello Spirito è da-to a chi ama.

Invia anche le tue attività di catechesi a:

3/2004

Proprio la Croce, che segna la lontananzapiù grande da Dio, afferma la sua vicinanza

a noi e lo rivela con amore infinito

[email protected]

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Questo tempo è segnato dallapresenza di Maria di Nazareth,Madonna degli scout, Madredelle nostre famiglie. È lei che ciinsegna a riconoscere Gesù pre-sente nel nostro tempo; è lei checi insegna a vedere il volto di Ge-sù in quel piccolo pezzo di pane.Non dovrebbe mancare nelle no-stre sedi un segno della sua pre-senza: una immagine, un volto,un fiore.

Questa immagine ci ricordache Maria di Nazareth era unagiovane donna piena di proget-

ti: una famiglia, dei figli, un ra-gazzo. Ma Dio ha avuto un pro-getto ancora più grande per lei.E ce l’ha anche per ciascuno dinoi. Anche per te, che ti crediincapace, magari buono a nullao incapace di fare bene le cose.Alla fine dell’anno scout, dicia-mo ancora di SI ai progetti diDio. Dio sogna in grande e tal-volta ci stupisce, perché ci con-duce a fare cose diverse da co-me ci saremmo aspettati.Maria ringrazia sempre. PerchéDio ha fatto della sua piccolez-za un grande disegno. E noisappiamo ringraziare così?

Metti in sede l’immagine del tempo

Ringraziamo per lemoltissime attesta-

zioni di ringraziamentoche abbiamo ricevutoper questa rubrica. Nonci sembra di aver sco-perto l’acqua calda, ma,evidentemente, per i ca-pi oberati da mille pen-sieri, anche solo qual-

che fugace spunto puo’ dare occasione allo staff di inventarsiqualcosa di creativo e di utile per un’attività di catechesi, all’in-terno del proprio progetto educativo. In attesa di allestire il sito diSpirito scout nelle pagine di Agesci on line, mandate le vostreidee e attività a:[email protected]

• Partecipare alla processione del Corpus DominiDi solito ogni parrocchia o Diocesi ne organizza una. Perchénon preparare i ragazzi ad una partecipazione responsabile,magari facendo precedere l’evento da una catechesi sull’Eu-carestia, come segno reale della presenza di Gesù che cammi-na tra le nostre case? Non limitiamoci al solo servizio d’ordine!La processione pubblica del Corpus Domini è l’occasione an-che per una bella riflessione sul fatto che i cristiani sono citta-

dini del mondo e non devono aver paura di mostrare di esse-re credenti. È anche un’opportunità di rendere visibile allaChiesa stessa la nostra appartenenza convinta e non solo dinome.

• Celebrazione di ringraziamento di fine annoSi potrebbe organizzare una celebrazione finale di gruppo odi unità per dire grazie al Signore dell’anno scout che volge altermine. Può essere l’occasione anche per una breve testimo-nianza da parte dei capi sul servizio svolto: i ragazzi vedonoche l’abbiamo fatto volentieri e la gioia di averlo fatto: solita-mente ci vedono così stressati!

• Vivere il mese di maggio con la propria unitàIl mese di maggio è il mese di Maria e la vita parrocchiale ri-sente di questo clima. Si potrebbe organizzare un pellegrinag-gio in un luogo mariano presentando la figura di Maria ai ra-gazzi. La preghiera del rosario non è solo per le vecchiette! Faparte della nostra tradizione di scautismo cattolico: il rosariobasco che portiamo al fazzolettone non divenga solo un pen-daglio portafortuna. Dieci Ave all’inizio di ogni riunione con lapresentazione “animata” di un mistero da parte di una squa-driglia/pattuglia potrebbe essere una semplice attività daproporre ai ragazzi. Spesso siamo noi che ci vergognamo apregare.

Nello zaino dell’AECose utili e idee sparse per l’ultima parte dell’anno

ZOOM

Maria di Nazareth, Madonna degliscout, Madre delle nostre famiglie

È lei che ci insegna a riconoscere Gesùpresente nel nostro tempo

spirito scoutFinisce un anno scout

22 PROPOSTA EDUCATIVA

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3/2004 23

Due suggerimenti di B.-P.:programmare l’attivitàe non stancarsi di rileggere“Scautismo per ragazzi”

A Londra nel 1920il 1° Jamboree

la voce del Capo

«Qualcuno più bra-vo di me, penso,

è capace di tenere i ra-gazzi occupati e di farli

progredire senza lavorarecon alcun sistema speciale: io confessodi non saperlo fare. Il solo modo in cuipersonalmente arrivo a far qualcosa èdi fare prima qualche programma pre-ciso e quindi di lavorare su quella base:uno generale per la stagione invernale,uno più particolare per ogni settimanae uno ancor più dettagliato per ogni se-rata di lavoro via via che viene. Non lifaccio troppo rigidi e mantengo margi-ni e alternative per circostanze impre-viste. In tal modo si risparmiano unsacco di tempo e di preoccupazioni;anzi, non è esagerato dire che i risulta-ti ottenuti con un programma sistema-tico valgono quattro volte quelli otte-nuti con programmi improvvisati.Inoltre è formativo insegnare ai ragazzia programmare per tempo il propriolavoro; e conoscendo lo scopo cui mi-rano divengono ancora più ansiosi diconseguirlo».

B.-P.Taccuino

«Un suggerimento è di rileggere siste-maticamente Scautismo per Ragazzi.Credo che sia un’ottima idea perchémolti capi e scout, dopo aver letto unavolta il libro, tendono a mettere in prati-ca le idee lette sulla base di quello chericordano, e ne aggiungono di nuove sulinee analoghe (ciò che del resto io ap-provo), ma senza più riferirsi al libro,cosicché molti punti di minor rilievo fi-niscono coll’essere trascurati nella for-mazione scout, mentre ciascuno di essi,per quanto piccolo e in apparenza insi-gnificante, ha il suo significato».

B.-P.Taccuino

Fratelli scout,

Vi chiedo di fare una scelta solenne. Esi-stono fra i vari popoli del mondo diffe-renze di idee e di sentimenti, così comene esistono nella lingua e nell’aspetto fi-sico.La guerra ci ha insegnato che se una na-zione cerca di imporre la sua egoisticavolontà alle altre, è fatale che ne segua-no crudeli reazioni. Il Jamboree ci ha in-segnato che se facciamo prova di mu-tua tolleranza e siamo aperti allo scam-bio reciproco, la simpatia e l’armoniasprizzano naturalmente.Se voi lo volete, partiamo di qui con laferma decisione di voler sviluppare que-sta solidarietà in noi stessi e tra i nostriragazzi, attraverso lo spirito mondialedella fraternità scout, così da poter con-tribuire allo sviluppo della pace e dellafelicità nel mondo e della buona vo-lontà fra i popoli. Fratelli scout, rispon-detemi: volete unirvi in questo sforzo?Siii!

Nel 1920 B.-P. convocò a Londra il primo Jamboree della storiadello scautismo: si riunirono presso l’Olympia Palace scout

provenienti da 21 Paesi diversi e da 12 Colonie inglesi. Gare, sfilate,giochi scout, rappresentazioni nazionali dimostrarono ogni giornoalle migliaia di visitatori le stupende potenzialità dello scautismo.B.-P., acclamato “Capo scout del Mondo”, sciolse il Jamboree con le

parole che seguono. In questo tempo segnato da guerre in ognidove, facciamo nostro il suo invito “così da poter contribuire allo

sviluppo della pace e della felicità nel mondo e della buonavolontà fra i popoli”.

Dio vi assista nel vostro lavoro e vi ac-compagni felicemente.

B.-P.

Il manifesto del primo Jamboree

Cerimonia al primo Jamboree

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La giungla ha molte lingue...ed io le conosco tutte?Convegno Nazionale Giungla 2005. Il percorso, gli obiettivi, le modalità. Saràstrutturato in due parti: i Gruppi di lavoro e le Botteghe (laboratori con esperti)

branca L/C

di Paola Lori, Fabrizio Coccettip. Luciano Pastorello

Incaricati e AE Nazionali Branca L/C

Le idee principali del Percorso

● Dall’elaborazione dei questionariraccolti emergeranno le PISTE dapercorrere prima e dopo il Conve-gno. Per ogni Pista saranno elabora-te (entro luglio 2004) delle esperien-ze concrete da proporre ai Branchidi tutta Italia.

● Ogni Branco che vorrà partecipare,dopo aver fatta propria l’esperienzaconcreta, sarà invitato a scrivere unatesina che ha l’intento di far razio-nalizzare l’esperienza agli Staff. L’i-dea di fondo è quella di arrivare alconvegno in condizioni di elaboraresulla base di quanto razionalizzatoe non semplicemente di confron-tarsi sul vissuto.

● Bambini: grande è il desiderio di tut-ti di coinvolgere il soggetto del no-stro agire, utilizzeremo tutte le at-tenzioni possibili attraverso le espe-rienze concrete e Giochiamo.

● Il convegno sarà strutturato in dueparti:– Gruppi di lavoro: la tesina di ogni

partecipante –frutto dell’esperien-za concreta vissuta in Branco –sarà smontata e rimontata dalgruppo di lavoro. L’animatore avràun ruolo di facilitatore del dibatti-to, ma non avrà compiti decisio-

● Per ogni Pista la Branca elaboreràdelle tesi, anche con l’aiuto di

Capi storici della Branca Lu-petti/Coccinelle, allo scopo

di recuperare il solidopassato per utilizzar-

lo come fondamen-ta degli sviluppifuturi.

PROPOSTA EDUCATIVA

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3/2004 25

branca L/CConvegno nazionale Giungla 2005

Mettere la Parlata Nuova al Centro della Giungla, permettendo ai capi di guardare il metodo della Branca

da un nuovo punto di vista

smontare e rimontare i raccontigiungla, per costruire delle nuovedanze e canti giungla, etc.

● I partecipanti al Convegno, seguen-do il percorso, avranno quindi occa-sione di:1. sperimentare esperienze concre-

te col proprio Branco nel periododa luglio 2004 ad aprile 2005;

2. razionalizzare quanto vissuto edelaborare in Staff, facendo la tesi-na (sarà un oggetto molto libero,sarà possibile arricchirlo con ilcontributo personale o consul-tando esperti);

3. smontare e rimontare, insieme algruppo di lavoro al convegno, lapropria esperienza e quella deglialtri appartenenti al gruppo;

4. decidere su quali basi la Branca

nali. Il gruppo dei partecipantideciderà una o al massimo due te-sine da promuovere ad idee fe-conde. Solo le idee feconde saran-no sottoposte all’attenzione delLivello Nazionale, il gruppo di la-voro è responsabile della scelta.Tutte le altre tesine saranno distri-buite ai partecipanti e potranno,se ritenute comunque interessan-ti, essere recuperate in vari modi.Le idee feconde saranno oggettodi elaborazione all’interno dellaBranca L/C dal dopo convegno inavanti.

– Botteghe: saranno dei laboratoritenuti da esperti, con lo stile dellaconcretezza, per venire incontroai bisogni formativi dei parteci-panti, saranno occasione per

guarderà al futuro, scegliendoquali idee feconde promuovere;

5. vivere un momento formativo, al-le Botteghe.

● La Branca avrà occasione di:1. Mettere la Parlata Nuova al Cen-

tro della Giungla, permettendo aicapi di guardare il metodo dellaBranca da un nuovo punto di vi-sta;

2. Far riappropriare della Giungla icapi ed i bambini, attraverso ipercorsi di esperienza e raziona-lizzazione, smontaggio e rimon-taggio e raccontare e sentirsi rac-contare;

3. Far passare il messaggio che loStaff è la scuola del metodo

Vi aspettiamo!

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Le piste future...e tu cosa ne pensi?Tra punti di forza e punti critici, ecco le linee lungo le quali la Branca intende camminare

di Raffaele Di Cuia, ClaudiaCremonesi, don Pedro Olea

Incaricati e AE NazionaliBranca E/G

L’impresa al centro di tutto

Nei nostri reparti viviamol’impresa come perno attor-no al quale far ruotare tuttala proposta scout, il sentie-ro, la competenza, le squa-driglie, le relazioni, le av-venture, lo scouting … Que-sto è uno dei segreti delloscautismo! Ma, se riflettia-mo bene, l’impresa non è al-tro che un modo di agire conil quale affrontare le situa-zioni, la vita… in fin deiconti ci insegna ad osserva-re, progettare, rendere con-creti e verificare i nostri so-gni. È un meccanismo chenon si esaurisce mai: dalla

iniziato con l’indagine sul ca-lo dei censiti, che è passatoattraverso il patto tra le gene-razioni, le “vie dell’avventu-ra”, i laboratori itineranti ed ilconvegno nazionale capi diBracciano (ottobre 2001).Il campo nazionale è statoper noi una “enorme lente diingrandimento” che ci hapermesso di verificare se tut-te le indicazioni emerse dalleprecedenti esperienze fosse-ro state lette in maniera cor-retta. Ma esso è stato ancheun eccezionale evento per os-servare una parte dei nostriragazzi, e per chiedere loro(“ask the boy” di B.-P.) diret-tamente, attraverso il que-s t i o n a r i od e l l o

branca E/G

verifica di un’impresa ne na-sce già una nuova. Questo modo di fare lo pos-siamo proporre a diversi livel-li: alle squadriglie, al reparto,allo staff e anche noi dellapattuglia nazionale lo utiliz-ziamo e lo proponiamo all’as-

sociazione. Ovviamente, ciòche varia nei differenti livellisono le dimensioni ed i tempidi ciò che si osserva (per i ra-gazzi i loro sogni e i loro desi-deri, per lo staff i ragazzi e leloro realtà, in associazione lenecessità più ampie di capi eragazzi), di quello che si pro-getta, si rende concreto e siverifica (per i ragazzi, l’impre-sa di squadriglia o di reparto,per lo staff il programma direparto, a livello d’associazio-ne i grandi eventi, gli incontri,i programmi e progetti).In questo momento si con-clude per la branca esplorato-ri e guide un ciclo; ma nellostesso tempo un altro ne co-mincia, sovrapponendosial primo come spesso ac-cade. Il campo nazionaledel 2003 è stato la realiz-zazione di un percorso

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IARD, o indirettamente, os-servandoli durante tutto ilcampo con l’aiuto dei capi,cosa vogliono, chi sono e do-ve vogliono andare.Dopo le verifiche a tutti i li-velli e la pubblicazione deirisultati dell’indagine IARD èora arrivato il tempo per lan-ciare nuove “imprese”. Comesi augurava Giorgio Cusmanell’articolo “Ed ora che di-ranno” pubblicato su P.E.n°8-2003, la Branca E/G èpronta a lanciarsi in questanuova sfida.In concreto, le piste sullequali stiamo costruendoqueste nuove “imprese” so-no da una parte i punti diforza, le cose già acquisite esulle quali si lavora già neinostri reparti, dall’altra ipunti critici, quegli aspettiche caratterizzano il metodoscout ma che facciamo faticaa vivere nei nostri reparti coni nostri ragazzi.I nostri punti di forza, in par-te ripresi nell’articolo diGiorgio C., riguardano so-prattutto le squadriglie, il lo-ro modo di vivere le imprese,le avventure, le relazioni al-l’interno ed al di fuori del re-parto (anche se a volte si ma-nifestano delle tensioni chedevono essere indirizzatenelle giuste direzioni e di-mensioni). La squadriglia èveramente il fulcro dei nostrireparti. L’entusiasmo è unaltro punto di forza sul qualesi può costruire tanto perchérappresenta una solida fon-dazione capace di sostenereanche le proposte più audacie avventurose. La nostrapromessa e la legge sono vi-ve nei cuori e nelle mani deinostri esploratori e guide.L’amicizia, la famiglia, la pa-ce, la libertà, il rispetto, l’ac-coglienza, l’attenzione al piùdebole o bisognoso, la lealtà,la sincerità, la giustizia sonovalori solidi e rappresentano

alcuni dei valori sui quali sibasano legge e promessa. Laverticalità è ancora un puntodi forza soprattutto per i piùpiccoli che vedono nei capisquadriglia punti di riferi-mento ed esempi. Lo scou-ting e l’avventura, quandoproposte in un progettocompleto e non solo comeeventi sporadici ed occasio-nali, sono ancora delle stu-pende esche vincenti, cosìcome la “vita nei boschi” o inmezzo alla natura. Il prota-

gonismo dei ragazzi, quan-do reale e vissuto negli ambi-ti dell’impresa e del sentiero,è un potente motore per lavita di reparto.I punti critici che rappresen-tano le nostre piste future so-no: la difficoltà a progettaree progettarsi, sia in repartoutilizzando lo stile dell’im-presa, che nel proprio sen-tiero, con costanza ed auto-nomia; la fatica che fanno iragazzi nel focalizzare i lorosogni e nel riuscire a puntare

in alto senza essere ostacola-ti dalle loro paure di insuc-cesso. Queste paure possononascere come conseguenzadi una scarsa competenza euna grande difficoltà a spe-rimentare la vera autono-mia, sia personale che digruppo. I grandi del repartorappresentano sicuramenteun gran potenziale per la vitadell’unità. Sono tanti gli stru-menti che il metodo ci offreper poterli aiutare a viverepienamente la responsabi-lità e il protagonismo in unmomento particolare dellaloro crescita. Il consiglio ca-pi e l’alta squadriglia sonodue di questi strumenti. Almomento risultano nonsfruttati pienamente nellaforza delle loro potenzialitàper diverse ragioni: da un la-to perché la cogestione nonè ancora sentita come ele-mento fondamentale dellavita di reparto, dall’altro perla complessità della gestionedi un gruppo “verticale” diragazzi in età adolescenziale,difficoltà che sta anche nelsaper trovare i tempi “giusti”. Altra importante pista futura

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branca E/GLe piste future

L’entusiasmo è un punto di forza sul quale si può costruiretanto perché rappresenta una solida fondazione capace di sostenere anche le proposte più audaci e avventurose

Campo Nazionale E/G

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è rappresentata dalla propo-sta di fede in reparto. Laddo-ve vissuta come un momen-to separato dal resto delle at-tività non viene percepita eviene vissuta come un qual-cosa in più, di staccato dallaglobalità della proposta. Laproposta di fede deve essereuno sperimentare concreta-mente attraverso la vita ditutti i giorni (in reparto, insquadriglia e personale) ilmessaggio che ci ha portatoGesù, cercando di avvalersi ilpiù possibile degli stessistrumenti che utilizziamoper le altre attività, dellostesso clima e aggiungendo-ci la nostra fantasia.Un fattore essenziale nellavita di reparto è il clima, in-teso come quella atmosferain cui tutti i ragazzi sentonodi avere la reale possibilitàdi poter esprimere al megliole loro potenzialità senzache si vengano a creare si-tuazioni di disagio o, peggio,di noia (così come eviden-ziato da alcuni nella ricerca

dello IARD) che risultereb-bero dannose e contropro-ducenti per l’intera propo-sta. Ma questa situazione èpossibile solo se noi capi, ol-tre alla conoscenza deglistrumenti educativi tipicidel metodo di branca, abbia-mo chiari il senso dell’inten-zionalità educativa e delrapporto educativo capo-ra-gazzo, e abbiamo affinato lasensibilità ad osservare ecomprendere quanto i nostriragazzi ci stanno comuni-cando direttamente o indi-rettamente. Sentiamo spesso parlare distile scout e talvolta ci accor-giamo che ogni gruppo lo vi-ve in maniera diversa a se-conda della realtà nella qua-le opera, dei propri ragazzi edi se stesso. Tutto ciò è giustoma è altresì vero che ci sonomolti punti comuni, non so-lo a livello di ideali ma anchea livello formale ed esteriore,sui quali lavorare evitandocosì il rischio di creare tantepiccole realtà isolate di scau-

tismo che possono produrreconfusione agli occhi dei ra-gazzi.In questo confronto tra pun-ti di forza e punti critici cipossono essere alcune so-vrapposizioni perché, comespesso accade, le dinamiches’intrecciano e rendono lalettura più complicata. Pren-diamo per esempio il temadella verticalità: se da un latoè vissuta in maniera positivadai più piccoli che continua-no a vedere nei grandi dellefigure di riferimento, dall’al-tro è vissuta in maniera pro-blematica. I grandi fanno fa-tica a sentirsi figura di riferi-mento per i più piccoli, fan-no fatica ad assumersi delleresponsabilità nei loro con-fronti, hanno bisogno d’aiu-to a gestire situazioni e rela-zioni complesse. Tutto questo percorso devepassare innanzitutto attra-verso una nostra riflessioneed un nostro rimetterci ingioco come adulti educatoririspetto a quelli che sono i

valori dello scautismo catto-lico di cui abbiamo deciso diessere testimoni. Per concludere, pensiamoche per noi capi il confrontoed il dibattito a livello meto-dologico debba essere unapista sulla quale costruire leproposte future per i capidella nostra branca. Utiliz-ziamo tutte le strutture chel’associazione ci mette a di-sposizione (staff, Co.Ca., Zo-na, Regione, livello naziona-le) per esprimere i nostripunti di vista, le nostre atte-se, le nostre proposte. Comevedete, tanto bolle in pento-la, e su tutto questo siamoora pronti a costruire le no-stre future imprese di bran-ca. E tu cosa ne pensi?

(per risponderci puoi utiliz-zare la posta di PE:[email protected] o indirizzare letue risposte a:[email protected] inviarle a Agesci-BrancaE/G, p.zza P. Paoli 18, 00186Roma).

branca E/GLe piste future

Un fattore essenziale nella vita di reparto è il clima, inteso come quella atmosfera in cui

tutti i ragazzi sentono di avere la reale possibilitàdi poter esprimere al meglio le loro potenzialità

28 PROPOSTA EDUCATIVA

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3/2004 29

branca R/S

“Via Lucis”, la strada della luceuna proposta per capi e ragazziIl Salesiano P. Sabino Palumbieri ha ideato un nuovo modo per fare strada conil Risorto. Una particolare Via Crucis per esprimere la gioia pasquale

di don Lucio Sembrano AE Nazionale Branca R/S

La Via Lucis è un modonuovo di esprimere la

gioia pasquale nel terzo mil-lennio. Cristo è il centro del-la vita del mondo. Il misteropasquale, centro della vita diCristo, è strutturato nelledue fasi della morte e risur-rezione.La mediazione popolare delprimo atto è la Via Crucis.Dopo il Vaticano II, si risco-pre la necessità della media-zione popolare del secondoaspetto: la Via Lucis.La Via Lucis si presenta sim-metrica alla Via Crucis: quat-tordici stazioni, che vannodal sepolcro vuoto, primosegno della Pasqua, alla Pen-tecoste, suo frutto primor-diale. A ciascuna stazionecorrisponde una lettura bi-blica.E come la Via Crucis è stataprogettata provvidamentecon l’accompagnamento diMaria, l’Addolorata col Fi-glio appassionato, così lungola Via Lucis la Madre di Gesùcontinua a restarci accanto,lei, la Rallegrata col Figlio ri-suscitato.Già la Chiesa ha formulatoda secoli l’antifona “Reginacoeli laetare alleluia” e di re-cente ha composto testi dicelebrazione eucaristica inonore di “Maria lieta nellaRisurrezione”.

La Madonna della Pasqua ciguidi lungo le quattordicistazioni delle Via Lucis cheinaugura il terzo millennio. Eche chiede di farsi quotidia-no di speranza.Su www.vialucis.net trovere-te, per ogni stazione, un’arti-colazione in tre passi:1) proclamazione del passobiblico;2) commento esegetico (G1);3) applicazione all ’uomod’oggi (G2).A seconda del tempo dispo-nibile, si può seguire tuttal’esposizione, oppure·sce-gliere tra commento (G1) eattualizzazione (G2).La processione è introdottada tre ministranti. Uno recail cero pasquale acceso; l’al-tro l’evangelario aperto airacconti della resurrezione;il terzo un fascio di fiori, se-gno della vita, o una iconadel Cristo risorto.Il Presidente dell’assemblea(P) li accompagna; i Lettori(L) possono fermarsi all’am-bone e anche le Guide (G1 eG2) e i partecipanti (T) o se-guono l’itinerario o, secondol’opportunità, restano ferminei banchi. I canti sono sceltiliberamente dalla comunità odal gruppo. Ecco il testo pro-posto per l’introduzione:

P. La vita è un cammino in-cessante. In questo cammi-no noi non siamo soli. Il Ri-sorto ha promesso: “Io sonocon voi tutti i giorni fino alla

Del resto la veneranda tradi-zione del rosario di Mariaprevede la quarta parte dedi-cata tutta ai misteri gloriosi.Non sono essi il condensatodella Via Lucis, che com-prende anche lo svilupponaturale che va dalla Pasquadel figlio a quella dei figli?

La branca R/S propone ai capi e ai ragazziun nuovo strumento per l’educazione alla

fede. Si tratta della “Via Lucis”, la stradadella luce. Questa volta, a fare strada con

noi, sono i piedi del Risorto! Mediantequesto itinerario, per gli R/S la Pasqua nonsarà più solo una festa di calendario, maproseguirà anche oltre diventando uno

stile di vita

Quattordicistazioni, che vannodal sepolcro vuoto,primo segno della

Pasqua, allaPentecoste

Crivelli. La pietà (1493). Milano, Brera

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fine del mondo” (Mt 28,20).La vita deve essere un cam-mino di continua risurrezio-ne. Siamo qui riuniti, fratellie sorelle, per prendere co-scienza della nostra vita co-me itinerario pasquale con ilRisorto che illumina i nostripassi. Disse un giorno unoscriba al Maestro: “Io ti se-guirò dovunque andrai” (Mt8,19). Dovunque: sul Calva-rio, lungo la Via Lucis. Risco-priremo la risurrezione comefonte della pace, come ener-getico della gioia, come sti-molo alla novità della storia.La sentiremo proclamata neltesto biblico, commentatanell’esperienza spirituale,ampliata nell’attualizzazio-ne al nostro oggi. Che è l’“og-gi” di Dio.

(Pausa di meditazione)

T. Rallegrati, Madre della luce:Gesù, sole di giustizia,vincendo le tenebre del se-polcroillumina tutto l’universo.Alleluia.

P. Preghiamo. Effondi su dinoi, o Padre, il tuo Spirito diluce, perché possiamo pene-trare il mistero della Pasquadel tuo Unigenito, che segnail vero destino dell’uomo.Che non è la fine di tutto, maè la novità di tutto. Perchél’ultima parola è tua, o Padre,che porti noi figli dalla mortealla vita. Donaci lo Spirito delRisorto e rendici capaci diamare. Così saremo testimo-ni della sua Pasqua.

T. Amen.

Chi non dispone di INTER-NET può facilmente reperirepresso una libreria cattolicai testi della Via Lucis a cura didon Sabino Palumbieri, cheè il padre salesiano che l’haideata.

La Via Lucis si presenta simmetrica alla Via Crucis: dalla Pasqua del Figlio,

a quella dei figli

branca R/S

30 PROPOSTA EDUCATIVA

Giotto. Compianto sul Cristo morto (1303-1305), particolare. Padova, Cappella degli Scrovegni

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3/2004 31

di Francesco Maria GiuliCommissione trentennale AGESCI

Possiamo dire che è il futuro che de-termina l’oggi? Possiamo affermare

che la storia è importante perché ci dàgli strumenti per capire, che la memo-ria ci dà gli elementi per discernere,per vivere appieno questo presentenella tensione di un futuro?Tracciare delle linee per riflettere suchi è l’Agesci, nelle Co.Ca., nelle occa-sioni di formazione, nelle attività edu-cative, deve tener conto di questo an-

trentennale Agesci

1974-2004: 30 anni di AGESCItra essere e divenireDalla fusione tra ASCI e AGI, al Consiglio Generale 1974, è nata l’AGESCICon le radici nel passato, lo sguardo rivolto al futuro

damento della storia e del desiderio diesserne parte come singoli, come co-munità, come associazione.In questi 30 anni l’AGESCI ha vistoprincipalmente la grande sfida dellacoeducazione (tema sul quale si sonoun po’ spenti i riflettori) dal quale di-scendono tutti gli altri aspetti eviden-ziati. Il percorso dell’associazione è statoscandito da grandi eventi che di voltain volta hanno messo al centro dell’at-tenzione un tema/sfida sul quale sia-mo stati chiamati al confronto: LaMandria, due campi naz. E/G, Bedo-

Riflettere su ciò che siamonon può che essere

un’occasione per pensare aciò che vorremmo essere;avere delle prospettive dicrescita, di cambiamento

significa prendere in manola realtà attuale per viverla

appieno, per rendercicapaci di realizzare le

nuove prospettive

1986, Piani di Pezza, Route branca R/S

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nia, Piani di Pezza, Piani di Verteglia,per non parlare di Jamboree e GMG.Operiamo in un contesto mutevole checi sollecita continuamente, ma che nonsi può dire abbia prodotto cambiamen-ti sugli aspetti metodologici chiave: au-toeducazione, interdipendenza pensie-ro-azione, scouting, servizio ed altri an-cora… vale la pena sottolinearli comeaspetti vincenti e irrinunciabili!Buoni cittadini per lasciare il mondo unpo’ migliore... il servizio come interventosul territorio e la solidarietà internazio-nale come apertura al mondo che ci cir-conda e che si fa sempre più vicino a noi.Al centro di tutto, come sempre, i ragaz-zi cui è rivolta la nostra azione educati-va e che sono l’avvenire del mondo e lasperanza della Chiesa.

ALCUNI STRUMENTI

Sito web agganciato ad agesci.org suitemi ed il percorso del trentennale, condocumenti, modalità di utilizzo, dati,comunicazione, galleria di immaginistoriche, links a siti di altre agenzieeducative, una demo animata scarica-bile, un forum di discussione.Marchio e immagine coordinati in mo-do unitario con indicazioni precise perla stampa a tutti i livelli. CD per Regio-ni e zone con tutti i materiali.Pubbliche relazioni/stampa e richiestadi occupazione di spazi su testate di ca-rattere educativo, da selezionare ecoinvolgere con un messaggio istitu-zionale, per un incontro con l’esterno.

QUINDI:

• Una riflessione interna: i 30 anni del-l’Agesci quale tema di riflessione pergruppi, zone e regioni (P.E., WEB, even-ti locali).• Una visibilità esterna: chiamare alconfronto altre associazioni/enti/ope-ratori per allargare la rete.• Una presenza viva nel sociale: pensa-re ad un giorno e ad un evento in cuitutti i gruppi scout italiani verrannochiamati a fare qualcosa sul territorio.• I giovani quali unici veri protagonistidi questo percorso: ci sono e accettanole sfide.

trentennale Agesci1974-2004: tra essere e divenire

Operiamo in un contesto mutevole che cisollecita continuamente, ma che non sipuò dire abbia prodotto cambiamenti

sugli aspetti metodologici chiave

32 PROPOSTA EDUCATIVA

1979, Bedonia, Route Co.Ca. 1975, La Mandria, P. Giacomo Grasso

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3/2004 33

di Federica Maule, Stefano Blancod. Romano Damy

Capi Contingente e Assistente EcclesiasticoAGESCI EuroJam 2005

Proviamo a mettere insieme alcunielementi: estate 2005, un parco nel

sud dell’Inghilterra, circa 20.000 scoute guide provenienti da tutta Europa...Queste sono solo alcune cose che po-trete vedere dal 29 luglio al 10 agosto2005 a Hylands Park nell’Essex in In-ghilterra dove si svolgerà l’EuropeanScout Jamboree 2005.Si tratta del più grande evento da sem-pre per lo scautismo europeo e dellaprima occasione di un grande incon-tro dopo l’allargamento dell’UnioneEuropea. L’idea si colloca nel percorso che ciporterà verso le celebrazioni del cente-nario dello scautismo del 2007 – OneWorld One Promise – e vuole offrireun’occasione importante per le guide egli scout europei di vivere un’espe-rienza unica e irripetibile. Ci saranno alcuni contenuti importan-ti che contraddistingueranno il campo.Sicuramente una forte impronta euro-pea: sarà l’occasione attraverso alcuni

speciale Eurojam

“Can you imagine Eurojam?”In 20 mila all’appuntamentoL’European Scout Jamboree 2005 si svolgerà in Inghilterra dal 29 luglio al 10 agosto: le idee, il progetto, la partecipazione del contingente AGESCI

A Hylands Park, nell’Essex, il più grandeevento da sempre per lo scautismo

europeo. La prima occasione di un grandeincontro dopo l’allargamento dell’UE

per comprendere la storia e la diversitàdelle singole zone di un continente ancora

in parte sconosciuto

Jamboree Thailandia 2003

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34 PROPOSTA EDUCATIVA

Jamboree Thailandia 2003

2004GIUGNO

SETTEMBRE

DICEMBRE

2005

GENNAIO

FEBBRAIOAPRILE

Capi Reparto / Maestri dei Novizi

Comunicazione della quota Scheda adesione criteri di selezioneApertura pagina web

Entro 1 Dicembre: IscrizioniI capi Reparto e Maestri dei Novizi do-vranno inserire i loro dati nella schedadi iscrizione di Sq. e Noviziati. Do-vranno anche indicare se possonoportare AE.

Entro 10 Gennaio conferma iscrizioniI Capi Contingente, verificando i re-quisiti confermeranno le iscrizioni; nedaranno comunicazione ai singoli ealle segreterie regionali. Sceglierannogli AE, se in soprannumero. In caso dicontesatazione i Capi Contingenteavranno la responsabilità della sceltaultimaEntro 15 Febbraio: cons. quote totaliW.E Contingente o simile

IST

Entro 1 Dicembre: IscrizioniLa scheda di iscrizione debitamentecompilata dovrà essere inviata in Segr.Naz.; la direzione di Contingente svol-gerà la selezione. Stilerà un elenco dellepattuglie iscritte e dei capi secondo i cri-teri prestabiliti

Entro 10 Gennaio conferma iscrizioniI Capi Contingente, verificando i requi-siti, selezioneranno i partecipanti nelnumero prestabilito e confermerannole iscrizioni ai singoli a alle SegreterieRegionali. Sceglieranno gli AE, se in so-prannumero. In caso di contestazione iCapi Contingente avranno la respon-sabilità della scelta ultimaEntro 15 Febbraio: cons. quote totaliW.E Contingente o simile

E/G e Novizi

Entro 1 Dicembre: IscrizioniLa scheda di iscrizione compilata e firmatadal capo gruppo andrà consegnata alla Se-greteria della regione di appartenza; IIRR EGsvolgeranno la selezione. Individueranno 2Sq (1E e 1 G) + 2 di riserva; ne daranno tem-pestiva comunicazione a Segr. Naz.Noviziati:Scheda di iscrizione debitamente compilatadovrà essere inviata in Segr. Naz.; La direzionedi Contingente svolgerà la selezione.Stilerà unelenco dei Noviziati e dei loro capi .

Entro 10 Gennaio conferma iscrizioniI Capi Contingente, verificando i requisiticonfermeranno le iscrizioni. Recupererannole Sq di riserva nel caso ne macassero alcune.Daranno comunicazione ai Gruppi e alle Se-greterie Regionali. In caso di contestazione iCapi Contingente avranno la responsabilitàdella scelta ultima

Entro 15 Febbraio: cons. quote totaliW.E Contingente o simile

Schede di iscrizione: Sito Web/Avventura/Camminiamo Insieme

LUGLIO - AGOSTO: European Scout Jamboree 2005, 29 Luglio-10 Agosto. SETTEMBRE: Raccolta Verifiche Partecipanti. OTTOBRE: VerificaIINN e IIRR EG RS e int. NOVEMBRE: Verifica CC. DICEMBRE: Verifica Cons. Naz

SCADENZE PRINCIPALI

ragazzi, con l’idea di eliminare le atti-vità a ticket (classiche negli ultimiJamboree) e cercar di far scegliere airagazzi ciò che più sarà di loro interes-se. L’attenzione si concentrerà su diuna serie di possibilità e occasioni davivere sia singolarmente che di Squa-

spazi e proposte (EuroVillage) di co-noscere le diverse regioni europee, dicomprendere la storia e la diversitàdelle singole zone di un’Europa che siritrova unita e in parte sconosciuta. La progettazione dell’evento ha vistoporre l’accento sul protagonismo dei

speciale Eurojam

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driglia molto “scout-basics”, cioè cen-trate su avventura, esplorazione e tec-niche scout nuove, antiche, magari darivisitare e comprendere.Il luogo e il tempo, poi, consentirannodi ragionare sulla storia dello scauti-smo, di capirne il senso e lo sviluppoin un secolo. Tutti avranno la possibi-lità di vivere una giornata a GilwellPark dove conosceranno i luoghi stori-ci dello scautismo inglese e mondialee potranno vivere una serie di esperienzeche solo Gilwell Park può of-frire. Si avrà poi la possibilitàdi incontrare lo scautismodel luogo e confrontarevarie modalità diessere scoutsu alcuni

speciale EurojamEuropean scout Jamboree

Il percorso verso l’evento si incentrerà sualcuni temi forti, come il significato della

dimensione internazionale dello scautismo

– E/G2 Squadriglie per ogni Regione (1 diGuide e 1 di Esploratori). Ogni Squa-driglia dovrà avere tassativamente tra7 e 9 componenti. Ognuna dovrà iscri-versi con un Capo (uomo per Sq diEsploratori e donna per Sq. di Guide)che dovrà almeno aver svolto il CFA.

– NOVIZI (non dovranno avere più di18 anni nell’estate 2005). Partecipe-ranno di comunità di Noviziato e l’i-scrizione avverrà di Noviziato. OgniNoviziato si dovrà iscrivere con unproprio Maestro dei Novizi che dovràaver svolto almeno il CFA. Prevedia-mo circa 70 Novizi.

Si formeranno 10 Reparti di formazio-ne ognuno con 4 Sq di provenienza perun totale di circa 36 E/G, con i rispettivi4 capi e 1 AE per Reparto. Formeremopoi alcuni Noviziati di formazione,ognuno con i Maestri dei Novizi e 1 AEper ogni Noviziato di formazione.

International Service Team (IST)80 R/S che si iscriveranno in pattuglie

di 5 persone provenienti dallo stessoclan di appartenenza e/o da clan dellastessa zona. 14 Capi che potrannoiscriversi singolarmente. 2 AE.

La selezione per le Squadriglie saràfatta dalle Regioni che dovrannoidentificare 2 Sq (1 E e 1 G) + 2 di riser-va. La selezione verrà effettuata sucriteri che verranno comunicati uffi-cialmente nell’estate 2004.Ve ne anti-cipiamo alcuni: specialità di Sq e/osingole a carattere internazionale;imprese di Sq a carattere internazio-nale; tappe, Brevetti e Specialità ingenerale; conoscenza lingua inglese;motivazioni; essere tutti censiti Age-sci, chiaramente.

La selezione dei Novizi sarà a cura delcontingente.Vi anticipiamo alcuni cri-teri: conoscenza della lingua inglese;motivazioni.

La selezione degli IST sarà a cura delcontingente e su parametri di compe-tenze richieste dall’organizzazioneinglese.

I requisiti per partecipare

progetti concreti; la conoscenza delterritorio si realizzerà anche con unagiornata alla scoperta di Londra dalTamigi.L’altra grande novità è l’età di parteci-pazione che questa volta è offerta airagazzi da 11 a 18 anni, questo per ve-nire incontro alla nuova organizzazio-ne delle fasce di età dello scautismoinglese; dall’altro permette anche diavere una visione dello scautismo inquesta fascia di età che rappresentaper WOSM Europe uno degli impegnidi riflessione maggiori.Per il resto vivremo l’atmosfera che so-lo i Jamboree sanno offrire, unita alpragmatismo dello scautismo anglo-sassone e ad una serie di celebrazioniserali.

La partecipazione dell’Agesci

L’Agesci ovviamente non poteva man-care a questo grande incontro educati-vo e con la storia dello scautismo. Il nostro contingente sarà formato dacirca 320 E/G, con 40 Capi e 10 AE, circa70 Novizi e relativi capi; come semprecontribuiremo ai sevizi organizzativicon un centinaio di IST.La novità sarà costituita dalla partecipa-zione delle Squadriglie di provenienza.Quando abbiamo pensato (Branca E/Ge Settore Internazionale) a questa possi-bilità e a come partecipare abbiamo vo-luto continuare il percorso fatto con ilCampo Nazionale, su autonomia e re-sponsabilità della squadriglia, come co-munità base dello scautismo e nucleoprimario con cui vivere grandi avventu-re, costruirsi una storia personale e di

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Il 31 marzo 2004 Jacques Moreillon,Segretario Generale Wosm, ha termi-nato il suo mandato, passando il testi-mone a Eduardo Missoni. Pubblichia-mo il suo saluto, aderendo volentieriall’invito di diffonderlo quanto piùpossibile.

Cari fratelli e sorelle scout, quest’annoavrò 65 anni e oggi è il mio ultimo gior-no come Segretario Generale dell’Orga-nizzazione Mondiale del MovimentoScout... il mio primo giorno fu il 1° no-vembre 1988.

comunità. Abbiamo voluto individuareuna partecipazione ed un percorso chesi mettessero nella scia delle riflessioninate con la preparazione al Campo Na-zionale e dalla Sperimentazione sulSentiero di Branca E/G. Questa volta i capi dei reparti di forma-zione all’EuroJam saranno i capi delleSquadriglie, le quali infatti si dovrannoiscrivere con un loro capo. Allo stessomodo si è deciso di proseguire con la par-tecipazione di ragazzi del Noviziato comeallo scorso Jamboree, scegliendo anchequi la partecipazione di interi noviziati.Prendendo spunto dai buoni risultatidel RoverWay, ove la partecipazione de-gli R/S avveniva in piccole pattuglie diappartenenza così da incentivare il per-corso pre e post evento, anche la parte-cipazione degli IST (International Servi-ce Team) avverrà così. Il percorso verso l’evento si incentrerà sualcuni temi forti come il significato delladimensione internazionale dello scauti-smo; creare percorsi che educhino all’in-contro, all’interculturalità e al dialogo in-terreligioso; conoscere lo scautismo in-glese e i principali scautismi europei, im-parare la lingua inglese, lo stile ad unevento internazionale.La forza sarà proprio nel percorso, che icapi che andranno all’Eurojam con i pro-pri ragazzi, sapranno stimolare nella co-munità di origine prima e dopo l’evento. Altro punto basilare del nostro manda-to saranno i criteri di verifica sulla nuo-va modalità di partecipazione, sui co-sti, sul ruolo del contingente, sull’im-patto educativo sui singoli e le comu-nità di appartenenza.La quota di partecipazione sarà comu-nicata a giugno 2004 e come ha previstoil Consiglio Nazionale dovrà esserecompletamente autofinanziata dai par-tecipanti. Attiveremo con Avventura una rifles-sione sull’autofinanziamento e su qua-li economie operare.Il contingente sarà molto ristretto eavrà il mandato di sperimentare nuovemodalità di lavoro per futuri eventi in-ternazionali e per il Jamboree del cen-tenario del 2007.Per noi Capi Contingente e AssistenteEcclesiastico l’impegno sarà quello direndere irripetibile ed educativamenteimpattante questa esperienza: vorre-mo essere dei facilitatori di tutto ciò.Da giugno 2004 sarà on-line il sito in-ternet Eurojam che potrete raggiunge-re dall’homepage Agesci; ovviamentecontinueremo ad aggiornarvi anchetramite le riviste associative. Vi aspettiamo!

(…) Chiedo di voler diffondere questalettera e i suoi allegati quanto più pos-sibile nelle vostre associazioni, nellasperanza che raggiunga non solamentetutti coloro che mi hanno scritto, maanche il più grande numero possibile discout che ho avuto il piacere di incon-trare nel corso di questi 15 anni, e moltialtri ancora.(…) Sono stati 15 anni meravigliosi nelcorso dei quali ho ricevuto molto di piùdi quanto abbia mai potuto dare e viringrazio tutti profondamente e since-ramente.

Caro Eduardo, questo discorso vuole essere un benve-nuto per te e un discorso di addio. (…)Non si tratta del famoso ultimo mes-saggio di Nyeri di Baden-Powell (cerca-te di lasciare il mondo un po’ miglioredi quanto l’avete trovato) perché c’erasolo un B.-P. …e nessun Segretario Ge-nerale deve mai tentare di paragonarsial nostro grande Fondatore. Ma sono leriflessioni di un individuo sul punto dipartire che, dopo la fondazione delWOSM, ha pensato di rappresentare ilMovimento nella sua integralità… ciòche sarà la tua prima e più grande sfida(…).In effetti, credo sia conveniente ini-ziando questo discorso d’addio, averesia un pensiero che alcune parole perquel grande rinnovatore del Movimen-to Scout che fu Laszlo Nagy, il primo aportare il titolo di “Segretario Generaledell’Organizzazione Mondiale del Mo-vimento Scout” di cui tu sei, mio caroEduardo, il terzo della lista. Perché ègrazie alla sua visione (…) che siamoun Movimento che si è ben adattato adun mondo in cambiamento (…).

speciale Wosm

36 PROPOSTA EDUCATIVA

Jacques Moreillonha terminato il suo mandatoIl saluto del Segretario Generale Wosm

Jacques Moreillon

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È la Conferenza di Seattle che ha unani-memente creato la posizione del Segre-tario Generale, che il Comitato Mondia-le dello Scautismo di allora ha avuto lasaggezza di proporre a Laszlo, un “outsi-der”, un giornalista e professore d’uni-versità che ha avuto la visione di gettareuno sguardo nuovo e positivo su un Mo-vimento che non sarebbe mai diventatociò che è se non fosse stato per lui. Ave-va 46 anni quando ha aperto l’UfficioMondiale dello Scautismo a Ginevra, il1° maggio 1968, e ha utilizzato tutti isuoi 22 anni seguenti per fare della suavisione una realtà, prima di passarmi iltestimone il 1 novembre 1988 (…).Ciò detto, in queste parole d’addio (…)vorrei prima di tutto esaminare doveeravamo 15 anni fa, poi fare il punto ri-spetto a dove siamo oggi ed infine sug-gerire le principali sfide che vedo per tenel futuro… suggerimenti che ti sentirailibero di ignorare quanto io mi sento li-bero di fare! (…)La mia ambizione era chiara (…): il WO-SM doveva essere:– la più importante e la più universaleorganizzazione della gioventù al mon-do;– chiaramente percepita da essa stessae dagli altri come un movimento edu-cativo piuttosto che ricreativo;– dotata di una forte dimensione spiri-tuale in se stessa e orientata verso lanatura;– basata sulla solidarietà attiva tra leproprie organizzazioni scout naziona-li, le più e le meno favorite;- attivamente collegata al mondo non-scout;– e che giocasse un ruolo, in tutta co-scienza, di “agente del cambiamentosociale”.(…) Occorreva che ci fosse un lavoro disquadra con il Comitato Mondiale del-lo Scautismo e il personale dell’UfficioMondiale dello Scautismo, i suoi ufficiregionali compresi. Tu sei, così comesono stato io, privilegiato nell’ereditareun Comitato Mondiale di volontarimeravigliosi e una bella squadra diprofessionisti con cui lavorare. Devimantenere questa doppia sinergia earmonia perché – credimi – senza essenon solamente sarai perso, ma ancorapeggio, il Movimento nel suo insiemene soffrirà (…).

Poiché io poso il mio zaino e slaccio imiei scarponi e tu allacci i tuoi, accet-ta di essere avvisato che il camminonon sarà facile e l’aria talora potrà ra-refarsi… nonostante normalmentenon sia inquinata!Citerei qui alcune delle sfide che a mioavviso dovrai rilevare per raggiungerenuove vette:– cercare di far sì che la missione siasempre compresa da tutti gli scout(…)- serviti dei nuovi mezzi e delle nuovevie di comunicazione (…)– continua a rafforzare le Regioni, ac-cordando un sostegno particolare alledue che ne hanno più bisogno: l’Afri-ca, meno favorita e l’Eurasia, appenacreata. Perciò cerca di rafforzare anco-ra di più la solidarietà scout interre-gionale– rafforza le entità quali la Cics, l’Ui-sm, Desmos, l’Aisg come fattori molti-plicatori, ciascuno che si concentra suun settore particolare della grande fa-miglia del WOSM (…)– ottieni più potere per le donne e per igiovani (…)– cerca di fare in modo che lo scauti-smo arrivi fino a coloro che ne hannopiù bisogno e non sia solamente percoloro che lo raggiungono natural-mente– trova mezzi migliori per migliorarel’immagine dello scautismo (…)– continua a lavorare sulla qualità delprogramma dei giovani e la formazio-ne degli adulti che servono l’idealescout– fai del 2007 una cosa di cui tutto ilmondo si ricorderà (…).Quando arrivai il 2 novembre 1988 nelmio ufficio all’Ufficio Mondiale, il miopredecessore Laszlo Nagy l’aveva la-sciato completamente vuoto eccettotre cose:– una sua foto con un giovane scout;– una foto di Carlo Gustavo XVI, Presi-dente onorario della Fondazione delloScautismo Mondiale;– una targa che diceva: “Abbiamo fattotalmente tanto con così poco, per tan-to tempo, che ora pensiamo di faretutto con niente per sempre”!Come tu avrai visto entrando nel tuoufficio due giorni fa, i muri sono nudie i cassetti vuoti! Ti ho lasciato solo i

tre stessi oggetti! E in termini di pas-saggio di consegne, la targa è la piùimportante!(…) Hai tutto per riuscire: l’esperienzadel mondo (…), della direzione e deicontatti dall’alto livello alla base; laconoscenza delle lingue e di numeroseculture; sei al 100% uno scout e haiuna fede profonda e comunicativa neinostri valori, obiettivi e metodo edu-cativo, che consideri come ciò che hafatto di te quel che tu sei.E il più grande dono di tutti… per uninizio: sei totalmente sconosciuto nelmovimento (come per me 15 anni fa).(…) Non sei l’uomo di nessuno se nondi te stesso! (come ero io… e lo sono ri-masto!) (…). Che Dio (che senza alcundubbio ti ha condotto fin qui!) conti-nui a benedirti nel tuo grande, difficilee bellissimo compito.

Jacques MoreillonSegretario Generale WOSM

Traduzione dal francese di Giovanna Cacciami

(Chi fosse interessato al testo integralein italiano, può richiederlo scrivendo a:

[email protected])

speciale WosmIl saluto di Jacques Moreillon

«Sono stati 15 anni meravigliosi nel corso deiquali ho ricevuto molto di più di quanto abbia

mai potuto dare e vi ringrazio tuttiprofondamente e sinceramente»

Jacques Moreillon al Jamboree inThailandia con Marie-Louise Correa(Senegal), Presidente del ComitatoMondiale dello Scautismo

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lui, e finii per entrare nel suo gruppo, ilRoma 49. Da lì a poco cambiai casa e,cercando un reparto nella nuova zona,trovai quello del Roma 24 (http://ro-ma24.ascia.net/), un gruppo fondatoda poco più di un anno: è nel Roma 24che sono cresciuto e diventato un ca-po. Nel tempo sono anche riuscito amantenere i contatti con questo grup-po; proprio quest’anno tra l’altro se necelebra il quarantennale: nel tempo siè rivelato un Gruppo in forte espansio-ne, da cui sono nati il Roma 23, il Ro-ma 25… uno dei gruppi romani che hasaputo misurarsi sulla capacità di cre-scere».– Il tuo curriculum dice che sei stato

in Co.Ca. tra il 1973 al 1979: ci diciqualcosa della tua formazione, deituoi carismi in associazione?«Nel 1973 ero un giovane studente dimedicina: la mia esperienza da capoinizia allora facendo il capo di un Re-parto allora ancora solo di Esploratori.Ero capo reparto quando l’Agesci è na-ta, per cui ho vissuto di persona primale attività parallele, e poi le esperienzedi coeducazione vera e propria. Sonostato capo reparto per 4 anni, poi hofatto il capo clan, e questo per me èstato un momento fondamentale dimaturazione. Allora c’era un noviziatoil cui Maestro dei Novizi era ValerioCrosara, che è mancato diversi anni fae a cui è stato intitolato un bosco di B.-P. Park a Roma. Nel gruppo invecemancava ancora il clan, che fondam-mo più tardi con una nuova generazio-ne di novizi: rimasi alla guida di quelclan per tre anni, fino al 1979. Un temacentrale del lavoro con quei ragazzi era“cosa vogliamo fare da grandi?”. Conalcuni di questi ragazzi diversi anni do-po fondammo insieme la comunità “Il

di Marco Delmastro

Il 27 ottobre Eduar-do Missoni è statonominato nuovo Se-gretario Generale delWosm, l’Organizza-zione Mondiale delMovimento Scout.Eduardo ha iniziatoa ricoprire il suo ruo-lo a partire dal 1aprile 2004, succe-dendo a Jacques Mo-

reillon, in carica dal 1988. Nel mese dinovembre 2003 lo abbiamo incontratoa Milano, dove insegna Managementdella Cooperazione e Sviluppo e Strate-gie Globali per la Salute alla Scuola diDirezione Aziendale della Bocconi, perconoscerlo e farci raccontare da lui checosa si prepara per lui e lo scautismomondiale nei prossimi anni.

– Dalla rete (http://www.eduardomis-soni.net) è possibile raccogliere molteinformazioni su di te e i tuoi trascorsiprofessionali e sociali: hai 49 anni, seiun medico, un grande esperto di coo-perazione e sviluppo, hai avuto im-portanti responsabilità nell’ammini-strazione pubblica, sei un cittadinocon un forte impegno politico e socia-le su molti fronti… Raccontaci invecequalcosa di te e del tua esperienza co-me scout…«La mia esperienza scout inizia comeper molti in Reparto. Era il 1964, avevodieci anni e vedevo sotto casa mia unragazzino che regolarmente rientravadalle uscite in uniforme e con il guido-ne: la curiosità mi spinse a chiedere a

Tetto” (www.iltetto.org), oggi molto at-tiva nel campo dell’affidamento fami-liare e del disagio giovanile».– Come nasce la scelta di diventare vo-lontario internazionale, di partire peril Nicaragua, scelta che segnerà la tuastrada professionale e umana?«Lo scautismo ha sicuramente influitosulla mia scelta di fare il medico. Il miocaporeparto di allora studiava medici-na, e in più il nostro Reparto era intito-lato a Albert Schweitzer (http://www.schweitzer.org/italian/): io avevoin mente la sua esperienza di medicoin Africa, e la medicina mi sembravaun modo diretto di fare del bene alprossimo. Trovai la combinazione tra lamia scelta non-violenta di essereobiettore di coscienza e la mia voglia diessere medico nei paesi in via di svi-luppo facendo il volontario internazio-nale: una scelta di servizio, di pace, cherispecchiava le mie scelte scout».– Quali sono stati i tuoi contatti con loscautismo tra il 1979 e oggi? «Ho lasciato lo scautismo nel 1979 perandare a fare il volontario in Nicara-gua. Da allora ho mantenuto i contatticon lo scautismo attraverso gli amici ele persone del Tetto, ma dall’iniziodell’80 a oggi non ho più avuto nessunincarico in Associazione. Certamenteperò lo scautismo ha continuato a per-meare la mia vita e le mie scelte, anchee soprattutto da quando ho smesso diindossare il fazzolettone».– Raccontaci come mai sei stato sceltotu per ricoprire il ruolo di SegretarioGenerale del WOSM.«Ho lavorato 16 anni al Ministero degliEsteri nella Direzione Generale Coope-razione e Sviluppo, fino alle mie dimis-sioni nel 2002. A fine 2002 mi ha chia-mato la Bocconi per cui ho iniziato a

speciale Wosm

38 PROPOSTA EDUCATIVA

Intervista con Eduardo Missoninuovo Segretario Generale WOSMÈ succeduto a Jacques Moreillon. 49 anni, medico, esperto di cooperazione e sviluppo, insegna alla Scuola di Direzione aziendale della Bocconi

Eduardo Missoni

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insegnare e seguire progetti con moltasoddisfazione: la nomina a SegretarioGenerale del WOSM è arrivata inaspet-tata, sicuramente non cercata. I primigiorni di luglio 2003 ho ricevuto unemail da parte dell’agenzia che si è oc-cupata della selezione dei candidatinel mondo, e quasi l’ho cestinato, senon fosse stato che ho colto la parolina“scout” nel titolo! Il mio nome era statosegnalato dall’Unicef(http://www.unicef.it), con cui colla-boro da molti anni insegnando nei lorocorsi di educazione allo sviluppo intutta Italia. Verso i primi di settembresono stato informato di essere entratotra i primi 150 candidati, poi tra i primi9, e qui sono iniziati i colloqui non piùcon l’agenzia di selezione, ma diretta-mente con il WOSM. Il 20 ottobre hoavuto un colloquio a Ginevra davanti a5 persone del Comitato Mondiale delWOSM: ho dovuto parlare della miaesperienza professionale, risponderealle loro domande, ed esporre il mio“progetto” su un tema che ho poi sco-perto essere tra le priorità della strate-gia adottata dalla Conferenza Mondia-le: il coinvolgimento dei giovani nelprocesso decisionale e la formazionedella leadership democratica. Sicura-mente si è trattata di un selezione mol-to professionale, ma è comprensibile,viste le dimensioni e i compiti dell’Or-ganizzazione».– Per te si tratta di un cambiamento dirotta forte: ritornare a fare lo scoutdopo tanti anni…«Sicuramente sì, ma nella mia vita hoimparato a interpretare e accettarequesti improvvisi cambiamenti comechiamate. E quindi per me anche que-sta nomina, che certamente rappre-senta una sfida impegnativa ed unnuovo profondo cambiamento di rot-ta, è soprattutto un segno di Dio nellamia vita. In ogni caso vedo una conti-nuità con la scelta dell’insegnamentomaturata poco più di un anno fa ed ilmio impegno attuale: oggi sento che lamia vocazione è tornata a legarsi allaformazione delle nuove generazioni, astimolarne la partecipazione democra-tica, l’impegno sociale, la “cittadinanzaattiva”».– Quali sono i compiti del SegretarioGenerale del WOSM?

speciale WosmIntervista con Eduardo Missoni

«Questa nomina, che certamenterappresenta una sfida impegnativa ed un

nuovo profondo cambiamento di rotta,è soprattutto un segno di Dio nella mia vita»

«Essenzialmente tre. Il primo è rappre-sentativo e diplomatico: sarò amba-sciatore e promotore del MovimentoScout presso i leader mondiali. Poisarò manager dell’OrganizzazioneMondiale, che opera a supporto delMovimento: questo comporta respon-sabilità come l’organizzazione delJamboree, per intenderci. E infine, do-vrò assicurare il “fund raising”, ovverotrovare nuove risorse finanziarie a sup-porto dell’Organizzazione e delloscautismo nel mondo».

locale, lo scautismo dovrebbe afferma-re il proprio ruolo nella costruzione dirapporti sani tra il Nord ed il Sud delmondo e tra le diverse culture, apren-dosi anche alla gioventù non scout. Ve-do inoltre un ruolo fenomenale per loscautismo in realtà come quelle dell’A-frica, nella promozione dello sviluppolocale o nel dare il proprio contributonella lotta all’AIDS».– Quindi un ruolo molto “politico” del-lo scautismo… «Lo scautismo è un metodo educativo,ma la scelta dell’educazione non è unascelta neutra, separata dalla realtà so-ciale. Noi pretendiamo di educare lenostre ragazze e i nostri ragazzi, finoall’età adulta, a essere cittadini delmondo, e quindi dobbiamo aiutarli aconfrontarsi con la Legge anche nellapartecipazione politica. E anche laLegge scout e i valori che propone nonsono certo neutri! I nostri ragazzi sen-tono oggi la necessità di una partecipa-zione sociale forte ai problemi globali?Perché mai uno scout dovrebbe cercareun’alternativa nei gruppi “no global” selo scautismo ha nel suo codice geneti-co che “un mondo diverso è possibile”?Abbiamo le nostre specificità, nellanon-violenza, nel rispetto della natura,nel dialogo tra culture, che vanno colti-vate e proposte con coraggio. A livellomondiale, per esempio, gli scautismidei paesi in guerra dovranno sforzarsidi confrontarsi con chiarezza sullacompatibilità tra l’essere “amici di tuttie fratelli di ogni altra guida e scout” e ilconflitto tra i loro paesi. Se pensi chenel mondo si calcola siano state pro-nunciate più di 300 milioni di Promes-se, viene spontaneo chiedersi quantedi quelle sono state mantenute e rin-novate di anno in anno. Non basta averpronunciato la Promessa, credo ciòche fa la differenza sia l’aver compiuta-mente tradotto quell’impegno in un“servizio” che dura tutta la vita. In que-sto senso i capi educatori e ogni scoutche abbia preso la Partenza hannoenormi responsabilità come agenti dicambiamento».– Sei ottimista rispetto al futuro delloscautismo?«I ragazzi con cui lavoriamo sono comeun terreno fertile. Seminiamo, qualco-sa germoglierà!.

– Quali sono le sfide future per loscautismo mondiale?«Lo scautismo ha delle potenzialitàfortissime di azione nel tessuto sociale.Dobbiamo riportare alla ribalta il con-cetto del “lasciare il mondo un po’ mi-gliore di come lo abbiamo trovato”:questo vuol dire porsi chiaramenteobiettivi quali l’affermazione dei dirittiumani per tutti, la realizzazione dellagiustizia sociale, la partecipazione de-mocratica, l’umanizzazione della glo-balizzazione. In questo senso credoche lo scautismo abbia in sé quella ca-ratteristica vincente che alcuni chia-mano “glocal”, ovvero la capacità di vi-vere il contesto locale, il territorio, iltessuto e la rete del luogo in cui opera,essendo coscienti allo stesso tempo diessere parte della dimensione globaledel più grande movimento giovanilemondiale. A fianco dell’azione sociale

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ciazione è chiaro: proporre loscautismo a bambini e bam-bine di “– 8anni”; la propostaè calibrata su questa fasciad’età, con sue caratteristichestrutturali ben precise, e nonsi pone assolutamente comeuna “riduzione” del lupetti-smo. Attualmente è in vigoreun “protocollo d’intesa”, fir-mato con l’Agesci nell’aprile2001, che definisce anche lemodalità di apertura dellenuove colonie di castorini. Al-tre informazioni sono dispo-nibili chiedendo agli Incarica-ti MIE regionali.

Laura FerrariIncaricata al Metodo AIC

DOMENICA DELLE PALME AGERUSALEMME

Gli Scout hanno aperto latradizionale e partecipataprocessione della domenicadelle Palme a Gerusalemme,

sotto l’occhio vigile della po-lizia che temeva attentati.Una concreta e silenziosa te-stimonianza di Pace, in nomedi Cristo.

OPERAZIONE FIUMI 2004

L’Agesci aderi-sce all’Operazio-ne Fiumi 2004,

promossa da Legambientein collaborazione con il Di-partimento della ProtezioneCivile.Un campo attrezzato perl’informazione ai cittadini;una caccia al tesoro per sco-vare la via di fuga in caso diemergenza, imparare la stra-tegia di un piano di evacua-zione e conoscere le procedu-re per l’allerta immediata del-la popolazione; braccia, mez-zi speciali e buona volontàper ripulire gli argini dei fiu-mi: un atto concreto di pre-venzione dalle alluvioni. E

ancora monitoraggio delle si-tuazioni più a rischio e pro-poste per una piena messa insicurezza del territorio. Que-sto il sunto del ricco pro-gramma di “Operazione Fiu-mi 2004” la campagna di Le-gambiente realizzata in colla-borazione con il Dipartimen-to della Protezione Civile cheanche quest’anno riparte perun viaggio lungo la Penisola apromuovere la prevenzionedal rischio idrogeologico. Dal29 marzo al 9 maggio la caro-vana di “Operazione fiumi2004” farà tappa in dieci re-gioni italiane e concluderà lasua missione con la grandedue giorni tutta dedicata alvolontariato, con migliaia dicittadini in oltre 200 localitàitaliane impegnati in concre-te opere di manutenzione eprevenzione dei corsi d’ac-qua del nostro bel Paese.Operazione Fiumi 2004 rap-presenta un’ottima occasioneper fare il punto della situa-zione e per promuovere unapproccio diverso alla gestio-ne dell’ecosistema fluviale, at-traverso progetti e investi-menti che favoriscano la rina-turalizzazione dei fiumi e lasalvaguardia dei loro ecosiste-mi. Anche gli scout possonofare molto!Agesci e Cngei, non a caso,aderiscono a “Operazioni Fiu-mi 2004”. Maggiori informa-zioni sulla campagna e le mo-dalità di partecipazione pos-sono essere trovare sul sito as-

uno sguardo fuori

Associazione Italiana Castoriniambiente e incontri all’estero La Domenica delle Palme a Gerusalemme. La collaborazione con Legambiente Un campo in Marocco. L’Agesci in Romania più vicina all’Est europeo

ASSOCIAZIONE ITALIANACASTORINI

Nei giorni5-6-7 mar-zo 2004 sisono riuni-

ti a Rivalta(TO) il Congresso Nazionale el’Assemblea dell’AssociazioneItaliana Castorini, per fare ilpunto sullo stato dell’AIC edelle sue strutture. Sono statiriconfermati gli obiettivi e lelinee guida, ed all’interno del-l’assemblea è stato eletto ilCommissario Nazionale (En-rico Cani, del gruppo Agesci-Torino 23).È stata conferita la carica diPresidente Onorario a don Al-do Bertinetti (fondatore del-l’AIC), quale riconoscimentodell’opera prestata fino ad oraall’interno dell’Associazione.Le prime esperienze di “casto-rismo” iniziarono nel 1963 inNord Irlanda e Canada; nel1985 la Conferenza Interna-zionale sul Castorismo definìquesta sperimentazione co-me scautismo, con l’avallo delBureau Mondiale. Ora questaquarta branca è presente inbuona parte delle associazio-ni scout di tutto il mondo.In Italia il “Castorismo” è ini-ziato nel 1978 e l’AIC ha ini-ziato il suo cammino ufficialenel 1988. In questi anni si èdiffusa in quasi tutto il territo-rio nazionale, stringendosempre più forti rapporti conl’Agesci. Lo scopo dell’asso-

40 PROPOSTA EDUCATIVA

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sociativo www.agesci.org e suwww.legambiente.com.

TERRITORI IN BUONO STATO DI SALUTE

Un orso bruno adulto ac-compagnato da due piccoli èstato segnalato dalle GuardieForestali in servizio in Val diTovel, grazie alle tracce sco-perte sulla neve. L’Adamello-Brenta, dove èavvenuto l’avvistamento, èuna delle 23 aree naturaliprioritarie a più alto indicedi biodiversità delle Alpi,come stabilito dallo studio“Le Alpi: un patrimonio na-turale unico - uno scenarioper la conservazione dellabiodiversità” presentato loscorso febbraio dal WWF.Maggiori informazioni sulbel sito www.wwf.it.

Da “Fuori c’è il mondo”,newsletter di informazioneedito dal settore internazio-nale (www.agesci.org, por-tale capi), traiamo le se-guenti notizie

MAROCCO: INIZIA UN NUOVO CAMMINO

Un campo a Nador in Ma-rocco: una nuova esperien-za in Africa, sull’altra spon-da del Mediterraneo.

La proposta del campo aNador nasce dall’incontrocon gli scout marocchini edalla volontà di confrontarcida entrambe le parti conuna realtà diversa che vivedalla parte opposta dellostesso mare.Nador è una città sul mare,al Nord-Est del Marocco,che vive essenzialmente dipesca e della presenza delporto di ingresso per chi ar-riva dalla Spagna. L’ipotesinasce anche dal progettoche la ONG “MovimentoAfrica ‘70” sta portandoavanti da tre anni per l’ap-poggio alla pesca artigianalee che ha coinvolto gli scoutdi Nador per i suoi aspettisociali e di relazioni con lapopolazione. Il campo saràvissuto in gemellaggio con ilclan e i capi della città, ma leattività si svolgeranno per lopiù presso alcuni villaggi dipescatori lungo la costa; sitratterà da una parte di in-contri e dibattiti per cono-scersi e confrontarsi sullenostre diverse realtà nelmondo, dall’altra di anima-zione coi bambini dei villag-gi (attività che gli scout ma-rocchini stanno già portan-do avanti da circa un anno).La proposta di quest’anno èrivolta solo a capi, che an-dranno a sperimentare e avalutare le condizioni perattivare le proposte per l’an-no prossimo alle Branche.Se sei interessato a partire

per questa nuova esperien-za puoi contattare:Mariacristina Collini ([email protected]),Francesca Ferrari ([email protected]), Lara Pao-letti ([email protected]).

ROVERNET: INCONTRO EUROPEO DEGLI INCARICATI NAZIONALIDELLA BRANCA R/S

Dal 3 al 7 marzo si è svoltopresso il Castello di Jambvil-le, nei pressi di Parigi, il pri-mo Forum Metodologico ri-volto ai quadri della BrancaR/S, promosso dalla RegioneEuropea dell’OrganizzazioneMondiale dello Scautismo(WOSM). 50 partecipanti, ingran parte europei, hannolavorato sui temi di comuneinteresse, scambiando leproprie esperienze sullaBranca R/S (che ovviamenteprende altre denominazionie riguarda fasce d’età noncorrispondenti nelle altrenazioni). Sono state ap-profondite le tematiche lega-te alle tendenze ed ai bisognidei giovani, il loro coinvolgi-mento, la dimensione inter-nazionale e interculturale,oltre ai fondamenti del me-todo R/S. Tutti i documentisaranno tra breve in visionesulla pagina web del Rover-net (URL presto disponibile).La delegazione italiana eracomposta dall’Incaricato

Nazionale alla Branca R/SMimmo De Rosa, e da LauraGalimberti e Paolo Rosati.

MONEASA 2004 SUBREGIONAL SCOUT WORKSHOP

L’AGESCI ha partecipato al-l’incontro tenutosi in Roma-nia con le associazioni scoutdell’Est europeo. Un appun-tamento importante che hapermesso di incontrare e in-staurare rapporti personaliche ci permetteranno di va-lorizzare al meglio il nostroimpegno nell’area dei Balca-ni. Un bel viaggio, massa-crante, attraverso la pianurarumena completamente in-nevata; tremila chilometriper arrivare in una valle, Val-cea Moneasa appunto, daicaratteri forti... l’accoglien-za merita da sola il viaggio:una quarantina di capiscout provenienti per lo piùdall’Est europeo sono stipa-ti in uno stanzone spoglio abere caffè e mangiare bi-scottini durante la pausaprima di riprendere le ses-sioni di lavoro.Con Freida (SIH) e Zorica(SIJ) abbiamo appuntamen-to per cena, i bulgari ci han-no già invitato al loro eventonazionale della Branca E/Gin maggio, accettiamo ovvia-mente, ci manderanno uninvito ufficiale. Sono moltointeressati, così ci sembra al-meno, anche ai vari Euro-step che gli propiniamo e aMacramè 2004. Prima di ce-na, arriva il nostro momen-to... Presentiamo, nel sensopiù stretto del termine, cos’èil Progetto Balcani. Una de-cina di slide in powerpointaccompagnate da una spie-gazione in inglese il più “po-litical correct” possibile, ilresto è storia. Per info: [email protected].

3/2004 41

uno sguardo fuoriAssociazione, ambiente...

Dal Jamboreein Thailandia

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conoscenza di base. Il testocontiene anche un’introdu-zione sull’igiene personale ela vita di campo.Al termine è possibile “sotto-porsi” ai test di verifica permisurare le conoscenze ac-quisite.

RACCONTARE AI RAGAZZIAnna ContardiEd. Nuova Fiordaliso

Il racconto èuno strumen-to tipico dellaBranca L/C,ma -se benutilizzato- èadatto e ap-prezzato ad

ogni età, anche dai capi.Il libro è una piccola guidaper introdurre alla tecnicadel racconto, con suggeri-menti pratici.Contiene anche una breveraccolta di racconti.

Il libro è un utile sussidio diapprofondimento per i capi,e contiene anche il poster acolori di tutti i distintivi dispecialità.

TOPOGRAFIAEnzo PoltiniEd. Nuova Fiordaliso

Un sussidiosemplice echiaro per chivuole entrarenel mondodella topogra-fia, per potervivere in sicu-rezza la vita al-

l’aria aperta, l’hike, l’esplora-zione.Utili spiegazioni relative al-l’uso delle carte topografi-che, all’orientamento, allarealizzazione e all’utilizzo distrumenti topografici.

PRONTO SOCCORSODaniele GuiEd. Nuova Fiordaliso

Nei casi die m e r g e n z a ,senza volersisostituire almedico, è utilesaper reagirein modo dapoter limitare

il più possibile gli effetti deldanno. Questo libro è un uti-le sussidio per acquisire una

scaffale scout Nello Scaffale Scout, c’è spazio per libri,scout e non solo, utili per il servizio

e per la formazione permanente

L E P R O P O S T E D E L M E S E

LASCIARSI SEDURRE DA DIODialogo sulla religioneDon Giorgio BasadonnaEd. Messaggero Padova

Dalla penna didon Giorgio Ba-sadonna, un te-sto che affrontain modo accatti-vante temi scot-tanti quali il

senso della vita e il valoredella fede. È il dialogo caricodi sensibilità tra un inse-gnante e un suo giovane exallievo che si definisce noncredente.

MISA CAMPESINAEduardo MissoniEd. Borla

Il libro auto-biografico èambientato inNicaragua do-ve EduardoMissoni haesercitato ilsuo volonta-

riato civile come medico, de-dicandosi all’assistenza, allapromozione sociale delle co-munità contadine, alla ge-stione della sanità pubblica,alla medicina preventiva ealla ricerca.Un’esperienza profonda ca-rica di sincerità e umanità. Un modo per conoscere unpo’ più da vicino la realtà ni-caraguense … e anche ilnuovo Segretario WOSM. Laprefazione del libro è di Isa-bel Allende.

LE SPECIALITÀ DEI LUPETTI E DELLE COCCINELLE Agesci-Branca Lupetti e CoccinelleEd. Nuova Fiordaliso

Le specialitàsono unostrumento dic o m p l e t a -mento dellapista perso-nale: attra-verso di esse,

il lupetto e la coccinella svi-luppano le capacità indivi-duali, sia quelle già evidenti,sia quelle nascoste. Lo sco-po, secondo l’intuizione diB.-P. è di divenire competen-ti per poter essere di aiutoagli altri: in branca L/C è im-portante che avvenga il pri-mo passo.

PROPOSTA EDUCATIVA

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1/2004 43

51 COFANO COSIMO MASSAFRA 1

52 COFANO VALENTINA MASSAFRA 1

53 COLLETTI FEDERICO CENTO 1

54 COLOTTI ALESSANDRA GORIZIA 1

55 CONSALES LUCA CASSINO 2

56 COSSO TIZIANO GENOVA 50

57 CRINGOLI ALESSANDRO BOLOGNA 1

58 CUONZO ANGELA PALO 1

60 D’AVOLIO F. SAVERIO ROGGIANO 1

74 D’IMPERIO LUCIA CHIETI 1

59 DAL MONTE STEFANO MUSSOLENTE 1

61 DE BIASIO MARIA MICHELA TEANO 1

62 DE MARTINO ANNA PONTECAGNANO 1

63 DE MARZO MARINELLA SAVA 1

64 DE MEO FRANCESCO ROMA 60

65 DE STEFANO MARIATERESA SARACENA 1

66 DEBOLI PAOLA ROMA 139

67 DELFINE ANTONIA PUTIGNANO 1

68 DELLASANTINA MARCO CATTOLICA 1

69 DEPALMA DAMIANO BITONTO 1

70 DI MARIO GIADA BELVEDERE 1

71 DI MAURO MARILISA CAPUA 4

72 DI RONZA GIUSEPPE AVERSA 1

73 DI SANO NICO PESCARA 6

75 ESPOSITO GAETANO COM REG BASILICATA

76 FACCIANI CLAUDIA FORLI 2

77 FALCO MARCELLA REGALBUTO 1

78 FERA EUGENIA MERANO 1

79 FICINI ANTONELLA PISA 5

80 FILINESI TIZIANA MONTECCHIO 1

81 FINIGUERRA FRANCESCO BOLOGNA 1

82 FIORELLI SARA LANCIANO 1

83 FLABOREA STEFANO S. V. AL TAGLIAM. 2

84 FLORIO CIRO LESINA 1

85 FONTANA GIULIA MODENA 3

86 FURLAN FRANCA CAVASO 1

87 GAMBERONI FRANCESCO GENOVA 50

88 GARATTONI ANAST. FRATTAMAGGIORE 2

89 GARBELLI ALESSANDRO CALCINATELLO 1

90 GARCEA NICOLA STEFANACONI 1

91 GARRITANO MARIAGRAZIA COSENZA 2

92 GATTA ALESSANDRA PADOVA 8

93 GHINI ELISA FAENZA 3

94 GIRARDI ELISABETTA ROMA 50

95 GIROTTO GIANLUCA VENEZIA 2

96 GRILLI MAURO CENTO 1

97 GULIZIA DAVIDE CALTAGIRONE 2

98 IANNELLI FERDINANDA S. N. LA STRADA 1

99 IMBIMBO OSCAR AVELLINO 3

100 IZZO MICHELA CAMPOBASSO 4

101 LENZA ASSUNTA EBOLI 1

102 LIETO FIORITO GIOVANNI S. N. LA STRADA 1

103 LO RIGGIO FORTUNATO VIBO VALENTIA 1

104 LOPREIATO MARIANO VIBO VALENTIA 2

105 LOVATINI ANDREA MIRAZZANO 1

106 MAJEROTTO ELISABETTA ROMA 72

107 MALUCCIO ANNUNZIATA STEFANACONI 1

108 MANCINO DOMINGA SAVA 2

109 MANDUZIO VINCENZO SANNICANDRO G. 1

110 MAURO MARIANO CIVITAVECCHIA 1

NOMINE A CAPOLa Capo Guida e il Capo Scout hanno nominato

capi:

nella riunione del 28.2.2004

1 ADDELIO EMILIANO FABIO AVERSA 2

2 AGOSTINI MICHAELA S. MAURO PASCOLI 1

3 AGUGIARO ENRICO DRUENTO 1

4 ALBERGHINI ELISA CENTO 1

5 ALESSI DONATELLA CALTAGIRONE 2

6 ALFARUOLI FRANCESCO PONTEDERA 1

7 ALGHISI ERICA BRESCIA 1

8 ALLEGRI FRANCESCA GENOVA 50

9 AMERISE ILARIA TREBISACCE 2

10 ANGELINO ROCCO FRATTAMAGGIORE 2

11 ARGENTIERI TOMMASO FRANCAVILLA 1

12 ASSANDRI PAOLO CAIRO MONTENOTTE 1

13 BAGATELLO ANTONIO VILLADOSE 1

14 BAGNOLI MICHELE FORLI 12

15 BALDASSARRE ALESSANDRO MESAGNE 2

16 BALLABENI ELENA RUBIERA 1

17 BARBARI DANIELE PONTE DELLA PRIULA 1

18 BAZZOCCHI ANDREA FORLI 6

19 BELLAPIANTA TERESA MOLFETTA 1

20 BERNARDI ELEONORA ROMA 60

21 BETTOLA CRISTIANO MILANO 3

22 BISERNI MAURIZIO ROCCA SAN CASCIANO 1

23 BISSONI CRISTIAN RIMINI 5

24 BONAMENTE DANIELA MOZZECANE 1

25 BONORA GIANLUCA BOLOGNA 18

26 BORGIA FRANCESCA CERVETERI 1

27 BORGNINI SILVIA ASSISI 1

28 BORGOGNI ANDREA AREZZO 1

29 BORGOGNONI SILVIA ROMA 16

30 BORIOLI CARLO MILANO 5

31 BRIGNOLA ANNA GENOVA 40

32 BRUNI ALESSANDRO SPOLETO 1

33 BRUSACA ALBERTO LERICI 1

34 CACUDI GABRIELLA FRANCAVILLA 1

35 CALZOLARO GIAN PAOLO EBOLI 1

36 CAMPAGNOLO PAOLA MAROSTICA 1

37 CANALI CHIARA FORLI 2

38 CANDIDO CARLO S. VITO AL TAGLIAMENTO 1

39 CANUTI ELISA RIMINI 2

40 CAPITANIO MONICA CASSINO 2

41 CAPPELLUTI GIOVANNI MOLFETTA 4

42 CARANO STEFANIA VENAFRO 2

43 CARIATI TOMMASO CASTIGLIONE COS. 1

44 CARPANETO VERONICA GENOVA 40

45 CECCHI LUIGI BRACCIANO 1

46 CELLAMARE ONOFRIO BARI 11

47 CICCHETTI ELISABETTA CASSINO 2

48 CIRILLO GIANCARLO TORRE DEL GRECO 4

49 CIVIERO FABRIZIO VEDELAGO 1

50 COCCO DORA CELLE LIGURE 1

111 MAZZI ELISA LUGAGNANO 1

112 MESINI ALESSANDRO PAVULLO 1

113 MILITELLO VITTORIO REGALBUTO 1

114 MINOZZI FEDERICO SPOLETO 1

115 MOLITERNO ANTONIO SARACENA 1

116 MORGESE IMMACOLATA REGGIO EMILIA 2

117 MURACA MARZIA ROMA 101

118 MUSSINI PAOLO RUBIERA 1

119 MUSSO CORRADO GENOVA 13

120 NUVOLONI FABIO GENOVA 9

121 NUVOLONI STEFANO GENOVA 9

122 ORLANDO UMBERTO VIBO VALENTIA 2

123 PACATI IRENE BERGAMO 4

124 PACENZA ANTONIO CASTROLIBERO 1

125 PAESE TERESA CASTIGLIONE COSENTINO 1

126 PALLICCA SIMONE EMPOLI 3

127 PALLOTTA FRANCESCA TERRACINA 3

128 PALLOTTI MONICA CENTO 1

129 PARATO ANDREA RIMINI 8

130 PECCHIOLI MASCIA FIRENZE 4

131 PELLEGRINI VALERIA ROMA 150

132 PICCININI ENRICO COM ZONA BOLOGNA

133 PICONESE LUIGI ROMA 60

134 PIERI MARTA AREZZO 1

135 PIUBENI AGNESE BORDIGHERA 1

136 REDONA MARIAELENA BARI 11

137 RESTA TERESA SPARANISE 1

138 RICCI MICHELINA LESINA 1

139 RIZZI RAFFAELLA ALBIGNASEGO 1

140 RUSSO ANTONIETTA S. M. CAPUA VETERE 2

141 RUSSO DINO GANZIRRI 1

142 SAMA ISABELLA ROMA 101

143 SANTONASTASO DANIELA TEANO 1

144 SAPORITO GIORGIO BELVEDERE 1

145 SARAULLO DAVIDE ROMA 129

146 SCHIUMARINI ELISA CESENA 2

147 SCIFONI ANDREA ROMA 144

148 SEMERARO GIUSEPPE MARTINA FRANCA 3

149 SGANGA ROSANNA ALCAMO 2

150 SOLITO ANGELO TARANTO 11

151 SOZIO ANTONIO CAPURSO 1

152 SPADA SILVIO LUGAGNANO 1

153 SPINDLER SERENA GORIZIA 1

154 STAID MAURIZIO CIVITAVECCHIA 3

155 STELLA CONC. SIMONA S. P. CLARENZA 1

156 TACCOGNA MARIAVITA REGGIO EMILIA 1

157 TADICINI FERNANDO LECCE 2

158 TAMBE ROSSELLA BARRAFRANCA 1

159 TAMBURINI BARBARA EMPOLI 1

160 TAZZIOLI LICIA SANREMO 2

161 TONDELLI MARCO RUBIERA 1

162 TOROSANTUCCI ANTONELLA LANCIANO 1

163 TRACÀ ROSITA CATENANUOVA 1

164 UBOLDI MATTIA S. VITO AL TAGLIAM. 2

165 VACCA MARIESA BARI 6

166 VALENTINI MATTIA CESENA 2

167 VIALE FRANCESCO BORDIGHERA 1

168 VOLPE R. N. GIUSEPPE ANGUILLARA 1

169 ZANNA GIUSEPPINA MOLFETTA 1

170 ZUNINO LUCIANA BORDIGHERA 1

atti ufficiali

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atti ufficialiXxxxxxxxxxxxxx

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44 PROPOSTA EDUCATIVA

Nella riunione del 13.3.2004

171 AFFATATO LUCA ALESSANDRIA 3

172 ALABISO FIAMMETTA NAPOLI 6

173 AMATO GIUSEPPE CATANIA 12

174 ANDREUCCI GIUSEPPE POGGIO MIRTETO 1

175 ARMINI ROBERTO POGGIO MIRTETO 1

176 AUGELLO ALFREDO PALERMO 15

177 AUTERI GIANCARLO RENDE 2

178 BADALAMENTI LUCREZIA CARINI 2

179 BALLISTA SIMONA CALCINATELLO 1

180 BARBA RAFFAELLA OVADA 1

181 BARONE EMANUELA VERCELLI 1

182 BARTOLINI ISABELLA POTENZA PICENA

183 BASSIS PAOLO MILANO 11

184 BASTARI SIMONE CAMERANO 1

185 BAUDONE ILARIA SCANDICCI 1

186 BELLI FABIO ABBADIA 1

187 BELLISARI MARCO GROTT. FRASCATI 1

188 BONOMI CLAUDIO GROTT. FRASCATI 1

189 BOZZINI GIORGIO OPERA 1

190 BROGELLI SANDRO FIRENZE 4

191 BROLPASINO DAVIDE GENOVA 54

192 CAIATI GIOVANNI ROMA 8

193 CALAMIA CALOGERO MAURO ALCAMO 1

194 CANINO PAOLA TRAPANI 5

195 CAPOZIO PAOLO TIGULLIO

196 CAPPELLO MARIKA TORINO 25

197 CAPUTO MICHELE MILANO 98

198 CARBONARA ANTONIO TRIGGIANO 1

199 CASSIA MAURIZIO SIRACUSA 9

200 CATALANO CARLA CARLENTINI 1

201 CAVARGNA CHIARA BUSSOLENO 1

202 CAZZOLLA BARBARA COGOLETO 1

203 CIAPPELLI LAURA FORLI 8

204 CICALA MANUELA S. G. LA PUNTA 1

205 COLASURDO ANNAMARIA FORLI 4

206 COLOMBI EMANUELA GROTT. FRASCATI 1

207 CONTI SARA FIRENZE 4

208 CORNELIO FRANCESCA CECINA 2

209 CRISTINO FABIO ROMA 120

212 D’ANGELO VINCENZO RAVANUSA 1

210 DAICI ROBERTO ARTEGNA 1

211 DALLA VED. GIACOMO CAIRO MONTEN. 1

213 DAPORTI MASSIMO PREDAPPIO 1

214 DE GENNARO FILOMENA MOLFETTA 4

215 DE LUCA GIAMPIERO TREBISACCE 2

216 DEIANA PAOLO OLBIA 1

217 DEROSAS LEONARDA MARIA OLBIA 1

218 DI FILIPPO GIADA PONTEDERA 1

219 DI GREGORIO CIRINO NICOLOSI 1

220 DI PIETRA ANNA PALERMO 5

221 DI SALVO SALVATORE MARINEO 1

222 DI STEFANO FLAVIA ARICCIA 1

223 ESPOSITO URSULA LIVORNO 2

224 FABBIANI CINZIA FORLI 10

225 FAILLA FABIO CARINI 2

226 FARRIS CARMELA TRAPANI 5

227 FATO ILEANA TRIGGIANO 1

228 FERRACUTI FRANCESCA PISA 2

229 FIDELBO PAOLO S. GIOVANNI LA PUNTA 1

230 FRASCA ENRICO FORLI 6

231 FULCHERI GIOVANNA BIELLA 3

232 GARRETTI MAURO PREDAPPIO 1

233 GELARDI FILIPPA CARINI 1

234 GIOVANNETTI ALESSANDRO FORLI 10

235 GIUGA VALENTINA LENTINI 3

236 GUCCINI GRAZIANO LIVORNO 2

237 GUZZETTA CALOGERO PIANA D. ALBANESI 1

238 IAFRATI AMEDEO ARICCIA 1

239 INGALISO ANGELO CARLENTINI 1

240 LA GUMINA MARIA SIRACUSA 9

241 LAPI RACHELE FUCECCHIO 1

242 LAUDANI MARIA CONCETTA NICOSIA 1

243 LEONE DAVIDE SIRACUSA 11

244 LEVANTE MARTA FOLLONICA 2

245 LO PICCOLO GIUSEPPE CARINI 2

246 LOMBARDI FRANCESCO MILANO 92

247 LOMBARDO BEATRICE ROMA 129

248 LORENZI MATTEO FIRENZE 4

249 LUGLI MASSIMILIANO CHIES. UZZANESE 1

250 MACALUSO CATERINA PALERMO 6

251 MAIOLINO FRANCESCO SIRACUSA 2

252 MANFREDI MARZIA CECINA 1

253 MANGANARO GABRIELLA MESSINA 3

254 MANNO CATERINA PALERMO 8

255 MARASCALCHI ADRIANA VENEZIA 5

256 MARCOLINI FEDERICA MILANO 68

257 MARI EMANUELA ROMA 22

258 MARINI ELENA LIVORNO 2

259 MASTROFRANCESCO ELENA G. FRASCATI 1

260 MASTROFRANCESCO SERGIO G. FRASCATI 1

261 MATTINA ROSSELLA FIUMEFREDDO 1

262 MESSERINI GIULIO PISA 1

263 MILANESI LORENA FORLI 4

264 MINUTOLI CATERINA MESSINA 3

265 MISEROCCHI STEFANO MILANO 34

266 MISTRULLI ALDO ROMA 8

267 MONACO BRUNO CARLENTINI 1

268 MONELLI STEFANO GUASTICCE 1

269 MORABITO ENRICO ACIREALE 1

270 MORENO MANUELA ALBENGA 5

271 MORETTI LAURA S B. DEL TRONTO 2

272 NALDINI SARA FIGLINE VALDARNO 1

273 NENCINI LORENZO LIVORNO 2

274 OLIVIERI OLIVIERO IMPERIA 1

275 ONEGLIA FRANCESCO PALERMO 8

276 OROFINO SEBASTIANO S. G. LA PUNTA 1

277 PAGLIAI BARBARA FORLI 6

278 PANZA STEFANO TORTONA 1

279 PAPALINI FEDERICA ANCONA 4

280 PERATA RAFFAELE AUGUSTA 3

281 PERESSINI FRANCESCA BUIA 1

282 PERROTTA ANGELA PESARO 4

283 PESCE LAURA PATERNO 2

284 PICHI LUCA AREZZO 2

285 PICOLLO MARIA ELENA CUNEO 1

286 PIETRELLA GIANLUCA MACERATA 5

287 PILLITTERI VLADIMIRO FUCECCHIO 1

288 PISCIOTTA LUCA BIENTINA 1

289 POMA GABRIELLA CATANIA 1

290 PRINA LUCIA MONZA 10

291 RAGAZZINI RAFFAELE FORLI 8

292 RAGONESI ALESSANDRO ACIREALE 5

293 RANI STEFANO FORLI 4

294 RAVIZZA DANIELE CODOGNO 1

295 RICCA DANIELE ARICCIA 1

296 RICCIO SIMONE GENOVA 49

297 RIVAROSSA CRISTINA CARIGNANO 1

298 ROMEO LUCA SIRACUSA 10

299 ROSSINI DANIELA POTENZA PICENA

300 ROTILIO CALOGERA CARLA ACQUEDOLCI 1

301 RUBE ANTONIO PALERMO 14

302 RUGIADI SARAH LIVORNO 2

303 RUSSO CLAUDIA MIRELLA MILANO 98

304 SALAMANCA ROSA CATANIA 12

305 SALARI MANUELA MILANO 8

306 SALERNO CARMELINA CATANIA 3

307 SAMBO ANNA MILANO 99

308 SANTO LUCREZIA ALESSANDRIA 3

309 SAPONI GIUSEPPE RIMINI 5

310 SCARZANI ENRICO FORLI 2

311 SCHEPIS SANTINA MESSINA 1

312 SEGRETO GIORGIA SCIACCA 1

313 SERENA MASSIMO CRESPANO 1

314 SEU MATTEO ROSIGNANO 1

315 SIMONCELLI GIOVANNI PESARO 1

316 SQUADRONI SIMONE FILOTTRANO 1

317 STENGHER DOMENICO LIVORNO 2

318 TAULA VERUSKA FORLI 6

319 TERRANOVA SEBASTIANO ACIREALE 1

320 UBERTI FRANCO CASSINA DE PECCHI 1

321 VENETICO ROSANNA PALERMO 14

322 VITALI LOREDANA FILOTTRANO 1

323 VITALI ROSATI MAURO SIGNA 1

NOMINEIl Comitato Centrale nella riunione del 28-29 feb-

braio 2004 ha nominato Claudia Cremonesi al ruo-

lo di Incaricata Nazionale di Branca E/G per il trien-

nio 2004-2007.

RICONOSCIMENTO DI BENEMERENZALa Capo Guida e il Capo Scout hanno concesso il Ri-

conoscimento di Benemerenza a:

Renzo Missinato (Pordenone)

in data 22.2.2004 n°50

con la seguente motivazione:“Per il servizio vissuto

con passione, dedizione e amore durante cin-

quant’anni, testimoniandolo nella sua missione di

capo prima in ASCI e poi in AGESCI, accettando sem-

pre nuove sfide e giocandosi in prima persona. Riferi-

mento non solo per centinaia di lupetti, genitori e ca-

pi, ma anche sostegno nella comunità salesiana e nel-

la città di Pordenone, ha sempre proposto con umiltà

la sua esperienza facendo riflettere con il suo impegno

e attenzione all'altro. Coerente e disponibile, conti-

nua ad insegnare, attraverso il suo impegno in molti

ambiti, che ogni stagione della vita ha i suoi frutti.”

atti ufficiali

44 PROPOSTA EDUCATIVA

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Differenza d’età in Co.Ca.Uno degli obiettivi della rivi-sta è quello di avviare rifles-sioni, dibattiti e confronti.L’articolo pubblicato su PEn°1-2004 relativo alla diffe-renza d’età in Co.Ca. ne è unbuon esempio…

Nel 1971/72 ho conosciuto loscautismo. Poi, con i figli inattività, ho seguito il gruppocome magazziniere, cambu-siere o quanto altro ci fossebisogno come esterno.Nel 1990, libero da impegnidi lavoro, e su proposta del-l’allora AE p. Ruggero di se-guire in tandem con lui la ca-techesi, sono entrato inCo.Ca.. La prematura mortedi Ruggero mi ha obbligato aremare da solo. Ho fatto i duecampiscuola in cui non hoavuto problemi con gli altriallievi e ho capito che per fa-re catechesi, la buona vo-lontà era una bella cosa, loSpirito Santo anche, ma unminimo di corsi li dovevopur fare. Non mi sono maiposto in questi anni se i ra-gazzi/e in Co.Ca. avesserodei problemi per la mia pre-senza e non penso di averfatto pesare l’età. Non sto inCo.Ca. perché mi sento indi-spensabile ma per il semplicemotivo che si è scout fino a

che Dio lo vorrà. L’importan-te è il mai far cadere dall’altole cose, ma il voler condivi-dere quello che tu hai, equello che la tua Comunità tipropone.Una cosa è certa: con la ca-renza di AE nei vari gruppi, ”imeno giovani” si potrebberoproporre come Capi a dispo-sizione per la catechesi. È lo-gico che non ci si improvvi-sa, anche se si dice che ognicapo è catechista. Sia in Asso-ciazione che nelle varie dio-

cesi, ci sono molte possibi-lità di scoprire o riscoprire laParola di Dio per portarla airagazzi nel miglior modopossibile o almeno facendodel nostro meglio.La cosa che bisogna aver benchiara in testa, è che il com-pito di fare catechesi nelgruppo non è quella di im-porla come obbligo, maquello di fare amare la Paroladi Dio. La seconda cosa è mai sen-tirsi degli arrivati: continuarea legger studiare e pregare. Ultimamente sono entrati inCo.Ca. tre ventenni e tra me eloro ci sono quarantasei annidi differenza. Non vedo poitutta questa differenza cultu-rale tra di noi. Loro sannodelle cose che condivideran-no con me ed io farò altret-tanto e qui mi ripeto voluta-mente: l’importante è maisentirsi arrivati!

Fortunato Corner Babbo lupo

Regina Margherita 1

Appartengo ad una Co.Ca.dove ci sono stati i Luisa eLuigi di turno e penso diaver provato il prima e il do-po di tale situazione. Si èportati a pensare che andativia i mammut associativi cisia spazio per giovani idee epensieri, ma è davvero così?Per esperienza vissuta èun’illusione e dopo sfoghi diprima era tutto sbagliato, cisi trova a riorganizzare unmodo di essere più che il fa-re e a comprendere che ilconfronto nella diversità,ascolto e comprensione(esattamente come chiedia-mo ai ragazzi!) sono le radi-ci su cui fondare una Comu-nità. Forse non ci sono età emomenti in cui dire basta oancora: la scelta è davveropersonale! Ma è bene pen-sare che la guida che entrain Co.Ca. e ci dà il via allapensione (!) più di tutto èun giovane capo educatoreed è importante che abbiaaccanto a sé capi anzianinel suo cammino. Non per-

3/2004 45

lettere in redazioneIn questa rubrica vogliamo dare spazio alle lettereche giungono in redazione, con l’intento di aprirediscussioni e approfondimenti a largo raggio. Peroffrire il maggior numero possibile di contributi,raccomandiamo di contenere il testo entro il nu-mero massimo di circa 1500 battute (spazi compre-si), avvisando che le lettere troppo lunghe dovran-no necessariamente essere tagliate. Verranno pub-blicate solamente le lettere firmate. Potete inviarela vostra posta all’indirizzo e.mail [email protected];oppure spedire a: Proposta Educativa c/o LucianaBrentegani, via G. Leopardi, 17 - 37138 Verona.

Circa l’età dei capi mi domando: perché igruppi con problemi recuperano vecchi ca-pi per risolverli? Prevenire non è meglioche curare? Capi da sempre in Co.Ca. comeeducatori sanno rispettare i tempi di cre-scita di ciascuno, dare fiducia, sanno cheuomini e donne della partenza conduconola propria barca con i ritmi della loro sto-ria unica ed irripetibile. In caso contrarionon sono e forse non sono mai stati buonieducatori. Oggi domina la precarietà, i ge-nitori spesso abdicano ai loro doveri edu-cativi, è scelta diffusa vivere il presente sen-za far tesoro del passato e senza progettareil futuro, la presenza di adulti in Co.Ca. èpunto di riferimento certo alle infinite in-certezze dei giovani capi, da risposte ai lo-ro dubbi e fiducia ai loro sogni. Ho vistoentrare in branco capi di oggi e sono orgo-gliosa di fare la strada scout con loro, da

cui ricevo molto più di quello che do. Unapresenza costante ha aiutato molti a usciree rientrare, a tener duro sui valori, a con-servare un’identità all’interno della Comu-nità Parrocchiale, a destreggiarsi in situa-zioni complesse, a proiettarsi nel futuro ra-dicati nel passato, ha testimoniato che èpossibile fare scelte durature.I giovani capi devono poter sbagliare da so-li, ma il confronto poi con l’esperienza adul-ta fa riflettere e crescere. Il capo gruppo“quadro” deve avere l’età che gli permetta diassumersene la responsabilità, il capo clan“fratello maggiore” deve poter testimoniarescelte di vita stabili. Se di fedeltà al Patto As-sociativo si discutesse e non di età, certomolte convivenze sarebbero più proficue.

Laura Quaratesi Milano 37

Gli adulti sono punti di riferimento

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sono entrata in Co.Ca., eroarrogante e orgogliosa manon me ne accorgevo. Eropiù che sicura di essereun’ottima capo. Nella miacomunità c’era una capo re-parto di 40 anni molto intel-ligente. Ho avuto scontri fe-roci con lei e spesso volava-no scintille (o meglio, le fa-cevo io le scintille). Ma lei hasempre mantenuto con meun atteggiamento calmo esereno, ascoltandomi con

sto che dico che l’età non èuna difficoltà, le difficoltà lecreiamo noi nella nostramente, siamo sempre bra-vissimi a dare la colpa aglialtri.Non sono nemmeno d’ac-cordo sul fatto che l’età siaimportante quando si fa ser-vizio con i ragazzi. Ho in-contrato capi giovani tal-mente vecchi “nellospirito” da non riuscire adentrare in sintonia con i lu-

ché sanno già tutto, ma perquel senso di stabilità di chiha già costruito qualchepezzo della propria vita epercorso un tratto di strada;per potersi permettere glierrori e non far si che del-l’imparare facendo dei capi,ne abbiano solo conseguen-ze dirette i ragazzi! Forse sipossono mediare le due po-sizioni (non per mediocritào par condicio!) per nontrincerarsi dietro i propriideali di vecchi o di giovanie ricercare sempre la sceltamigliore per i ragazzi e perla comunità più che per sestessi, senza pensare chebasti essere giovani per ave-re entusiasmo, desiderio delnuovo e voglia di mettersi ingioco ed essere vecchi pernon averlo più!

Chiara Giannatempo S. Benigno 1

Ho qui davanti l’articolo sul-l’età dei capi. Sinceramentenon mi trovo molto d’accor-do su quanto detto. L’etàanagrafica è una cosa abba-stanza relativa nei rapportidi Co.Ca. mentre importan-te è la disponibilità a metter-si sempre in gioco, guardarel’altro come fonte di ricchez-za, saper ammettere i proprierrori e saper chiedere scu-sa.Caso mai questa diventa unascusa dietro cui ci si nascon-de per rifiutare l’altro: per-ché mi sta antipatico, perchémi costringe a mettermi indiscussione, perché è diffici-le accettare i propri limiti eammetterli, perché collabo-rare insieme presuppone unminimo di umiltà. Tuttequeste cose non hanno nullaa che fare con l’età anagrafi-ca ma con la solidità dellapersona.Mi ricordo quando ventenne

lettere in redazione

46 PROPOSTA EDUCATIVA

Scautismo e tempiassociativi

Lo spunto di discussione è par-tito dalle lettere di Marco eMatteo pubblicate su PE n°1-2004: la riflessione proseguecon altri due interventi.

Se posso dire la mia… sonocon Marco Mauriello e conchi la pensa come lui. Le sueparole: «qualche mese fa sonostato costretto, per non direaddirittura “invitato” ad an-darmene». Non lo fare mai…loro lo devono fare, propriotutti quei capi che non fannovita di Co.Ca. perché si diconoarrivati, perché non hannoscelto di fare servizio in unitàperché sono quadri.È vero che i ritmi associativispesso ci impegnano, ma c’èuna scelta in tutte le cose del-la nostra vita e dietro la sceltac’è l’amore. Amore, con S.Paolo, vuol dire: «…infine ditutte la più grande è la carità»(Corinti I Lettera cap. 13).Ma quei capi “arrivati” conquale spirito possono dire:partecipi o te ne vai, senzastendere la mano per accetta-re il 5% che un qualsiasi capooffre per il servizio associati-vo e senza incoraggiarlo a da-re sempre di più con l’acco-glienza, con il supporto, conl’amore. Chiudere un’unità èmancanza di fede, i ragazzinon li recuperiamo più… cidiranno: «vi siete fatti i vostricomodi». Nel n°1 di PE c’è l’elenco di414 capi nominati, e così altrevolte nell’anno: ma tutti que-sti capi dove vanno a finire? Lanomina a capo viene data infunzione di un servizio inun’unità: perché, dopo brevescadenza dalla nomina, di ca-pi non ne troviamo più?

Giorgio Di RosaModica 2

pazienza anche quando erooffensiva. Alla fine, grazie al-la sua tenacia, ho imparatoa tirar fuori il meglio di me elavorare con lei è diventatauna ricchezza.Ringrazio Dio d’averla mes-sa sulla mia strada. Lei mi hafatto capire cosa significaessere una capo scout. Permia fortuna Gianna, che èentrata in Co.Ca. a 35 anni,non si è sentita troppo “vec-chia” per vivere l’avventuradello scautismo. È per que-

petti, ho conosciuto capi diuna certa età amati profon-damente dai loro ragazzidel clan perché hanno sapu-to essere per loro dei verifratelli maggiori. Anche in questo caso è soloquestione di quanto si è di-sposti a mettersi in gioco, diche capacità si ha come per-sone di non sentirsi mai arri-vati. Fraternamente.

Marta ZanchiCapogruppo Villafranca 2

«Importante è la disponibilità a mettersisempre in gioco, guardare l’altro comefonte di ricchezza, saper ammettere ipropri errori e saper chiedere scusa»

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Carissimi, se lo scautismo èun metodo educativo, i suoiinsegnamenti devono risul-tare utili negli altri ambitidella propria vita; se non esi-stono gli altri ambiti, chi edu-chiamo a cosa? Lo scautismoinvece mi sembra, a volte, piùpreoccupato di chi manca ditanto in tanto, che non di chinon ha problemi ad immo-larsi per riunioni, staff, verifi-che, campi ecc. ecc senza chenulla venga a turbare questavita consacrata al giglio.Esempio: perché mettere lariunione la domenica matti-na? Perché dobbiamo chie-dere ai nostri ragazzi, e ai lorocapi, di scegliere tra gli scoute l’uscire con gli amici? Cosac’è dietro questa ricattante ri-chiesta di tempo da partedello scautismo (o noi o il re-sto)?Anche la quantità fa la suaparte: mi sono accorta cheaccorciare i tempi non facrollare il metodo, è la qualitàe l’intensità della propostache fa la vera differenza. Certo, l’errore sta nel fattoche la prima riunione che sal-ta è la zona o simili, poi laCo.Ca., e infine viene la riu-nione con l’unità. Questa gra-duatoria, data quasi perscontata, è errata perché fini-sce per penalizzare la forma-zione, che è l’unico vero ser-vizio che dobbiamo ai nostriragazzi quando ci proponia-mo come educatori. Lo scautismo deve rivedere i

tempi che richiede ai suoioperatori, e applicare l’essen-zialità anche ad essi, per evi-tare due cose: 1. che capi e ragazzi in gambama - anzi, quindi! – attivi sualtri fronti oltre lo scautismosi arrendano, sfiniti dai ricattitemporali 2. che l’AGESCI, così facendo,offra un nido troppo acco-gliente per chi ha difficoltà adinserirsi nel mondo fuori dalceleste associativo (la fami-glia, le amicizie, la società):non sono questi i capi che fa-ranno crescere l’associazio-ne, questi capi devono cre-scere nell’associazione, che èdiverso.Avanzo qualche proposta:– prestiamo più attenzione anon saturare il tempo, no-stro, dei ragazzi, degli altricapi, verificando il senso deltempo che richiediamo evalutando la possibilità diridurlo, scegliendo con piùresponsabilità i tempi da vi-vere;– rinunciamo all’arma del ri-catto per ottenere la presen-za e verificare la “fedeltà” al-lo scautismo;– guardiamo con apprensio-ne, e non con ammirazione,a chi vive per lo scautismo: loscautismo deve insegnare avivere per Dio, per gli altri eper il nostro paese, non a vi-vere per se stesso. Buona strada a tutti!

MartaRoma 23

3/2004 47

lettere in redazione

Jam (marmellata … ogni riferimento ad un certo B.-P. èpuramente casuale) come incontro, miscela, commi-stione, confronto di esperienze, di pensieri. Jam comerichiamo alle jam session musicali. Musica come lin-guaggio universale, che unisce i popoli, che è insita nelnostro modo di essere scout (non a caso “… sorridono ecantano anche nelle difficoltà”), un linguaggio attra-verso il quale parlare direttamente al cuore dei giovani.Lo Scoutjam si colloca al di fuori degli eventi del calen-dario regionale, è patrocinato dalla Zona Faleria ed èorganizzato da un comitato che comprende capi di tut-ta la Regione Marche: è rivolto in particolare ai Clan eai Noviziati accompagnati da almeno un capo, ma an-che alle Co.Ca. che vogliono vivere questa esperienza inperfetto stile scout (la partecipazione all’evento è inuniforme). Sarà un’occasione di incontro per confron-tare le esperienze già vissute e i progetti che si hanno,dove si potranno approfondire tematiche e pensieri im-portanti. Il momento clou sarà la sera: al calar dellanotte, allo scintillare delle stelle, le note musicali si le-veranno in cielo, i canti risveglieranno la voglia di farfesta … e la gioia del condividere l’avventura delloscautismo invaderà l’atmosfera celeste. Non state piùnella pelle… forza… prendete il vostro zaino di espe-rienze e soprattutto di entusiasmo… seguiteci.

IL PROGRAMMA

17.00 ACCOGLIENZA18.00 LABORATORI tematici di ambito internazionale21.00 CONCERTO (chi è interessato, anche Alte Sq. eCo.Ca, oppure ha il desiderio di suonare con la propriaband è calorosamente invitato a contattarci … stiamocercando proprio voi … giovani U2 in erba!!!)9.00 MERCATO DELLE IDEE: occasione in cui i clanpotranno condividere attività, progetti, sogni realizza-ti e ancora da realizzare12.00 S. MESSA e chiusura

L’obiettivo è quello di metter il primo mattone affinchél’evento possa crescere, fortificarsi e divenire un eventofisso nell’anno scout, non solo regionale ma nazionale.In molti ci hanno detto che lo SCOUT JAM può essereIMPOSSIBILE da realizzare … noi però applichiamoalla lettera ciò che B.-P. ci ha insegnato…

Per qualsiasi informazione, scrivete a: [email protected]://it.groups.yahoo.com/group/scoutjam/

Scout Jam a Pedaso (AP)dal 22 al 23 maggio

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L’associazione B.-P. PARK –con la collaborazione di“Campo Base”, negozio dicampeggio trekking alpini-smo – organizza un concorsofotografico sulla vita scout,come da regolamento:

1. Al concorso possono parte-cipare gli iscritti ad associa-zioni scout, di qualsiasi età.2. Il concorso è unico, ma arti-colato in 2 sezioni:a) Sezione 1 (foto scattateovunque): “il fazzolettonescout” simbolo e compagnodi tante avventure.b) Sezione 2 (foto scattate aB.-P. Park): “B.-P. Park: unJamboree permanente”, mo-menti di incontro tra le diver-se realtà scout d’Italia e del re-sto del mondo. Le occasioni diincontro – tra scout di tuttaItalia e di altre Nazioni – sonouna delle ricchezze del cam-peggiare a B.-P. Park.c) Inoltre – comune alle duesopraelencate sezioni – è pre-vista una sottosezione relativaa foto di carattere religiosoma di chiara ambientazionescout (S. Messe, veglie, ecc.).

Le foto dovranno riprendereattività scout con le personeritratte con l’uniforme regola-mentare oppure – in casi par-

Concorsofotografico 2004

“Vita Scout”Proposto da “B.-P. Park”

con la collaborazione di “Campo Base”

SCOUT - Anno XXX - Numero 09 - 26 aprile 2004 - Settimanale - Poste Italianes.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale D.L. 353/03 (conv. L. 46/04)art. 1 comma 1, DCB BOLOGNA - 0,51 - Edito dall’Agesci - Direzione epubblicità Piazza Pasquale Paoli, 18 - 00186 Roma - Direttore responsabileSergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 presso il Tribunaledi Roma - Stampa So.Gra.Ro., via I. Pettinengo 39, Roma - Tiratura di questonumero copie 32.000 - Finito di stampare nell’aprile 2004.

La rivista è stampata su carta riciclata sbiancata in assenza di cloro

Associato all'UnioneStampa Periodica Italiana

SUL PROSSIMO NUMERO

Approfondimenti, spunti, confronti su…

● Il rapporto capo-ragazzo: la conoscenza, l’esem-pio, il fratello maggiore

● L’avventura delle attività estive: vacanze di bran-co/cerchio, campi, route

● L’hike: valenza educativa e responsabilità dei capi● Capi in situazioni familiari problematiche: ser-

vizio sì, servizio no?● Spirito Scout: la catechesi delle attività estive

e tanto altro ancora.

ticolari (espressione, attivitàsportive, attività di campi-smo, …) – dovrà comunquerisultare evidente l’apparte-nenza scout.

3. Si può partecipare anche atutte e due le sezioni, con unnumero massimo di 10 foto intotale (a colori e/o in bianco enero).

4. Per partecipare occorrescansire e spedire per postaelettronica – all’indirizzo:[email protected] – le fo-to realizzate, 500 Kb max ognifoto (oppure inviarle per po-sta tradizionale all’indirizzo:B.-P. Park, via Picardi n. 6 –00197 Roma) indicando il ti-tolo della/e foto, il nome dicolui che ha scattato la/le fotononché l’età ed il grupposcout di appartenenza oltre alproprio recapito e-mail, po-stale e telefonico.

5. Il termine per la spedizionedelle foto via e-mail è il 30settembre 2004, mentre – nelcaso di invio per posta tradi-zionale – le foto vanno spedi-te entro il 20 settembre 2004(farà fede il timbro postale).Le foto inviate non verrannorestituite, ma resteranno nellacompleta disponibilità di B.-P.Park, dell’editrice Nuova Fior-daliso e di Campo Base (conl’obbligo – ove utilizzate – dicitarne l’autore).

6. La commissione giudicatri-ce – il cui giudizio è inappella-bile – sarà costituita da Lean-dro Tifi (vice presidente di B.-P. Park), da Gigi Marchitelli

(della editrice Nuova Fiordali-so), da Gian Luca Manzone(titolare di Campo Base), daGiovanni Castellano (webma-ster di B.-P. Park) e da Umber-to Principi (responsabile dellafototeca di B.-P. Park).

7. La commissione giudica-trice proclamerà i vincitori –dandone notizia agli interes-sati – entro il 15 ottobre 2004;l’esito del concorso fotografi-co sarà diffuso su “B.-P. Parknotizie”, sul sito www.bp-park.it e sulla stampa scout.

8.I premi – che verranno asse-gnati – saranno:a) 1° premio per la sezione 1:soggiorno gratuito a B.-P.Park (senza alcun pagamen-to, cioè, del contributo per ilsoggiorno) – nell’anno 2005 –per una unità scout compostada un max di 35 scout, peruna durata max di 15 giorni,nelle proprie tende (ovvero –per 8 giorni – per 30 lupetti/e,nella tana); la data presceltava comunicata a [email protected] entro il 31/12/ 2004.b) 1° premio per la sezione 2:una tendina da tre posti, mes-sa a disposizione da CampoBase.c) 2° premio per le due sezio-ni: una lampada lumogas.d) Per i classificati – delle duesezioni – dal 3° al 10° posto: t-shirt di B.-P. Park, con ripro-dotta la foto premiata.e) Inoltre – all’autore della mi-gliore foto di carattere religio-so – verrà assegnato in premioun soggiorno gratuito di unasettimana a Riccione (da uti-lizzare nel corso dell’estate2005, in periodo a sua scelta)per 2-3 persone dello stessosesso, con propri sacchi letto,nei locali della Parrocchia diDon Romano Nicolini (in via-le Gramsci, 39 – al centro dellacittà, a m. 50 dal mare); agliospiti verranno offerti anchedei biglietti omaggio per i par-chi locali: Aquafan, Italia inminiatura, ecc.

9. La partecipazione al con-corso fotografico implica l’ac-cettazione del presente rego-lamento.