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XX CONGRESSO DISTRETTUALE La scuola, luogo di educazione al bene comune ANNO ROTARIANO 2014-2015 Matera, 22/24 Maggio 2015 ATTI INDIRIZZO DI SALUTO PDG Prof.ssa Daniela Tranquilli Franceschetti APERTURA LAVORI PDG Mario Greco Istruttore Distrettuale ALLOCUZIONE DEL RAPPRESENTANTE DEL P.I. PDG Prof.ssa Daniela Tranquilli Franceschetti INTRODUZIONE AL TEMA CONGRESSUALE “La buona scuola” DG Luigi Palombella La buona scuola: fondamenti educativi Prof. Lia Gisotti Giorgino La buona scuola: aspetti politico - istituzionali; alternanza scuola - lavoro Prof. Antonio Cocozza CONSIDERAZIONI FINALI PDG Prof.ssa Daniela Tranquilli Franceschetti CONCLUSIONE DEL XX CONGRESSO DISTRETTUALE Prof. Luigi Palombella DOCUMENTO CONCLUSIVO

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XX CONGRESSO DISTRETTUALELa scuola, luogo di educazione

al bene comune

ANNO ROTARIANO 2014-2015

Matera, 22/24 Maggio 2015

A T T IINDIRIZZO DI SALUTO

PDG Prof.ssa Daniela Tranquilli Franceschetti APERTURA LAVORI

PDG Mario Greco Istruttore DistrettualeALLOCUZIONE DEL RAPPRESENTANTE DEL P.I.

PDG Prof.ssa Daniela Tranquilli Franceschetti INTRODUZIONE AL TEMA CONGRESSUALE

“La buona scuola” DG Luigi Palombella

La buona scuola: fondamenti educativi Prof. Lia Gisotti Giorgino

La buona scuola: aspetti politico - istituzionali; alternanza scuola - lavoro Prof. Antonio Cocozza

CONSIDERAZIONI FINALIPDG Prof.ssa Daniela Tranquilli Franceschetti

CONCLUSIONE DEL XX CONGRESSO DISTRETTUALEProf. Luigi Palombella

DOCUMENTO CONCLUSIVO

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distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

Distretto 2120 - Puglia BasilicataII MATERA 22-24 MAGGIO 2015 | ROTARY 2120

Cari amici rotariani, Vi porto i saluti del Presidente Interna-

zionale Gary Huang, di sua moglie Corinna,del mio Distretto, il Distretto 2080.

Saluto, con Guido, le Autorità civili ereligiose, il Governatore Luigi Palombella, iPdg, i Governatori futuri Mirella Guercia,Luca Gallo, Giovanni Lanzilotti, i tanti ro-tariani presenti del Distretto 2120, un Di-stretto attivo e concreto, vivo e vivace, inuna parola efficiente.

Un saluto caloroso anche alle socie del-l’Inner Wheel che sono sempre accanto anoi. Il Rotary è nato nel 1905 e quindisiamo ormai nel secondo secolo di vita;insieme abbiamo costruito una solida basesu cui continuare ad impegnarci. Insiemeabbiamo scritto un libro ricco di successi;abbiamo scritto la storia dei primi 110 annidel Rotary, una storia che ci servirà di ispi-razione per continuare il nostro servizioperché ogni esperienza passata è necessariaper poter continuare ad aiutare gli altri eoccuparci delle grandi necessità dell’umanità.Il passato è importante per il futuro.

“È meglio accendere una candela chemaledire l'oscurità ” nel 2014-15 il PresidenteGary Huang ricordando le parole di Confucio,da lui definito il “primo rotariano dellastoria”, ha incoraggiato tutti i rotariani delmondo ad “Accendere la luce del Rotary”

E tutti noi quest’anno abbiamo seguito

la sua esortazione: abbiamo acceso la lucedel Rotary continuando il nostro servizio dirotariani. Il bello del Rotary è che offre tantepossibilità di servizio.

Quando i Club si accorgono di una ne-cessità nella loro comunità sono capaci diorganizzarsi per usare le loro risorse umanee materiali e andare incontro a quella necessitànel modo migliore. Tutti insieme, ciascunocon la sua professionalità, il suo tempo, lesue capacità.

L’origine del successo del Rotary è lapartecipazione di tutti i Club o meglio ditutti i soci; tutti siamo incoraggiati ad im-pegnarci nei progetti e a realizzare ciò che èpiù utile alle comunità vicine e straniere.

Un secolo di vita è stato un’importantepietra miliare che poche organizzazioni rag-giungono. Questo significa che quello che fail Rotary è giusto e che dobbiamo continuare,perché il mondo ha bisogno di noi e lanecessità del servizio rotariano rimane forte.

Ci sono molti altri segreti del nostrosuccesso: l’affiatamento che deriva dagli in-contri regolari, lo scopo comune, la nostrainternazionalità che apre le porte e i cuoriattraverso il mondo, la nostra diversità,fonte di arricchimento, la nostra strutturache ci permette di realizzare molto di piùcome gruppo di quanto ciascuno di noi po-trebbe fare da solo. Insieme è l’avverbio piùadatto al Rotary.

Ma la nostra forza più grande, a mioavviso, è l’entusiasmo, la passione, il cuore,con cui noi rotariani accettiamo una nuovasfida e manteniamo saldo il timone finché ilproblema è risolto, finché la meta non è rag-giunta.

Lo stiamo facendo per l’eradicazionedella Polio e in migliaia di altri progetti, intutte le comunità cui prestiamo il nostroservizio.

Il Rotary International, grazie anche aiRotariani di questo Distretto, si conferma,durante il suo secondo secolo di servizio,come una delle più influenti ed efficaci or-ganizzazioni non governative.

Non abbiamo il diritto di fermarci: dob-biamo mettere tutta la nostra forza, tutta lanostra capacità per vincere un’altra difficilesfida, molto difficile: la pace nel mondo.

Questo, cari Rotariani, è il nostro prin-cipale obiettivo: lavorare per la pace nel

mondo consapevoli che in tutti i nostriprogetti c’è il nostro lavoro per la pace.

Infatti se in un villaggio le famiglieavranno un tetto, se i bambini, le donne egli uomini potranno mangiare, se sarannoliberi da malattie, se sapranno leggere, allorail villaggio sarà in pace, tanti villaggi inpace rendono un paese in pace e tanti paesiin pace rendono il mondo in pace! E questoè quello che noi ci auguriamo quando accet-tiamo volontariamente di impegnarci nelRotary. Ricordiamolo sempre: in tutto quelloche facciamo c’è il nostro lavoro per la pace.

Ma lavorare insieme con spirito di servizioè possibile solo se esiste amicizia.

Quando in un Club c’è amicizia, lealtà,armonia, questa armonia si diffonderà ancheverso l’esterno, verso chi è più debole, versochi ha più bisogno.

Questa sera aprite il vostro CongressoDistrettuale con la cena dell’amicizia e Guidoed io siamo felici di essere qui e di condividerequesto sentimento che è fra i principali scopidel Rotary.

In questi giorni trascorreremo insiememomenti belli e costruttivi; costruendoinsieme un Rotary del futuro e continuandoad accendere la luce del Rotary.

E come si diceva una volta: che la festacominci. Sono sicura che sarà una bellafesta.

Grazie, grazie. Di cuore. Daniela n

Indirizzo di saluto Venerdì 22 maggio 2015

Le Relazioni

PDG Daniela Tranquilli Franceschetti Rappresentante del P.I Gary Huang 20° Congresso Distretto R.I. 2120 - MateraPDG 2080 Distretto Rotary International 2011/12Training Leader 2015-16Coord. Distrettuale Effettivo 2014-15

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IIIDistretto 2120 - Puglia BasilicataROTARY 2120 | MATERA 22-24 MAGGIO 2015

distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

Autorità civili e religiose, Autorità Ro-tariane attuali, passate e future, dirigenti esoci rotariani, dirigenti e soci del Rotaracte dell’Interact, dirigenti e socie dell’Inner-Wheel, gentili ospiti.

Sono qui al 20° Congresso del Distretto2120 quale rappresentante del PresidenteInternazionale ar 2014-15 Gary Huang.

In questo periodo in quasi tutti i 542Distretti Rotariani si svolge il Congresso,e il Presidente Huang non potendo parte-cipare a tutti e per non fare torto a nessunodelega un PDG a rappresentarlo.

Oggi io qui insieme a mio marito Guido,siamo felici ed onorati per questo incarico;e siamo felici ed onorati di portarvi il salutodel Presidente Gary Huang e di sua moglieCorinna.

Accendi la luce del Rotary è il motto diquest’anno rotariano e con le vostre azionie i vostri cuori voi avete onorato l’impegnoche il 1 luglio 2014 avevate preso.

Già ieri sera ne abbiamo parlato: sieteun Distretto capace, ricco di umanità, ge-nerosità e progettualità.

Avete fatto un Buon Rotary, un Rotaryconcreto, corretto, coerente.

Il Rotary che piace a me. Ma cos’è il Rotary? Qual è l’essenza

del Rotary?Nel mio Club sono conosciuta come

una fanatica del Rotary. Amo profondamentela nostra Associazione perché dal Rotaryho ricevuto molto, sicuramente più di quelloche io ho saputo dare al Rotary.

Winston Churchill, rotariano, ha de-scritto un fanatico come una persona che

non vuole cambiare le sue idee e che noncambierà argomento. Questo è esattamenteil mio atteggiamento verso il Rotary e ilmotivo per cui ho intitolato questa presen-tazione “L’essenza del Rotary”.

Le persone entrano nel Rotary per diversimotivi:- per motivi di prestigio;- per l’amicizia;- perché credono che attraverso il Rotary

potranno aumentare il loro giro di affa-ri;

- perché un socio chiede loro di entrare;- perché pensano che potranno partecipare

ai programmi;- perché pensano che sarà divertente essere

un Rotariano.Ci sono molte altre ragioni, ma la mag-

gior parte ha una componente di egoismoperché le persone non hanno avuto la pos-sibilità di conoscere gli ideali e lo spiritodel Rotary, perché le persone non hannoavuto la possibilità di conoscere la vera es-senza del Rotary.

Tra le varie motivazioni mi piace asso-ciare le motivazioni legate all’amicizia e aldivertimento con gli aspetti più ampi dellospirito del Rotary: il servizio, la comprensionefra i popoli, il miglioramento della vita

Sabato 23 maggio 2015Apertura dei lavori

PDG Mario Greco Istruttore Distrettuale Distretto R.I. 2120

L’essenza del Rotary Sabato 23 maggio 2015

Allocuzione

PDG Daniela Tranquilli Franceschetti Rappresentante del P.I Gary Huang 20° Congresso Distretto R.I. 2120 - MateraPDG 2080 Distretto Rotary International 2011/12Training Leader 2015-16Coord. Distrettuale Effettivo 2014-15

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distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

Distretto 2120 - Puglia BasilicataIV MATERA 22-24 MAGGIO 2015 | ROTARY 2120

delle comunità, l’etica negli affari e profes-sionale.

Il motto del Rotary è “Servire al disopra di ogni interesse personale”. L’inte-ressamento per gli altri è alla base delservizio e l’aiuto concreto agli altri è la suaespressione pratica. L’obbiettivo del Rotarye quindi del Rotariano, è proprio incoraggiaree coltivare l’ideale del servizio come base diun’impresa riuscita e, in particolare, inco-raggiare e coltivare:- Lo sviluppo delle conoscenze personali

come opportunità di servizio.- La diffusione di alti standard etici negli

affari e nelle professioni per essere anched’esempio ai giovani soprattutto inquesti momenti bui.

- Il riconoscimento del valore di tutte leoccupazioni utili.

- La considerazione della propria profes-sione come un’opportunità di servire lasocietà: è la nostra professione, infatti,è la varietà delle nostre classifiche checi permettono di impegnarci a 360° peraffrontare i problemi dei più deboli edagire con competenza nella realtà che cicirconda.

- La realizzazione dell’ideale del servireda parte di ciascun Rotariano nella pro-pria vita personale, professionale e so-ciale.

- L’incremento della comprensione inter-nazionale, della buona volontà e dellapace attraverso un’associazione mondialedi persone impegnate nel mondo del la-voro, unite nell’ideale del servire.E allora una persona che conosce a

fondo la storia e gli scopi del Rotary, la suapotenzialità, la prova delle quattro domande,capisce che nel Rotary c’è grandezza, bontàed eccellenza e non può non essere interessatoad assumere un ruolo nella promozione diquesti ideali. Non può non diventare unsocio del Rotary consapevole, orgoglioso,attivo e impegnato.

Il Rotary non è una Camera di Com-mercio - eppure quando c’è un Rotary club,la Camera di Commercio è più attiva.

Il Rotary non è una società per il mi-glioramento civico - ma quando c’è il Rotary,la città è più bella.

Il Rotary non è un’organizzazione reli-giosa, ma incoraggia i Rotariani a diventaredei membri migliori nelle loro organizzazionireligiose.

Il Rotary non è una nave dove si saleper lasciarsi trasportare.

Il Rotary è un modo di pensare, è unostile di vita.

E il Rotary siamo noi.Il Rotary è sempre e soltanto come lo

fanno i suoi soci, con il loro carattere ed iloro sforzi, con i loro cuori e le loro menti.La ragione primaria della forza del Rotaryè proprio l’ampia e leale compagine diuomini e donne di valore che vivono benele loro vite ed esercitano una sana e ragio-

nevole influenza nell’ambiente intorno aloro.

Ogni esperienza nella vita, ogni asso-ciazione che insegna a lavorare insieme,che insegna la condivisione delle idee, labellezza della collaborazione, dell’aiuto re-ciproco, del rispetto e dell’interesse reciproco,è di valore immenso.

Quando un’organizzazione ti fa sentiremeglio e ti suggerisce nobili e coraggiosisentimenti, non devi cercare altri parametriper giudicarne i meriti e i valori.

Il Rotary appartiene a questo tipo diorganizzazione. Questi sentimenti sono isuoi valori fondamentali.

Tanti anni fa un Presidente degli StatiUniti, disse “Se io potessi creare un RotaryClub in ogni comunità del mondo, garantireila pace, la felicità e il miglioramento delmondo stesso”.

E proprio in questi nostri tempi fa ri-flettere il fatto che nei Paesi martoriati oggidalle guerre civili non vi siano ancoraRotary Club. Ricordo tra gli altri: la Somalia,l’Iran, l’Iraq, la Libia, la Siria definiti inon-Rotary countries.

Dunque il Rotary migliora il mondo.Questo è quello che ogni giorno fa il Rotary.Questo è quello che ogni giorno facciamonoi rotariani.

Rendiamo il mondo un posto migliore.Portiamo acque dove c’è siccità, cibo

dove c’è fame, salute dove c’è malattia, cul-tura dove c’è analfabetismo e luce doveregna il buio. Con coraggio e determinazione:accendiamo la luce del Rotary.

Nel Rotary troviamo saggezza, tolleranzae rispetto per le idee ed i principi deglialtri. Impariamo ad accettare la diversità,impariamo a guardare al di là dei nostriorizzonti e man mano che cresciamo negliideali del Rotary, i nostri orizzonti cresce-ranno senza confini. Diventiamo veramentecittadini del mondo.

Il Rotary è presente in oltre 200 Paesidel mondo con circa 1.240.000 soci e Il Ro-tary offre l’opportunità di vivere attivamenteper sviluppare l’individuo su una scalamolto più grande di quanto il nostro abitualeschema di lavoro consentirebbe.

Il Rotary permette a ciascuno di noi direalizzare cose che da soli non avremmomai realizzato. Questa è la magia del Rotary.Diceva il PPRI Wilfrid Wilkinson “ IlRotary permette a persone normali di farecose straordinarie”. Ed è vero. Quante coseabbiamo fatto nei nostri Club e con i nostriClub che da soli non avremmo mai realiz-zato? Chi pensava di poter contribuire al-l’eradicazione dal mondo della Polio o a co-struire scuole e pozzi in Africa o a lavorarecon i ragazzi delle scuole in grandi numeri?

Nel Rotary troviamo e incoraggiamoalti standard di qualità in tante professionie mestieri; nel Rotary troviamo e sviluppiamola leadership necessaria per fare dei cam-biamenti positivi e opere straordinarie.

Gli ideali e le tradizioni del Rotary ciaiutano a formare la nostra visione delmondo. La fiducia e la lealtà che impariamoal Rotary sono una sorgente di forza semprepresente.

Ciò in cui crediamo e soprattutto, comelo mettiamo in pratica, decidono il nostroposto nella vita.

"Le cose non succedono. Le cose vengonofatte succedere". Ripeteva spesso John Fitz-gerald Kennedy

In un mondo che cambia, noi conser-viamo la nostra forza nel momento in cuirestiamo fedeli ai nostri ideali. Nel nostromondo mutevole sentiamo molto parlare didemocrazia e libertà. La democrazia è uncompromesso intelligente. Non è mai unfatto assodato – è sempre in divenire.

Gli uomini e le donne possono nascereliberi e uguali, ma raramente rimangonotali. La libertà e la democrazia comportanoil diritto – perfino la necessità – di esserediversi. La democrazia richiede una filosofiae una maturità religiosa, sociale ed emotivache ci porti fuori da un momento di crisi eun carattere che dagli elementi della crisitragga degli insegnamenti durevoli.

Non saremo mai buoni Rotariani senon saremo disposti a dare qualcosa di noistessi.

Essere un buon socio richiede un po’del nostro tempo.

Il nostro tempo per leggere informazionisul Rotary e le sue molte strade del servizio.

Il nostro tempo per partecipare alle at-tività in modo da ampliare i nostri interessie sviluppare i nostri tuoi talenti.

Il nostro tempo per sviluppare la lea-dership, un carattere maturo, un forte codiceetico, un’integrità intellettuale e una stabilitàemotiva.

Non puoi far una differenza fra i doni cheil Rotary tiene in serbo per te e quelli che tuporti a lui, perché è intrecciando le due coseche si trova la piena soddisfazione.

Nessuno può essere un vero Rotarianose non applica gli ideali del Rotary e nonrispetta le sue tradizioni in tutte le sue oc-casioni di contatto umano.

Solamente attraverso il servizio realiz-ziamo con più sicurezza e attraverso il ser-vizio scopriamo la più grande delle soddi-sfazioni: aiutare chi ha bisogno.

Sono da tempo convinta che il Rotaryrappresenti molto di più dell’insieme deisuoi membri. Oltre alla semplice sommaaritmetica, il Rotary rappresenta la fortepersonalità, unità e potenza di una fratel-lanza di uomini e donne, diversi per età,religione, colore della pelle, per la lingua,per usi e costumi ma uniti.

Dentro il Rotary troviamo affetto e forzafusi insieme.

Il presidente Huang ci ricorda un dettocinese: Una vita senza amici è una vitasenza sole.

Questo è vero e la solitudine è uno dei

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VDistretto 2120 - Puglia BasilicataROTARY 2120 | MATERA 22-24 MAGGIO 2015

distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

mali del nostro tempo.Ma per avere amici dobbiamo essere

amici. La forza è lo stare bene insieme; in-sieme per lavorare per gli altri.

È il bene contenuto in ogni associazioneche le permette di continuare ad esistere.

La vita ci rida esattamente ciò che noiseminiamo e spesso perdiamo le cose piùbelle se non siamo pronti a riceverle.

È l’integrità, la lealtà, la correttezzache dà forza, coraggio e sincerità ad unapersona e induce altre persone ad imitarlaperché l’esempio è contagioso. Ricordiamola Teoria delle finestre rotte, nel bene e nelmale.

L’integrità è un attributo così splendenteche ne sentiamo inequivocabilmente la pre-senza.

Il socio ideale del Rotary è corretto,leale nei pensieri, nelle parole e nelle azioniquotidiane.

Il socio ideale del Rotary ha alti ideali,entusiasmo e interesse per la sua famiglia eper i suoi concittadini.

Il socio ideale del Rotary è sempre prontoa dare una mano, ad esprimere solidarietàe ad accettare responsabilità.

Il socio ideale del Rotary rende onore alRotary. Sempre.

Dovremo allora vivere la nostra vitarotariana in modo da meritare considerazioneda parte di chi ci conosce meglio ma princi-palmente da parte di chi non ci conosce enon conosce la nostra Associazione. Masoprattutto dobbiamo vivere la nostra vitarotariana nella vita di tutti i giorni: senzaegoismo, senza protagonismo, senza ostilitàtra soci ma con il desiderio di fare un servi-zio.

Il distintivo del Rotary (non chiamia-molo, per favore, spilletta!!) non è una de-corazione che portiamo per accrescere ilnostro prestigio, è una testimonianza delservizio rotariano e un ulteriore richiamoper creare interesse intorno alle nostre ini-ziative. E’l’espressione del nostro orgogliodi appartenere al Rotary. Possiamo essereorgogliosi della nostra organizzazione.Coloro che ci hanno preceduto ci hanno la-

sciato una grande eredità di tradizione, diprestigio, esempi di grande amicizia.

A volte vediamo però, che alcuni rotarianisono distaccati e non partecipi : questo famale ai Club e al Rotary. Noi dobbiamo oc-cuparci di questi soci, dobbiamo ricordareloro la grandezza del Rotary e le opportunitàdi servizio che offre; dobbiamo risvegliarein loro la nostalgia del Rotary ricordandocidelle parole del Piccolo Principe “Se vuoicostruire una nave non devi dare ordiniperché gli uomini vadano a cercare legname,vele, catrame; se vuoi costruire una navedevi prima risvegliare la nostalgia del mareallora ognuno senza ricevere alcun ordineandrà a cercare legname, vele, catrame”

L’orgoglio dell’appartenenza è la nostraforza, è la nostra base forte e sicura che cipermette non solo di sperare ma di crederee volere fermamente che il Rotary continuia crescere sempre di più.

Se noi crediamo nel Rotary, questa cre-scita deve essere il nostro impegno. Un im-pegno di tutti, nessuno escluso. Dal Presi-dente al socio di recente ammissione.

Indossando il distintivo del Rotary cia-scuno di noi è un custode e un curatoredelle tradizioni, del prestigio e degli obiettividel Rotary.

L’ammissione al Rotary non è sempli-cemente un onore, è una grossa responsabilitàe comporta degli obblighi. Non siamo sem-plicemente iscritti al Rotary, dobbiamoessere soci del Rotary. Noi non andiamo alRotary il giovedì, ma noi dobbiamo fareRotary ogni giorno!

È inutile filosofeggiare e continuare adiscutere tra noi su quello che si dovrebbefare: il socio rotariano si riconosce da quelloche fa; quello che conta sono le nostreazioni, quello che i soci realizzano per mi-gliorare il mondo.

L’essenza del Rotary è sia nella personache nell’organizzazione.

Noi, solo noi, possiamo farne una forzaper il bene o uno strumento di egoismo.Siamo come il fuoco: necessario per viverema capace di distruggere come ricordava aSan Diego anni fa un anziano PPRI. Di-

pende in realtà da ciascun Rotariano.Il Rotary ci può aiutare ad avere una

vita fruttuosa. Noi misuriamo la nostra vita dall’amore

degli amici, dall’incoraggiamento e dallasolidarietà offerti, dai grandi ideali che no-bilitiamo e dai servizi resi.

La vita, cari amici Rotariani, ha tantoda offrire.

Le opportunità di fare lavoro rotarianosono ovunque.

Non rinchiudiamoci nel nostro piccoloangolo per nascondere la testa sotto lasabbia. Non lasciamoci coinvolgere dainostri problemi così a fondo da non avertempo per le cose importanti della vita.

Non lasciamo che nei club ci siano ma-lintesi e controversie tali da bloccare l’attivitàstessa del Club. No! Non possiamo permet-tercelo: il mondo là fuori ha bisogno di noi.

Amici miei, vi auguro di non esseremai così indaffarati da ignorare le nostreresponsabilità di rotariani perché noi lavo-riamo per una ricompensa più alta del pre-stigio e dell’onore. Noi lavoriamo per con-quistare il cuore della gente.

Se ogni anno, ogni mese, ogni settimanae, se possibile, ogni giorno, renderemo unservizio al Rotary ed alla nostra comunità,saremo sicuri che, tutti insieme, ripercor-rendo i motti degli ultimi Presidenti Inter-nazionali : agendo con coerenza, credibilità,continuità, secondo l’invito del PI CarloRavizza, consapevoli che il futuro è nellenostre mani, condividendo le nostre idee,avremo realizzato i sogni; impegnandocinelle comunità, cambiando con coraggio lecose da cambiare, conoscendo noi stessi perabbracciare l’umanità, sapendo che la pacesi raggiunge attraverso il servizio e che vi-vendo il Rotary potremo cambiare vite; masoprattutto oggi qui consapevoli , che que-st’anno avremo acceso la luce del Rotary, el’anno futuro continueremo a farlo contanto impegno così da essere dono per ilmondo!

Lunga vita al Rotary, lunga vita al Di-stretto 2120! n

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distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

Distretto 2120 - Puglia BasilicataVI MATERA 22-24 MAGGIO 2015 | ROTARY 2120

Un discorso sulla scuola oggi non puòche partire dal tentativo di rivisitarne il si-gnificato etimologico.

Nelle lingue occidentali scuola significapausa, riposo, “otium” che la persona siconcede per riconoscersi e ritrovarsi. Secondola concezione dei latini la scuola dovevarappresentare il momento dedicato all’eser-cizio disinteressato dello spirito attraversola cultura; dunque i latini avevano bencompreso lo stretto rapporto che esiste tracultura, libertà di spirito e realizzazioneumana; questo significato conserva ancoraoggi la sua pregnanza, che si ritrova anchein alcune lingue asiatiche ( cinese, coreanoe giapponese ) nelle quali il termine scuolaè composto da due sillabe, la prima dellequali indica imparare, acquisire sapere daparte del bambino, quindi coscienza di doverimparare e crescere umanamente; la secondasillaba indica il luogo organizzato dove siinsegna e si impara. Il termine scuola vienequindi a significare l’ambiente organizzatodove si insegna e si impara reciprocamente,si studia in interazione per comprendere laverità.

La scuola è luogo di vera umanizzazionenella misura in cui si caratterizza comeluogo di ricerca della verità, dove si educaalla solidarietà e alla cooperazione. In sensospecifico la scuola educa attraverso l’istru-zione, attraverso l’insegnamento/appren-dimento delle discipline.

Occorre allora ripensare la scuola e in-sieme e prima ripensare l’educazione ponendo

al centro dell’intervento educativo e dellascuola la persona del ragazzo che cresce eche apprende.

È la prima scelta forte che riguarda lascuola che vuole educare partendo certamentedal presente in cui si è collocati: chi sono ioin questo contesto socio storico?

Ma occorre anche guidare gli alunni arispondere alle domande chi sono io nellaevoluzione?

Chi sono io nella cultura e nella storia?La scuola allora si pone come luogo di unaduplice temporalità (il presente e il futuro)poiché è soltanto in una lettura e in un an-coraggio riflessivo sul presente che si creal’opportunità di migliorare o addirittura direndere possibile il futuro.

La scelta della scuola come tema delXX Congresso Distrettuale non è dovuta aragioni derivanti dal fatto che la scuolasembra essere oggi tema assai dibattutonell’odierno contesto sociale, ma si colloca,con coerenza, all’interno del percorso chesta caratterizzando il mio anno di servizio.

Il filo rosso, che accompagna tale percorsoe ne tiene insieme le tappe, è rappresentatodal concetto di bene comune, che ho sempreriferito al motto del Presidente InternazionaleGary Huang “Accendi la luce del Rotary”,che, nel suo significato essenziale, evidenziail contributo che, insieme, i rotariani sonochiamati a dare alle comunità perché essecrescano specialmente laddove sono presenti,e ce ne sono, ampie sacche di emarginazionesociale.

Questo significa contribuire a “costruireil bene comune” che è il bene di tutti e diciascuno, in quanto insieme di provvidenzee di interventi che consentono ai singoli eai gruppi di crescere più pienamente e piùspeditamente.

Ora la scuola, in quanto luogo di uma-nizzazione e quindi luogo di crescita del-l’uomo, rappresenta la più formidabile oc-casione di sviluppo umano che la societàmette a disposizione dei cittadini.

A fondamento del bene comune e quindidella scuola, vi è il concetto di persona. Ilprogetto di uomo inoltre non è dato già at-tuato nel senso che l’uomo porta in sé unprogetto di costruzione che, senza un in-tervento esterno, non si avvia e non giunge

a compimento. La scuola quindi si colloca nell’ambito

di “questo aiuto esterno” e si caratterizzacome luogo di umanizzazione. In virtù diquesta finalità essenziale la scuola è luogodi costruzione del bene comune in quantoconsente a ciascuna persona di realizzarepiù speditamente e pienamente il suo progettoumano. Si deve proprio al fatto che nelnostro paese questa verità è stata dimenticatase l’Italia è un luogo dove latitano le virtùciviche.

Se la scuola è luogo di costruzione delbene comune, è essa stessa bene comune emerita ogni attenzione da parte della co-munità che ha il dovere di curare che lascuola funzioni bene. Il nucleo essenzialedel compito che un paese serio, civile e mo-derno assegna al proprio sistema scolasticoè rappresentato dalla garanzia nell’effettivodiritto di tutti all’istruzione, diritto previstoe garantito dalla nostra Costituzione. Se siassume come punto di riferimento quantosolennemente affermato nella Costituzione,la valorizzazione della persona umana, nonci dovrebbero essere dubbi : è all’internodella comunità scolastica che la persona èpienamente accolta, riconosciuta, sostenutanel suo processo di crescita, è abilitata a di-ventare responsabile e autonoma.

Per questo la scuola diventa una prioritàassoluta e si caratterizza come “ buonascuola ” , quindi come bene comune dellacomunità nazionale e strumento che, assu-mendo come riferimento valoriale la cen-tralità della persona, concorre in modo de-terminante alla crescita e allo sviluppo so-ciale, economico e civile del paese.

La scuola pensata in funzione dello svi-luppo della persona ha caratteristiche diversedalle tesi del funzionalismo sociologico(finalizzate al semplice adattamento degliindividui ai compiti che è destinato ad as-sumere nel sistema sociale) e anche dallatesi della scuola come luogo essenzialmenteorientato all’acquisto di competenze (con ilrischio di una scuola a prevalente carattereintellettualistico).

Lo scopo della scuola, in quanto istitu-zione, è quello di promuovere la crescitaglobale dell’allievo come capacità di cono-scere, capacità di vivere con gli altri, capacità

La buona scuolaSabato 23 maggio 2015

Introduzione al tema congressuale

DG Prof. Luigi Palombella Governatore 2014/15 Distretto R.I. 2120

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VIIDistretto 2120 - Puglia BasilicataROTARY 2120 | MATERA 22-24 MAGGIO 2015

distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

di amare, capacità di interrogarsi sul sensodel mistero e quindi di aprirsi all’assoluto.

Ora, proprio perché la finalità fonda-mentale della scuola è la crescita educativadella persona attraverso l’istruzione, essa èun sistema aperto all’interazione con l’ester-no ossia è caratterizzata da un sistema direlazioni con la più ampia comunità sociale,a cominciare dalla famiglia.

Di qui la proposta di una scuola parte-cipata dalle famiglie e comunitaria dalpunto di vista della sua organizzazione, lacui fisionomia è quella prevista dalla leggesull’autonomia delle scuole (1997), leggesoltanto in parte realizzata, che ha avviatoun processo di forte contrasto al modelloscolastico rigidamente centralizzato e for-temente ispirato allo statalismo.

Questo significa che occorre partire dalpolicentrismo formativo, che caratterizzala nostra società, per arrivare a costruireun sistema formativo integrato. Diventanoquindi importanti la collaborazione e l’in-tegrazione con quanti nella comunità hannoa cuore la crescita e lo sviluppo della personaumana.

Per concludere, la “ buona scuola ” è lascuola che si prende cura di ogni cittadinoin crescita e lo guida in un percorso formativoche realizza la sua umanità.

Indubbiamente la buona scuola è unascuola che sa offrire agli studenti una pro-spettiva, non solo in termini di preparazionealle professioni, ma di sviluppo della propriapersonale identità e che è impegnata, oltreche nel compito di consegnare una tradizione,

anche a preparare i giovani a fronteggiarele nuove richieste di un’economia in tra-sformazione e di un mercato del lavoro incontinua evoluzione e ad offrire un contri-buto fondamentale per cambiare in megliola realtà. La buona scuola quindi non si de-finisce come organizzazione burocratica(tutta rivolta alla conservazione di unaidentità rigida) né come servizio on-demand(preoccupata di allestire un’offerta definitadalle più svariate richieste dei suoi vari“clienti”), ma come comunità che apprende,che riflette, che si misura con le nuovesfide, con una identità pedagogica alimentatada una ricerca continua di miglioramento.

Assunta questa prospettiva la scuolapuò definirsi una vera e propria impresaeducativa a carattere democratico. n

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Distretto 2120 - Puglia BasilicataVIII MATERA 22-24 MAGGIO 2015 | ROTARY 2120

Il Rotary in questo Congresso, che con-clude l’anno del Governatore Luigi Palombella,accende i riflettori sul compito che la scuolaha nell’educare al bene comune.

Che cosa è il bene comune? Il bene comuneè molto di più della somma dei beni individuali.Secondo una felice espressione di LorenzoCaselli, «il bene comune è un bene di tutti edi ciascuno affinchè tutti siano veramenteresponsabili di tutto».

Il bene comune è dunque dinamico, è untalento che va fatto crescere nel suo valore dibene e nella sua destinazione a tutti.

Ad esempio, il creato è un bene comune;l’ambiente, la cultura sono espressioni delbene comune. Un patrimonio da custodire,da difendere, da arricchire, di cui fanno parteuna mappa di valori che stanno a testimoniarele diverse declinazioni della libertà, della giu-stizia, della solidarietà, della pace. Una mappadi valori che riteniamo importanti per ilnostro vivere insieme in un tempo complessoe globalizzato in cui le differenze tra le diverse

culture devono convivere e reciprocamentearricchirsi. Aiutare i ragazzi a rendersi contoa scuola di questo significa aiutarli a rendersiconto di quanto hanno ricevuto e porre lepremesse per indurli a custodire il dono rice-vuto. Richiama i valori della responsabilità,della interdipendenza che rende l’altro preziosoper noi e noi per l’altro, della appartenenzache li fa sentire immersi in una dimensionecomunitaria nutrita di amicizia, di affetto,di quel “senso del noi” che sa costruirequalcosa che va oltre se stessi e oltre i propriinteressi.

Dunque il tema del bene comune ci inte-ressa non solo come cittadini, ma come edu-catori, come persone di scuola.

La scuola stessa è un bene comune se èlaboratorio di vita e di cultura, se è luogo diconoscenza e di elaborazione, di costruzionedi identità e di apertura al dialogo, al confronto,palestra di partecipazione e di responsabili-tà.

E l’educazione stessa è un bene comunese riconosce il valore della persona e l’impor-tanza di aiutare ciascuno a crescere, a metterea frutto i propri talenti, a trovare la propriastrada nella vita.

Ma di quale scuola dobbiamo parlare?Della buona scuola naturalmente, quella

che ha fondamenti educativi. È di questa,appunto, che il Governatore mi chiede diparlare. La buona scuola è innanzitutto unaistituzione decisiva per la sopravvivenzastessa dell’umanità. È un progetto politiconel senso più alto del termine.

Occorre che Governo e Parlamento pon-gano mano ad un progetto che vada dallamaterna all’ università e che abbia un’ideaforte e chiara di scuola.

La riforma Gentile riuscì a strutturare lanostra scuola in maniera così salda e perma-nente tanto che ancora oggi gran parte diessa è ancora vigente, nonostante che siapassato quasi un secolo e in questo lasso ditempo tanti avvenimenti politici abbianosconvolto la fisionomia politica e sociale delnostro Paese.

«Nella scuola lo Stato realizza se stesso»ebbe a dire Giovanni Gentile in un discorsotenuto il 15 novembre del 1923 al ConsiglioSuperiore della Pubblica Istruzione.

I vari Governi che si sono succeduti daquel tempo ad oggi non hanno mai elaboratoun piano organico che avesse un’idea di basecome quella che era tratta dalla filosofia idea-lista. Donde una scuola che procede ancora atentoni, nonostante ogni Governo si attivinel riformare.

L’ultima riforma, quella di questo ultimoGoverno, vede rifiuti, agitazioni e scontentie manca di un percorso formativo.

A proposito Ernesto Galli della Loggiasul Corriere dell’otto marzo u.s. così titola:La scuola cattiva è questa. E così scrive guar-dando all’Italia di oggi:«Un Paese che nonlegge un libro, ma ha il record dei cellulari,con parlamentari a volte analfabeti e incapacidi parlare la lingua italiana, fra i quali pro-sperano illegalità e corruzione. Un Paese chevede i giovani dediti a compulsare ossessiva-mente i loro smartphone; le cui energie sonoper lo più impiegate nel turpiloquio, nellaguida omicida-suicida di motorini e macchi-nette varie […..]. Un Paese che vede i giovaniarrivare in gran numero all’università incapacidi scrivere in italiano senza errori di ortografiao di riassumere correttamente la pagina diun testo». E, aggiungo, che non hanno alcunrispetto per la scuola e per i docenti nel va-gheggiamento di un impossibile rapporto pa-ritario tra chi insegna e chi apprende; espres-sione solo di un permissivismo sciatto e diuna autorità divenuta ormai solo un orpello.

A tutto questo si rimedia solo con la cul-tura, con un progetto educativo articolato incontenuti mirati a valori etici, di cui l’interopercorso scolastico dovrebbe farsi carico, perla formazione di persone capaci di disciplinadi sè e disposte a confrontarsi sia con le leggidella propria coscienza sia con gli altri inuno spazio pubblico segnato dal reciproco ri-conoscimento.

Ma oggi è difficile educare.L’educazione si trova oggi di fronte ad

una civiltà essenzialmente scientista e tec-nologica, complessa e globalizzata.

L’attuale fase storico-culturale, definitapostmoderna, vede sgretolarsi le idee fortiche hanno caratterizzato la modernità e chehanno guidato i precedenti processi socialisenza subirne i condizionamenti.

Oggi l’orizzonte storico-culturale sembra

La buona scuola:fondamenti educativiSabato 23 maggio 2015

Lia Gisotti Giorgino Già docente di Metodologia e tecnica del lavoro di gruppo presso l’Università di BariAutrice di numerose pubblicazioni ispiratealla concezione personalistica dell’uomo Attivamente impegnata nel campo del sociale, è stata socia fondatrice dell’Inner Wheel Club di Bari, dove ha ricoperto la carica di Presidente (1982) e poi (2007-2008) di Governatrice del Distretto 210Nel 1985 ha fondato l’Associazione per la Tutela dei Diritti dell’Anziano, di cui è Presidente.È stata insignita del “Nicolino d’oro” dall’Amministrazione comunale di Bari

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IXDistretto 2120 - Puglia BasilicataROTARY 2120 | MATERA 22-24 MAGGIO 2015

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delineato da un unico modello forte, praticoe tecnico insieme: il tecnocratico espressodalla società post-industriale, neocapitalista,complessa e multimediale. Ma è un modellofragile sul piano delle motivazioni: offre pocoo nulla agli interrogativi di senso e alleragioni profonde del vivere e del convivere.

L’ideologia tecnocratica non riconosce al-cun vincolo se non quello di salvaguardarele basi materiali dell’esistenza. La ragione sirealizza sempre più come razionalità tecno-logica e sempre meno come razionalità etica.L’assenza del limite registra mancanza difondamenti, di valori, di certezze, in una re-gressione culturale che si evidenzia nei com-portamenti che denotano egoismo, edonismo,indifferenza, socializzazione su basi sensualied erotiche, liberalizzazione dei desideri. “So-cietà liquida”, dice appunto, Zygmunt Bau-man. Siamo di fronte a un bivio ben più la-cerante di quello che Jacques Maritain evi-denziò nel lontano 1943.

Nichilismo o nuovo umanesimo? Ci at-tende una sfida, e le sfide vanno affrontatesenza ignorare le tensioni che le attraversano.Una sintesi di tali termini ci viene offerta daun significativo rapporto internazionale, pre-sentato all’Unesco dalla commissione pre-sieduta da Jacques Delors, sull’educazioneper il XXI secolo con il titolo emblematicoNell’educazione un tesoro. Queste tensioniinterpellano coloro che hanno il compito diguida, di sostegno e sottolineano l’importanzadell’educazione che è uno dei mezzi insosti-tuibili e ineludibili per promuovere quel pro-cesso di umanizzazione di cui si ha tanto bi-sogno. Il rapporto Delors può essere consi-derato il documento-manifesto dell’educazionedel XXI secolo. Apparso in traduzione italiananel 1996, il testo offre una disamina ad ampioraggio sui problemi di questo nuovo millennio:globalizzazione, informazione, tecnologia,produzione e sviluppo. Temi che interessanol’educazione delle giovani generazioni.

Il rapporto Delors evidenzia alcune ten-sioni ed invita a superarle. Ne richiameròsolo alcune. «La tensione tra globale e locale»viene avvertita come minaccia alla identità-identificazione del singolo con la realtà piùristretta della comunità di appartenenza,mentre «la tensione tra universale e indivi-duale» evidenzia come la globalizzazione puòfarci smarrire il senso dell’individuale, com-promesso da un eccesso di universalità o daun difetto di tensione universale che generachiusura e ripiegamento del soggetto su sestesso. «La tensione tra modernità e tradizione»crea contrasto tra la prima, accelerata, slegatadal passato e proiettata verso il futuro, mentrela seconda, che è il tempo della memoria delvissuto, ci esorta a crescere sulle nostre me-morie nella consapevolezza che il «futuro èalle spalle» e che il cambiamento va affrontatoguardando il passato perché il tempo a venireè figlio di quello già avvenuto, come ci ricordaHanna Arendt.

«La tensione tra lo spirituale e il materiale»riguarda l’aspetto più preoccupante del nostro

modello di sviluppo basato sulla proiezioneconsumistica e i beni materiali. Produce in-soddisfazione e provoca inesistenti bisogni.

Si tratta per l’educazione di reintrodurrenella vita umana comportamenti etico-moralicapaci di guidare i soggetti verso forme direalizzazioni culturali e spirituali.

Importante è anche «La tensione tral’espansione straordinaria delle conoscenze ela capacità degli esseri umani di assimilarle».È lo scontro tra istruzione e educazione, trasapere e saper essere.

La quantità e l’intensità dell’informazioneoggi, l’obsolescenza incessante della produzioneinducono ad equivoci pedagogici e l’educazioneviene scambiata per istruzione e ricerca diinformazione.

L’autentica educazione esige non una in-formazione onnivora, ma un trattamento se-lettivo secondo i bisogni e le capacità di rice-zione e di elaborazione del soggetto. Esigegradualità e lentezza per un uso meditato eriflessivo della conoscenza affinchè si inneschiun circuito virtuoso in vista di quella riela-borazione necessaria alla acquisizione di pa-rametri comportamentali personali.

In questo ambito va segnalato l’aspettodella informazione digitale.

Accanto alla società dell’informazione siè sviluppata la «società della rete», concettoche sicuramente arricchisce quello della in-formazione. Si produce in rete, si lavora inrete, si fa ricerca in rete, si studia in rete.

Questa realtà non è immune da rischi eanalisi critiche.

La rete produrrebbe sempre più clienti-consumatori che soggetti capaci di scelte e dicultura personale. Potrebbe servire poco allacrescita dell’uomo se si limita all’ambito delfunzionalismo tecnologico.

Non basta, pertanto, distribuire a scuolacomputer e lavagne interattive perché il cuoreeducativo del problema sta altrove e precisa-mente nella “qualità” dell’esperienza tecno-logica e cioè nella padronanza e non nella“sudditanza” strumentale.

Invocare il solito «supplemento d’anima»non è retorica, ma è necessità perché la mac-china non sovrasti la libertà e la volontà del-l’uomo. Le nuove tecnologie dell’informazionee della comunicazione non possono presentarsicome una nuova ontologia capace di produrrecoscienze e orizzonti etico-educativi. Da quil’importanza di educare alla multimedialità.

Il Rapporto Delors, che ha lo scopo dimigliorare la condizione di vita dei singoli,trova il suo parametro guida nell’ineludibilitàdel compito educativo, basato su quattro pi-lastri della conoscenza.

Imparare a conoscereImparare a fareImparare a vivere insiemeImparare a essereEducazione dunque dell’intelligenza ed

educazione del cuore attraverso un paradigmavaloriale che si ispira alla solidarietà.

I primi due pilastri, ”imparare a conoscere”e ”imparare a fare”, che richiamano il learning

by doing del Dewey, evidenziano la primarietàche dovrebbe essere assegnata alla educazionedella mente, cioè del pensare come a quelfluire di atti vitali che sono tutt’uno conquelli del cuore.

Il pensare si occupa delle questioni onto-logiche ed etiche di fondo. Solleva anche neibambini domande sul bene e sul male, sulgiusto e l’ingiusto, anche quando sono im-pegnati in quelle attività così serie per loroche sono i giochi.

Nel terzo pilastro, “imparare a vivere in-sieme”, il vivere insieme fa esplicito riferimentoalle situazioni di multiculturalità e di plurietniedel nostro tempo; impone il decentrarsi perdare spazio all’altro dentro di sé. E l’altronon è un altro me stesso, ma è un altro dame stesso con le sue gioie e i suoi dolori e lasua unica irripetibile soggettività, il suovalore di persona.

In una società logorante come l’attualenon può essere impoverito il principio che lapersona è un valore. Solo dalla riconfermadel concetto di persona possiamo essere ingrado di muoverci verso i nuovi traguardiche l’umanità ha di fronte a livello planetario,come la lotta all’ingiustizia sociale, allapovertà, alla fame nel mondo.

Il tema della persona bisogna, quindi,che incontri oggi un interesse sempre crescenteperché automaticamente ne deriva un’ideadi educazione come percorso di costruzionedi identità personale per “imparare a essere”,quarto pilastro del Rapporto Delors.

Educazione dall’etimo educere (tirar fuori)trae il suo significato più autentico dallaconcezione della maieutica socratica. Laprima, grande rivelazione personalista è il«conosci te stesso» di Socrate.

E non va dimenticata l’Etica Nicomacheadi Aristotele che rappresenta una assolutanovità in rapporto alla precedente riflessionedel mondo greco sui problemi morali.

Per Aristotele nomos, cioè la legge, eethos, cioè la morale, vanno insieme. L’uomovirtuoso è colui che sa reprimere gli impulsi,le passioni e sa agire con prudenza e saggezza(phrónesis) in vista del bene.

Ma fu il cristianesimo a portare una no-zione nuova, decisiva, rivoluzionaria nel con-cetto di persona.

La persona è un fine, mai un mezzo. Taledignità assoluta le appartiene. L’unità delgenere umano viene per la prima volta affer-mata e doppiamente confermata: ogni personaè creata ad immagine di Cristo e ogni personaè chiamata a formare un immenso corpo mi-stico e carnale nella carità del Cristo. Assaisuggestivo è il richiamo dell’agnostico Bobbioalla «grande svolta che ebbe inizio in Occidentedalla concezione cristiana della vita, secondocui tutti gli uomini sono fratelli in quantofigli di Dio».

Il mondo occidentale, anzi il mondointero, ha appreso dal cristianesimo la veritàdel valore assoluto della persona.

Nel densissimo panorama filosofico delpensiero moderno citerò Kant che nella Me-

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tafisica dei costumi chiama gli esseri razionalipersone e le eleva come fini in se stessi, maicome mezzi.

I testi di Emmanuel Mounier, JacquesMaritain, Luigi Stefanini sono punti ferminella storia del pensiero personalista.

Il ricorso alla filosofia è necessario perchéla filosofia è l’anima della pedagogia in quantoconferisce a quest’ultima una robustezzatutta concettuale. L’opera di Mounier è tuttacentrata sulla persona. La persona è undentro, dice Mounier, che necessita di unfuori e l’essere è un exsistere, etimologicamenteè un mostrarsi, un esternare i propri sentimentie partecipare agli eventi del mondo e deglialtri. La prima esperienza della persona èl’esperienza della seconda persona e il tu equindi il noi viene prima dell’io. «Si potrebbedire che io esisto nella misura in cui esistoper gli altri e, al limite, che essere significaamare» (Mounier,1936). L’economia dellapersona è, dunque, una economia di offerta,di donazione totale.

Per Maritain «dire che l’uomo è unapersona è dire che nel fondo del suo essere èpiù un tutto che una parte, è più indipendenteche servo. E ciò vuol dire che è un minuscoloframmento di materia che è nello stessotempo un universo – un essere mendicanteche comunica con l’essere assoluto [……].È questo mistero metafisico che il pensieroreligioso designa dicendo che la persona èl’immagine di Dio» (Maritain, 1979).

Ogni uomo, dunque, ha dignità ontologicaperché è una persona. Attraverso l’educazionel’uomo realizza la sua persona nella perso-nalità. Passa dall’essere al dover essere.

Merito del personalismo è quello di avermantenuto viva l’attenzione alla nozionedi persona che oggi si va facendo semprepiù necessaria nella temperie tragica delnostro tempo. Nella ricerca oggi di unaeducazione in cui tutti si possano riconoscere,che sia valida «per neri e bianchi, per ebrei,cristiani, musulmani e buddisti, per agentidi cambio e coltivatori di riso» (Hoffe, 2001),attingerò anche a filosofi contemporaneiperché oggi più che mai la libertà vienechiamata in causa per la necessità di doverscegliere con responsabilità nel tempo dellagenetica, delle biotecnologie e delle conse-guenze prodotte dalla rivoluzione scientificae tecnologica della postmodernità.

Il riferimento è a Hans Jonas e al suolibro Il principio responsabilità. Più tecnologiadovrebbe significare più responsabilità e ilnuovo imperativo, con la determinazione kan-tiana del categorico, diventa fondamentale:«Agisci in modo che le conseguenze della tuaazione siano compatibili con la permanenzadi un’autentica vita umana sulla terra».

E contro tutti gli individualismi, gliegoismi, l’indifferenza e l’intolleranza delnostro tempo, urge oggi l’obbligo di farsiprossimo di ogni uomo. Assai suggestivain merito è la risposta di Emmanuel Lévinascon l’etica del volto. L’etica come responsa-bilità vede nel volto dell’altro il biblico: «Tu

non ucciderai». Nella nudità del volto altruivi è l’unica traccia di Dio che è infinita vo-lontà etica.

Il discorso di Lévinas è urgente soprattuttose si considera la crisi dell’uomo contempo-raneo. Apre il varco all’alterità. La presenzadell’altro è comandamento, è richiesta di giu-stizia, assegnazione di responsabilità, condi-zione di pace. E’ un pensare la pace comepunto di partenza e non come risultato diuna politica o di una cultura. «È veglia al-l’alterità che è prossimità» (Lévinas, 1989).

Cito infine Morin che, nella sua signifi-cativa opera I sette saperi necessari all’edu-cazione del futuro, sollecita a mondializzarela comprensione tra le persone quale mezzoe fine della comunicazione umana.

L’etica della comprensione fra le personeva connessa con l’etica dell’era planetaria.

Il futuro sta forse nella capacità di guar-dare alle culture dell’altra sponda comeponti fra le culture. Non solo globalizzazionedi scambi commerciali e finanziari, ma glo-balizzazione dal volto umano che, facendoconfluire i valori forti ed essenziali in tuttele culture, impedirà che lo straniero diventihostis, ma gli permetterà di realizzarsi comepersona in un contesto di complessità.

Il futuro dell’educazione sarà semprepiù segnato dalla complessità umana e dallaricerca di una dimensione etica, capace divincere le oppressioni e le barbarie presentisul pianeta impiegando ciascuna persona ei diversi popoli a costruire una cittadinanzaterrestre fondata sulla partecipazione co-munitaria e sul sentimento di appartenenzaalla comune specie umana.

Civilizzare e solidarizzare la terra, tra-sformare la specie umana in vera umanitàdiventa l’obiettivo globale e fondamentaledell’educazione oggi per la sopravvivenzastessa dell’umanità. Compito sicuramentedifficile, come ho già detto, ma quanto mainecessario. Perché questo accada bisognache il soggetto educando riconosca un ruolopositivo nell’adulto “credibile” e “autorevole”nella cui esperienza possa trovare sostegno,consiglio, soprattutto esempio.

Il cammino educativo di una persona nonè mai un percorso solitario, ma un “incontro”che si attua nel fondamento di una libertà direlazione (Romano Guardini, 1987). Nell’au-tentico incontro vi è racchiusa una veritàmetafisica. L’educazione si realizza nella re-lazione che non è un generico stare insiemeall’altro e agli altri, ma esige un essere perl’altro e per gli altri con tutto ciò che implicadi amore, di donazione, di responsabilità esi-stenziale. L’altro è presenza maturativa dellapersonale spiritualità.

L’educazione si fonda appunto sul rapportoeducatore-educando che insieme devono tro-varsi e procedere quali fattori agenti dell’attoeducativo. Nel disimpegno assiologico cheinveste la stessa scuola, condizionata dacorrenti laiciste e nichiliste e ridotta talvoltaa semplice trasmissione di informazioni, espe-rienza comunque neutrale circa i valori, non

possiamo non sperare in quell’incontro dianime in cui solo può attuarsi quella autoritàliberatrice che «usa del potere e dell’abilità dicui dispone per subordinare in un certo sensose stessa a coloro che le sono soggetti e che,unendo la propria sorte alla loro, perseguecon essi un fine comune […..]. E questo fineè l’unione degli spiriti e delle volontà in unostesso raggio di luce, in uno stesso fuocod’amore» (Laberthonnière, 1969).

Questa speranza rimanda alla formazionedocente cui oggi viene richiesta efficienza eaffettività, vale a dire competenze comesintesi di sapere e saper fare e capacità rela-zionale. Più difficile è la capacità relazionale.Non dunque docenti depressi, frustrati,scarsamente preparati, ma propensi a ritro-vare attraverso una buona pratica dellacura il proprio stato interiore, cioè quellapassione educativa da cui dipende il proprioruolo pubblico.

E infine va sottolineata l’importanzadella collaborazione tra scuola e famiglia.

Il rapporto scuola e famiglia è carico diun elevato potenziale educativo che non èné semplice né scontato per le differenzeche intercorrono tra la cultura educativadella famiglia e la cultura educativa dellascuola. Tali differenze causano spesso si-tuazioni conflittuali e divergenti. Spetteràpertanto agli adulti mettere in pratica unprocesso di negoziazione per trovare unpunto di incontro in grado di pervenire allacoerenza educativa quanto mai necessaria aevitare la contraddizione, causa di possibiliforze disgregatrici e devianti per i figli/alunni,come affermava Aldo Agazzi.

Al di là delle leggi, che pure sono stateemanate dal 1974 in poi, e che riguardano lacooperazione (Legge Bassanini, 1997), la cor-responsabilità (D.P.R. 2007), occorre chescuola e famiglia imparino sempre più esempre meglio a fidarsi, a rispettarsi e a pro-cedere verso percorsi educativi condivisi.

Termino qui il mio dire.Ho trascorso la mia vita nella scuola e

per la scuola. Prima come maestra dei mieiscolari, oggi divenuti adulti e responsabilicittadini. Poi come docente nell’Universitàdi Bari, dove ho cercato di motivare i mieiallievi all’alto compito che li attende.

La mia speranza è che questa scuolache ha espresso pagine di una ricchezza in-comparabile, in tempi pure difficili, graziea educatori di eccezione - e penso a MariaBoschetti Alberti, alle sorelle Agazzi, allaMontessori, a Don Bosco, a Don Milani -continui a vivere nel solco di una gloriosatradizione per porsi in una riforma semprepiù consapevole dei gravosi compiti chel’attendono in un mondo complesso e con-vulso e perciò bisognevole di affermare queivalori etici che soli possono dare e promuoverela vita. L’umanizzazione di esseri in gradodi contribuire alla comprensione tra popolie paesi e di avviare il mondo a un’era dipace le compete ancora e sempre, e oggi piùche mai. n

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Il Prof. Cocozza ha presentato lapropria Relazione a viva voce, col solosupporto di una serie di eloquenti ‘sli-des’.

Di conseguenza, chi cura la Rivistaha enucleato il qui riportato impianto/re-lazione dalla stesse tabelle.

1. Lo scenario: una realtà poliedrica 2. Le criticità da affrontare nell’attività

di orientamento3. Il DDL «La Buona Scuola»4. Le sfide per il futuro5. Quale sistema educativo?

1. Lo Scenario. Una realtà poliedrica

Viviamo in società molto dinamiche, sem-pre più complesse, globalizzate, interconnesse,competitive, interessate da un processo dimutamento continuo e da fenomeni di di-scontinuità, dove dal punto di vista socialesiamo di fronte a società liquide, a rischio,multietniche e culturalmente plurali.

- In questo nuovo scenario, il ruolo del-l’educazione della persona è fondamen-tale, in quanto ha il compito di istruiree formare al lavoro, ma anche di contri-buire alla promozione di comportamentifinalizzati a sostenere la partecipazioneattiva allo sviluppo economico, sociale ecivile, quale cittadino consapevole e re-sponsabile del mondo.

- L’educazione: servizio alla persona, allefamiglie e alla comunità, strumento diinclusione sociale, economica e culturale.

Quali prospettive per lo sviluppo? Lo sviluppo non è più basato su un’ot-

timale combinazione dei fattori economicitradizionali (materie prime, capitali finanziarie tecnologie), ma sul ruolo determinante ditre variabili fondamentali:1. Politiche innovative basate su: ecoso-

stenibilità, smart technologies, creatingshared value (visione strategica);

2. Cultura, competenze e valori condivisi(capitale umano);

3. Rispetto delle regole (legalità) ed efficaceintegrazione tra istituzioni e attori eco-nomici e sociali (capitale sociale).

I giovani visti da un critico d’arte: Pochioccupati, molti disoccupati, tutti preoccupati(Achille Bonito Oliva).

I dati critici da cui partire:- Alla fine del ciclo scolastico secondario,

il 44% degli studenti dichiara di aversbagliato indirizzo scolastico (Alma Di-ploma, 2014);

- La dispersione scolastica è al 17%,mentre il Programma Europa 2020 fissal’obiettivo UE al 10% (attualmente Ger-mania 10,5%, Francia 11,6%, RegnoUnito 13,5%. Costa all’Italia 70 miliardil’anno un ipotetico 4% di PIL;

- I Neet (giovani tra i 15 e i 29 anni Notengaged in Education, Employement orTraining) sono oltre 2 milioni;

- Disoccupazione giovanile media al 44%

Le opportunità1. Programma “Europa 2020”- fare in modo chel’istruzione e la forma-

zione lungo l’arco della vita e la mobilitàdivengano una realtà;

- migliorare la qualità e l’efficacia del-l’istruzione e della formazione;

- promuovere l’equità, la coesione socialee la cittadinanza attiva;

- incoraggiare la creatività e l’innovazione,ivi compreso lo spirito imprenditoriale;

2. Youth Guarantee Project- assicurare transizioni veloci dai percorsi

scolastici formali al mondo del lavoro edallo stato di disoccupazione e NEET aquello di studente, lavoratore e/o im-prenditore, attraverso partenariati traservizi pubblici e privati per l’impiego,parti sociali e datoriali, rappresentantidelle organizzazioni dei giovani.

3. La buona Scuola- Investimenti per la scuola del futuro.

2. Le criticità da affrontare nell’attività di orientamento

Da numerose ricerche sull’attività deidocenti referenti per l’orientamento si rilevanole seguenti criticità:1. In molti casi, una non adeguata prepa-

razione all’orientamento da parte deldocente referente di questa importantefunzione.

2. Non adeguata strutturazione del percorsodi orientamento, dovuto ad un possibilericambio nella responsabilità, a volteannualmente

3. La mancanza di uno spazio curricularedeputato all’orientamento all’interno deiprogrammi scolastici.

4. Una scarsa informazione e formazionesulle modalità di approccio all’orienta-mento, se non attraverso il “marketinguniversitario”.

5. Esclusione dal panorama in-formativodelle opportunità “extra-universitarie”.

La buona scuola: aspettipolitico-istituzionaliAlternanza scuola-lavoroSabato 23 maggio 2015

Prof. Antonio Cocozza Professor of "Business Communication and Human Resource Management” Università Roma TreCoordinator Observatory on school autonomyDepartment of Political ScienceLuiss Guido Carli University, Roma

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6. La totale assenza di un’educazione al-l’auto-orientamento lungo tutto il per-corso scolastico, che si conclude conun’accelerazione di attività orientativeall’ultimo anno di scuola, con un tagliomeramente informativo, quando nonaddirittura “promozionale”.

7. Metodologie didattiche inadeguate, troppoimprontate ad un taglio trasmissivo-nozionistico poco adatte a formare neigiovani capacità proattive, progettuali,autovalutative e creative.Il fenomeno dell’orientamento scolastico

/ universitario e la necessaria partnershipdei genitori:

I docenti svolgono un ruolo fondamentaledi trait d’union tra scuola e famiglia, mentre igenitori rappresentano un attore importante euno snodo delicato nel processo di scelta che sisviluppa, talvolta, in maniera problematica.

Nell’assumere tale scelta per il ciclo sco-lastico superiore si presenta una serie dicriticità:- mancanza di fiducia nei docenti;-disinte-

resse per i consigli orientativi dei docenti;- tendenziale relazione conflittuale con i figli;- scarsa informazione sull’offerta formativa

secondaria; pregiudizi su alcune tipologiedi scuola/università;

- stereotipi sociali e culturali che sottova-lutano le potenzialità formative o diprospettiva occupazionale delle scuoletecniche e professionali.

“Orientamento scolastico e partnershipdei genitori”: Ricerca per l’Ufficio scolasticoregionale per il Lazio:- Coinvolti oltre 10.000 genitori e studenti

(indagine quantitativa) e 50 docenti (fo-cus group) provenienti da un campionedi 50 scuole secondarie di primo gradodel Lazio.

- Il quadro che emerge, a fronte di unaforte attenzione e interesse verso la ma-teria, conferma il permanere di vizi isti-tuzionali, ostacoli professionali e pre-giudizi culturali che impediscono il pas-saggio dalla sperimentazione di progettie metodologie innovative ad una logicasistemica e integrata.

- I dati testimoniano la necessità di attivareun processo che sia in grado di delineareun effettivo “quadro e una regia di si-stema” e suggeriscono due considerazionistrategiche:

- gli attori coinvolti dovrebbero dialogaredi più, a partire da un più efficace coin-volgimento delle famiglie;

- bisognerebbe contribuire maggiormantealla realizzazione di progetti comuni.

3. Il DDL “La Buona scuola”

Il merito più importante del DDL:- Essere riusciti a riportare la scuola al

centro del dibattito pubblico, come un

ambito su cui investire e non solo ra-zionalizzare costi e tagliare spese im-produttive.

- Aver chiarito che, come già accade neiPaesi Ocse, gli investimenti nel campodell’educazione, formazione, ricerca einnovazione rappresentano la leva stra-tegica per uscire dalla crisi e rilanciarelo sviluppoNel testo legislativo si insiste molto

sugli aspetti organizzativi, gestionali e diinquadramento professionale, rilanciandoopportunamente il principio dell’autonomiascolastica e garantendo un organico del-l’autonomia, a sostegno della programma-zione triennale dell’offerta formativa.

Un’altra novità positiva potrebbe ri-guardare la costituzione di ruoli regionalidei docenti e albi territoriali, una modalitàorganizzativa gestibile più agevolmente

Non si riscontra però una chiara eprecisa visione strategica, la definizione diuna nuova mission della scuola nelle nostresocietà sempre più complesse, globalizzatee competitive.

Serve una vision della scuola come Co-munità educante coesa ed eticamente re-sponsabile, dove il dirigente non è sempli-cemente un manager, ma un leader educativocapace di attivare processi innovativi, go-vernare con il consenso e incrementare lamotivazioni del personale e degli stessi stu-denti, la condizione necessaria per potermigliorare i risultati della singola scuola edel sistema educativo più in generale.

In questa direzione si muovono gli ultimiemendamenti al DDL, puntando ad un mag-giore protagonismo dei docenti e una rinnovatapartecipazione degli studenti e dei genitorialla vita della scuola, attraverso organismiad hoc, su una serie di questioni cruciali: se-lezione dei docenti che compongono l’organicodell’autonomia; elaborazione del Piano trien-nale dell’Offerta formativa; innovazione tec-nologica, didattica e metodologica; valutazionedei risultati; coinvolgimento degli attorisociali presenti sul territorio.

Per rilanciare una nuova mission dellascuola in Italia, il DDL dovrebbe recuperaredue questioni strategiche:- Il grave fenomeno della dispersione sco-

lastica;- l’elaborazione di una seria politica di

orientamento scolastico, formativo e allavoro permanente, che sia in grado dicoinvolgere tutti gli attori interessati(dirigenti scolastici, docenti, studenti,famiglie, imprese, istituzioni locali e re-gionali, ecc.).Occorre “creare le condizioni” culturali

e professionali per l’effettiva implementazionedi quanto indicato nelle norme legislative.

Si tratta di attivare un coinvolgimentoconsapevole e responsabile, capace di con-tribuire ad un progetto comune: far dialogareil mondo della scuola e quello del lavoro edelle professioni.

4. Le sfide per il futuro

1. Acquisire una visione sistemica e rifles-siva della comunità scolastica, come co-munità educante eticamente responsa-bile;

2. Diffondere la cultura dell’autonomia edella responsabilità personale e istitu-zionale;

3. Coinvolgere più attivamente i giovaninei processi educativi;

4. Partire dalla percezione della realtà vista(dalla parte) dei giovani, soprattutto diquelli più a rischio;

5. Colmare la distanza esistente tra l’ap-prendimento dei concetti trasmessi daidocenti e la capacità dei giovani di saperleggere e «reggere» l’impatto con larealtà circostante;

6. Creare luoghi di incontro e di positivasocializzazione; ambienti sani, dove sifavorisce l’apprendimento (di conoscenze,abilità e comportamenti individuali enei gruppi), aperti al dialogo, allo sport,al teatro e alla musica;

7. Formare gli educatori, affinché siano ingrado di aiutare i giovani a vivere con“gli occhi aperti”.La sfida dell’Information and Commu-

nication TechnologyOccorre riconoscere che proprio sul piano

dell’apporto dell’innovazione tecnologica,sulla crescente importanza delle metodologiedidattiche interattive e sul ruolo della culturaformativa del lavoro e del Learning by doing,la cultura classica e il sistema dei liceiitaliani debbono fare i conti e aggiornare laloro capacità di comprendere e guidare i fe-nomeni innovativi, che caratterizzano l’at-tuale e futura knowledge society.

Nativi digitali e ricomposizione dei saperi• È necessario elaborare una diversa stra-

tegia di insegnamento/apprendimento edi conduzione delle stesse lezioni inclasse, poiché l’interazione tra mediadigitali (ebook) e la comunicazione in-terattiva (smartphone, iPad,Tablet, PC),che rappresentano i fenomeni più ecla-tanti del mutamento sociale e dell’in-dustria culturale all’inizio di questomillennio, stanno rivoluzionando il mon-do della lettura e dello studio.

• I nuovi media mettono in crisi il regnodella carta stampata gutenberghiana efanno emergere una nuova cultura digitaleche si afferma attraverso uno stile comu-nicativo orientato all’interazione attiva,all’autonoma produzione di contenuti eall’elaborazione in team (Dropbox) e allacondivisione (blog e social networks).Migliorare i processi formativi, valoriz-

zando l’esperienza degli studentie le poten-zialità dell’alternanza scuola-lavoro.

Rafforzare le Metodologie didattive in-terattive.

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XIIIDistretto 2120 - Puglia BasilicataROTARY 2120 | MATERA 22-24 MAGGIO 2015

distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

Costruire insieme un’attività didatticafinalizzata a fornire senso critico, maturitàe competenze per l’auto-orientamento.

La nuova sfida: far diventare la scuolauna ‘Casa di vetro’.

Trasparenza, commitment, responsabilità,progettualità, cooperazione.

Formare gli orientatori.Developing Human Capital and Social

Capital for Innovative EducationThe capability approach “Capabilities

are notions of freedom, in the positive sense:what real opportunities you have regardingthe life you may lead”.

Amartya Sen

Lifelong guidance: La sfida strategicaFar diventare l’ORIENTAMENTO, un

PROCESSO EDUCATIVO PERMANEN-TE fortemente interattivo, a cui contribui-scono diversi attori, volto a facilitare la CO-NOSCENZA DI SÉ E DEL CONTESTOeconomico, sociale e culturale, finalizzataall’elaborazione di una STRATEGIA DIAZIONE, che rappresenti una felice sintesitra tre variabili - attitudini, aspirazioni edinamiche del mercato del lavoro - in modotale da favorire l’elaborazione di un proprioPROGETTO DI VITA AUTONOMO,CONSAPEVOLE E RESPONSABILE.

Transition GovernanceÈ necessario attivare public policies fina-

lizzate all’integrazione di istruzione, formazione,

orientamento, servizi per l’impiego e lavoro. La vera emergenza è rappresentata dalla

gestione concertata da parte degli attoricompetenti (istituzioni scolastiche e formative,università, imprese, regioni, autonomie ter-ritoriali e Ministeri) delle diverse fasi ditransizione: dalla scuola secondaria inferiorea quella superiore; da quella superiore al-l’università; dall’università al lavoro; daun lavoro ad un altro lavoro.

Gli strumenti1. Un maggiore dialogo tra scuole e uni-

versità e un migliore raccordo con leistituzioni regionali e territoriali, maanche con il mondo delle attività pro-duttive, delle professioni e del terzo set-tore, in funzione dell’elaborazione del-l’offerta formativa.

2. Una politica di orientamento allo studioe al lavoro che permetta un coinvolgi-mento consapevole dello studente e dellefamiglie

3. Un ruolo attivo delle università nell’at-tività di matching tra domanda e offerta.

4. Un maggiore efficacia all’azione del Pro-gramma Garanzia giovani, sostegno alleattività di tirocinio e stage da rendereeffettivamente obbligatorie nei percorsiscolastici e universitari.

5. Lo sviluppo delle potenzialità del nuovoapprendistato.

6. Consolidamento del Programma For-mazione e Innovazione per l’Occupazione(FIxO) alle scuole secondarie superiori.

7. Una maggiore diffusione delle esperienzedi trasferimento tecnologico tra universitàe imprese e di progetti di start up.

5. Quale sistema educativo?Occorre costruire un sistema educativo

(scuola, università, formazione) organico,aperto, interattivo, dinamico, social inclusive,capace di far acquisire autonomia e respon-sabilità ai giovani e di fornire competenzeorientative permanenti, necessarie per l’ela-borazione del proprio progetto di vita

L’educazione ha una funzione inclusiva e di promozione sociale

“Se si perde loro (i ragazzi più difficili),la scuola non è più scuola.

É un ospedale che cura i sani e respinge i malati”Don Lorenzo Milani

Da Lettera a una professoressa (1967)

RILANCIARE UN PATTO EDUCATIVO TRA SCUOLA,

STUDENTI, FAMIGLIE E ISTITUZIONI ECONOMICHE,

SOCIALI E CULTURALI PER SFATARE IL FALSO MITO CHE «STUDIARE NON SERVE»

L’elaborazione di un progetto educativo,un lungo viaggio

che non si può improvvisare.“Non c’è mai buon vento

per chi non sa dove andare. Seneca”n

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distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

Distretto 2120 - Puglia BasilicataXIV MATERA 22-24 MAGGIO 2015 | ROTARY 2120

Il tempo passa velocemente quando ti di-verti e impari nuove cose e questo è quelloche io provo adesso dopo 2 giorni passati convoi. I Congressi distrettuali per me sonosempre stati un’occasione per imparare nuovecose e incontrare nuovi amici. In questo Con-gresso, in particolare, Guido ed io abbiamopotuto incontrare molti nuovi amici e rin-contrare amici di vecchia data. Amici Rotariani,vi ringraziamo calorosamente per la vostraospitalità, la vostra gentilezza e soprattuttoperché siete quei grandi Rotariani che siete.

Durante i miei interventi ho messo inevidenza che i nostri Club creano e mantengonol’immagine di un Rotary come rete di volontariprofessionisti. Uomini e donne, impegnati aportare avanti azioni umanitarie su scalalocale e su scala internazionale.

Il Rotary infatti è un movimento mondialecostruito sull’intrinseca capacità delle personedi pensare creativamente ed agire: siamo degliidealisti pragmatici che con il nostro entu-siasmo, il nostro orgoglio dell’appartenenzaed il nostro esempio possiamo coinvolgerealtre persone. Dobbiamo avere fiducia nelRotary e fiducia nei rotariani. La nostra or-ganizzazione cominciò quando Paul Harrisvolle cambiare e migliorare la sua vita: quandovolle una vita più felice e più appagante.Quindi cominciò dando un profondo e accuratosguardo al suo mondo. Che cosa vide allora,tanti anni fa, a Chicago agli inizi del nove-cento? Metodi corrotti di condurre gli affari.Uomini d’affari per bene che lavoravano du-ramente in una città affaccendata, uominiisolati e incapaci di crearsi relazioni signifi-cative. Vide i senzatetto, perduti e vagabondi,gli ammalati, i disabili ed i bambini che nonavevano nulla: né amore, né calore, né unavita normale e vide un mondo dove le ostilitàfra nazioni e culture producevano sofferenze

e guerre senza fine.Questo quadro vi suona familiare?Paul Harris vide le stesse cose che noi

vediamo oggi e il suo cuore sentì lo stesso de-siderio che noi sentiamo oggi nei nostri cuori:il desiderio di fare un cambiamento in positivo.Di migliorare il mondo. Capì che qualcosa sipoteva fare. Che qualcosa si doveva fare.

Gli stupefacenti progressi dell’ultimosecolo non hanno cambiato il cuore umano.

I nostri computer, televisioni, cellulari,IPOD e IPAD; i nostri vaccini e tecnichechirurgiche; i nostri satelliti ed e mail, nessunadelle nostre conquiste tecnologiche ha cambiatoil desiderio fondamentale del cuore umano: ildesiderio di aiutare un mondo in difficoltà.

Il rimedio per i nostri cuori in pena noncambia con il passare del tempo. Solo dueparole : amicizia e servizio.

Quanti di noi che abbiamo scelto di farparte di questa grande organizzazione di ser-vizio sono cortesi e disponibili verso la personache ci sta accanto nella nostra vita quotidiana?Quanti di noi si ricordano di pensare primaagli altri? Quanti si pongono la domanda:‘cosa posso fare io per gli altri’?

Miei cari amici rotariani, noi dobbiamoprestare attenzione a questa domanda. Dob-biamo sempre ricordare quale è la nostraparte migliore. Siete dei grandi Rotariani egrande è il vostro Distretto.

Un Distretto che ha dei progetti nazionalied internazionali, che lavora per i giovani econ i giovani, che coinvolge i soci e le loro fa-miglie. Un Distretto che è presente e ha unruolo attivo nel mondo della scuola che comeabbiamo sentito in questi giorni è un luogoimportante per la formazione dei giovani equindi per il futuro dell’Italia.

Un Distretto che, anche se relativamentegiovane, ha un buon numero di Rotaract edInteract, che sostiene la Fondazione Rotary ela lotta per l’eradicazione della Polio.

Con le vostre idee, con le vostre mani,con le vostre intelligenze e con i vostri cuoriquest’anno tutti insieme avete contribuito adissipare le tenebre e, fedeli all’invito del pre-sidente Gary Huang, avete acceso la luce delRotary. Ma sono sicura che non finirà qui eche voi tutti continuerete nel vostro servizioconcreto e leale a favore dei giovani, dei poverie dei bisognosi ancora per molto, lavorandocon impegno al di sopra di ogni interessepersonale con amore ed entusiasmo e diven-tando così il prossimo anno un dono per ilmondo! Di questo vi ringrazio!

Viva il Rotary e viva il Distretto 2120! n

Considerazioni finaliSabato 23 maggio 2015

PDG Daniela Tranquilli Franceschetti Rappresentante del P.I Gary Huang 20° Congresso Distretto R.I. 2120 - Matera

Conclusioni del

XX Congresso distrettuale

DG Prof. Luigi Palombella

Governatore 2014/15 Distretto R.I. 2120

Il Governatore, a conclusionedei lavori, ha avuto parole dicompiacimento sulla validitàdelle indicazioni e della con-clusioni dei singoli Relatori, eli ha ringraziato con affettuoseespressioni per il fondamentalecontributo di idee e di proposteofferto ai numerosi attenti par-tecipanti.

Palombella ha, infine, assi-curato che i risultati dei lavoridel 23 maggio 2015 rimarrannofissati in imperitura memorianegli annali del Distretto 2120,quali pilastri di insegnamento edi progresso per i Rotariani cheverranno.

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XVDistretto 2120 - Puglia BasilicataROTARY 2120 | MATERA 22-24 MAGGIO 2015

distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

In un’atmosfera di autentico spirito di amicizia rotariana,un cospicuo numero di Rotariani convenuti dai Club dellaPuglia e della Basilicata si sono uniti al Governatore LuigiPalombella e ad autorevoli Personalità rotariane e civili percelebrare il XX Congresso Distrettuale, svoltosi a Materapresso l’Hilton Garden ill, dal 22 al 24 maggio 2015.

A conclusione dei lavori,i Rotariani di Puglia e di Basilicata

esprimonoin primo luogo al Governatore Luigi Palombella la più viva ri-conoscenza per l’impegno profuso nell’espletamento del prestigiosoincarico affidatogli, per l’assidua appassionata e continuapresenza fisica e spirituale esercitata nei rapporti con tuttiClub del Distretto, nonché per i brillanti risultati conseguiti,

Tanto doverosamente premesso,i Rotariani di Puglia e Basilicata

plaudonoall’ottima organizzazione conferita all’impianto ed allo svol-gimento del Congresso dagli amici dei Rotary Club Matera;

sottolineanola particolare attualità e la pregnanza etico-sociale del tema“La scuola, luogo di educazione al bene comune”, che harappresentato la base significativa del lavoro congressuale;

accolgonocon affettuoso entusiasmo e con particolare sentimento diamicizia l’autorevole Rappresentante del Presidente Inter-nazionale PDG Daniela Tranquilli Franceschetti, nonchégli illustri Relatori nelle persone della Prof.ssa Lia GisottiGiorgino e Prof. Antonio Cocozza, i quali hanno avutomodo di esternare al Governatore Palombella, al Distretto2120 ed ai Club il compiacimento per le varie ed importantiiniziative realizzate nel corso dell’anno rotariano;

apprezzanocondividendole, le essenziali affermazioni della Rappresentantedel Presidente Internazionale Governatrice Tranquilli Fran-ceschetti per la necessità di una società che ponga al centrodella propria azione il cittadino, la famiglia e la scuola; masoprattutto accogliamo l’accorato forte auspicio finale dellamedesima illustre Rotariano quando ci invita a rendere“ogni anno, ogni mese, ogni settimana, ogni giorno”, unservizio al Rotary ed alla nostra comunità, agendo con coe-renza, credibilità, continuità; cambiando con coraggio lecose da cambiare, e che vivendo il Rotary potremo cambiarevite; ma soprattutto consapevoli , che quest’anno avremoacceso la luce del Rotary, e l’anno futuro continueremo afarlo con tanto impegno così da essere dono per il mondo,

prendono attodell’acuto professionale contributo ai lavori di questo Con-gresso offerto dal Governatore Palombella, in ordine allaScuola, alle annotazioni storiche sulle difficoltà e le evoluzioniprogressive registrate da questa fondamentale istituzione e,in particolare al preciso ruolo della Scuola quale motore in-discusso di sviluppo e di incentivo ai giovani a fronteggiarele nuove richieste di un’economia in trasformazione, a in-centivare un mercato del lavoro in continua evoluzione ead offrire un contributo fondamentale per cambiare inmeglio la realtà. Fondamentale la conclusione del Governatorequando definisce la Scuola una vera e propria impresa edu-cativa a carattere democratico.

condividonola profonda analisi svolta dalla Prof.ssa Lia Gisotti Giorgino,che ha individuato nella scuola il ‘locus’ e il laboratorio piùidoneo per educare alla convivenza, alla condivisione e allapace i giovani, autentico e vivo serbatoio - perciò- di civiltà edi sano futuro da custodire e valorizzare. Perché la scuola ègioia di stare insieme, è rifugio, sostegno, protezione, ascolto;

ROTARY INTERNATIONALDISTRET TO 2120

Puglia e BasilicataGovernatore Luigi Palombella

XX Congresso distrettualeLa scuola, luogo di educazione al bene comune

Matera, 22/24 Maggio 2015

DOCUMENTO CONCLUSIVO

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distretto 2120XX CONGRESSO DISTRETTUALE

XVI

perché essa ha in definitiva, un potenziale di cui nessun’altraistituzione sociale appare dotata, per cui custodire tale potenzialee far crescere la gioventù nella sua consapevolezza è una dellepiù nobili e più importanti sfide del tempo presente;

apprezzanol’intervento del Prof. Antonio Cocozza che, puntualizzandola funzione e la valenza della scuola, ma soprattutto ilconnubio Scuola-Rotary, ha consentito all’attento uditoriodi confermare la valenza di quel ‘servire’, inteso quale fonda-mento stesso della vita dell’umana comunità; m anche coltol’occasione per proporre di costruire un sistema educativoorganico, aperto, interattivo, dinamico, social inclusive, e ri-lanciare conseguentemente un ‘patto educativo’ tra Scuola,studenti, famiglie e istituzioni, un progetto educativo digrande respiro nell’ottica della pro-attività in armonia con lapro-socialità più volte richiamata dal Governatore Palombella,al fine di pervenire all’indispensabile risorgimento culturaledegno di una storia e di una civiltà incancellabili.

Tutto ciò rilevatoI Rotariani di Puglia e di Basilicata rinnovano e confermanoampia ed incondizionata stima al Governatore Palombella,

che ha voluto quale tema dell’anno ‘la Scuola’, oggi illuminatadai pensieri, dalle riflessioni, dalle prospettive degli illustrirelatori, nel concorde auspicio che la società si ispiri a modellidi comportamento fondati sulla ‘migliore Scuola’, alla luce diuna trazione che -mutuata dal passato- trovi nel futuro im-mediato nuovi afflati di luce e di progresso;

auspicano infineche il Distretto 2120 di Puglia e Basilicata, sulla scia del-l’insegnamento dei pas-Governatori, rinvigorito dall’entu-siasmo degli imminenti Governatori Guercia, Gallo e Lan-zilotti, delle fresche giovani leve di Rotariani e dalla saggezzadegli anziani, si collochi sempre meglio e sempre più inten-samente nella visione culturale ed umanitaria del RotaryInternazionale, nel comune sforzo di rendere sempre piùproficuo il vocazionale doveroso servizio alla comunità.

Matera, 23 maggio 2015Alfonso Forte (RC Bari)Livio Paradiso (RC Bari Mediterraneo)Maria Carmela Bonelli (RC Riva dei Tessali)