World Camp Nuoveidee per uneconomia civile · Con le Agende & Calendari della Collezione 2013 di...

52
POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA - www.cooperazionetrentina.it . carta ecologica 8 - SETTEMBRE 2012 SPRECHI ALIMENTARI Le iniziative delle FamCoop >25 CONTROCORRENTE B.T.D., l’edilizia che tira >31 10 ROBERTO MANCINI Dalla competizione alla cooperazione 31 IL NOBEL MASKIN Procastinare le scelte ostacola il futuro WORLD CAMP Nuove idee per un ' economia " civile "

Transcript of World Camp Nuoveidee per uneconomia civile · Con le Agende & Calendari della Collezione 2013 di...

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA - www.cooperazionetrentina.it . carta ecologica

n ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

S P R E C H I A L I M E n T A R I

Le iniziative delle FamCoop >25

C O n T R O C O R R E n T E

B.T.d.,l’edilizia che tira >31

10R O B E R T O M A n C I n I

Dalla competizione alla cooperazione

31I L n O B E L M A S K I n

Procastinare le scelte ostacola il futuro

WorldCamp

Nuoveideeperun'economia"civile"

V i a S . M i c h e l e , 3 6 4 5 0 2 0 V i l l a n o v a d e l G h e b b o ( R O ) Te l . 0 4 2 5 6 5 1 1 1 1 w w w. c i s c r a . c o m a g e c a l @ c i s c r a . c o m

365 giorni di valoreL’efficacia del veicolo promozionale altamente personalizzato, unitaall’eleganza di un regalo di prestigio, contribuisce alla creazione ed alconsolidamento di un legame unico, originale, inconfondibile.Con le Agende & Calendari della Collezione 2013 di Ciscra, la VostraBanca si mantiene per tutto l’anno al centro dell’attenzione dei propri Clienti.Richiedete il catalogo al nostro agente di zona o telefonando aln. 0425 651224-255.

a g e n d e & c a l e n d a r i

c o l l e z i o n e d u e m i l a t r e d i c i

2013

Agende & Calendari Collezione 2013.

Melinda, giovani

fotografi all’opera

3432

Leonardelli, la mia

Federazione

12

Parte Educa, cosa farà da

grande?

Fassa Coop comunica (anche)

con il tablet

39

n ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

Periodico della Federazione Trentina della Cooperazione

Trento, Via Segantini, 10 - Tel. [email protected]

Direttore responsabileWalter Liber

CoordinatriceDirce Pradella

Comitato di RedazioneCorrado Corradini, Franco de Battaglia, Carlo Dellasega, Silvia De Vogli, Michele Dorigatti, Cesare Dossi, Egidio Formilan, Cristina Galassi, Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce Pradella, Bernardino Santoni, Paolo Tonelli, Vincenzo Visetti.

Hanno collaboratoCarlo Borzaga, Miriam Branz, Silvia De Vogli, Michele Dorigatti, Umberto Folena.

Progettazione graficaCooperativa ARCHIMEDE - www.archimede.nu

Foto di copertina di MaskinArchivio festival economia (R. Magrone)

Stampa tipograficaCooperativa NUoVE ARTI GRAFICHE

AbbonamentiCosto singola copia: € 3Abbonamento annuale (11 numeri): € 30Abbonamento semestrale (5 numeri): € 15

Promozione 2010Paga i primi 10 abbonamenti a prezzo pieno (30 euro, fermo da molti anni) e i restanti solo la metà.

Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Trento n. 26 Registro stampa di data 09.10.1950

EDITORIALE

3 Puntiamo sulla formazione avanzata

IN PRIMO PIANO

5-13 World Camp. Nuove idee per una "economia civile". A Terzolas trenta giovani cooperatori trentini hanno progettato il decalogo per uscire dalla crisi. L’intervista ai protagonisti, le testimonianze e le idee. La presentazione del programma di Educa.

14-17 Sprechi alimentari. I dati del fenomeno e le iniziative messe in campo dalle Famiglie Cooperative per contrastarlo.

NEWSCOOP

19 Ecco il “fondo” che moltiplica le risorse per le imprese

20 I nuovi comitati di settore della Cooperazione Trentina

22 Rurale di Roverè attenta alla salute

23 Vallagarina, buone pratiche di intercooperazione

24 Borse di studio alle Casse Rurali

25 Famiglie Cooperative, fatturati in crescita.

26 Inaugurazioni

27 Il miglior sito? L’ha fatto la coop Archimede

29 Coop sociali e pianificazione territoriale

CULTURA COOPERATIVA

Scenari30 La ripresa? Non prima del 2013

L’intervista31 Maskin: Procastinare le scelte ostacola il futuro

Racconti32 Leonardelli, 40 anni in Federazione, un libro e tanti ricordi

Arte idee territorio 34 Giovani fotografi insegnano a “vedere” le mele

Controcorrente38 B.T.D., sfida la crisi salvando il lavoro

C’è del nuovo 39 Fassa Coop comunica (anche) con il tablet

La ricerca 40 Cavizzana, focus sui soci

L’esperto risponde 41 La riforma del lavoro

Finestra sul mondo 43 Quando il Trentino diventa scuola

Libri44 Cooperatori al servizio del territorio

45 Le nuove virtù del mercato

OPINIONI

Economia 46 Perché limitare il diritto al recesso

Orizzonti47 I bambini? Soltanto merci

La porta aperta 48 Cosa insegna l'estate 2012

Le banche si chiudono in difesa?

Trento, via Vannetti 1 www. cooperfidi.it tel. 0461260417

Apertura al pubblico lunedì / venerdì 8.30 - 12.30 e 14.30 - 17.00.Gradito l’appuntamento.

Cooperfidi opera dal 1980 a favore della Cooperazione e dell’Agricoltura del Trentino. Eroga garanzie, che agevolano l’accesso al credito bancario, aiutando i Soci a reperire i finanziamenti alle migliori condizioni di mercato. Possono associarsi Cooperative di ogni settore e Aziende Agricole, con sede in Trentino.

s e s e i s o c i o , s e i T r A n q u i l l o .

LA COOPERAZIONE TRENTINA 210X280.indd 1 02/11/09 17:25

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

3

Dal 3 all’8 luglio si è svolto, nel con-vento dei Cappuccini di Terzolas, un seminario riservato a giovani coopera-tori, sindaci e amministratori delle coo-perative, funzionari della Federazione. Insieme a loro cinque studenti dell’uni-versità di Sophia provenienti da diverse parti del mondo. Trenta giovani riuniti in un intenso lavoro di conoscenza e di analisi, ma anche di scambio di umani-tà e di costruzione di relazioni. Se ognuno di noi adulti corre indietro con il pensiero e ha avuto la fortuna di aver vissuto esperienze di questo tipo nel suo passato, si rende conto di quanto esse abbiano segnato la vita di ciascuno e di come gli elementi for-mativi acquisiti, pur in tempi così con-centrati, siano spesso diventati bussola per la vita. Questi incontri sono determinan-ti anche per come sono concepiti ed attuati. Professori del calibro di Luigino Bruni e Alessandra Smerilli sono rima-sti a “vivere” insieme ai ragazzi condivi-dendo con loro gran parte dei tempi, e non solo quelli dello studio, e oltre agli universitari dal mondo, dell’università del movimento dei Focolarini, erano

presenti realtà cooperative di tutti i settori e anche dei consorzi. Una grossa occasione che tutti hanno apprezzato. Ci sembra una delle strade giuste da percorrere. Essa ha bisogno che si creda e si investa nella formazione e si collabori fra organizzazioni diverse. Questa sperimentazione è partita insie-me a Unicoop Firenze e ai Focolarini. Lavoriamo affinché essa sia sempre più aperta a tutta la cooperazione nazio-nale.A questo tipo di esperienze è orga-nica una questione sulla quale vor-remmo richiamare l’attenzione. Essa concerne la concezione moderna di innovazione. Quando si parla di città e comunità intelligenti il riferimento è immediatamente “sociale”. Un sociale che ha sempre maggiore bisogno del “tecnologico”; l’ingegnere informatico, l’educatore e l’operatore sociale sono un’equipe e tutti devono saper leggere i bisogni. Si tratta allora di nuove orga-nizzazioni del welfare con conseguenti nuove forme delle imprese sommini-stratrici, di nuova organizzazione di taluni servizi, quelli nei quali è centrale la persona. L’innovazione, nel futuro

prossimo, sarà direttamente legata ai “beni comuni”. Da una parte ciò ci rende estremamente contenti in quan-to il bene comune è l’obiettivo primo della cooperazione. Dall’altra però misuriamo il ritardo in cui versiamo su queste tematiche e sulle conseguen-ti azioni per attrezzare le cooperative. Questo ritardo va pensato e colmato e noi crediamo che puntare anche e con forza su modalità formative avanzate e di approccio globale alle questioni, possa essere una strada importante. Insieme a questo vanno inventati, den-tro la struttura della Federazione e in collaborazione con i consorzi, gli stru-menti adatti a consolidare e far crescere le cooperative in questi nuovi territori di azione. Da lì verrà la nuova cooperazione.

[email protected]

puntiamosullaformazioneavanzata

Tempo di lettura: 2’35’’’

EDITORIALE

0

5

25

75

95

100

RI3 annuncio TRENTINA

venerdì 29 giugno 2012 17:08:24

Nuoveideeperuna"economiacivile"I 30 partecipanti al World Camp di Terzolas hanno messo a punto un decalogo di idee e progetti per uscire dalla crisi valorizzando il lavoro in cooperativa e stimolando il contributo dei soci e degli amministratori. Concetti e riflessioni in linea con quella che gli economisti di punta hanno battezzato “economia civile”.

di Dirce PradellaPer uscire dalla crisi serve attivare un comportamento cooperativo: mettere al centro la persona, la relazione, andare oltre agli aspetti puramente economici, riassunti in un prezzo. Per questo propongono un’economia ‘umana’ i trenta ragazzi che hanno frequentato “World Camp - Idee per cambiare il mondo”, il campus organizzato a Terzolas dall'Ufficio Studi della Federazione Trentina della Cooperazione, in particolare da Michele Dorigatti, in collaborazione con Formazione Lavoro, l’Associazione giovani cooperatori, l’Università di Sophia, Unicoop Firenze e la Scuola Nazionale di Formazione Coop. L’iniziativa è servita per coinvolgere e motivare, in modo innovativo e dinamico, i giovani partecipanti, che hanno avuto la possibilità di confrontarsi con Luigino Bruni, docente all'Istituto Universitario Sophia, Alessandra Smerilli, economista dell’Università Cattolica, Roberto Mancini, filosofo all’Università di Macerata, e Marcello Farina, docente all’Università di Trento.L’economia ‘umana’ proposta dai giovani in questo contesto è basata sul consolidamento di relazioni di fiducia, sul rispetto degli altri, sull’ascolto, il riconoscimento del lavoro, la formazione e la condivisione di questi valori. Un concetto che gli economisti di punta hanno recentemente battezzato “economia civile”. Per affrontare il futuro servono infatti chiavi di lettura del presente e le proposte di cambiamento devono essere urgenti e praticabili. E secondo i trenta ragazzi il sistema cooperativo è la chiave di volta, perché serve la cooperazione per passare dal sistema autoritario attuale a

quello della corresponsabilità. Purché venga appeso in ogni cooperativa una sorta di decalogo per migliorare il clima e l’efficacia delle relazioni.AscoltoAi manager del movimento cooperativo i giovani hanno rivolto un accorato invito all’ascolto. Il presidente dovrebbe essere a disposizione dei collaboratori almeno 4 ore al mese e i collaboratori dovrebbero andare a colloquio da lui almeno una volta all’anno. L’ascolto deve essere maggiormente incentivato anche a livello di base sociale, attraverso la creazione di nuovi momenti ad hoc, diversi dalle occasioni formali come le assemblee di fine anno. In questo senso le proposte dei giovani sono andate nella direzione del recente Patto associativo sottoscritto dai soci del movimento cooperativo trentino che si sono appunto impegnati a creare maggiori occasioni di confronto con i soci con l’organizzazione di assemblee infra-annuali.Riconoscimento del lavoroIn un quadro di crisi e di risorse calanti, quali suggerimenti per riconoscere e premiare il buon lavoro? Innanzitutto, crisi o non crisi, con un grazie. I manager devono prendersi il tempo di riconoscere il lavoro ben fatto dai collaboratori: a volte un semplice grazie o una stretta di mano danno senso e valore al lavoro fatto e dimostrano attenzione alla persona. Oltre a questo i protagonisti di Terzolas suggeriscono di creare percorsi di crescita professionale e carriera alternativi a quelli gerarchici, con strumenti di premio extra-monetari. Un esempio? Offrire al bravo dipendente un pomeriggio al mese La foto di gruppo dei partecipanti al World Camp e le

immagini di alcuni di loro durante l’esperienza del rafting sul Noce, per favorire il lavoro di squadra.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

5

IN PRIMO PIANO | giovani

per svolgere uno sport o un hobby che lo appassiona. Un riconoscimento che dia la possibilità di sentirsi compresi e quindi più felici. E una persona più motivata rende di più, tra l’altro.Oltre il prezzoI giovani si sono espressi contro l’efficientismo come culto dell’eccellenza, che porta ad espellere le persone meno produttive che così vengono emarginate. A questo si contrappongono le cooperative che fanno lavorare anche chi che non ha grande efficienza, abbassando i costi sociali ed incrementando la soddisfazione. Questo però porta maggiori costi per l’azienda che inevitabilmente si riflettono nel prezzo del bene o del servizio al consumatore. Ecco quindi che serve creare una maggiore cultura nei confronti dei consumatori rivolta ad andare oltre al prezzo, a guardare cosa c’è dietro. E le cooperative si devono attrezzare per comunicarlo meglio.CondivisioneDai giovani è arrivato anche un forte impulso alla diffusione della cultura cooperativa, avendo cura che i dipendenti comprendano la differenza sostanziale del tipo di impresa per cui lavorano. E’ importante condividere i valori, la mission, ma anche i progetti strategici importanti, per creare consapevolezza e spirito di squadra. Il senso di appartenenza alla propria cooperativa, hanno detto, aiuta a lavorare meglio e a sentirsi parte di un gruppo. In quest’ottica è utile incentivare momenti di incontro e condivisione tra colleghi, sia dentro all'ambiente lavorativo che fuori.La condivisione serve anche per consentire al socio di comprendere fino in fondo il suo ruolo: essere proprietario insieme agli altri di un bene comune. I giovani hanno esaminato anche alcuni casi di recesso dei soci, come quelli avvenuti alla Cantina La Vis, rilevando carenze informative e scarso attaccamento dei soci, definendo quando è successo ‘un esempio poco cooperativo’.Competenze femminiliDai giovani sono arrivati dei suggerimenti per valorizzare le competenze femminili, ancora troppo spesso sottoutilizzate con una grave perdita in termini di risorse. Come? Dai sistemi di valutazione del personale che devono tener conto delle differenze di genere, piani di carriera e strategie di empowerment (ad es. formazione alla leadership, bilancio di competenze, mentoring,…), formazione al rientro dopo periodi lunghi di assenza per maternità, all’introduzione di servizi aziendali per favorire una maggiore conciliazione dei tempi di vita e lavoro. I giovani ritengono inoltre opportuno introdurre sgravi fiscali a favore delle aziende che favoriscono la progressione di carriera delle donne,

ripartire gli oneri contributivi relativi alla maternità tra i datori di lavoro di ambedue i genitori e prevedere un congedo obbligatorio per i neo papà.Ricaduta socialeI giovani, che provenivano per la maggioranza dal mondo delle Casse Rurali, hanno anche provato a pensare a quale meccanismi possano rendere più efficaci le elargizioni degli istituti di credito cooperativo. Ecco quindi che sono emerse perplessità sui contributi a pioggia, e si è fatta avanti la necessità di esaminare con cura le richieste, partendo dalle finalità delle associazioni, che devono essere verificate. Inoltre le Casse dovrebbero finanziare le richieste che rispondono ai bisogni di più realtà. Per esempio pagare l’affitto di una sala che fa da sede a più società, o offrire servizi di consulenza gratuita a più associazioni, o acquistare un bene (esempio un pulmino) che più realtà possano usare in stagioni o giornate diverse.

Perché queste proposte abbiano effetto è necessario che siano diffuse e che trovino, dove necessario, un supporto per lo meno iniziale da parte delle istituzioni, attraverso incentivi e informazione. Ma se i politici sono della "vecchia guardia", ancorati alla cultura dominante imperniata dei principi capitalistici, questo non avverrà mai. Serve quindi maggiore coinvolgimento dei giovani nella politica per un ricambio generazionale. E, restando in ambito cooperativo, che le cooperative favoriscano la creazione di un’associazione giovanile all’interno della compagine sociale, per sviluppare un percorsi di preparazione alla leadership.

Tempo di lettura: 6’08’’

Per approfondimenti Wordl Camp è sulla web tv della Cooperazione Trentina. Per vedere le interviste ai protagonisti vai su www.cooperazione.tv

I PARTECIPANTI TRENTINIRoberto Alberti (Arco Pegaso), Harriet Mugera e Francesca Beozzo (Associazione Giovani Cooperatori), Denise Mosconi e Elisa Panizza (Cr Alta Valdisole e Pejo), Lorenzo Bott e Elena Corazzolla (Cr d’Anaunia), Federico Mocellini e Desy Zonta (Cr Bassa Valsugana), Elisa Furlani (Cr Caldonazzo), Martina Carli, Paolo Dorigati e Lorenzo Furlan (Cr Mezzocorona), Monica Mendini (Cr Mezzolombardo), Ciro Manini (Cr Rabbi e Caldes), Francesco Crepaz (Cr Trento), Marco Molinari e Annalisa Zanella (Cla), Marcello Vicentini (Iter), Francesco Mengon (Fc Rabbi e Sole), Silvia Caramelle, Samuel Cornella, Barbara Feroldi, Daniele Menapace, Luisa Refatti e Ivano Rinaldi (Federazione), Michele Covi (Gsh), Samuel Forti (Il Gabbiano), Sara Villotti (Risto 3), Nicoletta Wegher (Sait), Silvia Turato (Samuele).

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - M A g g I O 2 0 1 2

6

IN PRIMO PIANO

Sei giovani imprenditori, di età compresa tra i 24 e i 30 anni, sono stati i protagonisti dell’incontro organizzato al World Camp dall’Associazione Giovani Cooperatori, portando il contributo di persone che hanno trovato la strada professionale adatta a loro. Dalla loro esperienza è stato possibile trarre alcuni consigli, se non addirittura insegnamenti, utili per quanti neodiplomati o laureati si stanno avvicinando al mondo del lavoro.

Scuola e lavoro: non cercare la coerenzaIl fatto di aver seguito un percorso di studi orientato in una direzione non vuol necessariamente dire che bisogna trovare lavoro in quel settore. È quanto è successo, ad esempio, a Elisa Risatti, che dopo la laurea in giurisprudenza è diventata titolare di un’azienda agricola in Val di Ledro. “Ho seguito la mia passione – spiega – rinunciando alla prospettiva di un lavoro sicuro, come poteva essere quello in uno studio legale, e impegnandomi in questa attività a contatto con la natura, dove ho potuto seguire i miei interessi ed esprimere la mia creatività”. La giovane imprenditrice agricola, infatti, ha ampliato l’attività, che inizialmente prevedeva solo la coltivazione dei piccoli frutti, aggiungendo la coltivazione di piante officinali. “Ho cercato di sfruttare le particolarità del nostro territorio, adibendo la coltivazione a giardino botanico, per cercare di aiutare le persone ad avvicinarsi alle piante officinali, spiegando loro le varie specie, il loro impiego e i principi attivi”.Ha fatto una strada diversa rispetto a quella che si immaginava durante gli studi anche Luca Laffi, presidente della cooperativa Cet. “Io ho una laurea in fisica e la mia strada sarebbe stata all’interno dell’Università, della ricerca o della scuola – racconta.

– Invece sono arrivato in Cet tramite uno spin off partito dalla Fondazione Bruno Kessler e oggi mi occupo di servizi ambientali innovativi per aziende ed enti pubblici”.“Iniziare un percorso scolastico non vuol dire necessariamente seguirlo a livello lavorativo, si può sempre cambiare idea” aggiunge Elena Cetto, socia della cooperativa La Strada, che dopo la laurea in sociologia si è trovata quasi per caso a entrare in contatto con la cooperazione, un mondo per lei sconosciuto. “Sono diventata socia il 3 gennaio 2006 – ricorda. – Una data che mi è rimasta nel cuore perché rappresenta una scelta di vita”.Il lavoro lo si può imparare facendo, come spiega Michele Tesolin, che ha iniziato a collaborare durante l’Università con la cooperativa Mercurio e in breve tempo è diventato socio e presidente. “Mi occupo di tutta la parte gestionale della cooperativa – dice – senza avere alle spalle corsi o master che mi preparassero a un ruolo manageriale. Credo che il fatto di poter imparare facendo sia particolarmente importante per la mia crescita professionale”.

La formazione continuaLa laurea quindi non va vista come punto di arrivo, ma di partenza. “Non si deve pensare, una volta terminata l’Università – afferma Tesolin – di conoscere quello che accade nel mondo del lavoro”.“Oggi più che mai è necessario avere una preparazione non solo universitaria ma anche successiva, con corsi di formazione post laurea” secondo Laffi, per il quale però la cosa più importante è l’atteggiamento di disponibilità. “Dobbiamo essere consapevoli che il mondo del lavoro è cambiato. Bisogna essere molto più flessibili, rendersi conto che il lavoro di oggi magari domani non sarà più lo stesso”.

C’èspazioancheperigiovaniFlessibilità, formazione continua e voglia di mettersi in gioco sono le parole chiave per riuscire a trovare il proprio spazio nel mondo del lavoro. Lo dicono sei giovani che hanno trovato la loro strada (ma non è detto che sia per sempre). Le loro esperienze raccontate al World Camp.

di Sara Perugini

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

7

IN PRIMO PIANO | giovani

Importante mettersi in giocoCambiare spesso lavoro oggi è indice di voglia di fare e sperimentare, quindi un elemento positivo nel curriculum “L’aver sperimentato varie attività mi ha sicuramente arricchito” riflette Francesca Re, giornalista che dopo la prima esperienza in un quotidiano ha lavorato in uffici stampa, radio e tv. “La radio mi è rimasta sempre nel cuore e da questa passione è nata l’idea di fondare una radio per universitari insieme ad altri amici”. Re oggi è direttrice di Sanbaradio, la web radio universitaria gestita dalla cooperativa Mercurio. Come dire che ogni esperienza può essere di aiuto per capire

cosa si vuol fare davvero e trovare stimoli per nuovi progetti.Cogliere il lato positivo anche dalle esperienze negative è il consiglio di Gloria Comper, imprenditrice che con l’azienda di famiglia, a Isera, aderisce al progetto di economia di comunione, ideato dalla fondatrice dei focolari Chiara Lubich. È un progetto che gli imprenditori possono seguire liberamente mettendo al centro, nella propria mission organizzativa, la comunione come valore fondamentale sia nel gestire i rapporti con i dipendenti, ma anche con gli attori esterni dell’impresa.

Tempo di lettura: 4’18’’

Convincersi di essere immuni alla mafia solo per la distanza geografica con le regioni storicamente più colpite da questo male è solo un modo per nascondere la testa sotto la sabbia e lasciare libertà di azione alla criminalità organizzata. Per questo conoscere e capire è fondamentale per fare la propria parte nella lotta alle mafie. Con questo spirito è stata organizzata, nell’ambito del World Camp, una serata, aperta a tutta la comunità, per ascoltare le testimonianze di alcuni giovani che, ogni giorno, dicono no con la loro vita e il loro lavoro alla mafia. L’evento è stato realizzato grazie al supporto della Cassa Rurale Alta Val di Sole e Pejo, rappresentata dal presidente Maurizio Albasini, e dalla Cassa Rurale Rabbi e Caldes, rappresentata dal presidente Claudio Valorz. A raccontare la propria esperienza Francesco Galante, presidente della

cooperativa “Placido Rizzotto”, che in Sicilia lavora le terre confiscate ai boss mafiosi del corleonese. Impegno analogo a quello di Massimo Rocco, presidente della cooperativa “Le terre di don Peppe Diana”, che produce mozzarella utilizzando i terreni confiscati al clan dei casalesi in provincia di Caserta. Entrambe le cooperative aderiscono a “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, realtà nata con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. A presentarla al pubblico della Val di Sole, Rosa Quattrone, che a Reggio Calabria collabora attivamente con l’associazione e ha partecipato a un progetto per la riqualificazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

I GIOVANI PER LA LEGALITà

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - M A g g I O 2 0 1 2

8

IN PRIMO PIANO

La soddisfazione per quello che si fa, ma anche il contesto organizzativo in cui si lavora e la qualità delle relazioni con gli altri sono tutti elementi che possono fare la differenza nella vita di una persona: che possono renderla felice o farla sentire insoddisfatta e frustrata. E una persona appagata rappresenta un elemento positivo contagioso per chi le sta attorno, al punto da diventare fondamentale nella costruzione di un mondo migliore, più sereno e a misura di uomo e di donna. Ecco quindi che più volte, durante le lezioni del World Camp di Terzolas, i partecipanti sono tornati sul tema della felicità e della realizzazione personale.

Bruni: il segreto per una vita pienaLuigino Bruni, docente all'Istituto Universitario Sophia e responsabile scientifico del campus, ha aperto il World Camp introducendo il concetto di daimon, cioè quello che per i greci indicava la parte migliore di noi. “La felicità nel mondo greco aveva a che fare con lo scoprire il proprio daimon, nel seguirlo e nell’accudirlo per tutta l’esistenza, perché se no tende a sfuggire”. Quindi, oggi come ieri, la vita funziona quando si trova la propria vocazione lavorativa e la si segue. Naturalmente ognuno ha il proprio daimon, la propria via verso la felicità. Nell’individuarla giocano un ruolo fondamentale la famiglia e le persone che ci accompagnano nella crescita.Il daimon rappresenta quindi quell’elemento che ci permette di vivere una vita piena e consapevole, ma non è sufficiente. Per essere completamente soddisfatti di noi abbiamo, infatti, l’esigenza di lavorare bene, di mettere la nostra parte migliore in ogni cosa che facciamo. È un qualcosa che ci gratifica e ci rende delle

persone vive, contente di noi. È quel qualcosa in più che rende completo il nostro lavoro, ma che non è possibile ottenere con il denaro perché non ha nulla a che fare con le competenze e gli obblighi contrattuali. Ogni datore di lavoro ha un bisogno vitale di questo ‘di più’ ma non può comprarlo, può solo riceverlo come dono. Per questo è importante che crei delle precondizioni organizzative e di governance in grado di motivare il lavoratore. “Se facciamo diventare il denaro l’unico sistema per parlare alla gente, il sistema diventa insostenibile perché l’essere umano è più del denaro, vuole di più dalla vita rispetto ai soldi”.

Smerilli: cosa fa speciali le organizzazioniL’importanza per un’azienda di avere collaboratori motivati è emersa anche dalla lezione di Alessandra Smerilli, economista dell'Università Cattolica a Roma, che ha parlato delle organizzazioni a movente ideale, cioè quelle realtà nelle quali il movente ispiratore non è primariamente il profitto, ma una missione o una “vocazione” che nasce dalle motivazioni intrinseche dei suoi promotori. “Le organizzazioni a movente ideale nascono e vivono per rispondere a delle sfide, a dei bisogni particolari, mettendo in campo delle azioni e, spesso, spostando più avanti i paletti dell’umano”. A loro va il merito di molte innovazioni che hanno interessato la nostra società. “Pensiamo, ad esempio, a tutto il sistema del welfare state in Italia e in Europa: nel 600 ci sono state alcune persone illuminate, mosse da ideali, che hanno risposto ai bisogni di cura, di istruzione creando scuole e ospedali. Le istituzioni hanno poi fatto in modo che queste innovazioni diventassero qualcosa di fruibile per tutti”. La

alezioNedifeliCitàI professori Bruni, Smerilli, Mancini e Farina hanno spiegato ai partecipanti del Wordl Camp l’importanza della relazione e del lavoro giusto per essere soddisfatti di sé.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

9

IN PRIMO PIANO | giovani

distintività delle organizzazioni a movente ideale è mantenuta grazie a persone che lavorano nell’impresa, incarnandone valori e ideali. Queste persone sono in qualche modo i guardiani della loro identità.Parlando di organizzazioni era inevitabile confrontarsi sulla crisi. Per la Smerilli si tratta di un’opportunità di rinnovamento, da cui possono nascere nuovi stili di vita. Ad esempio, può essere il momento giusto per individuare nuovi canali di finanziamento. Inoltre, per uscire dalla crisi è importante trovare un modo per permettere a tutte le potenzialità femminili, che finora sono state poco espresse all’interno dell’organizzazione, di emergere. “Sono convinta che ci sia un femminile fatto di flessibilità, di creatività e di intuizione che possa rappresentare una via di rinnovamento per le organizzazioni e possa renderle più efficienti”.

Farina: mai senza l’altroNulla si può fare di importante senza l’altro. La relazione con gli altri è il tema cruciale

di quest’epoca post moderna, dove espressioni come ‘pluralismo culturale’ e ‘differenze’ hanno ingaggiato una rilevanza assoluta. Partendo da questa considerazione, il filosofo don Marcello Farina ha condotto i partecipanti al World Camp in una riflessione profonda e complessa, che parte dall’origine di ogni uomo fino ad arrivare ai sistemi economici e di potere. “Un bambino quando nasce è subito in relazione con gli altri – ha spiegato –, poiché incontra il volto di chi si prende cura di lui. Il benessere economico ha fatto pensare di non aver bisogno dell’altro. Invece non è così”. Anzi. Secondo il filosofo il fenomeno dell’autoritarismo è eredità del capitalismo e oggi la crisi apre spazi straordinari per l’altro. “Non è vero che l’uomo è individualista – ha spiegato -. Abbiamo dentro di noi il gene dell’altruismo. La differenza fa paura in questo periodo storico. La non conoscenza favorisce l’autoritarismo perché c’è la paura. Ma l’uomo teme l’identico, poiché dentro di noi abbiamo già l’alterità”.

Tempo di lettura: 5’20’’

MANCINI: SERVE uN’ECONOMIA DI SERVIZIOA parlare di crisi, al World Camp, è arrivato un filosofo, Roberto Mancini: cosa c’entra la filosofia con un argomento prettamente economico?Il sistema economico non è solo organizzativo, ma anche culturale. Porta con sé una prospettiva sul significato della vita e su quello che gli uomini devono fare e non fare.Per trovare una risposta alla crisi, quindi, è necessario assumere uno sguardo diverso, una cultura diversa eticamente orientata. Serve quindi una riflessione più profonda che ci dica qual è un’organizzazione economica adeguata alle esigenze non solo della vita umana, ma della dignità umana.Quali risposte alla crisi avete individuato insieme ai partecipanti al campus?La prima soluzione concreta è una lettura lucida della situazione presente. La seconda riguarda una rilevanza della prassi politica che deve costruire le condizioni giuridiche e sociali per il funzionamento dell’economia. Infine, è necessario rafforzare il processo della cooperazione in modo che diventi una cultura diffusa e non una nicchia all’interno di un sistema che la ripudia perché segue altre logiche.Quindi è necessario passare dalla competizione alla cooperazione?Può sembrare uno slogan semplicistico, ma in effetti riassume un cambiamento culturale che vede il passaggio da un’economia finanziaria che rappresenta il fine, a un’economia di servizio, funzionale alla vita dell’umanità e al rispetto della natura. Su questo si gioca non solo il nostro futuro, ma già il nostro presente.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - M A g g I O 2 0 1 2

10

IN PRIMO PIANO

Parte dalla creazione di regole semplificate e agevolazioni a favore dei giovani che creano lavoro attraverso start up innovative il documento presentato nelle scorse settimane a Roma al Ministro dello sviluppo economico Corrado Passera dalla rappresentanza nazionale delle associazioni giovanili di categoria. Tra i delegati di Confcooperative anche Enrico Bertolotti, presidente dei Giovani Cooperatori trentini, che ha contribuito attivamente alla stesura del documento. La task force istituita dal Ministro ha l’obiettivo di rendere l’Italia un ambiente favorevole alla nascita e crescita di start up innovative, in cui l’innovazione è determinata dal prodotto, dal modello di impresa e dai suoi effetti (componente sociale). Il documento, presentato dai Giovani cooperatori italiani, contiene una serie di suggerimenti concreta e definita nei dettagli, che va dalla rideterminazione del “de minimis” ad una quota di 500.000 euro alla detassazione degli utili portati a riserva legati a spese per la ricerca e sviluppo, dall’agevolazione fiscale per i costi di richiesta garanzie, alla sospensione temporanea del trasferimento all’INPS delle quote di TFR non destinate ai fondi per la previdenza integrativa, restituendo alle imprese una importante fonte di liquidità. Quanto alle società tra professionisti, i Giovani hanno chiesto al Ministro che il regolamento tenga aperta la possibilità di società multiprofessionali, senza vincolarle ad un’unica attività professionale.“Abbiamo anche cercato – spiega Bertolotti – di portare avanti la valorizzazione della forma imprenditoriale cooperativa, perché pensiamo che per uscire dalla crisi sia necessario cominciare a guardare al futuro con una visione di lungo periodo; la ricerca di nuove vie e di nuovi incentivi all’interno

del medesimo sistema economico che ha prodotto la crisi è infatti condizione necessaria ma non sufficiente. Occorre interrogarsi anche su un modo concreto di colmare il pericoloso divario che si è creato fra la sfera economica e la sfera sociale, e la cooperazione offre in questo senso delle enormi opportunità. E’ dunque più che mai necessario che si incentivi questa forma imprenditoriale, per creare lavoro, crescita ed occupazione sostenibile”.Infine dai Giovani è uscita anche una proposta che semplifichi l’accesso al credito delle start-up, per impedire che l’assenza di garanzie possa fermare le idee più innovative. Ecco quindi l’idea di creare un plafond destinato in via esclusiva alle start-up, che venga usato per concedere garanzie su prestiti chirografari a condizioni vantaggiose, con la previsione di un importo massimo per singolo finanziamento. La garanzia verrebbe deliberata da commissioni miste (45 anni l’età media dei componenti, fra i quali ci dovranno essere degli esperti del settore in cui le start-up intendono operare) dislocate nelle varie regioni di competenza che valuterebbero i progetti in base a innovazione, tecnologia, lungimiranza, territorialità, fattibilità, sostenibilità e riscontro sulla comunità. Il finanziamento, una volta ottenuta la garanzia, verrebbe quindi erogato in modo automatico dagli istituti di credito aderenti alla convenzione.“L’Associazione GCT – aggiunge Bertolotti – sta ora approfondendo quest’ultima idea, in modo da riuscire a proporla anche a livello provinciale, con l’obbiettivo di lanciare nel nostro territorio, come progetto pilota, un concreto sistema di garanzie che agevoli la possibilità di accesso al credito da parte dei giovani” (d.p.).

Tempo di lettura: 3’12’’

Enrico Bertolotti, presidente dell’Associazione Giovani Cooperatori Trentini.

GIOVANI DA MELLARINIA fine luglio una delegazione dell’Associazione Giovani Cooperatori Trentini ha partecipato ad un incontro con l’assessore provinciale all’agricoltura Tiziano Mellarini. Tra gli argomenti in analisi la strategia per una valorizzazione reciproca di turismo e agricoltura, varie proposte di snellimento burocratico e di sgravio fiscale, premi aggiuntivi per l’agricoltura biologica e tante altre idee concrete.

Cometivalorizzolastart-upL’Associazione Giovani Cooperatori trentini ha fatto parte della delegazione nazionale di Confcooperative che ha presentato al Ministro Passera un documento di proposte a favore dei giovani.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

11

IN PRIMO PIANO | giovani

aeduCatuttoilbellodeigiovaniIl 28 settembre a Rovereto spazio al futuro dei giovani con Educa, la manifestazione nazionale sull’educazione promossa tra gli altri da Consolida. Ambizioso il tema: cosa farà da grande?

di Miriam Branz

Si parlerà di giovani, ma saranno soprattutto i giovani a raccontarsi, nella 5^ edizione di Educa, la manife-stazione nazionale sull'educazione a Rovereto dal 28 al 30 settembre con un'anteprima giovedì 27. Si torna a parlare di "educare nell'incertezza", il tema lanciato lo scorso anno declinato nella domanda "Cosa farà da grande?". Parole, azioni ed emozioni - i linguaggi che da sempre caratterizzano Educa - si muoveranno tutti intorno all'interrogativo che genitori e insegnanti si pongono guardando i propri figli o i propri studen-ti; una domanda che sottende una preoccupazione principalmente economica, legata al tipo di lavoro che dovrebbero fare per assicurarsi stabilità e felicità, quasi che la realizzazione di sè dipenda solo da lavo-ro e guadagno. Elementi necessari, ma davvero suf-ficienti a garantire stabilità? Ne parleranno a Educa esperti di fama nazionale, ma anche persone comuni come padri, madri, figli. Fra i temi affrontati quello dell'orientamento scolastico e professionale, ma anche quello dell'incertezza che colpisce la famiglia: sia chi si appresta a formarla - come le giovani coppie che si trovano di fronte a nuovi stili di vita e di consumo e a maggiore precarietà nel lavoro - sia chi ha a che fare con l'adolescenza, periodo di crisi per antonomasia che chiama i genitori a fare i conti con i nuovi punti di riferimento dei figli. Ma protagonisti indiscussi di quest'edizione saranno i giovani: grande spazio nel palinsesto di questa edizio-ne sarà infatti dedicato ad Officina Giovani, uno dei due progetti annuali (il secondo riguarda la famiglia) avviato nel 2011 affinché Educa non si esaurisse nei tre giorni di settembre, ma fosse progetto culturale per-manente e diffuso. Il percorso ha coinvolto durante l'anno giovani di tutta Italia impegnati in cooperative sociali, associazioni o gruppi informali nella tutela e valorizzazione dei beni comuni: dall'acqua alla cultu-

ra, dall'informazione all'ambiente. E così a Rovereto arriveranno i ragazzi del Rione Sanità di Napoli per raccontare come, ritrovando il senso di appartenenza alla propria terra, hanno ripristinato un patrimonio storico artistico enorme come quello delle Catacombe dando vita a delle cooperative per gestirlo, valorizzan-done bellezza, storia e arte. Venerdì alle 11.30 giova-ni e non potranno ascoltare questa testimonianza insieme a quella locale della cooperativa di Rovereto The Hub, realtà formata da tre giovani imprenditori, recentemente premiata dal presidente Dellai per il carattere innovativo della sua attività. Esperienze con-crete, dove il desiderio del fare ha sconfitto chi vuo-le i giovani di oggi privi di iniziativa. Ed il desiderio è anche l'oggetto del Teatro forum della cooperativa sociale Tornasole di Brescia venerdì alle 14.00: uno spettacolo in cui il pubblico interviene e si sostituisce agli attori sul palco, andando alla ricerca di soluzioni e strategie di cambiamento rispetto a una problematica posta all'inizio. La sera, invece, lo spettacolo "Orizzon-ti nelle mani" dove 80 giovani e giovanissimi fra attori, musicisti e danzatori - professionisti e non - porteran-no in scena le difficoltà che oggi i ragazzi incontrano nel progettare il proprio futuro professionale: argo-mento spesso dibattuto nei salotti e fra le pagine dei giornali negli ultimi tempi, ma che questa volta sarà affrontato in modo inedito con suggestioni e metafo-re poetiche che si mescolano con musica, danza, dia-loghi e immagini. A seguire, la premiazione - a cura dell’Ufficio educazione cooperativa della Federazione - dei progetti realizzati dagli studenti lo scorso anno e la presentazione delle proposte per le scuole superiori e i centri di formazione professionale per il prossimo.

Sabato mattina proseguono le narrazioni di espe-rienze di giovani sul territorio nazionale come tracce

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - M A g g I O 2 0 1 2

12

IN PRIMO PIANO

…forse dovrei chiedermi “che uomo sarà? che cittadino?” …non che la professione non sia importante, ma non basteranno

il lavoro e il guadagno a renderlo felice…

28-30 settembre 2012Rovereto (Tn)

www.educaonline.it

aeduCatuttoilbellodeigiovaniIl 28 settembre a Rovereto spazio al futuro dei giovani con Educa, la manifestazione nazionale sull’educazione promossa tra gli altri da Consolida. Ambizioso il tema: cosa farà da grande?

di Miriam Branz

di futuro raccontate ad altri giovani e agli adulti più curiosi attraverso le testimonianze dei protagonisti. A rac-contarsi saranno l'agenzia di svilup-po e cooperazione Lama di Firenze, fondata da tre giovani economisti, la cooperativa di Pordenone Itaca, l'asso-ciazione Terra del Fuoco di Torino e la cooperativa il Segno e associazione Goel di Cosenza. Ogni esperienza sarà poi approfondita insieme nei quattro relativi corner, "angoli di dibattito" dove si parlerà di: "giovani e giorna-lismo partecipativo", "memoria, lega-lità e cittadinanza attiva", "generare beni comuni in comunità marginali", "cercare nuove forme di dialogo nella comunità attorno ai beni comuni" ed infine "Professione transformer" con la cooperativa The Hub. Alle 14.30, poi, il dialogo "Trans-formazioni: esperienze di giovani che, credendo in sé stessi, hanno lasciato un segno sul mondo circostante. Ospite d'ec-cezione: Paolo Benvegnù, chitarrista e cantautore già leader degli Scisma, poi in concerto la sera alle 21.00. Alle 17.00, infine, in "Altri modi di abita-re il mondo" gli esiti delle narrazioni, dei corner e dei dialoghi del percorso "Officina giovani" saranno restituiti al pubblico di Educa come eredità in divenire, come sapere da far sedimen-tare e fruttare nel [email protected]

Tempo di lettura: 4’28’’

DA NON PERDEREEduca aprirà quest'anno con un'anteprima (giovedì 27 settembre alle 21) dedicata all'economia della felicità: i docenti di economica politica Alessandra Smerilli e Stefano Bartolini si interrogheranno su come si possa oggi ri-costruire il giusto equilibrio fra capitale relazionale ed economico. Venerdì pomeriggio "Intrecci generativi": il caso di una scuola di Torino prima emarginata per l'alto numero di stranieri ora richiesta per le innovazioni pedagogiche. Alle 17.00 nel seminario "Tracce di desiderio" il professor Riccardo Prandini presenta le riflessioni emerse nel percorso annuale “Officina famiglia”. Sabato alle 10.00 "Orientamento e identità" con, fra gli altri, Franco Fraccaroli, preside della Facoltà di Scienze Cognitive di Rovereto e Beatrice de Gerloni, direttrice di IPRASE: una riflessione sul percorso dei ragazzi nello sviluppo di autonomia e capacità di scelta. Alle 14.00 "Persi nella rete?" con Mauro Cristoforetti di Save the Children e la psicoterapeuta Serena Valorzi che discutono le possibili vie educative all'uso delle nuove tecnologie. Alle 16.30 presentazione della ricerca che IPRASE sta conducendo su adolescenti e vita di gruppo con lo psichiatra Pietropolli Charmet. Alle 17.30 l'incontro con lo psicanalista Giuseppe Pellizzari sulla crisi della figura paterna ed in contemporanea il filosofo Roberto Mancini propone una riflessione sul rischio di omologazione per le nuove generazioni. Alle 21.00 appuntamento dedicato a due grandi maestri dell'educazione: Maria Montessori e Giorgio la Pira. Domenica mattina focus sul fenomeno dilagante del gioco d'azzardo: alle 10.00 nel seminario condotto da Stefano Bertoldi dell'associazione AMA di Trento e alle 14.00 nella conferenza spettacolo ‘Fate il nostro gioco’ con Paolo Canova e Diego Rizzuto, un matematico e un fisico torinesi che hanno già girato tutta Italia. Alle 10.00 dialogo con Franco Antonello, imprenditore e padre di Andrea, ragazzo autistico con cui ha viaggiato l'America. una storia preziosa raccontata nel libro "Se ti abbraccio non avere paura" che è riuscita ad attirare l'attenzione dei media italiani.Presente a Educa anche l'ufficio educazione cooperativa, con l'omonima mostra, il 28 e il 29, ed il laboratorio formativo "Giochi cooperativi", il 29 alle 10.00 e alle 14.00.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

13

IN PRIMO PIANO | giovani

Una valanga. Una montagna. Immaginiamo di avere, di fronte a ciascuno di noi, 100 chili di alimenti, tra pasta e riso, carne e pesce, frutta e verdura, latte e latticini. È il cibo che ogni anno viene buttato via. Cibo che nessuno compra e scade o va a male; cibo che viene comprato ma non consumato. Avanzi che non ricicliamo per noia, distrazione o incapacità. Noi e chi ce lo vende o lo porta nei negozi. Di quei 100 chili – per un totale di 5,5 milioni di tonnellate complessive – noi materialmente ne gettiamo via 42, per un totale di 117 euro a testa; agli altri 58 chili provvedono aziende, supermercati e ristoranti. Ogni anno, la perdita secca è di 12,3 miliardi di euro buttati al vento: una discreta “manovra”. Basterebbero a sfamare i due milioni di indigenti che vivono in Italia; e ne avanzerebbe per un’altra “manovra”, con beneficio per il debito pubblico.I dati, inequivocabili, emergono dalla ricerca condotta da Paola Garrone, Marco Melacini e Alessandro Perego del Politecnico di Milano, per conto della Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con Nielsen Italia, e pubblicata dalle Edizioni Guerini con il titolo: Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità.Le cause sono facilmente intuibili. Le cattive abitudini di ciascuno di noi. Ed errori e pigrizia delle aziende, che non fanno nulla per convogliare le eccedenze nelle mani del terzo settore. Pratiche negative che non sono sfuggite al governo. Due ministri, Corrado Passera (Sviluppo economico) e Mario Catania (Politiche agricole), si stanno attivando: «Per noi – hanno detto – il modo in cui in Italia si spreca il cibo è un problema etico». L’idea è di aggiungere, ai 100 milioni di euro che ogni anno il ministero dell’Agricoltura eroga agli indigenti sotto forma di prodotti alimentari, un nuovo fondo alimentato grazie anche alle imprese alimentari e alla distribuzione. L’obiettivo – come, si

vedrà – è di coinvolgere tutte le eccedenze alimentari nel circuito del non profit, che provvederà a destinarle ai poveri.Il non profit è il nodo irrinunciabile di ogni operazione che miri a contenere ed eliminare lo spreco. Se oggi in Italia un miliardo di euro in cibo non finisce nella spazzatura è merito suo, del non profit, a cominciare dal Banco alimentare. Il coordinamento con le aziende riesce già oggi a far recuperare quasi 80mila tonnellate di cibo. È qualcosa. Va aggiunto che noi italiani, pur non essendo virtuosi, siamo ben lontani dagli sprechi di inglesi e americani, che sono di 3 o 4 volte superiori al nostri.Un altro elemento di speranza è che del tema si parlerà sempre di più. Il 2014 sarà l’anno europeo contro lo spreco alimentare. E sarà l’occasione – spiega Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria di Bologna e fondatore di Last minute market – «per un cambio radicale di mentalità. Uno degli errori compiuti troppo spesso da istituti e associazioni temo sia di far coincidere lo spreco con lo spreco di cibo. Non è scorretto, ma è limitato. Significa fermarsi “a valle” dello spreco. Andare a monte, invece, è l’unico modo per prevenire lo spreco, che è innanzitutto di risorse, che potrebbero essere utilizzate per altri scopi». La prevenzione, in altri termini, libererebbe preziose risorse: «Quando si parla di tonnellate di cibo – prosegue Segrè – può essere difficile intercettare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle aziende e delle istituzioni. Ma quando si parla di miliardi di euro, specialmente in tempo di crisi, le cose cambiano». Ma non basta: «Insieme agli alimenti, buttiamo via ogni anno 12 miliardi di metri cubi di acqua che abbiamo usato per produrli. È come se buttassimo via il lago di Bolsena, o un decimo del mar Adriatico. Dagli sprechi viene assorbito, e gettato, il 3 per cento dei consumi energetici annuali, quanto basterebbe alle necessità

12miliardidieurodicibobuttatialventoCirca 100 kg di alimenti a testa vengono sprecati ogni anno. Una quantità enorme di cibo che non riesce ad essere recuperato e riutilizzato. I numeri del fenomeno e le possibili soluzioni.

di Umberto Folena

IN PRIMO PIANO

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - M A g g I O 2 0 1 2

14

12miliardidieurodicibobuttatialventoCirca 100 kg di alimenti a testa vengono sprecati ogni anno. Una quantità enorme di cibo che non riesce ad essere recuperato e riutilizzato. I numeri del fenomeno e le possibili soluzioni.

di Umberto Folena

di 1 milione 650mila italiani». Che fare? Mentre il governo si muove, mentre il Banco alimentare e il non profit premono su aziende e distribuzione, ciascuno di noi può usare in modo più intelligente e razionale il frigorifero, segnando ben visibile sugli alimenti la data di scadenza, senza farsi travolgere dall’entusiasmo per le offerte speciali che ci riempiono la dispensa di prodotti che non riusciamo a consumare. Pratiche che stanno diventando sempre più frequenti. Sarà che stiamo diventando sobri e virtuosi, o semplicemente

più accorti per via della crisi, sarà che il non profit è molto più efficiente per recupero, ma negli ultimi cinque anni gli sprechi sono diminuiti del 66 per cento. Nel 2007 assommavano a 37 miliardi di euro. Oggi sono 12,3. Vuol dire che più di 3 italiani su 5 stanno già recuperando le vecchie abitudine delle “nonne avvezze al risparmio”, maestre del “non si butta via niente”. Una tendenza da consolidare.

Tempo di lettura: 4’10’’

L’Italia assomiglia più che mai a una delle «Città invisibili» di Italo Calvino, precisamente Leonia. Leonia dove l’opulenza si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove, «che più espelle roba – scriveva l’immaginifico e lungimirante Calvino oltre trent’anni fa – più ne accumula». un Paese in cui si consuma, si spreca più cibo di cui si ha bisogno, più risorse naturali di quelle che servono, e si produce più immondizia, spazzatura e rifiuti di quelli che si riescono a smaltire, riciclare, recuperare.(…) Ma il futuro dipenderà (anche) dalle nostre scelte. Probabilmente il segno della grande crisi che stiamo vivendo ci sta portando – e ancora non ce ne siamo resi conto del tutto – verso la fine della società dei consumi, almeno per come l’abbiamo vista e vissuta finora. Per scongiurare una catastrofe annunciata, non resta che la via dell’opulenza frugale, un ossimoro che porta a meno ben essere e più ben vivere. La stessa crisi che ci sta colpendo con tanta violenza può essere vista – appunto – come una buona notizia, se servirà ad aprire gli occhi sulla

insostenibilità del progresso che l’Occidente ha realizzato fin qui.(…) C’è un’evidenza che spesso trascuriamo: le nostre azioni, anche se piccole, possono veramente portare a un mondo nuovo, dobbiamo solo credere nel nostro ruolo di individui attivi nella società, fuggendo dalla passività. Basterebbe iniziare con ridurre gli imballaggi che ingombrano la nostra spesa, diminuire la quantità di rifiuti che produciamo quotidianamente, trasformare gli sprechi in una risorsa in nome della solidarietà e delle reciprocità, adottare uno stile di vita più sobrio, equo e sostenibile. Sarebbe sufficiente rinnegare la pervasiva cultura del consumo e del rifiuto che genera lo spreco da cui siamo circondati. Per esempio, entrando nel supermercato con le idee chiare, senza farci condizionare dalle strategie di vendita che generano in noi disorientamento, confusione e incertezza nella scelta.Andrea Segrè e Luca Falasconi, a cura di, Il libro nero dello spreco in Italia: il cibo, Edizioni Ambiente, 2011.

La campagna di Coop Italia che blocca la vendita di alcolici ai giovani

LA VIA DELL’OPuLENZA FRuGALE

Mentre in Italia si sprecano 5,5 milioni di tonnellate di cibo all’anno, in Africa si fa la fila per un piatto di riso.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

15

IN PRIMO PIANO | sprechi alimentari

Mentre la politica sta discutendo su come ridurre gli sprechi alimentari, recuperandoli in modo organizzato per la solidarietà, in Trentino ci sono già decine di Famiglie Cooperative che da anni hanno messo in piedi iniziative sistematiche di recupero delle eccedenze alimentari e redistribuzione gratuita ad associazioni ed enti caritativi. Per esempio, la devoluzione diretta ad onlus che li fanno avere ai poveri, la donazione al Banco Alimentare che a sua volta li gira ai bisognosi, o gli sconti per i prodotti prossi-mi alla scadenza. Questo insieme di relazio-ni positive e curate genera valore e testimo-nia la possibilità di una collaborazione tra diversi soggetti dello scenario sociale, spesso impegnati in un contesto competitivo.Nel mese di luglio abbiamo scritto una mail alle Famiglie Cooperative, con il pre-zioso supporto del reparto consumo della Federazione, chiedendo se ci fossero inizia-tive e di che tipo. In questa pagine vi raccon-tiamo le risposte ricevute.

alBancoalimentareSono molte le Famiglie Cooperative che uti-lizzano il Banco Alimentare per far avere le eccedenze ai bisognosi, trasformandole così in risorse. Uno degli strumenti noti è la col-letta alimentare, attraverso la quale nel 2011 in Trentino Alto Adige sono state raccolte più di 220 tonnellate di alimenti (nel 2010 erano state 202,5), che hanno portato aiuto ad oltre 11.000 persone attraverso l’opera di 95 strutture caritative convenzionate.Sono indirizzate al Banco Alimentare i 30/40 chilogrammi di prodotti che ogni mese da quasi due anni la Famiglia Cooperativa Valle di Cavedine dona in modo organizzato e sistematico, così come la

Famiglia di Mezzocorona, che attraverso due passaggi settimanali devolve prodotti per circa 350 euro al mese. Sta prendendo con-tatti con il Banco anche la Cooperativa Val di Fassa, per aderire alle proposte e conoscerne il funzionamento. Pure la Famiglia di Pelugo ha aderito alla Colletta alimentare, con l’obiettivo di fare volontariato più che di ridurre gli spre-chi, così come la Cooperativa Lagorai, che ha ospitato la Colletta organizzata annual-mente dall’Associazione Nazionale Alpini, sezione di Roncegno Terme, cui beneficia-no enti e persone stabilite dagli stessi Alpini in base al bisogno.

alleonlusdelterritorioSono organizzate in via diretta, senza l’esclusiva intermediazione del Banco Alimentare, alcune iniziative delle coope-rative di consumo, come quelle messe in campo da Coop Consumatori Alto Garda che oltre alla Colletta alimentare (alla quale aderisce con tutti i punti vendita da dieci anni) ha avviato numerose iniziative locali. Il punto vendita di Dro, per esempio, pro-pone da un lustro ad una raccolta di scatola-me destinato ai bisognosi della Romania (a cura di un’insegnante di Dro), ai quali sono già arrivati circa 400 kg di cibo. I negozi di Arco, Bolognano e Vigne aderiscono all’iniziativa della Caritas di Arco, che attra-verso volontari raccoglie generi alimentari a favore del Centro di Solidarietà (ne ha già consegnati 25 quintali). Dall’inizio di quest’anno, inoltre, la Coop ha attivato una collaborazione con Trentino Solidale, associazione che si occupa di persone in dif-ficoltà, i cui volontari passano ogni giorno in azienda e ritirano prodotti non vendibili

lefamCooptrasformaNoglispreChiiNrisorseSconti sui prodotti prossimi alla scadenza, donazioni al Banco Alimentare e alle associazioni che si occupano delle persone più bisognose. Così il sistema del consumo cooperativo trentino si è organizzato contro lo spreco alimentare.

di Dirce Pradella

IN PRIMO PIANO

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - M A g g I O 2 0 1 2

16

lefamCooptrasformaNoglispreChiiNrisorseSconti sui prodotti prossimi alla scadenza, donazioni al Banco Alimentare e alle associazioni che si occupano delle persone più bisognose. Così il sistema del consumo cooperativo trentino si è organizzato contro lo spreco alimentare.

di Dirce Pradella

per piccole imperfezioni estetiche (progetto ‘brutti ma buoni’, per un volume mensile di circa 16.000 euro) destinati alla solidarietà.Anche i due Superstore di Trento e di Rovereto offrono a Trentino Solidale le eccedenze alimentari, con donazioni sistematiche dal 2004, che superano i 13.000 euro al mese complessivamente.La Cooperativa Valle del Sarca destina invece prodotti per un valore di 200 euro circa al mese alle cooperative sociali, alle associazio-ni della zona e anche al Banco, rispondendo alle richieste che via via emergono. Ogni fine settimana da due d’anni la Famiglia di Caoria collabora alla raccolta di alimen-ti organizzata dalla Parrocchia a favore dei bisognosi. La Cooperativa di Pinzolo da circa 6 mesi devolve le eccedenze ali-mentari all’Associazione Trentino Solidale, mentre la consorella Giudicarie – Tione di Trento da un paio d’anni le offre alle associazio-ni del territorio, per un valore di circa 600 euro al mese. La Famiglia Altopiano di Pinè col-labora da tantissimi lustri con il gruppo Alpini nella gestione della raccolta di alimenti tramite la pro-mozione della Colletta per tutti i punti vendita. La stessa opera-zione viene svolta dalla Croce Rossa locale premiando un altro ente. Le due manifestazioni hanno svolgimento annuale con volumi interessanti stimati in circa 10.000 euro.Generosa anche la Cooperativa Perginese, che devolve circa 2.000 euro al mese da circa 3 anni alle

associazioni dei territori dove opera, principalmente Caritas, Trentino Solidale, Centro Aiuto alla Vita, Ail (pedalata per la vita). Si tratta ancora una volta di appuntamenti fissi, come l’incasso del 23/24 dicembre che va alla Caritas, la Colletta a Pasqua e altre mensili (Trentino Solidale).Positivi gli effetti delle iniziati-ve pensate anche dalla Famiglia Cooperativa di Cogolo, che da almeno trent’anni devolve la merce prossima alla scadenza alle associazioni della comunità, tra cui la ‘Tenda di Cisto’ della Caritas. Un’iniziativa sistematica ma con flussi di quantità molto variabili a seconda delle disponibilità. Inoltre aderisce alla Colletta e collabora alla raccolta di indumenti e mate-riale utile, mettendo a disposizione anche gli ‘avanzi’ dei processi di ristrutturazione della cooperativa stessa, come controsoffitti, scaffa-lature, apparecchiature elettriche, neon, radio per la messa a punto o sistemazione di cascine adibite a centri solidali, sempre nell’am-bito della ‘Tenda di Cristo’ di Cremona (iniziativa portata avan-ti dal parroco di Peio).Per favorire la riduzione degli spre-chi, da cinque anni in modo con-tinuativo la Cooperativa di Povo è in contatto con la mensa dei Cappuccini ed in particolare con Trentino Solidale. I volumi mensi-li si aggirano tra i 2.600 ed i 2.800 euro.Alla Famiglia Terlago Bondone, da inizio 2011, cedono parte dei prodotti al Banco Alimentare. In questo modo, tramite il Banco che

opera sul territorio con il volon-tariato del Circolo Anziani "El Fogolar" di Terlago, i prodotti arrivano ai meno agiati della zona. L’azienda devolve circa 400 euro al mese, ed è organizzata con il passaggio dei volontari del Circolo Anziani tutti i lunedì e giovedì.

scontiallaclientelaOgni giorno alla Cooperativa Terlago Bondone, da alcuni anni, viene proposto lo sconto del 33%, con apposita etichetta, quando il prodotto è prossimo alla scaden-za. Risparmi dal 30 al 50% anche alla Famiglia Val di Fiemme, per i prodotti in scadenza, per ridurre al minimo gli scarti, così come alla Cooperativa LagoraiLa Famiglia Castelli d’Anaunia effettua da almeno 4 anni lo scon-to su questi prodotti. A questo si aggiunge la donazione dei fre-schi in via di scadenza a Trentino Solidale, per circa 2.400 euro al mese.Riserva attenzione al personale la Cooperativa San Vito di Cadore, che distribuisce tra i dipendenti la merce prossima alla scadenza che non è stata venduta con gli scon-ti che di solito vengono utilizzati in questi casi. Per quanto riguar-da gli scarti dell’ortofrutta invece vengono dati a gente del posto che ha ancora animali da cortile, così come i resti del pane, che non vengono restituiti ai panifici. Iniziative, dunque, sistematiche ed organizzate.

Tempo di lettura: 6’22’’

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

17

IN PRIMO PIANO | sprechi alimentari

Corporate e Investment Bank. progettI, Imprese, suCCessI.

Siamo a Trento, Bolzano, Treviso, Padova, Brescia, Bologna www.mediocredito.it

Moltiplichiamo le possibilità di successo del vostro progetto d’impresa.

Le Casse Rurali e i Consorzi di Garanzia fidi hanno riscritto le convenzioni in essere (alcune vecchie di vent’anni) per rendere più trasparenti e più chiare le rispettive attività. Si tratta di una sorta di “testo unico” delle convenzioni che regolano i rapporti tra imprese, banche e consorzi di garanzia fidi. Ciò si tradurrà in maggiore condivisione tra confidi e banche, meno burocrazia e quindi più fruibilità da parte delle imprese.L’intero “pacchetto” di nuove convenzioni è stato sottoscritto presso Cassa Centrale Banca dal presidente Giorgio Fracalossi per conto delle Casse Rurali e dai presidenti dei tre consorzi di garanzia fidi Renzo Cescato (Cooperfidi), Giuseppe Bertolini (Cooperativa Artigiana di Garanzia), Giorgio Rigotti (Confidimpresa).Accanto alle garanzie tradizionali, che vengono aggiornate per far fronte ai cambiamenti del mercato, viene introdotta la garanzia per operazioni strutturate che possa rispondere alle esigenze più complesse delle imprese. Si pensi per esempio ad operazioni particolari in campi quali l’energia in cui la garanzia entra a far parte di un pacchetto strutturato di tutele, oppure le operazioni di leverage buy out, di sostegno al passaggio generazionale, eccetera.Ma la grande novità, è costituita dalla garanzia prima richiesta con limite massimo di perdita complessiva, comunemente chiamata garanzia “cappata” (dalla parola inglese cap, cappuccio, limite).La sua gestione porta benefici ad entrambi, e quindi vantaggi

alle imprese. Da un lato essa consente al confidi di prevedere un limite al suo rischio massimo, dall'altra essa prevede per le banche una gestione semplice, immediata ed efficace.Nel concreto, i Confidi (all’inizio Cooperativa Artigiana di Garanzia e Confidimpresa, mentre Cooperfidi– pur sottoscrivendo l’accordo - partirà in un secondo momento) costituiranno un fondo della dotazione iniziale di 10 milioni presso Cassa Centrale Banca, il quale supporterà le garanzie concesse alle banche dai confidi a favore delle imprese.Questo fondo permette di mobilitare affidamenti per almeno dieci volte il suo valore, e c'è fin d'ora la disponibilità dei Confidi e delle Rurali ad incrementarlo qualora avesse il successo sperato. Il fondo quindi agisce come moltiplicatore di risorse finanziarie a favore delle imprese.L'operazione è fortemente sostenuta e appoggiata anche dalla Provincia Autonoma di Trento, e permetterà di liberare nuove risorse a vantaggio

Ecco il “fondo” che moltiplica le risorse per le impreseArriva il “testo unico” delle convenzioni tra Casse Rurali e Confidi per le garanzie alle imprese. Totalmente rivisti e modernizzati tutti i contratti in essere. Con una novità: sarà costituito dai Confidi un “fondo” di dieci milioni di euro a supporto delle garanzie alle banche, capace di moltiplicare di almeno dieci volte i prestiti alle imprese.

delle imprese trentine. Le Casse Rurali hanno aderito in toto alla convenzione, dimostrando ancora una volta senso di responsabilità, attenzione alle esigenze delle imprese e stretto radicamento al territorio (w.l.).

Le firme del ‘testo unico’ che regola le conven-zioni tra Casse Rurali e Confidi e del nuovo fondo di 10 milioni che moltiplica le risorse a favore delle imprese.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

19

NEWSCOOP

Cooperative Agricole: Diego Schelfi, Pierluigi Bruni (Fat – Frutticoltori Associati Tuenno), Mauro Coser (Società Frutticoltori Trento e la Trentina), Adriano Orsi (Cavit), Luca Rigotti (Mezzacorona), Ivo Zucal (Trentingrana), Ennio Magnani (Fedagri), Erman Bona (Fedagri), Alessandro Dalpiaz (Fedagri), Giacomo Broch (Confcooperative), Carlo Dellasega (direttore generale Cooperazione Trentina), Michele Girardi (responsabile settore Cooperative Agricole Federazione), Silvio Bertoldi (Sant’Orsola), Michele Odorizzi (Melinda), Elvio Fronza (Consorzio Vini del Trentino), Silvano Rauzi (Federazione Provinciale Allevatori), Wanda Rosà (Consorzio Val di Gresta), Remo Paterno (Consorzio Interregionale Ortofrutticolo), Vigilio Giovanelli (Agri 90), Diego Coller (Astro), Ottavio Girardi (Consorzi Irrigui e miglioramento fondiario), Andrea Merz (Concast Trentingrana), Gabriele Webber (Concast Trentingrana), Sergio Paoli (Latte Trento), Fabio Rizzoli (Mezzacorona), Mario Tonina (Federazione Provinciale Allevatori), Enrico Zanoni (Cavit), Marco Zanoni (La Vis), Andrea Melchiori Pedron (Giovani Cooperatori).

Cooperative di Consumo: Diego Schelfi, Renato Dalpalù (Sait), Paola Dal Sasso (Val di Fiemme), Giuseppe Detomas (Fc Val di Fassa), Chiara Maino (Coop Consumatori Alto Garda), Marina Mattarei (Fc Valli di Rabbi e Sole), Pierluigi Angeli (Federconsumo), Giorgio Fiorini (Trento Sviluppo), Clara Mazzucchi (Fc Ronzo Chienis), Amedeo Bertolini (Conferenza direttori), Oreste Bonenti (Asdifaco), Carlo Dellasega (dg Cooperazione Trentina), Giuseppe Fedrizzi (responsabile settore consumo Federazione), Luigi Pavana (Sait), Maria Concetta Beber (Fc Vattaro e Altipiani), Giorgio Corradi (Fc Lavarone), ugo Marocchi (Fc Tennese e Campi), Rodolfo Mioranza (Fc Vanoi), Giorgio Parolari (Fc Cavalese), Renzo Salvaterra (Fc Giudicarie), Paolo Chiogna (Fc Valle dell’Adige), Italina Truzzi (Trento Sviluppo), Cesare Ciola (Fc Alta Valsugana). Da nominare i tre rappresentanti della Conferenza dei Direttori e il rappresentante dei Giovani Cooperatori.

I nuoVI CoMITATI DI SETToRE DELLA CooPERAzIonE TREnTInA

“La cooperazione è il cuore antico dell’economia morale, quella che non ha come fine il profitto, ma il lavoro, la continuità dell’impresa, l’uguaglianza di piccoli gruppi”.

Giulio Sapelli

Il consiglio di amministrazione della Federazione ha nominato i componenti dei quattro comitati di settore. Ecco i nomi.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

20

NEWSCOOP

I nuoVI CoMITATI DI SETToRE DELLA CooPERAzIonE TREnTInA

“La fondazione e la partecipazione alle cooperative è la sola attività sociale alla quale possa consacrarsi nel nostro tempo l’uomo morale che non voglia essere un oppressore”.

Lev Tolstoj

Mattei, direttore ad Avio

Da Giovanni Turato a Matteo Mattei. Cantina di Avio ha un nuovo direttore. Per Mattei, 47 anni di età, alense di origine, si tratta di un “ritorno in cantina”. Aveva già collaborato per alcuni anni con la Viticoltori in Avio. “Il mio cuore non si è mai staccato dalla Cantina di Avio – ammette. Paradossalmente la mia lontananza ha contribuito ad aumentare la vicinanza sia con i viticoltori soci e sia con l’azienda perché sentivo forte il richiamo di tornare a vivere un’esperienza professionale e umana che mi aveva dato tanto”.

Casse Rurali: Diego Schelfi, Giorgio Fracalossi (Cassa Centrale Banca), Patrizia Montermini (Caldonazzo), Marco Misconel (Centrofiemme Cavalese), Ermanno Villotti (Lavis-Valle di Cembra), Mariano Tomasini (Bassa Valsugana), Luigi Gino Cristoforetti (Tuenno Val di Non e Fondo Comune), Luigi Baldo (Aldeno e Cadine), Enzo Zampiccoli (Alto Garda), Franco Senesi (Pergine), Carlo Dellasega (dg Cooperazione Trentina), Mario Sartori (dg Cassa Centrale Banca), Giorgio Crosina (dg Phoenix Informatica Bancaria), Stefano Bonomini (dg Informatica Bancaria), Paolo Segnana (Asdir e Mezzolombardo e San Michele all’Adige), Ruggero Carli (responsabile settore Casse Rurali della Federazione), Cesare Cattani (Bassa Anaunia), Mauro Mendini (Mezzolombardo e San Michele all’Adige), Elio Pisoni (Valle Laghi), Primo Vicentini (Bassa Vallagarina), Marco Cillis (Giovani Cooperatori). Da nominare i quattro rappresentanti della Conferenza dei Direttori.

Lavoro-Sociali-Servizio-Abitazione: Diego Schelfi, Alberto Carli (Computer Learning), Marina Castaldo (Movitrento), Renzo Cescato (Cla), Serenella Cipriani (Consolida), Michele Odorizzi (Kaleidoscopio), Carlo Dellasega (dg Cooperazione Trentina), Stefano Maines (responsabile Lssa Federazione) Lino Orler (Cla), Mariano Failoni (Consolida), Michele Tait (Consolida), Roberto Bortolotti (Coop Casa), Nicola Mendini (Coop Casa), Paola Furlan (Consorzio Comuni Trentini), Silvano Deavi (Federsolidarietà), Stefano Ravelli (Apt Valsugana Lagorai), Beatrice Andalò (Am.i.c.a), Luca Laffi (Cet), Germano Preghenella (Multiservizi), Steno Fontanari (Mpa Solutions), Sara Villotti (Risto 3), Ornella Caberlon (Pulicoop), Chiara Giacomoni (Cs4), Filippo Simeoni (Consolida), Bruna Penasa (La Sfera), Daniela Zusi (Samuele), Michele Covi (Gsh), Oliva Berasi (Apt Terme di Comano Dolomiti di Brenta), Maurizio Casti (Cogitat), Alessandro Bolzonello (Obiettivo Prima Casa), Stefano Morelato (La Rocca), Elena Cetto (Giovani Cooperatori).

Da sinistra il direttore della Cantina di Avio Lorenzo Libera e il nuovo presidente Matteo Mattei.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

21

NEWSCOOP

Roverè della Luna: la Cassa Rurale è attenta alla salute e allo studio

609 SOCI1 SPORTELLO6 DIPENDENTI

CRROVERè

DELLA LuNA

Visti i fatti capitati di recente sui campi sportivi delle massime categorie dello sport del pallone, la Cassa Rurale di Roverè della Luna ha consegnato un defibrillatore all’Associazione Sportiva Dilettantistica “La Rovere”. Il presidente dell’istituto di credito cooperativo, Arrigo Dalpiaz, lo ha affidato nelle mani di Luigi Togn, presidente della società calcistica. Questa strumentazione è a disposizione sia degli sportivi impegnati nell’attività agonistica e sia di altre realtà associazionistiche del centro rotaliano. L’impegno della banca cooperativa diretta da Tiziano Casagrande ha dimostrato particolare sensibilità sul tema della salute. Per il prossimo autunno sta pensando di organizzare un corso di pronto soccorso in collaborazione con la Croce Bianca Rotaliana. Altro momento importante è stata la consegna dei premi di studio. Il riconoscimento è andato a una dozzina di studenti, dalla media inferiore alla laurea. I vertici della banca si sono complimentati “per il traguardo raggiunto dai giovani. Traguardo che rappresenta il trampolino di lancio per la vita di domani”.

Patto di sistema, al via la formazione online Trento ha ospitato il terzo meeting transnazionale dei partner del progetto europeo Conventus che ha come obiettivo la realizzazione di una piattaforma multimediale a supporto delle attività formative rivolte alla diffusione della cultura cooperativa. Partner del progetto per l’Italia la Federazione Trentina della Cooperazione. Durante questo incontro è stato presentato l’impianto multimediale ‘base’ e sono stati testati alcuni moduli sul tema dei principi e valori cooperativi. Grazie a questa prima fase, in autunno partiranno le sperimentazioni di formazione online che in Trentino saranno affiancate ai corsi proposti all’interno del Patto di sistema in collaborazione con Formazione Lavoro e la cooperativa Computer Learning. In sostanza i partecipanti potranno scegliere se seguire i percorsi formativi attraverso l’approccio tradizionale in aula o comodamente da casa grazie ad un collegamento internet.Per info: [email protected]

Cooperjob, pacchetto lavoro e formazione In occasione dell’anno internazionale della cooperazione, l’agenzia per il lavoro del movimento cooperativo, Cooperjob, ha proposto alle cooperative associate a Confcooperative un ricco pacchetto di servizi ‘lavoro e formazione’. Grazie alle positive sinergie avviate con alcune cooperative altoatesine, infatti, l’Agenzia presieduta dal trentino Pietro Scarpa (nella foto) ha elaborato una proposta integrata che prevede la formazione della persona e la somministrazione per un periodo di prova di 2 mesi e proroga di 6. Questa formula è stata molto apprezzata, per esempio nell’ambito dei servizi di mediazione e badantato, ma anche in caso di ricerca di personale infermieristico che conoscesse il tedesco.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

22

NEWSCOOP

Per celebrare l’Anno internazionale delle cooperative, proclamato dall’Onu per il 2012, la Cassa Rurale Bassa Vallagarina ha organizzato a fine giugno “La due giorni della cooperazione”. Obiettivo dell’iniziativa: approfondire la conoscenza delle origini del movimento cooperativo e rivolgere lo sguardo al futuro.Nel corso del primo appuntamento, ad Ala, è stato proiettato il film “La montagna di don Guetti”, ambientato nel Bleggio, realizzato dall’Accademia della Montagna. Il video è stato introdotto dal regista Jorge Lazzeri e commentato dall’assessore alla cultura Franco Panizza e dallo storico Renzo Tommasi, che ha curato le ricerche di archivio. La seconda serata, a Palazzo Venturi di Avio, ha avuto come tema la presentazione di uno studio sulle esperienze innovative sviluppate in questi anni da Asset Bassa Vallagarina,

Fondazione Cassa Rurale di Trento e Cooperazione Reciproca Pergine, realizzato dai ricercatori Francesco Gabbi e Andrea Fernandez. Di Asset, in particolare, ha parlato il presidente Gianni Cazzanelli, che ha presentato l’attività dell’associazione nata per iniziativa della Cassa Rurale, impegnata nei settori dell’ecologia, dell’energia alternativa e della cultura. Nel suo intervento il presidente della Rurale Primo Vicentini ha descritto le buone pratiche di intercooperazione avviate nella zona di Ala e Avio. A breve partirà la sperimentazione della “Carta in cooperazione” che permetterà ai soci locali di accedere a prodotti e servizi di tutte le cooperative della zona a condizioni favorevoli, in una logica di solidarietà e mutualità. L’iniziativa ha ricevuto l’apprezzamento del presidente della Federazione Diego Schelfi, che ha

E’ l’analisi dell’ultimo quinquennio, in ordine di tempo, del credito cooperativo trentino. Il titolo della pubblicazione: “Profili evolutivi e analisi di bilancio delle Casse Rurali – Bilancio 2007-2011”.un prezioso lavoro di ricerca curato dall’Osservatorio per il credito del Settore Casse Rurali della Federazione Trentina della Cooperazione. Autori: Norma Benoni e Luigi Bassetti. “Il lavoro si compone – spiegano – di un insieme di prospetti statistici per facilitare l’analisi aziendale con riferimento alle principali grandezze economico-finanziarie e al loro andamento nel tempo”. L’elaborazione dei profili valorizza i risultati di bilancio. “In questo senso – viene aggiunto – il bilancio è assimilabile a una sorta di ponte gettato tra la gestione passata e quella futura”.un’opera preziosa anche per gli amanti della statistica che qui trovano una mole davvero considerevole di dati, di numeri, per confrontare i singoli esercizi e rendersi conto dell’evoluzione fatta segnare dal sistema delle Casse Rurali Trentine, banche impegnate nella relazione costante con il territorio di appartenenza.

Vallagarina, buone pratiche di intercooperazione

3.867 SOCI9 SPORTELLI78 DIPENDENTI

CR BASSA VALLAGARINA

Bilancio ed evoluzione delle Casse Rurali

sottolineato come “per andare lontano bisogna andare insieme” e ha invitato i giovani a “mettersi in gioco” per farsi carico del futuro della cooperazione.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

23

NEWSCOOP

B o R S E D I S T u D I o

3 CASSE RuRALI HANNO uN SOLO SPORTELLO27 CASSE RuRALI HANNO DA 2 A 10 SPORTELLI15 CASSE RuRALI HANNO PIù DI 10 SPORTELLI

RoveretoSono 112 le borse di studio assegnate dalla Cassa Rurale di Rovereto. un sostegno economico ai giovani studenti della comunità che più si sono distinti nel percorso scolastico, ma anche alle loro famiglie che ogni giorno li aiutano ad affrontare e superare le difficoltà incontrate lungo il cammino. “Il nostro obiettivo – spiega il presidente Paolo Marega – è favorire il proseguimento negli studi di questi giovani. Stime del Servizio Studi della Banca d’Italia – aggiunge – indicano che, a parità di ogni altra circostanza, nel nostro Paese la probabilità di partecipare al mercato del lavoro aumenta del 2,4% per ogni anno di scuola frequentato. è chiaro, quindi, che iniziative come la nostra sono un investimento di lungo periodo a favore di tutti, perché mirano a promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio”.

BorgoNon solo premi di studio per la Cassa Rurale Olle-Samone-Scurelle ma occasione per proporre ai giovani un focus sul mondo del lavoro. In sintesi: come sta cambiando il mondo del lavoro, i fattori chiave per essere preparati, la ricerca attiva del lavoro, “Job Trainer” il nuovo concetto di imprenditività. Quattro i relatori: Marco Parolini, orientatore professionale di Job Trainer; Ivan Bonvecchio, presidente dei Giovani Artigiani del Trentino, Mauro Frisanco, economista del lavoro; Alberto Taddei, amministratore delegato di Silvelox.“E’ fondamentale– spiega il vicedirettore Enzo Boso – che

i giovani valorizzino se stessi, facendo emergere idee, capacità, competenze e valori riuscendo a trasmetterli ad un potenziale datore di lavoro”.

Decima volta per i premi di studio assegnati dalla Cassa Rurale Centro Valsugana ai soci e figli di soci. A fine giugno sono stati consegnati a 26 giovani, tutti laureati. Tra loro 8 hanno completato il percorso universitario con 110 e lode, il punteggio massimo. Il riconoscimento è stato consegnato dal presidente Paolo Zanetti, e dai suoi due vice Patrick Paterno (vicario) e Luca Tomaselli.

“è un’occasione di incontro e di conoscenza – è stato detto – tra l’istituto di credito cooperativo e l’espressione giovane delle comunità dove siamo impegnati ogni giorno con la sede e la rete di sportelli. un appuntamento che si ripete da dieci anni e che è diventato una piacevole consuetudine anche perché il numero di giovani meritevoli del riconoscimento è aumentato anno dopo anno”.

Centro Valsugana

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

24

NEWSCOOP

Cresce in Trentino la cooperazione di consumo, nonostante gli effetti della crisi che si fanno sentire e condizionano le scelte dei clienti. Nel primo semestre 2012 (gennaio - giugno) le vendite nelle Famiglie Cooperative sono aumentate del 3,17% rispetto allo stesso periodo del 2011, totalizzando 168 milioni di euro. In leggera crescita (+ 1,71%) anche il fatturato del dettaglio Sait, che si è attestato sull’importo di 26,5 milioni. Complessivamente nel periodo considerato i punti vendita della cooperazione di consumo, che includono anche i Superstore di Trento e Rovereto e 4 negozi del canale discount, hanno registrato un fatturato di 226 milioni 835 mila euro. I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio della Cooperazione Trentina, che fornisce a riguardo una serie di statistiche. Le dimensioni aiutano nell’affrontare la crisi: le grandi strutture cooperative (oltre 300 mq.) hanno avuto aumenti nei volumi delle vendite del 4,15%, mentre i fatturati degli esercizi di vicinato (fino a 100 mq.) sono cresciuti dell’1,80%. I dati evidenziano anche i cambiamenti nel modo di fare la spesa. Muovendosi tra i reparti, si assiste a un consistente aumento degli acquisti di giornali e libri (+24%) e a incrementi minori, ma significativi, nelle vendite di latticini (+10,37%), pane (+9,54%), surgelati (+7,08%). I consumatori risparmiano, invece, sul pesce (-2,04%).Osservando a livello di sistema l’andamento delle vendite, si rileva, nel periodo luglio 2011 - giugno 2012, che i mesi con i maggiori incrementi di fatturato rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono stati giugno (+7,86%) e febbraio (+5,41%), mentre aprile 2012 ha fatto registrare il risultato più negativo: -5,68%. Giuseppe Fedrizzi, responsabile del settore consumo, commenta positivamente i dati: “Nonostante la congiuntura che non risparmia nessuno, la cooperazione di consumo mantiene in Trentino le sue quote di mercato. Non si tratta di un caso: la nostra scelta di ristrutturare i punti di vendita piccoli per creare una rete di vendita di eccellenza, presente in modo capillare sul

territorio, risulta evidentemente premiata”. “Influenzate dalla crisi, le persone - conclude Fedrizzi - si rivolgono meno alle grandi strutture commerciali che spingono a consumi non necessari e trovano le risposte ai loro bisogni nei nostri negozi sotto casa”. (c.c.)

FAMIGLIE CooPERATIVE, FATTuRATI In CRESCITAnonostante la crisi, nei primi sei mesi del 2012 le vendite sono aumentate di oltre il 3 per cento. Diminuisce l’importo degli scontrini, ma cresce la frequenza della spesa: si vendono più pane, latticini e surgelati.

Giustiniano De PretisCommissario del Governo della provincia di Bolzano dal 1972 al 1979 e successivamente della provincia di Trento dal 1980 al 1985, Giustiniano de Pretis era stato anche presidente del Villaggio del Fanciullo Sos di Trento. Nato a Cagnò , in valle di Non, nel 1920 si era laureato in Giurisprudenza all’università di Bologna. Tra i numerosi incarichi che ha rivestito anche quello di presidente onorario dell’Ana, Associazione Nazionale Alpini.

In MEM

oRIA

Cresce il consumo di pane

19 FAMIGLIE COOPERATIVE FATTuRANO MENO DI 1 MLN DI EuRO49 FAMIGLIE COOPERATIVE FATTuRANO TRA 1 E 10 MLN DI EuRO8 FAMIGLIE COOPERATIVE FATTuRANO OLTRE 10 MLN DI EuRO

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

25

NEWSCOOP

Due anni di lavori. Il tempo necessario per realizzare una struttura di 1400 metri quadrati. E’ il punto vendita di Transacqua della Famiglia Cooperativa di Primiero. Nella nuova struttura, collocata all’imbocco della località primierotta, lavorano venti persone: diciassette (con gli stagionali) nei 936 metri quadrati della superficie commerciale, tre in quella amministrativa. Il responsabile è Andrea Mazzurana. “Determinante è stato l’intuito di chi ha dato il via al

progetto – ha spiegato la presidente Francesca Broch –. Siamo un’azienda che lavora nel territorio e per il territorio. Quanto abbiamo realizzato garantisce un servizio migliore alla nostra clientela ma, soprattutto, ai nostri soci perché voi soci siete la Famiglia Cooperativa”. La cooperativa di consumo è diretta da Camillo Bettega. I soci sono 1300, una quarantina i collaboratori. Sei i punti vendita. Il fatturato è di 8 milioni di euro.

24 FAMIGLIE COOPERATIVE HANNO uN SOLO PuNTO VENDITA42 FAMIGLIE COOPERATIVE HANNO TRA 2 E 10 PuNTI VENDITA9 FAMIGLIE COOPERATIVE HANNO PIù DI 10 PuNTI VENDITA

I n a u g u r a z i o n i

Sono serviti quattro anni di lavori per portare a piena maturazione la nuova sede di “Sft – Società Frutticoltori Trento”, in via dei Pomari a due passi dall’abitato di Aldeno. Questa realtà della cooperazione agricola ha messo sotto uno stesso tetto Soa di Aldeno, Sav Frutta di Volano e Cofrut di Mattarello. La struttura misura 42 mila metri quadrati. La metà di questi sono coperti. “La nostra realtà economica, agricola e cooperativa – ha osservato il presidente Mauro Coser – finalmente trova una casa comune dal punto di

vista logistico, ma ancor più, rappresenta la sana coesione delle espressioni che prima operavano autonomamente all’interno dei propri territori e che poi hanno compreso l’importanza di unire le forze, la propria storia e la propria produzione”. Il direttore è Armando Paoli.

E’ uno dei sette punti vendita della Famiglia Cooperativa Valle di Cavedine. Il nuovo layout del punto vendita di Padergnone sottolinea il forte legame con la comunità e con il territorio. Oltre cento metri quadrati di efficienza e semplicità per proporre un servizio al passo con i tempi, attento all’ambiente, al risparmio energetico e alla creazione di un servizio a misura di persona. Nonostante le

contenute dimensioni della superficie, l’offerta del negozio è completa ed è destinata a soddisfare le esigenze del consumatore: da un nutrito reparto ortofrutta al banco dei freschi. Il progetto consolida ulteriormente il ruolo sociale ricoperto dalla Famiglia Cooperativa sul territorio con oltre 1.100 soci e una rete di punti vendita che serve al meglio il territorio.

Transacqua

Aldeno

Padergnone

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

26

NEWSCOOP

Il legame scuola-lavoro si arricchisce di una nuova sfumatura, grazie a Relè, cooperativa sociale nata da poco più di un anno all’interno dell’Istituto Artigianelli di Trento, in collaborazione con la comunità di San Vito di Pergine Valsugana e dei padri pavoniani.Obiettivo primario: proporre percorsi educativi sia per ragazzi con difficoltà, sia per studenti che stanno attraversando momenti problematici, come alternativa, in accordo con le famiglie, a sospensioni e altri

provvedimenti disciplinari.Attualmente l’attività della cooperativa, costituita da nove soci, si divide in due settori: ristorazione e pulizie. In particolare, gestisce le mense scolastiche degli Istituti Artigianelli e Canossiane e offre servizio di catering. “Cerchiamo di proporre piatti di livello elevato sia dal punto di vista qualitativo che educativo – spiega il presidente Corrado Poli – perché riteniamo che il mangiare bene sia sinonimo di buona salute”. Partendo da

questa convinzione, la cooperativa ha elaborato un programma di educazione alimentare che coinvolge anche studenti e professori.Al termine del percorso formativo, i ragazzi vengono accompagnati nel mondo del lavoro, grazie anche alla collaborazione con altre cooperative, come Kaleidoscopio, Terre Comuni, Progetto 92, Mandacarù, Ribes, Alpi e Gabbiano.

La cooperativa Archimede ha vinto la categoria ‘tempo libero’ della 13° edizione dell’IKA Interactive Key Award 2012, prestigiosa kermesse che premia il miglior sito web 2012, grazie alla realizzazione del sito “www.adamelloski.com” dell’omonimo consorzio. “Siamo particolarmente orgogliosi di aver ottenuto questo riconoscimento nazionale – spiega il presidente Flavio Righetto – perché mette in luce la volontà di piccole imprese come la nostra, di raggiungere obbiettivi di largo respiro”. La giuria, composta da 66 esperti del settore della comunicazione online, account manager, creative director e giornalisti di settore, ha valutato 185 siti suddivisi in varie tipologie ed i 24 finalisti sono stati premiati a Milano nella sede dello Spazio QC Terme durante una serata di gala presentata dal giornalista di

Sky Tg 24 Alessio Viola.I criteri che hanno permesso di ottenere questo importante riconoscimento sono la creatività, la qualità dei contenuti, l’innovazione delle mappe interattive e delle informazioni geolocalizzate, la facilità di fruizione e l’integrazione avanzata con i social network. Grazie a queste componenti, il portale ha potuto superare concorrenti del calibro di Fiat (con Fiat Snow) e Oliviero Web Store, con il sito dedicato all’attrezzatura sportiva. Il premio Interactive Key Award 2012 è particolarmente significativo per la destinazione turistica, perché le viene attribuito nell’anno in cui il Passo del Tonale e Pontedilegno festeggiano 100 anni di turismo e sport invernali. La cooperativa Archimede cura la realizzazione grafica anche di questa rivista.

IL MIGLIoR SITo? L’ha fatto la coop Archimede

Educare attraverso il lavoro

ARCHIMEDE 8 DIPENDENTI

464 MILA EuRO FATTuRATO

246 MILA EuRO PATRIMONIO

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

27

NEWSCOOP

La riforma istituzionale ha assegnato alle Comunità di Valle il compito di definire i Piani sociali, ovvero individuare quali e quanti servizi servano per rispondere ai bisogni di cura, assistenza ed educazione del territorio ripartendo di conseguenza le risorse economiche a disposizione. A tal fine sono stati istituiti appositi Tavoli ai quali sono stati invitati anche i rappresentanti del Terzo settore, in particolare della cooperazione sociale. una grande opportunità per le imprese sociali di contribuire alla definizione delle politiche sociali territoriali con i propri saperi, che richiede però specifiche competenze. Per capire quali strategie formative, organizzative o istituzionali di sostegno sono necessarie, il consorzio Consolida ha promosso una ricerca con l'università di Trento. Partendo dalle esperienze fino ad ora maturate

Ridare valore e dignità ai territori visti come periferici e marginali; stimolare la partecipazione per recuperare un senso di comunità; valorizzare gli spazi pubblici. Questi i principali obiettivi del progetto NOI QuARTIERE promosso da Consolida in partnership con il Comune di Trento, le coop sociali Arianna, Delfino, Kaleidoscopio, Progetto 92, l'Associazione culturale Il Funambolo e realizzato con il finanziamento della Provincia di Trento e la collaborazione di numerose realtà associative. NOI QuARTIERE vuole attivare nei territori considerati "periferici" dei percorsi di partecipazione attiva e comunitaria utilizzando la cultura per fare prevenzione sociale, facilitare le condizioni di sicurezza e promuovere sviluppo di comunità. "Il progetto - spiega Andrea Ferrandi, responsabile del progetto per Consolida - prevede innanzitutto l'ascolto delle persone per raccogliere la loro percezione della qualità della vita, le idee e le proposte ma soprattutto la disponibilità a "fare insieme". Saranno infatti gli stessi abitanti dei quartieri (il progetto coinvolge Villazzano 3, Madonna Bianca e Gardolo) a pensare e realizzare, con l'aiuto di esperti, attività culturali e animative per valorizzare la zona. A Villazzano 3, ad esempio, le attività potrebbero essere legate al percorso che il quartiere sta portando avanti per cambiare il proprio nome, oppure avere come obiettivo quello di far conoscere la storia del quartiere anche a chi lo vive da poco tempo direttamente dalla voce di chi invece è lì da tutta una vita.

CooP SoCIALI E PIAnIFICAzIonE TERRIToRIALE

Il bello è anche in periferia

CONSOLIDA

dai cooperatori partecipanti ai Tavoli di programmazione, lo studio ha evidenziato tre direttrici di intervento: competenze, conoscenze e rappresentanza. Chi partecipa ai tavoli di pianificazione deve, infatti, conoscere bene il pensiero e l'azione di tutte le realtà del privato sociale che operano sul territorio ed essere in grado di farne sintesi. Perché la rappresentanza sia efficace è poi necessario che i cooperatori sociali seduti ai Tavoli abbiano un preciso mandato dagli altri enti così da contribuire in modo complessivo e non parziale alla programmazione. Infine la pianificazione richiede capacità di immaginare gli scenari futuri partendo dall'analisi di dati e dinamiche attuali. Il report della ricerca su

60 COOPERATIvE SOCIE7 MLn EuRO FATTuRATO

www.cooperazionesocialetrentina.it

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

29

NEWSCOOP

Nel 2012 calerà di 2,2 punti percen-tuali il Pil italiano secondo le previ-sioni di Prometeia, primario istituto di analisi e di ricerca. Il quadro con-giunturale appare infatti più sfavore-vole rispetto alle ultime prospettive, con una revisione verso il basso della domanda interna e del Pil. Ad aggra-vare il quadro recessivo è intervenuto il terremoto in Emilia, che provoche-rà una riduzione dell’1,6% del valore aggiunto e del 3,9% delle esportazio-ni a livello nazionale. Se già prima dell’evento sismico la fase recessiva doveva proseguire fino al terzo tri-mestre dell’anno in corso, si prevede ora che nel secondo e terzo trimestre si accentui la flessione congiunturale del Pil a cui seguirebbe una ripresa sul finire dell’anno, favorita dall’attività di ricostruzione. Calal’occupazioneContinua a salire la disoccupazione. Dopo appena tre trimestri di ripresa dell’occupazione, quando il bilan-cio occupazionale della crisi era di 540 mila posti di lavoro persi (980 mila in termini di unità di lavoro), è intervenuto il double-dip. Il tasso di disoccupazione è risalito, arrivando in aprile e maggio al 10.2%, livello non più raggiunto dopo il 2000. E’ cresciuto di due punti percentuali rispetto allo stesso mese di un anno fa, il doppio dell’aumento registrato nel primo anno della Grande Recessione.

Il tasso di disoccupazione dei giovani è cresciuto di quasi nove punti per-centuali.sispendesempremenoIl ridimensionamento dei piani di spesa delle famiglie è divenuto più intenso: i consumi sono diminuiti dell’1%. Questo calo, il quarto conse-cutivo, ha portato i consumi su livelli inferiori del 2,4% a quelli registra-ti nello stesso periodo dello scorso anno. Ancora una volta i consumi di beni durevoli hanno riportato la contrazione maggiore (-3.7%). Si sono indeboliti anche i consumi di beni non durevoli e semi durevoli (rispettivamente –1,3% e –2,6%), in linea con quanto osservato nei tri-mestri precedenti; con la novità che ha cominciato a diminuire anche la domanda di servizi che finora aveva mostrato una maggiore tenuta.NonsiriescearisparmiareLe famiglie verteranno anche quest’anno verso la riduzione della propensione al risparmio, al fine di attenuare gli effetti dell’indebo-limento del potere d’acquisto sui flussi di spesa. Successivamente que-sta tendenza potrebbe arrestarsi, in corrispondenza del sia pur graduale miglioramento del reddito disponibi-le. All’interno del nostro scenario, nel 2013-15 la propensione al risparmio

tenderebbe a stabilizzarsi sui livelli di minimo raggiunti nell’anno in corso. Per la ricchezza finanziaria netta, penalizzata tra il 2008 e l’anno in corso anche dall’andamento dei mer-cati finanziari e dalla dinamica infla-zionistica oltre che dal minor flusso di risparmio, Prometeia prospetta un recupero dal prossimo anno, favorito anche dalla normalizzazione dei mer-cati finanziari.meglionel2013Prometeia prevede un miglioramento progressivo dello scenario nel 2013, grazie ai primi risultati in termini di risanamento dei conti pubblici, sta-bilità del quadro politico (dopo le elezioni nella prossima primavera), consolidamento del sistema banca-rio. Ciò consentirà di tornare a recu-perare ritmi di crescita del prodotto verso l’1%. Sono ritmi bassi, certo, ma coerenti con le potenzialità di sviluppo della nostra economia, che si trova a dover riassorbire in pochissimi anni squilibri accumulati nell’arco di decenni, da un lato, e le nuove neces-sità poste dall’invecchiamento della popolazione, dall’altro. Prometeia stima un differenziale fra i rendimen-ti di Btp e Bund a 380pb a fine 2012 e 350pb a fine 2013, mediamente di 70pb più alto di quanto previsto in aprile.

Tempo di lettura: 3’13’’

Prometeia prevede un 2012 nero: calano Pil, occupazione, livelli di spesa e di risparmio. Differenziale Btp-Bund a 380pb a fine 2012.

laripresa?Nonprimadel2013

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

30

CULTURA COOPERATIVA | scenari

Economista e matematico, Eric S. Maskin ha ricevuto il Premio Nobel per l’Economia nel 2007 (insieme a Hurwicz e Myerson) per aver posto le base della teoria del disegno dei meccanismi. Ha inoltre contribuito con i suoi studi alla teoria dei giochi, alla teoria dei contratti, alla teoria delle scelte sociali e dei sistemi elettorali. È professore universitario in quattro università (tra cui Harvard dove si è laureato) ed ha ricevuto sei lauree honoris causa. È stato uno dei relatori più originali al Festival dell’Economia di quest’anno a Trento, dove ha parlato di un tema molto attuale: perché tendiamo a procrastinare? Lo abbiamo incontrato ed approfittato per fargli qualche domanda.

Professor Maskin, quando si dice di procrastinare le decisioni, il pensiero va soprattutto ai governanti…Beh, il discorso si può vedere in generale. Un governo non è altro che un insieme di individui, e gli individui hanno il problema della procrastinazione – quello che devono fare oggi, lo fanno domani. Quindi un governo è esso stesso una vittima della natura umana. È un problema normale che possiamo anche superare, però non facilmente.Ma perché oggi si tende a procrastinare le decisioni?Oggi più di ieri, e questo non è logico. Una volta il futuro rappresentava una grande incertezza, ma nei tempi moderni in cui possiamo oramai progettare in maniera più lucida, il procrastinare ci ostacola molto, mettendosi di traverso ai progetti e agli investimenti che vogliamo fare. Quindi la nostra psicologia ci lavora contro.Lei, lavorando sulla teoria dei giochi ed altri studi, si è interrogato spesso sui meccanismi sociali della distribuzione di ricchezza. C’è una risposta all’evidente diseguaglianza tra persone e tra popoli?La teoria dei giochi è lo studio di un’interazione strategica – un conflitto – tra l'interesse dei paesi ricchi e quello dei paesi poveri. La teoria di giochi ci può insegnare come cambiare gli incentivi, cosicché questo conflitto evidente tra i ricchi e i poveri possa essere conciliato. Ma qui non basta la teoria…La cooperazione può dare una risposta per una più equa distribuzione delle risorse?Ciò che mi piace della cooperazione è il fatto che ci sia l’interesse del gruppo intero al centro. Un’iniziativa

cooperativa non è mai individualistica. Nella vita ci possono essere tanti conflitti – ciò che va bene all’individuo, va bene anche al gruppo – e ciò che mi piace della cooperazione è l’importanza data al gruppo.Quanto dipende “l’efficienza” dei politici dal sistema con cui vengono eletti?In Europa, una parte del problema è la mancanza di un coordinamento, di una cooperazione tra i paesi europei diversi. Un sistema diverso, una politica diversa in cui il potere sia concentrato ad un livello europeo federale potrebbe far superare questo conflitto tra i singoli Paesi e l’Unione.Che cosa pensa di questi movimenti che nascono dal basso, dai cittadini, che superano il concetto dei partiti tradizionali e che vincono poi le elezioni?Una virtù importante della democrazia è proprio quella che tutti hanno una voce, che tutti possano esprimere i propri pensieri. Quindi penso che sia importante che ci siano sempre partiti nuovi e delle idee nuove. Possono stimolare e influenzare in modo positivo gli altri partiti più tradizionali.Ci sarà un futuro per i partiti tradizionali?Dipende da loro. Se vogliono sopravvivere devono adattarsi, devono cambiare. Negli Stati Uniti abbiamo partiti politici che esistono da tempo, come il Partito Democratico che esiste da 150 anni. Ovviamente è stato costretto a cambiare in questi anni, altrimenti si sarebbe estinto. Lo stesso principio vale anche qui.

esedomaNi.proCastiNarelesCelteostaColailfuturoColloquio con il Premio Nobel per l’Economia Eric S. Maskin di Walter Liber

Il Nobel per l’Economia Eric Maskin a Trento per il Festival dell’Economia. Foto archivio Festival Economia/Romano Magrone.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

31

CULTURA COOPERATIVA | l’intervista

Quarantaanniinfederazione,unlibroetantiricordi.di Carlo Leonardelli

La cooperazione è stata il mio lavo-ro e la mia vita per più di 40 anni. Sono andato in pensione dalla Fe-derazione nel 1994. E’ stata un’e-sperienza lunga e bella, che mi ha permesso di costruire rapporti per-sonali profondi. Ci sono ancora tante persone che si ricordano di me per il mio libro “Cooperazio-ne”. Lo hanno letto e studiato ge-nerazioni di cooperatori, per pre-parare un concorso, per conoscere il movimento.A ottant’anni, compiuti a febbra-io, posso fare un bilancio positivo della mia vita. Ho due figli, che vivono insieme nella casa che ho costruito per loro, e cinque nipoti. Festeggerò a breve le nozze d’oro con mia moglie. All’inizio la mia vita è stata però dura.

Sono nato a Viarago, sopra Pergi-ne, quinto di otto fratelli e sorelle. A sei anni sono rimasto orfano, la mamma è morta con l’ultimo par-to. C’era da tirare la cinghia con il solo stipendio del papà, che faceva il portalettere. Scendeva a piedi a Pergine per ritirare la posta, che poi distribuiva in Val dei Mocheni.I miei primi ricordi cooperativi riguardano la cooperativa di con-sumo del mio paese. Il presidente era un uomo anziano che teneva la contabilità, la gerente era una ve-

dova. C’erano pochi articoli: due tipi di pasta, la farina sfusa, il sale, l’olio alla spina. Chi non poteva pagare, barattava con altri prodot-ti.Grazie all’interessamento del par-roco del paese, don Carlo Mar-tinelli, ho potuto continuare gli studi alla fine delle elementari. Sono stato inserito in un collegio a Possagno, in provincia di Treviso, dove ho frequentato le medie e il biennio del ginnasio. Era tempo di guerra. Ricordo ancora con orrore i partigiani catturati dai tedeschi sul Monte Grappa impiccati agli alberi di Bassano. Una volta, dopo una breve vacan-za, per rientrare in collegio ho do-vuto fare la strada a piedi da Bassa-no. Sopraggiunta la notte, mi sono fermato a dormire in un pagliaio.Nel 1948 sono tornato a Viarago e mi sono iscritto alla terza dell’Arci-vescovile. Per farmi studiare il papà ha preso un prestito. La quarta e la quinta le ho frequentate al liceo Prati grazie a una borsa di studio del sindaco per gli studenti poveri.

Con il diploma in mano, mi sono iscritto alla scuola di servizio so-ciale. Non avevamo libri di testo, prendevamo appunti a mano. A scuola ho conosciuto il dottor Erminio Filippi, direttore della

Federazione, che teneva lezioni di sindacalismo. Era l’estate del 1953, mi ero ap-pena diplomato “assistente sociale polivalente”, quando mi è capitato di incontrare a Trento il dottor Fi-lippi, che mi ha proposto di diven-tare dipendente della Federazione. Ho subito accettato. Ho comin-ciato a prestare servizio il primo novembre del ’53. Da Viarago rag-giungevo a piedi o in bicicletta Per-gine, da dove partiva la corriera. Mi alzavo alle 5 e mezza. Gli uffici del-la Federazione erano in via Manci, a Palazzo Trentini, attuale sede del Consiglio provinciale. Eravamo 15 dipendenti. L’organizzazione era semplice: c’era la direzione, la vice direzione a cui faceva capo anche l’assistenza fiscale, più un ufficio per ciascuno dei tre settori (Casse Rurali, Famiglie Cooperative, co-operative agricole e varie). D’in-verno si riscaldava con una stufa a carbone.A quel tempo in Federazione non esisteva un contratto di lavoro. Si accettava di buon grado la paga che fissava la direzione. Il mio pri-mo stipendio è stato di 26 mila lire, pochi soldi che bastavano giusto ad arrivare alla fine del mese. Ci portavamo il pranzo da casa. A me piaceva soprattutto pane e lucani-ca.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

32

CULTURA COOPERATIVA

Il mio primo presidente è sta-to il senatore Luigi Carbonari, che si è battuto per ripristina-re l’unità della cooperazione dopo la divisione imposta dal Fascismo tra Casse Rurali e cooperative degli altri settori.Ho cominciato a lavorare in via Manci occupandomi della redazione del bollettino della Federazione. Il dottor Filip-pi era convinto che la rivista poteva svolgere un ruolo im-portante per la formazione e l’educazione cooperativa degli amministratori e del persona-le delle cooperative. Lui stesso si faceva carico di scrivere gli articoli di fondo.L’approvazione della legge re-gionale 7 del 1954, fortemen-te voluta dai nostri vertici, ha portato ad una svolta nell’at-tività della Federazione, a cui sono stati affidati compiti di vigilanza e revisione. Le nuove competenze hanno prodotto la riorganizzazione degli uffici e l’ampliamento dell’organi-co. Il contributo finanziario assicurato dalla Regione ha permesso di rinforzare il bi-lancio della Federazione, che era povero.

Nel frattempo, oltre a seguire la rivista, avevo assunto l’in-carico di segreteria della di-rezione. Sentivo il bisogno di migliorare la mia formazione soprattutto in campo giuridi-co. Da qui, nel 1955, l’idea di iscrivermi a Giurisprudenza a Bologna. Il sabato si lavorava, la domenica ero spesso impe-gnato in interventi di rappre-sentanza, per cui studiavo

la sera dopo cena. Quando c’erano gli esami partivo per l’università alle 5 di mattina. Per la laurea ho scelto di scri-vere una tesi sulla vigilanza e la revisione delle cooperative. Vi sorprende?Nel ’62 mi sono sposato, poi sono venuti Monica e Clau-dio. Ora faccio il nonno dei loro figli e sono orgoglioso. Ma continuiamo con ordine.

Nel ’75 ho scritto “Coopera-zione”, che ha avuto numerose ristampe. L’ultima versione, aggiornata, è del 1995. Nel ’78, con Maurizio Monti pre-sidente, sono stato nominato vicedirettore della Federazio-ne. Il direttore era Ferdinando Nicolussi. Partecipavo con funzioni di segretario ai consi-gli di amministrazione.

A volte ripenso con nostalgia a quei tempi. Tra i cooperatori c’era meno preparazione, ma si avvertiva più entusiasmo, più fede nella cooperazione, più altruismo. Qualcuno dice che la cooperazione è un mo-dello superato, ma non è vero. Ci sarebbe un grande bisogno anche oggi dei principi coope-rativi.Dopo la pensione, ho fatto un po’ di politica nel Comune di Pergine, come consigliere e come fiduciario del sindaco per Viarago. Ora mi dedico alla mia famiglia e alla campa-gna. Coltivo patate, insalata, fagioli, carote. Faccio tutto da solo e mi tengo in movimento. Porto la verdura ai miei figli.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

33

CULTURA COOPERATIVA | racconti

* Scritto da CoRRADo CoRRADINI

giovaNifotografiiNsegNaNoa“vedere”lemeleela“Nuova”valdiNoNUn marketing di cultura e identità per il Trentino propone un metodo di coinvolgimento creativo da seguire anche per altri settori di lavoro e produzione in montagna.

di Franco de Battaglia“Scatta la prima mela” è il titolo di un concorso fotografico promosso da Melinda fra gli studenti dell’Istituto Provinciale d’arte di Trento e Rovereto, volto a ritrarre la fioritura dei meleti in Val di Non. La proposta riguardava i fiori da cui nasce la mela visti non solo nella loro “tenerezza” di colori, ma nel loro ambiente: piccole gemme fra i filari che illuminano un intero paesaggio. Il proposito era di coinvolgere i giovani, facendoli consapevoli di ciò che la coltivazione della mela di qualità significa per il Trentino: non tanto un prodotto mercantile, ma il frutto di una “terra-madre”, sostenuta dalle fatiche di intere generazioni. La mela è ben più dei sacchetti di plastica in cui viene venduta ai supermercati.Al tempo stesso “Scatta la prima mela” intendeva predisporre un archivio di immagini da diffondere lungo canali di cultura e di marketing, un “giacimento” di immagini fresche, senza pedaggi verso i manierismi pubblicitari. La ricognizione dei giovani studenti sul territorio (fortunosamente e fortunatamente all’indomani della tarda nevicata primaverile sulle gemme) è stata organizzata dalla scuola (il preside Cattani con i docenti dei corsi fotografici) in collaborazione con i responsabili tecnici di Melinda, mentre la selezione è stata affidata ad una giuria rigorosa, con la presenza di un gran nome della rappresentazione visiva – il regista Giovanni Veronesi – e la sperimentata abilità mediatica dello studio Nitida. Regista dell’intera iniziativa la responsabile dell’Ufficio Marketing di Melinda, Paola zanella. La signora Zanella ha portato a “Scatta la prima mela” non

solo la competenza della sua professionalità internazionale, ma il valore aggiunto di una conoscenza diretta del territorio, dell’intero processo di produzione melicola in tutte le sue fasi anche storiche in Val di Non. Una sensibilità comunicativa sul prodotto dall’interno, per così dire, perché non è vero che è la stessa cosa vendere una mela o una saponetta, come alcuni, avventatamente, sostengono. I prodotti occorre conoscerli da dentro, insieme agli uomini che li costruiscono o li coltivano, per poterne trasmettere il senso e il valore.E’ questo valore che i giovani fotografi dell’Istituto d’Arte hanno saputo cogliere in tutte le sue gradazioni e sfumature riuscendo così a dare alla produzione di Melinda una completezza, una pienezza, un respiro che i successi di mercato, da soli, non riescono a raggiungere.Coinvolgere i giovani, andare sui mercati, dunque. Ma “Scatta la prima mela” (che è stata poi “copiata”, o meglio seguita, per altri settori merceologici, da un gruppo del prestigio di Barilla) è andata ben oltre queste pur ambiziose aspettative. Di fatto, l’iniziativa di “Mondomelinda” ha spalancato ai giovani un “altro mondo”. Quello delle mele, certo, ma anche quello del territorio, delle sue bellezze, delle suggestioni del paesaggio, delle sue opportunità, per non dire dei suoi problemi: la montagna, il lago, i castelli, ma anche il fascino dei fili metallici fra i pali che sostengono le piante, l’incontro fra la naturalità dolce del fiore e la durezza della tecnologia che gli consente di maturare. Di più, attorno alla caccia di immagini sulla mela, è nata fra i giovani un’esperienza

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

34

CULTURA COOPERATIVA

comune creativa che li ha maturati. E i risultati sono apparsi subito nella qualità delle immagini. I giovani fotografi sono entrati davvero nell’ambiente. Se ne sono impadroniti, l’hanno comunicato con occhi freschi, con immagini tali da stupire chi credeva di conoscerlo per lavorarlo ogni giorno. Così nelle immagini sono apparsi non solo i fiori, ma i filari, le piste di trattore, gli scorci dei sesti d’impianto. Al di là della qualità delle immagini, riconosciute dalla giuria, è il “metodo” dell’iniziativa che si è dimostrato vincente, perché ha promosso un’operazione di cultura (di scoperta di cultura) oltre che di mercato, anche se il vero marketing, come ben sa chi lo promuove, è sempre, in fondo, cultura. Altrimenti diventa scorciatoia truccata su cui si finisce per inciampare.Ecco quindi “Scatta la prima mela” come esperienza felice da “assaporare”, da proseguire, ma anche da estendere ad altri settori che cercano di coinvolgere i giovani non sempre riuscendoci. Il primo pensiero corre alla montagna. I giovani vanno coinvolti sfidandoli sul piano creativo e comunicativo, non riempiendoli di passività: vanno fatti camminare fra i filari alla ricerca di immagini nuove, non tenuti seduti in centri polifunzionali ad ascoltare. Questa è stata la grande lezione di Melinda che, in un certo senso, ha finito anche per rivelare Melinda anche a se stessa, per manifestarne alcune potenzialità nascoste: Melinda non è solo una grande struttura di produzione e commercio, ma riferimento di identità, stimolo per promuovere una nuova “visione” di tutta la Valle di Non, strumento anche di integrazione con i molti immigrati che ormai fanno parte del tessuto connettivo del Trentino e della sua autonomia. Il concorso ha mostrato infatti molte immagini scattate da giovani di provenienza non trentina, originalissime per i “tagli” e le visoni che esprimevano, per l’interesse reale verso il territorio che manifestavano. Melinda ha così mostrato di essere non solo “business”, ma strumento di comunità. La premiazione conclusiva, nella cornice della manifestazione “Arcadia” a Caldes ha poi completato il progetto, rivelando le stupende potenzialità inespresse del paese della Val di Sole. Una strada da continuare a seguire.

Tempo di lettura: 4’55’’

giovaNifotografiiNsegNaNoa“vedere”lemeleela“Nuova”valdiNoNUn marketing di cultura e identità per il Trentino propone un metodo di coinvolgimento creativo da seguire anche per altri settori di lavoro e produzione in montagna.

di Franco de Battaglia

Nella pagina precedente in alto:uno dei premi speciali della giuria dato a “La nascita” di Francesco Malacarne

Nella pagina precedente in basso:Il 3° premio assoluto: “Pace all’alba” di Francesca Affattato

Due immagini della mostra presso Arcadia a Caldes, dove è avvenuta la premiazione, che ritraggono il regista Giovanni Veronesi in fase di valutazione delle opere.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

35

CULTURA COOPERATIVA | idee arte territorio

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

36

CULTURA COOPERATIVA | storie di impresa

Nuovi sconti per le cooperative

Essere socio della Cooperazione Trentina conviene, scopri tutti i vantaggi:www.cooperazionetrentina.it - [email protected] - 0461.898702 / 288

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

37

CULTURA COOPERATIVA |astorie di impre-

Auto

Sconti dall’11 al 26% per l’acquisto di Seat, Volkswagen, Audi e Skoda a seconda del modello. Per Bmw supera il 20%. Vantaggi resi possibili grazie agli accordi con Volkswagen, Bmw Italia e Mercedes Italia.Info:Per Seat, VW, Audi, Skoda: 335/269062Per Bmw: 335/7906801Per Mercedes: 0461/1735300

Gestione del personale

Sconti tra il 30 e il 45% per l’acquisto di sistemi per migliorare e automatiz-zare la gestione del personale. E’ possibile scegliere tra due pacchetti, a seconda del numero di dipendenti, che comprendono software e terminali di rilevazione presenze Zucchetti e una serie di servizi correlati, grazie all’ac-cordo con Deltaservizi.Info: 348/0177458

Buoni pasto

Sconti mensili e ribasso sul valore della tessera. Questi i vantaggi della con-venzione con Bluticket, che offre alle cooperative la possibilità di scegliere il valore, le regole di utilizzo e il circuito di locali entro cui i dipendenti potranno usare il buono.Info: 02/3454191

Luce e gas

Sconti su luce e gas per le cooperative socie della Federazione. Un’offerta alla quale hanno già aderito oltre 230 associate, per un totale di 25 GWh, a dimostrazione della convenienza delle tariffe proposte.Info: 0461/362225

Telefonia fissa

Sconti sulle telefonate dal fisso grazie all’accordo con ICN Italia che garan-tisce tariffe convenienti, soprattutto nelle telefonate verso l’estero, dove il risparmio raggiunge anche il 50%. Info:Per ICN Italia: 0461/923630 e 335/6389219

Telefonia mobile e rete unica

Sconti medi del 30% per le telefonate da cellulare e fisso grazie alla conven-zione con Vodafone Business. L’accordo prevede anche ribassi su molti altri servizi dati, accessori e altro. La partnership con Vodafone garantirà vantaggi anche ai soci delle cooperative trentine.Info: 346/1488120

Stampanti e fotocopiatrici

Sconti sull’acquisto o noleggio di sistemi multifunzione a colori e in bianco/nero, grazie all’accordo con Konica Minolta e Nipe.Info: Per Konica Minolta: 0461/1788010Per Nipe: 0461/822488

Sistemi telefonici VoIP

Sconti sull’acquisto di sistemi VoIP grazie all’accordo con ‘Erre 8 Corporation’. Le soluzioni proposte si integrano con i centralini esistenti, così come alla rete Gsm ed ai sistemi Wifi e danno la possibilità di collegare più sedi utilizzando la rete dati preesistente, abbattendo i costi di chiamata.Info: 329/1857502

Affrancatrici e imbustatrici

Sconti dal 10 al 30% per l’acquisto o noleggio di sistemi per affrancare e imbustare corrispondenza e comunicazioni varie grazie all’accordo firmato dalla Federazione con Pitney Bowes. Info: 02/950091 o 340/1783394

Essere socio della Cooperazione Trentina conviene, scopri tutti i vantaggi:www.cooperazionetrentina.it - [email protected] - 0461.898702 / 288

"Lavorare in gruppo paga sempre, in un periodo così difficile diventa una scelta strategica. Fondamentali sono il ruolo dei consorzi di secondo grado e l’intercooperazione".Fabiano Dalla Sega, direttore di Btd, cooperativa di produzione e lavoro con sede in Primiero, sintetizza con queste parole il percorso della sua azienda, che anche in questi anni di crisi ha continuato a realizzare utili e ad assumere. Btd, nata nel 1993 dalla fusione delle cooperative Boscaiolo di Imer, Tecnosilva di Tonadico e Dendrotecnica di Mezzano, è specializzata in lavori edili e stradali. Nel 2011 ha chiuso il bilancio con un valore della produzione di 14,5 milioni di euro: tante commesse, soprattutto dall’ente pubblico, che hanno consentito di mantenere a libro paga 18 soci lavoratori e 35 dipendenti. L’utile è ammontato a 700 mila euro, un dato incoraggiante , soprattutto di questi tempi. “"Tuttavia il risultato migliore - dice Dalla Sega - è stato quello di aver creato nuovi posti di lavoro rispetto all'anno precedente in un momento in cui la disoccupazione colpisce duramente anche il nostro territorio". Grazie alle competenze e alla professionalità di cui dispone, la cooperativa possiede i titoli per partecipare a gare anche molto complesse, a volte in associazione temporanea con grandi imprese industriali. A giugno è stata inaugurata la centrale a biomasse di Transacqua, operativa già da tempo, per la quale Btd ha ricevuto lavori per una quota di 7 milioni. L’impianto usa gli scarti della lavorazione del legno. Dal rifiuto si ottiene energia pulita. Nel settore della viabilità, l’opera principale a cui la cooperativa ha partecipato nell’ultimo periodo, fatturando 4 milioni di lavori su un totale di 10, è la circonvallazione

Mezzano-Imer.Fresca di taglio del nastro, avvenuto il 12 luglio, è un’altra opera molto impegnativa, che Btd ha realizzato in società di progetto con il Sait e la Famiglia Cooperativa di Primiero. Dalla Sega è orgoglioso di questo intervento che valorizza il principio dell’intercooperazione. Si tratta del Centro polifunzionale della Famiglia Cooperativa, che comprende magazzini, uffici e 12 alloggi prima casa, per un totale di 5 mila metri quadrati. Sono molti di più gli appartamenti – novantasei - che la Btd sta costruendo a Melta di Gardolo: 50 sono destinati alla cooperativa Obiettivo Prima Casa , i rimanenti 46 sono per l’Itea. L’investimento complessivo è di 12 milioni di euro, la quota della Btd è il 40 per cento. Stessa percentuale di partecipazione la cooperativa detiene, su affidamento del Cla, nel progetto dello studentato universitario in realizzazione a Trento nel quartiere di San Bartolomeo, dove la spesa prevista è di 22 milioni. A servizio degli alloggi la cooperativa ha il compito di costruire una palestra, un teatro e una palestra di roccia, che sarà la più grande del Trentino. E’ di notevoli dimensioni anche il progetto Meccatronica di Rovereto, che la Btd si è aggiudicata in associazione con Collini Spa. L’investimento di Trentino Sviluppo è di 17 milioni, circa un terzo è l’importo delle opere in carico a Btd.“Possiamo essere ottimisti circa il futuro - conclude Dalla Sega - anche se ci manteniamo prudenti. I nostri soci e i dipendenti potranno continuare a contare sul loro lavoro. E’ un fatto importante in questo momento” (c.c.).

Tempo di lettura: 2’53’’’

Btdsfidalacrisisalvandoillavoro

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

38

CULTURA COOPERATIVA | controcorrente

Attenta e innovatrice, la Famiglia Cooperativa Val di Fassa ha deciso di consolidare la sua immagine e conquistare nuova clientela puntando sulle tecnologie di ultima generazione. Attraverso la nuova “Val di Fassa App” – applicazione per smartphone e tablet per la comunicazione turistica e la diffusione della cultura, che si scarica gratuitamente dalla rete – la Coop ha aperto un nuovo canale di marketing.La diffusione dei nuovi strumenti di comunicazione è infatti in continuo aumento e i suoi numeri sono notevolissimi: secondo Assintel già nel 2011 le vendite di smartphone e tablet hanno eguagliato quelle dei computer. Restando in Italia, secondo IDC, nel primo trimestre del 2012 il mercato smartphone ha definitivamente superato quello dei telefonini tradizionali.La cooperativa ha scelto Val di Fassa App per promuovere al meglio i propri sevizi occupando un importante spazio all’interno della nuova frontiera tecnologica e sfruttando così le opportunità portate da questi mezzi di comunicazione. Grazie a questa mossa Fassa Coop acquista una grande visibilità presso gli ospiti e i residenti di tutta la valle.Nella sezione “Scelti per te” accessibile dalla pagina principale, a cui gli operatori della zona partecipano con i loro spazi informativi, la cooperativa ha a disposizione un’intera categoria dedicata: all’interno della pagina “Famiglia Cooperativa” l’utente può scorrere con un dito l’elenco di tutti i punti vendita per trovare quello più vicino a lui o che fornisce il prodotto più rispondente alle proprie esigenze.La pagina del singolo punto vendita presenta più immagini in alta definizione rappresentative dell’esercizio e dei prodotti, insieme a un testo descrittivo. Utilizzando un simpatico menù a forma di rotella è possibile accedere a una serie di funzioni: telefonare al negozio con un semplice “tap” (il “click” dei dispositivi mobili) senza dover comporre il

numero, comunicare via e-mail con il personale, consultare il sito web della Coop, visualizzare il punto vendita su Google Maps™ con le indicazioni per raggiungerlo rispetto alla propria posizione e non solo. Fiore all’occhiello di Val di Fassa App è infatti la tecnologia, che in questo caso guida tramite videocamera il consumatore direttamente tra le vie della valle per raggiungere il negozio.Questo modo inedito di consultare i servizi consente al cliente di vivere l’esperienza della Famiglia Cooperativa in modo più diretto. Gli ospiti e i residenti della zona possono facilmente fare un salto nel passato per scoprire la storia e i valori della cooperativa e trovare i sapori di una volta.Nella sezione “Attività” dedicata ai percorsi a tema uno spazio speciale è riservato al “percorso shopping” della cooperativa. Il percorso - che corre da Moena a Mazzin - è visualizzato sulla cartina e tutte le sue “tappe” (i punti della rete di vendita) sono rappresentate da pallini rossi. Ogni tappa è consultabile ed è rappresentata da una scheda che descrive le particolarità del negozio.Il presidente Emilio Gross commenta soddisfatto: “il nostro ingresso in questa nuova dimensione della tecnologia di ampio consumo ci permetterà di esplorare nuove e più efficaci modalità di rapportarci con la clientela”. Anche il direttore Luca Giongo, promotore dell’iniziativa, non nasconde il suo entusiasmo: “Proporre la nostra qualità attraverso strumenti sempre nuovi è essenziale. La novità di Val di Fassa App ci permette di avere una visibilità al passo con i tempi”.

Tempo di lettura: 3’10’’

fassaCoopcomunica(anche)coniltablet

Btdsfidalacrisisalvandoillavoro

Con l’App per smartphone e tablet, la Famiglia Cooperativa Val di Fassa apre un nuovo canale di marketing, offrendo servizi innovativi e informazioni su misura ai clienti tradizionali e ai turisti.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

39

CULTURA COOPERATIVA | c’è del nuovo

Un calo di fatturato, qualche segno di disaffe-zione da parte dei consumatori, a Cavizzana, hanno spinto la Famiglia Cooperativa Valle di Rabbi e Sole ad andare a fondo della situa-zione. Con l’Ufficio studi della Federazione (Cesare Dossi ed Elisa zerlottin) è stata concordata un’indagine, subito appoggiata dall’amministrazione comunale locale per i suoi contenuti. Con i suoi 260 abitanti, Cavizzana è il più piccolo comune della Val di Sole. Incrociando pubblico e privato, la ricerca ha voluto rileva-re il grado di soddisfazione rispetto ai servizi offerti dalla Famiglia Cooperativa e dagli uffici comunali, nonché i nuovi bisogni di servizi. Si è adottato lo strumento del questionario.In accordo con il sindaco, la Cooperativa ha scelto di rivolgersi per la raccolta delle interviste ai giovani del paese. Si sono proposte per questo compito sette ragazze, di età fra i 14 e i 17 anni, che prima di cominciare il lavoro hanno parteci-pato ad un incontro di formazione. Le famiglie che hanno risposto all’intervista sono state 73 su un totale di 104.Limitando l’analisi ai soli risultati riguardanti la realtà della Cooperativa, si osserva che nel punto vendita di Cavizzana fanno regolarmente la spesa 70 famiglie. Tra queste, 22 frequentano il negozio tutti i giorni, 31 due o tre volte in settimana. I maggiori apprezzamenti dei clienti (72 per cento “ottimo” o “buono”) riguardano il banco formaggi e salumi. Percentuali analoghe di consenso raccolgono le offerte le offerte Carta in Cooperazione e i prodotti alimentari a scaffa-le. Per quanto riguarda l’assortimento, il 77% degli intervistati afferma che in Cooperativa si trova tutto ciò che serve per la spesa quotidiana. Oltre alla comodità della posizione, il negozio offre un ambiente familiare, ordinato e pulito, dove il rapporto con il personale è vissuto in termini di disponibilità.

Sono “forti” i termini usati dagli intervistati per descrivere l’effetto che avrebbe la chiusura del negozio di Cavizzana: “tragico, devastante, molto dannoso, disastroso, pessimo”. Un socio commenta: “Sarebbe la fine”.Due soci su tre dichiarano di avere aderito alla Cooperativa anzitutto “per far parte di una impresa economica e sociale che non ha fini di lucro e fa gli interessi dei soci”. In contraddizione con questa intenzione, nella pratica la partecipa-zione alla vita sociale risulta debole.Nell’ultima parte del questionario si è chiesto agli intervistati di valutare la proposta, sostenuta anche dal Comune e dalle associazioni, di creare uno spazio di incontro per tutta la comunità. Il progetto ha riscosso il favore dell’85 per cento del campione. Una parte delle persone sarebbe-ro anche disponibili a contribuire all’autogestio-ne del centro o ad offrire un piccolo contributo finanziario.Tra i meriti dello studio anche il fatto di avere valutato il mercato potenziale. Calcolato che ogni nucleo familiare di Cavizzana spende men-silmente per gli acquisti alimentari 477 euro, se consideriamo che la spesa realizzata in Famiglia Cooperativa è pari al 47% (223 euro), le poten-zialità per il negozio di accrescere la sua quota di mercato sono davvero rilevanti: il 53% della spesa che si concentra nei negozi concorrenti corrisponde a 254 euro mensili per famiglia. A questo proposito i nuovi servizi sono già stati identificati e attivati (ad esempio, la prenotazio-ne della carne).Lo studio è stato presentato alla popolazione di Cavizzana dalla presidente della Cooperativa Marina Mattarei, dal sindaco Gianni Rizzi e dagli autori in una partecipata serata, in cui si è annunciata un’iniziativa ad alto contenuto sociale che metterà in rete cooperazione, enti pubblici e servizio civile (c.c.).

Tempo di lettura: 3’10’’

CavizzaNa,foCussuisoCi

L’interno del punto vendita di Cavizzana e la presidente della Famiglia Cooperativa Valle di Rabbi e Sole Marina Mattarei.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

40

CULTURA COOPERATIVA | la ricerca

La riforma del mercato del lavoro, entrata in vigore il 18 luglio, ha modificato pressoché tutte le tipologie contrattuali, le tutele dei lavoratori, il sistema di flessibilità in uscita e gli ammortizzatori sociali, portando a cambiamenti per certi versi epocali (vedi articolo 18). In estrema sintesi proponiamo i cambiamenti più rilevanti.

CONTRATTI A TERMINELa riforma introduce la possibilità di stipulare un primo contratto a termine senza causale di durata non superiore a 12 mesi (senza proroga), per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione. Inoltre amplia il periodo durante il quale l’attività lavorativa può essere continuata in via di fatto oltre la scadenza del termine, con la corresponsione di una maggiorazione della retribuzione. Terza novità è l’allungamento del periodo minimo che deve passare tra la scadenza di un contratto a termine e il successivo: da 10 a 60 giorni per i contratti di durata inferiore ai 6 mesi e da 20 a 90 giorni per gli altri. L’assunzione di operai agricoli a tempo determinato per stagionalità nelle società cooperative agricole rimane esclusa e non deve rispettare lo stacco di 60 o 90 giorni.

APPRENDISTATOTra le principali segnaliamo l’innalzamento dal 2013 dei numero di apprendisti occupabili (il rapporto passa da 1/1 a 3/2). Per i datori di lavoro che occupano almeno

10 dipendenti, l’assunzione di nuovi apprendisti è subordinata alla prosecuzione del rapporto di lavoro di almeno il 50% degli apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro.Collaborazione coordinata e continuativaVengono introdotte più garanzie sul compenso (oltre che proporzionato alla quantità e qualità del lavoro, non può essere inferiore ai minimi contrattuali stabiliti per ciascun settore), più dettagli sul progetto (deve essere scritto con specificazione di contenuto, obiettivi, risultati ecc.) e maggiori oneri contributivi (le aliquote alla gestione separata Inps aumenteranno progressivamente fino al 33,72% del 2018).

DIMISSIONILa riforma ha introdotto un’articolata procedura per confermare la genuinità del recesso del lavoratore quale espressione della sua effettiva volontà, per contrastare le cosiddette “dimissioni in bianco”. Nel perimetro di applicazione della nuova disciplina rientrano anche casi di cessazione del rapporto di lavoro a seguito di risoluzione consensuale del contratto. Una disciplina a parte è prevista per il caso delle dimissioni della lavoratrice madre e della lavoratrice in stato di gravidanza.

AMMORTIZZATORI SOCIALIE’ stata estesa la possibilità di usufruire della

CIG e CIGS anche a settori e lavoratori che dapprima non ne erano destinatari, attraverso la costituzione di fondi di solidarietà bilaterali. Inoltre è stato riformato l’assetto degli ammortizzatori sociali per coloro che si troveranno nella condizione di disoccupazione involontaria. Per chi perderà il posto di lavoro dal 2013 sarà introdotta l’Assicurazione sociale per l’impiego (ASPI) che sostituirà l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola1, l’indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, la disoccupazione speciale per i lavoratori dell’edilizia, l’indennità di mobilità.

LICENZIAMENTI INDIVIDUALILa nuova disciplina ha introdotto una graduazione del regime di tutela non più soltanto in funzione del numero dei lavoratori impiegati ma in funzione della tipologia di licenziamento. La distinzione, in sostanza, non è più solo tra aziende con più o meno di 15 dipendenti ma tra licenziamento discriminatorio; licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo e licenziamento per giustificato motivo oggettivo. La riforma contiene, inoltre, altre novità tra cui l’obbligo di motivazione del licenziamento, la riduzione dei tempi di attivazione del contenzioso giudiziario e la nuova procedura di conciliazione preventiva in caso di licenziamento per motivi economici.

Tempo di lettura: 3’21’’

CULTURA COOPERATIVA | l’esperto risponde

lenovitàdellariformafornero

PER INVIARE qUESITI SI PUò SCRIVERE ALL’INDIRIZZO: [email protected].

Rispondono gli esperti del Servizio sindacale della Federazione: SILVIA CARAMELLE, CHIARA FERRARI e CHRISTIAN POLETTI.

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

41

ComunitàonlineLa Camera di Commercio I.A.A di Trento, con la Provincia Autonoma di Trento e in collaborazione con le Associazioni imprenditoriali di categoria, promuove, tramite la propria Azienda speciale Accademia d’Impresa, l’utilizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) e Firma digitale mediante un servizio gratuito di formazione a distanza.

CONTENUTI FORMATIVI DISPONIBILI:

FIRMA DIGITALE

•cos’è la Firma digitale?

•perché utilizzare la Firma digitale?

•come si fa ad ottenere la Firma digitale?

•come si fa ad apporre la Firma digitale?

•quali sono i dispositivi di Firma digitale?

•in quali occasioni si utilizza la Firma digitale?

•quali sono le responsabilità derivanti dall’uso

della Firma digitale?

Contesto normativo e tecnologico•vincoli normativi, sanzioni e vantaggi

Dimostrazioni dell’utilizzo pratico•lettura e preparazione documenti PDF

•apposizione della Firma digitale

•apposizione della marca temporale

•verifica della Firma digitale

POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA

•cos’è la PEC?

•come si fa ad acquistare la PEC?

•come si fa ad utilizzare una casella PEC?

•come comporre un messaggio PEC?

•quando utilizzare la PEC?

Contesto normativo e tecnologico•vincoli normativi, sanzioni e vantaggi

Dimostrazioni dell’utilizzo praticoUtilizzo della webmail PEC (servizio online)•accesso, interfaccia, composizione, ricevute

•ricezione dei messaggi, verifica degli allegati

•organizzazione dei messaggi

Utilizzo PEC con client di posta (programma installato su computer):•riconoscere messaggi PEC, composizione, ricevute

•ricezione dei messaggi e verifica degli allegati

•organizzazione e backup dei messaggi PEC

I contenuti, suddivisi per argomento, sono disponibili in formato video e presentati da una voce guida. Per aderire è sufficiente segnalare l’interesse compilando l’apposito modulo online disponibile sulla pagina del corso PEC

e Firma digitale del sito di Accademia d’Impresa www.accademiadimpresa.it

IL SERVIZIO È GRATUITO

PEC-210x280.indd 1 24/05/12 15:46

QuaNdoiltreNtiNodiveNtasCuola

AMERICA LATInAUn gruppo eterogeneo di giovani proveniente da molti Paesi del Sudamerica ha frequentato un’esperienza formativa di una decina di giorni sul tema “Comunità e sviluppo locale – Costruire strategie di cambiamento per il territorio”. Le realtà cooperative coinvolte in questo

percorso sono state la Federazione Trentina della Cooperazione, le cooperative sociali “il Gabbiano” e “Alpi”, “Sant’orsola” per il mondo agricolo, Cassa Rurale di Pergine per il credito cooperativo, “Lavoro-Servizi-Valsugana” per la produzione e lavoro. Ai giovani è stata offerta la possibilità di conoscere e confrontarsi con i responsabili di alcune delle aziende cooperative più significative che operano sul territorio trentino. Nella sostanza: conoscere il principio e il modello cooperativo per trasferirlo nelle zone di origine e dare vita così a esperienza cooperative destinate a garantire occupazione e benessere economico per le comunità locali in linea con quanto espresso nel settimo principio dell’Alleanza Cooperativa Internazionale: “le cooperative lavorano per uno sviluppo durevole e sostenibile delle proprie comunità attraverso politiche approvate dai propri soci”.CoREA DEL SuDUna delegazione coreana formata da professionisti della comunicazione televisiva ha approfondito, nel periodo ferragostano, il tema delle cooperative di lavoro, sociali, e della distribuzione con particolare riferimento al settore del consumo rappresentato in Trentino dalle Famiglie Cooperative. Inoltre il tour di visita ha consentito loro di analizzare alcune proposte formative che il movimento cooperativo riserva al proprio personale direttivo. Una delle iniziative che ha stimolato più di altre la curiosità degli ospiti è stato il corso di “Maestri cooperatori” giunto alla settima edizione.

nel cuore dell’estate la Cooperazione Trentina è stata scelta da molte delegazioni straniere per capire le caratteristiche del modello cooperativo.

InGHILTERRAIl modello cooperativo trentino stimola l’interesse anche di chi vive e lavora nel Regno Unito, Paese dove la cooperazione ha conosciuto un considerevole incremento negli ultimi vent’anni. Se ne avuta testimonianza con la visita di una delegazione formata da rappresentanti sindacali del North West England. Obiettivo: confrontare le rispettive esperienze di prevenzione del disagio mentale sul luogo di lavoro e di valorizzazione delle competenze per il reinserimento lavorativo di chi ha più di cinquant’anni di età. A essere preso in esame è stato in particolare il "Progettone" ma anche le realtà della cooperazione sociale trentina e italiana.“Airone” VoLA SuL TREnTInoDue giornalisti della rivista “Airone – I viaggi del Gusto” (il direttore Domenico Marasco e il caporedattore Francesco Condoluci) sono stati ospiti della Cooperazione Trentina. Nei due giorni di permanenza hanno potuto conoscere alcune delle più significative espressioni del settore agricolo: Cavit, Agraria di Riva, Federazione Provinciale Allevatori ma anche l’Azienda per il Turismo Valsugana Lagorai con il concorso “Adotta una mucca” che ha coinvolto un gruppo selezionato di malghe e che tanto successo ha riscosso tra i consumatori. L’itinerario ha inoltre portato i due ospiti alle Cantine Mezzacorona, al Trentingrana e a Melinda. La due giorni davvero intensa ha consentito loro di acquisire le informazioni utili per dedicare un ampio reportage al Trentino cooperativo. Titolo: “Trentino, un mondo a parte. Agricoltura, economia e turismo: i miracoli della Cooperazione” (d.n.).

Tempo di lettura: 3'

UN MONDO A PARTETRENTINO,

magazine AGOSTO 2012

17

AIR

ONE

MAG

AZIN

E by

VDG

MAG

AZIN

E VI

AGGI

DEL

GUS

TO |

ANNO

2 |

N.17

| M

ENSI

LE |

EUR

O 4,

90

by

Trentino cooperativo | Birra e gelato artigianali | Pesce azzurro | Le spiagge pulite di Legam

biente | Napoli gastronom

ica | I giardini del Lazio | Intervista a Gualtiero M

archesi

Cibo e salute, i consigli della Fondazione Veronesi

Birra e gelato artigianali: cosa c’è da sapere

Il personaggio del mese: Gualtiero Marchesi

In viaggio: Venezia, Napoli, Palermo e Stoccolma

Gite fuoriporta, tra i giardini incantati del Lazio

Legambiente dà i voti alle spiaggae italiane

Occhio ai consumi, il vademecum del turista

Artigianato: Made in Carcere, la stoffa per ricominciare

AgRIcOlTURA, EcONOMIA, TURIsMO:I MIRAcOlI DEllA cOOPERAzIONE

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

43

CULTURA COOPERATIVA | finestra sul mondo

trento1940-1945.itestimoniraccontano“Verso le 21 del primo dicembre 1944, un caccia bombardiere sgan-cia una bomba sul tetto della casa dormitorio dei Sordomuti in via San Bernardino ferendo leggermente alla testa don Santo Amistadi d’anni 60. (…) la bomba provoca la rottura dei vetri della chiesa dei Bertoniani, il coperto e i vetri dell’annesso teatro adibito attualmente a magazzini del Sait”. È così che i Vigili Urbani regi-strano nel loro Rapportino mattinale il bombardamento su Trento che col-

pisce anche lo stabile del consorzio, uno dei fatti che hanno segnato il ca-poluogo trentino durante la Seconda Guerra Mondiale.A più di 70 anni da allora, “Trento 1940-1945. I testimoni raccontano” racconta, attraverso oltre cinquanta interviste agli anziani di oggi, bambi-ni e ragazzi di allora, la vita della città prima dell’entrata in guerra e i cam-biamenti avvenuti dopo il 2 settembre 1943 con il primo bombardamento e l’annientamento dell’antico rione della Portèla.

trentoedintorniLa Fondazione Cassa Rurale di Trento ha finanziato il restauro della pellicola storica ‘Trento e dintorni’, tratta dal ciclo ‘Bellezze italiche’, serie di documentari filmati dal re-gista piemontese Pietro Marelli. Il film rac-conta attimi antichi e preziosi, sofferman-dosi su vedute, in perfetto stile cartolina, di monumenti, laghi, montagne, ma anche sce-

ne di vita quotidiana, di un mondo fatto di treni a vapore, mulini ad acqua, torpedoni. La pellicola, datata 1912, richiedeva un de-licato restauro per la conservazione e per il passaggio al digitale, che la Fondazione in collaborazione con Trento Film Festival ha finanziato. Il restauro è stato realizzato, dal punto di vista tecnico, dalla Fondazione Ci-neteca di Milano.

lanostrastoriadicooperatoridal1895alserviziodelterritorioCi sono lo spirito e i sacrifici dei fondatori nelle pri-me pagine del libro edito dalla Famiglia Cooperati-va Altopiano di Pinè che racconta la storia, l’origine e l’evoluzione delle società cooperative di consumo dell’area. Un lavoro certosino di raccolta di infor-mazioni, per riferire le difficoltà incontrate più di un secolo fa per far decollare un’idea nuova di impresa e di società, attuata da soci “senza un soldo in tasca ma animati da un coraggio e una tenacia invidiabili e for-se improponibili oggi”, come scrive nella prefazione l’attuale presidente Germano Anesin, che aggiunge:

“Portiamo dentro di noi un ricordo nostalgico della purezza d’animo dei nostri predecessori e dei legami che instauravano tra soci e amministratori, fatti di liti e riappacificazioni sempre costruttive ai fini della crescita della vera cooperazione”. Il libro parte dalla storia delle coop di consumo in Europa, in Italia per poi concentrarsi su quelle che diedero vita all’attua-le società dell’Altopiano, illustrando le conseguenze delle due guerre mondiali fino alla fusione.

Autore Fabrizio Fedel

Titolo Famiglia Cooperativa Altopiano di Pinè

Prezzo: scaricabile gratuitamente

Pagine 197

Autore Nadia Mariz

Titolo La Grafica

Prezzo: 42 E

Pagine 280

Autore: Nadia Mariz

Genere: storico

Editrice: La Grafica

Prezzo copertina: 45,00 euro

ISBN: 978-88-97402-00-8

Volume: formato 20 x 28 cm, 280 pagine, rilegato in brossura cartonata da 2,5 mm

Contenuti: a più di settant’anni dall’inizio della Seconda guerra mondiale, il volume racconta gli accadimenti verificatisi a Trento tra il 1940 e il 1945, un parallelismo storico tra la Grande Storia e quella della nostra città, un percorso trasversale in un periodo storico complesso e articolato. Attraverso oltre cinquanta interviste, sono gli anziani di oggi, bambini e ragazzi di allora, a ripercorrere com’era la vita in città prima dell’entrata in guerra e come è cambiata successivamente, soprattutto dopo il 2 settembre 1943 con il primo bombardamen-to e l’annientamento dell’antico rione della Portèla. La descrizione documenta anche i successivi trentadue bombardamenti avvenuti tra il 13 maggio 1944 e il 25 aprile 1945, passando attraverso l’annuncio della firma dell’armistizio, l’annessione del Trentino al Reich con i seicento giorni di occupazione tedesca, fino alla cessa-zione delle ostilità e all’inizio di una nuova fase di ricostruzione. Accanto alle interviste, la descrizione degli eventi desunta dalla documentazione raccolta nei diversi archivi storici, dalle notizie tratte dalla consistente bibliografia consultata e dagli articoli dei quotidiani dell’epoca, è supportata da oltre duecentocinquanta im-magini fotografiche e iconografiche. Si articola in sei capitoli:

capitolo I: Prima della guerra - La Portèla - In città e dintornicapitolo II: La guerra - Il 2 settembre 1943capitolo III: L’armistizio - Oltre confine - L’Operationszone Alpenvorlandcapitolo IV: Il 13 maggio 1944 capitolo V: Ancora bombe - Il Pippo - Al Pont dei Vòdicapitolo VI: La fine della guerra – La liberazione - Dopo la guerra

Personalizzazione (facoltativa): logo in lamina monocromatica euro 100,00lettera di presentazione euro 100,00Per acquisti superiori alle 500 copie la personalizzazione è gratuita.

Nadia Mariz Telefono mobile: 340-4778205 | E-mail: [email protected]

Trento 1940 -1945I testimoni raccontano

Scala sconti per prenotazioni:acquisti fino a 50 copie cad. euro 45,00acquisti da 51 a 100 copie cad. euro 43,00acquisti da 101 a 200 copie cad. euro 40,50acquisti da 201 a 300 copie cad. euro 36,00

acquisti da 301 a 400 copie cad. euro 31,50acquisti da 401 a 500 copie cad. euro 27,00acquisti da 501 a 1.000 copie cad. euro 22,50acquisti oltre 1.000 copie cad. euro 18,00

Nadia Mariz

Trento 1940-1945 I testimoni raccontano

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

44

CULTURA COOPERATIVA | libri

leNuovevirtùdelmerCato

Di fronte a una crisi che non passa (Mario Deaglio) e di fronte al rischio della frantumazione dell’Europa monetaria, urge come la manna un nuovo pensiero economico. Il nuovo pensiero non verrà dagli economisti classici. Quelli affascinati dalle formule matematiche e intrappolati dalle leggi immutabili. Quelli che, ancora oggi, guardano gli altri scienziati sociali con sufficienza mista a fastidio. Il nuovo pensiero verrà invece da quegli economisti (alla Amartya Sen per intenderci) che si sforzano di innovare la scienza triste, ancorandola alla storia delle idee che hanno fatto grande l’umanità. Luigino Bruni, filosofo dell’economia (sic!), è da anni impegnato in questa rivoluzione gentile. “IdeEconomia” è del resto il nome della collana che il professore marchigiano dirige presso Città Nuova. Casa editrice che ha da poco edito “Le nuove virtù del mercato nell’era dei beni comuni”. Questo saggio è nuovo perché rivolge all’economia, e al mercato, domande nuove, difficili, provocatorie, liberatorie. “Siamo sicuri che l’economia sia soprattutto e primariamente competizione? E’ vero che ciò che muove l’imprenditore è la ricerca dei profitti? Esiste un rapporto tra il lavoro e il dono gratuità? Ha la ricerca della felicità qualcosa da dire all’economia e a mercato?” sono solo alcune di queste. La forza che muove l’autore è una generosità antropologica, un ancoraggio carismatico, una competenza inter-disciplinare, una dimestichezza quotidiana con le imprese civili, che a molti studiosi di scienze economiche semplicemente difettano. Solo alla luce di queste colte e coltivate disposizioni, si toglie di mezzo la facile obiezione di trovarsi di fronte ad un pensiero ingenuo, e si può cominciare (almeno) ad intuire le relazioni di mercato

“non come scambi fondati sulla sola legge aurea degli interessi o degli egoismi individuali, ma come incontri umani fondati sulla legge di platino del mutuo vantaggio”. Egli intra-vede all’orizzonte un terzo principio, una nuova virtù, che chiama nel settimo capitolo della “fraternità civile” (ben diversa dalla fraternità politica, figlia della rivoluzione francese).Senza una solida confidenza filosofica, di cui Bruni è in possesso, come sarebbe possibile per un economista dedicare il primo capitolo alla “virtù”? Parola desaparecida dai manuali di economia (oltre che dalla vita activa di tanti imprenditori e manager)… o come “felicità”, che invece chiude il testo. Eppure il professore non è un avventuriero del pensiero: egli sa bene dove ancorare le sue riflessioni. In un luogo (l’Italia) e in un tempo (l’Umanesimo quattrocentesco) precisi, in cui è sbocciato un paradigma antropologico ed economico, che ha preso il nome di “economia civile”. Un paradigma che ha subito una storica sconfitta nel Settecento ma che alle soglie del terzo millennio, poco alla volta, anche grazie agli studi del prof. Stefano zamagni, sta tornando con forza alla ribalta. Ci sarebbe molto da dire. Chiudiamo riportando una delle idee in movimento di Bruni: “Il mercato è virtuoso quando due o più persone cooperano civilmente dando vita insieme ad un’impresa, o scambiando e commerciando, se mentre migliorano la loro posizione privata contribuiscono anche, indirettamente, al bene comune”. Quel bene comune, che è di tutti e di ciascuno.

Tempo di lettura: 2’50’’* ufficio studi Federazione Trentina della Cooperazione

di Michele Dorigatti*

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

45

CULTURA COOPERATIVA | libri

OPINIONI

Da qualche tempo la Cooperazione Trentina si sta interrogando sulla possibilità di venir meno a un principio che raramente è stato messo in discussione durante la sua storia: quello della porta aperta non solo in entrata ma anche in uscita. Cioè del contemporaneo impegno ad accettare come socio chiunque abbia le caratteristiche richieste dallo statuto e di lasciare ogni socio libero di uscire dalla cooperativa con un preavviso minimo. Ed è proprio quest’ultima possibilità – tecnicamente definita “diritto al recesso” – che è oggi oggetto di discussione. Quando di recente è stato proposto di introdurre negli statuti dei limiti a questo diritto o la possibilità per l’assemblea di imporli al presentarsi di determinate situazioni, qualcuno ha reagito sostenendo che in questo modo si viola la libertà dei soci e si viene meno al principio, proclamato dalla stessa Alleanza Cooperativa Internazionale, della volontarietà dell’adesione alla cooperativa. Si tratta quindi di una tema delicato che merita una seria riflessione, pur nella consapevolezza che esso non interessa tutte le cooperative ma soltanto quelle tra imprenditori (come quelle agricole o della pesca) e i consorzi. In questi casi l’introduzione di restrizioni alla libertà del socio è giustificata dal fatto che la cooperativa non è una semplice associazione di persone, ma è soprattutto un’impresa da cui dipende il benessere non solo del singolo socio ma di un certo numero di persone o di intere comunità. Vi è quindi un interesse collettivo da tutelare. Prevedere vincoli al recesso non lede quindi né la libertà del socio né la volontarietà dell’adesione, ma ne declina il significato tenendo conto della particolarità del patto cooperativo. Questo è anche l’approccio seguito dal legislatore italiano che non ha di fatto previsto alcun “diritto al recesso” in senso lato, ma solo la possibilità di recedere in casi molto specifici.L’introduzione negli statuti di limitazioni al recesso è

quindi essenzialmente una scelta della cooperativa che va valutata in base a precisi pro e contro. Il principale vantaggio associato alla previsione di limitazioni è costituto dal fatto che esse possono contribuire a favorire il pieno sfruttamento di uno dei vantaggi tipici della cooperativa tra produttori: la possibilità per i soci di usufruire di impianti, tecnologie e servizi commerciali il cui utilizzo efficiente è possibile solo in presenza di un ammontare di attività di gran lunga superiore a quello di ogni singolo socio. Per sfruttare questa possibilità e beneficiare dei relativi vantaggi è sempre più spesso necessario – anche questa è una conseguenza della globalizzazione – realizzare investimenti impegnativi e dotarsi di impianti la cui redditività è condizionata alla disponibilità di quantitativi certi di materia prima da trasformare o di prodotto finito da commercializzare. Poiché nelle cooperative questi sono garantiti dai soci e non da acquisti sul mercato, la convenienza dell’investimento è legata alla certezza che i soci si impegnino non solo a sostenere i costi di ammortamento, ma anche a garantire il conferimento di una determinata quantità di prodotto. Di qui la razionalità del limite al recesso e in alcuni casi dell’obbligo di conferire determinate quantità di prodotto.Vincolare eccessivamente le possibilità di recesso presenta tuttavia almeno due ordini di problemi: scoraggia l’adesione dei soci, soprattutto di nuovi soci, e limita la possibilità di influenzare i comportamenti del management attraverso la minaccia di lasciare la cooperativa in caso di non condivisione del loro operato.Se vista in questi termini la questione del recesso perde ogni significato ideologico e diventa una questione di strategia su cui devono decidere i soci, valutando pro e contro in base alle specificità del processo produttivo e delle ragioni del patto associativo.

Tempo di lettura: 3’15’’

perChélimitareildirittoalreCesso

ECONOMIA

* professore alla Facoltà di economia dell’Università di Trento e presidente di Euricse

carl

o.bo

rzag

a@un

itn.

it

di Carlo Borzaga *

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

46

OPINIONI

ibambini?soltantomercidi Umberto Folena

«Un bambino è una merce. Il problema non è vendergli qualcosa. Il problema è vendere lui. Alle televisioni, alle industrie, agli sponsor».

Paolo Landi, Manuale per l’allevamento del piccolo consumatore, Einaudi, pag. 65.

L’ennesimo segnale di quanto Landi, allora direttore della pubblicità della Benetton, scrisse ben 12 anni fa, avesse la vista lunga è nel tentativo delle televisioni e degli inserzionisti pubblicitari di far passare il nuovo regolamento per tutelare, si fa per dire, i minori davanti alla tv, tentativo fatto a fine luglio scorso. Per farla breve, finora le regole dicevano che dalle 7 alle 22.30 non si trasmettono programmi “vietati”. Punto. Regole colabrodo. Il primo vero “male”, ai minori, viene inflitto non dai programmi scollacciati o gratuitamente violenti, ma da quelli stupidi, farciti di idiozie o di semplici consigli per gli acquisti. Magari non mirano a fare del bambini un piccolo depravato, ma un consumista obbediente sì.Le nuove regole – mentre scriviamo non sappiamo se passeranno o saranno bloccate, nel mondo dell’informazione c’è chi si batte per arginare il degrado, anche se non sono le testate controllate dalla grande industria e dalle grandi banche – potrebbero dire: considerato che i nuovi televisori (che ormai tutti possiedono!) hanno il parental control, ci pensino i genitori a bloccare i programmi che loro ritengono pericolosi; e che noi tv, per aiutarli, marchiamo con il bollino rosso.È la liberalizzazione totale. Essa confida nella distrazione o nella scarsa responsabilità del genitori, o nel possesso di vecchi televisori senza possibilità di oscurare i programmi indesiderati; nella complicatezza del sistema; nella pigrizia generale. Tanto la maggioranza dei minori guarda già quel che gli pare quando e quanto gli pare. Dunque la campagna per farne dei consumisti docili può proseguire. Campagna obsoleta e anacronistica, che non tiene conto della crisi, della mutata sensibilità di molta gente che avverte ormai la nausea di fronte ai reiterati inviti

al consumo (non all’acquisto razionale, ma al consumo, ossia al gettare e comprare e rigettare e ricomprare,per far circolare denaro, il poco che c’è).I bambini e i ragazzi sono al centro del progetto. Comprati e venduti, certamente. Essi sono decisivi – nella loro spasmodica manifestazione dei desideri, che senza limiti diventano capricci – nell’orientare i consumi della famiglia. Specialmente se figli unici, possiedono un enorme potere d’acquisto. Quindi è importante averli davanti allo schermo, cosicché chi offre spazi pubblicitari possa “venderli”: «Vede, dottore, a quest’ora su questa rete abbiamo mezzo milione di bambini, per le sue merendine è un’occasione imperdibile… e per lei c’è l’offerta speciale, cinque passaggi al costo di quattro, due milioni e mezzo di bambini al costo di due milioni…». Grosso modo va così.Quanto il meccanismo logori il sistema comunitario, e i valori della cooperazione, è evidente. Altrettanto evidente è quanto il meccanismo sia pochissimo percepito e contrastato.

Tempo di lettura: 2’35’’

[email protected]

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

47

ORIZZONTI

OPINIONI

CosaiNsegNal’estate2012di Franco de Battaglia

[email protected]

Una Cooperazione più orgogliosa

e più unita

Cosa resta dell’estate 2012 alla Cooperazione Trentina? Una grande lezione sulla violenza dell’economia e sulle debolezze dell’autonomia.L’economia, s’è visto, non è il risultato di lavoro e impegno, ma il prodotto di chi la domina finanziariamente e politicamente. Lo spread è diventato il Bollettino di Guerra giornaliero contro l’euro, perché c’è una guerra non solo finanziaria, ma morale e culturale contro l’Europa: che significa contro le libertà individuali, il welfare, la vivibilità, il rifiutarsi di essere servi come i lavoratori negli Emirati arabi o nelle province cinesi. Quando una persona attraversa momenti difficili - ci insegnavano i padri - la si aiuta per poter continuare a vivere insieme. Invece, con l’economia finanziaria, chi è in difficoltà si trova il pugnale rigirato nella piaga, cacciato dalla casa comune. La guerra contro l’euro corrisponde ai mutati assetti di forza globali (la sconfitta Usa in Medio Oriente, l’emergere di Cina e potentati arabi, la Grande Germania che sta rimettendosi in proprio…), ma ha conseguenze anche sulle piccole realtà autonomistiche come il Trentino. Comunque vada a finire è il segno che tutto cambierà, è il segno che i “mercati” non sono più amici, strumento di sviluppo, ma remano contro. Non si potrà fare senza mercati, ma occorrerà puntare, investire di più, sulle proprie forze, sulle proprie risorse, sul proprio lavoro, sull’ambiente, sulla propria capacità di studiare. L’autonomia del

resto è questo. La seconda lezione è che l’autonomia, se si affida solo agli statuti, ai patti, alle appartenenze storiche, se non si alimenta di motivazioni e sacrifici propri, se non reagisce con un orgoglio territoriale, di metodo nel lavorare, è debole, un vaso di coccio fra i vasi di ferro nella guerra economica contro l’euro e l’Europa: l’Europa da cui tutta la pace autonomistica dipende. L’estate 2012 allora conferma che la Cooperazione

- l’essere distretto cooperativo ramificato e diffuso - è la vera risorsa dell’autonomia trentina. Perché valorizza le risorse locali e il lavoro, perché non disloca, perché non esporta capitali, perché controlla il territorio impedendo che venga

svenduto (magari ai magnati russi, con capitali di dubbia provenienza), come sta avvenendo per alcune infrastrutture turistiche, realizzate anche con contributi provinciali pubblici. Occorrerà un profondo ripensamento sul territorio. L’estate insegna che la Cooperazione deve stare sul mercato, ma non deve inseguirlo. E’ tempo che abbandoni sia le fughe in avanti per mostrare di essere “più brava”, sia il complesso di minorità che ancora la frena di fronte ai più ricchi. Occorrerà contrattaccare la guerriglia anti cooperativa degli interessi forti. Ma per agire occorre essere coerenti, umili e uniti. Sarà questa la grande sfida dell’autunno.

Tempo di lettura: 2’55’

C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A N ° 8 - S E T T E M B R E 2 0 1 2

48

OPINIONI

LA PORTA APERTA

MA

RK

ETIN

G S

AIT

CooperativesInternational Year of

2012ANNO INTERNAZIONALE DELLA COOPERAZIONE

Nonostante la crisi che colpisce l’economia mondiale, non risparmiando nemmeno il Trentino, la cooperazione è riuscita a creare nel 2010 519 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato, distribuiti tra i diversi settori. La Cooperazione Trentina garantisce il reddito complessivamente ad oltre 18 mila dipendenti e alle loro famiglie. Nel comparto della distribuzione cooperativa gli occupati sono 2.700.

Le cooperative applicano i contratti di

lavoro nel rispetto dei diritti dei

dipendenti. Per favorire la crescita

professionale dei loro addetti

promuovono l’attività di formazione.

Sono attente alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro del

loro personale.

IN COOPERAZIONE I LAVORATORI CRESCONO

www.casserurali.it

Assicurati unatutela adeguata perla tua abitazione.

La polizza multirischi tutta casa e famiglia.AsSìHome è il prodotto assicurativoche le Casse Rurali Trentine hanno ideatoin collaborazione con Assimoco per tutelare te e la tua famiglia in caso di incendio, furto, responsabilità civile e necessità di assistenza.

Mes

sagg

io p

ubbl

icita

rio c

on fi

nalit

à pr

omoz

iona

le. P

rima

della

sot

tosc

rizio

ne le

gger

e at

tent

amen

te il

Fas

cico

lo In

form

ativo

dis

poni

bile

pre

sso

le fi

liali

delle

Cas

se R

ural

i Tre

ntin

e ad

eren

ti e

sul s

ito w

ww

.cas

seru

rali.

it

È un prodotto di

Intermediari Assicurativi Assimoco

SCONTO

SOCI DEL 10%

dal 1° luglio

al 30 settembre

2012