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1 MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA DIRETTIVA 15 luglio 2010 Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti tecnici a norma dell'articolo 8, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88. (Direttiva n. 57). (10A11375) (GU n.222 del 22-9-2010 - Suppl. Ordinario n. 222) IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA Visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88, recante norme per il riordino degli istituti tecnici a norma dell'art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, recante: «Norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche»; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122, relativo al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni; Visto il decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139, relativo al regolamento recante norme in materia di adempimento dell'obbligo di istruzione; Visto il proprio decreto 27 gennaio 2010, n. 9, con il quale e' stato adottato, ai sensi dell'art. 4, comma 3, del citato decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139, il modello di certificazione dei saperi e delle competenze acquisiti dagli studenti nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione; Considerato che l'art. 8, comma 3, del citato decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88, prevede ai fini del passaggio al nuovo ordinamento la definizione di linee guida a sostegno dell'autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche, anche per quanto concerne l'articolazione in competenze, abilita' e conoscenze dei risultati di apprendimento di cui agli allegati B e C del predetto decreto; Viste le proposte contenute nel documento tecnico predisposto, ai fini di cui sopra, dal Gruppo di lavoro costituito con decreto 17 febbraio 2009, n. 12, dal Capo dipartimento per l'istruzione a conclusione dei seminari di studio e dell' interlocuzione in presenza e a distanza con i dirigenti scolastici e i docenti degli istituti tecnici nonche' del confronto con le parti sociali, le associazioni professionali e disciplinari, i cui risultati sono stati presentati al Consiglio nazionale della pubblica istruzione nella seduta del 9 giugno 2010; E m a n a la seguente direttiva:

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MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA

DIRETTIVA 15 luglio 2010  Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento degli istitutitecnici a norma dell'articolo 8, comma 3, del decreto del Presidentedella Repubblica 15 marzo 2010, n. 88. (Direttiva n. 57). (10A11375) (GU n.222 del 22-9-2010 - Suppl. Ordinario n. 222) IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA Visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.88, recante norme per il riordino degli istituti tecnici a normadell'art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275, recante: «Norme in materia di autonomia delle istituzioniscolastiche»; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n.122, relativo al coordinamento delle norme vigenti per la valutazionedegli alunni; Visto il decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto2007, n. 139, relativo al regolamento recante norme in materia diadempimento dell'obbligo di istruzione; Visto il proprio decreto 27 gennaio 2010, n. 9, con il quale e'stato adottato, ai sensi dell'art. 4, comma 3, del citato decreto delMinistro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139, il modellodi certificazione dei saperi e delle competenze acquisiti daglistudenti nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione; Considerato che l'art. 8, comma 3, del citato decreto delPresidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88, prevede ai fini delpassaggio al nuovo ordinamento la definizione di linee guida asostegno dell'autonomia organizzativa e didattica delle istituzioniscolastiche, anche per quanto concerne l'articolazione in competenze,abilita' e conoscenze dei risultati di apprendimento di cui agliallegati B e C del predetto decreto; Viste le proposte contenute nel documento tecnico predisposto, aifini di cui sopra, dal Gruppo di lavoro costituito con decreto 17febbraio 2009, n. 12, dal Capo dipartimento per l'istruzione aconclusione dei seminari di studio e dell' interlocuzione in presenzae a distanza con i dirigenti scolastici e i docenti degli istitutitecnici nonche' del confronto con le parti sociali, le associazioniprofessionali e disciplinari, i cui risultati sono stati presentatial Consiglio nazionale della pubblica istruzione nella seduta del 9giugno 2010; E m a n a la seguente direttiva: Art. 1 Oggetto 1. Le linee guida di cui all'unito documento tecnico, parteintegrante della presente direttiva, sono definite, in relazione alprimo biennio, ai sensi dell'art. 8, comma 3, del decreto del

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Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88, con l'obiettivo disostenere il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti tecnici apartire dalle prime classi funzionanti nell'anno scolastico2010/2011, con particolare riferimento alle indicazioni nazionali perl'adempimento dell'obbligo di istruzione di cui al regolamentoemanato con decreto del Ministro della pubblica istruzione n.139/2007 e ai risultati di apprendimento di cui agli allegati B) e C)al regolamento n. 88/2010 sopra richiamato. Art. 2 Monitoraggio 1. Il Dipartimento per l'istruzione di questo Ministero effettua ilperiodico monitoraggio sull'attuazione delle linee guida di cuiall'art. 1 avvalendosi della collaborazione dell'Agenzia nazionaleper lo sviluppo dell'autonomia scolastica (A,N.S.A.S) e dell'Istitutonazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione eformazione (I.N.VAL.SI). Roma, 15 luglio 2010 Il Ministro: Gelmini

Registrato alla Corte dei conti il 4 agosto 2010 Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi allapersona e dei beni culturali, registro n. 13, foglio n. 230 ISTITUTI TECNICI LINEE GUIDA PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO (d.P.R. 15 marzo 2010, articolo 8, comma 3) INDICE Premessa 1. Azioni per il passaggio al nuovo ordinamento 1.1.Rendere riconoscibile l'identita' degli istituti tecnici 1.1.1 Il Quadro di riferimento dell'Unione europea 1.1.2 L'identita'degli istituti tecnici 1.1.3 Il profilo educativo, culturale e professionale (PECUP) 1.2 Innovare l'organizzazione scolastica 1.2.1 Autonomia e flessibilita' 1.2.2 I dipartimenti 1.2.3 Il comitato tecnico scientifico 1.2.4 L'ufficio tecnico 1.3 Motivare gli studenti a costruire il proprio progetto di vita edi lavoro 1.4 Realizzare “alleanze formative” sul territorio con il mondo dellavoro, delle professioni e della ricerca 1.5 Progettare e valutare per competenze 1.5.1 Insegnare per sviluppare competenze 1.5.2 Operare per progetti 1.5.3 Valutare le competenze sviluppate 2. Orientamenti per l'organizzazione del curricolo 2.1 Profili generali 2.1.1 Il raccordo tra l' area di istruzione generale e l'area diindirizzo 2.1.2 La formazione tecnologica 2.1.3 Il laboratorio come metodologia di apprendimento 2.2 Aspetti trasversali 2.2.1 L'integrazione delle scienze 2.2.2 Legalita', cittadinanza e Costituzione

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2.2.3 La conoscenza dell'ambiente e del territorio 2.2.4 Laformazione per la sicurezza 2.3 Aspetti specifici 2.3.1 Settore tecnologico: scienze e tecnologie applicate 2.3.2Scienze motorie ALLEGATO A) : declinazione dei risultati di apprendimento inconoscenze e abilita' per il primo biennio A.1 Settore economico A.2 Settore tecnologico ALLEGATO B) : glossario PREMESSA Le linee guida definiscono il passaggio al nuovo ordinamento degliistituti tecnici a norma dell'articolo 8, comma 3, del regolamentoemanato con decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010,n.88, di seguito denominato “Regolamento”, con riferimento aldocumento “Persona, tecnologie e professionalita': gli istitutitecnici e gli istituti professionali come scuoledell'innovazione”(1), predisposto dalla Commissione nazionalecostituita il 14 dicembre 2007 dal Ministro della Pubblica istruzionepro tempore e confermata nell'attuale legislatura sino allaconclusione dei suoi lavori. (1) I lavori istruttori della Commissione e il documento finalesono pubblicati sui numeri 115 -116/2006 e 120 - 121/2007 dellacollana “Studi e Documenti degli Annali della Pubblica istruzione”,ed. Le Monnier . Le linee guida sono state redatte sulla base delle proposte delGruppo tecnico nazionale operante presso il Dipartimento perl'Istruzione che, in continuita' con il lavoro svolto dalla citataCommissione, ha raccolto riflessioni e indicazioni attraverso ildialogo con docenti e dirigenti scolastici di centinaia di istitutitecnici coinvolti in presenza e a distanza attraverso il sitodell'ANSAS “http://nuovitecnici. indire. it ” e nel confronto con leassociazioni professionali e disciplinari e le parti sociali. In questo documento sono presentati riferimenti e orientamenti asostegno dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, ai fini delladefinizione del piano dell'offerta formativa e dell'organizzazionedel curricolo, ivi compresa, per il primo biennio, l'articolazione incompetenze, abilita' e conoscenze dei risultati di apprendimento dicui agli allegati B) e C) del Regolamento. Parte integrante deldocumento e' anche un breve glossario per rendere il linguaggioutilizzato piu' comprensibile. Nell'ulteriore fase che si aprira' dopo la pubblicazione delle lineeguida, un programma di misure nazionali, finalizzate soprattuttoall'aggiornamento dei docenti e dei dirigenti scolastici, neaccompagnera' l'attuazione. 1. AZIONI PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO 1.1. Rendere riconoscibile l'identita' degli istituti tecnici 1.1.1 Il Quadro di riferimento dell'Unione europea Il Regolamento sul riordino degli istituti tecnici esplicita il nessotra l'identita' degli Istituti tecnici e gli indirizzi dell'Ue nelrichiamare la Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio d'Europa18 dicembre 2006 sulle “Competenze chiave per l'apprendimentopermanente” e la Raccomandazione 23 aprile 2008 sulla costituzionedel “Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente”(EQF). Il rinnovamento degli istituti tecnici va inquadrato, quindi,all'interno della cooperazione europea per la costituzione di un

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sistema condiviso di istruzione e formazione tecnico-professionale(Vocational Education and Training - VET) e, piu' in generale, incoerenza con gli impegni assunti dal nostro Paese a seguito delConsiglio di Lisbona del 2000. Il Quadro europeo delle qualifiche perl'apprendimento permanente (EQF) consente, in particolare, di metterein relazione e posizionare, in una struttura a otto livelli, idiversi titoli (qualifiche, diplomi, certificazioni, ecc.) rilasciatinei Paesi membri. Il confronto si basa sui risultatidell'apprendimento (learning outcomes) e risponde all'esigenza diraggiungere diversi obiettivi, tra cui quello di favorire lamobilita' e l'apprendimento permanente attraverso la messa intrasparenza di titoli di studio, qualifiche e competenze. LaRaccomandazione sull' EQF indica, nel 2012, il termine perl'adozione, da parte degli Stati membri, di sistemi nazionali per lacomparazione dei titoli e delle qualifiche. L'attenzione e' rivoltaai risultati di apprendimento (outcome-based approach), piuttosto chealla durata degli studi (numero di anni), alle modalita' o allesituazioni di apprendimento (formale, informale, non-formale) o allemodalita' di insegnamento (input-based approach). Al centro e' posta,quindi, la persona che apprende, indipendentemente dal tipo dipercorso seguito per apprendere. All'adozione del Quadro europeo sono seguite misure di supporto el'attivazione di strumenti ulteriori per rendere piu' agevole ilpercorso verso gli scopi dell'EQF, cui i nuovi ordinamenti degliistituti tecnici si riferiscono, quali: - il “Quadro europeo di riferimento per l'assicurazione dellaqualita' dell'IFP” (The European Quality Assurance Referenceframework for Vocational Education and Training -EQARF), che puntasulla condivisione di criteri qualitativi, descrittori e indicatoricomuni per migliorare la qualita' dei sistemi educativi d'istruzionee formazione e costruire una comune cultura della valutazione e dellaqualita'; - il “Sistema Europeo per il Trasferimento dei Crediti perl'Istruzione e la Formazione Professionale” (The European Creditsystem for Vocational Education and Training - ECVET), che stabilisceun sistema di crediti che favorisca il reciproco riconoscimento degliapprendimenti tra i paesi europei, stimoli la mobilita' dei cittadinie lavoratori e promuova la flessibilita' dei percorsi formativi alfine di conseguire una qualificazione professionale. Si richiamano, infine, i seguenti documenti: - la Conclusione del Consiglio del 12/5/2009 (2009/C 119/02)“Education and Training 2020 ” che offre un quadro aggiornato dellestrategie europee in materia di istruzione e formazione. Taledocumento - ripreso per il nostro Paese da “Italia 2020” - indical'insieme delle competenze 'strategiche' da promuovere che sono, inbuona misura, competenze di cittadinanza attiva, gia' proposte nellaRaccomandazione Ue del 18 dicembre 2006 (2006/962/CE); - la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, alConsiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitatodelle regioni “Competenze chiave per un mondo in trasformazione25/11/2009”, che evidenzia il riflesso avuto dalle politiche europeesulle riforme dei programmi scolastici dei Paesi membri, con ungiudizio positivo sulla diffusione di approcci interdisciplinarinell'insegnamento e sul maggiore peso assegnato nei nuovi programmiscolastici alle competenze trasversali, alla diffusione delle TIC(Tecnologie dell'informazione e della comunicazione), al raccordopiu' stretto della scuola con il mondo del lavoro; - la Comunicazione della Commissione Ue (COM 2010/2020) “Europa 2020.Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile einclusiva”, adottata dal Consiglio europeo il 17 Giugno 2010, chepromuove la conoscenza e l'innovazione come motori dello sviluppo,soprattutto attraverso il miglioramento della qualita'

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dell'istruzione, il potenziamento della ricerca, l'utilizzazioneottimale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, inmodo che le idee innovative si trasformino in nuovi prodotti eservizi tali da stimolare la crescita e favorire l'occupazione. Con riferimento agli indirizzi contenuti nei citati documenti, e'necessario sviluppare, attraverso il contributo dell'istruzionesecondaria, il pensiero critico, le competenze per “imparare adimparare” e le metodologie dell'apprendimento attivo, aperto alrapporto con il mondo del lavoro, anche ai fini di favorire ilrientro nei processi dell'istruzione di giovani e adulti che ne sonostati precocemente espulsi o non ne hanno affatto fruito. Questoimpegno richiede che tutti gli istituti di istruzione secondariasuperiore e, in particolare, gli istituti dell'ordine tecnico eprofessionale, progettino e realizzino programmi di studio conmodalita' di frequenza piu' flessibili e idonee a riconoscere anche isaperi e le competenze comunque gia' acquisiti dagli studenti. 1.1.2 L'identita' degli istituti tecnici I nuovi ordinamenti del secondo ciclo del sistema educativo diistruzione e formazione di cui al decreto legislativo n.226/05, cheavranno attuazione dall'anno scolastico 2010/11, sono fondati sulprincipio dell'equivalenza formativa di tutti i percorsi con il finedi valorizzare i diversi stili di apprendimento degli studenti e dareuna risposta articolata alle domande del mondo del lavoro e delleprofessioni. La diversificazione dei percorsi di istruzione eformazione ha proprio lo scopo di valorizzare le diverse intelligenzee vocazioni dei giovani, anche per prevenire i fenomeni didisaffezione allo studio e la dispersione scolastica, ferma restandol'esigenza di garantire a ciascuno la possibilita' di acquisire unasolida ed unitaria cultura generale per divenire cittadiniconsapevoli, attivi e responsabili. Nel quadro sopra delineato, il rilancio dell'istruzione tecnica sifonda sulla consapevolezza del ruolo decisivo della scuola e dellacultura nella nostra societa' non solo per lo sviluppo della persona,ma anche per il progresso economico e sociale; richiede percio' ilsuperamento di concezioni culturali fondate su un rapportosequenziale tra teoria/pratica e sul primato dei saperi teorici. Come in passato gli istituti tecnici hanno fornito i quadri dirigentie intermedi del sistema produttivo, del settore dei servizi edell'amministrazione pubblica, cosi' oggi e' indispensabile il loroapporto in un momento in cui il progresso scientifico e tecnologicorichiede “menti d'opera” con una specializzazione sempre piu'raffinata, soprattutto in un paese, come l' Italia, che ha una fortevocazione manifatturiera. Agli istituti tecnici e' affidato il compito di far acquisire aglistudenti non solo le competenze necessarie al mondo del lavoro edelle professioni, ma anche le capacita' di comprensione eapplicazione delle innovazioni che lo sviluppo della scienza e dellatecnica continuamente produce. Per diventare vere “scuoledell'innovazione”, gli istituti tecnici sono chiamati ad operarescelte orientate permanentemente al cambiamento e, allo stesso tempo,a favorire attitudini all'autoapprendimento, al lavoro di gruppo ealla formazione continua. Nei loro percorsi non puo' mancare, quindi,una riflessione sulla scienza, le sue conquiste e i suoi limiti, lasua evoluzione storica, il suo metodo in rapporto alle tecnologie. Insintesi, occorre valorizzare il metodo scientifico e il saperetecnologico, che abituano al rigore, all'onesta' intellettuale, allaliberta' di pensiero, alla creativita', alla collaborazione, inquanto valori fondamentali per la costruzione di una societa' apertae democratica. Valori che, insieme ai principi ispiratori dellaCostituzione, stanno alla base della convivenza civile. In questo quadro, orientato al raggiungimento delle competenzerichieste dal mondo del lavoro e delle professioni, le discipline

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mantengono la loro specificita' e sono volte a far acquisire aglistudenti i risultati di apprendimento indicati dal Regolamento, ma e'molto importante che i docenti scelgano metodologie didattichecoerenti con l'impostazione culturale dell'istruzione tecnica chesiano capaci di realizzare il coinvolgimento e la motivazioneall'apprendimento degli studenti. Sono necessari, quindi, l'utilizzodi metodi induttivi, di metodologie partecipative, una intensa ediffusa didattica di laboratorio, da estendere anche alle disciplinedell'area di istruzione generale con l'utilizzo, in particolare,delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, diattivita' progettuali e di alternanza scuola-lavoro per sviluppare ilrapporto col territorio e le sue risorse formative in ambitoaziendale e sociale. Ogni nuovo impianto di studi non puo' prescindere, infine, da unavisione che accomuni studenti e docenti. Considerare gli istitutitecnici come “scuole dell'innovazione” significa intendere questiistituti come un laboratorio di costruzione del futuro, capaci ditrasmettere ai giovani la curiosita', il fascino dell'immaginazione eil gusto della ricerca, del costruire insieme dei prodotti, diproiettare nel futuro il proprio impegno professionale per una pienarealizzazione sul piano culturale, umano e sociale. In un mondosempre piu' complesso e in continua trasformazione, l'immaginazionee' il valore aggiunto per quanti vogliono creare qualcosa di nuovo,di proprio, di distintivo; qualcosa che dia significato alla propriastoria, alle proprie scelte, ad un progetto di una societa' piu'giusta e solidale. 1.1.3 Il profilo educativo, culturale e professionale (PECUP) Il secondo ciclo di istruzione e formazione ha come riferimentounitario il profilo educativo, culturale e professionale definito daldecreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, allegato A). Esso e' finalizzato a: a) la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani, pertrasformare la molteplicita' dei saperi in un sapere unitario, dotatodi senso, ricco di motivazioni; b) lo sviluppo dell'autonoma capacita' di giudizio; c) l'esercizio della responsabilita' personale e sociale. Il Profilo sottolinea, in continuita' con il primo ciclo, ladimensione trasversale ai differenti percorsi di istruzione e diformazione frequentati dallo studente, evidenziando che le conoscenzedisciplinari e interdisciplinari (il sapere) e le abilita' operativeapprese (il fare consapevole), nonche' l'insieme delle azioni e dellerelazioni interpersonali intessute (l'agire) siano la condizione permaturare le competenze che arricchiscono la personalita' dellostudente e lo rendono autonomo costruttore di se stesso in tutti icampi della esperienza umana, sociale e professionale. Nel secondo ciclo, gli studenti sono tenuti ad assolvere aldiritto-dovere all'istruzione e alla formazione sino al conseguimentodi un titolo di studio di durata quinquennale o almeno di unaqualifica di durata triennale entro il diciottesimo anno di eta'.Allo scopo di garantire il piu' possibile che “nessuno resti escluso”e che “ognuno venga valorizzato”, il secondo ciclo e' articolato neipercorsi dell'istruzione secondaria superiore (licei, istitutitecnici, istituti professionali) e nei percorsi del sistemadell'istruzione e della formazione professionale di competenzaregionale, presidiati dai livelli essenziali delle prestazionidefiniti a livello nazionale. In questo ambito gli studenticompletano anche l'obbligo di istruzione di cui al regolamentoemanato con decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto2007, n. 139. I percorsi degli istituti tecnici sono connotati da una solida baseculturale a carattere scientifico e tecnologico in linea con leindicazioni dell'Unione europea, costruita attraverso lo studio,

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l'approfondimento, l'applicazione di linguaggi e metodologie dicarattere generale e specifico, ... correlati a settori fondamentaliper lo sviluppo economico e produttivo del Paese. Tale base hal'obiettivo di far acquisire agli studenti sia conoscenze teoriche eapplicative spendibili in vari contesti di vita, di studio e dilavoro sia abilita' cognitive idonee per risolvere problemi, sapersigestire autonomamente in ambiti caratterizzati da innovazionicontinue, assumere progressivamente anche responsabilita' per lavalutazione e il miglioramento dei risultati ottenuti. Il riordino dell'istruzione tecnica si e' misurato, tuttavia, con laframmentarieta' che negli anni si e' andata moltiplicando, in assenzadi riforme organiche e ha ricondotto l'insieme delle proposteformative ad alcuni indirizzi fondamentali, in modo da favorirel'orientamento dei giovani e, nel contempo, garantire unapreparazione omogenea su tutto il territorio nazionale. Nelsuccessivo triennio sara' possibile articolare ulteriormente taliproposte in opzioni, anche per rispondere alle esigenze di unaformazione mirata a specifiche richieste del tessuto produttivolocale. I percorsi dei nuovi istituti tecnici danno, inoltre, ampio spazioalle metodologie finalizzate a sviluppare le competenze degli allieviattraverso la didattica di laboratorio e le esperienze in contestiapplicativi, l'analisi e la soluzione di problemi ispirati asituazioni reali, il lavoro per progetti; prevedono, altresi', uncollegamento organico con il mondo del lavoro e delle professioni,attraverso stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro. I percorsi degli istituti tecnici sono definiti, infine, rispetto aipercorsi dei licei, in modo da garantire uno “zoccolo comune”,caratterizzato da saperi e competenze riferiti soprattutto agliinsegnamenti di lingua e letteratura italiana, lingua inglese,matematica, storia e scienze, che hanno gia' trovato un primoconsolidamento degli aspetti comuni nelle indicazioni nazionaliriguardanti l'obbligo di istruzione (D.M. n.139/07). 1.2 Innovare l'organizzazione scolastica 1.2.1 Autonomia e flessibilita' Gli istituti tecnici hanno costituito, per molto tempo, un punto diforza dell'intero sistema economico e produttivo italiano e uno deifattori piu' efficaci di mobilita' sociale, che hanno accompagnato laricostruzione del Paese nel secondo dopoguerra e sostenuto il suorapido sviluppo degli anni Sessanta e Settanta, mettendo adisposizione del mondo produttivo e delle professioni una grandequantita' di giovani tecnici preparati e capaci di crescere sullavoro, grazie alla buona formazione culturale e tecnica ricevuta,fino a raggiungere posizioni di elevata responsabilita', anche comeimprenditori di successo. Negli ultimi decenni gli istituti tecnici hanno perso, pero',capacita' di attrazione soprattutto per la mancata percezione dellaloro identita' e ruolo sociale da parte dei giovani e delle famiglie;nel 1990 avevano 1.300.000 studenti, pari al 45% degli iscritti allascuola secondaria superiore; oggi tale percentuale e' il 34%.L'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e' divenuto cosi' unodei paradossi del mercato del lavoro italiano: a fronte di unasostenuta domanda delle imprese, puntualmente testimoniata dairapporti annuali del sistema informativo Excelsior e dallerilevazioni ISTAT sull'inserimento lavorativo dei diplomati, permaneuna forte asimmetria tra la domanda e l'offerta di diplomatidell'istruzione tecnica. Questo difficile raccordo incide negativamente sia sulle prospettivedi sviluppo di attivita' economiche e imprenditoriali strategiche perla competitivita' di ampi settori del made in Italy, sia sul futurodi tanti giovani che faticano a “trovare la bussola” per uno sboccoculturale e professionale efficace e coerente rispetto ai propri

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interessi, talenti e aspirazioni, che rischiano di rimanereinespressi se non addirittura inesplorati. Il rilancio dell'istruzione tecnica passa anche attraverso larazionalizzazione del sistema che, grazie ai 2 settori e agli 11indirizzi che fanno riferimento ai settori produttivi di rilevanzanazionale, punta a predisporre un quadro coerente e trasparentedell'offerta formativa per rispondere efficacemente allamolteplicita' degli interessi e delle aspirazioni dei giovani e alleesigenze del territorio, del mondo produttivo e delle professioni. A tal fine, gli istituti tecnici dispongono di due opportunita': 1) utilizzare, nei percorsi educativi, la quota di autonomia del 20%dei curricoli, sia per potenziare gli insegnamenti obbligatori pertutti gli studenti, con particolare riferimento alle attivita' dilaboratorio, sia per attivare ulteriori insegnamenti, finalizzati alraggiungimento degli obiettivi previsti dal piano dell'offertaformativa; 2) utilizzare gli spazi di flessibilita', intesi come possibilita' diarticolare le aree di indirizzo in opzioni, per offrire risposteefficaci e mirate alle esigenze del territorio e ai fabbisogniformativi espressi dal mondo del lavoro e delle professioni. Questostrumento va ricondotto, tuttavia, ad un quadro di criteri generalidefiniti a livello nazionale, onde evitare il rischio del ritorno aduna frammentazione e disarticolazione dei percorsi formativi.Obiettivo irrinunciabile dell'intera riorganizzazione del secondociclo del sistema educativo di istruzione e formazione e' quello direndere piu' efficienti i servizi di istruzione e piu' efficacel'utilizzo delle risorse. Ci sono, dunque, considerevoli differenze tra autonomia eflessibilita'. La quota di autonomia e' determinata, nei limiti del contingente diorganico annualmente assegnato alle istituzioni scolastiche, senzadeterminare situazioni di soprannumerarieta', in base all'orariocomplessivo delle lezioni previsto per il primo biennio e per ilcomplessivo triennio. L'autonomia consente, dunque, di modificare icurricoli, tenuto conto delle richieste degli studenti e dellefamiglie, entro il limite del 20% del monte ore delle lezioni, o perrafforzare alcuni insegnamenti, oppure per introdurre nuoviinsegnamenti che concorrono a realizzare gli obiettivi educativiindividuati nel piano dell'offerta formativa della scuola. Al fine dipreservare l'identita' degli istituti tecnici, le attivita' e gliinsegnamenti scelti autonomamente dalle istituzioni scolastiche sonocoerenti con il profilo educativo, culturale e professionale dellostudente definito in relazione al percorso di studi prescelto.L'orario di ciascuna disciplina non puo' essere ridotto oltre il 20%rispetto al quadro orario previsto dall'indirizzo di riferimento. Glistudenti sono tenuti alla frequenza delle attivita' e degliinsegnamenti facoltativi prescelti. La valutazione dei risultati diapprendimento delle materie facoltative concorre alla valutazionecomplessiva. Le richieste sono formulate all'atto delle iscrizionialle classi. Per sostenere l'autonomia delle scuole, il Regolamento dispone che,nell'ambito delle dotazioni organiche del personale docentedeterminate annualmente con il decreto adottato dal Ministerodell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, di concerto con ilMinistero dell'economia e delle finanze, sia prevista la possibilita'di assegnare, previa verifica della sussistenza di economieaggiuntive, un contingente potenziato di organico alle singole scuolee/o di renderlo disponibile attraverso gli accordi di rete. Gli spazi di flessibilita', invece, sono riservati esclusivamentealle aree di indirizzo; si possono aggiungere alle quote di autonomiae sono disponibili a partire dal terzo anno, nella misura del 30% nelsecondo biennio e del 35% nel quinto anno. Essi consentono di

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articolare le aree di indirizzo per le quali il Regolamento nonprevede articolazioni, ovvero di adattare le articolazioni ivipreviste, con l'obiettivo di corrispondere alle esigenze delterritorio e ai fabbisogni formativi espressi dal mondo del lavoro,anche in relazione a particolari distretti produttivi manifatturieri(per esempio, il settore cartario). Le opzioni sono indicate da un elenco nazionale contenente anchel'indicazione delle classi di concorso dei docenti che possono essereutilizzate per gli insegnamenti ivi previsti. L'elenco nazionale e'adottato con un apposito decreto del Ministro dell'istruzione,dell'universita' e della ricerca, di concerto con il Ministrodell'economia e delle finanze, ed e' periodicamente aggiornato sullabase degli esiti del monitoraggio e della valutazione condotti alivello nazionale. Nel diploma rilasciato a conclusione degli esami di Stato sonocertificate le competenze acquisite dallo studente anche conriferimento alle eventuali opzioni seguite. La flessibilita' non puo' determinare comunque esuberi di personale,percio' va utilizzata nei limiti delle dotazioni organiche assegnate. Inoltre, per arricchire l'offerta formativa della scuola e disporredi competenze specialistiche non presenti nell'istituto, le scuolepossono stipulare contratti d'opera con esperti del mondo del lavoroe delle professioni, che abbiano una specifica e documentataesperienza professionale maturata nel settore di riferimento, neilimiti degli spazi di flessibilita' previsti dal regolamento sulriordino degli istituti tecnici e delle risorse iscritte nelprogramma annuale di ciascuna istituzione scolastica. 1.2.2 I dipartimenti La progettazione formativa delle istituzioni scolastiche e' lostrumento per rispondere alle esigenze degli studenti, del contestosocio-culturale e ai fabbisogni del territorio e del mondo del lavoroe delle professioni; essa valorizza la funzione dei docenti cheprogrammano le proprie attivita' sulla base degli obiettivi indicatinel piano dell'offerta formativa di ciascun istituto. L'impianto dei nuovi ordinamenti degli istituti tecnici richiede chela progettazione formativa sia sostenuta da forme organizzative chepongano, al centro delle strategie didattiche collegiali, illaboratorio e la didattica laboratoriale, la costruzione dei percorsidi insegnamento/ apprendimento in contesti reali, quali l'alternanzascuola-lavoro, il raccordo con le altre istituzioni scolastiche(reti) e con gli enti locali (convenzioni), anche per realizzareprogetti condivisi. A questo fine, come gia' avviene in molti casi, e' utile che gliistituti tecnici si dotino, nella loro autonomia, di dipartimentiquali articolazioni funzionali del collegio dei docenti, di supportoalla didattica e alla progettazione (art. 5, comma 3, punto c) delRegolamento). Essi possono costituire un efficace modelloorganizzativo per favorire un maggior raccordo tra i vari ambitidisciplinari e per realizzare interventi sistematici in relazionealla didattica per competenze, all'orientamento e alla valutazionedegli apprendimenti. L'istituzione dei dipartimenti assume, pertanto, valenza strategicaper valorizzare la dimensione collegiale e co-operativa dei docenti,strumento prioritario per innalzare la qualita' del processo diinsegnamento/apprendimento. I dipartimenti, quale possibile articolazione interna del collegiodei docenti, possono presidiare la continuita' verticale e lacoerenza interna del curricolo, vigilare sui processi diapprendimento per lo sviluppo dei saperi e delle competenze previstenei profili dei vari indirizzi, la cui attuazione e' facilitata dauna progettualita' condivisa e un'articolazione flessibile. Le tipologie di attivita' che i dipartimenti possono svolgere sono

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strettamente correlate alle esperienze realizzate dalla scuola e agliobiettivi di sviluppo e di miglioramento che si intendono perseguire. In particolare, nel primo biennio, i dipartimenti possono svolgereuna funzione strategica per il consolidamento, con il concorso ditutte le discipline, delle competenze di base per la lingua italiana,la lingua straniera e la matematica, per il raccordo tra i saperidisciplinari e gli assi culturali previsti dall'obbligo di istruzionee tra l'area di istruzione generale e le aree di indirizzo. In generale, i dipartimenti possono individuare i bisogni formativi edefinire i piani di aggiornamento del personale, promuovere esostenere la condivisione degli obiettivi educativi e la diffusionedelle metodologie piu' efficaci per migliorare i risultati diapprendimento degli studenti. Gli istituti tecnici definiscono, nella loro autonomia e nel rispettodelle tutele contrattuali in materia di organizzazione del lavoro, lemodalita' di costituzione dei dipartimenti e le regole per il lorofunzionamento. Possono essere previste anche forme molto flessibili epoco strutturate, con forme di comunicazione in presenza e in retetra i docenti e gli altri soggetti interessati. Si ritiene comunqueopportuno che ad essi vada riservato anche uno spazio fisicodedicato. Esemplificazioni di buone pratiche realizzate dagli istituti tecnicisono disponibili al riguardo sul sito ANSAS nella sezione dedicata ainuovi istituti tecnici, sotto la voce “Esperienze”. 1.2.3 Il comitato tecnico scientifico Gli istituti tecnici, in base all'art. 5, comma 3 punto d) delRegolamento, possono dotarsi di un comitato tecnico scientifico (CTS)composto da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delleprofessioni e della ricerca scientifica e tecnologica. Il CTS costituisce un elemento che puo' favorire l'innovazionedell'organizzazione degli istituti tecnici; e' un organismo confunzioni consultive e propositive per l'organizzazione delle aree diindirizzo e l'utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilita';e' lo strumento per consolidare i rapporti della scuola con il mondodel lavoro e delle professioni e sviluppare le alleanze formative dicui al par. 1.4. Pur non essendovi una specifica regolamentazione in materia, lacostituzione del CTS non puo' che essere formalizzata con appositedelibere degli organi collegiali della scuola nel rispetto dei ruoliistituzionali di ciascun organo. Per esigenze di trasparenza ecorrettezza istituzionale, costituiscono parti integranti di talidelibere l' atto costitutivo e il regolamento di funzionamento che nedefiniscono la composizione anche in ordine alle competenze deipropri membri (coerenti con le caratteristiche dell'istituto e lefinalita' del CTS), le funzioni, le modalita' organizzative e formedi comunicazione e di cooperazione con gli organi collegialidell'istituto, nel rispetto delle loro specifiche competenze. Al fine di garantire un efficace funzionamento del CTS , e' opportunoprevedere un congruo numero di riunioni annuali, con cadenza almenotrimestrale. Per assicurare continuita' alle azioni programmate dalleistituzioni scolastiche nella loro autonomia, anche ai fini delmonitoraggio, valutazione dei risultati e controllo di qualita' deiprocessi attivati, e' opportuno, altresi', che il CTS duri in caricaalmeno per un triennio. Esemplificazioni di buone pratiche realizzate dagli istituti tecnicisono disponibili sul sito ANSAS nella sezione dedicata ai nuoviistituti tecnici, sotto la voce “Esperienze”. 1.2.4 L'ufficio tecnico Gli istituti tecnici per gli indirizzi del settore tecnologico sonodotati di un ufficio tecnico con il compito di “sostenere la miglioreorganizzazione e funzionalita' dei laboratori a fini didattici e illoro adeguamento in relazione alle esigenze poste dall'innovazione

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tecnologica, nonche' per la sicurezza delle persone e dell'ambiente”. L'ufficio tecnico riprende e potenzia il tradizionale compito dicollaborazione con la direzione dell'istituto, di raccordo con gliinsegnanti impegnati nello svolgimento delle esercitazioni pratiche econ il personale A.T.A., per l'individuazione, lo sviluppo e ilfunzionamento ottimale delle attrezzature tecnologiche e dellestrumentazioni necessarie a supporto della didattica; assume un ruolorilevante in una scuola che considera la didattica di laboratoriocome una delle sue caratteristiche distintive ai finidell'acquisizione delle competenze da parte degli studenti. L'ufficio tecnico puo' estendere il suo campo d'azione a tutte learee disciplinari attraverso la predisposizione di un piano diattivita' per l'uso programmato degli spazi e delle attrezzature, laricerca delle soluzioni logistiche e organizzative piu' funzionalialla didattica ed anche per la condivisione in rete delle risorseumane, professionali e tecnologiche disponibili. Sulla base delle autonome scelte organizzative dei singoli istituti,l'ufficio tecnico puo' divenire una risorsa per lo sviluppoqualitativo delle competenze organizzative della scuola, soprattuttoraccordandosi con tutte le strutture (per esempio, i dipartimenti)previste per la gestione e la realizzazione di progetti didatticicondivisi. Anche per questo, e' importante che i responsabilidell'ufficio tecnico provvedano ad assicurare una adeguata gestionedell'archiviazione e della documentazione ai fini della pienafruibilita' delle conoscenze esistenti e di quelle accumulate neltempo. Per soddisfare le esigenze di manutenzione e adeguamento continuodelle risorse tecniche necessarie all'attivita' didattica e alfunzionamento generale dell'istituto, e' utile che l'ufficio tecnicosviluppi una progettazione che parta dalla rilevazione dellenecessita' evidenziate dai responsabili dei dipartimenti e deilaboratori e dall'individuazione di categorie di beni o di servizi daapprovvigionare; interventi di manutenzione ordinaria e straordinariada mettere in atto; possibili integrazioni di risorse disponibili sulterritorio anche in rete con altri istituti. Il funzionamento e la gestione dell'ufficio tecnico e' descritto nelregolamento di istituto, che indica, con trasparenza, le procedure ele modalita' operative adottate per rispondere agli obiettivi chel'istituzione scolastica si e' data per innalzare la qualita' delleattivita' didattiche. Il Regolamento, per i posti da assegnare all'ufficio tecnico, fariferimento a quelli gia' previsti, secondo il previgenteordinamento, dai decreti istitutivi degli istituti tecnici confluitinel settore tecnologico in base alle indicazioni riportate nellatabella di cui all'Allegato D) al Regolamento medesimo. 1.3. Motivare gli studenti a costruire il proprio progetto di vita edi lavoro Il sistema educativo di istruzione e formazione presenta oggi duedistinti modelli organizzativi, che, in relazione al primo e alsecondo ciclo, vanno resi progressivamente coerenti, anche attraversola valorizzazione delle buone pratiche. Si pone, quindi, il problema di garantire il diritto dello studentead un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovereuno sviluppo articolato e multidimensionale della sua persona. Una corretta azione educativa richiede un progetto formativo cheaccompagni lo studente con continuita' nell'acquisizione graduale deirisultati di apprendimento attesi in termini di conoscenze, abilita'e competenze. Essa si propone anche di prevenire le difficolta' e lesituazioni di criticita' riscontrate in modo particolare nei passaggitra i diversi ordini di scuola, che sono di solito la causaprincipale di una diffusa dispersione scolastica soprattutto nelprimo biennio della scuola secondaria superiore.

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La continuita' diviene, quindi, un obiettivo prioritario per educarelo studente a riorganizzare i saperi, le competenze e le esperienzeacquisite. Continuita' del processo educativo significa pertantoconsiderare il percorso formativo secondo una logica di sviluppocoerente, che da una parte valorizzi quello che lo studente sa e safare e, dall'altra, riconosca la specificita' degli interventi e delprofilo educativo culturale e professionale al termine di ogni cicloscolastico. A tal fine, gli insegnanti del secondo ciclo di istruzione dovrebberoessere messi in grado di conoscere i risultati di apprendimento chelo studente ha effettivamente conseguito prima del suo ingresso nelsecondo ciclo anche allo scopo di attuare eventuali azioni direcupero. E' opportuno pertanto che il passaggio dal primo al secondo ciclo siaaccompagnato da specifiche azioni di orientamento informativo eformativo ispirate ai principi della continuita' verticale edell'integrazione tra i sistemi. Il modello della rete territoriale tra scuole medie, scuolesecondarie superiori, uffici scolastici provinciali, enti locali,associazioni e altri soggetti si e' rivelato finora il piu' efficaceper coinvolgere un'ampia fascia di destinatari, con interessi easpettative diverse. Le reti hanno facilitato i contatti con le famiglie sia nella fase diinformazione e sensibilizzazione precedente alle iscrizioni alsecondo ciclo del sistema di istruzione e formazione, sia nellesuccessive attivita' a valenza orientativa o di ri-orientamento. Grazie alla loro capacita' di “fare sistema”, infatti, le retifavoriscono l'inclusione, riducono gli insuccessi e le uscite precocidai percorsi scolastici e formativi, facilitano eventuali passaggitra i percorsi educativi, accrescono il numero dei diplomati e ilivelli di istruzione tra gli adulti. La collaborazione tra le scuole e gli altri soggetti del territorio,a partire dal raccordo con le scuole del primo ciclo, e' moltoimportante anche per realizzare iniziative e percorsi capaci dimotivare gli studenti a costruire progressivamente il proprioprogetto di vita e di lavoro. I giovani oggi incontrano infatti maggiori difficolta' a disegnare ilproprio futuro professionale e a definire le strategie perrealizzarlo. Il mondo non solo e' radicalmente mutato, ma continua acambiare con una velocita' sconosciuta alle generazioni che li hannopreceduti. Le scelte diventano piu' difficili e complesse: nulla puo'essere lasciato al caso e il percorso va costruito per tutta ladurata della scuola secondaria superiore, cogliendo tutte leopportunita' per vagliare con consapevolezza come valorizzareattitudini e talenti personali in un coerente progetto di vita e dilavoro. Diventa essenziale pertanto sviluppare una cultura dell'orientamentoche, privilegiando la dimensione formativa e operativa piuttosto chequella informativa, accolga gli studenti fin dal loro ingresso nellascuola secondaria e li accompagni lungo l'intero percorso di studi,motivandoli verso le professioni tecniche, con un'approfonditaconoscenza del settore di riferimento e delle sue prospettiveevolutive, affinche' ogni giovane si senta protagonista del proprioprocesso di formazione e orgoglioso del contributo professionale chepuo' dare allo sviluppo del Paese. Soprattutto negli istituti tecnici, che offrono un'ampiapossibilita', dopo il diploma, di intraprendere subito un percorsoprofessionale, e' auspicabile che gli studenti imparino il primapossibile ad elaborare le acquisizioni che la scuola propone loroattraverso lo studio delle discipline, arricchendole e integrandolecon esperienze che li mettano in grado di confrontarsi con crescenteautonomia con le richieste dal mondo del lavoro e delle professioni,

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per mettere in relazione questi dati con gli interessi e leaspirazioni personali. Nel rispetto dell'autonomia organizzativa e didattica di ciascunaistituzione scolastica, e' auspicabile infine che l'impegno dellascuola si concentri prevalentemente su principi che sviluppino gliaspetti educativi piu' intimamente connessi con la dimensione dellaprogettualita' personale, in funzione di una facilitazione oggettivadelle scelte degli studenti. Si tratta di valorizzare lepotenzialita' di ciascun allievo, soddisfare le aspettative dicrescita e di miglioramento, individuare percorsi rispondenti aibisogni degli studenti. In altre parole, promuovere un orientamentoche sostenga l'esplorazione delle possibilita' di sviluppo personalee professionale, che valorizzi la dimensione orientativa dellediscipline che favorisca il collegamento e l'interazione della scuolacon il territorio e il mondo produttivo, soprattutto attraverso glistage e l'alternanza, che proponga agli studenti attivita'coinvolgenti, utilizzando diffusamente metodologie attive e contestiapplicativi. Per svolgere questo delicato compito, gli istituti tecnici possonocontare su alleanze consolidate, a livello locale, regionale enazionale con le istituzioni e le associazioni professionali eimprenditoriali. 1.4. Realizzare “alleanze formative” sul territorio con il mondo dellavoro, delle professioni e della ricerca Il rilancio dell'istruzione tecnica richiede un raccordo piu' strettoe organico della scuola con i soggetti istituzionali e sociali delterritorio e, in particolare, con il sistema produttivo, il mondo dellavoro e delle professioni, attraverso un'alleanza formativa stabile,ampia e radicata a livello locale, anche per superare le criticita'determinatesi, a partire dagli anni '90, in relazione alladecrescente attenzione dei giovani e delle loro famiglie verso leprofessioni tecniche. Questa situazione ha determinato un crescente mancato incontro(mismatch) tra domanda e offerta di lavoro: da un lato, le impresenon trovano i tecnici qualificati di cui hanno bisogno per competeresui mercati mondiali; dall'altro, il tasso di disoccupazione osotto-occupazione dei nostri giovani e' tra i piu' elevatidell'Unione europea perche' i titoli di studio acquisiti nonrispondono ai fabbisogni del mondo del lavoro, oppure risultanospendibili solo in settori e ambiti a bassa crescita occupazionale. Il nostro sistema di istruzione e' attraversato, quindi, da unacontraddizione che occorre superare: i giovani diplomati degliistituti tecnici sono i primi a capitalizzare rapidamente i lorostudi, trasformandoli in occasioni di crescita personale eprofessionale sia attraverso un rapido inserimento nel mondo dellavoro sia nei successivi percorsi universitari, ma questo fattorepositivo incide scarsamente sulle scelte delle famiglie e dei giovanial momento dell'iscrizione alla scuola secondaria superiore. L'apertura della scuola al mondo del lavoro e delle professioni e',tra l'altro, una opportunita', unanimemente riconosciuta, perprevenire e contrastare la dispersione scolastica, oltre che perfavorire l'occupabilita'. La competitivita' delle economie piu' sviluppate, infatti, si giocasempre piu' sul terreno della “competizione intellettuale”, cheintreccia profondamente conoscenza, innovazione einternazionalizzazione. Per mantenere elevati i livelli dioccupazione occorre puntare su livelli di istruzione piu' elevati, maanche sull'apertura a esperienze e linguaggi diversi: contenutispecialistici e suddivisioni disciplinari tendono ad una crescenteinterdipendenza e contaminazione tra i saperi. Per far fronte allenuove sfide dell'educazione, l'Unione europea raccomanda ai paesimembri di innovare i sistemi educativi nazionali in moda da superare

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la contrapposizione tra cultura generale e cultura tecnica eprofessionale, creare nuovi ponti tra scuola, societa' e impresa,considerando quest'ultima anche come ambiente formativo, pergarantire ai cittadini e ai lavoratori un apprendimento lungol'intero corso della vita. In questo contesto, sono sempre piu' necessari l'interazione e ildialogo, in forme non episodiche, tra le imprese, che persopravvivere e svilupparsi devono divenire “fabbriche di conoscenza”,e le scuole, tradizionali “fabbriche della conoscenza e dellacittadinanza”. L'impianto del nuovo ordinamento accentua la rilevanzadell'istruzione tecnica come canale formativo dotato di una propriaidentita' culturale e pedagogica, fondata sulla filiera scientifica esulle tecnologie che caratterizzano gli indirizzi di studio: menosettori e indirizzi per rispondere meglio all'evoluzione sempre piu'rapida dei mestieri e delle professioni che, nella societa' dellaconoscenza, tende a riorganizzare permanentemente i livelli dispecializzazione richiesti e, nel contempo, un collegamento organicotra scuola e impresa e con l'ampliamento di stage, tirocini,alternanza scuola/lavoro, per favorire l'apprendimento dei giovani incontesti operativi reali. L'interazione con il mondo produttivo e il territorio, pilastrodell'istruzione tecnica findalla nascita, e' strategica per gliistituti tecnici, perche' facilita uno scambio di informazionicontinuamente aggiornato sui fabbisogni professionali e formatividelle imprese, sulla reale "spendibilita'" dei titoli di studio nelmercato del lavoro, sulle prospettive di sviluppo delle professioni,sulle competenze specifiche richieste dal sistema produttivo, sullecondizioni migliori per organizzare efficacemente gli spazi diautonomia e di flessibilita' che tali scuole hanno a disposizione. Il piano “Italia 2020”, tra le misure utili per promuoverel'occupabilita' dei giovani, propone azioni specifiche molto vicinealle consolidate esperienze che gli istituti tecnici hannosviluppato, soprattutto in quelle aree del Paese in cui sono statiprotagonisti della crescita dei sistemi produttivi locali. Il pianosottolinea la necessita' di progettare percorsi di istruzione eformazione di qualita', accessibili a tutti e coerenti con leesigenze del sistema produttivo e di facilitare la transizione dallascuola al lavoro sia attraverso servizi di orientamento piu'efficienti ed efficaci rivolti ai giovani e alle famiglie siaattraverso percorsi educativi in alternanza scuola/lavoro. Tali indicazioni sono importanti per valorizzare il ruolodell'alternanza non solo per superare la separazione tra momentoformativo e applicativo, ma soprattutto per accrescere la motivazioneallo studio e per aiutare i giovani nella scoperta delle vocazionipersonali attraverso “l'imparare facendo”. L'alternanza li aiuta,infatti, a capire e sperimentare “sul campo” la vastita' el'interconnessione delle conoscenze e delle competenze necessarie peravere successo nell'attuale situazione storica, ad avvicinare iragazzi alla cultura del lavoro e all'applicazione delle conoscenzealla risoluzione dei problemi. Sebbene l'urgenza di approfondire la collaborazione tra scuola eimpresa sia ampiamente condivisa, particolare attenzione andra'riservata alle modalita' e ai mezzi per svilupparla. Le modalita' di raccordo tra istituti tecnici e territorio possonoassumere forme diverse, con differenti figure giuridiche cheidentificano la corresponsabilita' dei vari soggetti circa laqualita' dell'offerta formativa in una logica di sussidiarieta'. Unesempio e' il modello delle reti delineato dal Regolamento perl'autonomia delle istituzioni scolastiche (d.P.R. n. 275/99, art. 7),che le prospetta come sedi naturali per promuovere la cooperazionetra scuole e altri soggetti per realizzare la ricerca educativa,

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l'orientamento scolastico e professionale, la formazione delpersonale. Si tratta di un modello organizzativo gia' ampiamentediffuso a livello nazionale, che consente di sperimentare innovativeforme di coordinamento tra le scuole, anche di diverso ordine egrado, e altri soggetti al fine di migliorare la qualita' dei servizie delle politiche formative, valorizzando il contributo deglioperatori scolastici, degli enti locali, delle istituzioni culturali,sociali ed economiche, delle Camere di Commercio, delle associazionie delle agenzie del territorio che intendono dare il loro apportoalla realizzazione di specifici progetti educativi o, piu' ingenerale, partecipare al miglioramento della qualita' dell'offertaformativa rivolta ai giovani e agli adulti. Un altro modello organizzativo innovativo, finalizzato a promuoverein modo stabile la collaborazione tra scuole e imprese per sostenerela diffusione della cultura tecnica e scientifica, la ricerca e iltrasferimento tecnologico, e' quello dei poli tecnico-professionaliche potranno essere costituiti a norma dell'art. 13, comma 2, dellalegge n. 40/07, nel rispetto delle competenze esclusive delle Regioniin materia di programmazione dell'offerta formativa, tra istitutitecnici e istituti professionali, strutture della formazioneprofessionale accreditate, istituti tecnici superiori, centri diricerca, universita' e altri soggetti interessati. 1.5. Progettare e valutare per competenze 1.5.1 Insegnare per sviluppare competenze L'impianto del sistema degli Istituti Tecnici e' diretto allapromozione di un insieme di competenze descritte nel profiloeducativo, culturale e professionale sia generale, sia relativo aisingoli indirizzi. Per quanto riguarda il biennio iniziale, vengonoassunte per la parte comune le competenze incluse nell'impiantonormativo riferibile all'obbligo di istruzione. Tale quadro diriferimento sollecita la progettazione e l'attuazione progressiva diuna coerente pratica didattica. A questo fine vengono proposti alcunicriteri di riferimento, in particolare per quanto riguarda il primobiennio. La normativa relativa all'obbligo di istruzione elenca ottocompetenze chiave di cittadinanza e quattro assi culturali a cui fareriferimento nell'impostare l'attivita' formativa del primo bienniodel secondo ciclo. Dal momento che l'impianto europeo relativo allecompetenze chiave da sviluppare lungo tutto l'arco della vita ledefinisce come “la comprovata capacita' di usare conoscenze, abilita'e capacita' personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni dilavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale”,precisando che esse “sono descritte in termine di responsabilita' eautonomia”, esse debbono essere collegate alle risorse interne(conoscenze, abilita', altre qualita' personali) che ne sono afondamento. Di conseguenza anche la loro valutazione implica, secondoun'efficace formula, “accertare non cio' che lo studente sa, ma cio'che sa fare consapevolmente con cio' che sa”. Sono di seguito presentate alcune considerazioni che possonoorientare i docenti ad insegnare per sviluppare competenze: a. una competenza sia generale, sia di studio, sia di lavoro sisviluppa in un contesto nel quale lo studente e' coinvolto,personalmente o collettivamente, nell'affrontare situazioni, nelportare a termine compiti, nel realizzare prodotti, nel risolvereproblemi, che implicano l'attivazione e il coordinamento operativo diquanto sa, sa fare, sa essere o sa collaborare con gli altri. Cio'vale sia nel caso delle competenze legate allo sviluppo dellapadronanza della lingua italiana, della lingua straniera, dellamatematica e delle scienze, sia alla progressiva padronanza delletecnologie e tecniche di progettazione, realizzazione e controllo diqualita' nel settore di produzione di beni e/o servizicaratterizzanti il proprio indirizzo, sia per quanto riguarda quelle

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che, nel documento sull'obbligo di istruzione, sono chiamatecompetenze di cittadinanza. Un ruolo centrale, come risulta dallastessa definizione europea di competenza, e' svolto dalla qualita'della conoscenze e delle abilita' sviluppate nei vari ambiti distudio. Esse infatti devono essere non solo acquisite a un buonlivello di comprensione e di stabilita' ma devono anche rimanereaperte a una loro mobilizzazione e valorizzazione nel contesto diogni attivita' di studio, di lavoro o di una vita sociale; b. la progettazione di un'attivita' formativa diretta allo sviluppodi competenze dunque non puo' non tener conto della necessita' che leconoscenze fondamentali da questa implicate siano acquisite inmaniera significativa, cioe' comprese e padroneggiate in modoadeguato, che le abilita' richieste siano disponibili a un livelloconfacente di correttezza e di consapevolezza di quando e comeutilizzarle, che si sostenga il desiderio di acquisire conoscenze esviluppare abilita' nell'affrontare compiti e attivita' che neesigono l'attivazione e l'integrazione. Per questo e' necessariol'individuazione chiara delle conoscenze e abilita' fondamentali chele varie competenze implicano e del livello di profondita' epadronanza da raggiungere e, dall'altra, l'effettuazione di unbilancio delle conoscenze, delle abilita' gia' acquisite edevidenziate da parte dello studente (o, eventualmente, dellecompetenze da lui gia' raggiunte). Dal confronto tra questi dueriferimenti e' possibile elaborare un progetto formativo coerente.Cio' e' abbastanza evidente nel caso delle competenze riferibili alloscrivere, al leggere e alla matematica, competenze che condizionanonon poco lo sviluppo di qualsiasi altra competenza; c. la consapevolezza, che tutti gli insegnanti dovrebbero raggiungerecirca il ruolo degli apporti delle loro discipline allo sviluppodelle competenze intese, favorisce la presenza di un ambienteeducativo nel quale studenti e docenti collaborano in tale direzione.Si tratta di promuovere una pratica formativa segnata dall'esigenzadi favorire un'acquisizione di conoscenze e abilita' del cui valore,ai fini dello sviluppo personale, culturale e professionale indicatenelle competenze finali da raggiungere, siano consapevoli sia idocenti, sia gli studenti. Cio' implica l'uso di metodi checoinvolgono l'attivita' degli studenti nell'affrontare questioni eproblemi di natura applicativa (alla propria vita, alle altrediscipline, alla vita sociale e lavorativa) sia nell'introdurre inuclei fondamentali delle conoscenze e abilita', sia nel progressivopadroneggiarli. Un ambiente di lavoro nel quale si realizzanoindividualmente o collettivamente prodotti che richiedono un utilizzointelligente di quanto studiato o sollecitano un suo approfondimentoe' la chiave di volta metodologica. Naturalmente nei primi due annisi tratta di prodotti non particolarmente impegnativi come sintesiscritte di testi studiati, alle quali si possono accostareriflessioni personali, esempi di applicazioni pratiche,argomentazioni critiche o risultati di discussioni di gruppo(eventualmente in lingua straniera); ricerca di applicazioni diconcetti e principi matematici e/o scientifici a casi di vitaquotidiana e/o tecnici; individuazione di fondamenti concettuali chefanno da supporto a procedure e tecniche presentate nelle attivita'di indirizzo; l'impostazione e la realizzazione di piccoli progettiche implichino l'applicazione di quanto studiato; progettazione diprotocolli di laboratorio o di semplici ricerche sperimentali; d. l'ambiente nel quale si svolgono i percorsi dovrebbe assumeresempre piu' le caratteristiche di un laboratorio nel quale si operaindividualmente o in gruppo al fine di acquisire e controllare laqualita' delle conoscenze a e abilita' progressivamente affrontate,mentre se ne verifica la spendibilita' nell'affrontare esercizi eproblemi sempre piu' impegnativi sotto la guida dei docenti. Sitratta di promuovere una metodologia di insegnamento e apprendimento

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di tipo laboratoriale, alla quale si potra' accostare con ancormaggior profitto l'utilizzo delle previste attivita' da svolgere neilaboratori. Ad esempio, si puo' immaginare un laboratorio discrittura in italiano, sostenuto dall'uso personale e/o collettivo ditecnologie digitali, nel quale si possano anche redigere relazioni suquanto esplorato nelle scienze o nelle tecnologie, oltre che commentialle proprie letture; un laboratorio di introduzione e diapplicazione dei concetti e dei procedimenti matematici, mediante lasoluzione di problemi anche ispirati allo studio parallelo dellescienze o delle tecnologie; esercitazioni nella lingua straniera,valorizzando, se ci sono, quanti ne manifestano una maggiorepadronanza o mediante la lettura e/o ascolto collettivo di testitecnici in inglese; e. infine, occorre ribadire che nella promozione delle variecompetenze previste, anche a livello di biennio iniziale, va curatacon particolare attenzione l'integrazione tra quanto sviluppatonell'area generale, comune a tutti gli indirizzi, e quanto oggetto diinsegnamento nell'area specifica di ciascun indirizzo. In particolarenel promuovere le competenze di natura tecnica proprie di ciascunindirizzo occorre evidenziare i collegamenti esistenti con leconoscenze e le abilita' introdotte negli assi matematico escientifico-tecnologico e, viceversa, facilitare l'applicazione deiconcetti, principi e procedimenti degli assi matematico escientifico-tecnologico alla costruzione delle competenze tecniche etecnologiche. Questa impostazione implica una particolare cura nellaprogettazione didattica dei vari insegnamenti e nella lororealizzazione, cercando in primo luogo una sistematica collaborazionetra i docenti delle varie discipline coinvolte e, in secondo luogo,favorendo una costante verifica della capacita' di collegamento daparte degli studenti tra quanto appreso nell'area comune e quantoaffrontato nell'area di indirizzo e viceversa. In sede diprogettazione collegiale, e' molto opportuno indicare anche comeciascuna disciplina intende concorrere al raggiungimento deirisultati di apprendimento comuni a tutti i percorsi (punto 2.1dell'allegato A) al Regolamento per gli istituti tecnici),declinandoli in termini di abilita' misurabili. Con riferimento alle indicazioni di natura metodologica sopraesposte, si suggerisce, in particolare, che i dipartimenti assumanocompiti collaborativi in ordine alla progettazione, realizzazione evalutazione dei percorsi formativi anche selezionando e/o producendomateriali a supporto delle didattica e predisponendo opportunistrumenti di valutazione dei progressi dei singoli studenti. Inparticolare, per il primo biennio, si ritiene molto utile lacostituzione di strutture dipartimentali in relazione allaprogettazione e valutazione di attivita' di consolidamento dellecompetenze di padronanza della lingua italiana, della matematica edella lingua straniera, e dell'integrazione tra gli insegnamenti checoncorrono alla promozione delle competenze proprie dell'area diindirizzo. 1.5.2 Operare per progetti In generale la pedagogia del progetto e' una pratica educativa checoinvolge gli studenti nel lavorare intorno a un compito condivisoche abbia una sua rilevanza, non solo all'interno dell'attivita'scolastica, bensi' anche fuori di essa. Ad esempio, si puo' proporreagli studenti di impegnarsi nella produzione di uno spettacolo, nellapubblicazione di un giornale, nel preparare un viaggio oun'escursione, scrivere una novella, redigere una guida turistica chedescriva un luogo o un oggetto d'arte, preparare una esposizione,girare un film o un video, progettare e realizzare un sitoinformatico, partecipare a un'azione umanitaria ecc. E' nel contestodi tali attivita' che essi saranno stimolati a mettere in moto, adacquisire significativamente, a coordinare efficacemente conoscenze e

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abilita', ad arricchire e irrobustire le loro disposizioni internestabili (valori, atteggiamenti, interessi, ecc.). Il grande vantaggiodi questo approccio sta nel favorire l'interiorizzazione del senso diquello che si apprende, cioe' del fatto che conoscenze e abilita'fatte proprie o ancora da ancora acquisire hanno un ruolo e unsignificato, possono servire per raggiungere uno scopo piu' vasto. Lavorare per progetti induce la conoscenza di una metodologia dilavoro di grande rilievo sul piano dell'agire, la sensibilita' versodi essa e la capacita' di utilizzarla in vari contesti. Il progetto,infatti, e' un fattore di motivazione, in quanto cio' che vieneimparato in questo contesto prende immediatamente, agli occhi deglistudenti, la figura di strumenti per comprendere la realta' e agiresu di essa. Per questa ragione, la pedagogia del progetto e' utileall'acquisizione di competenze complesse, perche' da' agli allievil'abitudine di vedere i procedimenti appresi a scuola come strumentiper raggiungere degli scopi che possono percepire e che stanno loro acuore, anche nella vita extra scolastica. Sul piano operativo, si parte sempre da un momento di naturaprogettuale. Si tratta di tutto il lavoro che precede l' azioneconcreta, ma che ne fornisce i fondamenti e i riferimenti generali eparticolari. E' il momento ideativo. Esso comporta l'elaborazione delprogetto sia nel suo risultato finale o prodotto, sia nel modo diraggiungerlo o processo di produzione. In esso vengono ancheesplicitati tempi, luoghi, persone, risorse implicate nella suarealizzazione. Spesso assume un ruolo importante la capacita' diinterpretare le linee e le indicazioni progettuali per adattarle allespecifiche circostanze che giorno per giorno si evidenziano. Inquesta fase entrano in gioco complesse competenze di gestione dellerelazioni interpersonali e istituzionali. Accanto all'evidenziarsi delle capacita' tecniche realizzatrici, e'opportuno prevedere un vero e proprio processo di valutazionecontinua, un controllo della qualita' della realizzazione delprogetto, sia quanto al risultato sul piano del prodotto, sia quantoalle modalita' con le quali esso viene conseguito. Vengono messi inrisalto gli scarti esistenti tra progetto e sua realizzazione, nevengono studiati l'origine e il significato e quindi si interviene omodificando il progetto stesso, o migliorando la sua realizzazioneconcreta. L'esperienza diretta di un lavoro per progetti porta aesaminare e interpretare il mondo produttivo e professionale, secondocategorie di lettura che consentono attribuzioni di significato evalutazioni di congruenza. 1.5.3 Valutare le competenze sviluppate Problematiche connesse con la valutazione delle competenze In ogni programma educativo diretto allo sviluppo di competenze e'cruciale la scelta della modalita' di valutazione che i responsabilidella progettazione e conduzione di tale programma debbono fare siaper quanto riguarda le competenze iniziali, gia' validamente estabilmente possedute, sia per quanto concerne il costituirsiprogressivo di quelle oggetto di apprendimento. Occorre ancheaggiungere che intrinseca al processo stesso e' la promozione diun'adeguata capacita' di autovalutazione del livello di competenzaraggiunto. Cio' per varie ragioni: in primo luogo, perche' occorresollecitare e sostenere lo sviluppo di competenze autoregolative delproprio apprendimento; in secondo luogo, perche' la constatazione deiprogressi ottenuti e' una delle maggiori forze motivantiall'apprendimento. Una competenza si manifesta quando uno studente e' in grado diaffrontare un compito o realizzare un prodotto a lui assegnato,mettendo in gioco le sue risorse personali e quelle, se disponibili,esterne utili o necessarie. Naturalmente la natura del compito o delprodotto caratterizza la tipologia e il livello di competenza che si

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intende rilevare. Questo puo' essere piu' direttamente collegato conuno o piu' insegnamenti, oppure riferirsi piu' direttamente aun'attivita' tecnica e/o professionale. Comunque, esso deve potersollecitare la valorizzazione delle conoscenze, delle abilita'apprese e delle altre caratteristiche personali in maniera nonripetitiva e banale. Il livello di complessita' e di novita' delcompito proposto rispetto alla pratica gia' consolidata determina poila qualita' e il livello della competenza posseduta. Occorre anche aggiungere che non e' possibile decidere se unostudente possieda o meno una competenza sulla base di una solaprestazione. Per poterne cogliere la presenza, non sologenericamente, bensi' anche specificatamente e qualitativamente, sideve poter disporre di una famiglia o insieme di sue manifestazioni oprestazioni particolari. Queste assumono il ruolo di base informativae documentaria utile a ipotizzarne l'esistenza e il livelloraggiunto. Infatti, secondo molti studiosi, una competenzaeffettivamente posseduta non e' direttamente rilevabile, bensi' e'solo inferibile a partire dalle sue manifestazioni. Di quil'importanza di costruire un repertorio di strumenti e metodologie divalutazione, che tengano conto di una pluralita' di fonti informativee di strumenti rilevativi. E' inoltre opportuno ricordare che in un processo valutativo un contoe' la raccolta di elementi informativi, di dati, relativi allemanifestazioni di competenza, un altro conto e' la loro lettura einterpretazione al fine di elaborare un giudizio comprensivo. Ambeduegli aspetti del processo valutativo esigono particolare attenzione.Quanto alla raccolta di informazioni, occorre che queste sianopertinenti (cioe' si riferiscano effettivamente a cio' che si devevalutare) e affidabili (cioe' degne di fiducia, in quanto nondistorte o mal raccolte). Ma la loro lettura, interpretazione evalutazione, esigono che preventivamente siano stati definiti icriteri in base ai quali cio' viene fatto, deve cioe' essere indicatoa che cosa si presta attenzione e si attribuisce valore e seguireeffettivamente e validamente in tale apprezzamento i criterideterminati. L'elaborazione di un giudizio che tenga conto dell'insieme dellemanifestazioni di competenza, anche da un punto di vista evolutivo,non puo' basarsi su calcoli di tipo statistico, alla ricerca dimedie: assume invece il carattere di un accertamento di presenza e dilivello, che deve essere sostenuto da elementi di prova (leinformazioni raccolte) e da consenso (da parte di altri). Si tratta,infatti, di un giudizio che risulti il piu' possibile degno difiducia, sia per la metodologia valutativa adottata, sia per lequalita' personali e professionali dei valutatori. Il ruolo della valutazione delle conoscenze, delle abilita' e degliatteggiamenti Allo scopo di costruire progressivamente una reale pratica valutativadelle competenze, un primo passo spesso consiste nella valutazionedella qualita' delle conoscenze e delle abilita' che risultanocomponenti essenziali delle competenze. Occorre pero' ricordare che le conoscenze, per poter esserevalorizzate nello sviluppo di una competenza, devono manifestare trecaratteristiche: significativita', stabilita' e fruibilita'. Occorreche gli elementi conoscitivi siano effettivamente compresi a unadeguato livello di profondita', tenuto conto dell'eta' e delpercorso formativo seguito. Forme d'acquisizione solamenteripetitive, non sufficientemente dominate, rimangono rigide e nonfacilmente collegabili a situazioni diverse da quelle nelle qualisono state acquisite. La costituzione di una base conoscitiva stabilee ben organizzata, che permetta un facile accesso ai concetti e aiquadri concettuali richiesti, deve fornire principi organizzatoriadeguati. Un concetto, o un quadro concettuale, deve infine poter

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essere utilizzato per interpretare situazioni e compiti diversi daquelli nei quali esso e' stato costruito. Analoghe caratteristiche dovrebbero presentare le abilita' apprese.Una abilita' deve poter essere utilizzata in maniera fluida ecorretta, sapendo collegarla a quelle che sono denominate conoscenzecondizionali; cioe' di fronte a una questione o un compito lostudente dovra' essere in grado di attivare quelle abilita' che sonorichieste e farlo in maniera adeguata e consapevole. Tra le abilita'rivestono particolare importanza quelle collegate con la capacita' dicontrollare e gestire in proprio un processo di apprendimento. Un accenno infine alle componenti critiche di natura affettiva emotivazionale. Purtroppo spesso si trascura questa dimensione dellecompetenze, ma basta osservare uno studente per cogliere comeall'origine di scarsi risultati in termini di apprendimento sianopresenti disposizioni interiori negative sul piano affettivo,motivazionale e volitivo. Un atteggiamento negativo verso uninsegnamento o un insegnante, la fragilita' della capacita' diconcentrazione, l'incapacita' o debolezza nel superare lefrustrazioni di fronte alle difficolta' o agli insuccessi, la scarsatenuta e perseveranza nello svolgere un compito un po' impegnativo,pregiudicano sia l'acquisizione, sia la manifestazione di competenze. Le principali fonti informative su cui basare un giudizio dicompetenza Per quanto riguarda, in generale, le fonti informative sulla basedelle quali esprimere un giudizio di competenza, possono essereclassificate secondo tre grandi ambiti specifici: quello relativo airisultati ottenuti nello svolgimento di un compito o nellarealizzazione del prodotto; quello relativo a come lo studente e'giunto a conseguire tali risultati; quello relativo alla percezioneche lo studente ha del suo lavoro. Il primo ambito riguarda i compiti che devono essere svolti dallostudente e/o i prodotti che questi deve realizzare. Essi devonoesigere la messa in moto non solo delle conoscenze delle abilita'possedute, ma anche una loro valorizzazione in contesti e ambiti diriferimento moderatamente diversi da quelli ormai gia' resifamigliari dalla pratica didattica. Occorre che lo studente evidenzila capacita' di sapersi muovere in maniera sufficientemente agevole evalida al di fuori dei confini della ripetizione e dellafamiliarita', individuando in primo luogo proprio le esigenze diadattamento e di flessibilita' che la situazione proposta implica unaprevia definizione esplicita di criteri di qualita' favorisce lavalutazione dei risultati ottenuti dai singoli studenti. Il secondo ambito implica una osservazione sistematica delcomportamento dello studente mentre svolge il compito; cio' comportauna previa definizione delle categorie osservative, cioe' di quegliaspetti specifici che caratterizzano una prestazione e sui qualiconcentrare l'attenzione per poter decidere se una certa competenzasia stata raggiunta o meno. Anche in questo caso non e' possibilerisalire dall'osservazione di un'unica prestazione alla constatazionedi un'acquisizione effettiva di una competenza sufficientementecomplessa. Il terzo ambito evoca una qualche forma di narrazione di se' da partedello studente, sia come descrizione del come e perche' ha svolto ilcompito assegnato in quella maniera, sia come valutazione delrisultato ottenuto. Cio' coinvolge una capacita' di raccontare,giustificandole, le scelte operative fatte; di descrivere lasuccessione delle operazioni compiute per portare a termine ilcompito assegnato, evidenziando, eventualmente, gli errori piu'frequenti e i possibili miglioramenti; di indicare la qualita' nonsolo del prodotto, risultato del suo intervento, ma anche delprocesso produttivo adottato. La raccolta sistematica delle informazioni e la loro lettura e

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interpretazione permette di inferire se lo studente abbia raggiuntoun certo livello di competenza in un ambito di attivita' specifico.In questo modo, i docenti possono disporre di evidenze utili ai finidella valutazione finale da effettuare secondo quanto previsto dallanormativa vigente, ivi compresa quella relativa alla certificazionedelle competenze per l'adempimento dell'obbligo di istruzione, il cuimodello e' stato adottato con il decreto ministeriale n. 9 del 27gennaio 2010. 2. ORIENTAMENTI PER L'ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO 2.1 Profili generali 2.1.1 Il raccordo tra l'area di istruzione generale e l'area diindirizzo L'identita' degli istituti tecnici, cosi' come esplicitato nelRegolamento, e' connotata, in linea con le indicazioni dell'UnioneEuropea di cui al paragrafo 1. 1, da una solida base culturale acarattere scientifico e tecnologico, acquisita attraverso saperi ecompetenze sia dell'area di istruzione generale sia dell'area diindirizzo. L'area di istruzione generale comune a tutti i percorsi hal'obiettivo di fornire ai giovani - a partire dal rafforzamento degliassi culturali che caratterizzano l'obbligo d'istruzione - unapreparazione adeguata su cui innestare conoscenze teoriche eapplicative nonche' abilita' cognitive proprie dell'area diindirizzo. Per comprendere il rapporto fra area di istruzione generale e area diindirizzo occorre aver presente, anzitutto, che tali aree non sononettamente separabili, pur avendo una loro specificita', per leseguenti motivazioni: - la cultura generale, necessaria alla formazione delle persone e deicittadini, include una forte attenzione ai temi del lavoro e delletecnologie; - una moderna concezione della professionalita' richiede, oltre alpossesso delle competenze tecniche, competenze comunicative erelazionali e di saper collegare la cultura tecnica alle altreculture, saper riflettere sulla natura del proprio lavoro, sapervalutare il valore e le conseguenze dell'uso delle tecnologie nellasocieta'. Il peso dell'area di istruzione generale e' maggiore nel primobiennio ove, in raccordo con l'area di indirizzo, esplica unafunzione orientativa in vista delle scelte future, mentre decrescenel secondo biennio e nel quinto anno, dove svolge una funzioneformativa, piu' legata a contesti specialistici, per consentire,nell'ultimo anno una scelta responsabile per l'inserimento nel mondodel lavoro o il prosieguo degli studi. Nel primo biennio, i risultati di apprendimento dell'area diistruzione generale sono in linea di continuita' con gli assiculturali (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico estorico-sociale) dell'obbligo di istruzione e si caratterizzano peril collegamento con le discipline di indirizzo. La presenza di saperiscientifici e tecnologici, tra loro interagenti, permette, infatti,un piu' solido rapporto, nel metodo e nei contenuti, tra scienza,tecnologia e cultura umanistica. Le competenze linguistico - comunicative, proprie dell'asse deilinguaggi sono patrimonio comune a tutti i contesti di apprendimentoe costituiscono l'obiettivo dei saperi afferenti sia ai quattro assiculturali sia all'area di indirizzo. Le discipline scientifiche etecniche favoriscono, l'allargamento dell'uso della lingua nel lorocontesto. A questo fine si possono prendere in considerazione anchele prove di comprensione della lettura delle indagini OCSE-PISA, inquanto propongono, in modo sistematico, testi “multilinguaggio” cheintegrano la scrittura testi “continui” e “discontinui” (come

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tabelle, grafici ecc.). L'asse matematico garantisce l'acquisizione di saperi e competenzeche pongono lo studente nelle condizioni di possedere una correttacapacita' di giudizio e di sapersi orientare consapevolmente neidiversi contesti del mondo contemporaneo. Al termine dell'obbligod'istruzione, gli studenti acquisiscono le abilita' necessarie perapplicare i principi ed i processi matematici di base nel contestoquotidiano della sfera domestica, nonche' per seguire e vagliare lacoerenza logica delle argomentazioni proprie ed altrui L'asse scientifico-tecnologico rende gli studenti consapevoli deilegami tra scienza e tecnologia, della loro correlazione con ilcontesto culturale e sociale, con i modelli di sviluppo e lasalvaguardia dell'ambiente. L'insegnamento della scienza e dellatecnologia si colloca, quindi, entro un orizzonte generale in cui isaperi si ricompongono per offrire ai giovani strumenti culturali edapplicativi per porsi con atteggiamento razionale, critico e creativodi fronte alla realta', e ai suoi problemi anche ai finidell'apprendimento permanente. Il raggiungimento di tali risultati richiede la progettazione dipercorsi congiunti in cui si integrano conoscenze e competenzediverse, metodologie didattiche innovative, idonei strumenti estrategie anche ai fini dell'orientamento. La consapevolezza dell'interdipendenza tra evoluzione della scienza edella tecnologia ed implicazioni etiche, sociali ed ambientali e' unostrumento culturale per l'integrazione tra le due aree. Sul piano culturale, al fine di collegare organicamente i saperi, e'essenziale la ricerca disciplinare. Lo statuto epistemologico dellediscipline diventa, quindi, il riferimento culturale per laconnessione tra competenze generali e scientifico-tecnologiche e perl'individuazione di concetti guida nella comprensione della realta'. L'asse storico-sociale contribuisce alla comprensione critica delladimensione culturale dell'evoluzione scientifico-tecnologica esviluppa il rapporto fra discipline tecniche e l'insegnamento dellastoria. In questo insegnamento, il ruolo dello sviluppo delletecniche e il lavoro sono un elemento indispensabile perche' tuttigli studenti comprendano come si e' sviluppata la storiadell'umanita'. E' evidente che se il lavoro dell'insegnante di storiae' sorretto da quello delle discipline tecniche, i docenti di materiedi indirizzo possono non solo rispondere a domande specificherelative alla loro disciplina, ma anche introdurre, nel proprioinsegnamento, elementi di storicita' che aiutano a comprendere megliole dinamiche interne di sviluppo delle tecniche. A tal fine, le attivita' e gli insegnamenti relativi a “Cittadinanzae Costituzione” di cui alla legge n. 169/08 possono sviluppareorganici raccordi tra le due aree e sviluppare le competenze chiaveper l'apprendimento permanente indicate dall'Unione europea. Sul piano metodologico, il laboratorio, le esperienze svolte incontesti reali e l'alternanza scuola- lavoro sono strumentiindispensabili per la connessione tra l'area di istruzione generale el'area di indirizzo; sono luoghi formativi in cui si sviluppa e sicomprende la teoria e si connettono competenze disciplinari diverse;sono ambienti di apprendimento che facilitano la ricomposizione deisaperi e coinvolgono, in maniera integrata, i linguaggi del corpo edella mente, il linguaggio della scuola e della realta'socio-economica. In un quadro di coinvolgimento degli studenti, tali strumentiimplicano, inoltre, la partecipazione creativa e critica ai processidi ricerca e di soluzione dei problemi, stimolano la propensione adoperare per obiettivi e progetti, abituano al lavoro cooperativo e digruppo e ad assumere atteggiamenti responsabili ed affidabili neiconfronti del territorio, dell'ambiente e della sicurezza nei luoghidi vita e di lavoro.

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Sul piano organizzativo, il dipartimento - come illustrato nelparagrafo 2.2 - puo' essere la struttura piu' idonea a sostenerel'integrazione tra le discipline afferenti alle due aree; esso puo'avere un ruolo di facilitazione del lavoro collegiale dei docenti,soprattutto al fine di collegare organicamente i quattro assiculturali che caratterizzano l'obbligo di istruzione con i risultatidi apprendimento relativi ai diversi indirizzi. Le istituzioni scolastiche, utilizzando la quota previstadall'autonomia scolastica, possono progettare, nel primo biennio,percorsi didattici pluridisciplinari in termini di apprendimento percompetenze, da articolare in forme coerenti con le scelte generalidel piano dell'offerta formativa e con le indicazioni del curricolodel primo ciclo di istruzione. 2.1.2 La formazione tecnologica Rapporto fra formazione scientifica e tecnologica La cultura scientifica e' necessaria nella formazione di tutti icittadini e, soprattutto, per gli studenti che intendono continuaregli studi superiori ad indirizzo scientifico. In particolare, lacultura scientifica incide molto positivamente sulle caratteristichedelle professioni tecniche, come sostengono le imprese piu' avanzateche raccomandano un rapporto forte e continuo fra cultura scientificae tecnologica, che non riduca la prima a mera funzione strumentaledella seconda. La tradizionale collocazione delle scienze in funzioneprevalentemente propedeutica assicura, infatti, le basi necessarieper lo studio delle tecnologie; essa non e' sufficiente, pero', a faracquisire agli studenti una formazione tecnologica rivoltaall'innovazione, che richiede sia la capacita' di risolvere problemisia quella di riflettere sui modelli e sui fondamenti concettuali.Per questo, occorre una rapporto costante e reciproco fra dimensionescientifica e dimensione tecnologica. Il rapporto fra la formazione scientifica e tecnologica si risolve inmodo differenziato nel percorso quinquennale in quanto, nel primobiennio, sono presenti le discipline sia tecnologiche siascientifiche che non hanno, invece, una autonoma presenza neltriennio successivo. Nel primo biennio, si tratta di mantenere uno stretto collegamentofra i due tipi di discipline e favorirne l'incontro attraversoreciproche “contaminazioni”: l'uso dei concetti e dei metodi di basedella scienza nella tecnologia e, viceversa, la posizione deicontesti e problemi reali della tecnologia nella scienza. Nel secondobiennio e nell'ultimo anno, in cui sono presenti unicamente lediscipline tecnologiche, il rapporto va risolto tutto all'interno diqueste; cio' implica che sia mantenuta viva la loro dimensionescientifica e metodologica attraverso la dimostrazione dellavalidita' generale dei molti modelli usati nella tecnologia, anche aldi fuori della loro applicazione specifica. Caratteristiche di professionalita' e qualita' della formazionetecnologica La scuola ha garantito, per un lungo periodo di tempo, la formazionedi tecnici di livello intermedio dotati di una padronanza duratura diconcetti, tecniche e metodi, attraverso l'organizzazione di curricolimolto sistematici, rivolti a competenze basate su repertori diprocedimenti e soluzioni standard. Per questo, sono prevalsemetodologie indirizzate a far acquisire apparati sistematici edesaustivi di conoscenze tecniche unite alla padronanza di un limitatonumero di procedimenti ben determinati. Questo tipo di formazione e' ancora, in parte, necessario ma unaformazione rivolta all'innovazione pone due problemi: 1) le tecnologie di frontiera sono normalmente meno stabili di quellemature e non si prestano a trattazioni sistematiche valide per lunghiperiodi;

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2) la stessa attitudine all'innovazione richiede di affrontarel'imprevisto: problemi nuovi per i quali le procedure standard nonbastano. Inoltre, l'insieme delle competenze tecniche deve esserepiu' dinamico per affrontare la complessita' e la variabilita'organizzativa dei nuovi contesti. La risposta al primo problema e' data da un tipo di istruzione cheunisca un insieme di competenze ed approfondimenti tecniciopportunamente selezionati e una solida formazione sui fondamentiscientifici e culturali, inclusa la prospettiva storica. La risposta al secondo problema pone la questione del metodo diapprendimento. E' anzitutto opportuno, anche in un curricolosequenziale che affronta, uno dopo l'altro, contenuti o procedimentispecifici, assumere il metodo del problem-solving: proporresistematicamente problemi che richiedano, oltre all'applicazione diprincipi e procedure standard, attivita' di analisi e diinterpretazione. E' opportuno, comunque, che nei percorsi formativi siano sviluppatele competenze necessarie ad affrontare situazioni complesse, aprendere decisioni sulla base di molte variabili ed in condizioni diincertezza. Come indicato nel paragrafo 5.2, il lavoro per progettie' una metodologia che contribuisce a sviluppare queste competenze. Problem-solving e lavoro per progetti sono i metodi necessari peracquisire, rielaborare e inquadrare nuove conoscenze e valorizzare lacompetenza chiave dell' imparare a imparare gia' richiamata dalleindicazioni nazionali riguardanti l'adempimento dell'obbligo diistruzione (DM n. 139/07). 2.1.3 Il laboratorio come metodologia di apprendimento Il laboratorio e' concepito, nei nuovi ordinamenti dell'istruzionetecnica, non solo come il luogo nel quale gli studenti mettono inpratica quanto hanno appreso a livello teorico attraverso lasperimentazione di protocolli standardizzati, tipici delle disciplinescientifiche, ma soprattutto come una metodologia didatticainnovativa, che coinvolge tutte le discipline, in quanto facilita lapersonalizzazione del processo di insegnamento/apprendimento checonsente agli studenti di acquisire il “sapere” attraverso il “fare”,dando forza all'idea che la scuola e' il posto in cui si “impara adimparare” per tutta la vita. Tutte le discipline possono, quindi,giovarsi di momenti laboratoriali, in quanto tutte le aule possonodiventare laboratori. Il lavoro in laboratorio e le attivita' ad esso connesse sonoparticolarmente importanti perche' consentono di attivare processididattici in cui gli allievi diventano protagonisti e superanol'atteggiamento di passivita' e di estraneita' che caratterizzaspesso il loro atteggiamento di fronte alle lezioni frontali.L'impianto generale dei nuovi ordinamenti richiede che l'attivita'laboratoriale venga integrata nelle discipline sulla base di progettididattici multidisciplinari fondati “sulla comprovata capacita' diusare conoscenze, abilita' e capacita' personali, sociali e/ometodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppoprofessionale e/o personale” . I nuovi ordinamenti degli istituti tecnici possono offrire, quindi,occasioni per valorizzare i diversi stili cognitivi in una rinnovatarelazione tra discipline teoriche ed attivita' di laboratorio cheaiutino lo studente, attraverso un processo induttivo, a connettereil sapere acquisito in contesti applicativi al sapere astratto,basato su concetti generali e riproducibile nella piu' ampiageneralita' dei contesti. L'attivita' di laboratorio, condotta con un approccio operativo aiprocessi tecnologici, puo' coniugare l'attitudine degli studenti allaconcretezza e all'azione con la necessita' di far acquisire loro iquadri concettuali che sono indispensabile per l'interpretazionedella realta' e la sua trasformazione. La didattica di laboratorio

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facilita l'apprendimento dello studente in quanto lo coinvolge anchedal punto di vista fisico ed emotivo nella relazione diretta egratificante con i compagni e con il docente. I docenti, utilizzando il laboratorio, hanno la possibilita' diguidare l'azione didattica per “situazioni-problema” e strumenti perorientare e negoziare il progetto formativo individuale con glistudenti, che consente loro di acquisire consapevolezza dei propripunti di forza e debolezza. Il processo sistematico di acquisizione e di trasferimento diconoscenze/abilita'/competenze che caratterizza l'apprendimento dellostudente puo' esprimersi, in modo individuale o collegiale, inun'attivita' osservabile che si configuri come un risultatovalutabile. Il laboratorio, quindi, rappresenta la modalita'trasversale che puo' caratterizzare tutta la didattica disciplinare einterdisciplinare per promuovere nello studente una preparazionecompleta e capace di continuo rinnovamento. Nell'attivita' di laboratorio sono varie le attivita' che si possonoesplicare sul piano didattico. Oltre all'utilizzo delle diverse strumentazioni, delle potenzialita'offerte dall'informatica e della telematica, si puo' far ricorso allesimulazioni, alla creazione di oggetti complessi che richiedonol'apporto sia di piu' studenti sia di diverse discipline. In questocaso, l'attivita' di laboratorio si intreccia con l'attivita' diprogetto e diventa un'occasione particolarmente significativa peraiutare lo studente a misurarsi con la realta'. Tirocini, stage edesperienze condotte con la metodologia dell'“impresa formativasimulata” sono strumenti molto importanti per far acquisire allostudente competenze molto utili per l'orientamento e perl'occupabilita'. Metodologie didattiche basate sul costante utilizzo delle tecnologieaiutano i docenti a realizzare interventi formativi centratisull'esperienza, che consentono allo studente di apprenderesoprattutto tramite la verifica della validita' delle conoscenzeacquisite in un ambiente interattivo di "apprendimento per scoperta"o di "apprendimento programmato", che simuli contesti reali. Idocenti possono avvalersi della simulazione in svariati modi: perrealizzare giochi didattici, esperimenti di laboratorio, per lostudio di fenomeni, esercitazioni, rinforzo, verifiche diapprendimento. E' importante, comunque, che i docenti , nel tener conto dellediverse intelligenze degli studenti e delle loro attitudini emotivazioni, scelgano le simulazioni in modo da integrarle con altremetodologie e strumenti didattici. 2.2 Aspetti trasversali 2.2.1 L'integrazione delle scienze Le scienze integrate non vanno intese come una nuova disciplina,nella quale si fondono discipline diverse, ma come l'ambito disviluppo e di applicazione di una comune metodologia di insegnamentodelle scienze. Essenziale al riguardo e' la ricerca e l'adozione diun linguaggio scientifico omogeneo, di modelli comparabili, nonche'di temi e concetti che abbiano una valenza unificante. Integrare non significa affidarsi ad accostamenti improvvisati,quanto piuttosto impegnarsi in un'operazione di alto profiloculturale, che richiede consapevolezza, apertura mentale e grandepadronanza del sapere scientifico, non disgiunto dalla volonta' edalla propensione al lavoro di equipe. Le scienze integrate (scienza della terra e biologia, chimica,fisica) e le scienze applicate (tecnologie informatiche, tecnologie etecniche di rappresentazione grafica), cosi' come presentate neinuovi quadri orari degli istituti tecnici, richiedono espressamenteun cambiamento del metodo di approccio nella progettazione eprogrammazione didattica e curriculare.

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Le composizioni e le articolazioni degli argomenti di questediscipline, richiedono infatti nuove forme di comunicazione e dicooperazione fra i docenti: essi sono chiamati a valutare,nell'esercizio delle proprie funzioni e nel rispetto della liberta'di insegnamento, la possibilita' di congiungere, integrare earmonizzare, in termine di risorse, le informazioni offerte aglistudenti dai diversi punti di vista. Sul piano curriculare, l'insegnamento delle scienze integrate intendericondurre il processo dell'apprendimento verso lo studio dellacomplessita' del mondo naturale, ricomponendo e tematizzando i saperiche solo per facilita' di studio, quando necessario, possono essereaffrontati separatamente. Le scienze della terra, la fisica, lachimica e la biologia fanno parte degli strumenti che la cultura hasviluppato per conoscere, comprendere, speculare e utilizzare.L'osservazione dei fenomeni, la proposta di ipotesi e la verificasperimentale della loro attendibilita', permettono agli studenti divalutare la propria creativita', di apprezzare le proprie capacita'operative e di sentire piu' vicini i temi proposti. Nel primo biennio, l'integrazione delle scienze, pur non disperdendola specificita' degli apporti disciplinari, mira a potenziare esviluppare l'intima connessione del sapere scientifico di base, apartire da quanto acquisito nella scuola secondaria di primo grado ein vista di orientare progressivamente gli studenti alla scelta deglistudi successivi a livello post-secondario. L'integrazione non e'tuttavia affidata all'unicita' dell'insegnante; gli insegnantipossono essere diversi per le diverse discipline. Essa si realizzanell'attivita' di progetto che muove dall'individuazione di elementicomuni che uniformano prospettive, visioni e metodi. Esige un lavoroin team dei docenti di tutto il consiglio di classe nellaprogrammazione dell'attivita' didattica: nella progettazione, nellaprevisione dei momenti di confronto tra i docenti interessati sumetodi e contenuti, nella preparazione di prove di verificadell'apprendimento e nella valutazione dei risultati. Potra' essereutile costituire nella singola istituzione scolastica un dipartimentospecifico e ricorrere anche ad altre forme di aggregazioneterritoriale, ad esempio per i laboratori e per le attivita' dirilevazione, di supporto e di controllo. L'impegno del singolo docente e' necessario ma non basta; in molticasi finirebbe per prevalere negli insegnanti la tendenza arifugiarsi nella propria disciplina, nell'illusione che gli alunniacquisiscano da soli la capacita' di operare corretti collegamenti eapprofondimenti interdisciplinari. Neppure si puo' pensare chel'integrazione disciplinare si realizzi senza una necessariagradualita', ne' tantomeno senza una progressiva preparazione deidocenti e senza la predisposizione di interventi istituzionali cherendano attuabile questa modalita' di apprendimento degli allievi. Per questo e' indispensabile prevedere una fase sperimentale cheguidi e curi a livello territoriale la messa in atto di percorsididattici da testare, verificandone e comparandone i risultati. Taleimpegno riguarda anche l'editoria scolastica, oltre che lacreativita' di quanti si occupano della produzione di materiali perl'insegnamento scientifico. L'insegnamento delle scienze integrate, se correttamente interpretatoe realizzato, potra' cosi' essere una grande occasione per avvicinarele nuove generazioni alla scienza, per sviluppare la culturascientifica, per far avanzare nel nostro Paese la capacita' dimisurarsi con le grandi questioni dello sviluppo economico edell'integrazione fra le culture e i popoli. Indicazioni metodologiche Le istituzioni scolastiche e gli organi collegiali, avranno cura diprivilegiare la didattica laboratoriale ritenuta maggiormente ingrado sia di raccordare le discipline tradizionali con le nuove

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discipline previste dal Regolamento (scienze integrate e scienzeapplicate), sia di favorire un atteggiamento mentale adeguato con cuiaffrontare situazioni problematiche. La piu' importante prova della validita' dell'approccio laboratorialee' il relativo controllo che gli allievi hanno sui vari aspettidell'esperienza di apprendimento: qualcosa di esterno, il fenomeno, equalcosa di interno a ognuno di essi, cioe' il pensiero critico e lariflessione metacognitiva su quanto pensato, si fondono fino aportare ad un apprendimento significativo. Quindi una riflessionesulla scienza, sulle sue conquiste e sui suoi limiti, sulla suaevoluzione storica, sulla sua strategia di ricerca, sulle ricadutesociali delle sue acquisizioni. Per ottenere una reale competenza scientifica, gli studenti hannobisogno ridisporre dello spazio di tempo necessario per costruire ilproprio bagaglio intellettuale attraverso domande, scambio di ideecon altri studenti, esperienze in laboratorio e problemi darisolvere. Tale approccio, mentre puo' risultare particolarmentemotivante per gli allievi, riserva un ruolo fondamentaleall'insegnante, che seleziona e adatta i contenuti e le strategiedidattiche ai fabbisogni degli allievi in base al tempo disponibile.Va da se', che la qualita' dell'atto educativo non si misura con lalarghezza del curricolo proposto ma con la profondita' dei concettiaffrontati e anche gli errori commessi dagli studenti durante ilprocesso d'apprendimento forniscono preziose informazioni per lascelta di ulteriori e/o diversificati interventi didattici,finalizzati anche all'attivita' di sostegno e di recupero. Piu' che dalla predisposizione di metodi astratti e generali, larealizzazione dell'integrazione fra le scienze dipendera' dallacapacita' delle scuole di trasferire saperi e competenze in unprogetto didattico che ne consenta una trattazione organica, forte dilegami tra concetti, modelli, procedure e teorie. Ad esempio negliU.S.A. il National Science Education Standard propone come nessi i“concetti e processi unificanti”, atti a stabilire piu' solideconnessioni tra le discipline scientifiche in quanto riconosciutifondamentali e ampi, comprensibili e utilizzabili durante l'interopercorso di studi. Esempi di concetti e processi unificanti sono:sistemi, ordine e organizzazione; evidenza, modelli e spiegazione;costanza, cambiamento e misurazione; evoluzione ed equilibrio; formae funzione. I concetti e processi unificanti, denominati anche organizzatoriconcettuali o cognitivi, possono essere utilizzati quali collanticulturali ideali per l'integrazione didattica delle disciplinescientifiche, con un riferimento continuo agli interrogativi e aiproblemi della vita di tutti i giorni. Gli studenti piu' giovani tendono a interpretare i fenomeniseparatamente piuttosto che in termini di sistema; la forza, peresempio, e' percepita come una proprieta' di un oggetto piuttosto cheil risultato di un'interazione tra corpi. Ai docenti di materiescientifiche e' affidato, percio', il compito di aiutare gli studentia riconoscere le proprieta' dei corpi, fino ad arrivare a comprenderei sistemi. Ancora, gli studenti percepiscono spesso i modelli comecopie fisiche della realta' e non come rappresentazioni concettuali.Bisogna, percio', aiutarli a comprendere che i modelli sonosviluppati e testati confrontandoli con gli eventi empirici. I concetti e i processi unificanti si pongono come categorie chepermettono una facile transizione attraverso vari domini diconoscenza nonche' come elementi strutturali che consentonoesplicitazioni contestuali plurime. Essi costituiscono validistrumenti didattici, permettono allo studente di adattarsi alle variesituazioni problematiche reali, favorendo l'espansione dello spaziomentale, individuale e collettivo, aumentando la consapevolezza inmerito a come s'impara.

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Le scienze integrate rappresentano quindi un ambito potenziale cheorienta al superamento della frammentarieta' dei saperi, attorno adun “fuoco”, un oggetto, naturale o artificiale, una ricerca, ilperseguimento di un risultato che permetta di sviluppare e applicareuna metodologia che consenta apprendimenti trasversali alle diversematerie. Discipline scientifiche in primis, compresa la matematica,per gli strumenti di calcolo e di rappresentazione che riesce afornire, ma anche quelle tecnologiche fino a comprendere quelleumanistiche, coinvolgendo potenzialmente tutti i docenti delconsiglio di classe. Perche' l'integrazione delle scienze possa radicarsi, non si puo'prescindere dalla valutazione degli allievi. Essa e' uno strumentoper accertare le acquisizioni che garantiscono il crescere di unsapere organico permeato di solida cultura scientifica. Lavalutazione potra' essere realizzata in diversi modi: recependolaall'interno delle singole discipline, oppure prevedendo unavalutazione interdisciplinare di “integrazione delle scienze” cuipotrebbero fare riferimento anche le valutazioni di altre competenzeo attivita', come quelle di progetto o di stage. 2.2.2 Legalita', cittadinanza e Costituzione La Decisione n. 1904/2006/CE del Parlamento europeo e del Consigliodel 12 dicembre 2006 ha istituito il programma "Europa per icittadini" mirante a promuovere la cittadinanza europea attiva e asviluppare l'appartenenza ad una societa' fondata sui principi diliberta', democrazia e rispetto dei diritti dell'uomo, diversita'culturale, tolleranza e solidarieta', in conformita' della Carta deidiritti fondamentali dell'Unione europea, proclamata il 7 dicembre2007. Educare alla legalita' significa elaborare e diffondere un'autenticacultura dei valori civili, cultura che intende il diritto comeespressione del patto sociale, indispensabile per costruire relazioniconsapevoli tra i cittadini e tra questi ultimi e le istituzioni.Consente, cioe', l'acquisizione di una nozione piu' profonda edestesa dei diritti di cittadinanza, a partire dalla reciprocita' frasoggetti dotati della stessa dignita'; aiuta a comprendere comel'organizzazione della vita personale e sociale si fondi su unsistema di relazioni giuridiche; sviluppa la consapevolezza checondizioni quali dignita', liberta', solidarieta', sicurezza, nonpossano considerarsi come acquisite per sempre, ma vanno perseguite,volute e, una volta conquistate, protette. I risultati di apprendimento comuni a tutti i percorsidell'istruzione tecnica contribuiscono a fornire agli studenti unsistema di valori coerenti con i principi della Costituzione. Leattivita' e gli insegnamenti relativi a “Cittadinanza e Costituzione”coinvolgono pertanto tutti gli ambiti disciplinari dell'istruzionetecnica e si sviluppano, in particolare, in quelli di interessestorico-sociale e giuridico- economico; interessano, pero', anche leesperienze di vita e, nel triennio, le attivita' di alternanzascuola- lavoro, con la conseguente valorizzazione dell'etica dellavoro. In questa prospettiva, il bagaglio culturale dei giovani e' fruttodella interazione tra apprendimenti formali e non formali; la culturadella cittadinanza e della legalita' e' il risultato dell'esperienzee delle conoscenze acquisite anche fuori della scuola, e,contemporaneamente, evidenzia come l'educazione alla democrazia edalla legalita' trova nel protagonismo degli studenti e dellestudentesse un ambito privilegiato; i diritti- doveri di cittadinanzasi esplicano nel rispetto delle regole e nella partecipazione ditutti i cittadini alla vita civile, sociale, politica ed economica.E'un orientamento tendenzialmente finalizzato a prevenire il diffusomalessere dei giovani nella scuola e nella societa', che si esprimein molteplici forme e dimensioni come l'abbandono precoce, lo scarso

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rendimento scolastico, le difficolta' di apprendimento, la fuga dalleregole del vivere civile e sociale. A riguardo, particolare importanza riveste la dimensionedell'accoglienza quale strumento con il quale la scuola,nell'accogliere, conosce e valorizza tutti gli apporti dei singolialunni, anche quelli di diversa cultura ed abilita' e cura - nellapropria autonomia - la comunicazione, dando adeguato spazio adattivita' in cui ciascuno possa esprimersi liberamente utilizzando lecompetenze informali e non formali possedute, molto spesso nonadeguatamente valorizzate, per assumere compiti e funzioni utili perla collettivita' scolastica. Gia' nel primo biennio dei percorsi di istruzione tecnica, ilsuperamento dei tradizionali programmi di Educazione civica avviene,quindi, sulla base di una concreta prospettiva di lavoro cheincardina Cittadinanza e Costituzione nel curricolo, perche' e'concepita non come discorso aperto a tutte le prospettive, ma come unorizzonte di senso trasversale e come un organico impianto culturalediretto a conferire particolare rilievo al concetto di “cittadinanzaattiva”; esso diviene, come tale, elemento catalizzatore dellavalenza educativa di tutte le discipline. Il richiamo alla“cittadinanza attiva” e' basato sugli orientamenti europei in materiadi apprendimento permanente, recepiti nella Raccomandazione delParlamento Europeo e del Consiglio del 18/12/2006, relativa, appunto,alle competenze chiave per l'apprendimento permanente (2006/962/CE),assunte come riferimento a livello nazionale, dal Decreto 22/8/2007n. 139 (Regolamento recante norme in materia di adempimentodell'obbligo di istruzione). Nell'insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, e' moltoimportante focalizzare lo studio sulla Costituzione italiana, apartire dall'Assemblea Costituente, e fare in modo che diventi,attraverso l'impegno dei docenti, parte fondante delle coscienze edei comportamenti dei giovani in rapporto a diritti e dovericostituzionalmente sanciti. Gli istituti tecnici attuano l'insegnamento di “Cittadinanza eCostituzione” con prevalente riferimento a principi e valoriafferenti l'asse scientifico-tecnologico che li caratterizza e airisultati di apprendimento previsti per l'area di istruzione generalee per le aree di indirizzo. Tra essi particolare rilevanza assumonole questioni concernenti la possibilita' di collocare l'esperienzapersonale in un sistema di regole fondato sul reciprocoriconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tuteladella persona, della collettivita' e dell'ambiente, comeespressamente indicato nell'obbligo di istruzione. Tale obiettivo si consegue piu' puntualmente nel primo biennioattraverso lo studio della Costituzione Italiana (principi, liberta',diritti e doveri), dell'Unione europea e delle grandi organizzazioniinternazionali, nonche' dei concetti di norma giuridica e fonti deldiritto e della loro codificazione. A tale studio concorronoprioritariamente storia, diritto ed economia e, per il settoreeconomico, geografia e questa ultima soprattutto per gli aspettiriguardanti il delicato rapporto tra l'uomo e l'ambiente. E'opportuno che i docenti di storia che insegnano nei percorsi delsettore tecnologico affrontino tali aspetti anche in una prospettivageografica. Anche il tema dell'educazione finanziaria e del relativo grado di“alfabetizzazione” dei cittadini (financial literacy) e' di granderilevanza all'interno della prospettiva qui considerata, poiche' lescelte finanziarie hanno conseguenze determinanti sulla qualita' esullo stile di vita dei cittadini e sulla legalita' dellacollettivita'. Per questo e' necessario dotare gli studenti distrumenti utili a comprendere benefici e rischi collegati ad uncorretto utilizzo di beni e servizi finanziari quale utile contributo

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per la cittadinanza consapevole. La stessa prospettiva curricolare in cui si colloca “Cittadinanza eCostituzione” favorisce il coinvolgimento e valorizza infine laprogettazione collegiale e l'attivita' laboratoriale di tutti idocenti che, proprio in rapporto alla specificita' culturaledell'istruzione tecnica, sono chiamati ad affrontare, con glistudenti, aspetti e problemi di rilevante importanza come lasicurezza, l'igiene e la salubrita' dei luoghi di produzione e dilavoro, anche nel corso di stage e percorsi di alternanza scuola/lavoro. 2.2.3 La conoscenza dell'ambiente e del territorio I risultati di apprendimento relativi al profilo culturale, educativoe professionale degli istituti tecnici contengono esplicitiriferimenti alla dimensione geografica dei saperi. La geografia,infatti quale scienza che studia processi, segni e fenomeni,derivanti dall'umanizzazione del nostro pianeta, sviluppa competenzeche riguardano sia l'area di istruzione generale sia quelle piu'specifiche di indirizzo. Tale insegnamento, trattando tematiche relative alla sfera dell'uomoe della natura, puo' essere concepito, simultaneamente e/oalternativamente, come "umanistico" e come “scientifico”,configurandosi come ponte e snodo tra i diversi saperi e mappa diriferimento per l'acquisizione di competenze linguistiche, storiche,economiche, sociali e tecnologiche. La consapevolezza delle connessioni tra aspetti geografici estrutture demografiche, economiche, sociali e culturali, il confrontotra le tradizioni culturali locali e internazionali, l'uso distrumenti tecnologici a tutela dell'ambiente e del territorio,rafforzano la cultura dello studente, lo pongono nelle condizioni diinserirsi nei contesti professionali con autonomia e responsabilita'e favoriscono la mobilita' anche in contesti globali. Il discorsogeografico s'inquadra fondamentalmente in una visione sistemica ed'insieme, nella quale confluiscono varie componenti che afferisconoa discipline diverse. La grande varieta' di competenze geografiche puo' essere propostaagli alunni e didatticamente tradotta in piu' modi e in piu' forme ascuola, costituendo un momento didatticamente propulsivo. Infatti,l'oggetto della geografia e' radicato nella realta' stessa del mondoin cui viviamo: da qui l'aiuto sostanzioso che lo studente puo'ricevere, sia per avere il "senso" degli avvenimenti correnti sia performulare valutazioni informate su problemi demografici, economici,socio-culturali, politici, ambientali. D'altra parte, pero', le possibilita' di comunicazione e diinformazione sono legate alla disponibilita', alla varieta' e allaqualita' delle fonti. Le informazioni vanno attentamente vagliate; ascuola e' necessario fornire gli alunni di valide chiavi diinterpretazione, che consentano una valutazione seria delle fonti(alle quali bisogna "reagire" in modo attivo e partecipe). Un tipo diapproccio interdisciplinare agevola, comunque, la diversificazionedelle fonti da utilizzare. Questa metodologia aiuta, tra l'altro,l'insegnante a proporre confronti critici che sono necessariall'alunno per guardare la realta' da diverse prospettive e pergiungere ad una migliore comprensione, interpretazione e valutazionedei problemi da affrontare. L'interdipendenza tra discipline storiche e geografiche costituisceun binomio per percorsi di approfondimento geo-storici di tipointerdisciplinare. La cartografia non puo' prescindere infatti daoperazioni matematico-geometriche, il linguaggio della geo-graficita'contribuisce alla competenza linguistica piu' generale. Nel primo biennio in particolare, gli aspetti geografici forniscono iconcetti di base sull'organizzazione territoriale, sulla comprensionedel significato dell'ambiente naturale e artificiale, sull'utilizzo

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corretto delle fonti (atlanti, carte geografiche ecc.), sullaspecificita' del linguaggio cartografico anche in vista del prosieguodegli studi Luogo privilegiato per affinare ed integrare le competenzegeografiche e' anche in questo caso il laboratorio che si configuracome centro di documentazione, sul territorio e nel territorio, chefavorisce il dialogo con il mondo esterno, anche attraverso attivita'mirate e consente l'utilizzo dei vari linguaggi (grafico, numerico,visivo spaziale, sociale ecc) in una ricomposizione unitaria deisaperi. Per quanto riguarda la scelta delle tematiche e delle conoscenzespecifiche dell'educazione geografica, sul sito dell'ANSAS e'proposto un repertorio di esemplificazioni, dal quale le istituzioniscolastiche interessate possono attingere, nella loro autonomia, perpercorsi di approfondimento, riguardanti le seguenti discipline:italiano; matematica; storia; scienze; lingua inglese; diritto edeconomia; disegno tecnico; informatica; storia e scienze. 2.2.4 La formazione per la sicurezza Il riordino degli istituti tecnici, nel riconfigurare gli indirizzi eridisegnare il profilo educativo, culturale e professionale dellostudente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo diistruzione e formazione, pone particolare attenzione al corredoculturale ed etico legato alla sicurezza in tutte le sue accezioni eall'effettivo collegamento tra scuola e mondo del lavoro, ove taletematica, insieme con la salvaguardia dell'ambiente, emerge conparticolare criticita'. Lo studio della sicurezza, svolto in continuita' e coerenza con lecompetenze chiave di cittadinanza, promuove, inoltre, comportamentigenerali adeguati e stili di vita sani e sicuri. In relazione all'assolvimento dell'obbligo di istruzione, gliargomenti che riguardano la sicurezza trovano corrispondenza neisaperi e nelle competenze riguardanti gli assiscientifico-tecnologico e storico-sociale; gli strumenti peraffinarne lo studio si possono acquisire anche attraverso i saperi ele competenze relativi all'asse dei linguaggi e all'asse matematico. Gli approfondimenti disciplinari sulla sicurezza assumono uncarattere specifico negli istituti tecnici, essendo riferiti allaloro identita', esplicitata dai risultati di apprendimento delle areedi istruzione generale e di indirizzo, come si evince dal Regolamento(d.P.R. 15 marzo 2010, allegato A, punto 2.1): “gli studenti -attraverso lo studio, le esperienze operative di laboratorio e incontesti reali, la disponibilita' al confronto e al lavorocooperativo, valorizzando la loro creativita' ed autonomia - sono ingrado di: padroneggiare l'uso di strumenti tecnologici, conparticolare attenzione alla sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro,alla tutela della persona, dell'ambiente e del territorio”. Questo implica che, in tutti i percorsi dell'istruzione tecnica, lasicurezza e' un valore da perseguire attivamente, attraverso leattivita' di progettazione, produzione, costruzione, gestione eorganizzazione, svolte nel rispetto di criteri, regole e leggi delloStato, secondo il principio che la sicurezza e' un valore intrinsecoe non complementare o addizionale alle attivita'. Il riferimento a tale principio puo' avere effetti di grandeefficacia, specialmente se viene introdotto fin dalla fasedell'obbligo di istruzione, che si compie nel primo biennio, nelquale gli apprendimenti tecnici vengono fondati e sviluppati insiemecon la dimensione etica del comportamento; particolare valoreformativo assume, inoltre, la contestualizzazione delle esperienzedello studente attraverso il rapporto col territorio, l'analisi el'interpretazione di casi, dati e testimonianze, per riconoscere ericonoscersi nel sistema di regole a tutela della Persona, dellacollettivita' e dell'ambiente, fondate sulla Costituzione.

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Sul piano organizzativo della didattica, le tematiche della sicurezzasono multidisciplinari e coinvolgono tutti i docenti, negli aspettigenerali e nella specificita' culturale dell'istruzione tecnica. E'quindi opportuno che tutti concorrano in maniera cooperativa allaprogettazione e realizzazione degli esiti di apprendimento convenuti,con attivita' laboratoriali, e prioritariamente attraverso laconcreta applicazione dei principi della sicurezza nei contestispecifici ambientali e di apprendimento (T.U. 81/2008). Perl'approfondimento delle tematiche nei contesti esterni alla scuola,possono essere proficuamente realizzati stage e percorsi dialternanza scuola/ lavoro. Nel prosieguo del percorso, le competenze specifiche indicate neirisultati di apprendimento si caratterizzeranno per una maggiorecomplessita' e per una correlazione piu' specifica agli aspettipeculiari di ogni settore, relativi sia all'operativita' (strumenti,sostanze, procedure e dispositivi) che alle interazioni conl'ambiente e al relativo impatto. Tutte le discipline concorrono,quindi, a sviluppare e a potenziare le competenze degli studenti infatto di sicurezza, per arricchirne i profili con i riferimenticulturali ed etici indispensabili perche' essi divengano lavoratoricapaci di assumere comportamenti professionalmente responsabili. 2.3 Aspetti specifici 2.3.1. Settore tecnologico: scienze e tecnologie applicate Finalita' “Scienze e tecnologie applicate” e' la nuova disciplina, introdottanel secondo anno degli indirizzi del settore tecnologico, per avviarei giovani allo studio delle filiere produttive di interesse eoffrirne il relativo contesto specifico di applicazione agliinsegnamenti/apprendimenti che vengono proposti nelle disciplinegenerali e di indirizzo. La disciplina si riferisce particolarmente ai risultati diapprendimento relativi all'asse scientifico-tecnologico, dal qualemutua contesti e contenuti, e attinge competenze anche dall'assestorico sociale per evidenziare come l'incontro fra scienza etecnologia avvenga effettivamente nel realizzarsi di specifichecondizioni economiche e sociali. Con questa disciplina si realizza esplicitamente l'incontro diScienza e Tecnologia sul terreno dei processi organizzativi dellaproduzione, introdotti con graduale complessita', con la reciprocavalorizzazione dei metodi di studio, delle strumentazioni tipiche edelle cognizioni proprie delle discipline scientifiche e delletecnologiche studiate. Nello studio della disciplina, lo studente e' messo in grado dirisolvere problemi ricorrendo ai diversi strumenti materiali,cognitivi e metodologici tipici dell'indirizzo, scelti col criteriodell'efficacia delle soluzioni adottate. Nell'applicazione eapprofondimento, lo studente e' messo in grado di attingerespontaneamente da tutti gli apprendimenti scientifici e tecnologiciin suo possesso e di contestualizzarli e affinarli gradualmente. A tal fine si suggerisce che nell'incontro di Scienza e Tecnologiavengano riprodotte, con metodo laboratoriale, le interazioni frapensiero operativo e speculativo che hanno segnato storicamente leprofonde trasformazioni intervenute, nel tempo, nei processiproduttivi fino all'attuale fase di globalizzazione. La dimensione orientativa La disciplina “Scienze e tecnologie applicate” introduce gli studential linguaggio, ai contenuti e ai metodi caratteristici dell'indirizzoe, per questo motivo, il suo insegnamento e' affidato al docente chesvolge il maggior numero di ore di disciplina di indirizzo neltriennio; essa appartiene peraltro al primo biennio dove, insieme conle altre discipline di indirizzo, costituisce un'area di avviamentoall'indirizzo.

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La nuova disciplina associa ai suoi contenuti e caratteri specificiuna valenza ben piu' generale, utile per sostenere il processo diorientamento degli studenti, in quanto: a - attraverso la connessione con “Scienze integrate”, “Tecnologieinformatiche” e “Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica”,“Scienze e tecnologie applicate” concorre al consolidamento delsostrato culturale generale caratteristico di tutta la formazionetecnica; b -si sviluppa in attivita' di tipo analitico e progettuale, centratesull'individuazione, soluzione e discussione di problemi tecnologici,anche in forma simulata, che sono presenti in tutte le filiereproduttive; c - in coordinamento con le discipline scientifiche e tecniche,permette una trattazione distribuita delle tematiche, valorizza tuttele risorse di laboratorio disponibili nell'istituto e generafeed-back positivi. Partendo da tali considerazioni di contesto, questa disciplinacolloca gli apprendimenti nel piu' generale percorso di orientamentodello studente, inserendolo organicamente nella strutturaorganizzativa del curricolo. In questo modo l'orientamento non viene svolto solo attraverso unservizio di informazione ma viene inserito direttamente nelcomplessivo processo di formazione. L'apprendimento della tecnologia necessita di riferimenti concreti eoperativi e l'uso di strumenti, metodi e linguaggi delle scienze edelle tecnologie per risolvere problemi, per analizzare e realizzareoggetti tecnici, e permette allo studente di comprendere meglio leproprie attitudini e motivazioni. Gli apprendimenti acquisiti nella disciplina, anche se riferiti aduno specifico indirizzo, grazie alla loro trasversalita', possonoessere valorizzati inoltre in tutti i trienni del settoretecnologico. Nel secondo anno di corso, e' opportuno pertanto evitarela trattazione di argomenti specialistici, che, oltre a costituireun'anticipazione di competenze, potrebbero costituire prerequisitiper i percorsi dei successivi trienni. In relazione all'indirizzo seguito, gli studenti possono essereintrodotti ai processi produttivi, alle normative e alle praticherelativi alla disciplina studiata, con particolare riguardo ai temirelativi alla sicurezza delle persone e alla tutela dell'ambiente, aicontesti organizzativi e aziendali, nonche' agli aspetti attinentialle figure professionali di riferimento. Allo scopo di evitare un approccio nozionistico, e' opportuno che leconoscenze vengano acquisite, il piu' possibile, nel rapporto direttodella scuola con le realta' produttive, con le quali progettarepercorsi di orientamento e situazioni reali, anche simulate. 2.3.2 Scienze motorie e sportive L'insegnamento di scienze motorie e sportive negli istituti tecnicifa riferimento a quanto previsto dall'art. 2, comma 2, delRegolamento. Esso costituisce un ambito essenziale per favorire neglistudenti il perseguimento di un equilibrato sviluppo e un consapevolebenessere psico-fisico. Non a caso e' previsto che tale insegnamento concorra a farconseguire allo studente, al termine del percorso quinquennale,risultati di apprendimento che lo mettano in grado di avereconsapevolezza dell'importanza che riveste la pratica dell'attivita'motoria - sportiva per il benessere individuale e collettivo e disaperla esercitarla in modo efficace. Si tratta di una prospettivafinalizzata a valorizzare la funzione educativa e non meramenteaddestrativa delle scienze motorie e sportive. Tenuto conto che nell'obbligo di istruzione non sono indicatespecifiche competenze al riguardo, puo' essere opportuno segnalare,nel rispetto dell'autonomia scolastica e didattica, alcune concrete

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conoscenze e abilita' perseguibili al termine del primo biennio. Esse riguardano non solo aspetti collegati alla pratica motoria esportiva, come ad esempio quelli relativi all'esecuzione di corretteazioni motorie, all'uso di test motori appropriati o ai principi divalutazione dell'efficienza fisica, ma anche quelli relativi allaconsapevolezza del ruolo culturale ed espressivo della propriacorporeita' in collegamento con gli altri linguaggi. Inoltre, in questo insegnamento assume speciale rilevanza ladimensione delle competenze sociali o trasversali, in particolarequelle collegabili all'educazione alla cittadinanza attiva, tra cuisi possono prevedere fin nel primo biennio le seguenti: - utilizzare le regole sportive come strumento di convivenza civile, - partecipare alle gare scolastiche, collaborando all'organizzazionedell'attivita' sportiva anche in compiti di arbitraggio e di giuria, - riconoscere comportamenti di base funzionali al mantenimento dellapropria salute, - riconoscere e osservare le regole di base per la prevenzione degliinfortuni adottando comportamenti adeguati in campo motorio esportivo. Sul piano metodologico, il percorso didattico - in coerenza conqueste valenze educative - e' finalizzato a colmare eventuali lacunenella formazione di base, ma soprattutto a valorizzare lepotenzialita' di ogni studente in ordine alla integralita' delproprio sviluppo. Allegato A) Declinazione dei risultati di apprendimento in conoscenze e abilita' per il primo biennio A.1 Settore economico A.2 Settore tecnologico Il presente allegato e' stato redatto con riferimento alleindicazioni nazionali per l'adempimento dell'obbligo di istruzione dicui al regolamento emanato con decreto del Ministro della Pubblicaistruzione n. 139/2007 e ai risultati di apprendimento - allegati B)e C) del regolamento d.P.R. n. 88/2010. Allegato A.1 SETTORE ECONOMICO Primo biennio Indirizzi: - “Amministrazione, finanza e marketing” - “Turismo” PREMESSA Il settore economico comprende due ampi indirizzi, riferiti ad ambitie processi essenziali per la competitivita' del sistema economico eproduttivo del Paese, come quelli amministrativi, finanziari,commerciali e del turismo. Per l'approfondimento di tecnologie emetodologie specifiche di indirizzo, sono previste alcune

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articolazioni nell'indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing”. In tutti gli indirizzi e articolazioni, i risultati di apprendimentosono definiti a partire dalle funzioni aziendali e dai processiproduttivi e tengono conto dell' evoluzione che caratterizza l'interosettore sia sul piano delle metodologie di erogazione dei servizi siasul piano delle tecnologie di gestione, che risultano sempre piu'trasversali alla diverse tipologie aziendali. Essi tengono conto, inparticolare, di un significativo spostamento di attenzione cheriguarda l'organizzazione e il sistema informativo aziendale, lagestione delle relazioni interpersonali e degli aspetti comunicativi,i processi di internazionalizzazione. I risultati di apprendimento rispecchiano questo cambiamento dellediscipline economico-aziendali in senso sistemico e integrato e vannoletti nel loro insieme. Tale impostazione intende facilitare,inoltre, apprendimenti piu' efficaci e duraturi nel tempo, in quantobasati su un approccio che parte dall'osservazione del reale,essenziale per affrontare professionalmente le problematiche dellediscipline in una prospettiva dinamica. Questo ambito di studi si caratterizza, in generale, per un'offertaformativa relativa ad un settore che ha come sfondo il mercato eaffronta lo studio dei macrofenomeni economico-aziendali nazionali einternazionali, la normativa civilistica e fiscale, il sistemaazienda nella sua complessita' e nella sua struttura, con specificaattenzione all'utilizzo delle tecnologie e forme di comunicazionepiu' appropriate, anche in lingua straniera. Le discipline di indirizzo sono presenti nel percorso fin dal primobiennio, in funzione orientativa e concorrono a far acquisire aglistudenti i risultati di apprendimento dell'obbligo di istruzione; sisviluppano nel successivo triennio con gli approfondimentispecialistici che si propongono di sostenere gli studenti nelle loroscelte professionali e di studio. Le competenze acquisite dagli studenti nell'intero corso di studisono configurate a partire dal quadro unitario definito dagli assiculturali dell'obbligo di istruzione, che ne risulta progressivamentepotenziato. In particolare, l'asse scientifico-tecnologico vieneconsolidato dagli apporti specialistici, finalizzati a farcomprendere anche la continua evoluzione delle normative e deglistandard tecnici, nazionali ed internazionali, operanti a livellosettoriale. Un altro aspetto di rilievo per il settore economico e' costituitodall'educazione all'imprenditorialita', in linea con le indicazionidell'Unione europea, in quanto le competenze imprenditoriali sonomotore dell'innovazione, della competitivita' e della crescita. Laloro acquisizione consente agli studenti di sviluppare una visioneorientata al cambiamento, all'iniziativa, alla creativita', allamobilita' geografica e professionale, nonche' all'assunzione dicomportamenti socialmente responsabili, che li mettono in grado diorganizzare il proprio futuro professionale tenendo conto deiprocessi in atto. Presentazione sintetica degli indirizzi e delle articolazioni Gli indirizzi del settore economico fanno riferimento a comparti incostante crescita sul piano occupazionale e interessati a fortiinnovazioni sul piano tecnologico ed organizzativo, soprattutto inriferimento alle potenzialita' delle tecnologie dell'informazione edella comunicazione (Information Communication Technologies -ICT): - l'indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing” persegue losviluppo di competenze relative alla gestione aziendale nel suoinsieme e all'interpretazione dei risultati economici, con lespecificita' relative alle funzioni in cui si articola il sistemaazienda (amministrazione, pianificazione, controllo, finanza,commerciale, sistema informativo, gestioni speciali). Esso presentadue articolazioni specifiche:

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- “Relazioni internazionali per il Marketing”, per approfondire gliaspetti relativi alla gestione delle relazioni commercialiinternazionali riguardanti differenti realta' geo-politiche esettoriali e per assicurare le competenze necessarie a livelloculturale, linguistico e tecnico; - “Sistemi informativi aziendali”, per sviluppare competenze relativealla gestione del sistema informativo aziendale, alla valutazione,alla scelta e all'adattamento di software applicativi, allarealizzazione di nuove procedure, con particolare riguardo al sistemadi archiviazione, della comunicazione in rete e della sicurezzainformatica; - l'indirizzo “Turismo” integra le competenze dell'ambitoprofessionale specifico con quelle linguistiche e informatiche peroperare nel sistema informativo dell'azienda e contribuireall'innovazione e al miglioramento dell'impresa turistica. Essointende promuovere abilita' e conoscenze specifiche nel campodell'analisi dei macrofenomeni economici nazionali ed internazionali,della normativa civilistica e fiscale, dei sistemi aziendali conl'attenzione alla valorizzazione integrata e sostenibile delpatrimonio culturale, artistico, artigianale, enogastronomico,paesaggistico ed ambientale. Particolare attenzione e' rivolta allaformazione plurilinguistica.

Parte di provvedimento in formato grafico

Allegato A.2 SETTORE TECNOLOGICO Primo biennio Indirizzi : - “Meccanica, Meccatronica ed Energia - “Trasporti e Logistica” - “Elettronica ed Elettrotecnica” - “Informatica e Telecomunicazioni” - “Grafica e Comunicazione” - “Chimica, Materiali e Biotecnologie” - “Sistema Moda” - “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria” - “Costruzioni, Ambiente e Territorio” PREMESSA Il settore tecnologico comprende nove ampi indirizzi, riferiti allearee tecnologiche piu' rappresentative del sistema economico eproduttivo del Paese: Meccanica, Meccatronica ed Energia; Trasporti eLogistica; Elettronica ed Elettrotecnica; Informatica eTelecomunicazioni; Grafica e Comunicazione; Chimica, Materiali eBiotecnologie; Sistema Moda; Agraria, Agroalimentare e Agroindustria;Costruzioni, Ambiente e Territorio. Per l'approfondimento ditecnologie specifiche di indirizzo, che hanno una spiccatacaratterizzazione, la maggior parte degli i indirizzi prevedearticolazioni. In tutti gli indirizzi e articolazioni, i risultati di apprendimentosono definiti a partire dai processi produttivi reali e tengono contodella continua evoluzione che caratterizza l'intero settore, sia sul

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piano delle metodologie di progettazione, organizzazione erealizzazione, sia nella scelta dei contenuti, delle tecniche diintervento e dei materiali. Il riferimento ai processi produttiviriflette, in tutti i percorsi del settore, la dinamicita' propria deicontesti, con l'introduzione graduale alle tematiche dell'innovazionetecnologica e del trasferimento dei saperi dalla ricerca allaproduzione. Questa impostazione facilita apprendimenti efficaci e duraturi neltempo in quanto basati su una metodologia di studio operativa,essenziale per affrontare professionalmente le diverse problematichedelle tecnologie, l'approfondimento specialistico e gliaggiornamenti. Nei nuovi percorsi, lo studio delle tecnologie approfondisce icontenuti tecnici specifici degli indirizzi e sviluppa gli elementimetodologici e organizzativi che, gradualmente nel quinquennio,orientano alla visione sistemica delle filiere produttive e deirelativi segmenti; viene cosi' facilitata anche l'acquisizione dicompetenze imprenditoriali, che attengono alla gestione dei progetti,alla gestione di processi produttivi correlati a funzioni aziendali,all'applicazione delle normative nazionali e comunitarie,particolarmente nel campo della sicurezza e della salvaguardiadell'ambiente. In particolare, nel complesso degli indirizzi, l'offerta formativadel settore tecnologico presenta un duplice livello di intervento: lacontestualizzazione negli ambiti tecnici d'interesse, scelti nellavarieta' delle tecnologie coinvolte, e l'approfondimento degliaspetti progettuali piu' generali, che sono maggiormente coinvoltinel generale processo di innovazione. Le discipline di indirizzo sono presenti nel percorso fin dal primobiennio in funzione orientativa e concorrono a far acquisire aglistudenti i risultati di apprendimento dell'obbligo di istruzione; sisviluppano nel successivo triennio con gli approfondimentispecialistici che sosterranno gli studenti nelle loro scelteprofessionali e di studio. Presentazione sintetica degli indirizzi e delle articolazioni Gli indirizzi del settore tecnologico fanno riferimento alle aree diproduzione e di servizio nei diversi comparti tecnologici, conparticolare attenzione all'innovazione dei processi, dei prodotti edei servizi: - L'indirizzo “Meccanica, Meccatronica ed Energia” integra competenzescientifiche e tecnologiche di ambito meccanico, dell'automazione e dell'energia epresenta due articolazioni: - “Meccanica e Meccatronica”, che approfondisce, nei diversi contestiproduttivi, le tematiche generali connesse alla progettazione,realizzazione e gestione di apparati e sistemi e alla relativaorganizzazione del lavoro; - “Energia”, per l'approfondimento, in particolare, delle specificheproblematiche collegate alla conversione e utilizzazionedell'energia, ai relativi sistemi tecnici di controllo e allenormative per la sicurezza e la tutela dell'ambiente. - L'indirizzo “Trasporti e Logistica” integra competenze tecnichespecifiche e metodi di lavoro funzionali allo svolgimento delleattivita' inerenti la progettazione, la realizzazione e lamanutenzione dei mezzi con competenze specifiche dell'area logisticain relazione alle modalita' di gestione del traffico, all'assistenzae alle procedure di spostamento e trasporto. L'indirizzo presenta trearticolazioni: - “Costruzione del mezzo”, per approfondire gli aspetti relativi allacostruzione e manutenzione del mezzo: aereo, navale e terrestre eall'acquisizione delle professionalita' nel campo dellecertificazioni d'idoneita' all'impiego dei mezzi medesimi;

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- “Conduzione del mezzo”, per l'approfondimento delle problematicherelative alla conduzione e all'esercizio del mezzo di trasporto:aereo, marittimo e terrestre; - “Logistica”, che approfondisce gli aspetti delle problematicherelative alla gestione e al controllo degli aspetti organizzativi deltrasporto e all'interrelazione fra le diverse componenti dellostesso. - L'indirizzo “Elettronica ed Elettrotecnica” integra competenzescientifiche e tecnologiche nel campo dei materiali, dellaprogettazione, costruzione e collaudo, nei contesti produttivi diinteresse, relativamente ai sistemi elettrici ed elettronici, agliimpianti elettrici e ai sistemi di automazione; presenta le trearticolazioni: - “Elettronica”, per approfondire la progettazione, realizzazione egestione di sistemi e circuiti elettronici; - “Elettrotecnica”, che approfondisce la progettazione,realizzazionee gestione di sistemi e impianti elettrici, civili e industriali; - “Automazione”, per l'approfondimento della progettazione,realizzazione e gestione di sistemi di controllo. - L'indirizzo “Informatica e Telecomunicazioni” integra competenzescientifiche e tecnologiche nel campo dei sistemi informatici,dell'elaborazione delle informazioni, delle applicazioni e tecnologieWeb, delle reti e degli apparati di comunicazione; presenta duearticolazioni: - “Informatica”, che approfondisce l'analisi, la comparazione e laprogettazione di dispositivi e strumenti informatici e lo sviluppodelle applicazioni informatiche; - “Telecomunicazioni”, che approfondisce l'analisi, comparazione,progettazione, installazione e gestione di dispositivi e strumentielettronici e sistemi di telecomunicazione. - L'indirizzo “Grafica e Comunicazione” integra competenze specifichenel campo della comunicazione interpersonale e di massa, conparticolare riferimento all'uso delle tecnologie per produrla eapprofondisce i processi produttivi che caratterizzano il settoredella grafica, dell'editoria, della stampa e i servizi ad essocollegati, nelle fasi dalla progettazione alla pianificazionedell'intero ciclo di lavorazione dei prodotti. - L'indirizzo “Chimica, Materiali e Biotecnologie” integra competenzespecifiche nel campo dei materiali, delle analisi strumentalichimico-biologiche, nei processi di produzione, in relazione alleesigenze delle realta' territoriali, negli ambiti chimico,merceologico, biologico, farmaceutico, tintorio e conciario e nelsettore della prevenzione e della gestione di situazioni a rischioambientale e sanitario; presenta tre articolazioni: - “Chimica e Materiali”, che approfondisce le competenze relativealle metodiche per la preparazione e per la caratterizzazione deisistemi chimici, all'elaborazione, realizzazione e controllo diprogetti chimici e biotecnologici e alla progettazione, gestione econtrollo di impianti chimici; - “Biotecnologie ambientali”, per l'approfondimento, in particolare,delle competenze relative al governo e al controllo di progetti,processi e attivita' nel rispetto della normativa ambientale e dellasicurezza e dello studio sulle interazioni fra sistemi energetici eambiente; - “Biotecnologie sanitarie”, che approfondisce le competenze relativealla metodiche per la caratterizzazione dei sistemi biochimici,biologici, microbiologici e anatomici e all'uso delle principalitecnologie sanitarie nel campo biomedicale, farmaceutico ealimentare. - L'indirizzo “Sistema Moda” integra competenze specifichenell'ambito delle diverse realta' ideativo-creative, progettuali,produttive e di marketing del settore tessile, abbigliamento,

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calzature e moda; presenta due articolazioni; - “Tessile, Abbigliamento e Moda”, per l'approfondimento dellecompetenze che caratterizzano il profilo professionale in relazionealle materie prime, ai prodotti e processi per la realizzazione ditessuti tradizionali e innovativi e di accessori moda; - “Calzature e Moda”, che approfondisce le competenze checaratterizzano il profilo professionale in relazione alle materieprime, ai processi e prodotti per la realizzazione di calzature e diaccessori moda. - L'indirizzo “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria” integracompetenze nel campo della organizzazione e della gestione delleattivita' produttive, trasformative e valorizzative del settore, conattenzione alla qualita' dei prodotti e al rispetto dell'ambiente esugli aspetti relativi alla gestione del territorio, con specificoriguardo agli equilibri ambientali e a quelli idrogeologici epaesaggistici; presenta tre articolazioni: - “Produzioni e Trasformazioni”, per l'approfondimento delleproblematiche collegate all'organizzazione delle produzioni animali evegetali, alle trasformazioni e alla commercializzazione dei relativiprodotti, all'utilizzazione delle biotecnologie; - “Gestione dell'ambiente e del territorio”, che approfondisce leproblematiche della conservazione e tutela del patrimonio ambientalee le tematiche collegate alle operazioni di estimo e al genio rurale; - “Viticoltura ed enologia”, che approfondisce le problematichecollegate all'organizzazione specifica delle produzioni vitivinicole,alle trasformazioni e commercializzazione dei relativi prodotti,all'utilizzazione delle biotecnologie. - L'indirizzo “Costruzioni, ambiente e territorio” integra competenzenel campo dei materiali, delle macchine e dei dispositivi utilizzatinelle industrie delle costruzioni, nell'impiego degli strumenti peril rilievo, nell'uso degli strumenti informatici per larappresentazione grafica e per il calcolo, nella valutazione tecnicaed economica dei beni privati e pubblici e nell'utilizzo ottimaledelle risorse ambientali. Approfondisce competenze grafiche eprogettuali in campo edilizio, nell'organizzazione del cantiere,nella gestione degli impianti e nel rilievo topografico. Presental'articolazione: - “Geotecnico”, che approfondisce la ricerca e sfruttamento degliidrocarburi, dei minerali di prima e seconda categoria e dellerisorse idriche. In particolare, tratta dell'assistenza tecnica edella direzione di lavori per le operazioni di coltivazione e diperforazione.

Parte di provvedimento in formato grafico