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numero 6 Inverno 2012-2013 LA RIVISTA DI ELSA TRENTO wikiLex TRENTO, CAPITALE DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO PREMIO NOBEL PER LA PACE ALL’UNIONE EUROPEA: IL SOGNO DI SHUMAN DIVENTA REALTÀ? COSE’ L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI ELSA?

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numero 6 Inverno 2012-2013

LA RIVISTA DI ELSA TRENTO

w ik i Lex

TRENTO, CAPITALE DELDIRITTO AMMINISTRATIVO

Premio Nobel Per la Pace all’UNioNe eUroPea: il sogNo di shUmaN diveNta realtà?

cos’e’ l’assemblea NazioNale di elsa?

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RIVISTA DI ELSA TRENTO - Periodico dell’Asso-ciazione ELSA Trento Registro Stampe del Tribu-

nale n° 1111 del 30.11.2002

Tiratura: 500 copie

Stampa: Centro Stampa Università degli Studi di Trento

Chiunque fosse interessato a collaborare si rivolga alla direzione e redazione:

ELSA Trento c/o Facoltà di Economia, via Inama 5 38122 Trento [email protected]

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pagg. 3,4

TRENTO, CAPITALE DEL DIRITTO AMMINISTRA-TIVO

pagg. 5,8,9 Premio Nobel Per la Pace all’UNioNe eUroPea: il sogNo di shUmaN diveNta realtà?

pagg. 6,7 azzeccagarbUgli

pagg. 10,11 cos’e’ l’assem-blea NazioNale di elsa?

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E’ accaduto per due giorni in un week end di inizio ottobre dal clima nostalgicamente estivo, occasione in cui il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università si è reso ospite del Convegno annuale dell’A.I.P.D.A. (Associazione Italiana dei Professori di Diritto Amministrativo), per un confronto autorevole e

ad ampio respiro su un tema assai delicato della processualistica amministrativa. Cominciamo dal principio: venerdì 5 e sabato 6 ottobre, più di 200, tra docenti e ricercatori di diritto amministrativo, provenienti da tutta Italia, hanno popolato l’aula 1 (e parte dell’aula 2, con collegamento audio-video) della Facoltà di Giurisprudenza, richiamati da uno degli eventi principali del panorama scientifico nazionale afferente alla materia.L’A.I.P.D.A., associazione fondata nel 1999 ed avente quale scopo statutario la predisposizione di un forum, nel quale discutere i maggiori problemi del diritto amministrativo, della sua scienza e della sua evoluzione, nonché le questioni più interessanti relative all'organizzazione della ricerca e all'insegnamento della materia, rappresenta infatti uno dei più importanti luoghi di aggregazione della dottrina amministrativistica nazionale ed il suo convegno annuale è certamente una delle migliori occasioni di confronto tra gli studiosi del settore. Grazie all’opera dei docenti della nostra Università (il comitato organizzatore composto dai Professori Arena, Bombardelli, De Pretis, Falcon e Marchetti) ed alla sponsorizzazione della Regione, della Provincia e della Camera Amministrativa della sede locale dell'Ordine degli Avvocati, l'edizione 2012 del convegno si è rivelata un successo sia dal punto di vista della partecipazione che da quello dell'elaborazione contenutistica.L'incontro, dedicato al principio della domanda e ai poteri d'ufficio del giudice amministrativo, ha impegnato l'intero consesso in un tema tanto attuale quanto impegnativo: dopo l'emanazione di un codice (il nuovo codice del processo amministrativo, appena giunto al suo secondo correttivo) che parrebbe confermare il principio della domanda quale criterio ispiratore del processo davanti al tribunale amministrativo, quale spazio residuo rimane all'autonomia del giudice nell'espletamento di quei poteri d'ufficio che storicamente hanno contraddistinto il giudizio amministrativo rispetto a quello di diritto comune? Fino a che punto la partecipazione dell'Amministrazione quale attore necessario del contenzioso amministrativo ed il relativo interesse pubblico da essa tutelato giustificano ancora una disparità di posizioni tra le due parti nel processo, in ossequio ad un concetto di "giurisdizione oggettiva", in auge nel secolo passato ma ormai quasi pacificamente superato?

TRENTO, CAPITALE DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO

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In altre parole: quanto il processo amministrativo deve essere ancora inteso come rivolto al ripristino della legittimità dell'azione della pubblica amministrazione in quanto tale e quanto, invece, intende ormai annoverare quale principale obiettivo finale il soddisfacimento dell'interesse legittimo del ricorrente? Ed in che modo i poteri d'ufficio che la legge conserva in capo al giudice amministrativo incidono nella prevalenza di un modello rispetto all'altro?

Tematiche scientificamente complesse, sulle quali si sono confrontati alcuni dei più stimati studiosi del settore. Dopo gli onori di casa del Prof. Giandomenico Falcon, l'autorevole relazione del Presidente dell'Associazione, Prof. Guido Greco, ordinario di Diritto Amministrativo presso l'Università Statale di Milano, ha dato l'avvio ai lavori. Il pomeriggio è proseguito con una tavola rotonda rispettosa della migliore tradizione comparatistica della nostra Università: un professore tedesco, uno spagnolo ed una professoressa francese hanno riportato le esperienze dei loro ordinamenti nazionali sull'oggetto del convegno, dando origine ad un confronto stimolante e multiculturale, accompagnato dagli interventi di tre docenti italiani.Ci si è così potuti rendere plasticamente conto della misura in cui ordinamenti distanti dal nostro, seppure figli della medesima tradizione di civil law, siano in grado di prospettare spesso e volentieri un'impostazione processuale che lascia al giudice uno spazio talvolta infinitamente maggiore rispetto a quanto predisposto dalla legislazione italiana, in un'ottica che, forse più pragmaticamente, cerca di recuperare nell'azione officiosa dell'organo giudicante, non tanto una manifestazione dello sbilanciamento del processo a favore della parte ontologicamente più forte (l'Amministrazione) quanto, all'opposto, uno strumento teso al riequilibrio a tutela della posizione più marcatamente debole (che, nel diritto amministrativo, è sempre il ricorrente privato). La relazione conclusiva del Prof. Villata (Università di Milano) ha terminato i lavori.Quando il sabato, all'ora di pranzo, i sonnecchianti tavolini esterni dei bar delle piazze centrali della città hanno accolto la massa di professori e ricercatori reduci dal convegno, si è potuta riscontrare la netta percezione di un obbiettivo centrato in pieno: un memorabile successo dell'Università, un argomento complicato ma sviscerato nel dettaglio, numerosissimi spunti su cui fondare un'ulteriore opera di ricerca, ma anche - perché no - un'invidiabile sensazione di sazietà culturale che ha inesorabilmente portato gli invitati ad allentarsi le cravatte. Ed a godersi, rilassati e soddisfatti, quell'ultimo scampolo di estate trentina.

Deborah Civico

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Come nasce il Premio Nobel per la Pace? Il premi Nobel nascono nel 1895, quando il signor Alfred Nobel decide di far sì che, al momento della sua morte, la sua fortuna venga usata per l’assegnazione di una serie di premi. Nel caso specifico del premio Nobel per la Pace, deve essere assegnato “alla persona

che si è impegnata maggiormente per la fratellanza tra le nazione, per l’abolizione e la riduzione degli armamenti e per la promozione della pace”.Il premio Nobel per la Pace del 2012 è stato assegnato all’Unione Europea. Il Comitato Norvegese per il Nobel ha riconosciuto all’UE il merito di aver trasformato l’Europa da continente di guerra a continente di pace.Che l’Unione europea si vedesse attribuire il premio Nobel per la Pace se lo aspettavano in pochi. Soprattutto oggi, in cui molti paesi dell’Ue – e non solo della zona euro – sono in crisi, in cui non c’è ancora una vera politica estera comune, in cui molti stati tagliano il bilancio per le spese militari, e quindi le operazioni di pacekeeping, sotto l’egida dell’Onu o della Nato.In realtà il premio del comitato di Oslo è un riconoscimento al percorso dell’Ue, alla svolta storica che l’Europa ha compiuto nel 1950. È anche un premio postumo agli attori di questa svolta, che non ci sono più. Un commentatore ha osservato che in Europa ci si fa la guerra tra fratelli o cugini dai tempi di Cro-Magnon. Fino, appunto, al ’50 del secolo scorso, dopo due guerre assurde e mortifere oltre l’immaginabile. L’intuizione di Jean Monnet ed il coraggio politico di Robert Schuman, ministro francese degli affari esteri, hanno dato vita, in senso letterale, al sogno biblico di trasformare le spade in aratri.L’Unione non è la prima istituzione a ricevere il premio. Bisogna però tornate indietro fino al 1999, quando il riconoscimento fu assegnato a Medici Senza Frontiere, per ritrovare il premio consegnato esclusivamente a un’istituzione e non ad individui.E’ risaputo che il Nobel per la pace trascina sempre con sé una scia di polemiche. Basti pensare al Nobel del 2009 a Barack Obama, un premio “preventivo” e contestatissimo. O a quella del 2010 a Liu Xiaobo. Che dire poi di un altro nobel per la pace “fuori luogo” quanto quello ad Henry Kissinger? Anche quest’anno la notizia in arrivo da Oslo ha scatenato le immediate reazioni dei commentatori di tutto il mondo. C’è chi continua a interrogarsi sulla natura del riconoscimento, chi critica il conferimento ad un’istituzione, chi attacca ferocemente l’assegnazione all’UE.L’Unione vince il Nobel per la pace dopo che alcuni dei suoi membri hanno bombardato la Libia, o ancor prima Iraq e Afghanistan? E’ la stessa Europa che non riuscì a evitare Srebrenica? O ancora, si tratta dell’Europa delle banche, pronta a tagliare il welfare,

PREMIO NOBEL PER LA PACE ALL’UNIONE EUROPEA: IL SOGNO DI SHUMAN DIVENTA REALTÀ?

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cruciverba

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definizioniOrizzontali. 1. Organizzazione internazionale del lavoro5. Celebre battaglia del Conquistatore12. Rappresentanze sindacali aziendali15. Con gli artifizi nella truffa16. Imposta sugli immobili di recente introduzione 17. E’ buon nel Codice civile18. Città del Carnevale (non Viareggio)19. Local Area Network20. Provincia lombarda di Gonzaga 21. Boccone masticato22. Materia di imminente legislazione russa 24. Tipico nome canino25. Reparto investigazioni scientifiche26. Ex III pilastro28. Bassissima29. Lo sono Abbado e Muti31. Uno degli autori dei reati contro la P.A. ex Capo I, Titolo II, Libro II C.p.32. Titolo dei principi33. Sotto dei latini34. Precettore35. Dispari in sopito37. Bagna Napoli38. Navetta spaziale39. Il governo dell’opposizione in UK40. Semplici41. Sculture nell’isola di Pasqua

Verticali.1. Regno dei morti2. Prefisso uguale3. “Le” spagnolo4. Primo legislatore penale5. Strutture dell’amministrazione europea6. Doppie in assaggio7. Fiume sardo8. Arcobaleno9. Provocò le ire dei figli di Latona10. Ragionamento filosofico11. Tabloid inglese15. L’inizio della Russia 16 bis. Capo di Stato cinese17 bis. Segue l’Ariete22. Punto apicale22 bis. Lo è “Alla salubrità dell’aria”23. Lo sono le cavallette pascoliane 24. La casa di Augusto27. Famosa via dell’antica Roma29. Senza parola 30. Livello inglese36. Iniziali di Paolo Borsellino37 bis. La capitale sul Tevere

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a sacrificare posti di lavoro e spesa pubblica in nome del patto di stabilità? O quella in cui scopriamo che un programma di scambi intelligente e lungimirante come l’Erasmus è in dubbio?Non è il momento di massima popolarità per l’UE. La maggior parte dei suoi cittadini dubitano della sua reale funzione. Negli ultimi anni si sono messi in discussione i suoi pilastri tra cui l’euro o la libera circolazione delle persone. Ma in un momento così delicato, fatto di tensioni sociali, indietreggiamento economico e crisi di credibilità, riemerge uno dei più grandi meriti dell’Europa unita: la promozione della pace all’interno dei propri confini.L’Europa di oggi non è ancora quella che immaginavano Giuseppe Mazzini o Victor Hugo, ma una creatura giovane che a piccoli passi si è andata plasmando in nome di un’unità impensabile.Nel bel mezzo della sua peggiore crisi, l’Unione si vede riconosciuto un merito reale. “L’Unione e i suoi predecessori hanno per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa”, ricorda a ragione il Comitato Norvegese per il Nobel nelle sue motivazioni per il premio.Sarebbe giusto se i politici europei e i capi di Stato si prendessero la briga di alzare orgogliosamente in alto questo premio Nobel. Non è il premio ciò che conta, quanto piuttosto ricordare ai cittadini ciò che sembra ormai banale.Non è superfluo ricordare la riottosità dell’Europa dai confini labili e degli scontri fratricidi, della Guerra Fredda e dei conflitti etnici. Quello che viene rimarcato ad Oslo è un processo che molti tendono a dare per scontato. La pace da queste parti ha smesso di essere un problema. I conflitti e le vecchie paure ci tornano alla mente quando ci troviamo davanti agli scontri di Atene o Madrid. Ma conviviamo con la consapevolezza di una stabilità istituzionale che nel bene o nel male riuscirà a confinare la conflittualità nella sfera economica e sociale.Le due guerre mondiali, la guerra franco-prussiana, la guerra di Crimea, le guerre napoleoniche. Si può scorrere a ritroso frugando nel passato per ritrovare secolo dopo secolo un continente frammentato, instabile e perennemente in guerra. Oggi l’Unione conta più di 500 milioni di abitanti. Tra essi tre generazioni di europei non hanno mai conosciuto la guerra in un continente che prima del 1945 aveva diffuso morte e terrore e che aveva assistito alla crescita di movimenti politici responsabili dei crimini più efferati che l’umanità ricordi. Dalla nascita della CECA nel 1951 a oggi, mai una volta i paesi membri hanno rischiato lo scoppio di un conflitto armato.In sessant’anni di pace siamo riusciti a garantire maggiore democrazia, sviluppo e nuovo benessere agli Stati membri. L’Unione è stata capace di crescere includendo i paesi dell’est e accompagnandoli con successo in una transizione difficile. L’Europa che abbiamo costruito ha fatto aumentare e ha garantito nuovi diritti. Le Comunità europee, poi l’Ue, sono diventate non solo un insieme regionale pacifico, ma un’organizzazione che ha saputo attirare Paesi che uscivano da esperienze autoritarie: la

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Consigli per la lettura

Grecia, la Spagna e il Portogallo negli anni ottanta, i Paesi d’oltrecortina dopo il crollo del muro di Berlino, ed oggi il paesi balcanici, candidati all’adesione, già ora o potenzialmente in futuro. Questo ha riconosciuto il comitato Nobel, sottolineando come la democrazia sia una condizione necessaria all’appartenenza all’Ue. Forse il messaggio più importante del Nobel all’Eu non è tanto una consolazione di fronte alla drammatica situazione socio-economica, o un incoraggiamento ad essere più attivi nel promuovere la pace fuori dei propri confine, ma un solenne richiamo a come la democrazia e la pace siano un bene prezioso, oggi acquisito in Europa, ma anche fragile.Si può discutere dello stato di salute di questi traguardi, ma essi rimangono innegabili.Questa Unione, così imperfetta e oggi così incerta, ha costruito solide fondamenta di libertà che noi diamo per scontate. Pietro Calamandrei, europeista e partigiano che conobbe l’Europa in guerra disse, “La libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. L’Unione Europea c’è perché l’abbiamo costruita, non facciamocela mancare.

Nomos e fysis: il dilemma di Antigone.

“Sì ho trasgredito le tue leggi, perché certo non è stato Zeus ad emanare questo editto; e la giustizia, che dimora con gli dei sotterranei non ha mai stabilito per gli uomini leggi simili. E io non ritenevo che i tuoi bandi avessero tanta forza che un mortale potesse soverchiare le leggi non scritte e incrollabili degli dei. Perché queste non vivono oggi o ieri, ma in eterno e nessuno conosce il momento in cui ebbero origine.”

Nella figura di Antigone, Sofocle ha impersonato un dramma eterno, il dramma di chi è com-battuto fra il comando della coscienza morale e quello dell’autorità politica: dramma che si fa più acuto quando le leggi dello stato sono percepite come manifestamente ingiuste dalla coscienza morale dei cittadini.

Cosa rappresenta Sofocle, se non la contrapposizione concettuale mutuamente esclusiva che esiste tra giusnaturalismo e giuspositivismo? Si tratta di una contrapposizione, storicamente risalente, fra l’idea che ci sia un diritto giusto “per natura” (che sgorga dalla natura, dalla ragione, o direttamen-te da Dio), o comunque una giustizia come valore oggettivo, in grado di mettere in forse il diritto positivo “ingiusto”) da una parte, e l’idea che di diritto in senso proprio se ne possa solo parlare come di diritto posto dall’altro.

Buona lettura!

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Elsa Trento nel fine settimana intercorrente tra il 22 e il 25 Novembre 2012 ospiterà in Trentino la XLVIII Assemblea Nazionale invernale di Elsa Italia, evento nazionale a cui parteciperanno tutte le 21 sezioni locali con i loro rispettivi rappresentanti e anche alcuni tra i 30 000 soci di ELSA International. Il Comitato Organizzativo ha deciso di dare l’opportunità all’Altopiano della Vigolana di ospitare le principali fasi dell’evento in questione, occasione davvero irripetibile per la promozione del territorio stesso.Il programma è tanto complesso quanto interessante: il primo giorno si svolgerà una conferenza che vedrà presenti volti noti ed essenziali del panorama giuridico e medico italiano: Roberto Bin , Amedeo Santosuosso,

Mariachiara Talacchini e tratterà del rapporto tra diritto, medicina e bioetica in riferimento alla ricerca sulle cellule staminali. La sera invece l’inaugurazione con la consueta cerimonia d’apertura.I giorni a seguire saranno dedicati a workshop interattivi sulle aree chiave della nostra attività associativa. Nella serata del 23 novembre prenderà vita una elegante Cena di Gala: momento di tradizionale convivialità.L’evento si concluderà con dall’Assemblea Plenaria di ELSA Italia.

INTERVISTA ALLA PRESIDENTESSA DI ELSA ITALIA.In occasione della tanto attesa Assemblea Nazionale, abbiamo rivolto alcune domande a Laura Stefani, presidentessa di ELSA Italia.

Qual è, per te, lo spirito che anima la nostra associazione?Alla base di ELSA c’è volontà di costruire un mondo migliore, nel nostro piccolo, un mondo più giusto, un mondo che è attento ai diritti umani e al loro sviluppo. C’è la volontà di creare opportunità e possibilità per giovani studenti e neo-laureati, c’è la volontà di far

INFO: http://www.elsatrento.org/48-assemblea-nazionale-a-trento/

COS’E’ l’ASSEMBLEA NAZIONALE di ELSA?

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loro vivere esperienze extra-curriculari, che possano far crescere come persona, oltre che professionalmente. ELSA è desiderio di scoprire nuove cose e di confrontarsi con punti di vista provenienti da tutta Europa. E’ desiderio di dar voce ai giovani, di farli sentire più partecipi nella società civile. ELSA è passione. ELSA è un contenitore, che è possibile riempire con idee ed emozioni, che possono essere concretizzate e realizzate.

Qual è l’importanza che un evento come l’Assemblea Nazionale può rivestire per gli iscritti ad Elsa? L’AN, per gli officers, è momento di formazione, di collaborazione nel far crescere l’Associazione, nel capirne i problemi e trovarne le soluzioni, è momento per esprimere il proprio voto, è momento per scambiare idee e consigli, è momento per rivedere i colleghi e gli amici, è momento per 4 giorni di straordinaria follia :), un po’ come tornare al liceo

Cosa ti aspetti dall’An che si svolgerà a Trento? Hai mai visitato la città? Trento l’ho vista una volta, durante l’orientamento per l’università, ma non mi ricordo la città... Mi aspetto un clima sereno e collaborativo, come quello visto al NPM/NSM a fine settembre, che ha dato carica a noi del CDN.

Cosa ci dici in merito alle scorse AN alle quali hai partecipato? Ho partecipato a 6 AN durante la mia vita ELSiana ed ogni volta facevo il conto alla rovescia per la successiva, durante la quale mi sarei sicuramente nuovamente divertita e avrei rivisto molti di coloro che sono ormai miei amici.

Cosa diresti ad una matricola per invitarla ad iscriversi alla nostra associazione?ELSA è una scoperta che ha cambiato la mia vita universitaria e la mia persona. Ho avuto modo di fare una moltitudine di esperienze formative sia in Italia che all’estero (Moot Court Competition, Delegation a Ginevra, Summer Law School in Romania, vacanze estive, conferenze e seminari, visite in Tribunale e carcere, pubblicazioni cartacee, ecc), che mi hanno permesso di capire ciò che volevo fare, mi hanno permesso di avvicinarmi al mio obiettivo, mi hanno permesso di arricchire il mio cv e soprattutto di raggiungere il mio obiettivo internazionalistico. ELSA mi ha aiutata a uscire dal tedio universitario, a conoscere nuove persone, alcune delle quali sono i migliori amici che ho, a confrontarmi con diversi punti di vista di giovani provenienti da tutta Europa. Come officers, ELSA mi ha permesso di incrementare le mie capacità organizzative, gestionali, relazionali, skills essenziali per poter approcciarsi al mondo del lavoro senza rimanerne soffocati. ELSA per me è vita, è passione, è emozione e consiglierei ad ogni studente di viverla!

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