Western Blogroll 1

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N. 1 Rivista amatoriale, aperiodica e gratuita di contenuti di genere western raccolti in vari blog italiani Tutti i loghi appartengono ai rispettivi proprietari. le immagini contenute in questa rivista sono immagini già pubblicate in internet, se dovessero essere protette da copyright, previa segnalazione, provvederemo immediatamente a rimuoverle

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Rivista amatoriale, aperiodica e gratuita di contenuti di genere western raccolti in vari blog italiani.

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N. 1

Rivista amatoriale, aperiodica e gratuita

di contenuti di genere western raccolti in vari blog italiani

Tutti i loghi appartengono ai rispettivi proprietari. le immagini contenute in questa rivista sono immagini già pubblicate in internet,

se dovessero essere protette da copyright, previa segnalazione, provvederemo immediatamente a rimuoverle

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Se il primo volume si è concluso con la morte

di Frank, il secondo ha inizio con la morte di

Miranda, la moglie che Quinn ha abbandonato a

Londra, insieme al loro figlio Warren, dopo aver

ucciso il suo mentore, il professor Laney. Proprio

il figlio Warren, ormai libero dal giogo materno,

decide di recarsi in America per cercare il padre

scomparso. Raggiunta la fattoria nei pressi di

Lewisville, Illinois, la scopre fatiscente come un

utero sifilitico e abitata solo dal guercio Finch,

ancora in attesa del ritorno di Frank. Grazie alla

sua perizia nei lavori di carpenteria, Warren riesce

a ristrutturare tutti gli edifici e ad acquistare una

mandria di mucche dopo solo otto mesi dal suo

arrivo nel Nuovo Mondo.

In questo periodo di massimo splendore,

Warren incontra il Male, quello delle creature pos-

sedute da Mille Volti, sotto le sembianze di un

molosso. Un molosso sulla cui spalla risuona quel

simbolo di cui il padre parlò in una vecchia lettera.

Ma Warren dovrà ben presto incontrare qual-

cos’altro di forse più sconvolgente. Il passato del

padre strariperà come un fiume in piena nella sua

fattoria, insieme ai suoi ricordi e ai suoi incubi, con

l’aspetto di William Forrester, il piccolo orfano che

suo padre adottò dopo la strage dei pionieri.

Anche in questa seconda puntata fluttueremo

tra la Gran Bretagna e l’America. Tra la diffusio-

ne del male e la sua genesi. Continueremo infatti a

seguire l’evoluzione esoterica di Jim McCallister,

che dalle bucoliche campagne scozzesi porterà la

sua sete di potere nei vicoli di Glasgow, creando

un fantasy crudele e distruttivo.

Tre vite che amplificano drammi interiori

come degli involucri che a stento resistono ad una

folle pressione. Tre vite che sfociano in un territo-

rio selvaggio dove la soglia di sopravvivenza di

ognuno appare labile e dove l’uomo giace col

male a prescindere dagli oscuri esseri dalla carne

marchiata.

Una storia agghiacciante che Malès e Janni

riescono a trasportare in un budello di distorsioni

grafiche che ancor più destano le inquietudini del

lettore.

Recensione del secondo e ultimo volume di Mille Volti. Se non avete ancora letto il primo volume,

Londra/Dakota, vi invitiamo a leggere la recensione apparsa la settimana scorsa sul blog

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Il celebre ranger viene particolarmente male

nelle miniature, e questa (sebbene le dimensioni

abbondanti permettessero molta più cura dei parti-

colari) non fa eccezione, con quell’espressione

ingrugnita particolarmente strana.

L’elevato prezzo e l’impossibilità di trovare

spazio dove mettere le enormi e molteplici uscite,

mi hanno spinto a non prendere neanche in consi-

derazione la collana.

Ecco l’incipit:

Unanimamente considerato il più popolare

personaggio del fumetto italiano, Tex Willer

cavalca sulle piste del selvaggio West dal 1948,

l’anno in cui esordì nelle edicole italiane. A dar-

gli vita furono lo scrittore-sceneggiatore Gian

Luigi Bonelli e il disegnatore Aurelio Galleppini

(in arte Galep), che, per tratteggiare la sua figu-

ra, prese originariamente a modello i divi dello

schermo dell’epoca.

Numero 1 della collezione “Il Mondo di Tex”,

curata da Graziano Frediani per Hachette nel 2005

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MYNIATUREfigurini & action figures

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Nel 1974 la storica casa editrice italiana

Fratelli Spada – erede della Nerbini e specializza-

ti nel fumetto fino al 2010, quando è fallita – lan-

cia la pubblicazione Albi Spada, «superavventure

complete a colori».

Al prezzo di 250 lire, ogni 15 giorni veniva pre-

sentato un albo dedicato ad un personaggio ogni

volta diverso, per un totale di quattro grandi nomi

del fumetto che così si davano il cambio fra le mani

dei lettori: Star Trek, Turok, Magnus e Marshal.

Oggi voglio parlare di quest’ultima testata.

Lo sceriffo (marshal) di Dodge City Matt

Dillon nasce dalla fantasia dello sceneggiatore

John Meston all’interno del variegato mondo che

ha creato nel 1952 per la trasmissione radiofonica

di successo Gunsmoke.

Negli anni Sessanta il successo delle storie

western che ruotano intorno a Dodge City spinge

la Columbia Broadcasting a lanciare una serie a

fumetti composta sullo stesso modello radiofoni-

co: storie brevi con vari personaggi, tutti però

facenti capo allo sceriffo Matt Dillon.

Speciale su Marshal Matt Dillon,

lo sceriffo che dalla radio passò alla TV, al cinema e ai fumetti

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I Fratelli Spada portano in Italia queste storie e

gli Albi Spada che portano il semplice titolo

“Marshal” presentano queste storie brevi ma in

fondo divertenti.

All’epoca dell’uscita italiana del primo nume-

ro della serie – agosto 1974 – i lettori più attenti

avevano avuto modo di incontrare lo sceriffo Matt

Dillon nel film Arriva Jesse James (Alias Jesse

James, 1959), anche se la scena è tutta per il pro-

tagonista Bob Hope: comunque l’attore James

Arness sarebbe tornato a interpretare lo sceriffo di

Dodge City in una serie televisiva (Storie del vec-

chio west) e in una serie di film televisivi conclu-

sasi nel 1994. Il personaggio a fumetti degli Albi

Spada è disegnato proprio sul profilo di questo

attore.

Le storie, dicevo, sono tutte brevi e con vari

protagonisti, ma la sceneggiatura è frizzante e

divertente e a sorpresa è una lettura piacevole

anche a diversi decenni di distanza. I canoni del

western sono tutti presi in considerazione e para-

dossalmente sono più “freschi” questi fumetti

senza troppe pretese che molti noiosi film che

vogliono imporsi come epocali.

Una lettura assolutamente da riscoprire.

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John L. Hatcher nacque intorno al 1812,

secondo alcuni a Botetourt County (Virginia), per

altri invece a Wapakoneta (Ohio). Nel 1835, prima

della sua collaborazione con la Bent, St. Vrain &

Company, disponeva trappole sulle montagne roc-

ciose per poi vendere le pellicce presso St. Louis.

La Bent, St. Vrain & Company, importante

società nel commercio delle pellicce, fu il frutto di

una partnership tra Ceran St. Vrain, commerciante e

patriota americano, e William Bent, commerciante

e mediatore tra i nativi e la politica espansionistica

degli USA. La società costruì, nel 1837, Fort Saint

Vrain alla confluenza del Saint Vrain Creek e del

South Platte River. Il forte non aveva funzioni mili-

tari ma era un avamposto commerciale istituito al

fine di facilitare gli scambi tra nativi e trapper.

Durante la guerra la guerra messicano-statunitense

acquistò una notevole importanza strategica.

Hatcher fu un acquisto importantissimo per la

Bent, St. Vrain & Company. Egli instaurò legami

commerciali indispensabili con alcune tribù di

nativi, soprattutto con i Kiowa, e perciò gli fu

affibbiato il soprannome di “Freckled Hand".

L’arte diplomatica di Hatcher non è stata sempre

fruttuosa e vi sono stati anche periodi di interru-

zione negli scambi commerciali.

Nell’estate del 1845, Hatcher e Caleb

Greenwood, anche lui dipendente del forte, ven-

nero ingaggiati come cacciatori per la spedizione

comandata dal maggiore James William Abert

verso il fiume Canadian. La spedizione, costituita

da trentatré uomini, era guidata da Thomas

Fitzpatrick. Dopo aver raggiunto le sorgenti del

fiume e attraversato il confine tra Colorado e New

Mexico orientale, la spedizione percorse il tratto

entro il Texas Panhandle. Constatata l’assenza di

pericoli, Hatcher e Caleb Greenwood fecero ritor-

no a Fort Bent. La spedizione, dopo aver raggiun-

to la confluenza con il fiume Arkansas, si sciolse a

Fort Gibson.

Speciale sul trapper John L. Hatcher

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Una nuova missione attende John L. Hatcher

all’inizio di febbraio del 1847. La rivolta di Taos,

avvenuta il 19 gennaio dello stesso anno, fu una

rivolta popolare, guidata da Pablo Montoya e

Tomás Romero, contro l’occupazione americana dei

territori settentrionali del New Mexico. Nella rivol-

ta fu ucciso il governatore Charles Bent, fratello di

William Bent. Hatcher partecipò alla spedizione

organizzata da William Bent per soffocare la rivolta

e vendicare il fratello. Quando Hatcher raggiunse

Taos insieme alla spedizione la rivolta era già stata

soppressa. Egli partecipò al processo e all’esecuzio-

ne dei patrioti messicani.

Il 1850 rappresentò il periodo di massima

affluenza dei cercatori d’oro in California. Questo

flusso migratorio, che prenderà il nome di “febbre

dell’oro”, si ebbe dopo il ritrovamento, da parte

di un dipendente di John Augustus Sutter, di un

filone aurifero presso le rive del fiume American,

scoperta avvenuta precisamente il 24 gennaio

1848. La "febbre dell’oro" fu essa stessa una cor-

rente in grado di portare il prezioso minerale in

california. I cercatori d’oro rappresentarono un’e-

sercito di consumatori fondamentali per quella

giovane terra. Dietro questo flusso di speranzosi

si mosse un branco di aprofittatori che fiutarono

la possibilità di lauti guadagni attraverso la com-

mercializzazione di provviste ed attrezzi ad un

prezzo notevolmente maggiorato. William Bent

era tra questi. Hatcher, come anche Kit Carson e

Richens Lacy Wootton, guidò un gregge di peco-

re da Taos fino alla California. Qualcuno potreb-

be ridere all’idea che un trapper con la sua fama

si mettesse a pascolare pecore, anche se attraver-

so un percorso lunghissimo, come un comune

pecoraro. Bisogna ricordare che, oltre ad essere

un tragitto estremo, la via intrapresa da Hatcher

era sottoposta all’attacco di puma, coyote, lupi,

grizzly e indiani. Quella non era una semplice

transumanza...

Nel 1858 andò a vivere in California dove

aveva acquistato un ranch nella valle di Sonoma.

Nel 1867 si trasferì in un ranch nell’Oregon dove

rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 1897.

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Charles Bronson nel film “I trecento di Fort Canby” (A Thunder of Drums, 1961)

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