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PRATICHE PERSONE&CONOSCENZE N.88 38 In queste pagine cerchiamo di capire quali i piani maggiormente adottati dalle aziende e come questi creano valore all’organizzazione grazie al ritorno di investimento generato dal binomio soddisfazione-produttività. Federico Isenburg, presidente di Muoversi −società di servizi di welfare aziendale− ci ha aiutato a capire meglio come si gestisce concretamente il welfare secondo le necessità reali dell’azienda e delle sue risorse. Welfare aziendale e welfare pubblico: si possono integrare? In un periodo di interminabile crisi per il nostro Paese, in cui le risorse per servizi e welfare pubblico diminuiscono, mentre i bisogni della popolazione di contro aumentano, le imprese possono svolgere un ruolo cruciale, integrando l’azione del welfare pubblico. È in questo contesto che, a fronte anche di fenomeni macro come il tasso di invecchiamento demografico in Italia che la domanda sociale cresce mentre a livello pubblico si moltiplicano i tagli alla spesa e ai servizi, cosicché i rischi per i cittadini −soprattutto quelli appartenenti alle catego- rie più deboli− aumentano velocemente. In questa cornice si inserisce il ‘welfare aziendale’: tentativo di rispondere a questi nuovi rischi sociali con una galassia di interventi, di natura monetaria o sotto forma di servizi, messi in campo da una molteplicità di attori −cooperati- ve, imprese, associazioni di rappresentanza, ecc.− che integrano, senza sostituirlo, il welfare pubblico. Accordo innovativo: servizi utili al dipendente e alla famiglia Nel marzo scorso l’azienda Muoversi ha firmato un importante accordo con il gruppo San Marco, realtà del settore delle pitture e vernici per l’edilizia professionale in Italia, con il quale si è avviato un programma di welfare aziendale volto ad aumentare il potere d’acquisto dei propri dipendenti e offrire servizi concreti per conciliare al meglio vita privata e lavoro. Cerchiamo di capire meglio i dettagli della trattativa… “L’innovativo accordo è stato siglato con le rappresentanze dei lavoratori per dotare il Grup- po San Marco di un proprio modello di welfare aziendale: ispirato alle migliori prassi presen- ti in grandi aziende, l’accordo è frutto di un’attenta attività di analisi e ascolto, a conferma dello spirito positivo che caratterizza il sistema di relazioni industriali. Il modello di welfare –ci racconta Isenburg− prevedrà la messa a disposizione di beni, opere, servizi di primaria necessità e utilità per i dipendenti e il loro nucleo famigliare. Per esempio, assistenza sanita- ria in forme integrative di quelle previste dalla contrattazione nazionale, assistenza sociale, sostegno all’istruzione per i figli dei dipendenti, dispositivi di conciliazione famiglia-lavoro (assistenza all’infanzia, assistenza agli anziani, ecc.) e beni di consumo generici. In base alle intese raggiunte i dipendenti di San Marco potranno personalizzare la componente del pro- prio ‘pacchetto welfare’. Il nuovo contesto economico in cui le aziende si trovano oggi a operare non consente pi&ugrave Welfare aziendale: accordi sindacali, servizi e conciliazione vita-lavoro di Chiara Sorace Welfare aziendale: un’espressione di moda in questi ultimi anni. Il welfare aziendale nasce per rispondere alle necessità dei lavoratori. Orari più flessibili, asili nido aziendali, congedi parentali, cura degli anziani, assistenza sanitaria: sono solo alcuni degli interventi che possono portare grandi benefici alle imprese in termini di maggior soddisfazione, disponibilità e attaccamento al lavoro. Le azioni di welfare aumentano competitività e produttività dell’organizzazione e favoriscono un miglior bilancio lavoro-vita privata dei dipendenti, grazie a servizi ‘spendibili’ per sé e il nucleo familiare. Quali le soluzioni in concreto?

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PRATICHE

PERSONE&CONOSCENZE N.88 38

In queste pagine cerchiamo di capire quali i piani maggiormente adottati dalle aziende e come questi creano valore all’organizzazione grazie al ritorno di investimento generato dal binomio soddisfazione-produttività. Federico Isenburg, presidente di Muoversi −società di servizi di welfare aziendale− ci ha aiutato a capire meglio come si gestisce concretamente il welfare secondo le necessità reali dell’azienda e delle sue risorse.

Welfare aziendale e welfare pubblico: si possono integrare?In un periodo di interminabile crisi per il nostro Paese, in cui le risorse per servizi e welfare pubblico diminuiscono, mentre i bisogni della popolazione di contro aumentano, le imprese possono svolgere un ruolo cruciale, integrando l’azione del welfare pubblico. È in questo contesto che, a fronte anche di fenomeni macro come il tasso di invecchiamento demografico in Italia che la domanda sociale cresce mentre a livello pubblico si moltiplicano i tagli alla spesa e ai servizi, cosicché i rischi per i cittadini −soprattutto quelli appartenenti alle catego-rie più deboli− aumentano velocemente. In questa cornice si inserisce il ‘welfare aziendale’: tentativo di rispondere a questi nuovi rischi sociali con una galassia di interventi, di natura monetaria o sotto forma di servizi, messi in campo da una molteplicità di attori −cooperati-ve, imprese, associazioni di rappresentanza, ecc.− che integrano, senza sostituirlo, il welfare pubblico.

Accordo innovativo: servizi utili al dipendente e alla famigliaNel marzo scorso l’azienda Muoversi ha firmato un importante accordo con il gruppo San Marco, realtà del settore delle pitture e vernici per l’edilizia professionale in Italia, con il quale si è avviato un programma di welfare aziendale volto ad aumentare il potere d’acquisto dei propri dipendenti e offrire servizi concreti per conciliare al meglio vita privata e lavoro. Cerchiamo di capire meglio i dettagli della trattativa…“L’innovativo accordo è stato siglato con le rappresentanze dei lavoratori per dotare il Grup-po San Marco di un proprio modello di welfare aziendale: ispirato alle migliori prassi presen-ti in grandi aziende, l’accordo è frutto di un’attenta attività di analisi e ascolto, a conferma dello spirito positivo che caratterizza il sistema di relazioni industriali. Il modello di welfare –ci racconta Isenburg− prevedrà la messa a disposizione di beni, opere, servizi di primaria necessità e utilità per i dipendenti e il loro nucleo famigliare. Per esempio, assistenza sanita-ria in forme integrative di quelle previste dalla contrattazione nazionale, assistenza sociale, sostegno all’istruzione per i figli dei dipendenti, dispositivi di conciliazione famiglia-lavoro (assistenza all’infanzia, assistenza agli anziani, ecc.) e beni di consumo generici. In base alle intese raggiunte i dipendenti di San Marco potranno personalizzare la componente del pro-prio ‘pacchetto welfare’.Il nuovo contesto economico in cui le aziende si trovano oggi a operare non consente pi&ugrave

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Welfare aziendale: un’espressione di moda in questi ultimi anni. Il welfare aziendale nasce per rispondere alle necessità dei lavoratori. Orari più flessibili, asili nido aziendali, congedi parentali, cura degli anziani, assistenza sanitaria: sono solo alcuni degli interventi che possono portare grandi benefici alle imprese in termini di maggior soddisfazione, disponibilità e attaccamento al lavoro.Le azioni di welfare aumentano competitività e produttività dell’organizzazione e favoriscono un miglior bilancio lavoro-vita privata dei dipendenti, grazie a servizi ‘spendibili’ per sé e il nucleo familiare. Quali le soluzioni in concreto?

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di giocare sulla leva retributiva per aumentare la soddisfazione dei propri dipendenti sempre più pressati dall’aumento del costo della vita e dalle difficoltà di gestione degli impegni fami-liari. Confrontandoci ogni giorno con il mer-cato, con realtà delle più diverse dimensioni, abbiamo messo a punto un’offerta specifica di soluzioni per applicare in azienda un wel-fare tarato sulle effettive necessità. L’accordo fornisce ancora più impulso a una tradizio-ne di responsabilità industriale e sociale del gruppo dove ‘creare valore’ è sia impegno e ricerca aziendale sia attenzione verso i propri dipendenti. L’azienda ha creduto in questa iniziativa e ha preso a riferimento le migliori best practices per sviluppare un programma di welfare aziendale condiviso”.

I temi al tavolo della trattativaIsenburg ci spiega meglio quali elementi, in particolare, animano il confronto durante la trattativa tra le parti. “La trattativa è stata molto positiva, le parti hanno dialogato apertamente, mostrando un basso livello di diffidenza. La sigla dell’accordo –continua Isenburg− è stata infatti preceduta da alcuni incontri formativi iniziali volti a in-trodurre alla popolazione aziendale il concetto di welfare e le opportunità insite in esso. L’attenzione dei dipendenti, e di conseguenza delle loro responsabile risorse umane, è stata principalmente rivolta ai servizi che possono essere inseriti nel paniere che si intende costruire. Un elemento di confronto ha riguardato anche la definizione di un im-porto minimo da ‘convertire’ in questa modalità, che è sta-to fissato a 500€. Questo consente di allestire un impianto adeguato e di mettere i dipendenti stessi nelle condizioni di acquisire vantaggi fiscali percepibili. Un ulteriore ele-mento di discussione al tavolo ha riguardato il carattere di ‘volontarietà della scelta’. L’accordo non rappresenta quindi un’imposizione, ma un’opportunità per il lavora-tore che può comunicare anche la scelta di non aderire al piano”.

Decidere un piano di welfare aziendale all’interno dell’organizzazioneL’introduzione di un piano welfare è una decisione molto importante per il lavoratore, ma anche per l’azienda che trae benefici in termini economici e di immagine. Le fun-zioni coinvolte in questo processo sono spesso molteplici. In questo caso la direzione aziendale ha lavorato in stret-to contatto con i referenti delle risorse umane e le RSU aziendali. Per supportare questo processo, Muoversi ha proposto una metodologia strategico-operativa in grado di raggiungere agevolmente obiettivi di breve e di medio/lungo e sviluppare un sistema flessibile e adattato alla po-polazione aziendale di riferimento.“La prima fase corrisponde all’‘analisi’ e ha come obiet-tivo la comprensione delle esigenze del personale dipen-dente per identificare servizi e benefit che meglio riflettono

le sue caratteristiche anagrafiche, esigenze e preferenze, e l’evidenziazione degli elementi migliorativi rispetto al mo-dello esistente in azienda. Alla fase analitica segue una fase di ‘modeling’ volta a definire gli interventi (lato processi e lato delivery) da introdurre in azienda per ottimizzare il rapporto tra il costo della manovra retributiva e il ritorno sull’investimento in relazione alle esigenze individuate e di sostegno alla realizzazione delle strategie industriali. Per lo sviluppo vero e proprio dei servizi, Muoversi ha svi-luppato infine una piattaforma user-friendly e personaliz-zabile che supporta l’azienda durante tutta la gestione del piano welfare”.

Verificare la soddisfazione dei dipendenti per ‘aggiustare il tiro’Una volta definito e attivato il piano di welfare, il fornitore è chiamato a gestire il servizio e a monitorarne gli sviluppi: è questa la fase in cui si valuta il ROI per l’azienda cliente e, inoltre, si valuta il livello di soddisfazione dei dipenden-ti, le loro preferenze. Ma se qualcosa non funzionasse? Il piano è modulabile anche in corso?“La fase di ‘monitoraggio’ costituisce un momento pre-zioso. In quest’ottica vengono spesso organizzate indagi-ne di soddisfazione, vengono raccolti feedback diretti da parte degli utenti tramite il portale e viene continuamente aggiornata la reportistica relativa all’utilizzo dei diversi servizi. Il paniere offerto inizialmente può essere rivisto in base al modificarsi delle esigenze delle persone e i servizi sono in continua evoluzione”.

Scegliere piani di welfare: quali le proposte e i trend?Il nuovo contesto economico in cui le aziende si trovano oggi a operare non consente più di giocare sulla leva re-tributiva per aumentare la soddisfazione dei propri di-pendenti sempre più pressati dall’aumento del costo della vita come dalla difficoltà di gestire gli impegni familiari. L’introduzione di un piano welfare dedicato garantisce consistenti benefici sia per i dipendenti sia per le aziende. Negli ultimi anni, infatti, il numero di coloro che hanno

Chi è Federico IsenburgNato nel 1978, Federico Isenburg si laurea presso l’Università Boc-coni in Economia Aziendale con specializzazione in Finanza. Nel 2004 entra nell’Internal Auditing di Gruppo di Telecom Italia, per poi passare al Marketing l’anno dopo, dove si occupa della ge-stione dei grandi clienti. Nel 2006 entra nella Direzione Commer-ciale della Divisione Telefonia di Samsung Electronics. Dal 2007 è CEO di Muoversi.

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deciso di promuoverne l’utilizzo è cresciuto esponenzial-mente. “In base alla nostra esperienza non c’è una netta differenza a livello settoriale. Disponibilità economica e sensibilità aziendale sono sicuramente fattori più decisivi per l’introduzione di un piano di questo tipo.Il trend sembra indicare una direzione precisa, ovvero l’aumento di queste iniziative e il loro inserimento nella contrattazione di secondo livello che, a oggi, contribuisce a regolare specificità e situazioni difficilmente gestibili con i CCNL. All’aumento della risonanza di queste dinamiche si accompagnerà, a nostro parere, un aggiornamento del-la normativa che regola questi istituti che rappresentano senz’altro strumenti efficaci per aiutare i lavoratori a incre-mentare la propria capacità di spesa.Il nostro approccio al welfare aziendale ha un obiettivo ben preciso: rendere accessibile il piano ad aziende di qualun-que dimensione, commisurando il piano alle reali esigenze e semplificando l’accesso ai servizi da parte dei dipenden-ti. Siamo in grado di definire un programma ottimizzato rispetto alle risorse e agli obiettivi strategici aziendali, affiancandoci al management nella fase di pianificazione, sviluppo e organiz-zazione. La piattaforma web viene personalizzata per ogni cliente e l’accesso ai servizi è estremamente semplice e sicuro sia via Internet sia attraverso il nostro call center. Questa piattaforma multicanale offre alle aziende la possibilità di erogare il proprio piano di welfare in full outsourcing. Muoversi garantisce poi un’integrazione flessibile verso i sistemi informativi delle risorse umane del gruppo consen-tendo un’efficace gestione del sistema delle anagrafiche del personale dipendente e delle buste paga”.Casi di successoTra diversi esempi significativi di aziende che hanno of-ferto ai propri dipendenti veri e propri servizi in favore di un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro figurano an-che NTV e Tetra Pak, aziende che hanno progetti di piani benefit e work-life…

“In seguito all’accordo con le parti sindacali siglato nell’estate 2011, NTV ha deciso di investire nel sistema di welfare aziendale circa un milione di euro all’anno. L’idea è stata quella di dividere i benefit di base −coperture assi-curative e sanitarie− date per default a tutti i lavoratori, dai benefit individuali. Ogni anno l’azienda riserva a ciascuno dei propri dipendenti un plafond di 800 euro. Di questi 250-300 euro all’anno, vengono messi a disposizione del lavoratore, che li spende collegandosi al portale realizzato dalla nostra società da un qualsiasi computer. Tra le op-zioni ci sono anche buoni per l’acquisto di libri, contributi per baby sitter e badanti, assistenza legale, visite dentarie, palestra, ecc.Il progetto Tetra Pak affonda le sue radici nel 2010, quan-do è stato creato il portale Work-life balance. More for me more for Tetra Pak. L’azienda ha deciso di concedere ai propri dipendenti un piano di welfare completo, che par-te dai servizi di work-life balance come la lavanderia in azienda, concierge aziendale, acquisto testi scolastici, colf, o ancora altri temi relativi alla mobilità sostenibile con

la possibilità di acquistare abbonamenti al trasporto pubblico o di fare car pooling condividendo l’auto

per il tragitto casa lavoro. Infine, per approda-re a quello che è il cuore del piano di welfare, i dipendenti dell’azienda hanno a disposizione infatti ogni anno un bonus on top sulla retribu-zione da utilizzare per richiedere il rimborso per

le spese di istruzione, estendere la copertura assi-curativa sanitaria, incrementare il fondo pensione di

categoria o privato o acquistare abbonamenti presso centri sportivi.Tutti i servizi vengono fruiti dalla piattaforma costruita da noi, con un look&feel altamente personalizzato, al quale il dipendente accede in automatico dalla propria intranet aziendale”.

Muoversi: the Welfare CompanyAumentare il benessere dei lavoratori, motivare le risorse umane, fidelizzare le persone, attrarre nuovi talenti e garantire lo sviluppo continuo delle risorse intangibili rappresentate dal capitale umano. Il Welfare Aziendale è uno strumento integrativo rispetto ai tradizio-nali interventi di retribuzione ed incentivazione:

• creavalorenonsolonelbrevemanelmedioelungoperiodo;• aumentailbenessere,migliorailclimaaziendaleconsolidandoilsensodiappartenenzaelacondivisionediobiettivi;• agevolalacontrattazionecollettivaponendolebasiperrelazioniindustrialiefficienti.

Con Muoversi il Cliente diventa protagonista. Muoversi mette a disposizione dei propri Clienti servizi dedicati e strumenti pratici e personalizzabili per gestire ed erogare servizi e monitorare con facilità risultati e tempistiche.

Nata nel 2007, conta oggi 25 dipendenti, un fatturato superiore al milione e mezzo di euro, più di 60.000 servizi erogati nel 2012 per un controvalore di circa 10 milioni di euro con previsioni di crescita per il 2013 pari al 100%.

Per approfondire i temi di welfare aziendale visita il sito:

www.benessereorg.it