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Welcome to Vado Ligure, Carmel! Testo a cura di Carlo Tombola per TransArms Europe TransArms Europe Research Center for the Logistics of Arms Trade Milano - Chicago

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WelcometoVadoLigure,Carmel!

TestoacuradiCarloTombolaperTransArmsEurope TransArms Europe Research Center for the Logistics of Arms Trade Milano - Chicago

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«Ognigiornosiamoinformatidellarepressioneisraeliana

controlapopolazionepalestinese.Eognigiornopiùdistrattidalsuosignificato,comevuolechilaguida».1

Questodocumentoèindirizzatoprincipalmenteachinonhaun’opinionesulconflitto

palestinese,népensachepossariguardarepersonalmente lavitaquotidianadiuncittadinovadese,savoneseeinfondoneppureitaliano.

Formareun’opinionepubblica,convincerelagranpartedeicittadini–chedisolitonon

ha un’opinione precisa – ad adottarne una attraverso il formarsi di “partiti” portatori disoluzioni in competizione tra loro: questo è uno dei meccanismi fondamentali dellademocrazia,cheneppureipartitidella“libertàdellagente”mettonoindiscussione.

Suunatale“sovranità”dell’uomoqualunquesonostativersatifiumidiinchiostro.Su questo punto però si gioca una partita decisiva, innanzitutto sul piano locale, cioè neiterritoridirettamenteinteressati.Quandosonoincampointeressiche,perautodefinizione,sipretendono superiori, ecco che si afferma la tendenza ad accantonare le laboriose pratichedemocratiche–accusatediessere lente, inconcludenti,di serviresolo il “partitodelno”–afavorediundecisionismosostenutodalpareredegliesperti,deitecnici,deiconsulenti,dichièinformatoperprofessione.Èilcasodellequestioniacuisiattribuisconocaratterinazionali,generali,comunitari,lequestionidell’economiaedelprogresso,ilruologuidadell’Occidente,lo schema delle alleanze di politica internazionale e così via. Il fine trasparente è quello diconvincerelamaggioranzadis‐informataedis‐interessataarimaneretale,neutralizzandolademocrazia.

Ilraffreddamentodellapartecipazioneèvitaleperognitipodioligarchiaotecnocrazia,maèpiùdifficiledaottenereallorchéiproblemi,lescelteelequestionicontroversetoccanodirettamente l’ambiente di vita dei singoli. Di qui l’uso continuativo delle ben note armi didistrazionedimassa,chesifapiùintensodifrontealdiffondersidiconflittilocali,controcuisi scatena ilmassimodi riprovazione edi stigmatizzazione: vengonobattezzati localistici, eclassificati comeegoisti e ingenui allo stesso tempo,passatisti epiccolo‐borghesi, edunquereazionari.

IsraeleelaPalestina

L’originedelconflittoèsolitamentefissataal1948,conloscoppiodellaprimaguerraarabo‐israeliana immediatamente successivo alla nascita dello stato di Israele, ma èstrettamente legata alle vicende del movimento sionista, che già nel primo quarto del XXsecoloavevaavviatol’emigrazioneebraicainPalestina.

L’intera questione ebraico‐palestinese è stata oggetto negli anni recenti di unrevisionismo storico significativo, come del resto altre questioni centrali della storia delNovecento(lashoa,itotalitarismi,laguerradiSpagna,laResistenzaecc.).Anche in questo caso i “nuovi storici” hanno preso dimira la narrazione storica ufficiale ecercato di demolire i “miti” più solidamente radicati nella coscienza collettiva: il mitodell’ebraicità storica della Palestina, del “socialismo dei kibbutz”, quello della “fugaspontanea”deipalestinesiallanascitadiIsraeleedell’aggressionedisoverchiantiforzearabe1FrancoFortini,Letteraagliebreiitaliani,“ilmanifesto”,24.5.1989

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nella guerra del ’48, quello della “fioritura del deserto”, quello della “generosa offerta”rifiutatadaArafatnel2000aCampDavid,ecc.Perapprofondirequestitemi,rimandiamoadalcunideifondamentalilavoridiZeevSternhell,BennyMorris, IlanPappé,2studiosiacuiè toccatodipagarepersonalmente le loropresediposizione: Sternhell nel settembre 2008 è stato leggermente ferito da una bomba esplosadavanti alla sua porta di casa, mentre Pappé – prima isolato e poi minacciato – haabbandonatoIsraeleeorainsegnainInghilterra. Certo, nei suoi sessant’anni di esistenza lo stato di Israele ha collezionato numerosisuccessi,cheinqualchemodohannogiustificatoilsognonazionalistadelsionismodidarealpopolo ebraico un territorio al riparo da ogni persecuzione. Il PIL pro‐capite è di 20.399 $[Italia31.791$],lacrescitadelPIL+5,1%nel2004,èal23°postonelmondosecondol’indicedi sviluppo umano [Italia 17°], le spese per il welfare sono elevate, 6,9% del PIL perl’istruzione [Italia 4,9%], 8,3% per la sanità [Italia 6,1%], analfabetismo e disoccupazionelimitate(rispettivamente2,9%[Italia1,6%]e8,4%[Italia6,8%].Per la sua economia, per la sua società e le sue istituzioni di stile occidentale, Israele fadrammaticocontrastoconlasituazionedeisuoivicinimediorientali,erappresentaunasortadiidealecontinuazionedell’EuropaedegliStatiUnitiinterrapalestinese.

Vi sono però anche ineludibilifallimenti.Dalgiornodopolasuanascitaufficiale, il14 maggio 1948, Israele non haconosciuto che lo stato di guerra, hacombattuto e vinto ben quattrosanguinosi conflitti con i propri vicini(1948‐49,1956,1967,1973),dopoiqualiha sempre annesso nuovi territori. Daoltre quarant’anni occupa oltre 5.000kmq. di territorio sottratto a Egitto,Giordania e Siria durante la “guerra deisei giorni”. Quanto al Libano,ripetutamente bombardato e invaso, hacontribuito ad alimentarne la guerracivile e quindi ne ha occupato un’estesaregioneperdiciottoanni.Già tutto questo sarebbe grave, per unostato nato dalla volontà internazionalesancita da un voto delleNazioniUnite, ein effetti Israele ha meritato decine dirisoluzioniONUdicensuraedicondanna,sfuggendo a concrete sanzioniinternazionali soltanto grazie alla

copertura degli Stati Uniti, che come membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU hannoutilizzato il diritto di veto in suo favore per ben 113 volte.3 La sua stessa capitale2ZeevSTERNHELL,Nascitad’Israele.Miti,storia,contraddizioni,Baldini&Castaldi,2002(1996¹);BennyMORRIS,LaprimaguerradiIsraele,Rizzoli,2007;BennyMORRISeIanBLACK,Mossad.LeguerresegretediIsraele,Rizzoli,2003,(1991¹);DominiqueVIDALeSébastienBOUSSOIS,CommentIsraëlexpulsalesPalestinens(1947­1949),Editionsdel’Atelier,2008;IlanPAPPÉ,LapuliziaetnicadellaPalestina,Fazi2008

3Sui276complessiviutilizzatidagliStatiUnitidal1970aoggi.IlprimovetoafavorediIsraelevenneoppostodall’alloraambasciatoreBushsjnel1972,perbloccarelarisoluzionedicondannadiIsraeleperiraidaereisu

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Gerusalemme,proclamatanel1950,nonèriconosciutadallacomunitàinternazionaleenonvirisiedealcunambasciatore,neppurequellostatunitense.

Israele e suoi cittadini sono stati più volte e gravemente vittime del terrorismointernazionale, ma molti dei suoi principali dirigenti politici hanno fatto parte di squadrespeciali, dimilizie volontarie o – dopo la nascita dello stato israeliano – dei servizi segretinazionali, compiendo partecipandood ordinando numerose azioniillegali, compresi omicidi e stragi aldifuorideiconfininazionali.4

Dal 2000 a oggi Israele hacostruito un muro di 730 kmall’interno della Cisgiordania, neicosiddetti Territori Occupati,controllati militarmente dal 1967ma che non ha comunque maiformalmenteannesso.IlMurohauncosto stimato di 3,4 milioni di $ alkm (2,5miliardi di $ in totale), e ilsuo tracciato arbitrariamenteinclude ed esclude aree abitate eagricole con lo scopo di segregare la popolazione palestinese e favorire l’insediamento dicolonieebraichecheripetutamentel’ONUeglistessiStatiUnitihannodichiaratoillegali.5Lasegregazioneel’isolamentosonoinattodaanniaGazaenellasua“striscia”.Moltiesponentidelleorganizzazioniumanitarieinternazionaliedellasocietàcivileisraelianahannoparlatodi“murodellavergogna”edi“nuovoapartheid”. JohnDugart, l’avvocatosudafricanoreferentedelleNazioniUniteperidirittiumanineiterritoripalestinesi,hadichiaratonelfebbraio2007che«leleggielepratichediIsraeleneiterritorioccupatipalestinesisomiglianodecisamenteacertiaspettidell’apartheid».6

Tutta la sponda occidentale del Giordano e la sua valle, anche la parte consistentesituata nei Territori Occupati, vengono considerate dai dirigenti israeliani una regioneirrinunciabile,esonooggisottol’esclusivocontrollodell’amministrazionemilitareisraelianaedellecolonie illegali.ResidenzaeusoagricolodellaValledelGiordanosono interdettiallapopolazionepalestinese.

SiriaeLibano.L’ultimo,nelgennaio2009,haresoinefficacelarisoluzionechechiedevaaIsraeledisospendereibombardamentisuGaza,giuntialventiduesimogiornoconsecutivo.

4MenachemBegin(primoministrotra1977e1983,nonchéPremioNobelperlaPacenel1978)eYitzhakShamir(primoministronel1983‐84edal1986al1992)guidarononeglianniquarantal’organizzazioneparamilitaredidestraIrgun,denunciatacometerroristicadallastessaAgenziaEbraicaeresponsabiledigraviattentaticontroobiettiviciviliinPalestinaeItalia.ArielSharon(primoministrotra2001e2006)entrònell’esercitoclandestinosionistaa15anni,a23eragiàufficialedeiservizisegreti,pocodopodivennecomandantediun’unitàspecialedell’esercitochesimacchiòdigravirappresagliecontrociviliarabi.Piùtardi,comeministrodelladifesadiIsraele,favorìlestragidipalestinesidurantel’occupazionediBeirutnel1982.Controdiluiuntribunalebelgaavevaavviatounprocedimentopenale.

5Èsintomaticodell’“usopolitico”dapartedelleautoritàisraelianedelmovimentodeicolonichegliinsediamentisiintensificaronoproprioimmediatamentedopolafirmadegliaccordidiOslo,nelsettembre1993,dopocioèchesieranofissateletappedell’attribuzionedelterritoriodaattribuirealnascente–epoimainato–statopalestinese.

6RoryMcCarthy,OccupiedGazalikeApartheidSouthAfrica,SaysUNReport,«Guardian»,23.3.2007

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In effetti, il conflitto israelo‐palestinese si configuranon solo comeuna lotta per lo “spaziovitale”maanchecomeunconflittodilungadurataperl’accaparramentodellerisorseidrichedellaregione.

QuantoalsistemapoliticodiIsraele,generalmenteconsideratomodernoesustandardeuropei,visonoimportantianomalie.Innanzituttovièunaforteambiguitàanchedovutaallamancanza di una vera e propria costituzione scritta, segno di un conflittomai risolto sullanatura–laicaoconfessionale–dellostatodiIsraele.7Almenounaventinadileggiordinariediscriminanotracittadiniebreienonebrei,eallecomponentidireligionenonebraica(arabimusulmani,cristianiedrusi)nonvengonodifattoriconosciutiglistessidirittiall’istruzione,allasalute,allapraticadelleattivitàeconomiche,allelibertàdimovimento,diimmigrazioneediorganizzazionepoliticadeicittadiniisraelianiebrei.

InrealtàsututtalastoriadiIsraelepesaunaprospettivademograficasfavorevole.Ogginellaregioneabitanocirca11milionidipersone,dicuisololametàsonoebrei,circail15%cittadiniisraelianinonebreieilrestopalestinesideiTerritoriOccupati.Suunasuperficiecomplessivadi28.000kmq.(unpo’menodiLombardiaeLiguriainsieme),pocopiùdel60%dellapopolazione– i7milionidi cittadiniufficialmente israeliani–hadifatto a disposizione quasi il 90% della superficie. Sul restante 10% Israele mantiene uncontrollo militare capillare e asfissiante, attuato soprattutto attraverso l’arbitrioamministrativo ma senza rinunciare a periodiche operazioni militari di largo respiro cheprendonodimira lapopolazionecivilepalestinese,comenell’“operazionePiomboFuso”deldicembre2008‐gennaio2009.

Ben concrete ragioni di selezione “etnica” del mercato del lavoro sostengonol’apparente schizofrenia della politica sull’immigrazione. Da una parte i governi israelianihannofavoritoinognimodol’immigrazionedalladiasporaelaconcessionedellacittadinanzaaognisortadiimmigratianchedilontaneesuperficialiradiciebraiche(neglianninovantaèarrivatounmilionedicittadiniexsovietici).Cosìsièriuscitineldoppiointentodiespellereipalestinesi dalmercatodel lavoro israeliano edi alimentare il serbatoiodel lavoro abassoprezzo.D’altraparte,IsraelesirifiutadiannettereiTerritoriOccupatieopponeunpervicacevetoalritorno dei profughi palestinesi, veto anch’esso gravemente contrario a tutte le normeinternazionalicheregolanoidoveridellepotenzeoccupanti,tantopiùodiososeconfrontatoalsostegnologisticoefinanziariofornitoallecolonieillegali.Tuttaviala“bombademografica”nonèstatadisinnescataecontinueràaminacciarel’ebraicitàdello stato di Israele. La natalità naturale delle due comunità, ebrea e araba, è fortementesquilibrata a favore di quest’ultima ed è poco probabile nei prossimi decenni l’arrivo dimassicci contingenti di immigrati “ebrei” di poche pretese. Si materializza sempre più lasoluzione–già inatto, secondo JeffHalper8–diun “immagazzinamento”dellapopolazionesuperfluapalestinese.

Infine,Israelehadatemposeppellitoilsognointernazionalistaepacifistadeipionierisionisti,edèoggiunodeipaesipiùarmatidelmondo,quello inassolutoconmaggiorspesamilitare pro‐capite (2300 $ nel 2008), uno dei maggiori esportatori di armi (il quarto al

7Laclassepoliticaisraelianaconsideradivalorecostituzionaleunaseriedi“leggifondamentali”redattenegliannidauncomitatoparlamentareadhocinvistadell’approvazionediunacostituzioneunitaria,sinoramaiavvenuta.Questeleggipresentanoimportantieccezionirispettoallecostituzionioccidentali(perquantoriguardaadesempiolaregolamentazionedeldirittodifamiglia,affidatoallevarieistituzioniconfessionali,ilWaqfperimusulmani,levarieChiesepericristiani,itribunalirabbinicipergliebrei)elacunesignificative,tracuiquelladistrumenticostituzionalirelativialdirittoall’eguaglianzaeallalibertàdipraticareligiosa

8Cfr.JeffHALPER,Ostacoliallapace,Ed.unacittà,Forlì,2009,pp.136

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mondocon4,5miliardidi$nel2007, secondo lestessedichiarazioni israeliane9)eunodeimaggioriproduttori(neiprimidodici,davantiallaCina).ÈdigranlungailprimoacquirentediarmimadeinUSA.Ilbilanciodelladifesaassorbeil7,3%delPIL[200610;Italia1,8%].Ancheseufficialmentenonl’hamaiammesso,Israeleèl’unicopaesedell’areamediorientaleaessersidotatodiunapropriabombaatomica. Secondo tutte le fontimilitari e indipendenti,possiede almeno un centinaio di testate atomiche e di missili di lungo raggio capaci diraggiungereobiettivia4.000kmdidistanza.Le esportazioni delle armi prodotte in Israele non sono mai state rese pubbliche dalleautorità.QuestosemplicementesignificachemoltitragliacquirentidellearmidiIsraelesonogoverni “non presentabili”, governi autoritari spesso impegnati a reprimere la dissidenzainterna.Fonti indipendentielencanoper ilpassato ilNicaraguaai tempidiSomoza,Haiti, ladittaturamilitarediBurma,moltipaesisottoembargoONUtracuiilSudafricadell’apartheid,ilRwandadurante ilgenocidiodel1994, ilSudanmeridionale, l’Uganda. Istruttori israelianicooperano da tempo con le forze armate colombiane. “Esperti” israeliani con armamentiisraeliani hanno anche di recente partecipato alle operazioni dell’esercito turco contro laguerrigliacurdaedell’esercitogeorgianodurantelaguerradelCaucasodell’estate2008.Anchel’Italiausufruiscedell’expertisemilitareisraeliana.Ilnostropaese,infatti,hasiglatonel2003 (governo Berlusconi, ministro della difesa Martino) e ratificato nel 2005 (governoProdi) un accordodi cooperazionemilitare bilaterale con Israele.11 L’accordo si estende suambiti molto vasti: interscambio di materiale di armamento, organizzazione delle forzearmate, formazionee l'addestramentodelpersonalemilitare, laricercaesviluppoincampomilitare,conreciprociscambidiesperienzetragliespertidelleduepartielapartecipazionedi osservatori a esercitazioni militari. Il memorandum stabilisce tra l’altro che «le attivitàderivantidalpresenteaccordosarannosoggetteall'accordosullasicurezza»,dunquedifattosfuggono al controllo del parlamentoitalianoperchésegrete.

Gli armamenti e le attrezzatureanti‐sommossa prodotti in Israele sipresentano sul mercato con la noninvidiabile – ma molto apprezzata negliambientimilitariedellawenforcement–etichettadi“provatosulcampo”,chepoinon significa altro se non “contro ipalestinesi”:èilcasodeigaslacrimogenia effetto convulsivo impiegati per laprima volta poche settimane fa inCisgiordania, o dei droni (aerei senzaguida umana) ampiamente impiegatidurante l’operazione su Gaza, di cui

9 Secondo una dichiarazione del direttore generale del ministero della difesa israeliano Pinchas Bucharisall’agenziaFrancePress(Israelworld'sfourthlargestarmsexporter,11.12.2007),nel2007Israelehaesportatoarmiper4,58miliardidi$,ricevendo5.000richiestediautorizzazioniall’esportazioneecirca70.000richiestedirinnovo di permessi per esportare armi e attrezzature per la sicurezza anche grazie a una legislazionepermissiva.L’industriaarmieraisraelianaoccupa40.000persone.

10NellagraduatoriamondialedellespesemilitaricomepercentualedelPIL,Israeleèalsestoposto

11 Si tratta della legge 94/2005, che ha per oggetto la ratifica e l’esecuzione delMemorandum d’intesa tra ilGovernodelloStatodellaRepubblica Italianae ilGovernodelloStatodi Israele inmateriadicooperazionenelsettoremilitareedelladifesa,firmatoaPariginelgiugno2003.

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centinaiadiesemplarisonostatidirecenteordinatidall’esercitorusso. Israeleèforseoggiilleadermondialedellasicurezzahigh‐techediexpertiseperl’anti‐terrorismo.Leesportazionidiquestosettoredinicchiasonocresciutedel15%nel2006edel20% nel 2007, con 1,2 miliardi di $ di ricavi. Secondo l’Israel Export and InternationalCooperationInstitute,ilsettoreriguardacircaquattrocentoaziendeesportatrici.Negli ultimi due decenni l’economia di esportazione del paese, in precedenza basata suelettronica, informatica e produzioni tradizionali (chimica, farmaceutica, ortofrutta), si èdecisamentespostataversoilsettoredellasicurezza.Vihannoconcorsomoltifattori:lacrisidelle dot.com israeliane dopo lo scoppio della bolla finanziaria (2000) e il provvidenzialeaumento della spesamilitare (+10,7%nel 2001), il ruolo delle forze armate (le IDF) comeincubatrici di nuove imprese, l’incoraggiamento governativo a orientare le tecnologieinformaticheedella comunicazioneverso la sicurezzae la sorveglianza,e ildiffusourgentebisognodiconoscenzeantiterroristichedopol’11Settembre.Oggi Tel Aviv è meta di un turismo d’affari particolare, con clienti tra legislatori, capi dipolizia, esperti di intelligence, grandi contractors, dirigenti di aeroporti e trasporti pubbliciprovenientidatuttoilmondoperpartecipareaconvegni,seminari,fieredisettore.Leaziendeisraelianevipresentano ipropriprodottieserviziper lasicurezza:datamining, tecnichediscreeningdeipasseggeriaeroportuali,telecameredisorveglianza,metodologieperilprofilingdei terroristi, jamming, ecc. Ufficiali in servizio o a riposo delle IDF, ex uomini delMossad,responsabilidellasicurezzadeiservizipubblicidi Israelevipartecipanocometestimonialeconsulenti,epiùspessocomedirigentidiaziendedelsettore.12Un paese che trent’anni fa esportava nel mondo il metodo Feldenkrais, oggi manda i suoiistruttoriadinsegnareilkravmaga13

Ilconflittoisraelo­palestineseèentratonellanostravitaquotidiana

Sisarannoprobabilmentegiàscortelenumeroseanalogietralasituazioneisraelianaequellaitaliana(enonsolo).Il dibattito politico viene sempre più pilotato verso la sicurezza, le politichedell’immigrazione, irespingimenti.Anchequi i tagliallaspesasociale finanzianounbilanciodelladifesaincrescita.Anchequilafasciafortedell’imprenditoriaprivatainvocalalibertàdeimercatima prospera all’ombra dello stato, senza che i ricorrenti scandali di corruzione nescuotano la reciproca dipendenza. Anche qui sta formandosi una sempre più numerosa“popolazione superflua” che bisogna distrarre e contenere se non “immagazzinare”, di un“nemico alle porte”, anzi già interno: disoccupati, giovani precarizzati, strati sociali sotto illimitedellapovertà,emarginati,clandestini…inostri“palestinesi”.

12NelsuolibrointitolatoBrotherhoodofWarriors(scrittoconilgiornalistaDouglasCentury,2008;tradottoinItaliadaLonganesicoltitoloFratelliguerrieri,2009)AaronCohen,exmembrodelSayeretDuvdevan,un’unitàd’élitedell’antiterrorismoisraeliano,raccontadiavermessoafruttolasuaduraesperienzasulcampofondandonegliStatiUnitiunapropriaaziendaspecializzatanellasicurezza(laIMSSecuritydiLosAngeles),chereclutasoprattuttoexmembridelleforzespecialiisraeliane.

13MosheFeldenkrais(1904‐1984),fisicoeciberneticodioriginibielorusseconimportantiesperienzeneiservizimilitaribritannicieisraeliani,inventòunmetododi“auto‐conoscenzacorporea”oggilargamenteutilizzatonellarieducazionepost‐traumatica.ImiLichtenfeld(1910‐1998),atletadioriginiceche,futraiprincipaliresponsabilidell’addestramentomilitaredell’HaganahepoidelleIDF.Lesuetecnichediautodifesasonooggiinsegnateinmoltescuolemilitariedipoliziadituttoilmondo,cosìpopolaridaaverdatoorigineaunadisciplinamarziale,ilkravmaga(“combattimentoconcontatto”.)

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Se la guerra appartiene ormai al nostro panorama politico e culturale grazie allapartecipazioneitalianaalleavventuremilitaridell’eraBush(Afghanistan,Iraq),certononhailpeso dominante che ha nelle vicende israeliane. Ma anche da noi, ormai, il governo delleemergenze (l’emergenza rifiuti, l’emergenza incendi, l’emergenza terremoto, l’emergenzaclandestini,l’emergenzamalavita…)èdiventataroutinequotidiana,enontieneinalcuncontoilbenesserecollettivomamirasoloacogliereleopportunitàeconomicheedipoterechedalleemergenzenascono.ÈquellocheNaomiKleinhachiamato“ilcapitalismodeidisastri”. Dovremmodiconseguenzariconoscereche il “modello israeliano”nonècosì lontanodalla nostra realtàpresente, che Italia e Israele rappresentanoduediversi laboratori di ciòchesistageneralizzandointuttoilmondoricco,dovesifasemprepiùevidentelacoesistenzae anzi la dipendenza tra crescita economica e condizioni d’instabilità politica e ambientaligravi, in cui le emergenzedivengonooccasionidi grandiaffari ediprosperitàaccresciutaaesclusivovantaggiodiristretteélite.Detto in altromodo, se il sistemaeconomico richiedeuna crescita costante, nelnomedellaquale si opponeaogni regolamentazioneambientale e aogni “pacepositiva”,14 genereràdiper sé un flusso costante di disastri, catastrofi naturali, crisi economiche, crolli finanziari,guerre: queste ultime particolarmente odiose perché attivamente preparate e decise atavolino. PerquantoriguardaIsraele,converràdunqueliberarcidaglischermiideologiciconcuivienecostruital’immaginemediatica:ilbastionedell’Occidentenelsuosecolareconfrontoconl’islam, l’isoladimodernità edemocrazia inunMedioOriente arretrato enonpluralista, lostatonatoperriparareildrammadellashoa,laterrapromessadiunpopolodisperso,ilsognodiun“socialismonazionale”(ilsionismo),ecc.Israele e l’Italia sono due casi tra molti che segnalano il definitivo tramonto dello statonazionalecomestrumentodelbenesserecollettivo,e lacrisiprofondadellarappresentanzaneisistemidemocratici.L’ItaliaèIsraele.Eanche,semprepiù,Gaza.

IsraeleèaVadoLigure Lastampanehadatonotizialoscorsofebbraio.«ORTOFRUTTA ISRAELE LASCIA MARSIGLIA E SCEGLIE LIGURIA. Carmel Agrexco, laprincipalesocietàisraelianaesportatricediprodottiagricoli,hasceltoVadoLigurecomescalodi riferimento per il Sud Europa, lasciando così il porto diMarsiglia. Un accordo in questosenso è stato sottoscritto tra Gf Group, che controlla Reefer Terminal a Vado Ligure e ilgruppo Agricultural Export Company, che utilizza per il trasporto le navi frigorifere delservizioMae(MediterraneanAgrexcoExpress),finquiimpegnatesullalineachecollegaHaifaedAshdodconMarsiglia.LenavispecializzatesonolaCarmelEcofreshelaCarmelBioTop,ingradoditrasportaresiacaricoinpalletstivatoinspecialicellefrigo,checontenitorirefrigerati.Il servizioèstatodirottatosuVadoLigure,mantenendouncollegamentosettimanalecon ilterminal francesediFos.Sinoal2005AgrexcooperavadaGenovaperHaifaedAshdod,perpoi trasferirsi a Marsiglia. Ora torna sul mercato italiano, commercializzato dal GruppoGastaldi, conpartenzesettimanali e resedirette.Per ilportodiMarsiglia, ladecisionedellasocietàisraelianacostituisceunproblemadiunacertaentità.Sitrattadialcunecentinaiadi

14 Pace positiva è quella che previene i conflitti armati grazie alla risoluzione pacifica dei disaccordi e delletensioniinternazionali

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migliaia di tonnellate di prodottiortofrutticoli movimentate inmenoogni anno, con conseguenzenegative per l'occupazioneportuale e per l'indotto. La sceltasarebbe caduta su Vado Ligureperché ritenuto porto piùaffidabileemenocostoso.»15

Agrexcoètraleprimeventisocietà israeliane, leader nelsettoreortofrutta,largamentenotaattraverso i suoi marchicommerciali: Carmel, CarmelBioTop (prodotti bio), Jaffa, Coral,Jordan Plains, Alesia. Controlla le

società sussidiarie Agrexco (France), Agrexco (US), Carmexco (Italia), Eclectic, Carmel Cor,LACHS, Dalia (Germania). Ha sedi proprie a Londra, Francoforte, Madrid, Milano, Parigi,Rotterdam,Vienna, Zurigo, eNewYork, e agenti inEuropaorientale,America latina,AfricaandEstremoOriente.Controllail60%dell’exportortofrutticolofrescoisraeliano,convenditeannuetra750milionidi$(nel2006)e800milionidi$(2008).Nel 2008 ha commercializzato 405.000 t di prodotti freschi, di cui solo il 16% diretto almercatointerno.Iprodottiincludonoortaggi(47%),fiorirecisi(19%),frutta(14%),pianteemateriali di propagazione (5%), limoni (4%), prodotti bio (3%). Il principale mercato di

esportazioneèquelloeuropeo,chedistasoloventiquattr’oredaipuntidiraccoltainIsraele.InEuropaesportaprodotti freschicomepompelmi,uvada tavola,avocado, fagiolini,peperoni,meloni, datteri Medjoul, fiori (soprattutto per il giorno di San Valentino sui mercatinordeuropei)erecentementemelegrane.Hacirca460dipendentidirettiinIsraeleeall’estero.

Nonostante i prodotti agricoli siano oggi una voce dell’export meno importante delsettoreelettronicoedellasicurezza, rimangonoper Israelepursempre importantissimi, siacome componente attiva di una bilancia commerciale cronicamente in rosso, sia perchéprovenientidallarisorsastrategicapiù“visibile”dellostato‐nazione,ilterritorio.Agrexcoinquestosettorehaunafunzionedi“compagniadibandiera”.Infatti,il50%delsuocapitaleappartienedirettamenteallostatodi Israele,mentre ilrestodelcapitaleèdiviso inparti uguali tra i coltivatori israeliani associati e la cooperativa Tnuva. Quest’ultima a suavoltaèilmaggiordistributorediprodottialimentaridiIsraele.1615ComunicatoANSA,12.2.2009

16 Tnuva (che in ebraico significa “frutti”) possiede tra l’altro un terzo delle azioni di RamatHagolanDiaries,insediatanellealturedeGolan,e il42%diFieldProduce,consedenell’insediamentodiNa’amanellaValledelGiordano occupata. Controllata da Apax Partners (UK), ha acquisito di fatto – secondo l’autorità anti‐trustisraeliana–ilmonopoliodelmercatointernodeiprodottilattiero‐caseari.

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Tuttavia recentemente la stampa israeliana ha riportato voci di un prossimodisimpegno dello stato israeliano. Finora nulla si è concretizzato, ma certo la visibilità diAgrexcoèdivenutaimbarazzanteperilgovernodiGerusalemme.Ilgruppoèinfattiunadellesocietà maggiormente colpite dalla campagna di boicottaggio internazionale dei prodottiisraeliani,lacampagnaBDS(sucuitorneremopiùavanti). Il gruppo – che comunque mantiene un proprio ufficio regionale nella valle delGiordanooccupata–affermache iprodottipalestinesivengonovolontariamente conferiti aAgrexco per l’esportazione e da questa trattati sotto un marchio specifico (Coral), e checomplessivamentesoloil5%deiprodottiesportatiprovienedaiTerritoriOccupati.LacampagnaBDSaffermachelaquotaprodottaèmoltomaggiore.Nonsolo,maicontadinipalestinesideiTerritoriOccupatiche–nonostanteilfurtoditerritoriodapartedellecolonieillegali, il divieto di estrarre acqua daipropri pozzi e gli intralciamministrativi infiniti – ancorariesconoaprodurreperl’esportazione,sonoobbligatiaconferirelaloromercead Agrexco; merce che, dopo esserestatasottopostaallecostoseprocedureimposte dal ministero dell’Occupa‐zione, cioè sistemata in piccolicontenitoridiplasticaindicantiilluogodi produzione e il peso lordo e netto,viene poi re‐imballata nei terminalcommercialidiAgrexco,analizzataunaseconda volta e privata delladenominazione di origine palestinese,sostituita da “made in West Bank” osemplicemente“madeinIsrael”,codiceabarre“729”. Intralciareoimpedireleattivitàeconomichediunterritoriooccupatomilitarmenteèvietato dallaQuarta Convenzione di Ginevra (sottoscritta da Israele) che vieta alla potenzaoccupante di interferire sulle originali strutture economiche e sociali della popolazioneoccupata,oltrechesullasuaorganizzazione,sulsuosistemalegaleedemografico.Maènotalaposizione di Israele: definisce i Territori Occupati come territori contesi che storicamente,dopo la fine dell’impero ottomano, non hannomai fatto parte di nessuno stato, e ai qualicomunquelaQuartaConvenzionenonpuòapplicarsidejure.Vièpoi l’aspettodella falsadichiarazionedioriginedeiprodotti israeliani, finitanelmirinodelle autoritàdoganalidell’UnioneEuropea.Annualmente Israeleesportanell’Unionemerciper12miliardidieuro(paria16,8miliardidi$,secondomercatodopoquellostatunitense)esicalcolacheun terzodiquestacifrasiaprodotto interamenteoparzialmenteneiTerritoriOccupati.Israelenonavrebbedunquerispettatounadelleclausoledeltrattatodiassociazioneall’UnioneEuropeadel1995,chehaeliminatoidazidoganalidaeperIsraele,esièavvalsaillecitamentedelregimeduty­freepermercicheinrealtànonvengonoprodottenelpaese. TorniamoaVado.PerchéAgrexcosbarcaproprioaVado?Lasceltadelportocommercialesavoneseèunodeimomentidiriassestamentologistico‐distributivosulmercatoeuropeoperungruppochequiintravedeunaprospettivamoltofavorevoleneiprossimianni.

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Agrexco commercializza prodotti deperibili che esigono una catena logistica del freddo etempirapidi.PerleconsegnenelNordEuropalaviapiùrapidamaanchepiùcostosaèquellaaerea,grazieaiservizicargodelleduepiùimportanticompagnieisraeliane,ElAleCALCargoAir Line, con voli notturni regolari (dieci alla settimana) sullo scalo di Liegi‐Bierset, doveAgrexcohaunsuoterminal,eanche(duevolisettimanali)suLussemburgo.Èquestalacatenalogisticariservatasoprattuttoaifiorirecisi,il90%dellaproduzionefloricolaisraelianapassainfattiperlavicinaOlandaedaquisugommaversoimercatibritannicoescandinavoconilsupportodecisivodiTNT.Perl’ortofruttalaviausualeèinvecequellamarittimaattraversounodegliscalisudeuropei.In passato il porto principale di Agrexco è stato Genova, poi per ben trentacinque anniMarsiglia e dal 2009 Vado. Agrexco però ha in vista di stabilire un proprio hub di nuovaconcezionenelportodiSète,dovehatrovatounpotentealleatonelpresidentedellaregioneLanguedoc‐Roussillon.Nello scorsogennaio,propriodurante ibombardamenti israeliani suGaza,GeorgesFrêche (PS)ha infatti annunciato il parere favorevoledelConsiglio regionaleall’insediamentodella società israeliananelportodiSète, “portSuddeFrance” [fotosotto].L’insediamento comporterà l’investimento di 200 milioni di euro in dieci anni, con lapromessa – di rilevanza elettorale, vista la vicina scadenza delle elezioni regionali dellaprimavera2010–dellacreazionedi200postidilavoroe500.000tditraffico.

Dunque Agrexco dovrebbe rimanere a Vado solo fino al 2010. Ma il temporaneoutilizzodelloscalovadesehaapertoprospettivedilungoperiodoeditipostrategicoperungruppodiprimaria importanzaeben radicatonella realtà savonese,quello che fa capoalla

famigliaOrsero.IlGFGroupdiAlbenga,il port operator che gestisce il ReeferTerminal di Vado su cuitemporaneamente convergono leoperazioni di Agrexco, è stato infattiprescelto per gestire anche ilcostruendo terminal di Sète, sceltabenedetta dallo stesso Frêche che haricevuto i topmanagerdiAgrexcoeGFGroup e quindi compiuto una propriavisita ufficiale in Israele. Investimentodi GF: 25,4 milioni di euro, per untraffico previsto iniziale di 200.000pallet e 27.000 contenitori all’anno,

entro il 2016‐17 mezzo milione di pallet e 250‐280.000 contenitori. Cento posti di lavoroprevistinelterminaldellafrutta,70pericontainer.AVadooaSète,AgrexcorimarràdunqueilprincipaleclientedelgruppoOrsero.

IlgruppoOrserohadatempounaposizioneleaderall’internodelportodiVado.Ilsuoterminaldelfreddoperl’ortofruttamovimentagià500.000tall’annoedèilpiùimportantedituttal’areamediterranea.GFGroupSpa,conoltre2000dipendentie1,6miliardidifatturatoconsolidato(2009,l’80%proveniente dall’ortofrutta, il resto dalla logistica), è una costellazione di una settantina disocietà controllate dagli Orsero, potente famiglia di imprenditori savonesi partita dallacoltivazionedellepeschenellapianadiPietraLigure,poiallargatasigraziealmonopoliodelladistribuzione di ananas e banane Del Monte e all’importazione e distribuzione di pereargentine,pompelmiisraeliani,ananasivoriani,uvasudafricanaemeleekiwineozelandesi.Imarchi GF e Fruttital detengono oggi la leadership in Italia, Francia, Spagna e Portogallomovimentandoinunannounmilioneditonnellatediortofrutta.InpassatogliOrserohannoancheavutoforti interessinelloshipping(acquistoesuccessiva

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cessionedellaCCLCostaContainerLines),esonooggicoinvoltiininvestimentichespazianodalle piantagioni in Sud America all’autotrasporto, dalla frutta ai container, dai terminalportualialmercatoimmobiliare,cometestimonialacostruzionedellaTorreOrseroprogettatadall’architettoRicardoBofillcheincombesullaDarsenaVecchiadelportodiSavona,alpostodell’autosilo‐mostro. Il decollodegliOrsero risale al 2003quandoRaffaello (il “redella frutta” e fondatoredellaFruttitalDistribuzione,mortonelsettembre2006)acquisìlenavicargodelgruppoGrimaldi,arrivando a contare su 32 tra navi portacontainer e ro‐ro più altre 2 nuove acquisite daicantieripolacchi.LaflottacontainerèpoistatavendutaalcolossotedescoHamburgSüddaifigli di Raffaello, Raffaella e Antonio, che hanno impiegato la forte liquidità ottenuta perliberarsideglialtrifamigliarieinvestireaVadoenellalogistica,inattesadiliquidareanchelerestantiquattronavidellapropriaflottabananiera.Ildisimpegnodalloshipping,fattoinunmomentoincuilafortedomandadistivaprovenientedall’EstremoOrientetenevaalti inolieavevaportato ilcharterdiuna“bananiera”da2500TEUoltrei24.000$/giorno,haavutoperilmanagementdelgruppoproprioilsegnodiunascelta strategica definitiva, che privilegiasse e rafforzasse le attività a terra e la loroespansionesul territorio locale. Ineffetti,nel settembre2008 laGFPortem,unacontrollatadel GF Group, ha acquisito il pacchetto dimaggioranza del VIO (in precedenza del gruppoPacorini,leadermondialedellalogisticadelcaffè),dicuirimangonoazionistiilgruppoGavio(che controlla Autofiori, col nuovo casello di Vado) e Terminal Rinfuse. Gli Orsero stannoancheentrandonellaprivatizzazionedell’aeroportoPanerodiAlberga(secondoscaloligure,molto caro al ministro Scajola), così si erano dichiarati disponibili a entrare nella cordataAlitalia‐CAI.GliOrserosonoanchedirettamenteimpegnatinellaproduzioneagricoladirettainCostaRica,Camerun,SpagnaeSudAmerica(pere,mele,agrumi).Cos’èingiocosulfrontemaresavonese LastrategiadelGFGrouphaindubbiamenteunrespirointernazionaleediversificato,mahaipiedibenpiantatinellarealtàlocaleenelleposizionidiforzachequisièconquistata.Tuttavia nell’area portuale e retroportuale savonese troviamo schierata una pluralità diinteressiedirealtàeconomiche,capacidistringerealleanzecosìcomedicondurreunaduracompetizione,dalmomentocheincidonosullostessoterritorioesullestessecomunitàlocali.I“nuovipadronidelporto”,chehannoormaisbaragliatoogniresistenzadellavoroorganizzato,sono innanzi tutto i terminalisti, cioè le aziende che gestiscono propri spazi nel portoattraversoilsistemadiconcessioniaccordatedall’Authorityportuale. ASavona‐Vadolaposizionedominanteèquella,appunto,degliOrsero.Comeabbiamogiàvisto,controllanoi terminalpiùrilevantiper le“mercidiverse”, lepiùredditizie.La lorosocietàReeferTerminal Spa, creata nell’81 da RaffaelloOrsero, ottenne sin dal 1982 unabanchinainconcessione(oggibattezzataBanchinaRaffaelloOrsero),inanticiposullariformaportuale del 1994. Grazie ai successivi investimenti del 1990 e ’99 per l’espansione dellestruttureedegli impianti, il terminaldisponedidepositi refrigeratiper complessivi27.000mq.,suddivisiin15cellecontemperaturecontrollate(da‐1a13gradi)e4areeclimatizzate,per una capacità di stoccaggio di 13.000 pallet. Questo è il centro logistico di una retedistributivaapertasututtal’Europameridionale,dall’ItaliaallaFrancia,dallapenisolaibericaallaGrecia,dacuipartono3.000tonnellatediprodottifreschiognigiorno,metàdellequali–inmedia‐ècostituitodabananeeananas.

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Reefer Terminal gestisce anche il terminalcontainerdiVado, arrivato inpochi anni amovimentare oltre 242.000TEUnel 2007 e251.000 nel 2008 ma con una potenzialitàannua di 400.000 TEU. Ha una banchinamoltolunga(465m),conunbuonpescaggio(12,5m),eunacapacitàistantaneadi10.000TEU con 510 allacci elettrici per containerrefrigerati. Qui c’è l’attrezzatura piùmoderna di tutto il porto di Savona‐Vado,con4grudibanchina (2RMGe2Gottwaldsemoventi), un’areaper lemerci pericolose,unaContainerFreightStationeun’officinadiriparazionecontainer.Inoltre gli Orsero hanno acquisitorecentemente l’interporto gestito dallasocietàVIO,fondataunadecinadiannifasuun’area ferroviaria e valorizzata dal gruppoPacorini di Trieste, uno dei leaderdell’importazione e lavorazione del caffè. Ilpassaggio delle quote, per un valore di 25milioni di euro, ha fatto posto al possibileingresso nel capitale del VIO di un grandeoperatore della taglia di Maersk, in unquadro di alleanze fortemente pilotato

dall’Autoritàportuale,anch’essapresentenelpacchettoazionariodelVIOinsiemeagliOrsero,TRIeAutofiori.Il Terminal Rinfuse Italia (TRI) è un altro punto forte tra gli operatori savonesi. Ècontrollato dal gruppo australiano Babcock & Brown Infrastructure, uno dei maggiorioperatorimondiali nel settoredelle rinfuse solide, leaderdelmercato italianodelle rinfusesolide (8,5milioni di t/anno di traffico nei tre terminal portuali di Vado Ligure, Genova eVenezia).Il terminaldiVado tratta rinfuse solide, granaglie e cereali, smistatevia camioneper ferrovia.Disponedidueaccosti conpescaggiomassimodi13mdalpontile S.Raffaele,collegato tramite un nastro trasportatore alle ampie aree di stoccaggio a terra, che

comprendono un silos per cereali di 66.000 m³ e unmagazzino per farine di 19.500 m³, oltre ai parchi distoccaggioperlerinfuseenergetiche.Babcock&BrownhapoimessounpiedeanchenelterminalAltiFondaliSavona,chesitrovainvecenelbacinodiSavona,doveèl’erededellastoricaattivitàlegataalcarbone.Dal1912,infatti,ilterminaldelmoloMiramareèdotatodiunimpiantoper lo sbarcodel carbone collegato tramite funivia allaValleBormida (lunghezza 18 km, capacità di trasporto 9.000t/giorno). Oggi però l’attività si è spostata alla Darsena AltiFondali,dovegraziealpescaggiodi19,5metripossonoessereservite anche le più grandi navi in circolazione. Il nuovoterminal è dotato di uno scaricatore continuo da 2.000 t/h,dispone di un deposito polmone in banchina ed è servito datrebinaridiricarico.Inoltredallafinedel2009unsistemadi

nastritrasportatoriattraversountunnelsottomarinocollegheràil terminalallafunivia,cioè

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allastazionedicaricamentodeivagoncini inParcoSanRocco,allaspallediSavonaequindialle vaste aree di stoccaggio di Bragno (depositi coperti, impianti di vagliatura efrantumazione),peressereavviatesugommaorotaiaversole industriedell’hinterland,allacokeriadiCairoeall’impiantoTirrenoPowerdiVado.Dunque, sempre sotto la regia dell’Autorità portuale, negli ultimi anni tutta lamovimentazionedel carboneèstataridisegnatae le relativeconcessioni riattribuite.Con ladismissione del vecchio impianto di Miramare si aprono spazi per lo spostamento delleattività cantieristiche ubicate nel porto vecchio. In queste ultime settimane il terminal èoggettodiunbracciodiferrolegale,chehaoppostolaSFATSocietàFuniviariaAltoTirreno–saldamentecontrollatadalgruppoCampostanoeconcessionariadelterminal–aBabcock&Brown Infrastructure, che ha in mano un contratto preliminare di acquisto del 70% delterminal e che punta chiaramente ad acquisire il monopolio del movimento carboniferosavoneseconunadoppiaconcessione(AltiFondalieTRI).A sua volta il gruppo Campostano, specializzato in prodotti forestali, controlla dal 1995 iSavonaTerminals,anch’essisullaDarsenaAltiFondalidovefaanchelohandlingdirinfusebianche(caolino)emercivarie.Ilterminaldisponediduebanchineperunosviluppolinearecomplessivo di circa 400 metri, con 15 metri di pescaggio utile, 7 magazzini coperti per36.500metri quadrati in vari regimi doganali (di cui 10.000metri quadrati per il caolino),piazzaliper25.000m²,dueraccordiferroviari.Ilgruppohaoriginigenovesieottocentesche,madagliannicinquantasièradicatoaSavona,dadovehacostruitoilsuopiccoloimpero.Oggiconta 26 società con 180 dipendenti e opera come noleggiatore, agente marittimo,assicuratoree,apartiredaglianniottanta,anchecometerminalista,trasportatoreterrestreeoperatorelogisticointegrato.In sub concessione di Savona Terminals, due società (Marittima Spedizioni e L. Ascheri)gestiscono sullaDarsenaAlti Fondali ilSavonaTerminalAuto,un terminal ro‐roperautonuovedotatodidoppiobinarioperpendicolarealcigliobanchina,checonsenteaiconvoglidi

entraredirettamenteinstiva.Ha5gateperbisarche,areeper60.000m²complessivi(10.000coperti) per una potenzialità istantanea di 6.000 autoveicoli. Serve case automobilisticheitalianeedestere(gruppoFiat,Mazda,Daihatsu)edècollegatocontutto ilmondotramite iserviziregolaridiGrimaldiGroup,NYK,KLine,MitsuiOSK,WalleniuseCNAN.Campostano è anche alla testa degli azionisti diDepositi Costieri Spa, associato ad altriimprenditori liguri,BeppeCosta (SAAR, SampierdarenaOlii, Silomar,TirrenoSilos) ePaoloPalma(P.Palma&CSas).IdepositisonosugliAltiFondaliecuranolosbarcoelostoccaggiodi rinfuse liquide alimentari, in particolare olio extravergine e vino (dal vicino distretto

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vinicolopiemontese),con27serbatoiinacciaioinox(capacità20.000m³).Infine,daun’iniziativadiCampostanoedellaCompagniaunica,nel1991,haavutoorigineilMust (Multi Use Steel Terminal) che opera sulla Calata Boselli del porto di Savona,specializzatoinprodottisiderurgicierinfuseferrose.Puòriceverenavifinoa70.000tonDWTedisponedimagazzinicopertipercomplessivi8.800m²epiazzalialloscopertoper20.000m².EstromessodaVado,ilgruppoPacorinicontrollaancorailterminalBuT,22.000m²scopertie3.000copertinelportodiSavona,conaccostifinoa15,5mdipescaggio,dovefahandlingeconfezionamento di merci alla rinfusa di fertilizzanti quali soda e ferroleghe, mentre nelmagazzinoMerciVarie(raccordatoallaferrovia)trattalepropriemercicore(caffè,colonialiesoftcommodities). Il resto delle attività commerciali del bacino di Savona è concesso a tre terminalistidelle rinfuse. Buzzi Unicem ha un terminal cemento in Darsena Nuova, al servizio di ungruppo internazionale controllato dalla famiglia Buzzi di Casale Monferrato, quotato allaBorsadiMilano,contredicicementerieinItaliaeoltrecentottantaimpiantidibetonaggio.Lacementeria di Robilante (CN) èunodegliimpiantipiùinquinantid’Italia, secondo l’ultimorapporto anti‐smog diLegambiente. Il terminalColacem è sul molo Boselli, haun silo per lo stoccaggio dicereali, semi oleosi, prodottiderivatialla rinfusaecementoecinque impianti automatici dicarico su camion o vagoni ecinquebinariferroviari.ColacemSpa è un gruppo da 630milionidi euro (2007) e 1500dipendenti, controllato dallafamiglia Colaiacovo di Gubbio. Ilterminal Monfer è gestito daunasocietàcuneeseperilcommercioall’ingrossodicereali,semioleosieaffini,chepossiedevari silos nell’Italia settentrionale. Sulla Darsena Alti Fondali ha anche un impiantod’insaccaturaconraccordoferroviario.L’accostoèlungo390metriedhaunpescaggiodi15,5m,checonsentel’attraccodinavicapesize. Aquestonucleodiattivitàcommerciali forti,vannoaggiunti i terminalistipetroliferi,che detengono ancora posizioni chiave a Vado, con importanti spazi retro portuali eattrezzatureamare,inparticolarefacenticapoalgruppoamericanoExxonMobil.IlterminalEsso Italiana permette lo sbarco di oli lubrificanti base attraverso una rete di oleodottidirettamente provenienti dalla raffineria di Augusta e da altri stabilimenti nelNordeuropa.Dal pontile gli oli vengono inviati allo stabilimento Esso di Vado, dove avvengono tutti iprocessi produttivi. Il deposito costiero di Petrolig(società partecipata da Eni e EssoItaliana) movimenta benzine e gasoli in sbarco e virgin nafta in imbarco. Provvede alrifornimentodeipuntidivendita (Agip, Ip,Esso,Tamoil,Q8,Total,Fina)per lebenzinee ilgasolio tramite autobotti di terzi. Con un collegamento diretto dal pontile, provvede allosbarcodioliocombustibileperlacentraletermoelettricaTirrenoPowerdiVado.IlterminalSarpom è in grado di ricevere navi da 50.000 a 316.000 tonnellate di portata, tramite uncampo boe situato a circa 0,7 miglia dalla costa.Due condotte sottomarine permettono diimmagazzinare il petrolio greggio trasportato dalle navi cisterna in 7 serbatoi, con una

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capacità complessiva di 360.000 m³, e quindi inviarlo alla raffineria Sarpom di Trecate(gruppoExxonMobil)medianteunoleodottoda20”dellalunghezzadi146km.Conunamediaannualediottantanavi,provenientidadiversiportidicaricamento,ilterminalraggiungeunamovimentazione complessiva di oltre 7 milioni ditonnellatedigreggio.Come già IP (ENI) a Quiliano, anche la presenzastoricadiERGaSavonasièmoltoalleggeritadopoladismissione (2007)delle areedi via Stalingrado,30.000m²oradestinatiapiccoleimpreseartigianali[foto a fianco]. Rimane il terminal gasoli ERGPetrolichehaincaricoladistribuzioneextraretedigasoliperleprovincediSavona,ImperiaeCuneo.Lapiattaforma a mare, distante 454 m, consentel’attraccodinavi sinoa15.000 tonnellatedi stazzalorda ed è direttamente collegata al depositocostierodaunacondottasottomarina.

C’è infineuna terzaareadi attivitàportuale,quellapasseggeri,diversificatatraVado(traghetti)eSavona(crociere).DalterminalpasseggerigestitodaForship,compagnialeadernelservizioditraghettiperlaCorsica,dedicatoaltrafficopasseggeri,autoemezzigommati,partonofinoatrecollegamentigiornalieri(inaltastagione)perl’isolafrancese.Sitrattadiun’areadicirca50.000m²checomprendelastazionemarittima,ilparcheggiodi45.000m²eunmagazzinodoganaledi1.500m².Iquattroattracchipernaviro‐rosonolabasedellacompagniaCorsicaFerries–Sardinia Ferries, che grazie agli ottimi collegamenti autostradali capta sia ilmovimentodell’ItalianordoccidentalechequellodellaFranciameridionale.IlPalacrociere, il terminalpasseggeridiCalatadelleVeleal centrodelbacinodiSavona, ègestito direttamente da Costa Crociere (gruppo Carnival) con una concessione di ventitre

anni. Inaugurato nel 2003, ècostatooltre10milioni dieuro(7difinanziamentipubblici,3diCosta Crociere). L’architettocatalano Ricardo Bofill lo haconcepito sul modello di unanavedacrociera,sutrepiani,inun edificio di 8.600 metriquadrati, con una nettaseparazione dei flussi disbarco/imbarco. I lavori sonostati sorprendentemente celeri,dal luglio 2002 al novembre

2003. Con la realizzazione del terzo accosto (gennaio 2009) – realizzato grazie al“rettilineamento” della banchina già esistente e il trasferimento dei cantieri Azimut e WService (nautica da diporto) – l’investimento dell’Autorità portuale è salito a 8,7milioni dieuro, inattesacheCosta realizziun investimentocomplessivoannunciatoper10milionidieuro.Conladisponibilitàdellanuovabanchina, lunga325metri, ilPalacrociereaccogliebentrenavidacrocieraincontemporanea,smistandosinoaunmassimodi8.000passeggeri.Neiprimiquattroannidiattivitàhaospitatooltre2milioniemezzodipasseggeri,mal’obiettivodichiaratodiraggiungereunmilionedipasseggeriall’annoperorasembraancoralontano.

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Tutte queste composite attività danno lavoro – secondo l’Autorità Portuale, datiaggiornatiall’estate2009–a1.053imprese,peruntotaledi7.207lavoratori.Sitrattaperòdiuna cifra che include imprese e lavoratori coinvolti nelle attività del porto più o menosaltuariamente,einparticolareincludegliautotrasportatori,chenerappresentanounapartenotevole.Lavoranostabilmente inportosolocirca1900persone,piùaltrettantinell’indottodirettomasenzarelazioneconlosbarco(verniciatori,idraulici,ecc.).LaCULP“PippoRebagliati”,cioè lacompagniaunicaportualechehaperduto l’esclusivitàdioperare inportoa seguitodella legge84/1994, conta circa240 soci tra cuiuna trentinadidirigenti,tecnicieimpiegati.Ilpersonaleoperativoèdicirca150lavoratori,cheutilizzamezzidella compagnia quali carrelli elevatori (da 4 a 35 tonnellate), palemeccaniche, escavatori,trattrici,unasemoventeGottwald,un’autogruOrmig. Nel 2008 questi operatori hanno gestito complessivamente, nei due bacini portualisavonesi,untrafficodioltre2.000navie lamovimentazionedi15,6milionidi tonnellatedimerci,oltreacontainerperoltre253.000TEU.Ilsettorepasseggeriharaggiunto1,1milionidiunità,dicuicirca770.000croceristi.Interminiquantitativisitrattadelterzoscaloligure,periltrafficocontainererinfuseliquideètraiprimi10‐12suscalaitaliana,traiprimisetteperlerinfusesolide,neiprimiventiperlemercivarieeildodicesimoperipasseggeri. Negli ultimi anni anche Savona, come tutti i porti italiani rilevanti, ha attiratol’interessedeigrandioperatoriinternazionali.Illanciodiunproject­financingpersviluppareil traffico containeregiungerea800.000TEUconconcessionecinquantennalehaavutoun

risultato mediocre, alla gara si èpresentato solo il colosso danese APMoller‐Maersk, quale capo‐cordata inassociazioneconGrandiLavoriFincosit17eTechnital.18Il finanziamento del progetto, risultatovincitore della gara, è in gran parte acarico dello stato (300 milioni di €),Maersk accollandosi solo 150 milioni eottenendo un canone annuo di appena750.000 €. Il finanziamento pubblicoinoltre riposa tutto su un mutuogarantito da 15 anni di sovvenzionistatali dirette in tranche da 15 milionil’una, e sul valore dell’IVA e accisederivanti dal traffico atteso dopol’entrata in funzione della piattaforma.Dunqueunascommessasull’aumentodel

trafficoportuale,chenonhaconvintolebanchepossibilierogatricidelmutuo.Inquestoquadro,aggravatodallacrisimondialedelcommerciomarittimoedallacontrazione17GLFincosit, consedeaGenovaeaRoma,èoggiè tra leprime impresedicostruzione in Italia.FapartedelConsorzio Venezia Nuova, che opera per la cosiddetta “salvaguardia di Venezia” (progetto noto al grandepubblico per il “Mose”). Ha costruito sei delle maggiori centrali termoelettriche italiane e partecipato allacostruzione della centrale nucleare di Caorso, nel 1973. Nel carnet delle realizzazioni anche le autostradegravitanti intorno a Genova, gli “impalcati” dell’autostrada Messina‐Catania e il tratto piacentino dell’AltavelocitàMilano‐Bologna

18Technitalvantaanch’essa i lavorinell’ambitodel “progettoper lasalvaguardiadiVenezia”,oltrealprogettopreliminareperi lavoridi idraulicaaPontVentoux, inValSusa,e i lavorinell’ambitodellaprogettazionedellareteautostradaleinSicilia

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registratadalmovimentocontainerintuttiimaggioriportieuropei,sipuòdirechesiagiuntaprovvidenziale l’opposizione delle associazioni ambientaliste locali, con relativo blocco delprogetto.Nona caso, il presidentedell’Autoritàportuale savonese– chehagià firmato conMaerskunaconvezioneconvalorecontrattuale–annunciacheselapiattaformadiVadononsifarà«qualcunodovràpagarneleconseguenzeinterminipenali».19Laresistenzaèvenuta inparticolaredagliabitantidiVadoedall’associazioneambientalistaVivere Vado. Alle ultime elezioni comunali una lista civica raccolta sotto lo slogan “no allapiattaformaMaersk”havintolapoltronadisindacoelamaggioranzadelconsigliocomunale. Cosacomportailprogettocheormaihapresoilnomedi“piattaformaMaersk”?Innanzi tutto la costruzione di una piattaforma multifunzionale al centro della rada, tra ipontiliAgipeSanRaffaele,occupanteunasuperficiedimaredi250.000m2,conun’altezzadim 4,50 s.l.m. del piano operativo e una tecnica di radicamento (ovvero di riempimentodell’areamarina)“atavolinorovesciato”.Lapiattaformadovrebbeavereunapiantarettangolareprotesaper700mversomaree300m sul lato a terra, una superficie pari a 35 campi di calcio. Sorgerebbe a stretto contattodell’abitatodiVado,destinataadaccoglierenavianchedigrandissimedimensioni,alavorare24oresu24,eaconcentrareunconsistentetrafficosugomma.Considerazionenonultima,ilavoriperlasuacostruzionedurerebberoquattroanni.Aregime,lapiattaformadovrebbeimpiegarecircaduecentolavoratori.Perchéicittadininondecidonopiù,eneppureilororappresentantieletti Il quadro sopra descritto corrisponde pienamente alla visione che del porto hal’Autorità portuale di Savona: banchine, terminalisti, servizi, traffici, progetti di crescita,infrastruttureerisorsenecessarie.ASavonalaPortAuthorityhaun’immagineforteequalificatagrazieall’ing.Cristoforo(Rino)Canavese,dal2004presidente,conunpassatoditecnico,poidal1996segretariogeneraledelporto, anche conunabreve esperienza comedeputato (tra 1994 e ’96, nelle file della LegaNord). La sua elezione a presidente dell’Autorità portuale è stata sostenuta da Regione(centrodestra), Provincia (centrosinistra), Camera di commercio, sindaci dei comuni

interessati, ratificata dallaCommissione trasportidurante il governoBerlusconiII(conastensionedell’opposizione di centro‐sinistra) e rinnovata nelluglio 2008 (governoBerlusconi IV) con votobipartisan. Sotto la suapresidenza, il porto diSavona ha aumentato iltraffico, si è ammodernato,haapertoaigrandioperatoriinternazionali (Canavesesostiene apertamente il

19Cfr.l’artdiA.AMODIOsuLaStampa,pag.diSavona,13.8.2009

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progettodellapiattaformaMaersk),hacoinvoltoneimega‐progettiimmobiliariigrandinomidell’economia savonese (Campostano, Orsero, Dellepiane) e non (Gambardella) e le grandifirme dell’architettura internazionale (Bofill, Fuksas). Canavese ha usato la capacità diinvestimento dell’Autorità portuale per acquisire aree, mezzi (otto nuove locomotricielettriche)e ridisegnare laviabilità, senzaperdereoccasioneperesternare il suoparere sututtiiprogettidiriassettoterritorialedell’areasavonese.Lacompetenzadell’AuthoritysulladestinazionedituttiglispazidemanialiamareelostrumentodelPianoregolatoreportualehannopermessoalsuostimatopresidentedidettareilgiocodellescelteeconomiche,equindipolitiche,locali. I poteri delle autorità portuali hanno origine dalla legge 84 del 1994, la cosiddettariforma dei porti che ha privatizzato le banchine e posto fine allo storico monopolio delle“compagnieuniche”nelleoperazioniportuali.VaratadalgovernoCiampimentreeraministrodei Trasporti Raffaele Costa, modificata quando era ministro Pier Luigi Bersani (governoAmato II), la leggeènataper risponderealladirettivaeuropeasulla liberaconcorrenzanelsettore del trasporto marittimo ma poi in pratica è divenuta uno strumento dellaprivatizzazionedeiportiitalianiedellaspartizionedellepoltrone.Tecnicamente,laleggetrasformaglientiautonomiportualiinauthoritychehannoicompitidi«indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioniportuali». Istituisce i comitatiportuali, sortadiparlamentini corporativi in cuiper laprimavoltaentranoseirappresentantidegliimprenditoriportualieseideilavoratori:dodicivotisuunconsessodiventunomembricomplessivi(acui,perl’Authoritysavonese,vannoaggiuntiisindacidiSavona,Vado,AlbisolaeBergeggi).Perquantoriguardaleoperazioniportuali–quellechehannodirettamenteachefareconlamanipolazionedellemerci–èl’autoritàportualeadautorizzareglioperatori,anchequellicheforniscono lavoro temporaneo, e ad attribuire le concessioni (con relativo canone) alleimpreseterminaliste.Autorizzazionieconcessionihannoterminitemporaliesonosoggettearevoca. Al di là del significato storico della legge, del suo iter, della dura opposizione deilavoratoriedelledifferentifilosofieconcuièstataapplicatanegliannienellediverserealtàportuali italiane, la sua istituzioneha segnato ladefinitiva “aziendalizzazione”dellavitaneinostriporti,inquelsensopropriochehanelnostropaeselacommistionediinteressiprivatiegestionepoliticadeibenicollettivi.Fattesalvelecapacitàprofessionalidelpresidentedell’autoritàportualeedeirappresentantidelle imprese e dei lavoratori, anche a Savona‐Vado è divenuto chiaro che il ruolo dimediazionepoliticaedirappresentanzadegliinteressicollettivirisultaindebolito,difrontealdogmadellacrescitadeltrafficoedunquedellepossibilitàdilavoroeprofitto.Mediazioneerappresentanza rimangono affidati ai membri “politici”, gli unici eletti dai cittadini: ipresidentidiRegioneeProvincia,isindacideicomunicoinvoltinell’ambitoportuale. Più ingenerale, èavvenutoancheneiporti italiani ciò cheèavvenuto inaltri settoridecisivi della vita economica e sociale del nostro paese, l’energia, le comunicazioni, leassicurazionieifondipensione,laborsa,laconcorrenzaeilmercatoecc.Valeadireche,sullecompetenzeoriginariamenteaffidateaiministeri,sonoproliferateleauthorityinnomediunascelta tutta ideologica di “depoliticizzare lo stato”, di farne un interprete neutro deimeccanismieconomicieunregolatoresuperpartesdeimercati.Maappunto“imercati”hannoregole proprie, creano istituzioni proprie svincolate da quelle “politiche”, danno di séun’immagine forte di efficienza e competitività, oppongono il decisionismo del manager‐tecnocrateallelentezze(“pastoie”,“legacci”)delprocessorappresentativodemocratico.Cosìilpoteresitrasferiscealdifuoridellostatoedeglientilocali,eleauthoritydivengonolostrumentodell’autoritarismocompartecipato.

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Lerisorsedicuiquestopoterevuoledisporresonoperòquellepubbliche:ildenarodeicontribuenti, il territorioegli spazidellavitacollettiva, i tempie laqualitàdell’esistenza, illavoro. Si noti che è un processo che parte e si sviluppa sul piano dei valori e delle sceltegenerali(crescitaquantitativa=migliorequalitàdivita,fiducianei“tecnici”eavversionedei“politici”), e che su quel piano necessita del consenso generale, cioè dellamaggioranza deiconsensi.Ilpesodelleeredità:l’emergenzaambientalevadese Ilpianosucuipiùsiesplicita il conflitto tra interessigeneralieprivatizzazionedellavita collettiva è certamente quello dell’organizzazione territoriale. Se oggi sembra l’unicopiano su cui ancora sia efficace la partecipazione politica, è perché è quello in cui riescerelativamente più difficile neutralizzare i valori storici anche agli agguerriti esecutori dellelogiche tecnocratiche e decisioniste. È il piano, cioè, dove ancora quotidianamente tenta diricomporsi inunarealtàumanaunicaequantopiùpossibileorganicaquellocheimercatiel’economiaartificialmenteseparano. Anche se lanostra società sembra averpersoogni consapevolezzadeimodi in cui ilpassato giunge sino a noi, le destinazioni d’uso del territorio quale lo vediamo oggisedimentanovocazioni ederedità conuna lunga (lunghissima,nelnostropaese)vicendadiadattamenti,ditentativiederrori,diaggiornamentidell’esistente.Oltreainfinitolavoro,visisono incorporativiaviaenormirisorse“pubbliche” (sipensialleviedicomunicazione)e lacuradigenerazioni(due?cinque?venti?)di“proprietari”.Dituttociòsiamocollettivamenteeredi.L’attualeprofilodelterritoriodiSavonaedelsuointornoimmediatoprendeformanelprimoNovecento, quando le molte potenzialità compresenti sul territorio – marittima ecommerciale, di sfruttamento delle risorse agricole e forestali, residenziale e turistica –vennerotuttepotentementeorientateinmododaservireunparticolaresviluppoindustrialedominatodalcarboneedallelavorazionipesanti,quasiunasortadiblackcountryfrontemare.Le profonde tracce incise nel territorio dalla prima e seconda industrializzazione sonotutt’altro che scomparse, e sonoonnipresentineldibattitopolitico locale sotto la formadeiconflitti di interessi (non solo pubblico/privato, ma anche privato/privato) scatenati dallepossibilità del riuso delle aree ex industriali (Italsider, autosilo Züst‐Ambrosetti, Magrini,centraleEnel‐Foce,Monticello, ospedale SanPaolo, officine ferroviarie della SquadraRialzoecc.). Nel suocomplesso, tutta ladinamicachehamodellato il tessutoeconomicodell’areaurbana e periurbana è dominata dallo specializzarsi del territorio e dall’affermazione dialcunedestinazionid’usodominanti.Lavocazioneportualeèrelativamenterecente,essendostataalungosoffocatadallavicinanzadi Genova, e si è affermata compiutamente solo dopo l’Unità e la realizzazione deicollegamentiferroviariindirezionesiadiGenova(1868)edelPonente(lineaperVentimiglia,1872)cheversoilPiemonte(AlessandriaviaAcquieCairo,1874),tantocheallavigiliadellaGrandeGuerraSavonaerailquartoportoitaliano.L’insediamentodiun’acciaieria(1861)ediconsistenti cantieri navali ha condizionato lo sviluppo successivo del porto. Dopo ipesantissimi bombardamenti del 1940 e del ’43, le alterne vicende dello stabilimento Ilva‐Italsidersonostatealcentrodeldibattitosulleopzionineo‐industrialiperrilanciareleattivitàportuali, arricchitesi tra 1969 e 1990 dellaDarsenaNuova e dellaDarsenaAlti Fondali. Lachiusuradell’ItalsidereilfallimentodellaOmsav,tra1990e’93,segnanosimbolicamentelafine di un’importante tradizione operaia e il riallinearsi dei gruppi dominanti attorno alla

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speculazioneedilizia.Nel primo Novecento, anche la vicina (4 km) rada di Vado, favorevolmente riparata dallibecciomainparteancoraimpaludata,haconosciutoun’intensaindustrializzazione(le“103ciminiere”) con lavorazioni “sporche” e pesanti, poi un susseguirsi di insediamenti di forteimpattoambientale (cokeria,depositipetroliferi costieri, centraleelettricaEnel)edigrandiprogetti industriali, ilmaggioredeiqualiporteràaunostabilimentoFiat (1970‐1984)con irelativi estesi banchinamenti amare, poi rilevati dall’Ente porto e ampliati col TerrapienoSud.Nel1975iportidiVadoeSavonasonostatiriunitisottoun’unicaautoritàportuale.Nell’entroterra,l’aperturadeglisbocchicommercialiresapossibiledaicollegamentiferroviarie,più tardi,autostradali (laSavona‐Cevaèdel1960)daràspazioaunretroterra industrialeinizialmente limitatoaiquartieri indestradel torrenteLetimbro(Oltreletimbro)e,sindallafine dell’Ottocento, anche verso lo spazio collinare retrostante e la Valle Bormida (Altare,Ferrania, Càrcare, Cairo Montenotte, Cengio), con prevalenza degli insediamentimanifatturieri legatialciclometallurgicoechimicoeallosfruttamento intensivodelle localirisorse idriche. Nessuna cultura, neppure antagonista, sembra tener conto oggi della lungalottacontadinacontrolafabbrica.Nell’ultimodecenniodelXXsecolo,inseguitoallachiudersi–definitivo,ormaièchiaro–delciclo industrialista, è dilagata una “riqualificazione” residenziale e speculativa che colpiscetanto le aree ex industriali quanto ampieporzioni del residuo spazio agricolo, divenendo ilprincipale se non unico motore dell’economia locale. Nella zona del porto vecchio, la piùsimbolica della città, gli ultimi vent’anni hanno incorporato – veri totem del dominio

immobiliarista – la semi‐sfitta torreBofill costruita dagli Orsero, ilterminal alla centrale Calata delleVele della Costa Crociere co‐finanziato dall’Autorità portuale, ungigantesco Crescent [qui a sin. ilprogetto] di otto piani f.t. più dueinterrati voluto da Campostano eDellepiane (l’imprenditore “erede”delle aree ex Italsider nonostante ilfallimentodellasuaOmsav),mentresembra per ora naufragato ilprogetto sponsorizzato dall'impren‐ditore Gambardella (examministratore delegato di Ilva eAnsaldo) della torre Fuksas – una

“bananalucente”di120mdialtezza–allaMargonara. A fronte di questo costante processo di aggregazione degli interessi economici fortiattornoallasottrazione(prima)eallarivalorizzazione(dopo)dellospazioeconomico,staunaincredibile frammentazione amministrativa, vero substrato di unmicrolocalismo che è unadelleprincipaliarminellemanidegliopportunistidegliaffari.PrendendoinesamelaprovinciadiSavona(1500kmq.per280.000abitanti),ciascunodei69comunidellaprovinciahainmediaunasuperficiediappena22kmq.IlcapoluogoSavona,conpoco più di 60.000 abitanti su una superficie di 65 kmq., è centro di un’area conurbata di94.000 abitanti comprendente i comuni di Albisola Marina, Albisola Superiore, Quiliano eVadoLigure,mentrel'interacinturasavoneseconta115.000residenti,ossiaoltreil40%dellapopolazioneprovinciale. Questaframmentazioneamministrativa,acuicorrispondeoggiildilagaredelleghismoe delle liste civiche rappresentanti di interessi sempre più locali e sempre più privati – in

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primisquellidellarenditafondiaria–hauneffettodisaggregantegravequandosiaffrontanolequestioniambientali.Eragiàstatoevidentenellalungavicendadell’AcnadiCengioinValleBormida,acuilaLiguriasavonese si è tenuta sostanzialmente estranea.Oggi il quadro istituzionaledisgregato fa dasfondoaun’altraemergenzaecologica,quellachesitendealimitareall’areavadese.Itentatividisottovalutarneelimitarnegeograficamentelaportatahannosinoraavutosostanzialmente

successo attraverso latecnica politica della

frammentazione‐ricomposizione. Gliinquinamentisonoridotti–sidice–elimitatiaisolicomuni di Savona,Quiliano e Vado. Siamoall’assurdo che ladiscaricadellaMargonaranon sembra aver alcunaconseguenza per leimmediatamente prossi‐me spiagge di Albisola, echeilcomunediBergeggisipossavantaredeltitolodi “bandiera blud’Europa” oltre che diavere un’area marina

protetta,ufficialmenteistituitanel2007,asoli3kmdallaradaportualediVado[foto]. Daanniilivellidell’inquinamentodell’areaedellaprovinciasavonesesonooggettodidibattitopubblico.Leassociazioniambientalistedenuncianoitassidimortalitàdatumoribenpiùaltidellamedianazionale,gliepidemiologiintervengonoacommentareidatidisponibili,gli amministratori eletti sposano ora la causa ambientalista ora quella dei fautori dellosviluppoeconomico,talaltrascelgonouncomportamentoattendista.LegambientehainseritogliimpiantidiTirrenoPower(Vado)eItalianaCoke(Cairo)traquellipiùinquinantid’Italia.20Per inciso, affidare ai dati sulla mortalità e agli epidemiologi un ruolo decisivo in questodibattitoesponeaerroridivalutazionetecnicadelproblema(idatisullamortalitàarrivanoexpost e potrebbero solo confermare compromissioni ambientali in atto da anni se non dadecenni; una vera statistica sulla mortalità è resa ardua dalla mobilità della popolazioneesposta, inentrataquantoinuscitadalterritorio; laconfermacertatraesposizione localealrischioeinsorgenzalocaledellamalattiaèpossibilesoloconcertepatologieecc.).Èinognicasoun’illusionechesipossarisolveresulpianodeidatiunproblemacheèdisceltestrategiche collettive, di gestione politica del territorio, delle sue risorse e delle suapotenzialitàeconomiche.Nonèuncasocheilproblemadell’areasavonesevengaallaribaltaoggi, in una fase cioè in cui l’opzione industrialista e gli interessi che l’hanno sostenuta –compresiquellisindacalididifesadeipostidi lavoro–sonoentrati incrisi,mentretornanoalla ribalta altre opzioni (quella turistica, ad esempio) e si affermano altri interessi forti(quelliresidenzial‐speculativielogistico‐portuali).Èanchechiarochesulpianodellesceltestrategicheidifensoridell’attualeassetto–dipotereedigestioneterritoriale–giocanolafacilepartedei“realisti”,echealcontrario lasceltadi

20RapportoMal’Ariaindustriale,Taranto2009

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alternativepossibilipresupponeunaforza“utopistica”sostenutadapolitichedilungoperiodoattorno a progetti ampiamente condivisi. Gli unici aspetti chiari, anche in questa vicendasavoneseevadese,sonodue:daunaparte l’innegabile fallimentodiunmodellodisviluppoeconomicochehadominatoalmenounsecolodellavita locale, concostiumanie finanziarialtissimi; dall’altra il pesante ricorso all’armamentario ideologico emassmediatico tantodaparte dei “realisti” che degli “utopisti” in campo, con evidente vantaggio di una terza viatecnocraticacheaspiraariempireilvuotodimediazionepoliticadelpresente. Ma quali sono le eredità più vistose che l’epoca industriale lascia sul territoriosavonese?21IlsitointernetdellaprovinciadiSavonaelenca19sitiindustrialiedismessidabonificareneicomunidiSavona,Vado,Quiliano,Cairo,Carcare,Millesimo:elencoaggiornato,manonseneindicaladatadiaggiornamento.22AreesoggetteabonificanelSavoneseeValleBormidaCOMUNE LOCALITA' DENOMINAZIONECairo Bragno SFAT (Società Funiviaria alto Tirreno)Cairo San Giuseppe Italiana Coke

Cairo San Giuseppe Ex Aree Agrimont

Cairo San Giuseppe Edison

Cairo Loc. Mazzucca COMILOG

Carcare Loc Paleta Discarica Paleta

Carcare via Fornace 20 Rio Coppino

Quiliano Via Briano 9 ex deposito IP

Quiliano via Torcello 1 SARPROM

Savona Via Stalingrado Deposito Costiero ERG Petroli

Savona Fontanassa Campo d’atletica Discarica ceneri forno di Passeggi

Vado Bertola Petrolig srl deposito AGIP

Vado Foce Torrente Quiliano Ex deposito SICLA

Vado Strada di Scorrimento 2 Infineum

Vado Via Montegrappa TRV Terminal Rinfuse Vado

Vado Via Sabazia 94 Esso Italiana Deposito di Vado

Vado Via A. Diaz 128 Interpower

Vado Ferrero

Fonte:ProvinciadiSavonaInquestoelenco,però,noncompaionolemoltealtreattivitàdiforteimpattoambientale.SoloprendendoinconsiderazioneitrecomunidiSavona,QuilianoeVado,ilterritorioospitaunamega‐centrale elettrica a carbone, due discariche, due cave in attività, una serie diinsediamenti industriali “sporchi”, due porti commerciali con una ventina di terminali chetrattano combustibili liquidi e solidi in quattro punti amare, i relativi retrostanti parchi dideposito(carboniferoepetrolifero).

21 Sull’argomento, vedi l’informato art. di Federica SENEGHINI, L’ultima spiaggia del cemento ligure, inAltrEconomia,marzo2009

22http://www.provincia.savona.it/temi/ambiente04/doc/anagrafe_web.pdf

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La centrale a carbone di Vado­Quiliano, exENEL,exGencoInterpower[asinistranellafoto,leduetorridellapianavadese],dal2003ègestitadaTirrenoPower, società il cui pacchetto azionario è diviso al50%traEblAcea(controllatadiElectrabeldelgruppoSuez‐Gaz de France con partecipazione di ACEA,società elettrica del Comune di Roma) e EnergiaItaliana (controllata da Sorgenia a sua voltaappartenente al gruppo CIR‐De Benedetti, conpartecipazioni Hera e Iride). È entrata in servizioall’inizio degli anni Settanta con quattro unitàproduttiveda330MWl’una.Oggisonoinserviziodueunitàacarbonedellapotenzacomplessivadi660MW,già oggetto di adeguamento ambientale a fine anninovanta, ed è stata recentemente avviata la nuovaunità da 760MWa ciclo combinato, alimentata a gasnaturale.I progetti di espansione (460 MW provenienti da unnuovo gruppo a carbone e 180 MW da fontirinnovabili), fortemente sostenuti da Roma, vengonogiustificati condue argomenti principali: daun lato il

consueto ricattooccupazionale (la centrale fornisce energia abasso costo a tutte le attivitàenergivore della provincia, che si valutano in 6‐7.000 lavoratori), dall’altro le “direttiveeuropee”, in questo caso la raccomandazione di Bruxelles di diminuire la dipendenzaenergetica dalla Russia e da altri paesi politicamente instabili. In effetti con l’entrata inesercizio dell’impianto a ciclo combinato, la produzione complessiva di energia di TirrenoPowerèsbilanciataversoilgasmetano,conunaquotadel76%controunamedianazionaledel53%.Sinotiquiche“Europa”e“occupazione”sono leparoled’ordinecheaffiancano la“crescita”ognivolta che si trattidi vincere le resistenze “localistiche”allegrandiopere finanziatedaldenaropubblicoegestitedagliinteressiprivati. Lediscaricheperrifiutiurbanisonodue,conquelladiVarazze‐Ramogninasono leunichefunzionantiinprovinciadiSavonadopolachiusura–ritardataperanni–diquelladiMagliolo,localitàCasei.In frazione San Genesio, località Boscaccio, sul versante nord del monte Colombino la

Ecosavonasrl (societàcontrollatadaGeoteaSpa,partecipatadaicomunidiVado, 25% e Savona, 5%) gestisceuna discarica in concessione dalcomune di Vado, che ne èproprietario, su una superficie di215.000m²,perunvolume totaledioltre 23.000 m³. L’impianto ha unacapacità annua di stoccaggiodefinitivo che è stata aumentata da64.000 a 100.000 t nel 2007, conabbancamento residuo di circa 1milionedim³(alsettembre2007),edè autorizzato al trattamento deirifiuti solidi urbani non pericolosi e

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rifiutispeciali.Èancheautorizzatoalloscaricoinpubblicafognaturae.L’aziendadàlavoroa22dipendenti.La seconda discarica nacque allametà degli anni settanta in località Bossarino, comune diVado,geograficamentenellastessavallatadel torrenteSegno,acirca2,2kmdalmare,edègestita dalla Bossarino Srl (società controllata interamente dalla stessa Geotea Spa) pergestire lo smaltimento definitivo di rifiuti speciali non pericolosi su una superficie di circa215.000m²perunvolumetotaledi5.200m³.Lacapacitàdistoccaggioresiduoèdi485.000m³,cheneconsentirebbelosfruttamentoper3,5anni,estesidifattodiulteriori10anni.Unaterzadiscarica,per inerti,ègestitadalladittaPoglianoneipressidellacavaTrevo.Unaquarta,CasaRossa,ècessataedovrebbeesserneavviatalabonifica. Lecaveineserciziosonodue.LacavaMei

in località Boscaccio [foto a destra], che producepietrisco e sabbia con un impianto difrantumazione in loco. È gestita dalla societàMantobit Spa (famiglia Freccero), specializzata inlavoristradalieproduzionedicemento.LastessaMantobit ha realizzato la strada di accesso allediscaricheealla cavadelBoscaccio recentementeinaugurata.La cava Trevo è gestita dall’omonima Srl dellafamigliaPavesi.Èattivadagliannisettanta.Numerosesono lecaveabbandonatechesegnanoilpaesaggio. LostabilimentoInfineums.r.l.diVadovennefondatonel1966conladenominazioneEsso Chimica per fornire additivi per oli lubrificanti al vicino impianto Esso Italiana. Oggiappartienealla jointventureparitetica traExxon‐MobileShell. Impiega200persone(quasitutti tecnici laureati)più100‐150di impreseappaltatriciper realizzareun fatturatodi520milioni di € (2008), dovuto per il 90% all’export. Gran parte degli additivi, che sono

considerati prodotti pericolosi, vengono avviatiattraverso la rete ferroviaria e il ParcoDoria,mal’azienda dichiara di applicare misure diprotezione ambientale e di sicurezzad’avanguardia. NeldepositodelTerminalRinfuse Italia(ex ItalianaCokeeCereol) in localitàSanGenesiodi Vado viene stoccato a cielo aperto il carbonesbarcato al terminal TRI attraverso il nastrotrasportatore sopraelevato coperto [foto asinistra] funzionante anche di notte, con forte

inquinamento acustico e da polveri di carbone. Nel riassetto pensato dall’Autorità per farspazioallapiattaformaMaerskc’èancheilprogettodispostare l’abitazione di una ventina di famiglie piùdirettamenteesposte.Sel’excokeriaFornicokeèstatasmantellata e bonificata, sia pure in vista dellamega‐operazione speculativa del centro commerciale “LeTerrazze di Vado”, la copertura del carbonile [foto asinistra]–richiestadaalmenoundecenniodaivadesiedalle associazioni ambientaliste – non si è mairealizzata, cosìcome leparatiediprotezioneeunpiùstretto controllo degli sversamenti di polveri di

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carbone nel torrente Segno. Infine il progettato spostamento delle attività del carbone nelporto di Savona (terminal Alti Fondali) sotto il controllo di Funivie Spa ha dato vita alloscontro legale a cui abbiamo già accennato tra il gruppo Campostano e Babcock& Brown,quest’ultimointenzionatoanonperderelasuaposizioneaVado. Lo stabilimento Esso di Vado è uno deimaggiori impianti produttivi di lubrificantifinitidelgruppoExxonMobil inEuropa.Natonel1926comedepositoper lostoccaggioe ladistribuzionedicombustibilisuun'areadicirca100.000m²,haoggiunacapacitàsuperiorealle 100.000 tonnellate l'anno, con processi produttivi largamente automatizzati. Utilizzacome materie prime le basi lubrificanti prodotte dalla raffineria di Augusta (gruppoExxonMobil) e da altri stabilimenti nel Nordeuropa nonché gli additivi provenientidall'impiantoconfinantedellaInfineumSrl. LostabilimentoBombardierTransportationItalydiVadonacquenel1905sottoladenominazioneWestinghouse,fupoiacquisitodaTecnomasioItalianoBrownBoverinel1919e nel 2001 dalla canadese Bombardier Inc. È uno degli storici impianti dell’industriaferroviarianazionale,visiprodussenel1908ilprimolocomotoreinteramenteitaliano,enellasua lungavicendaindustrialehasuperato il traguardodelle1400locomotiveprodotte.Oggivantaunaproduzioneannuadi140 locomotive, secondaalmondosoloallo stabilimentodiKassel, in Germania. È recentissima (settembre 2009) la commessa di Trenitalia per 150locomotivemodelloE464periltrasportopendolari.Occupacirca400dipendenti. IldepositocostieroexVadoil,situatotraSanGenesioelaVallediVado,ègestitodal1999 dalla Petrolig, società compartecipata da Esso (30%) e ENI (70%) che ha raccolto lamovimentazione dei depositi IP di Quiliano smantellati alla fine degli anni novanta,garantendo anche la commercializzazione dei prodotti leggeri provenienti dalla raffineriaSarpomdiTrecateeilrifornimentodioliocombustibileperlacentraletermoelettricaTirrenoPower.OggiilsuodestinoèsemprepiùcollegatoalprogettodellapiattaformaMaersk.Èdelgiugno scorso l’annuncio dell’affidamento a terzi delle operazioni di pontile, segno di unpossibile“sganciamento”diENIdaVado. Lo stabilimento ex Saint­Gobain Vetrotex Italia di Vado, specializzato nellaproduzionedifilodivetroutilizzatonelrinforzodeglistampatiinplastica,eraunodeiduesitiproduttivi Saint‐Gobain in Italia ceduti nel 2007 alla multinazionale americana OwensCorningeridenominatoOCV.Lanuovaproprietàhainvestito20milionidieuroinunnuovoforno fusorio (i forni di vetreria hanno un ciclo produttivo di 15‐20 anni), ma la crisidell’industriadell’auto,principalesboccocommercialedellafibradivetro,haritardatosinorala ripresaproduttiva.Dall’ottobre2008 il costante ricorsoalla cassa integrazioneper i 165dipendentihaaccompagnatolefittetrattativesindacali,conunaforte“pressionesociale”sugliattori politici locali che ha anche portato all’ottenimento di tariffe preferenziali da TirrenoPower (le vetrerie sono industrie fortemente energivore). Tuttavia sinora il forno è ancoraspento,edelresto lacrisièparticolarmenteduracon la filieradelvetrodelSavonese‐ValleBormida, 2.000 lavoratori di cui circa la metà ormai cronicamente interessati dalla cassaintegrazione. Duestabilimentifabbricanorefrattariperaltiforni,conemissionedigasaeffettoserra,e scontano dai primimesi del 2009 il calo degli ordinativi delle acciaierie. Sono laNuovaIsoltermica(unaquarantinadilavoratori)elaSANAC,84dipendentiincassaintegrazione. LostabilimentoZinoxhatrefornaci(unarotantemessarecentementeinproduzione)per fabbricare ossidi di zinco impiegati come coloranti nell’industria della gomma e dellaceramica. È attiva dal 1988, ha una produzione annua di 20‐23.000 t annue, e occupa 20lavoratori, anch’essi recentemente interessati dalla cassa integrazione. Appartiene allaCO.GE.FIN., che fa capo a Felice Colombo, imprenditore brianzolo alla testa di un gruppoindustriale leader in Italia nel settore degli ossidi di zinco, con altri interessi industriali

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(plastiche,termoidraulica,inpassatoelettrodomesticiPhilco)eimmobiliari,mapiùnotoperesserestatopresidentedelMilanA.C.tra1977e1980. La dimensione dei problemi ambientali si intreccia chiaramente con la situazioneoccupazionale, oggi in forte crisi sia nei maggiori poli industriali che nel pulviscolo dellepiccoleaziendedell’indotto,circa600solonell’areavadese.Sembra ormai tramontato il tempo in cui la popolazione “notturna” di Vado, circa ottomilaresidenti, raddoppiava durante la giornata lavorativa. E non è politicamente produttivoinseguire i mille progetti “di sviluppo” che gli attori forti interessati all’area savonesecontinuano a far balenare: ogni soluzione proposta deve essere sempre metodicamentemisurata a una scala territoriale e sociale più ampia, almeno regionale (nel senso della“regionefunzionale”).Unelencodialcunequestioni,informainterrogativa,potrebbeesserequesto.

• Tutte le aree industriali dismesse devono essere rese disponibili alla speculazioneedilizia?

• Quanta superficie destinare a nuove abitazioni dalmomento chenel solo comunediSavona,pocopiùdi60.000abitanti,meno20%invent’anni,cisonoabitazioniperunapopolazionedoppia?

• Qual è il ruolo della logistica portuale nel riuso delle aree ex industriali? Vengonotenute in considerazione le attuali pessime condizioni finanziarie di tutti i maggiorioperatorimondialielaprofondaristrutturazionecheconseguiràallacrisiincorso?Eche dire dell’allarme che ha recentemente scosso il mondo dello shippinginternazionale circa il grave inquinamento atmosferico causato dalle mega‐portacontainerincircolazione?23

• Sono credibili nuove proposte per mantenere in vita impianti industriali obsoleti enellostessotemporidurnel’impattoambientale?

• Il sostegno pubblico – statale, degli enti locali, dell’Autorità portuale, della cassaintegrazione–nondeveaverealcunpesodecisionaleneldestinodellearee?

Chelascalageograficadeiproblemiambientalivadabenoltreillocalismospintodelleamministrazioni comunali è evidente da due soli aspetti, la depurazione delle acque e ilcontrollodeltrafficocommercialesugomma.IldepuratoreconsortilediSavona,sitoinlocalitàZinola,dal2001trattailconvogliamentoeladepurazionedirefluiefanghicivilieindustrialieiltrattamentodirifiutiliquidiindustrialiperun’area pari a circa il 45% della provincia di Savona, lungo una linea di costa di unaquarantinadichilometridaVarazzeaFinale.Sebbenel’impiantovantiottimirisultatitecnici,conl’abbattimentodel95‐97%dell’inquinamentoidrico,tuttaviaservegiàun’areagigantescacheinprevisionesiestenderàallaValleBormida.Inoltre,unagranpartedellaretefognariadiSavona, Vado e Albisola Superiore – posata trent’anni fa utilizzando condutture in acciaioinvececheinghisa–dev’essererifattaurgentemente,costoprevistounatrentinadimilionidieuro.Poichéèpocoprobabilecheleesanguicassedeicomuniconsorziatiriescanoatrovarein proprio i mezzi finanziari necessari, e vista l’impopolarità di un aumento delle tariffe

23Secondoleautoritàamericane,le90.000naviincircolazionenelmondocausano60.000mortiall’annonellecittàcostiereUSA.Fontiscientifichehannostabilitoche,acausadellagigantescadimensionedeimotorieperlapessima qualità della nafta usata, le 15 più grandi navi in circolazione inquinano più di tutte le auto inmovimentosullaretestradalemondiale(760milionidiveicoli).Cfr.http://www.guardian.co.uk/environment/2009/apr/09/shipping‐pollution

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dell’acquapotabile,sistaaprendo ilvarcoperun intervento“privato”anchenelsettoredel“ciclodell’acqua”savonese,comegiàèlargamenteavvenutopergranpartedelleutilities.Quanto al traffico commerciale su gomma, pensare che ci sia ancora margine per nuoveattività logisticamenteinvadenti non tiene contodella realtà presente. Ancheipotizzando–moltoottimisti‐camente – che solo l’80%dell’intero movimento tra iterminali portuali di Savona‐Vado e le piattaformenell’entroterra appenninico‐padano (in particolareTorino, Alessandria, Novaravia Voltri, Arquata Scrivia eRivalta Scrivia via Genova)vadasugomma,eprendendoinconsiderazione–altrettan‐to ottimisticamente – solo lemerci convenzionali (4‐4,5milioni di t all’anno) e icontainer (250.000 all’anno), il traffico stradale nei giorni feriali sopportamediamente ildoppiopassaggiodialmeno600‐700mezzipesantialgiorno.24Aquestosidevonoaggiungereil trafficodimezzi leggeridei crocieristi (300posti autoneiparcheggi in rotazionenei180giornidipartenza/arrivopiùgliautobusper700.000passeggeri/anno,40‐50algiorno)e iltrafficomistooriginatodaitraghettiro‐ro(350.000passeggerisignificanoalmeno350autoalgiorno, 300.000 t tra 30 e 40 tir al giorno). 800‐850 mezzi pesanti al giorno in mediasignificanopuntealdisopradei1.000mezzialgiorno.Dov’èlanostraGaza Quandocercanodiottenereilnostroconsenso(eidenaripubblici)perleloro“grandiopere”, i tecnocratie i loroconsulentimettonoinostri territorialcentrodiunafittaretediaffari e di commerci, passaggiodi tutte le stradeprincipali, vero centrodelmondo.Per cuisarebbe da irresponsabili non cogliere tutte le grandi opportunità che questa posizionecentrale offre e accontentarsi di essere una qualsiasi periferia. Centro = sviluppo, crescita,posti di lavoro, occasioni di arricchimento, rivalutazione degli immobili. Periferia =stagnazione o, peggio, crisi, perdita di posti di lavoro, impoverimento, svalutazioneimmobiliare.CapitaovviamenteancheaSavonaealla sua regione funzionale (Vadese,ValleBormida)diessere messa al centro di un reticolo di interessi, e dunque di occasioni economiche che

24 Inunanno4milionidi tdimerci convenzionali,meno il20%avviatosu ferro, sono3,2milionidi t, sonotrasportabilisugommada106.000autotreni‐autoarticolaticonportatamassimadi30t.Su280giornilavorativisarebbero380mezzi,checompionoingranparteunviaggiopienoeunovuoto,quindiduepassagginellaretestradale.

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basterebbecogliere.Fapartedellaretoricadellacrescita,acuiaderisconotuttigliattorifortidello scenario locale. In prima linea – come abbiamo visto – troviamo proprio l’Autoritàportuale, il suo presidente Canavese e le alleanze che di volta in volta si costruiscono percaptare finanziamenti (pubblici soprattutto) da impiegare nel ridisegno di unwater frontsemprepiùestraneoallavitacittadina,eperrenderel’assettourbanisticosemprepiùapertoe disponibile a ogni avventura imprenditoriale che, per qualche motivo, non preferiscainsediarsinellavicinaeconcorrenzialeareagenovese.Ipianiurbanistici,provinciali,portualipartonotuttidallaconstatazionediquesta“centralità”diSavonanellaretelogisticaeinfrastrutturaledell’Italianordoccidentale,edunqueeuropea,attraverso i “corridoi” ferroviariestradalichesidipananodallaLiguriae ilbassoPiemonteversolapianapadana,laSvizzeraeilNordeuropa,ivalichialpini.25 Difrontealfallimentoindustrialistanonsisafaraltrocheinvocarel’interventostatale,senzadarcontodellapesantissimaereditàambientalechelescelteproduttivehannolasciatosul territorioechepurecostituirebbero l’impegnoprioritariodiogni investimentopubbliconell’areasavonese.Il ruolo centrale della progettata piattaformaMaersk nel disintegrare definitivamente ognipossibilitàdi recuperoambientaleè chiaro.Altrettanto loè l’adesionedelgruppoOrsero, ilpiùfortedegliattorilocali,alnuovoschemaportualedisegnatodall’Authoritysavonese.Maperunavolta,effettivamentelecontraddizionidell’economiaglobalepassanodaSavona,anzidaVado. La possibilità di indicare un’alternativa al “furto di futuro” già in atto passa per unadiversacoscienzadiciòcherappresental’economiainternazionalequandofailsuoingressodi forzanelle realtà locali: nient’altro cheun’occasione temporanea, chequalche gigantescaconglomeratastileMaerskcoglieselepropriecondizionivengonoaccettatecomeprioritarie,inattesadicoglierealtrovecondizioniancorpiùfavorevoli.CosìhafattoOrsero,cheoggiportalafruttaisraelianaaVadoedomaniaSète.EinattesadiMaersk,gliOrsero–chesidiconomoltovicinialministroperloSviluppoeconomicoClaudioScajola–controllanogiàilproprioReeferTerminal,ilterminalcontainereilVIO.Primopassodiquestadiversacoscienza,parzialecertomasignificativo,è il lanciosavonesedellacampagnacontrol’Agrexco.LacampagnaBDScontrol’Agrexco LacampagnaBoycotting,Disinvestment,Sanctions26èstatapromossadacentosettantaorganizzazionidellasocietàcivilepalestinesenelluglio2005,cioèesattamenteunannodopoil parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja che aveva dichiaratoillegale la costruzione del Muro. Si richiama esplicitamente alla lotta internazionale checontribuì inmododecisivoallacadutadelregimerazzistasudafricano,edichiaracomesuoiobiettivi ultimi la fine dell’occupazione e della colonizzazione di tutte le terre arabe, losmantellamento del Muro, il riconoscimento dei diritti fondamentali dei cittadini arabo‐palestinesidi Israele, ildirittodeiprofughipalestinesial ritornonelle lorocaseenelle loroproprietàcomestabilitonellarisoluzione194dell'ONU.25È anche l’assuntodellapiù recente e aggiornataoperadedicata allapianificazione territorialedella regionesavonese: Pietro UGOLINI, Pianificazione territoriale, portualità e infrastrutture. Il caso savonese, Milano, F.Angeli,2006,pp.259

26http://www.bdsmovement.net/

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A chiedere il boicottaggio deiprodotti israeliani sono innanzi tutto ilavoratori palestinesi del settoreagricolo che lavorano per Agrexco neiTerritoriOccupati.Migliaiadilorosonooccupatinellaraccoltaenelleaziendedipackagingsituatenegliinsediamentideicoloni, sorti su terreni sottratti con laforza alle comunità palestinesi. I salaridei lavoratori palestinesi sono attornoai 30 shekel al giorno (circa 4 sterline,4,5 euro), malattie e ferie non sonopagati, non ci sono contratti né dirittisindacali. Particolarmente dure sono le condizioni dei bambini impiegati nella raccolta deidatteri.AllacampagnaBDSaderisconoanchealtrecampagne,comelaPalestineSolidarityCampaignchehadatovitaaBIG,BoycottingIsraeliGoods,incuièattivaancheunasezioneebraica,J‐BIG(JewsforBIG).27Viaderisconoancheimovimentipacifistiisraeliani“critici”.Significative sono le adesioni di organizzazioni sindacali inglesi, irlandesi, canadesi,sudafricane, a partire da quelle dei dockers sudafricani e australiani che, dopo ilbombardamentodiGaza,nonscaricanopiùlenaviisraeliane.Parecchiefederazionisindacalinazionali hanno aderito alla campagna: dopo la decisione del COSATU, la federazione delSudafrica, sono seguite quelle delle federazioni neozelandesi e irlandesi, quindi del TradeUnion Congress di Scozia, poi la conference norvegese. In Canada il movimento BDS èsostenuto dal sindacato dei lavoratori pubblici, mentre il più importante sindacato deilavoratori postali (CUPW) ha deciso già dall’aprile 2008 di non distribuire più la postaprovenientedaIsraele.Loscorso17settembre,aLiverpool,ilTradeUnionCouncil,l’annualecongresso dei sindacati che rappresentano sei milioni e mezzo di iscritti, ha aderito allacampagnaBDS.Ancorpiùrecentementeèarrivatoilsostegnodell’UnionsyndicaleSolidairesIndustriefrancese.InItaliailboicottaggioèstatopromossodaungruppodiassociazionitracuiActionforPeace,Un ponte per…, Le Donne in Nero, Statunitensi per la Pace e la Giustizia, Ebrei control’occupazione,ForumPalestinaemoltealtre.Visièavvicinata,unicaorganizzazionedilivellonazionale,anchelaFIOM‐CGIL.Recentemente,suesempiodiquantogiàaccadutoinFrancia,28ènataunaCoalizioneitalianacontrol’Agrexco. LacampagnaBDShadunqueunaportata internazionale,chesicompendia indiversiaspetti:ilboicottaggiodiprodottiprovenientidaIsraele,dellesquadresportiveisraelianeintournéeall’estero,degliscambiaccademici;ildisinvestimentodalleaziende(israelianeeno)coinvoltenella costruzionedelMuroenell’apparatomilitaree repressivo; le sanzioni comel’annullamento degli accordi bilaterali con il governo israeliano e dei legami con leamministrazionilocaliisraeliane,elarotturadellacooperazionemilitareconTel‐Aviv. La campagna di disinvestimento ha riguardato soprattutto le attività delle aziendeeuropee e nordamericane coinvolte nella costruzione del Muro, nelle attività degliinsediamentiillegaliisraelianinellaWestBankenelsostegnoall’apparatomilitar‐industrialedi Israele. Qui si sono registrati alcuni dei più significativi e recenti successi. Il governo

27www.bigcampaign.org/

28www.coalitioncontreagrexco.com/

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norvegese ha eliminato dagli investimenti dei fondi pensione nazionali il colosso militareElbit,aziendaisraelianadelsettoremilitarequotataalNasdaq.LasocietàfranceseVéoliahaabbandonato la propria partecipazione al progetto della nuova ferrovia leggera diGerusalemme, chedovrebbe collegare le colonie israeliane illegali attornoalla città (giugno2009). Il gigante dei fondi pensione americani TIAA‐CREF ha annunciato di aver ritirato ipropricapitalidaun’aziendaisraeliana.LapressionedeirisparmiatoriedeipiccoliazionistihapoicoinvoltoilgruppotedescoHeidelbergCements,chehadichiaratodivolerliquidareleproprieattivitàminerarienellaWestBank.DexiaIsrael,filialedelgruppofinanziariofranco‐belga,haannunciatodivolercessareilfinanziamentoagliinsediamentiisraelianineiTerritoriOccupati. La campagna per le sanzioni ha visto il recentissimo intervento del parlamentobrasiliano che ha chiesto la sospensione di Israele quale aderente all’accordo di liberoscambioMercosurfinoaquando«IsraeleaccettilacreazionedelloStatopalestinesesecondoiconfinidel1967».Inprecedenza(luglio2009), ilgovernobritannicoavevaannunciatodivolerescluderedallefornituremilitariaIsraelepartidiricambioecomponentiper lenavi lanciamissiliSa’ar4.5,usatedallamarinaisraelianaperilbombardamentodiGaza.Ladecisioneèstatapresaperlepressionidell’opinionepubblicaingleseedelleorganizzazioniumanitarie. Lacampagnadiboicottaggioè lapiùseguitadaimassmediae lapiùgeneralizzata incampointernazionale.Ha una particolare risonanza nel boicottaggio di aziende non israeliane come l’americanaMotorola,chefornisceleforzearmateisraelianeditelefonimobile,retidatiwirelessadusomilitareesistemidicomunicazioneperteatridiguerra.MotorolahafornitoalleIDF(IsraeliDefenceForces)ilsistemaWASSWideAreaSurveillanceSystem, composto di strumentazione radar e camere termiche installate intorno agliinsediamenti illegali israeliani nella West Bank. Secondo Who Profits?,29 sedici colonieebraichesonodotatedelsistemamotoEagleSurveillance.Motorolahaanchefornitounaretecellulare criptata all’esercito israeliano. MIRS, un’azienda controllata da Motorola, è unprovider di servizi cellulari dell’esercito israeliano e ha proprie infrastrutture dicomunicazione anche nella West Bank. Inoltre, in aprile 2009, Motorola ha annunciatol’intenzionedi vendereun impiantoche ha prodotto componenti dellebombe usate dalle IDF durante ilbombardamento di Gaza e delLibanomeridionale.L’Oréal,multinazionalefrancesedeicosmetici, dal 1952 ha insediato unproprio impianto produttivo aMigdal Ha'emek, insediamentoebraico in Bassa Galilea in cui èimpedita la residenza anche aicittadini israeliani non ebrei. QuiL’Oréal produce una linea di cosmetici (Natural Sea Beauty) utilizzando iminerali delMarMorto, il cui sfruttamentoè interdettoaipalestinesi. Ilpresidentedella filiale israelianadelgruppo francese,L’Oréal Israel,èGadPropper,anche fondatoredellaCameradicommercioeuro‐israeliana,uomod’affarirecentementeinsignitodellalegiond’onorefranceseperilsuoruolo nella success story de L’Oréal. Nel luglio 2008, L’Oréal ha attribuito un premio di

29http://www.whoprofits.org/

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100.000dollariaunoscienziatodelWeizmannInstitute,unodeicentridiricercamilitaripiùavanzati nel campo delle armi bio‐chimiche e una delle maggiori istituzioni accademiched’Israele.Caterpillar è una societàamericana che costruisce eallestisce i bulldozermilitarizzati utilizzatidall’esercito israeliano nellademolizione di edifici estruttureagricolepalestinesi.ImezziCaterpillar sono statiusati perdistruggere almeno18.000 case palestinesi,sradicare centinaia dimigliaia di olivi, edificare lastruttura dell’apartheidisraeliano,inclusoilMuro,gliinsediamenti illegali, lestrade only­Israeli. MoltiattivistinonviolentipalestinesisonostatiferitiouccisidaicingolideiCaterpillar,traquestilagiovanestatunitenseRachelCorrie[nellafoto,conlagiaccarossa].Negli Stati Uniti, in Canada e in Australia il boicottaggio ha preso dimira laMaxBrennerChocolates,un’aziendacontrollataal100%dalloStraussGroup,lasecondasocietàisraelianaper dimensione nel mercato degli alimentari e delle bevande. Nel proprio sito il GruppoStraussenfatizza ilpropriosostegnotrentennalealGolaniReconnaisancePlatoon,unadelleunitàdipuntadell’esercitoisraeliano. LacampagnadimaggiorrespiroèperòquelladelboicottaggiodellasocietàAgrexco.L’azione più decisa è cominciata in Gran Bretagna nel 2005, con il blocco del deposito diAgrexcoaUxbridge,nelMiddlesex.L’arrestodegliattivistichemiseroinattoilbloccoportòaun processo, durante il quale il giudice stabilì cheAgrexco doveva render pubblici i proprirapporti con gli insediamenti nei Territori Occupati. In effetti la società fornì una lista dilocalità anche situate nella Valle del Giordano, e la corte interrogò i dipendenti di Agrexcocircalaloroconoscenzaecomplicitàneicriminidiguerra.Dopoquelprocesso, la filialebritannicadiAgrexco informò leautoritàchenonavrebbepiùsporto denuncia e non avrebbe più cooperato con le indagini, per non essere costretta arendere pubbliche le sue pratiche commerciali. I blocchi e le proteste si susseguirono,nonostantel’atteggiamentosemprepiùviolentodellostaffaziendale.DalMiddlesexlaprotestasièquindiestesaall’aeroportodiLiegi,inBelgio,doveAgrexcohaunaimportantebaselogistica,equindiinFrancia,dovelacampagnacontroAgrexcohaormaiottenutoilsostegnodiunanovantinadiorganizzazioni,tralequalilaConféderationPaysannediJoséBovéeilsindacatoSUDSolidaire.