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Scuola Istituto Comprensivo “Papa Giovanni XXIII” Vicolo S. Eustacchio, 18 - 12038 SAVIGLIANO (CN) tel. 0172.715522 e-mail: [email protected]PEC: [email protected] sito: www.icpapagiovanni.gov.it Dirigente Scolastico Dott.ssa Paola Maniotti e-mail: [email protected] L’Istituto Comprensivo Papa Giovanni XXIII comprende le scuole del Comune di Marene e alcune scuole della città di Savigliano. Si tratta di un Istituto di recente costituzione: nasce infatti nel 2012, come risultato del dimensionamento degli Istituti scolastici di Savigliano. Lo formano i quattro plessi della soppressa Direzione Didattica 2^ Circolo e due delle scuole secondarie di primo grado dell’ex-Scuola media unificata: il plesso Marconi e il plesso di Marene. La sede dell’Istituto è presso la scuola primaria di Borgo Pieve di Savigliano Scuola dell’Infanzia ‘Principe di Piemonte’ via Muratori, 20 – Savigliano tel. 0172.716490 [email protected] Scuola dell’Infanzia ‘Filippo Curti’ via Einaudi, 3 – Savigliano tel. 0172.712993 [email protected] Scuola Primaria Luigi Einaudi via Galvagno, 17 – Marene tel. 0172 742036 [email protected] Scuola Primaria Borgo Pieve vicolo S.Eustacchio, 18 – Savigliano tel. 0172.715522 [email protected] Scuola Secondaria di 1° grado – G. Marconi Piazza Molineri, 9 – Savigliano tel. 0172.712320 [email protected]

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Scuola Istituto Comprensivo “Papa Giovanni XXIII” Vicolo S. Eustacchio, 18 - 12038 SAVIGLIANO (CN) tel. 0172.715522 e-mail: [email protected] – PEC: [email protected] sito: www.icpapagiovanni.gov.it Dirigente Scolastico Dott.ssa Paola Maniotti e-mail: [email protected] 

L’Istituto Comprensivo Papa Giovanni XXIII comprende le scuole del Comune di Marene e alcune scuole della città di Savigliano.Si tratta di un Istituto di recente costituzione: nasce infatti nel 2012, come risultato del dimensionamento degli Istituti scolastici di Savigliano. Lo formano i quattro plessi della soppressa Direzione Didattica 2^ Circolo e due delle scuole secondarie di primo grado dell’ex-Scuola media unificata: il plesso Marconi e il plesso di Marene.La sede dell’Istituto è presso la scuola primaria di Borgo Pieve di Savigliano

Scuola dell’Infanzia ‘Principe di Piemonte’via Muratori, 20 – Saviglianotel. [email protected]

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Focus Genitori

18 maggio 2016 ore 15.30Esperienza scolastica approfondita:

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La dimensione educativa ella progettazione di una scuola

Conduttore: Domenico Chiesa (Cidi)

Partecipanti: Dirigente Scolastica e 9 insegnanti

Tematiche e svolgimento del Focus

Nell’Istituto Comprensivo studiano 1445 allievi, operano 110 insegnanti in 2 plessi di scuola dell’infanzia (a Savigliano), 2 plessi di scuola primaria (uno a Savigliano e uno a Marene) e 2 plessi di scuola secondaria di primo grado (uno a Savigliano e uno a Marene).La collocazione territoriale delle scuole nel territorio non permette in modo automatico agli alunni di percorrere nell’istituto l’intero ciclo scolastico. Aumentano di conseguenza le difficoltà a costruire il curricolo verticale 3-14 anni.L’Istituto, nato nel 2012 dal dimensionamento della scuole di Savigliano, ha continuato la tradizione dei precedenti Istituti nella direzione del coinvolgimento attivo della comunità extrascolastica nella vita della scuola, con momenti forti durante l’anno (es. la giornata di volontariato delle famiglie per la scuola) e una collaborazione costante (es. banca del tempo dei genitori).

Viene chiesto agli insegnanti di evidenziare le azioni messe in atto per potenziare la dimensione educativa del loro fare scuola. Gli insegnanti che partecipano al focus rappresentano tutti i livelli di scolarità e nel confronto, che caratterizza il pomeriggio, emerge quanto la scuola abbia lavorato in questi anni per costruire una visione condivisa del significato educativo intrinseco nel percorso di istruzione dai tre ai quattordici anni.Nella scuola sono attivati molti progetti finalizzati a sostenere il miglioramento dell’apprendimento e del suo collegamento con la promozione delle competenze sociali.

Si può provare a ricostruire i ragionamenti e le esperienze raggruppandoli in alcuni punti.

Riconoscimento, rispetto e valorizzazione delle differenzeLe modalità con le quali la scuola, in tutti i livelli di scolarità, ha imparato ad affrontare le problematiche legate alle disabilità rappresentano un patrimonio pedagogico di notevole rilevanza. Ricostruisce la memoria del lavoro e delle competenze messe in atto un’insegnante che ha “scelto” con consapevolezza il ruolo di insegnante di sostegno e che lo svolge da venti anni. Senza retorica sottolinea come le classi che vivono esperienze importanti con disabili gravi anche con disabilità gravissime a livello motorio cresce la sensibilità verso le differenze individuali che diventano effettivamente una ricchezza. Si parte da un momento di crisi, da un senso di impotenza per la scuola e per i ragazzi e poi si impara insieme a “rendere la scuola una porta di apertura al mondo”. Il modo di essere e di comunicare di ciascuno diventa patrimonio per tutti attraverso la assunzione di responsabilità verso i compagni e verso se stessi, incrementando lo spettro dell’esperienza motoria e intellettuale. Si accenna al progetto mirato (praticato da anni e rivolto a bambini dalla terza alla quinta) in cui si sperimenta il fare a meno di alcuni sensi per potenziare la sensibilità degli altri e aumentare/intensificare il legame formativo con i compagni. I risultati sono significativi; i ragazzi disabili acquisiscono un rapporto positivo verso l’esperienza scolastica e continuano anche nella scuola superiore.Un carattere essenziale delle azioni di sostegno è la loro dimensione collegiale nello spirito della L.104 del 1992 molto spesso dimenticato in altre scuole; l’intero team di insegnanti è chiamato a mettersi in gioco e ne risulta un arricchimento professionale per tutti. Emerge l’orgoglio di scuola per aver “conquistato” una competenza educativa che queste pratiche hanno sviluppato e reso patrimonio generalizzato e consolidato.Un aiuto teorico e operativo va riconosciuto alla “Pedagogia dei Genitori” che collabora con la scuola da diversi anni. Obiettivo è superare la condanna della diversità che produce

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handicap per riconoscere nelle diversità quel dato di valore che può aumentare le possibilità di ciascuno di imparare a partecipare della vita degli altri arricchendo al propria.

Gli interventi rivolti a bambini con gravi problemi non sono estranei al lavoro del fare scuola quotidiano: i progetti specifici mirati diventano la modalità, le procedure didattiche per affrontare tutti i problemi per tutti i ragazzi. Ci vuole un villaggio…Ma la scuola da sola, isolata, chiusa non è in grado di assolvere al proprio “mandato” istituzionale. Solo permettendo al bambino di portare a scuola tutto se stesso, tutta la propria vita si può mettere in atto il fattore più importante per la qualità dell’apprendimento: l’intenzione del bambino ad apprendere, il suo coinvolgimento profondo nel processo dell’apprendere.La scuola è certamente l’esperienza culturale più importante ma non l’esaurisce, non è tutta la vita del bambino. Nella vita del bambino ci sono altre persone e altri luoghi importanti; in particolare c’è la vita in una famiglia.Questo ragionamento è alla base dell’attenzione speciale che l’Istituto dedica al coinvolgimento dei genitori per rendere attivo quella parte di villaggio che serve per far crescere un bambino.Si è capito che per rendere possibile il rapporto con i genitori è necessario proporre e attivare un villaggio fatto da molte iniziative tra loro diversificate in modo da permettere a tutti di avere uno spazio riconoscibile, permettere a tutti di porre a disposizione le diverse competenze (lavori in cortile, abbellire la scuola, settimana dell’intercultura per aprirsi alle cultura del mondo sguardo sul mondo). Richiedere la disponibilità dei genitori può essere realizzabile se è coerente con le loro competenze. La collaborazione con la Pedagogia dei Genitori si è dimostrata vincente. Ad esempio è stato utilizzato il concetto di genitorialità allargata attraverso l’attivazione di forme di aiuto tra le mamme che riescono così a costruire il legame con famiglie che non si riesce a intercettare. Il coinvolgimento dei genitori è però un’operazione che comprende non poche difficoltà, momenti di inciampo. Si ricostruisce, come esemplificazione, l’azione didattica di riflessione culturale ed educativa sull’uso del velo: solo attraverso un lungo e paziente (ma nel contempo risoluto) lavoro con i ragazzi (molto più aperti degli adulti) sul significato culturale che nelle diverse tradizioni l’uso del capo velato ha avuto e continua ad avere, si è riuscito a contenere forme di chiusura integralista e contestazione che avevano portato ad accuse insensate verso la scuola.Rapportarsi in modo coinvolgente verso i genitori significa avere ben presente il dover incontrare e affrontare una pluralità di modelli educativi, alcuni dei quali si scontrano con quello che è il modello educativo della scuola a cui la scuola non può rinunciare; tocca però alla scuola mettere un atto un’azione comunicativa, paziente ma risoluta, di chiarimento per impedire che la famiglia alzi il muro di difesa e chiusura. Tanti progetti mirati in un unico Progetto di scuolaNel confronto si può verificare quanto sia alto il numero di progetti che in questi anni si sono attivati nella scuola. Accoglierci come chiave dell’educazione, metaprogetto corpo, movimento, stili di vita, progetto Unplugged, progetto filosofia con bambini, progetto Raggi con Giampy Sandri e Michele Ottenga, progetti con gli Educatori di strada, progetto Pedibus… sono solo una parte di quelli attivi nella scuola.Il rischio della frantumazione e della perdita della centralità della scuola sarebbe inevitabile se non ci fosse la consapevolezza degli insegnanti e l’attenzione a dare un particolare significato ai progetti. Sono progetti trasversali ai saperi disciplinari e sono

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finalizzati a incidere sulle dimensioni emotiva ed affettiva che intersecano da un lato la qualità delle relazioni umane e dall’altra la stessa dimensione cognitiva. La dimensione educativa non viene “dopo” l’istruzione, non è ad essa giustapposta; fa parte dello stesso processo di umanizzazione culturale del bambino. Allora sostenere lo sviluppo delle competenze emotive ed affettive; fare sì che siano attive nelle attività disciplinari non è estraniante, non è fuorviante; rappresenta invece cogliere la natura del processo con cui si apprende capendo, rapportandosi in modo vitale con il sapere. Nell’incontro viene più volte sottolineato che “studiare è il miglior modo di prendersi cura di se stessi” ma che perché lo studio sia pervasivo e persistente deve conquistare un “senso”, diventare una passione nella vita del bambino. In questo si vede l’importanza delle competenze culturali e della promozione di una didattica che renda possibile l’apprendimento significativo. La didattica deve risultare coerente con lo statuto delle discipline: come si può fare scienze naturali senza la dimensione laboratoriale? Le stesse nuove tecnologie possono aiutare in questa direzione. Si sottolinea anche come la “passione” per la conoscenza deve essere innanzitutto dell’insegnante; così si genera la passione necessaria per l’apprendimento e si mantiene l’indispensabile stupore e meraviglia del capire.Il progetto Filosofia con bambini non è ovviamente l’anticipo dello studio accademico della filosofia; è invece finalizzato a far entrare i bambini nella problematizzazione del sapere, ad “abitare la domanda”; attraverso il dialogo filosofico si impara a farsi domande, ci si educa all’ascolto, al rispetto del pensiero degli altri. L’alunno partecipa effettivamente a costruire il proprio sapere, riconoscendo anche le emozione che lo attraversano.Questo significa accogliere e sentirsi accolti, sviluppare il valore della collaborazione e del coinvolgimento di tutti i ragazzi. Si riconosce un carattere fondamentale dell’ambiente scolastico: la condivisione delle responsabilità tra tutti i soggetti. Operare sulle abilità sociali e sul riconoscimento/gestione delle emozioni significa anche affrontare le difficoltà insite all’età preadolescenziale sostenendo la costruzione di quella dimensione gruppale di cui il ragazzo ha bisogno ma verso il quale nutre profondi sentimenti di paura.Sono dunque tanti progetti su specifici problemi ma riferiti ed interni ad un unico Progetto di scuola.

In sintesi educare-istruendo significa costruire con gli alunni il senso delle conoscenze e del loro legame con la vita quotidiana e con le relazioni umane (quanto si può fare con la matematica…)La scuola che educa-istruendo deve credere di più in se stessa, nella valenza educativa che è chiamata a realizzare. La scuola ha dei compiti che le vengono dati dalla Costituzione stessa e che è chiamata a realizzare: essere formativa e orientativa, inclusiva e universale. Le contestazioni vanno affrontare con rispetto ma con determinazione.Si deve credere in quello che si fa perché si è consapevoli che si sta operando nel rispetto dei ragazzi della loro cultura famigliare, delle loro individualità delle loro differenze. La scuola deve poter far riferimento alla professionalità degli insegnanti che le fa conquistare sul campo l’autorevolezza.---------------------------------------------Note:Alcuni progetti riportati nel report possono essere approfonditi sul siti della scuola o su altri siti internet:Sito della scuola: www.icpapagiovanni.gov.itProgetto Unplugged: http://www.eudap.net/unplugged_detail_on_teachin_manual_it.aspxProgetto Filosofia con bambini: http://www.officinadidattica.fondazionecrc.it/progetti/filosofia-con-bambini-e-ragazzi-filtia-officina-didatticaProgetto Raggi: http://www.raggidaoltreconfine.it/