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La simbologia della Luce all’interno della Bibbia ricopre un ruolo importanze che non può essere sottovalutato o affrontato superficialmente, poiché essa compare fin dalla sua pagina iniziale, in Genesi 1,3, quale prima opera fra quelle create da Dio, e anche nella pagina conclusiva Apocalisse 22,5.

Nella Bibbia l’uso effettivo dei termini legati al campo semantico della luce (oltre al sostantivo «luce», in ebraico ’ôr e in greco phôs, pensiamo a vocaboli come «lampada», «lucerna», «lucernario», «illuminare», «brillare», «splendere», «rischiarare», ecc.) si intreccia con quello metaforico. Ecco, attraverso alcuni punti fondamentali, come gli autori biblici espongono l’esperienza della luce.

Genesi 1,3 : [3]Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.

Apocalisse 22,5:  [5]Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.

 

La concezione ebraica antica della luce è diversa dalla nostra, infatti il sole era certo considerato una fonte di luce, ma non l’unica, in quanto anche le stelle e la luna rappresentavano “luce” (cfr. Gen 1,14-16; Is 30,26; 60,19; Ger 31,35; Ez 32,8; Sal 136,7-9). Inoltre al sole non viene data maggiore importanza rispetto agli altri astri, anche perché al tempo non si conosceva il fenomeno secondo cui secondo  la luna riflette la luce solare.

 Genesi 1,14-16: [14]Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni [15]e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: [16]Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle.

 Isaia 30,26: [26]La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.  

 Isaia 60,19 : [19]Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore.

 Geremia 31,35:  [35]Così dice il Signore che ha fissato il sole come luce del giorno, la luna e le stelle come luce della notte, che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde e il cui nome è Signore degli eserciti: [36]«Quando verranno meno queste leggi dinanzi a me – dice il Signore – allora anche la progenie di Israele cesserà di essere un popolo davanti a me per sempre».

Ezechiele  32,8:  [8]Oscurerò tutti gli astri del cielo su di te e stenderò sulla tua terra le tenebre.Parola del Signore Dio.

Salmi 136,7-9: [7]Ha fatto i grandi luminari: perché eterna è la sua misericordia. [8]Il sole per regolare il giorno: perché eterna è la sua misericordia; [9]la luna e le stelle per regolare la notte:perché eterna è la sua misericordia.

 

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Nel brano di Genesi 1, 3-5 infatti la creazione della luce anticipa quella delle stelle (che compare ai vv-14-19).

Genesi 1, 3-5 : [3]Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. [4]Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre [5]e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.

 

Inoltre all’interno del testo della Genesi la Luce è associata innanzitutto al “giorno” (Gen1,5) che rende quindi l’idea di questo alternarsi tra il giorno e la notte, come tempo dentro il quale si inserisce la vita.

Genesi 1,5 : [5]e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.

Con la creazione della luce, e la sua separazione dalle tenebre, si forma una situazione che si contrappone all’immagine negativa in cui le tenebre dominavano come descritto nel verso 2 del primo capitolo della Genesi. immagine dal forte simbolo negativo a cui si associa il caos e la desolazione presente anche in Geremia 4,23.  

Genesi 1,2 : [2]Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Geremia 4,23: [23]Guardai la terra ed ecco solitudine e vuoto, i cieli, e non v’era luce.) che rimane tuttavia sempre sotto il controllo delle leggi del creatore come sta scritto in Isaia 45,7: [7]Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto questo.

 

Da questo momento, come descritto nel v.4 , la luce rimane in una situazione di superiorità rispetto alle tenebre, per la quale rimane il giudizio di “bontà” formulato da Dio come riportato in Genesi 1,4.

Genesi 1,4: [4]Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre.

 

Quindi si può dire che il primo brano della Genesi  descrivendo questa alternanza tra luce e tenebre ci propone la scansione temporale fondamentale del giorno.

Il brano della Genesi del capitolo 2 al  verso 3, si conclude con  la consacrazione del settimo giorno, creando un legame fondamentale con Dio, sia per la separazione tra luce e tenebre che risulta necessaria per la vita, ma anche all’interno della relazione che si viene a creare tra Dio e l’uomo. Infatti nei testi profetici questo tema ritorna di volta in volta con l’evocazione del “giorno del Signore”, il momento cruciale per la storia di Israele.

Genesi 2,3: [3]Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.

 

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Quel giorno si collega quindi al giudizio, manifestandosi come giorno di tenebra e ira per i peccatori (cfr., p. es., Gl 2,2; Am 5,18-20), in cui la luce degli astri si oscurerà (cfr., p. es., Is 13,9-10; Am 8,9); e viceversa come giorno in sui si realizzerà la pienezza della presenza divina in mezzo agli uomini, descritto come il giorno di luce più intensa (cfr. Is 30,26) o un giorno senza tenebra (Zc 14,6-7). L’immagine, quindi, assume i toni escatologici, fa riferimento, cioè, alla fine dei tempi, in cui Dio ristabilirà la pienezza e il suo splendore dominerà (cfr. Is 60,19 e il versetto di Apocalisse citato all’inizio).

Gioele 2,2: [2]giorno di tenebra e di caligine, giorno di nube e di oscurità. Come l’aurora, si spande sui monti un popolo grande e forte; come questo non ce n’è stato mai e non ce ne sarà dopo, per gli anni futuri di età in età.

 Amos 5,18.20: [18]Guai a coloro che attendono il giorno del Signore! Che sarà per voi il giorno del Signore? Sarà tenebre e non luce. [19]Come quando uno fugge davanti al leone e s’imbatte in un orso; entra in casa, appoggia la mano sul muro e un serpente lo morde. [20]Non sarà forse tenebra e non luce il giorno del Signore, e oscurità senza splendore alcuno?

Isaia 13,9-10: [9]Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della terra un deserto, per sterminare i peccatori. [10]Poiché le stelle del cielo e la costellazione di Orione non  saranno più la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce.

Amos 8,9: [9]In quel giorno – oracolo del Signore Dio – farò tramontare il sole a mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno!

Isaia 30,26: [26]La luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di più, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.

Zaccaria 14,6-7: [6]In quel giorno, non vi sarà né luce né freddo, né gelo: [7]sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte; verso sera risplenderà la luce.

 

Si impone quindi l’associazione tra luce e vita che trova espressione in diversi passi, ma sopratutto nella formula «luce della vita» (o «luce dei viventi»), che ricorre in Giobbe 33,30 e Salmi 56,14,  in contesti che richiamano la liberazione divina dal pericolo di morte.

Giobbe 33,30:  [29]Ecco, tutto questo fa Dio, due volte, tre volte con l’uomo, [30]per sottrarre l’anima sua dalla fossa e illuminarla con la luce dei viventi.

Salmi 56,14: [13]Su di me, o Dio, i voti che ti ho fatto: ti renderò azioni di grazie, [14]perché mi hai liberato dalla morte. Hai preservato i miei piedi dalla caduta, perché io cammini alla tua presenza nella luce dei viventi, o Dio.

 

Per contro, chi è morto non vede la luce (cfr., p. es., Sal 49,20) e gli inferi (še’ōl in ebraico) sono concepiti come «la terra delle tenebre e dell’ombra di morte, terra di oscurità e di disordine, dove la luce è come le tenebre» (Gb 10,21-22).

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Salmi 49,20: [19]Nella sua vita si diceva fortunato: «Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene». [20]Andrà con la generazione dei suoi padri che non vedranno mai più la luce.

Giobbe 10,21-22: [21]prima che me ne vada, senza ritornare, verso la terra delle tenebre e dell’ombra di morte, [22]terra di caligine e di disordine, dove la luce è come le tenebre.

 

Dal punto di vista antropologico questo ha un riflesso nell’idea che la «luce degli occhi» sia associata alla salute e/o alla forza vitale dell’individuo, come appare in 1Sam 14,27: «Giònata… allungò la punta del bastone che teneva in mano e la intinse nel favo di miele, poi riportò la mano alla bocca e i suoi occhi si rischiararono» (cfr., in senso contrario, Sal 38,11). Su questo sfondo si comprendono i passi in cui il benessere rappresentato dalla luce degli occhi è associato alla legge divina (Sal 19,9) o alla sapienza (Qo 8,1).

Salmi 38,11: [11]Palpita il mio cuore, la forza mi abbandona, si spegne la luce dei miei occhi.

Salmi 19,9: [9]Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi.

 

In un senso più ampio quindi, la luce è simbolo della salvezza che è evidentemente, nella prospettiva biblica, un dono divino (cfr., p. es., Sal 18,29; Is 9,1). In questo ambito va compreso l’uso dell’espressione «luce del volto» di Dio (cfr. Sal 4,7; 44,4) e di quella analoga, secondo cui Dio «fa risplendere il suo volto» (cfr., p. es., Nm 6,25; Sal 31,7), che indicano il favore e la benedizione divina accordata ai suoi fedeli.

Salmi 18,29: «Signore, tu dai luce alla mia lampada; il mio Dio rischiara le mie tenebre»;

Isaia 9,1: [1]Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.

Salmi 4,7: Preghiera della Sera:  [7]Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene?». Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

Salmi  44,4 (Lamento Nazionale): [4]Poiché non con la spada conquistarono la terra, né fu il loro braccio a salvarli; ma il tuo braccio e la tua destra e la luce del tuo volto, perché tu li amavi.

Numeri  6,25: [25]Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio.

Salmi 31,7: [7]Tu detesti chi serve idoli falsi, ma io ho fede nel Signore.

 

La luce di Dio  è inoltre portatore di un carico significato etico, poiché permette all’uomo di «camminare» secondo la sua volontà e quindi in rettitudine (Is 2,5 al v. 3).

Isaia 2,5: [5]Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.

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Isaia 2,3: [3]Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore,al tempio del Dio di Giacobbe,perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».Poiché da Sion uscirà la leggee da Gerusalemme la parola del Signore.

 

In Giobbe al capitolo 24 vv. 14-16 le tenebre vengono quindi viste sia come il momento propizio per il manifestarsi delle opere nei malvagi.

Giobbe 24, 14-16: [14]Quando non c’è luce, si alza l’omicida per uccidere il misero e il povero; nella notte si aggira il ladro e si mette un velo sul volto.

 

Sia come momento in cui il peccatore ravvedutosi delle proprie colpe confida nel riscatto da parte del Signore (Mi 7,8-9).

Michea 7,8-9 : [8]Non gioire della mia sventura,o mia nemica! Se son caduta, mi rialzerò; se siedo nelle tenebre, il Signore sarà la mia luce. [9]Sopporterò lo sdegno del Signore perchè ho peccato contro di lui, finchè egli tratti la mia causa e mi renda ragione, finchè mi faccia uscire alla luce e io veda la sua giustizia.

 

Nell’Antico Testamento vi è una stretta connessione fra l’idea di giustizia divina e la salvezza alle quali viene applicata la metafora della luce, che appare come nel testodi Giobbe (Cap 38, 12-15) legata alla scomparsa delle ingiustizie. testamento la metafora della luce viene applicata:

Giobbe 38, 12-15 :  [12]Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all’aurora, [13]perché essa afferri i lembi della terra e ne scuota i malvagi? [14]Si trasforma come creta da sigillo e si colora come un vestito. [15]E’ sottratta ai malvagi la loro luce ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.

 

Da quanto letto si può capire che la Legge, quale espressione della volontà di Dio e della sua giustizia, rappresenti la «luce» per l’uomo (Is 51,4; Sal 119,105).

Isaia 51,4: Il regno della giustizia di Dio [4]Ascoltatemi attenti, o popoli;nazioni, porgetemi l’orecchio. Poiché da me uscirà la legge,il mio diritto sarà luce dei popoli.

Salmi 119,105: [105]Lampada per i miei passi è la tua parola,luce sul mio cammino.

 

E’ la presenza stessa di Dio che si fa  luce, come si evidenzia nei racconti del Pentateuco che parlano della colonna di fuoco che guida il popolo (Es 13,21-22; 14,20) e in Is 60,1.

Esodo 13,21-22 : [21]Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che

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potessero viaggiare giorno e notte. [22]Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.

Esodo 14,20 : [20]Venne così a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.

Isaia  60,1 : [1] Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.

 

La figura straordinaria di Mosè è profondamente caratterizzata dal fatto che la luce divina si riflette in qualche maniera sul suo volto (cfr. Es 34,29-30.35). Va sottolineato il fatto che in ciascun caso si fa riferimento alla percezione umana della vicinanza di Dio, in quanto nell’Antico Testamento non compare una descrizione della realtà divina come “luce”. Infatti anche nel Salmo 104,2, si descrive il Signore come “avvolto di luce come di un manto”, collocandosi in un contesto che descrive la manifestazione gloriosa di Dio nel creato.

Esodo 34,29: [29]Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui.

Esodo 30, 35: [35]Farai con essi un profumo da bruciare, una composizione aromatica secondo l’arte del profumiere, salata, pura e santa.

Salmi 104,2: [2]avvolto di luce come di un manto. Tu stendi il cielo come una tenda.

Salmi 104,1-4 : [1]Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande! Rivestito di maestà e di splendore, [2]avvolto di luce come di un manto. Tu stendi il cielo come una tenda, [3]costruisci sulle acque la tua dimora, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento;[4]fai dei venti i tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.

 

 

Ci sono innumerevoli approfondimenti e spiegazioni sull’argomento. Sono duemila anni che si studiano e vengono spiegate queste cose. 

Non si capisce di quale Scrittura stia parlando Pier Franco Marcenaro. Dato che nel caso della Bibbia, questa ha preso forma in Gesù.

Visto che Marcenaro è maestro, quindi ha preso corpo da una scrittura. La sua qual’è ? Il Granth Sahib (in questo caso non

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potrebbe)? E’ il Corano (in questo caso non gli converrebbe)? E la Bibbia (in questo caso è fuori strada del tutto….perchè ho è il Messia che gli ebrei ancora aspettano oppure è…..? ha letto qualcosa del Vangelo in questo caso?)?

Di quale “Scrittura” è maestro?

Se il suo maestro è kirpal Singh e dietro di lui Guru Nanak allora dovrebbe concentrarsi nel Granth Sahib…..

In ogni caso, Marcenaro che dice chiaramente di non soffermarsi sulle parole che di per sè non danno nulla, perchè la Luce è quella che insegna lui…….allora perchè continua citare e cercare fra le pagine dei libri la PAROLA “LUCE”?

Gli dovrebbe essere ricordato inoltre che la parola luce c’è anche nel topolino, nel libretto delle istruzioni di un lampadario e nella costituzione di qualche paese.

Allora anche la parola “ACQUA” è presente nel Canone Pali, nel Corano e nel Vangelo……quindi cosa dovremmo dedurne…….???????????????????