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Catechisti TS Abramo 2017.09.07

Quando si parla dei Patriarchi, e di Abramo il capostipite, spesso ci si sente rivolgere la domanda: “ma Abramo è davvero esistito?” Si può rispondere che la prima domanda da porsi leggendo simili testi non è “accadde realmente?”, bensì “Che cosa significa?”Il significato può essere espresso in diverse forme letterarie e la storia è una di queste forme.Allo stato odierno della nostra conoscenza non c’è una speranza realistica di stabilire la storicità dei Patriarchi.Così pure la datazione delle vicende narrate nel libro della Genesi, situata fino a qualche anno fa nel XIX – XVIII secolo a.C. non può più essere assunta come verosimile. A questa datazione “alta” si oppongono per lo meno le presenze dei Filistei, dei Caldei, degli Ittiti, degli Aramei, popolazioni che risultano presenti nei luoghi biblici alla fine dell’età del bronzo o addirittura nell’età del ferro (dal XII sec. a.C. in giù). Ugualmente i nomi di persona e le usanze “diverse” da quelle dell’Israele storico, non sono più assegnabili a una determinata epoca ma risultano diffuse largamente nell’antico mondo semitico nel secondo e nel primo millennio a.C.1

Il nome di Abramo ricorre, nei testi biblici, con queste frequenze: nella Bibbia ebraica 236 volte (175 ַאבְרָָהם e 61 ַאבְרָם) di queste 168 in

Gen; 6 in Es; 1 in Lv; 2 in Gs; 1 in 1Re; 1 in 2Re; 7 in 1Cr; 2 in 2Cr; 2 in Ne; 4 in Sal; 4 in Is; 1 in Ger; 1 in Ez.

Nella Bibbia LXX 278 volte (di cui 212 αβρααμ e 66 αβραμ) Nel NT 73 volte, di queste 7 in Mt; 1 in Mc; 15 in Lc; 11 in Gv (tutte nel c.

8); 7 in At; 9 in Rm (7 nel c. 4); 1 in 2Cor; 9 in Gal (8 nel c. 3); 10 in Ebr (6 nel c. 7); 2 in Gc 2; 3 in 1Pt.

Non c’è alcuna menzione di Abramo nei libri di Giobbe, Proverbi e nel Cantico dei Cantici.Nei libri profetici, il testo più antico è Ez 33,24. Contemporanei o posteriori sono Is 29,22; 41,8; 63,16; Mi 7,20; Ger 33,26; Is 51,1-2; 63,16; di Sara si parla solo in Is 51,2.Quando i profeti parlano della distruzione delle città della valle (Sodoma e Gomorra) non fanno mai un cenno né a Lot né ad Abramo. Se ne deduce che i due personaggi non erano ancora associati a quella tradizione in quell’epoca!Nel Nuovo Testamento è assente nelle lettere della tradizione paolina e nel corpo giovanneo (eccetto il c. 8 del vangelo), scarsa la presenza nelle lettere pastorali. S’impone la massiccia presenza nei due capitoli di Rm (4) e Gal (3), in Gv (8) e in Ebr, nonché nell’opera Lucana 22x.

1 Cfr. per ciò che segue vedi:BLENKINSOPP JOSEPH, The Pentateuch. An Introduction to the first five books of the Bible, Doubleday, New York 1992 (tr. it., Il Pentateuco. Introduzione ai primi cinque libri della Bibbia, Queriniana, Brescia 20022); SKA JEAN-LOUIS, Antico Testamento. 2. Temi e letture, EDB, Bologna 2015; VIRGULIN STEFANO, Abramo, in ROSSANO P.-RAVASI G.-GIRLANDA A., Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 19893. Per le statistiche riguardanti l’AT, per il TM: EVEN-SHOSHAN ABRAHAM (ed.), A New Concordance of the Bible. Thesaurus of the Language of the Bible Hebrew and Aramaic Roots, Words, proper Names Phrases and Synonyms, Kiryat Sefer, Jerusalem 1990;per la LXX: il software Bible Works 6, che si basa su: HATCH/REDPATH, A Concordance to the Septuagint. Voll. I-II, Oxfor 1897 ( ristampa, Graz, 1975).Per il NT: MORGENTHALER ROBERT, Statistik des Neutestamentlichen Wortschatzes, Gotthelf, Zürich 19823.

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Queste statistiche ci dicono che la figura di Abramo entra “tardi” nella storia della formazione della Bibbia. E nel NT perché tanta disomogeneità fra i diversi autori? Sembra che essa entri in gioco in quei testi che trattano della questione fondamentale dell’identità dell’ebreo e quindi del cristiano. Testi che provengono da una riflessione fatta in un’epoca di crisi d’identità: e precisamente nell’AT, dopo l’esilio babilonese quando si pose il problema dei criteri per stabilire l’identità del vero israelita e il suo diritto a ritornare e possedere la Terra; nel NT quando si pose il problema di definire l’identità cristiana nei confronti d’Israele prima in Palestina e poi nell’impero romano.Nella Bibbia le storie dei Patriarchi vogliono rispondere precisamente a questa domanda non con astratte definizioni ma offrendo alla riflessione dei credenti tre personaggi in cui specchiarsi: Abramo, Isacco, Giacobbe.Nel “ciclo di Abramo” si trovano tanti elementi che anticipano i tempi futuri. Altri eventi sono narrati per esortare Israele a imitarne l’esempio. Questo Patriarca, più degli altri due, è un «modello» per i suoi discendenti che definisce le caratteristiche del livello più profondo e prezioso dell’identità del vero israelita! E cioè:

L’obbedienza di Abramo è esemplare nella chiamata (Gen 12,1-3) e nel “Sacrificio d’Isacco” (Gen 22,1-19). Egli è l’antenato di tutti coloro che sono stati esuli in Mesopotamia e hanno obbedito alla voce di Dio che li chiamava a tornare nella Terra promessa.

È l’antenato di quelli che vivono nella diaspora egiziana, perché anch’egli era sceso in Egitto (Gen 12,10-20). È il padre di tutti i figli d’Israele dispersi nel mondo di allora e di tutti coloro che vivono come «viandanti della fede» anche se sono nati nella diaspora e non hanno proprietà nella Terra.

Abramo vive la sua fede nel Signore in un tempo che precede la conquista della terra, la monarchia e la costruzione del tempio … può perciò essere il padre di tutti quegli ebrei che vivono fuori dalla Terra, fuori dalla sfera d’influenza dell’autorità religiosa o politica d’Israele, che non possono mai partecipare al culto del tempio …

Abramo è vittorioso in guerra contro chi attentava alla sua famiglia e al suo patrimonio e fonda così la speranza della vittoria finale per tutte le generazioni di israeliti che dovranno lottare per la propria sopravvivenza (Gen 14).

Egli paga la decima a Melchisedek, re e sommo sacerdote di Salem (identificata con Gerusalemme) invitando così tutti i suoi discendenti ad imitarlo (Gen 14,18-20).

Egli è l’antenato dei profeti ai quali Dio parlerà in visione (Gen 15,1) e il primo credente di tutta la Bibbia (Gen 15,6: “Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia”.

Egli fa la stessa esperienza della generazione dell’Esodo (Gen 15,7 // Es 20,2):“Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra”“Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla casa di servitù”

L’Alleanza che Dio conclude con Abramo (Gen 15,17-18) anticipa quella del Sinai (Es 19,18; 24,8) … quella di Abramo risulta superiore a quella

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del Sinai sia perché la precede sia perché è incondizionata e unilaterale (e quindi indefettibile!)

Gli animali che Abramo prepara per il rito d’alleanza sono tutti menzionati per i rituali della tenda e del tempio (perciò c’è una lunga lista di animali, mentre era sufficiente uno solo per compiere il rito!). Abramo è qui precursore dei sacerdoti del tempio.

Abramo inaugura il rito della circoncisione, segno dell’alleanza eterna fra Dio e i suoi discendenti (Gen 17).

Egli ospita il Signore senza saperlo (Gen 18,1-15) e, Sara che impasta le focacce con fior di farina (ֶקַמח סֹלֶת) prescritta per il culto (Gen 18,6) ne fa un modello di osservanza della legge cultuale.

Abramo che intercede (Gen 18,16-33) per i peccatori è il primo fra i grandi oranti d’Israele (qualità posseduta dai grandi profeti, Elia, Eliseo, Geremia, Amos, …)

Abramo è il primo dei “timorati di Dio” che affronta una terribile «prova» (Gen 22,1) in cui vien messo a repentaglio il suo futuro, prova che Israele dovrà affrontare spesso nella sua storia.

Abramo offre per primo un sacrificio sul Moria (“montagna dove il Signore si fa vedere”) (Gen 22,14), il monte sarà in seguito identificato con l’altura del tempio di Gerusalemme (2Cr 3,1).

Nel secondo oracolo dell’Angelo del Signore (Gen 22,15-18) si afferma che a causa dell’obbedienza di Abramo, Dio compirà le sue promesse. L’atto di Abramo è di conseguenza la pietra angolare della speranza d’Israele.

Abramo acquista la terra dove seppellire Sara (Gen 23) così diventa proprietario della prima porzione di Terra promessa. Il gesto è altamente simbolico ma significa anche che Abramo considera per sempre la terra di Canaan come la sua terra: nell’antichità (e non solo) un uomo si faceva sempre inumare nella propria terra.

Abramo manda il suo servo a trovare una moglie per suo figlio Isacco facendogli giurare di sceglierla nella propria parentela (Gen 24,3-5) osservando così la Legge prima che venga promulgata da Mosè (Dt 7,3-4) dando così un esempio non trascurabile alle future generazioni alle prese con il problema dei matrimoni misti (epoca di Esdra …)

Accanto a questi racconti troviamo anche testi che presentano Abramo come modello di osservanza fedele della Legge e di insegnamento della stessa ai propri figli, secondo lo spirito della letteratura deuteronomistica.

Gen 18,19 “Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso”

Gen 22,18 “Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce”

Gen 26,4-5 “Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della terra si diranno benedette

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nella tua discendenza; perché Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni e le mie leggi”

Altri episodi di valore fondante sono p.es. Gen 13 che narra la separazione da Lot; Gen 16 e 21 che narrano la separazione da Agar e da Ismaele perché stabiliscono il tipo di relazione che Israele deve avere con i propri vicini.

Nel Nuovo Testamento è l’antenato del popolo d’Israele (Mt 3,9; Gv 8,53.56; At 7,2; 13,26); il progenitore degli antichi sacerdoti levitici (Eb 7,5); progenitore del Messia (Mt 1,1). Il seno d’Abramo è immagine della felicità ultraterrena (Lc 16,22-23) dove si celebra il convito eterno con lui e i suoi discendenti (Mt 8,11; Lc 13,28). Giacomo lo considera modello di giustificazione in base alle opere compiute (Gc 2,21-23); egli è modello e padre di tutti coloro che credendo ereditano la benedizione e ricevono la giustificazione senza passare per l’osservanza della Legge di Mosè e la circoncisione (Rm e Gal, At) perché credette prima della circoncisione e della legge e fu giustificato per la sua fede (Gal 3,6-18; Gen 15,6); è il Padre di tutti i credenti, senza più limiti di appartenenza etnica Lc – At; simbolo di ogni credente Gv 8; Lui e i suoi discendenti (per fede) ricevono la Benedizione per pura grazia in base alla fede che lui per primo ha professato.

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