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Amministrative 2014: Una nuova primavera per Taurasi, per l’Irpinia- Nella terra dei padri si respiri un’aria di libertà e si rifaccia poesia Quando gli ebrei erano tenuti prigionieri di Nabucodonosor appesero le cetre, un tempo la poesia era accompagnata dalla lira o dalla cetra, per protesta e per dolore, il salice é una pianta di chiaro riferimento alla sofferenza, cosí decisero di fare anche i poeti italiani durante la seconda guerra mondiale. Questa mattina, svegliandomi nella mente mi risuonavano e mi risuonano parole chiavi di una canzone di Massimo Ranieri: “Erba di casa mia/mangiavo in fretta e poi correvo via/quanta emozione. . ./un calcio ad un pallone / piano amore mio ti amo / Neve disciolta al sole / sull'erba i nostri libri/ad aspettare/ io t'insegnavo a far l'amore / un acerbo fiore/finì la tua canzone/un'altra primavera / chissà quando verrà/ dalla vita/prendo quello che dà / amare un'altra volta/ecco cosa farò / m'illuderò che sia/erba di casa mia/ Ma la vita è questa / sembra uno strano gioco/ e poi un bel mattino / ti svegli con la voglia/di ritornar bambino / Ma un'altra primavera chissà quando verrà . . . ” Si possono riferire a questa primavera 2014. . .? Espressioni che mi riportano alla mente il paese, il nostro paese, l’infanzia,dove tutti abbiamo imparato a sognare . . . che cosa!? . .Amare, amare le persone care, i figli, le pietre, le case, le cose. . .Allora forse la gente era più semplice, ma c’erano sempre i furbi, oggi però molto è cambiato, ma i furbi ci sono lo stesso, ma forse potrebbero avere vedute più ampie, potrebbero essere anche loro motivati .. . A fare cosa? Se si accetta questo stato di cose, vuol dire che anche per noi “va bene così”. In questo modo, tuttavia, Taurasi, l’Irpinia, non crescono, mentre i nostri giovani continueranno a partire, come le rondini, in cerca di nuovi soli, dove le illusioni offrono più lusinghe? In fondo, qui da noi quale abuso o tornaconto ci può essere, che non si

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Amministrative 2014: Una nuova primavera per Taurasi, per l’Irpinia-

Nella terra dei padri si respiri un’aria di libertà e si rifaccia poesia

Quando gli ebrei erano tenuti prigionieri di Nabucodonosor appesero le cetre, un tempo la poesia era accompagnata dalla lira o dalla cetra, per protesta e per dolore, il salice é una pianta di chiaro riferimento alla sofferenza, cosí decisero di fare anche i poeti italiani durante la seconda guerra mondiale. 

Questa mattina, svegliandomi nella mente mi risuonavano e mi risuonano parole chiavi di una canzone di Massimo Ranieri: “Erba di casa mia/mangiavo in fretta e poi correvo via/quanta emozione. . ./un calcio ad un pallone / piano amore mio ti amo /Neve disciolta al sole /sull'erba i nostri libri/ad aspettare/ io t'insegnavo a far l'amore /un acerbo fiore/finì la tua canzone/un'altra primavera /chissà quando verrà/ dalla vita/prendo quello che dà/amare un'altra volta/ecco cosa farò /m'illuderò che sia/erba di casa mia/ Ma la vita è questa /sembra uno strano gioco/ e poi un bel mattino /ti svegli con la voglia/di ritornar bambino /Ma un'altra primavera chissà quando verrà . . . ” Si possono riferire a questa primavera 2014. . .?

Espressioni che mi riportano alla mente il paese, il nostro paese, l’infanzia,dove tutti abbiamo imparato a sognare . . . che cosa!? . .Amare, amare le persone care, i figli, le pietre, le case, le cose. . .Allora forse la gente era più semplice, ma c’erano sempre i furbi, oggi però molto è cambiato, ma i furbi ci sono lo stesso, ma forse potrebbero avere vedute più ampie, potrebbero essere anche loro motivati .. . A fare cosa? Se si accetta questo stato di cose, vuol dire che anche per noi “va bene così”. In questo modo, tuttavia, Taurasi, l’Irpinia, non crescono, mentre i nostri giovani continueranno a partire, come le rondini, in cerca di nuovi soli, dove le illusioni offrono più lusinghe? In fondo, qui da noi quale abuso o tornaconto ci può essere, che non si tratti di frivolezze insignificanti! E noi accettiamo che la nostra energia migliore continui ad andare!? Perché non pensare che questa possa essere la storia del pifferaio magico, dove l’uno, chiama l’altro, per cui anche i figli dei soliti noti finiranno per partire e il paese per chiudere per fallimento!? Per quanto mi riguarda, essere meno giovane significa che fino ad oggi, e di lustri ne sono passati,” non è cambiato assolutamente niente”, e se in paese c’è stato qualche miglioramento, è avvenuto per forza di inerzia. Addebiti in questa fase non se ne vogliono fare a nessuno,anche perché la crisi attuale ci fa ritenere che i giovani da noi potrebbero stare molto meglio che in qualsiasi altra parte del mondo. Non sono possibili neppure i fidanzamenti, in quanto i rapporti sono mutati, e nel migliore dei casi capita uno in sede e l’altra, o viceversa, alla fine del mondo. A questo punto non sarebbe meglio cambiare politica e aiutare a far crescere tutti gli altri tra noi e godere assieme l’infanzia e l’età adulta? Mi sovviene di Mazzarò della famosa novella di G.Verga, che aveva accumulato la roba per tutta la vita e che, venendo a sapere che doveva rendere l’anima a Dio, con un bastone voleva distruggere ogni cosa .

Oggi, con questa consapevolezza del poi, mi sento di suggerire che è buona logica che i nostri candidati si confrontino pure, ma, subito dopo, in paese, anche di mala voglia, si ritorni tutti uniti e disponibili per il BENE COMUNE, diversamente i furbi non sono solo quelli che casualmente vincono, ma anche coloro che non saranno riusciti a scalzarli. Dimostriamo che in questo terzo

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millennio saremo capaci di fare causa comune, tirandoci su le maniche e collaborando TUTTI ASSIEME, a nome di una comunità che se non cresce, se ne compromette la sopravvivenza. O preferiamo i nostri giovani in lizza con gli extracomunitari, che non hanno altro demerito, rispetto ai nostri, se non perché costretti a partire prima!? Teniamoci, perciò, stretto il nostro paese e mettiamo a frutto le sue risorse;vestiamolo di colori; e che sia bello,non facciamocelo dire dal visitatore, ma siamone convinti soprattutto noi.

Mettiamo da parte quelli che remano contro,che pure costoro sono antichi come il mondo.Anche per noi il non far niente ci mette in condizione di svendere e seguire i nostri figli. Mi sovvengono alcuni versi della prima ecloga delle Bucoliche di Virgilio, dove Melibeo è costretto per volontà di Roma a lasciare la terra natìa e, partendo, saluta con queste parole Titiro, che, più fortunato dell’altro, se ne sta all’ombra di un faggio a suonare la sua zampogna. “ O Titiro, tu stando sdraiato all'ombra di un ampio faggio, vai componendo un canto silvestre con la sottile zampogna; noi abbandoniamo i confini della patria e i dolci campi (che vennero confiscati da Roma e dati ai soldati romani veterani) : noi siamo costretti ad abbandonare la patria : mentre tu, o Titiro, ozioso nell'ombra insegni ai boschi a ripetere il nome della bella Amarillide.. .”Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi silvestrem tenui musam meditaris avena:nos patriae finis et dulcia linquimus arua nos patriam fugimus: tu, Tityre, lentus in umbra formosam resonare doces Amaryllida siluas.)

Per queste ragioni che sia questa del 2014 un’altra e bella primavera. Per Tutti; ma non dimentichiamoci che solo la forza giovane può dare l’input alle nostre risorse. Il resto dovrà venire gradualmente. Ah! Dimenticavo. Anche i miei figli vivono il successo di altre realtà, ma , poi, almeno per ora, dicono che ritorneranno. Oggi, finite le vacanze, sono partiti anche loro, non con la valigia di cartone, ma col trolley. Il problema è che oggi partono tanti, tutti i giovani. A chi giova!?