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FELSINEA PACKAGING SOLUTION S.R.L. Sede Legale: Via Bastia, 6/8 – 40012 – Calderara di Reno (BO) Sede Operativa: Via Verga, 1281 – 46034 – Borgo Virgilio, Loc. Pioppelle (MN) Tel.:+39 051.6508003 Fax: +39 051.736884 E-mail: [email protected] Sito web: www.felsinea.net Documento di Valutazione dei Rischi Realizzato secondo le procedure standardizzate ai sensi degli articoli 17, 28 e 29 del D. Lgs.81/08 e s.m.i. Calderara di Reno (BO), 16 June 2022 Nominativi e ruoli Firme Datore di Lavoro Sig. Roberto Guandalini

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FELSINEA PACKAGING

SOLUTION S.R.L.Sede Legale: Via Bastia, 6/8 – 40012 – Calderara di Reno (BO)

Sede Operativa: Via Verga, 1281 – 46034 – Borgo Virgilio, Loc. Pioppelle (MN)Tel.:+39 051.6508003Fax: +39 051.736884

E-mail: [email protected] web: www.felsinea.net

Documento di Valutazione dei RischiRealizzato secondo le procedure standardizzate ai sensi

degli articoli 17, 28 e 29 del D. Lgs.81/08 e s.m.i.

Calderara di Reno (BO), 25 maggio 2023

Nominativi e ruoli Firme

Datore di LavoroSig. Roberto Guandalini

R.S.P.P.Dott. Fabio Giaggio

Medico CompetenteDott. Hossen Salarieh

R.L.S./R.L.S.T.

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Sommario

PREMESSE.........................................................................................................................................................3

0.1 Scopo e obiettivo del documento.....................................................................................................3

0.2 Riferimenti normativi e linee guida...................................................................................................3

0.3 Procedura, contenuti e principi generali...........................................................................................3

0.4 Definizioni più ricorrenti...................................................................................................................4

MODULO 1.......................................................................................................................................................7

1.1 Descrizione generale dell’azienda.....................................................................................................8

1.2 Sistema di prevenzione e protezione aziendale................................................................................9

1.3 Attività svolta, tipologia, ruoli e mansioni degli addetti..................................................................10

1.4 Descrizione caratteristiche dell’insediamento produttivo..............................................................13

MODULO 2.....................................................................................................................................................15

2.1 Individuazione dei pericoli presenti in azienda...............................................................................16

2.2 Pericoli e rischi relativi alle aree di lavoro e alle tipologie produttive.............................................17

MODULO 3.....................................................................................................................................................26

3.1 Premessa........................................................................................................................................27

3.2 Parametri per la quantificare il grado di rischio effettivamente presente......................................27

3.3 Grado o matrice del rischio [R = P X D]........................................................................................29

3.4 Valutazione dei rischi, misure di prevenzione e protezione attuate per mansione o area produttiva30

Scheda 1: Fattori oggettivi di stress lavoro correlato.............................................................................56

3.7 Gestione emergenze.............................................................................................................................58

MODULO 4.....................................................................................................................................................63

4.1 Definizione del programma di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza.................................63

CONCLUSIONI.................................................................................................................................................66

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PREMESSE0.1 Scopo e obiettivo del documento

La gestione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è un processo che non può assolutamente prescindere dalla valutazione di tutti i rischi, così come stabilito dall’art. 2 lettera q) del D. Lgs. 81 “«valutazione dei rischi»: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza”.Lo scopo di questo documento è quindi quello di identificare tutti i pericoli e rischi ad essi connessi, in tutte le attività lavorative che la ditta svolge.Una volta identificati i rischi, l’obiettivo almeno nel medio termine, deve essere quello di applicare le misure protettive e preventive, ovvero le buone prassi, al fine di eliminare o minimizzare gli stessi.

0.2 Riferimenti normativi e linee guida

Il principale riferimento legislativo e il Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 N° 81 con le successive modificazioni e integrazioni introdotte dal Decreto legislativo 3 agosto 2099 N° 106.Del D. Lgs. 81 e s.m.i. si tiene in particolare del Titolo I Capo III.Ove si renda necessario un particolare approfondimento, si fa inoltre riferimento alle linee guida e alle pubblicazioni prodotte dai più rappresentativi organismi nazionali e internazionali (ASL, ISPESL-INAIL, UNI, NIOSH, OSHA, ecc.), ma anche alle indicazioni eventualmente fornite dal R.L.S. e dal Medico Competente.

0.3 Procedura, contenuti e principi generali

La stesura di questo documento di valutazione dei rischi si basa sulle procedure standardizzate ai sensi dell’articolo 6 , comma 8, lettera f) e dell’articolo 29, comma 5 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.La ditta infatti rientra in quelle che occupano meno di 10 lavoratori che non presenta particolari condizioni di rischio o dimensioni.Il Datore di Lavoro, con il consiglio del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e del Medico Competente, nella stesura del documento ha tenuto conto oltre che dalle informazioni in suo possesso, anche di quelle fornite dai lavoratori e collaboratori.I contenuti di questo documento di valutazione dei rischi sono i seguenti:

descrizione della azienda, del ciclo produttivo e delle mansioni; identificazione dei pericoli presenti in azienda; valutazione dei rischi associati ai pericoli identificati e individuazione delle misure di

prevenzione e protezione dei rischi; definizione del programma di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza.

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La stesura di questo documento di valutazione dei rischi si basa sui principi generali a cui il datore di lavoro deve fare riferimento nella scelta delle misure di risoluzione e controllo dei rischi definiti all’art. 15 del D. Lgs. 81/08, ovvero:a) la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;b) la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente

nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro;

c) l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico;

d) il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo;

e) la riduzione dei rischi alla fonte;f) la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso;g) la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al

rischio;h) l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro;i) la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;j) il controllo sanitario dei lavoratori;k) l’allontanamento del lavoratore dall’esposizione al rischio per motivi sanitari inerenti la sua

persona e l’adibizione, ove possibile, ad altra mansione;l) l’informazione e formazione adeguate per i lavoratori;m) l’informazione e formazione adeguate per dirigenti e i preposti;n) l’informazione e formazione adeguate per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;o) le istruzioni adeguate ai lavoratori;p) la partecipazione e consultazione dei lavoratori;q) la partecipazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;r) la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo

dei livelli di sicurezza, anche attraverso l’adozione di codici di condotta e di buone prassi;s) le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di

evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato;t) l’ uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;u) fa la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai

dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti.

0.4 Definizioni più ricorrentiPericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni.Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione.Il rischio NONCHÉ è funzione della magnitudo (M) del danno provocato e della probabilità (P) o frequenza del verificarsi del danno.Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza.Lavoratore»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell’ente stesso.Datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività,

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ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.Azienda: il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato.Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa.Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa.Servizio di prevenzione e protezione dai rischi: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori.Responsabile del servizio di prevenzione e protezione: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi.Medico competente: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui all’articolo 38, che collabora, secondo quanto previsto all’articolo 29, comma 1, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al presente decreto.Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.Sorveglianza sanitaria: insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa.Salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenzadi malattia o d’infermità.Formazione: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi.Informazione: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro.Addestramento: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro.Libretto formativo del cittadino: libretto personale del lavoratore definito, ai sensi dell’accordo Stato-Regioni del 18 febbraio 2000, di concerto tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, previa intesa con la Conferenza unificata Stato Regioni e sentite le parti sociali, in cui vengono registrate le competenze acquisite durante la formazione in apprendistato, la formazione in contratto di inserimento, la formazione specialistica e la formazione continua svolta durante l’arco della vita lavorativa ed effettuata da soggetti accreditati dalle regioni, nonchè le competenze acquisite in modo non formale ed informale secondo gli indirizzi della Unione europea in materia di apprendimento permanente, purché riconosciute e certificate.Organismi paritetici: organismi costituiti a iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, quali sedi privilegiate per la programmazione di attività formative e l’elaborazione e la raccolta di buone prassi a fini prevenzionistici; lo sviluppo di azioni inerenti la salute e sicurezza sul lavoro; la l’assistenza alle imprese finalizzata all’attuazione degli adempimenti in materia; ogni altra attività o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento.Responsabilità sociale delle Imprese: integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle aziende e organizzazioni nelle loro attività commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.

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POS Piano Operativo di Sicurezza», «PSC Piano di sicurezza e coordinamento»: documento che l’impresa esecutrice e/o il committente redige, in riferimento al singolo cantiere valutando tutti i rischi per lo stesso.DUVRI Documento Unico di Valutazione dei Rischi di Interferenza: è un documento redatto dal committente, dove sono valutati tutti i rischi relativi all’interferenza delle attività di operatori presenti nello stesso luogo di lavoro.DPI Dispositivi di Protezione Individuale: qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o alla salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

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MODULO 11.1 Descrizione generale dell’azienda.

1.2 Sistema di prevenzione e protezione aziendale.

1.3 Attività svolta, tipologia, ruoli e mansioni degli addetti.

1.3.1 Tipologia della compagine produttiva.

1.4 Descrizione caratteristiche dell’insediamento produttivo.

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1.1 Descrizione generale dell’azienda

Dati generali

Ragione sociale FELSINEA PACKAGING SOLUTION S.R.L.Indirizzo della sede legale Via Bastia, 6/8 – 40012 – Calderara di Reno (BO)

Indirizzo della sede operativaVia Verga, 1281 – 46034 – Borgo di Virgilio (Loc. Pioppelle) (MN)

Tipologia attività produttiva

Progettazione di espositori, imballaggi, scatole di cartone e prodotti di packaging ideali per tutte le esigenze di comunicazione, marketing ed esposizione del prodotto.

Codici ATECORICodice fiscale 03968010375Partita Iva 00683121206Attività soggetta ad obbligo di prevenzione incendi di cui al DPR 151/2011

Soggetta ad obblighi CPI

Voci di tariffa INAILPosizione INAILPosizione INPSN° iscrizione REACCNL applicatoCertificazioni

N° iscrizione Albo nazionale gestori ambientali

N°:Provincia:Data iscrizione:

ASL di appartenenza

Contatti

Telefono +39 051.6508003Fax +39 051.736884Tel. Mobile ref. aziendaleE-mail [email protected] Web www.felsinea.net

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1.2 Sistema di prevenzione e protezione aziendale

Dati dei referentiNominativo del Rappresentante legale Sig. Roberto GuandaliniNominativo R.S.P.P.* Sig. Carlo ParlangeliNominativo del Medico Competente Dott. Hossen SalariehNominativo del R.L.S.**

Nominativo del R.L.S.T.***

Nominativi addetti ai servizi di primo soccorsoSig. Ivan RossiSig. Massimo SoveriniSig. Roberto Guandalini

Nominativi addetti ai servizi di prevenzione incendi ed evacuazione

Sig. Ivan RossiSig. Massimo SoveriniSig. Roberto Guandalini

Nominativi Preposti //* Responsabile del Servizio di Prevenzione e Prevenzione** Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza*** Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale

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1.3 Attività svolta, tipologia, ruoli e mansioni degli addetti

L’azienda “FELSINEA PACKAGING SOLUTION SRL”, con sede legale ed operativa in via Bastia, a Calderara di Reno (BO), ed altra sede operativa in via Verga, a Borgo Virgilio (MN), è specializzata nella progettazione di espositori, imballaggi, scatole di cartone e prodotti di packaging ideali per tutte le esigenze di comunicazione, marketing ed esposizione del prodotto.Da sempre il packaging assume un ruolo fondamentale nell’identificazione e presentazione del prodotto e, proprio per questo, dal 1990, Felsinea Packaging Solution srl garantisce la creatività delle produzioni espositive, proponendo idee che nascono dalla necessità di soddisfare il mix di esigenze estetiche, strutturali e di praticità, determinanti per decretarne il successo.Potendo contare su un team di progettisti formati e specializzati nei moderni sistemi di disegno e prototipazione, l’azienda è in grado di presentare in anteprima le proposte tramite la realizzazione di rendering 3D, campionature con i materiali di produzione, con i quali vengono eseguite anche le necessarie prove di caricamento con i prodotti del cliente, crash test e shipping test, al fine di verificare l'efficienza strutturale.Con un'organizzazione interna ed una supply chain efficiente e consolidata, l’Azienda è in grado di realizzare qualunque tipo di lavorazione e finitura utilizzando in prevalenza materiali cartotecnici, ma non solo. Nello specifico

- Stampa offset, digitale e flexo- Accoppiatura- Fustellatura- Taglio e fresatura al plotter- Incolaggi

Tutte le fasi di produzione sono gestite seguendo i protocolli SGQ al fine di garantire gli standard di qualità necessari e tempi di approntamento ottimali.

Inoltre, vengono gestite internamente anche tutte le fasi di costruzione e riempimento delle strutture espositive realizzate, gestendo la tracciabilità dei lotti e seguendo rigidi protocolli di controllo qualità (Sistema di controllo certificato BIO).L'accuratezza di queste lavorazioni, l'utilizzo di componenti progettati per assicurare i prodotti alla struttura e di materiali adeguati per l'imballaggio e la pallettizzazione, garantiscono l'integrità dell'espositore e dei prodotti contenuti fino alla destinazione finale.A tal proposito, si specifica che, in linea con il concetto di "full service" e grazie alla disponibilità di oltre 10.000 mq di superficie e locali adeguati, la “Felsinea” è in grado di offrire il servizio di stoccaggio delle merci, curando inoltre le spedizioni sino al punto vendita secondo le specifiche esigenze della clientela.

Attrezzature utilizzate per lo svolgimento delle attività d’impresa Attrezzature utilizzate dagli impiegati:

Personal ComputerStampanti multifunzioneFax Telefono

Attrezzature utilizzate durante il ciclo di produzione:Plotter con terminalePistola colla a caldoCutter

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Seghetto a mano Attrezzature utilizzate per la movimentazione della merce e lo stoccaggio:

TranspalletScala

Mezzi utilizzati per gli interventi presso luoghi esterni:Automezzi aziendali

Ad occuparsi della pulizia dei locali e, più in generale, delle aree di lavoro è una ditta esterna specializzata.

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1.3.1 Tipologia della compagine produttivaLa realtà presente presso Calderara di Reno (BO) può contare sull’esperienza e la professionalità di un team di progettisti formati e specializzati nei moderni sistemi di disegno e prototipazione. Nello specifico, oltre all’esperienza di un socio lavoratore, all’interno della sede sono presenti altri tre lavoratori dipendenti.

Descrizione della compagine produttiva

Come anzidetto, al momento della stesura del presente documento, la compagine produttiva è composta come indicato nella tabella che segue. La stessa compagine potrebbe essere comunque soggetta ad un’evoluzione in base alle esigenze produttive. A fronte di eventuali cambiamenti, verrà allegata una tabella aggiornata al presente documento.

Compagine produttiva

Nome cognome Qualifica Mansione

Sig. Massimo Soverini Socio lavoratore

Sig. Ivan Rossi Lavoratore dipendente

Sig.ra Francesca Bonetti Lavoratore dipendente

Sig.ra Marinella Stagni Lavoratore dipendente

I soggetti potenzialmente previsti sono i seguenti:Tipologia Presenti N. PrevistiCoadiuvanti familiariConsiglieri lavoratoriLavoratori minorenniLavoratori stranieriLavoratori assunti con voucherStagisti minorenniStagisti maggiorenniLavoratori a progettoLavoratori diversamente abiliLavoratori interinaliLavoratori forniti da cooperativeLavoratori socialmente utiliLavoratori a chiamataAltro

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Ciclo lavorativo e attività1 2 3 4 5 6

Fasi del ciclo lavorativo /

attività.

Descrizione della fase.

Area.Reparto.Luogo di lavoro.

Attrezzature di lavoro.

Macchine, apparecchi, utensili ed impianti.

Materie prime,

semilavorati, sostanze e prodotti.

Scarti di lavorazione

Mansione/ postazioni.

Ricezione della richiesta da parte del cliente, progettazione con analisi dei costi ed elaborazione del preventivo.

L’azienda riceve le richieste di progettazione a mezzo mail o telefono.Una volta acquisita la richiesta del cliente viene fissato un appuntamento con lo stesso presso la sede per dargli la possibilità di ricevere ulteriori specifiche in relazione alla realizzazione della commessa e per presentargli in anteprima le proposte tramite la realizzazione di rendering 3D e/o campionature con i materiali di produzione.Una volta presentata la proposta, gli impiegati addetti procedono ad un’analisi dei costi relativi ed alla elaborazione del preventivo, comunicato a mezzo mail o, se il cliente si è recato in loco, direttamente a voce.

Ufficio commerciale

Ufficio addetti alla progettazione

PC e periferiche, stampanti, telefono e fax.

Carta, toner, scarti di cancelleria e di carta, scarti di toner.

Impiegati commerciali e addetti alla progettazione

Conferma del preventivo ed organizzazione della commessa.

A seguito di conferma del preventivo, gli impiegati commerciali procedono con l’organizzazione della commessa.A tal proposito si procede ad un’analisi

Ufficio commerciale

PC e periferiche, stampanti, telefono e fax.

Carta, toner, scarti di cancelleria e di carta, scarti di toner.

Impiegati commerciali

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delle materie prime utili alla realizzazione della commessa. Nel caso in cui alcune di queste non siano presenti in magazzino, gli impiegati procedono a contattare i fornitori per la consegna degli stessi.

Consegna merce da parte dei fornitori

Carico/scarico della merce

Con l’ausilio dei fornitori, utilizzando le macchine per la movimentazione dei carichi, gli addetti interni all’azienda procedono allo scarico della merce ed allo stoccaggio della stessa nelle apposite aree.

Magazzino aziendale

Piazzale esterno

Carrelli elevatori, Transpallet, carrelli manuali.

Scarti da imballaggio

Magazzinieri

Produzione di espositori, imballaggi, scatole di cartone e prodotti di packaging

Gli addetti si occupano della produzione degli elementi oggetto di commessa svolgendo le fasi di- Stampa offset,

digitale e flexo- Accoppiatura- Fustellatura- Taglio e fresatura al

plotter- Incolaggi

Area produzione

Stampanti multifunzione, plotter, pistola colla a caldo ecc.(per elenco completo v. par. 1.3)

Fumi e polveri di lavorazione

Impiegati progettisti

Operai

Ritiro o consegna merce al cliente committente

Una volta ultimati, i prodotti commissionati vengono stoccati all’interno del magazzino in attesa della consegna o del ritiro da parte del cliente.

Area magazzino

Sede cliente

Transpallet, mezzi aziendali

Fumi e gas di scarico

Magazzinieri

Autisti

Fatturazione

Gli impiegati addetti, al termine della commessa, effettuata la consegna dei prodotti commissionati, si occupano di emettere fattura al cliente committente

Ufficio commerciale

PC e periferiche, stampanti, telefono e fax.

Carta, toner, scarti di cancelleria e di carta, scarti di toner.

Impiegati commerciali

Pulizia, L’azienda, per la Tutte le aree di Idropulitrice, Polveri e Ditta

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lavaggio e manutenzione delle aree di lavoro

sanificazione delle aree di lavoro, si avvale dell’apporto di una ditta esterna specializzata.

lavoroaspiratore, compressore, sterilizzatrici

fibre esterna

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1.4 Descrizione caratteristiche dell’insediamento produttivo.

Luoghi di lavoro

La ditta Felsinea Packaging Solution s.r.l. svolge la propria attività all’interno di una sede legale ed operativa sita a Calderara di Reno, nella provincia di Bologna e di una sede operativa ubicata nel mantovano, a Borgo Virgilio, località Pioppelle. La sede di Calderara è sita in via Bastia n. 6/8. Lo stabile, ad uso commerciale e residenziale, grande circa 1800 mq, si divide in area uffici, area magazzino ed un’area dedicata alla stampa di plotter da taglio. La sede operativa di Pioppelle, invece, anch’essa grande circa 1800 mq, ospita l’area assemblaggio e riempimento.La viabilità circostante alle sedi dell’azienda permette accesso sicuro sia ai dipendenti, sia ai mezzi di soccorso in caso di emergenza. Le strutture consentono una rapida evacuazione degli occupanti in qualsiasi situazione. Le vie di esodo hanno larghezza adeguata La disposizione delle sedi garantisce la bidirezionalità di qualunque percorso di fuga.Le aree di transito interne presentano un passaggio regolare ed uniforme e non mostrano fonti d’inciampo, buche o avvallamenti pericolosi. Sono inoltre delimitate e tenute libere da ostacoli pericolosi. In merito si segnala, però, la necessità di prevedere un passaggio per i pedoni sicuro, visibile, segnalato e sgombro da ostacoli permanenti. Tale ultimo va distinto rispetto al percorso previsto per il passaggio del carrello elevatore, per il cui utilizzo è necessario apporre idonea segnaletica verticale.Le zone di transito, manovra e sosta esterne sono progettate, illuminate e segnalate in maniera idonea.

Servizi igienici

All’interno delle sedi sono presenti servizi igienici per ogni comparto aziendale. Ci sono, inoltre, locali spogliatoi, con appendiabiti, lavabi, carta asciugamani monouso e dispenser erogatore per il lavaggio delle mani.All’interno dei servizi igienici sono inoltre installati boiler per il riscaldamento dell’acqua. Tutte le aree dei servizi igienici risultano essere piastrellate, consentendo un’agevole detersione e sanificazione degli ambienti.

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MODULO 22.1 Individuazione dei pericoli presenti in azienda.

2.2 Pericoli e rischi relativi alle aree di lavoro e alle tipologie produttive.

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2.1 Individuazione dei pericoli presenti in azienda

Tutte le attività produttive comportano per gli addetti e i presenti nelle aree di lavoro, inevitabilmente dei pericoli.I pericoli sono legati alle caratteristiche degli ambienti di lavoro, alle attrezzature, a fattori chimici, fisici, biologici, ma anche ai fattori organizzativi adottati per la gestione della azienda.I pericoli possono inoltre divenire un rischio per la sicurezza e salute dei lavoratori e per tale motivo nella presente sezione questi sono identificati.L’individuazione dei pericoli presenti, sia nel posto di lavoro, o per mansione che nel luogo di lavoro, si effettua attraverso l’osservazione e lo studio dei processi lavorativi.Per tale motivo si prendono in esame i seguenti parametri:

Caratteristiche generali dei luoghi di lavoro;Utilizzo di attrezzature e utensili;Analisi dei posti di lavoro e delle mansioni (spazi, lay-out, vie di percorso, MMC, ecc.).

Il riferimento legislativo principale è il D. Lgs. 81/08 e le s.m.i. introdotte dal D. Lgs, 106/2009.

Sono prese in esame le seguenti categorie di pericoli e rischi connessi:

Rischi per la sicurezza

Rischi territoriali, aree esterne e accessi,Aree di lavoro interni, luoghi di lavoro confinati, porte, aree di transito, arredi.Utensili manuali, attrezzature, macchine, mezzi di trasporto,Impianti di servizio,

Rischi per la salute

Rischi dati da fattori fisici (rumore, vibrazioni, CEM e radiazioni non ionizzanti),Rischi da fattori chimici,Rischi da fattori biologici,Rischi connessi ad aspetti microclimatici,Rischi connessi alla movimentazione manuale dei carichi e a fattori posturali.

Rischi legati ad aspetti organizzativi

Fattori oggettivi di stress lavoro correlato, ergonomia del lavoro,Presenza di soggetti sensibili (lavoratori minorenni, lavoratrici madri, Lavoratori

diversamente abili, Lavoratori provenienti da altre nazioni).Gestione delle emergenze incendio, evacuazione e di primo soccorso.

Nella valutazione sono inoltre presi in considerazione anche i seguenti aspetti organizzativi:Sorveglianza sanitaria,Informazione e formazione,Servizi igienici, spogliatoi e aree di riposo.

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2.2 Pericoli e rischi relativi alle aree di lavoro e alle tipologie produttive.

AREA DI LAVORO: Uffici ATTIVITÀ: Amministrative, Commerciali, Progettazione, Fatturazione.

MANSIONI: - Ricezione della richiesta dal cliente;- Valutazione della richiesta e progettazione iniziale;- Presentazione in anteprima delle proposte tramite la realizzazione di rendering 3D e/o

campionature con i materiali di produzione;- Analisi dei costi di produzione e preventivo;- Conferma del preventivo ed accordi con clienti committenti;- Contatto fornitori per consegna materie prie non presenti a magazzino, utili per la

realizzazione della commessa;- Progettazione espositori;- Stampa offset, digitale e flexo;- Fatturazione, contabilità e gestione dell’attività.

Famiglia di pericoli per la Sicurezza

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi di lavoro all’apertoVie di circolazioni esterne per raggiungere il luogo di lavoro.

●Cadute in piano.●Contatto con mezzi in movimento.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Luoghi di lavoro al chiusoVie di circolazione interne. ●Cadute in piano.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Depositi materiali ●Cadute in piano, inciampoPorte e portoni. ●Urti, schiacciamenti.Arredi e attrezzature. ●Urti, inciampo.Impianti di servizio

Impianti elettrici.●Incidenti di natura elettrica (folgorazione, incendio).

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo III.DM 37/08.DM 13/07/11.DM 10/03/98.

Impianto di riscaldamento.Impianto di climatizzazione.

●Incidenti di natura elettrica.●Incendio.

Attrezzature di lavoroApparecchiature informatiche e da ufficio (compresi utensili manuali di cancelleria).

●Incidenti di natura elettrica.●Incidenti di natura meccanica.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo I e III.

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Famiglia di pericoli per la salute

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiAgenti biologico

Microclima.●Esposizione a condizioni microclimatiche non confortevoli.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Illuminazione●Scorretta o insufficiente illuminazione

D.Lgs 81/08Allegati IV, XXXIV

Aerazione - ventilazione ●Scarsa aerazioneD.Lgs 81/08Allegati IV, XXXIV

Fattori fisici

Campi elettromagnetici.●Assorbimento di energia e correnti di contatto.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VIII, Capo IV.

Impegno visivo.Lavoro al VDT.

●Cefalea, secchezza o irritazioni oculari

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VII, Capo II,All. XXXIV

Fattori chimici

Agenti chimici presenti nel toner

●Esposizione per contatto o inalazione

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VII, Capo II, All XXXIV

Aspetti posturali

Aspetti posturali●Prolungata assunzione di postura incongrua

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VI, Allegato XXXIII.

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AREA DI LAVORO: Magazzino ATTIVITA’: Carico / Scarico della merce e dei prodotti realizzati

MANSIONI: - Scarico delle materie prime consegnate dai fornitori e stoccaggio nelle aree apposite;- Carico degli espositori e dei prodotti oggetto di commessa per la consegna al cliente con

l’ausilio del carrello elevatore, del transpallet (elettrico e manuale) e di tutti i mezzi di movimentazione dei carichi in dotazione.

Famiglia di pericoli per la Sicurezza

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi di lavoro all’apertoVie di circolazione esterne per raggiungere il magazzino per il carico della merce.

●Cadute in piano.●Contatto con mezzi in movimento.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Luoghi di lavoro al chiuso

Vie di circolazione interne.●Cadute in piano.●Contatto con mezzi in movimento.●Caduta di materiali. D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

Allegato IV.Porte e portoni. ●Urti, schiacciamenti.Attrezzature. ●Urti, inciampo.Depositi materiali ●Cadute in piano, inciampoImpianti di servizioImpianti elettrici.

●Incidenti di natura elettrica (folgorazione, incendio, elettrocuzione).

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo III.DM 37/08.DM 13/07/11.DM 10/03/98.

Circuiti di alimentazione degli apparecchi e delle prese a spina.

Attrezzature di lavoro

Carrelli industriali (transpallet manuale, muletto).

●Incidenti di natura meccanica.●Ribaltamento.●Incidenti di natura stradale.●Caduta di materiali.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo I e III.Allegato IV.

Utensili manuali anche elettrici e ad aria compressa.

●Incidenti di natura meccanica.●Incidenti di natura elettrica.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo I.

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Famiglia di pericoli per la salute

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi di lavoro al chiusoMicroclima, specialmente nei periodi invernali ed estivi.

●Esposizione a condizioni microclimatiche non confortevoli.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Illuminazione●scorretta o insufficiente illuminazione D.Lgs 81/08

Allegati IV, XXXIVAreazione - ventilazione ●Scarsa areazioneAgenti biologico

Presenza di infestanti.●Veicolazione di patogeni per scarsa sanificazione.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo X.

Patogeni del tetano.●Introduzione di patogeni per contatto. D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

Titolo X.Servizi igienici. ●Scarse condizioni igieniche.Agenti fisiciRumore di fondo dell’ambiente di lavoro

●Ipoacusia.D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VIII, Capo I e II.

Vibrazioni corpo intero, per la guida del muletto.

●Lombalgie.●Traumi al rachide.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VIII, Capo I e III.

Aspetti posturali e movimentazione manuale dei carichi

Posture incongrue.●Prolungata assunzione di postura incongrua.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VI, Allegato XXXIII.Sollevamento e spostamento

dei carichi.

●Sforzi eccessivi.●Torsioni del tronco.●Movimenti bruschi.●Posizioni instabili.

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AREA DI LAVORO: AREA DI PRODUZIONEATTIVITÀ: tutte le fasi necessarie alla realizzazione delle produzioni espositive

MANSIONI: Lavorazione e finitura di materiali cartotecnici per la produzione di strutture espositive attraverso le attività di:

- Stampa offset, digitale e flexo- Accoppiatura- Fustellatura- Taglio e fresatura al plotter- Incolaggi.

Famiglia di pericoli per la Sicurezza

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi di lavoro all’apertoVie di circolazione esterne per raggiungere i luoghi di lavoro

●Cadute in piano●Contatto con mezzi in movimento

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV;

Luoghi di lavoro al chiuso

Pavimenti, muri, soffitti, banchine e rampe di carico.

●Cadute dall’alto●Cadute in piano●Urti

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Vie di circolazione interne e vie ed uscite di emergenza

●Cadute dall’alto●Cadute in piano●Cadute con mezzi in movimento●Caduta di materiali●Vie di esodo non facilmente fruibili

Porte e portoni ●Urti e schiacciamenti

Attrezzature ●Urti e schiacciamenti D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Depositi materiali ●Cadute in piano, inciampo D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Impianti di servizio

Impianti elettrici.●Incidenti di natura elettrica (folgorazione, incendio).

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo III.DM 37/08.DM 13/07/11.DM 10/03/98.

Impianti idrici e sanitari

● Esposizione adagenti biologici● Scoppio di apparecchiature in pressione

D.Lgs. 81/08 s.m.i. (Tit. IIIcapo I)DM 37/08D.Lgs 93/00

Impianto di riscaldamento e condizionamento

●Incidenti di natura elettrica.●Incendio.●Emissione di inquinanti●Esposizione ad agenti biologici

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo I e III.DM 37/08.D. Lgs. 17/10.DM 01/12/1975.DPR 412/93.DM 17/03/03.D. Lgs. 311/06.D. Lgs. 93/00.DM 329/04.DPR 661/96.DM 12/04/1996.DM 28/04/2005.

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DM 10/03/98.RD 9/01/1927.

Attrezzature di lavoro

Macchine fisse per la lavorazione del metallo, del legno, della gomma o della plastica, della carta, della ceramica ecc. (Macchine per il taglio o la saldatura)

●Incidenti di natura meccanica (urti, tagli,trascinamento, perforazione, schiacciamenti, proiezione di materiale in lavorazione)●Incidenti di natura elettrica●Innesco di atmosfere esplosive●Emissione di inquinanti●Caduta dall’alto

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo I e III; Titolo XI.D.Lgs. 17/2010

Impianti automatizzati per la produzione di articoli vari (ceramica, laterizi, materie plastiche, materiali metallici,vetro, carta, ecc.)

● Incidenti di natura meccanica (urti, tagli, trascinamento, perforazione, schiacciamenti, proiezione di materiale in lavorazione).● Incidenti di natura elettricaInnesco atmosfere esplosive● Emissione di inquinanti● Caduta dall'alto

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo I e III.D.Lgs. 17/2010.

Utensili manuali anche elettrici e ad aria compressa

●Incidenti di natura meccanica●Incidenti di natura elettrica

D.Lgs. 81/08 s.m.i. (Tit. III capo I

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Famiglia di pericoli per la salute

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi di lavoro al chiusoMicroclima, specialmente nei periodi invernali ed estivi.

●Esposizione a condizioni microclimatiche non confortevoli.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Impianto di condizionamento. ●Veicolazione di patogeni.D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo X.

Illuminazione●scorretta o insufficiente illuminazione

D.Lgs 81/08Allegati IV, XXXIV

Areazione - ventilazione ●Scarsa areazioneD. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Agenti biologico

Presenza di infestanti.●Veicolazione di patogeni per scarsa sanificazione.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo X.

Patogeni del tetano.●Introduzione di patogeni per contatto.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo X.

Servizi igienici. ●Scarse condizioni igieniche.D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo X.

Agenti fisiciRumore di fondo dell’ambiente di lavoro

●Ipoacusia.D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VIII, Capo I e II.

Sostanze pericoloseAgenti chimici (comprese le polveri)

●Esposizione per contatto, ingestione o inalazione

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo IX, Capo II.

Agenti cancerogeni e mutageni●Esposizione per contatto, ingestione o inalazione

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo IX Capo II

Aspetti posturali e movimentazione manuale dei carichiPosture incongrue e movimenti ripetitivi

● Prolungata assunzione postura incongrua

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VI, Allegato XXXIII.

Sollevamento e spostamento di carichi

● Sforzi eccessivi● Torsioni del tronco● Movimenti bruschi●Posizioni instabili

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VI, Allegato XXXIII.

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AREA DI LAVORO: AUTOMEZZO E LUOGHI ESTERNIATTIVITA’: Trasporto dei prodotti oggetto di commessa presso la sede cliente.

MANSIONI: Gli autisti addetti, si occupano del trasporto dei prodotti acquistati dal cliente, consegnandoli a domicilio presso la sede cliente.

Famiglia di pericoli per la Sicurezza

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi territoriali esterni

Vie di circolazione esterne

●Cadute in piano.●Contatto con mezzi in movimento.●Investimento da carichi in movimento

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Rischi connessi all’uso dell’autoveicolo

Interferenza con traffico stradale

●ribaltamento, investimento, schiacciamento, postura, caduta di materiali dall’alto

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Famiglia di pericoli per la Salute

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi di lavoro al chiuso

Microclima.●Esposizione a condizioni microclimatiche non confortevoli.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Illuminazione naturale e artificiale.

●Carenza di illuminazione naturale.●Illuminazione troppo intensa.

Agenti FisiciRumore ●Ipoacusia D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

Titolo VIII, Capo I e II.Vibrazione ●Lombalgia

Agenti Biologici

Presenza di infestanti.●Veicolazione di patogeni per scarsa sanificazione.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo X.

Patogeni del tetano.●Introduzione di patogeni per contatto.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo X.

Servizi igienici. ●Scarse condizioni igieniche.Agenti Chimici

Oli lubrificanti e carburanti●Esposizione per contatto e inalazione.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo IX, Capo I.Allegato IV punto 2.

Aspetti posturali

Posture incongrue.●Prolungata assunzione di postura incongrua.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VI, Allegato XXXIII.

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AREA DI LAVORO: TUTTEATTIVITÀ: PULIZIE E MANUTENZIONE DELLE ATTREZZATURE E DELLE AREE DI LAVORO

MANSIONI: Pulizia e manutenzione delle postazioni di lavoro e delle attrezzature impiegate.

Famiglia di pericoli per la Sicurezza

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi di lavoro all’apertoVie di circolazioni esterne per raggiungere il posto di lavoro o carico e scarico dei materiali di scarto.

●Cadute in piano.●Contatto con mezzi in movimento.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Luoghi di lavoro al chiuso

Vie di circolazione interne.●Cadute in piano.●Contatto con mezzi in movimento.●Caduta di materiali.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Porte e portoni. ●Urti, schiacciamenti.Attrezzature, mezzi di movimentazione carichi.

●Urti, inciampo, investimento.

Scaffalature e attrezzature ●Urti, inciampo, investimento.Impianti di servizio

Impianti elettrici.●Incidenti di natura elettrica (folgorazione, incendio).

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo III.DM 37/08.DM 13/07/11.DM 10/03/98.

Impianto di riscaldamento.●Incidenti di natura elettrica.●Incendio.

Attrezzature di lavoroUtensili manuali non elettrici ed elettrici.

●Incidenti di natura meccanica.●Incidenti di natura elettrica.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo I.

Idropulitrice, aspirapolvere, ecc

●Incidenti di natura meccanica.●Caduta di materiali.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo III capo I e III.Allegato IV.

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Famiglia di pericoli per la Salute

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiLuoghi di lavoro al chiuso

Microclima.●Esposizione a condizioni microclimatiche non confortevoli. D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

Allegato IV.Illuminazione naturale e artificiale.

●Carenza di illuminazione naturale.●Illuminazione troppo intensa.

Agenti biologico

Presenza di infestanti.●Veicolazione di patogeni per scarsa sanificazione. D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

Titolo X.Servizi igienici. ●Scarse condizioni igieniche.Agenti fisiciVibrazioni. ●Lombalgia. D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

Titolo VIII, Capo I eIII.Rumore Ipoacusia D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

Titolo VIII, Capo I e IIAspetti posturali e movimentazione manuale dei carichi

Posture incongrue.●Prolungata assunzione di postura incongrua.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo VI, Allegato XXXIII.Sollevamento e spostamento

dei carichi.

●Sforzi eccessivi.●Torsioni del tronco.●Movimenti bruschi.●Posizioni instabili.

Sostanze pericoloseAgenti chimici presenti negli oli lubrificanti di sintesi e nei detergenti industriali.

●Esposizione per contatto e inalazione.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo IX, Capo I.Allegato IV punto 2.

Prodotti chimici (comprese le polveri)

●Esposizione per contatto, ingestione o inalazione●Esplosione●Incendio

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo IX, Capo I e All. IV, punto 2

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AREA DI LAVORO: TUTTEATTIVITÀ: TUTTE

MANSIONI: Tutte.Famiglia di pericoli di tipo organizzativo

Pericoli Esempi di incidenti e di criticità Riferimenti legislativiFattori organizzativi

Organizzazione del lavoro e della compagine produttiva (Stress lavoro correlato.)

●Numerosi infortuni/assenze●Evidenti contrasti tra lavoratori●disagio psicofisico●calo d’attenzione●affaticamento●Isolamento

D. Lgs. 81/08 e s.m.i. art. 28 comma 1 bis.Accordo europeo ottobre 2004.Circolare ministero del lavoro e delle politiche sociali del 18/11/2010

Soggetti sensibili

Lavoratrici madri (ove presenti).

●Rischi connessi alla lavoratrice in gravidanza e al suo feto quali:-Aborti spontanei.-Nascita prematura.-Malformazioni congenite e teratogenicità.-Nascita prematura o sottopeso.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.D. Lgs. 151/01 art. 11.

Lavoratori minorenni anche stagisti o tirocinanti (ove presenti).

●Rischi di natura meccanica.●Rischi di natura elettrica.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Direttiva 94/33 CEE.D. Lgs. n° 345/1999.D. Lgs. n° 262/2000.

Lavoratori provenienti da altre nazioni (ove presenti).

●Non buona comprensione e lettura della lingua italiana.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i. articoli 36 e 37.

Gestione delle emergenze

Emergenza incendio.●Estinguenti non idonei o mancanti.●Scarse conoscenze delle procedure.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo I, Capo III.Allegato IV.D.M. 10/03/98.

Emergenza evacuazione.

●Via di fuga non ben segnalate.●Segnalazioni acustiche e luminose carenti o non presenti.●Difficoltà di esodo per vie di fuga insufficienti o difficoltose.●Scarse conoscenze delle procedure.●Cedimenti strutturali.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Titolo I, Capo III.

Emergenza primo soccorso.●Scarse conoscenze delle procedure.●Assenza dei presidi di primo soccorso o non idoneità degli stessi.

D. Lgs. 81/08 e s.m.i.D.M. 388/03.

Servizi di supporto

Servizi igienici. ●Scarse condizioni igieniche.D. Lgs. 81/08 e s.m.i.Allegato IV.

Pericoli connessi all’interazione con personeAttività svolte a contatto con il pubblico

●Aggressioni fisiche e verbaliD.Lgs. 81/08 e s.m.i. art. 15, comma 1, lettera a

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MODULO 33.1 Premessa.

3.2 Parametri per la quantificare la matrice di rischio.

3.3 Matrice del rischio [R = P X D].

3.4 Valutazione dei rischi, misure di prevenzione e protezione attuate per mansione e area produttiva.

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3.1 Premessa

Dopo aver identificato la famiglia di pericoli e rischi pertinenti alla attività produttiva della ditta, questi sono di seguito misurati e valutati, al fine di predisporre le adeguate misure preventive atte a evitare il danno.La Valutazione dei Rischi è legata sia al tipo di fase lavorativa svolta nelle realtà produttive, sia a situazioni determinate da sistemi quali ambiente di lavoro, strutture ed impianti utilizzati, materiali e prodotti coinvolti nei processi.In particolare, è un esame sistematico di tutti gli aspetti del lavoro per definire le cause probabili di lesioni o di danni, per appurare se sia possibile eliminare il pericolo oppure no, se si debbano definire adeguate misure protettive del caso e controllare i rischi fino a ridurli ad un livello accettabile.Per una corretta valutazione del rischio è necessario procedere ad una attenta analisi dell’attività lavorativa che comprenda lo studio del rapporto uomo, macchina e ambiente in ogni posto di lavoro e del luogo dove lo stesso si sviluppa (ufficio, lavori presso i clienti, ecc.).

3.2 Parametri per la quantificare il grado di rischio effettivamente presente

L’approccio valutativo che il legale rappresentante della ditta ha scelto è quello semplificato. In sintesi la stima del rischio è realizzata attraverso un confronto fra l’evidenziazione del

rischio, il tempo di esposizione allo stesso, l’esperienza dei lavoratori e la portata del provvedimento che dovrà essere applicato; praticamente entità del danno e probabilità di accadimento vengono ricavati dall’esperienza lavorativa aziendale, nonché dalla frequenza dell’accadimento.

Approccio di tipo quantitativo: la stima si basa sull’identificazione di un livello di probabilità o frequenza P e di un livello di danno D, il cui prodotto è definito come livello di rischio

La formula R = P x D fornisce un criterio elementare per individuare delle criticità e confrontare diverse condizioni di rischio.La tipologia produttiva della ditta di cui il presente D.V.R. è oggetto, tiene conto di fattori di pericolo e rischio sicuramente non rilevanti e comunque riconducibili ad una statistica di probabilità di danno considerata di basso rischio.Un giudizio anche quantitativo sarà fornito e mostrato nella analisi e valutazione dei rischi e sarà misurato secondo le tabelle che di seguito saranno indicate.

Le seguenti tabelle riportano, in modo schematico, i criteri seguiti per la stima quantitativa dei livelli di probabilità e danno.

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R = P X D

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SCALA DELLE PROBABILITÀ [ P ]

Valore Livello Definizione / criteri di stima

1 Improbabile

Il pericolo può provocare un danno solo per la contemporaneità di più eventi concomitanti, tutti poco probabili.Non sono noti casi in cui al pericolo è conseguito il danno in azienda o in situazioni operative simili.Il verificarsi del danno associato al pericolo susciterebbe incredulità.

2 Poco probabile

Il pericolo può provocare un danno solo in circostanze particolari anche in relazione ad eventi concomitanti e di interferenza.Sono noti solo rari casi in cui al pericolo è conseguito il danno in azienda o in situazioni operative simili.Il verificarsi del danno associato al pericolo potrebbe suscitare anche blanda o trascurabile sorpresa tra gli addetti dell’azienda.

3 Probabile

Il pericolo può produrre il danno, anche se in modo non automatico o diretto.Sono noti alcuni danni o diversi quasi incidenti associati al pericolo in azienda o in situazioni operative simili.Il verificarsi del danno associato al pericolo susciterebbe moderata sorpresa in azienda.

4 Altamente probabile

Esiste una relazione consequenziale diretta fra il pericolo e il verificarsi del danno potenziale.Si sono già verificati diversi danni o numerosi quasi incidenti associati al pericolo in azienda o in situazioni operative simili.Il verificarsi del danno associato al pericolo non susciterebbe stupore in azienda.

SCALA DELLA ENTITÀ DEL DANNO [ D ]

Valore Livello Definizione / criteri di stima

1 LieveInfortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile (in meno di 10 giorni).Esposizione cronica con effetti reversibili.

2 MedioInfortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile (in più di 10 giorni).Esposizione cronica con effetti reversibili.

3 Grave

Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale (reversibile con minimi effetti postumi).Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti.

4 Gravissimo

Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale (irreversibile).Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti.

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3.3 Grado o matrice del rischio [R = P X D]

Definiti il danno e la probabilità, il rischio viene automaticamente graduato tramite la formula R = P x D, ed è raffigurabile in un’opportuna rappresentazione grafico-matriciale del tipo di quella di seguito riportata, avente in ascisse la gravità del danno atteso ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.

4

8 12 16

3

6 9 12

2

4 6 8

1

2 3

4

I rischi maggiori occuperanno in tale matrice le caselle in alto a destra (danno letale, probabilità elevata), quelli minori le posizioni più vicine all’origine degli assi (danno lieve, probabilità trascurabile), con tutta la serie di posizioni intermedie facilmente individuabili.Una tale rappresentazione costituisce già di per sé un punto di partenza per la definizione delle priorità e la programmazione temporale degli interventi di protezione e prevenzione da adottare.Determinato il livello di accettabilità e le conseguenti misure di prevenzione e protezione da adottare, si dovranno stabilire le priorità di intervento per tutti quei rischi che ricadono nell’area di inaccettabilità.Un primo riferimento può essere fornito dal grafico-matrice della VDR, in base al quale la valutazione numerica e cromatica del rischio permette già l’identificazione di una scala di priorità.In linea di massima si potranno adottare i seguenti criteri:

A R da 1 a 2 Molto bassoAzioni migliorative da valutare in fase di programmazione.

B R da 3 a 4 BassoAzioni correttive e/o migliorative da programmare ma che non rivestono carattere di urgenza.

C R da 6 a 9 MedioAzioni correttive necessarie da programmare con urgenza.

D R > 9 Alto Azioni correttive indilazionabili, immediate.

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P

D

1

2

3

4

1 2 3 4

R = P X D

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3.4 Valutazione dei rischi, misure di prevenzione e protezione attuate per mansione o area produttiva

Area di lavoro Ufficio

MansioneRicezione delle commesse, attività commerciali di progettazione ed amministrative.Fatturazione

Fasi lavorative

- Ricezione della richiesta dal cliente;- Valutazione della richiesta e progettazione iniziale;- Presentazione in anteprima delle proposte tramite la

realizzazione di rendering 3D e/o campionature con i materiali di produzione;

- Analisi dei costi di produzione e preventivo;- Conferma del preventivo ed accordi con clienti

committenti;- Contatto fornitori per consegna materie prie non presenti a

magazzino, utili per la realizzazione della commessa;- Progettazione espositori;- Stampa offset, digitale e flexo;- Fatturazione, contabilità e gestione dell’attività.

Pericoli che determinano rischi per la sicurezza

Rischi territoriali esterni.

Interferenza con il traffico stradale nelle fasi di entrata e uscita dall’insediamento produttivo e nelle fasi di parcheggio con conseguente rischio di investimento.Le vie di accesso possono avere superfici disconnesse o con presenza di sostanze scivolose come ad esempio ghiaccio e neve nei periodi invernali. In questo caso si ha il rischio di scivolamento e caduta a livello.

Danno attesoTraumi contusivi con lesioni anche severe in caso di investimento.Traumi contusivi, abrasioni, ferite l.c. in caso di urti colpi per caduta.

Misure preventive.Predisporre vie di accesso sufficientemente ampie al fine di ridurre la interferenza fra automezzi e fra uomini e mezzi nella fase di entrata ed uscita. Predisporre idonea segnaletica verticale ed orizzontale.Assicurarsi che le vie di accesso alle aree di lavoro siano prive di ostacoli, disconnessioni o di sostanze scivolose.Quando si prevede l’eventuale formazione di ghiaccio o presenza di neve, vanno preventivamente messe in sicurezza predisponendole con sostanze antigelo.Le aree di transito con particolare attenzione a quelle pedonali, che in presenza di sostanze scivolose, disconnessioni o ostacoli, vanno messe in sicurezza rimuovendo la causa del rischio o vanno interdette per il tempo necessario a ripristinarne la idoneità.

DPI forniti e/o in uso.Non applicabile.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

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Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

Vie di circolazione interne, passaggi, porte e portoni, postazioni di lavoro.

Il rischio consiste nell’inciampo con arredi, ostacoli presenti sulle superfici, vie di transito e interferenza con altri addetti in transito.

Danno attesoTraumi contusivi, abrasioni, ferite l.c. in caso di urti colpi per caduta.

Misure preventive.Le postazioni di lavoro devono avere facile accesso e gli addetti nelle stesse devono potersi muovere agevolmente. Le vie di transito, le porte e gli accessi sono di idonee dimensioni, tuttavia vanno tenute sempre sgombre da ostacoli.Le attrezzature di lavoro devono essere collocate in modo stabile e i cavi elettrici non devono costituire inciampo.

DPI forniti e/o in uso.Non applicabile.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

Utilizzo di attrezzature di ufficio.

Oltre a utensili di cancelleria, nella maggior parte delle attività, si utilizzano attrezzature elettroniche relative alla postazione VDT con le annesse periferiche.In tale attività, inoltre, considerati i lavori di grafica, vengono utilizzati strumenti come plotter, cutter e stampanti di vario tipo per la stampa offset, digitale e flexo. I rischi per la sicurezza, oltre all’inciampo con eventuali cavi di alimentazione, sono potenzialmente dovuti ad incidenti elettrici durante l’uso di attrezzature elettroniche, o incidenti meccanici, durante l’utilizzo di materiale di cancelleria quali forbici, tagliacarte, pinzatrici, ecc.

Danno atteso.Traumi contusivi di natura meccanica, elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive.Prima dell’utilizzo verificare che l’utensile manuale sia in buono stato ed efficiente. Analoga verifica va effettuata sulle attrezzature, con particolare attenzione alle prese e ai cavi elettrici.L’utilizzo degli utensili deve rispondere ed essere compatibile con l’utensile stesso. Le eventuali piccole manutenzioni delle apparecchiature elettriche, si devono svolgere a macchina spenta. Ogni anomalia o mal funzionamento delle attrezzature, va tempestivamente segnalato al preposto.Nello specifico, la macchina/attrezzatura deve - essere rispondente ai requisiti richiesti dal decreto legislativo n. 17 del 27 gennaio 2010

(Attuazione della direttiva macchine 2006/42/CE) documentata da relativo certificato di conformità rilasciato dal costruttore/fornitore

- garantire livelli di sicurezza come da specifica documentazione (marcatura CE e disponibilità del libretto di uso e manutenzione)

Il collegamento elettrico deve rispettare le caratteristiche della attrezzatura (voltaggio, potenza, assorbimento).La disposizione della macchina/attrezzatura deve essere tale da garantire: - sufficiente stabilità della stessa;

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- adeguata illuminazione della postazione e delle aree di lavoro; - rispetto dell’ergonomia dell’ambiente (Lay-out ambientale: spazi di lavoro).I dispositivi di comando devono essere chiaramente visibili ed individuabili.Devono essere presenti sistemi che: - Impediscano l’avviamento automatico dopo un’interruzione dell’alimentazione - Impediscano la modifica automatica delle condizioni di funzionamento.L’utilizzo dell’attrezzatura deve essere affidato esclusivamente a personale adeguatamente formato ed addestrato. E’ necessario garantire l’informazione ai lavoratori mediante consegna di apposite procedure di sicurezza per il corretto uso della macchina/attrezzatura.

DPI forniti e/o in uso.Eventuali guanti monouso per cambio toner.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

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Agenti chimici pericolosi per la sicurezza.

Uffici All’interno degli uffici, le sostanze chimiche possono provenire quasi esclusivamente dalle macchine stampanti e fotocopiatrici utilizzate. La sostituzione del toner, essendo quest'ultimo tossico, deve infatti essere effettuata da personale esperto. E’, inoltre, necessario effettuare costantemente la pulizia periodica degli ambienti di lavoro, per la cui attività vengono utilizzati prodotti detergenti e solventi.

Danno atteso.Asfissia, elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive.Le sostanze sopra menzionate vanno conservate negli appositi contenitori, stoccati in ambienti freschi e asciutti e utilizzate con cautela evitando cioè che si disperdano nell’ambiente e che vengano a contatto con fiamme libere o miscelate impropriamente fra loro.

DPI forniti e/o in uso.Guanti.

Strumenti di supporto.Certificato di conformità dell’impianto elettrico.Periodiche verifiche della dispersione di terra a cura di ente autorizzato.

Matrice del rischio R=P x D 3 – B – Basso

Impianti di servizio: Impianto elettrico, impianto idro termo sanitario

Oltre all’impianto elettrico, nell’insediamento produttivo è presente un impianto idro termo sanitario alimentato a gas metano.Il mal funzionamento di tali impianti può essere causa di incidenti di natura elettrica, fughe di gas, con conseguente rischio di elettrocuzione, incendio o esplosione.

Danno atteso.Traumi da elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive.Gli impianti elettrici sono stati realizzati secondo le vigenti normative e sono stati certificati per quanto concerne la conformità e la realizzazione secondo la regola dell’arte. Sono inoltre sottoposti a periodica manutenzione e controllo da ditte preposte a certificarne il corretto funzionamento. Gli addetti non sono autorizzati ad effettuare interventi manutentivi anche minimi, sugli impianti. Tale attività è affidata a manutentori certificati.

DPI forniti e/o in uso.Non applicabile.

Strumenti di supporto.Verifiche periodiche certificate da operatori autorizzati dagli enti preposti.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

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Pericoli che determinano rischi per la salute

Fattori biologi.

Il rischio biologico è dovuto dai seguenti punti critici:utilizzo promiscuo di apparecchi di telefonia nei periodi endemici, veicolazione di patogeni sempre nei periodi endemici da parte di addetti e clienti in ambienti confinati.

Danno atteso.Infezioni.

Misure preventive.Tutti gli addetti devono aver cura della propria igiene personale e non recarsi al lavoro quando affetti da sindromi influenzali.Anche gli ambienti di lavoro con particolare attenzione ai servizi igienici devono essere tenuti sanificati.Altra buona prassi è evitare di utilizzare apparecchi di telefonia in modo promiscuo soprattutto nei periodi endemici.Le piccole escoriazioni o ferite della cute, in particolare quella delle mani, vanno accuratamente protette.Buona prassi è anche quella di lavarsi bene le mani dopo aver manipolato materiale che è stato in magazzino.

Strumenti di supporto.Eventuale programma di profilassi preventiva.

DPI forniti e/o in uso.Guanti monouso.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

Fattori posturali.

L’attività prevede la postura seduta anche per periodi relativamente lunghi dove il movimento riguarda per lo più gli arti superiori che sono coinvolti nelle azioni su tastiera e mouse della postazione VDT. Anche il rachide sia a livello lombare che cervicale, è sollecitato negativamente quando si siede a lungo alla postazione del VDT.

Danno atteso.Danni osteoarticolari a carico del rachide lombare e cervicale e degli arti superiori. Sollecitazione del condilo per eccessivo utilizzo del mouse.Dolori muscolari.

Misure preventive da applicare.La postazione al videoterminale è concepita secondo le corrette norme ergonomiche ovvero piano di lavoro sufficientemente ampio da permettere il corretto appoggio degli avambracci e di posizionamento agevole della tastiera e del mouse. Anche i video sono posizionati in modo da evitare torsioni del collo.Le sedie hanno cinque punti di appoggio dotati di rotelle, i sedili sono regolabili in altezza e gli schienali permettono un buon appoggio della schiena e sono anch’essi regolabili.Durante l’attività lavorativa, sono previste pause defaticanti atte ad alternare la postura seduta con quella eretta.

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Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

DPI forniti e/o in uso.Guanti monouso.

Matrice del rischio R=P x D 3 - B – Basso

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Area di lavoro Reparto produzioneMansione Addetti alla lavorazione degli espositori

Fasi lavorative

Lavorazione e finitura di materiali cartotecnici per la produzione di strutture espositive attraverso le attività di:

- Accoppiatura- Fustellatura- Taglio e fresatura al plotter- Incolaggi.

Pericoli che determinano rischi per la sicurezza

Rischi territoriali esterni.

Interferenza con il traffico stradale nelle fasi di entrata e uscita dall’insediamento produttivo e nelle fasi di parcheggio con conseguente rischio di investimento.Le vie di accesso possono avere superfici disconnesse o con presenza di sostanze scivolose come ad esempio ghiaccio e neve nei periodi invernali. In questo caso si ha il rischio di scivolamento e caduta a livello.

Danno attesoTraumi contusivi con lesioni anche severe in caso di investimento.Traumi contusivi, abrasioni, ferite l.c. in caso di urti colpi per caduta.

Misure preventive.Predisporre vie di accesso sufficientemente ampie al fine di ridurre la interferenza fra automezzi e fra uomini e mezzi nella fase di entrata ed uscita. Predisporre idonea segnaletica verticale ed orizzontale.Assicurarsi che le vie di accesso alle aree di lavoro siano prive di ostacoli, disconnessioni o di sostanze scivolose.Quando si prevede l’eventuale formazione di ghiaccio o presenza di neve, vanno preventivamente messe in sicurezza predisponendole con sostanze antigelo.Le aree di transito con particolare attenzione a quelle pedonali, in presenza di sostanze scivolose, disconnessioni o ostacoli, vanno messe in sicurezza rimuovendo la causa del rischio o vanno interdette per il tempo necessario a ripristinarne la idoneità.

DPI forniti e/o in uso.Non applicabile.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

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Vie di circolazione interne, passaggi, porte e portoni, postazioni di lavoro.

Il rischio consiste soprattutto nell’inciampo con arredi, ostacoli presenti sulle superfici, vie di transito e interferenza con altri addetti in transito.

Danno attesoTraumi contusivi, abrasioni, ferite l.c. in caso di urti colpi per caduta.

Misure preventive.Le postazioni di lavoro devono avere facile accesso e gli addetti nelle stesse devono potersi muovere agevolmente.Le vie di transito, le porte e gli accessi sono di idonee dimensioni, tuttavia vanno tenute sempre sgombre da ostacoli.Le attrezzature di lavoro devono essere collocate in modo stabile e i cavi elettrici non devono costituire inciampo.Le scaffalature devono essere ancorate e il materiale sulle stesse deve essere posizionato in modo stabile e nel rispetto delle portanze.I pavimenti degli ambienti di lavoro e dei luoghi destinati al passaggio non devono presentare buche o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito delle persone e dei mezzi di trasporto, oltre ad essere mantenuti adeguatamente sgombri da materiali che ostacolano la normale circolazione.La disposizione dei depositi deve essere tale da permettere una sufficiente libertà di passaggio in tutte le zone di lavoro.Verificare che tutti i presidi previsti siano sempre perfettamente visibili ed aggiornati al tipo di lavoro.Provvedere tempestivamente ad effettuare un’eventuale sostituzione della cartellonistica o a diverse identificazioni dei passaggi obbligatori per i pedoni e per i mezzi meccanici.Inoltre il Datore di Lavoro o il preposto provvedono a:1. Curare l’ordine dei locali di lavoro al fine di garantire una sicura percorribilità dei passaggi.2. Mantenere sempre sgombre da materiali in deposito le porte e i passaggi.3. Verificare periodicamente che i pavimenti dei luoghi di lavoro o di passaggio, non

presentino dislivelli, buche o sporgenze.4. Controllare periodicamente le aperture delle porte dei locali di lavoro.5. Le porte devono essere sempre munite di idonea cartellonistica di segnalazione.6. Non effettuare modifiche nel Lay-out del ciclo di produzione, senza aver preventivamente

valutato ogni rischio possibile; intensificare, se possibile, l’attenzione degli operatori addetti alla movimentazione meccanica dei carichi, sui rischi specifici.

7. Verificare che siano sempre presenti i segnali di attenzione previsti per Legge.8. Effettuare controlli periodici semestrali dei presidi antincendio e delle porte tagliafuoco.9. Sensibilizzare i lavoratori ad un utilizzo idoneo ed al mantenimento delle opportune

condizioni generali dei locali.10. Predisporre adeguati turni per l’igienizzazione dei locali11. Effettuare verifiche periodiche del grado di pulizia, ordine e igiene.

Al fine di prevenire la caduta materiali dall’alto: prestare attenzione ogni volta si transita o lavora sotto carichi sospesi, nel raggio d’azione di apparecchi di sollevamento oppure in prossimità di scaffali, mensole, palchetti, armadi, ripiani e piani di appoggio.

Le perdite di stabilità incontrollate di masse materiali in posizione ferma o nel corso di maneggio e trasporto manuale o meccanico ed i conseguenti moti di crollo, scorrimento, caduta inclinata su pendii o verticale nel vuoto devono, di regola, essere impediti mediante la corretta sistemazione delle masse o attraverso l’adozione di misure atte a trattenere i corpi in relazione alla loro natura, forma e peso.

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Gli effetti dannosi conseguenti alla possibile caduta di masse materiali su persone o cose dovranno essere eliminati mediante dispositivi rigidi o elastici di arresto aventi robustezza, forme e dimensioni proporzionate alle caratteristiche dei corpi in caduta.

Quando i dispositivi di trattenuta o di arresto risultino mancanti o insufficienti, dovrà essere impedito l’accesso involontario alle zone di prevedibile caduta, segnalando convenientemente la natura del pericolo.

Occorrerà impedire l’accesso o il transito nelle aree dove il rischio è maggiore segnalando, in maniera evidente, il tipo di rischio tramite cartelli esplicativi.

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti contro le aggressioni meccaniche, casco protettivo in prossimità dei carichi sospesi.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

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Preparazione delle macchine per la lavorazione.Durante la preparazione e l’attrezzaggio delle macchine per la lavorazione, gli addetti possono venire a contatto con parti in tensione, o con parti taglienti, e aguzze o entrare in contatto con organi in movimento. Il mancato utilizzo dei DPI o un atto di distrazione, come anche la mancata manutenzione e controllo della macchina o una insufficiente formazione dell’addetto, possono essere causa di uno dei seguenti danni.

Danno attesoTraumi contusivi, amputazioni, abrasioni, ferite l.c., elettrocuzioni, irritazioni dell’apparato respiratorio, irritazioni agli occhi, tetanizzazione, schiacciamenti e urti.

Misure preventive.Prima dell’utilizzo verificare che tutti i comandi siano ben funzionanti, che le protezioni alle parti meccaniche in movimento e che i sistemi di blocco siano collocati e funzionino correttamente. Verificare che i collegamenti elettrici siano adeguati e non usurati.Durante il funzionamento, sorvegliare costantemente il centro di lavoro e non superare i limiti di utilizzo previsti dal costruttore.Eventuali piccoli interventi e pulizie sulla macchina, devono essere effettuati da personale esperto e solo dopo averla spenta e messa in sicurezza. Gli interventi di manutenzione delle macchine sono previste periodicamente ed affidate a ditte esterne specializzate.Utilizzo dei DPI; e informazione e formazione degli addetti.

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.Registro delle manutenzioni.

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Utilizzo delle macchine per la lavorazione.Durante l’impiego delle macchine per la lavorazione (fisse e portatili), gli addetti possono venire a contatto con parti in tensione, o con parti taglienti, e aguzze o entrare in contatto con organi in movimento, oppure hanno la possibilità di venire in contatto con proiezione di schegge o scintille.Quando la macchina è in funzione i lavoratori sono inoltre esposti a rumore e a vibrazioni e anche a sovraccarico degli arti superiori e a lavoro ripetitivo.Il mancato utilizzo dei DPI o un atto di distrazione, come anche la mancata manutenzione e controllo della macchina o una insufficiente formazione dell’addetto, possono essere causa di uno dei seguenti danni.

Danno attesoTraumi contusivi, amputazioni, abrasioni, ferite l.c., elettrocuzioni, irritazioni dell’apparato respiratorio, irritazioni agli occhi, tetanizzazione, schiacciamenti, cesoiamento, stritolamento, schiacciamento, urti e scottature o ustioni.

Misure preventive.Prima dell’utilizzo verificare che tutti i comandi siano ben funzionanti, che le protezioni alle parti meccaniche in movimento e che i sistemi di blocco siano collocati e funzionino correttamente. Verificare che i collegamenti elettrici siano adeguati e non usurati.Il cesoiamento e lo stritolamento di persone tra parti mobili di macchine e parti fisse delle medesime, di strutture provvisionali o altro, dovrà essere impedito provvedendo ad installare opportune protezioni che impediscano l’accesso di personale nella zona di lavoro delle macchine.Qualora ciò non risulti possibile dovrà essere installata una segnaletica appropriata e dovranno essere osservate opportune distanze di rispetto; ove necessario dovranno essere disposti comandi di arresto di emergenza in corrispondenza dei punti di potenziale pericolo.Durante il funzionamento, sorvegliare costantemente il centro di lavoro e non superare i limiti di utilizzo previsti dal costruttore.Note: Tutte le macchine devono essere munite di pulsante di arresto di emergenza. È necessario valutare “quando gli organi lavoratori non protetti o non completamente protetti possono afferrare, trascinare, o schiacciare e sono dotati di notevole inerzia, il dispositivo di arresto della macchina oltre ad avere l’organo di comando ad immediata portata delle mani o di altre parti del corpo del lavoratore deve comprendere anche un’efficace sistema di frenatura che consenta l’arresto nel più breve tempo possibile”.Mantenere in perfetta efficienza tutte le macchine ed attrezzature, anche attraverso la predisposizione di un registro, riportante le eventuali scadenze degli interventi, gli interventi resisi necessari e l’esecutore degli stessi.Ogni nuovo operatore dovrà sostenere una accurata formazione all’uso delle macchine, per conoscerne i pericoli ed i rischi, al fine di capire l’importanza di utilizzare i D.P.I., e non utilizzare le attrezzature a fini diversi rispetto alla natura della macchina.È necessario che i manutentori e gli attrezzisti siano particolarmente formati al loro lavoro in quanto spesso si trovano nelle condizioni di operare con macchine ed attrezzature sprovviste di protezioni.L’azienda prevede manutenzioni periodiche dei macchinari affidate a ditte esterne qualificate (ingrassaggio, sostituzione parti danneggiate, sostituzione dischi consumati, affilatura delle parti taglienti, ecc.). Nel caso di piccoli interventi e pulizie sulla macchina questi devono essere effettuati da personale esperto e solo dopo averla spenta e messa in sicurezza. Utilizzo dei DPI; e informazione e formazione degli addetti.

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UTENSILI MANUALI ELETTRICI

PISTOLA TERMOCOLLANTE

RISCHI CONNESSI LA LORO UTILIZZO

Scottature accidentali, ustioni, elettrocuzione per contatti diretti a seguito del danneggiamento dell’isolamento.

MISURE PREVENTIVE PRIMA DELL’USO

Prima di collegarlo alla presa di corrente o di utilizzarlo, osserva la struttura esterna per verificare che non ci siano fessure, parti scheggiate o altri indizi di rottura. Non trascurare il cavo elettrico e presta attenzione a fili spezzati o sfilacciati; è molto pericoloso usare una pistola per la colla a caldo in questo stato.Utilizzare una pistola malfunzionante è estremamente pericoloso, dato che è dotata di componenti elettrici e riscaldanti.La colla fusa dovrebbe uscire senza intoppi dalla punta della pistola. Se necessario, smonta il beccuccio e puliscilo con un foglio di alluminio per sbarazzarti della colla secca oppure usa uno stuzzicadenti per liberare il foro. Prima di ogni utilizzo, dovresti sempre pulire l'attrezzo dai residui di colla rimasti dai lavori precedenti.Accertati sempre che la pistola non sia collegata alla rete elettrica prima di maneggiarla o smontare il beccuccio.Non usare mai l'acqua per le operazioni di pulizia. Nella peggiore delle ipotesi, aspetta semplicemente che la colla residua si riscaldi abbastanza da colare via.

MISURE PREVENTIVE DURANTE L’USO

Inserisci una barretta di colla nella parte posteriore della pistola, prendendo un bastoncino nuovo e introducilo nell'apertura circolare che si trova dietro l'attrezzo; fallo scivolare finché non si blocca. Se nella pistola c'è già una barretta parzialmente usata, finiscila prima di inserirne una nuova; non è necessario utilizzare una barretta nuova per ogni progetto.La maggior parte della colla in barrette viene prodotta con un diametro standard per poter essere inserita in ogni modello di pistola; per sicurezza, controlla le istruzioni o le specifiche del tuo strumento quando acquisti il ricambio.Individua la presa nel muro più vicina all'area di lavoro e collega la spina della pistola. La resistenza riscaldante dello strumento inizia automaticamente a scaldare la barretta di colla che si trova all'interno, non toccare quindi il beccuccio e non lasciare la pistola incustodita mentre è collegata all'elettricità.Ricorda di ispezionare sempre il cavo elettrico alla ricerca di danni o segni d'usura prima di collegarlo alla presa; un cavo in cattivo stato potrebbe causare un incendio.Concedi alla pistola un paio di minuti per ammorbidire la colla. Quando l'adesivo è sufficientemente fuso, inizia a uscire dal beccuccio mentre premi il grilletto. Per la maggior parte dei modelli, la fase di riscaldamento dura circa due minuti. Le pistole più grosse per uso industriale richiedono fino a cinque minuti per scaldare la colla quanto basta per renderla fluida.Alcuni modelli sono dotati di interruttore di accensione e spegnimento, ma non tutti. Se la tua pistola ha l'interruttore, devi regolarlo sulla posizione "On" per avviare la fase di riscaldamento; se non c'è alcun interruttore, la pistola inizia automaticamente a fondere l'adesivo, non appena viene collegata all'impianto elettrico (l’accensione della pistola è segnalata dalla spia arancione posta sul lato sinistro della pistola).Appoggia la pistola sul supporto che si trova sulla base, quando non la utilizzi; non posarla mai su un fianco quando è attiva.Premi leggermente il grilletto per far uscire la colla fusa. Orienta il

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beccuccio verso il basso e avvicinalo al punto che devi incollare. Applica una pressione delicata sul grilletto finché l'adesivo liquido non inizia a scorrere dal foro. Lascia che la colla cada direttamente sulla superficie dell'oggetto, mantenendo quest'ultimo a contatto con il beccuccio; applica l'adesivo in maniera fluida formando una linea continua, tratteggiata oppure dei riccioli.Metti un pezzo di cartone o un foglio di carta stagnola sotto l'oggetto che stai incollando, per evitare che i filamenti di adesivo cadano al suolo.Indossa un paio di guanti quando lavori con questo strumento, in modo da proteggere le mani dal calore ed evitare di sporcarle.Usa solo la quantità minima necessaria. Inizia con poco adesivo e valuta in seguito se te ne serve altro. La colla fusa scorre abbastanza rapidamente quando azioni il grilletto ed è facile applicarne troppa, se non fai attenzione; evita di impregnare l'oggetto con troppo adesivo o di applicare quest'ultimo in grumi appiccicosi.Aspetta che l'adesivo si asciughi. Allontana il beccuccio dall'oggetto che hai appena finito di incollare. Se la pistola è dotata di interruttore di accensione e spegnimento, mettilo in posizione "Off" e appoggia la pistola; lascia che la colla si asciughi per diversi minuti. Il legame fra le superfici si consolida man mano che la colla si indurisce.

MISURE PREVENTIVE DOPO L’USO

Verifica visiva generale - Controllare lo stato generale dell’apparecchio e, in particolare, del cavo flessibile di alimentazione, la presenza di parti danneggiate o mancanti;Pulizia generale - La pulizia dell’attrezzo è necessaria per evitare accumuli di polvere o sporcizia;Pulizia della punta – La pulizia è necessaria per liberare la punta e, in particolare, l’ugello d’uscita della colla in eccesso. Svitare la punta e pulire l’ugello di uscita utilizzando una piccola spatola e/o un filo di ferro.

D.P.I. IN DOTAZIONE Guanti in cuoio, calzature di sicurezza, grembiule.

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti, indumenti da lavoro.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.Registro delle manutenzioni.

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

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Rischi elettrici.

Il mal funzionamento o la non adeguatezza dell’impianto elettrico, può comportare corto circuiti, folgorazioni, black out, interruzioni pericolose parziali o totali degli impianti, incendio ed esplosione.I fattori di rischio più frequenti per la sicurezza sono riconducibili a:

contatto diretto con una parte conduttrice messa in tensione a causa del cedimento dell’isolamento principale;cavi strappati, morsetti scoperti o involucri rotti;materiale elettrico non idoneo ad essere impiegato;mancanza del collegamento a terra degli apparecchi;mancato coordinamento dei dispositivi di interruzione automatica del circuito;sovraccarico;contatto con linee elettriche a BT;

Danno atteso.Traumi contusivi, elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive.L’impianto elettrico è stato realizzato e certificato secondo le vigenti normative di conformità, sia per quanto riguarda le direttive europee che per quanto riguarda la prevenzione dalle scariche elettriche. Le prese di corrente e i cavi di alimentazione, sono tutti di conformi alle norme vigenti e di idonea portata e assorbimento.Gli interventi manutentivi, anche minimi sulle attrezzature, su utensili e quadri elettrici, non sono permessi ai lavoratori in ditta ma al solo personale specializzato e autorizzato. E’ prevista la verifica periodica quinquennale dell’impianto di terra ai sensi del DPR 462/2001

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti.

Strumenti di supporto.Certificato di conformità dell’impianto elettrico.Periodiche verifiche della dispersione di terra a cura di ente autorizzato.

Matrice del rischio R=P x D 4 – B – Basso

Reti e apparecchi per la distribuzione di gas liquidi e produzione di calore.

All’interno dell’area di produzione non è presente idoneo impianto di riscaldamento.L’acqua calda sanitaria è garantita dalla presenza di un boiler elettrico collocato all’interno dei servizi igienici.Tutte le apparecchiature sono dotate di manuale d’uso e manutenzione e vengono sottoposte a regolare manutenzione.I fattori di rischio più frequenti per la sicurezza sono riconducibili a:

Sistemi di riscaldamento e scaldabagno alimentati elettricamente: possibilità di elettrocuzione.Apparecchi alimentati a gas metano: possibile danneggiamento dei condotti di adduzione, possibile fughe di gas, possibile esalazione di sostanze nocive.Principi di incendio.

Danno atteso.Asfissia, elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive.Attenersi alle verifiche di controllo periodiche e seguire con scrupolo le norme di uso e

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Manutenzione.Gli interventi manutentivi, anche minimi, non sono permessi ai lavoratori in ditta ma al solo personale specializzato e autorizzato.

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti.

Strumenti di supporto.Certificato di conformità dell’impianto elettrico.Periodiche verifiche della dispersione di terra a cura di ente autorizzato.

Matrice del rischio R=P x D 2 – A – Molto basso

Pericoli che determinano rischi per la salute

Fattori microclimatici.

Nelle attività svolte si può verificare il passaggio in aree diverse, esterne ed interne con esposizione a possibili sbalzi di temperatura in particolare nei periodi invernali.L’area confinata non è particolarmente ampia; tuttavia, particolarmente nei periodi freddi, è soggetta ad abbassamento della temperatura.In queste condizioni gli addetti operano quindi ad esposizione ad un microclima che in gran parte è influenzato e determinato dalle condizioni atmosferiche. Può sussistere quindi il rischio di essere esposti a temperature rigide o viceversa a climi caldo umidi.

Misure e corrette prassi preventiveGli spazi confinati sono dotati di aperture regolabili per il ricambio d’aria.Non potendo determinare le condizioni atmosferiche e climatiche delle varie stagioni, gli addetti devono dotarsi di idonei indumenti compatibilmente con le norme relative al corretto uso dei Dispositivi di Protezione Individuale.Deve essere evitato nell’aerare l’ambiente di creare correnti d’aria che coinvolgano direttamente gli operatori.I mezzi meccanici si muovono prevalentemente nei depositi. Durante il loro uso è necessario mantenere una buona areazione dell’ambiente e mantenere il motore acceso solo per il tempo necessario alle lavorazioni. Tale area non dispone di un impianto di riscaldamento.Gli spazi ristretti come i servizi igienici e lo spogliatoio sono dotati di sistemi di ricambio d’aria o di finestre apribili verso l’esterno.

Danno atteso.Danni osteoarticolari, disagio psicofisico.

Misure preventive da applicare.Gli ambienti non sono riscaldati. Dispongono di un numero adeguato di finestre atte a garantire una buona circolazione dell’aria in particolare nei periodi caldi.I lavoratori, non potendo stabilire le condizioni metereologiche tipiche delle stagioni dell’anno, devono utilizzare vestiario adeguato alla situazione climatica presente.

DPI forniti e/o in uso.Anche se non propriamente rientrante nella categoria dei D.P.I., fornire abbigliamento idoneo agli operai -meccanici

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 3- B – Basso

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Fattori posturali.

Le operazioni eseguite per la realizzazione degli espositori comportano anche la movimentazione manuale dei carichi con particolare sollecitazione degli arti superiori, ma anche torsione del tronco, movimenti ripetitivi e postura eretta anche per periodi relativamente lunghi. Si ha quindi un carico biomeccanico a carico del rachide e degli arti superiori.

Danno atteso.Danni osteoarticolari a carico del rachide lombare e cervicale e degli arti superiori. Dolori muscolari.

Misure preventive da applicare.Tutti gli addetti devono essere adeguatamente informati e formati sulla corretta manutenzione dei carichi.Prima di movimentare un carico verificare la sua tipologia, l’ingombro, la facilità di presa e l’ambiente dove deve essere movimentato. Se non è possibile la movimentazione ausiliarizzata (transpallet, carrello di servizio ecc.), cercare di suddividere il carico in confezioni più piccole, o distribuirlo su più addetti.Nello specifico vanno tenute presenti le seguenti regole:

mantenere il più possibile posizioni simmetriche;usare contemporaneamente due mani;tenere il carico il più vicino possibile al corpo;effettuare movimenti regolari senza scatti;evitare torsioni del tronco ruotando l’intero corpo;evitare le inclinazioni laterali del tronco effettuando un passo lateralmente;sollevare i carichi da terra e ridurre la flessione del tronco flettendo anche l ginocchia;collocare i carichi ad altezze di presa non troppo distanti da 70 - 80 cm dal pavimento;dislivelli di posa del carico troppo lontani da 25 - 30 cm;chiedere la collaborazione di un collega per movimentare carichi ingombranti o pesanti;utilizzare uno sgabello o una scaletta per posizionare oggetti anche leggeri sopra l’altezza del capo.

Tutti gli addetti devono essere informati sulla corretta movimentazione manuale dei carichi e sulla corretta postura. Gli addetti devono inoltre tener presente di alternare durante l’attività lavorativa, la posizione eretta con quella sedute, stabilendo in accordo con i preposti, delle idonee pause di lavoro.

DPI forniti e/o in uso.Guanti, calzature di sicurezza.

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

ISO 11228-1 Ergonomia – Movimentazione manuale – Parte 1: Sollevamento e spostamento è riconducibile nell’approccio al metodo NIOSH.Facciamo notare che è stato abolito in condizioni ottimali il limite di 30 kg per gli uomini e 20 kg per le donne che conduceva – ex D.Lgs. 626/94 – ad un’applicazione del metodo NIOSH adattata all’italiana (con un peso massimo di 30 kg contro i 23 kg indicati dal metodo). Il peso massimo (in condizioni ottimali) consentito è ora di 25 kg per gli uomini e di 20 kg per le donne.Per lavoratori minorenni e lavoratrici in gravidanza vigono limiti diversi.

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LIMITI DI CARICO PER ATTREZZATURE DI TRASPORTO MANUALECarrello a 2 ruote Carrello a 4 ruote Carrello a 4 ruote per scale Transpallet manuale

max 20-100 Kg fino 250 Kg Non indicato fino a 600 Kg

Età (in anni) Genere Limite di peso sollevabile(in condizione ideale)

< 18Maschio 15

Femmine 10

18 - 45Maschio 25

Femmine 20

> 45Maschio 20

Femmine 15

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

Illuminazione.L’illuminazione degli ambienti di lavoro può influire negativamente sulla salute degli addetti, sia quando troppo intensa che quando scarsa. In entrambi i casi infatti coinvolge l’addetto ad un impegno visivo superiore al normale per adattare la pupilla e l’apparato oculare a focalizzare bene sia l’area di transito o di lavoro, che l’oggetto o l’attrezzatura che si sta utilizzando.I danni più frequenti quando esposti ad una cattiva illuminazione sono cefalee, lacrimazioni, stress psicofisico.Durante il passaggio dall’interno all’esterno dell’edificio si può passare repentinamente a condizioni luminose anche molto diverse, con conseguente impegno visivo. In particolare il passare da zone molte illuminate a zone meno illuminate o viceversa, non consente di mettere a fuoco immediatamente tutto l’ambiente con il conseguente rischio di non scorgere repentinamente eventuali ostacoli.

Danno atteso.Contusioni, ferite, fratture.Misure preventive da applicare.Tutte le aree di lavoro sono adeguatamente illuminate sia da luci artificiali a soffitto, che da finestre. Lo stoccaggio del materiale nei magazzini e nelle aree appositamente predisposte deve svolgersi tenendo conto di non creare punti d’ombra. Anche nelle aree esterne devono essere presenti un numero adeguato di sistemi di illuminazione artificiale.DPI forniti e/o in uso.Non applicabile. Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

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Agenti biologici.Durante l’approvvigionamento e la movimentazione dei pezzi da lavorare, così come operazioni di manutenzione - riparazione dei mezzi e pulizia di attrezzi e macchinari in uso, gli addetti possono venire a contatto con superfici, oggetti o attrezzature lordate con escrementi animali o con sostanze biologiche potenzialmente infette. Se la cute e le vie respiratorie non sono adeguatamente protette, tale contatto può comportare per l’addetto il rischio di infettarsi con patogeni e infezioni da tetano.

Danno atteso.Infezioni.

Misure preventive.Oltre alla cura della igiene personale, gli addetti devono disinfettare e adeguatamente proteggere le piccole ferite o abrasioni presenti sulla cute in particolare quella delle mani.I lavoratori esposti devono inoltre essere sottoposti a eventuale profilassi preventiva (es. antitetanica).Nelle aree lavorative, dev’essere mantenuto un buon livello di igiene, prevedendo pulizie giornaliere e periodiche disinfestazioni.

DPI forniti e/o in uso.Guanti.

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 3 - B – Basso

Agenti fisici: rumore.L’utilizzo di attrezzature da lavoro e per la movimentazione dei carichi, comporta inevitabilmente produzione di rumori che possono essere anche intensi, a questi sono sottoposti i lavoratori e gli addetti. Le operazioni di riparazione e manutenzione delle macchine e delle attrezzature, prevede l’uso di attrezzature rumorose

Danno atteso.Ipoacusia, stress psicofisico.

Misure preventive.Non potendo evitare di produrre rumori, durante l’utilizzo di attrezzature di lavoro che producono rumore, devono essere indossati gli idonei otoprotettori.

CRITERI DI RIFERIMENTOValori di esposizione quotidiana personale e

valori di azione (dBA).Misure da adottare (fatti salvi gli

interventi alla fonte)

Valore limite di azione:LEX, 8h=87 dB(A) e ppeak = 140 dB(C)

Valore che di norma non deve essere superato in nessun caso. Deve essere richiesta deroga esplicita all’organo di controllo.

Valore superiore di azione:LEX, 8h=85 dB(A) e ppeak = 137 dB(C)

Obbligo ai lavoratori di indossare i mezzi individuali di protezione. Formazione ed informazione dei lavoratori.Attuazione programma di prevenzione del rischio rumore prodotto dalle macchine/attrezzature.Obbligo sorveglianza sanitaria specifica.

Valore inferiore di azione:LEX, 8h=80 dB(A) e ppeak = 135 dB(C)

Informazione dei lavoratori sui rischi derivanti dall’esposizione al rumore, sui mezzi individuali di protezione, sul significato dei controlli sanitari. Fornire ai lavoratori i mezzi individuali di protezione.

Il datore di lavoro deve inoltre prevedere il posizionamento di idonea segnaletica di prescrizione e avvertimento.

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DPI forniti e/o in uso.Otoprotettori.

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

Agenti fisici: vibrazioni.L’utilizzo di utensili manuali elettrici, comporta produzione di vibrazioni che possono colpire il sistema mano braccio ed il corpo intero. Danno attesoLimitazioni funzionali, sindrome di Raynaud, danni lombosacrali e al rachideMisure preventive.Non potendo evitare di essere esposti a vibrazioni, durante l’utilizzo degli utensili elettrici è buona prassi utilizzare guanti smorzanti.Durante l’uso degli utensili elettrici l’addetto dovrà attenersi alle indicazioni fornite dal datore di lavoro e dalle istruzioni fornite dal fabbricante.Nel rinnovo parco utensili il datore di lavoro deve inoltre prevedere l’acquisto di quelli meno vibranti.DPI forniti e/o in uso.Guanti smorzanti, calzature antinfortunistiche S2, guanti contro le aggressioni meccaniche

Matrice del rischio R=P x D 3 - B – Basso

Area di lavoro MagazzinoMansione Magazziniere e addetto all’utilizzo del carrello elevatoreFasi lavorative - Scarico delle materie prime consegnate dai fornitori e

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stoccaggio nelle aree apposite;- Carico degli espositori e dei prodotti oggetto di commessa

per la consegna al cliente con l’ausilio del carrello elevatore, del transpallet (elettrico e manuale) e di tutti i mezzi di movimentazione dei carichi in dotazione.

Pericoli che determinano rischi per la sicurezza

Rischi territoriali esterni.

Le vie di transito possono avere superfici disconnesse o con presenza di sostanze scivolose come ad esempio ghiaccio e neve nei periodi invernali. In questo caso si ha il rischio di scivolamento e caduta a livello.Gli addetti allo scarico e carico interferiscono con mezzi meccanici di movimentazione carichi e con automezzi di trasporto.Durante la movimentazione dei carichi questi possono cadere e investire gli addetti.

Danno atteso.Traumi contusivi con lesioni anche severe in caso di investimento.Traumi contusivi, abrasioni, ferite l.c. in caso di urti colpi per caduta.

Misure preventive.Predisporre vie di transito sufficientemente ampie al fine di ridurre la interferenza fra automezzi e fra uomini e mezzi nelle fasi di entrata ed uscita. Predisporre idonea segnaletica verticale ed orizzontale. Assicurarsi che le vie di accesso alle aree di lavoro siano prive di ostacoli, disconnessioni o di sostanze scivolose. Quando si prevede l’eventuale formazione di ghiaccio o presenza di neve, vanno preventivamente messe in sicurezza predisponendole con sostanze antigelo.Dovrà essere vietato condurre automezzi in retromarcia in condizioni di scarsa visibilità ed occorrerà utilizzare un sistema di segnalazione sonoro e visivo specifico e farsi segnalare da un altro lavoratore che la retromarcia può essere effettuata.Gli automezzi potranno essere condotti solo su percorsi sicuri. Occorrerà assicurarsi che tutti i lavoratori siano visibili ed a distanza di sicurezza prima di utilizzare mezzi di scarico o di sollevamento.Sarà obbligatorio l’inserimento del freno di stazionamento durante le soste e la messa a dimora di idonee zeppe alle ruote se il mezzo è posizionato in pendenza.I lavoratori devono essere perfettamente visibili in ogni condizione di illuminamento.

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza e guanti contro le aggressioni meccaniche.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

Vie di circolazione interne, passaggi, porte e portoni, postazioni di lavoro.

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Il rischio consiste nell’inciampo o urti con arredi, attrezzature, scaffalature, carichi sospesi, ostacoli presenti sulle superfici, vie di transito e interferenza con altri addetti e mezzi di movimentazione carichi in transito, difficoltà in caso di panico durante l’evacuazione dei locali.

Danno attesoTraumi contusivi, abrasioni, ferite l.c. in caso di urti colpi per caduta, cadute a livello, inciampi, crolli, infortuni da investimento di strutture e/o materiale, difficoltà di spostamento.

Misure preventive.Le postazioni di lavoro devono avere facile accesso e gli addetti nelle stesse devono potersi muovere agevolmente.Le vie di transito, le porte e gli accessi sono di idonee dimensioni, tuttavia vanno tenute sempre sgombre da ostacoli.Le attrezzature di lavoro devono essere collocate in modo stabile e i cavi elettrici non devono costituire inciampo.Le scaffalature devono essere ancorate e il materiale sulle stesse deve essere posizionato in modo stabile e nel rispetto delle portanze.I pavimenti degli ambienti di lavoro e dei luoghi destinati al passaggio non devono presentare buche o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito delle persone e dei mezzi di trasporto, oltre ad essere mantenuti adeguatamente sgombri da materiali che ostacolano la normale circolazione.La disposizione dei depositi deve essere tale da permettere una sufficiente libertà di passaggio in tutte le zone di lavoro.Verificare che tutti i presidi previsti siano sempre perfettamente visibili ed aggiornati al tipo di lavoro.Provvedere tempestivamente ad effettuare eventuale sostituzione della cartellonistica o a diverse identificazioni dei passaggi obbligatori per i pedoni e per i mezzi meccanici.Inoltre il Datore di Lavoro o il preposto provvedono a:

2. Curare l’ordine dei locali di lavoro al fine di garantire una sicura percorribilità dei passaggi.

3. Mantenere sempre sgombre da materiali in deposito le porte e i passaggi.4. Verificare periodicamente che i pavimenti dei luoghi di lavoro o di passaggio, non

presentino dislivelli, buche o sporgenze.5. Controllare periodicamente le aperture delle porte dei locali di lavoro.6. Le porte devono essere sempre munite di idonea cartellonistica di segnalazione.7. Non effettuare modifiche nel Lay-out del ciclo di produzione, senza aver

preventivamente valutato ogni rischio possibile; intensificare, se possibile, l’attenzione degli operatori addetti alla movimentazione meccanica dei carichi, sui rischi specifici.

8. Verificare che siano sempre presenti i segnali di attenzione previsti per Legge.9. Effettuare controlli periodici semestrali dei presidi antincendio e delle porte

tagliafuoco.10. Sensibilizzare i lavoratori ad un utilizzo idoneo ed al mantenimento delle opportune

condizioni generali dei locali.11. Predisporre adeguati turni per l’igienizzazione dei locali12. Effettuare verifiche periodiche del grado di pulizia, ordine e igiene.

Al fine di prevenire la caduta di materiale dall’alto: prestare attenzione ogni volta che si transita o si lavora sotto carichi sospesi, nel raggio d’azione di apparecchi di sollevamento oppure in prossimità di scaffali, mensole, palchetti, armadi, ripiani e piani di appoggio.Le perdite di stabilità incontrollate di masse materiali in posizione ferma o nel corso di maneggio e trasporto manuale o meccanico ed i conseguenti moti di crollo, scorrimento,

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caduta inclinata su pendii o verticale nel vuoto devono, di regola, essere impediti mediante la corretta sistemazione delle masse o attraverso l’adozione di misure atte a trattenere i corpi in relazione alla loro natura, forma e peso.Gli effetti dannosi conseguenti alla possibile caduta di masse materiali su persone o cose dovranno essere eliminati mediante dispositivi rigidi o elastici di arresto aventi robustezza, forme e dimensioni proporzionate alle caratteristiche dei corpi in caduta.Quando i dispositivi di trattenuta o di arresto risultino mancanti o insufficienti, dovrà essere impedito l’accesso involontario alle zone di prevedibile caduta, segnalando convenientemente la natura del pericolo.Occorrerà impedire l’accesso o il transito nelle aree dove il rischio è maggiore segnalando, in maniera evidente, il tipo di rischio tramite cartelli esplicativi.

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti contro le aggressioni meccaniche, casco protettivo in prossimità dei carichi sospesi.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

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Scale fisse e portatili.

Presso le sedi operative dell’azienda sono presenti scale fisse e portatili, utilizzate per poter raggiungere determinate altezze e per poter riporre la merce nelle parti e nei ripiani più alti delle scaffalature.

Danno attesoScivolamenti e cadute a livello, inciampi, crolli, mancanza di informazione e conseguenti comportamenti o azioni pericolose e inadeguate; evacuazione d’emergenza difficoltosa.Urti, colpi, fratture, difficoltà in caso di panico durante l’evacuazione dei locali, contusioni, infortuni per contatto con parti sporgenti pericolose.

Misure preventive.Le scale fisse a gradini, destinate al normale accesso degli ambienti di lavoro, devono essere costruite e mantenute in modo da resistere ai carichi massimi derivanti da affollamento per situazioni di emergenza. I gradini devono avere pedata e alzata dimensionate a regola d’arte e larghezza adeguata alle esigenze di transito. Dette scale ed i relativi pianerottoli devono essere provvisti, sui lati aperti, di parapetto (altezza di almeno un metro).Le rampe delimitate da due pareti devono essere munite di almeno un corrimano.Verificare la presenza di sistema antiscivolo e di corrimano.Controllare la pulizia del piano d’appoggio, verificare l’efficienza del sistema antisdrucciolo.Non salire sulla scala con carichi o pesi aventi dimensioni eccessive.Non abbandonare i carichi in posizione elevata.Non salire sulla scala con carichi o pesi con dimensioni eccessive e tenere gli attrezzi in apposite guaine per evitarne la caduta accidentale.Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione della scala. Nelle operazioni di manutenzione attenersi alle indicazioni fornite dal fabbricante.

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti contro le aggressioni meccaniche.

Strumenti di supporto.

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Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.Registro delle periodiche manutenzione dei mezzi di movimentazione meccanica dei carichi.

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Utilizzo di mezzi di trasporto, di apparecchi di sollevamento, di utensili e attrezzature per lo scarico, il carico, la movimentazione dei carichi e il loro stoccaggio.

Per lo scarico, il carico, la movimentazione dei carichi, si utilizzano utensili manuali non elettrici (transpallet manuale) e mezzi di movimentazione carichi (carrello elevatore). I rischi oltre sono quelli di venire a contatto con parti taglienti, di investimento con mezzi in movimento, di investimento con materiale caduto dalle scaffalature nelle fasi di stoccaggio, di inciampo e caduta a livello.

Danno attesoTraumi contusivi e ferite l.c. di natura meccanica, elettrocuzione, fratture, schiacciamento degli arti inferiori, contatti lesivi con gli organi di sollevamento, ecc..

Misure preventive.Durante l'utilizzo dovrà essere esposta una segnaletica di sicurezza richiamante l'obbligo di moderare la velocità.Formare adeguatamente gli addetti interessati a tale tipologia di rischio.Predisporre apposite schede per il monitoraggio delle manutenzioni periodiche ordinarie e straordinarie.Controllare i percorsi e le aree di manovra.Verificare il funzionamento dei comandi di guida. Verificare l’efficienza del mezzo.Verificare che il mezzo sia stabilizzato correttamente.Verificare la presenza e il corretto stato di conservazione dei DPI (dispositivi di protezione individuale).Posizionare correttamente il carico sul pianale.Effettuare i depositi in modo stabile.Non ammettere persone a bordo della macchina (muletto).Segnalare tempestivamente eventuali anomalie di funzionamento.Mantenere puliti gli organi di comando.Transitare con attenzione in prossimità dei posti di lavoro.Prima dell’utilizzo i mezzi di movimentazione carichi, va verificata la loro efficienza con particolare attenzione alla efficienza dei comandi e dei sistemi di stazionamento.Durante l’utilizzo vanno attivati gli eventuali sistemi di segnalazione, rispettati i limiti di carico e il trasporto deve effettuarsi possibilmente su percorsi dedicati segnalati da apposita segnaletica verticale e orizzontale.

MEZZI PER LA MOVIMENTAZIONE

Carrello elevatore

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MECCANIZZATA

RISCHI CONNESSI AL LORO UTILIZZO

Ribaltamento/rovesciamento, investimento di cose o persone, cesoiamento, schiacciamento, rischi connessi all’avviamento accidentale, esplosione dovuta al potenziale rilascio di idrogeno nella fase di caricamento delle batterie, inalazione di gas o fumi di scarico

MISURE PREVENTIVE PRIMA DELL’USO

Verificare i sistemi frenanti di marcia e stazionamento, dispositivi di segnalazione (cicalino della retromarcia, clacson, girofano), la condizione dei pneumatici, il corretto posizionamento ed aggancio delle forche, la carica ed il corretto fissaggio della batteria, gli atri sistemi di sicurezza.

MISURE PREVENTIVE DURANTE L’USO

Guardare sempre verso la direzione di marcia, conservando la visibilità di percorsoTenere sempre conto delle altezze di passaggio libero sotto le porteAllacciare sempre la cintura di sicurezza alla guida del mulettoEvitare le curve troppo accentuate e gli arresti bruschiIn caso di fermata di una certa durata, spegnere il motore (se a gasolio) e scegliere un posto libero per il parcheggio del carrello, togliere la chiave di messa in motoIntraprendere le salite ad una velocità sufficiente e le discese a bassa velocitàNon circolare mai con carichi sollevati, ma sempre a 15 – 20 cm di distanza dal pavimentoAnche a vuoto le forche devono essere sempre a 15 – 20 cm da terra

MISURE PREVENTIVE DOPO L’USO

Parcheggiare il carrello nell’area designataAbbassare completamente le forcheSpegnere il motoreAzionare il freno di stazionamentoControllare che non vi siano perdite di olio o di carburanteSegnalare eventuali guasti e/o anormalitàAsportare la chiave di avviamento e consegnarla al responsabile dell’area designata per il parcheggio e comunque non lasciare il carrello incustodito con la chiave inserita

DPI IN DOTAZIONEGuanti di protezione contro le aggressioni meccaniche, occhiali di protezione durante le operazioni di ricarica dell’acido delle batterie, calzature antinfortunistiche con puntale metallico e suola antiscivolo, elmetto di protezione, giubbetto catarifrangente

ATTREZZATURA MANUALE

TRANSPALLET MANUALE

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RISCHI CONNESSI AL LORO UTILIZZO

Urti, colpi, impatti, compressioni, contatto accidentali con persone o cose, contatti accidentali con olio motore o grasso per lubrificare tutte le parti amovibili.

MISURE PREVENTIVE PRIMA DELL’USO

Non utilizzare il transpallet se non si ha familiarità con lo stesso o non si è autorizzati a farloIspezionare le ruote, gli assali, il timone, le forche e la leva di controlloNon utilizzarlo su terreno in pendenzaNon trasportare persone sulle forche

MISURE PREVENTIVE DURANTE L’USO

Non utilizzarlo su terreno in pendenzaNon trasportare persone sulle forcheNon trasportare carichi instabili o non propriamente fissatiNon sovraccaricare il transpalletNon posizionare i carichi in maniera sbilanciata o in orizzontaleAssicurarsi che la lunghezza delle forche coincida con la lunghezza del pallet

MISURE PREVENTIVE DOPO L’USO

Abbassare le forche fino alla posizione più bassa quando il transpallet non è in usoRicoverare il transpallet in un luogo idoneo in modo che non costituisca intralcio per gli addetti che si trovano ad operare nel magazzino

DPI IN DOTAZIONEGuanti di protezione contro i rischi meccanici, calzature di sicurezza

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti contro le aggressioni meccaniche, indumenti da lavoro, otoprotettori, caschetto protettivo.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.Registro delle periodiche manutenzione dei mezzi di movimentazione meccanica dei carichi.

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

Rischi elettrici.

Il mal funzionamento o la non adeguatezza dell’impianto elettrico, può comportare corto circuiti, folgorazioni, black out, interruzioni pericolose parziali o totali degli impianti, incendio ed esplosione.I fattori di rischio più frequenti per la sicurezza sono riconducibili a:

contatto diretto con una parte conduttrice messa in tensione a causa del cedimento dell’isolamento principale;cavi strappati, morsetti scoperti o involucri rotti;materiale elettrico non idoneo ad essere impiegato;mancanza del collegamento a terra degli apparecchi;mancato coordinamento dei dispositivi di interruzione automatica del circuito;sovraccarico;contatto con linee elettriche a BT;

Danno atteso.

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Traumi contusivi, elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive.L’impianto elettrico deve essere realizzato e certificato secondo le vigenti normative di conformità, sia per quanto riguarda le direttive europee che per quanto riguarda la prevenzione dalle scariche elettriche. Le prese di corrente e i cavi di alimentazione, devono essere conformi alle norme vigenti e di idonea portata e assorbimento.Gli interventi manutentivi, anche minimi sulle attrezzature, su utensili e quadri elettrici, non devono essere permessi ai lavoratori in ditta ma al solo personale specializzato e autorizzato. E’ prevista la verifica periodica quinquennale dell’impianto di terra ai sensi del DPR 462/2001

DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti.

Strumenti di supporto.Certificato di conformità dell’impianto elettrico.Periodiche verifiche della dispersione di terra a cura di ente autorizzato.

Matrice del rischio R=P x D 3 – B – Basso

Pericoli che determinano rischi per la salute

Fattori microclimatici.

Nelle attività svolte si può verificare il passaggio in aree diverse, esterne ed interne con esposizione a possibili sbalzi di temperatura in particolare nei periodi invernali.Nei periodi estivi caldo umidi aumenta il disagio in particolare durante la movimentazione manuale dei carichi.Reparto magazzino L’area confinata è ampia e soprattutto nei periodi freddi, è soggetta a abbassamento della temperatura.In queste condizioni gli addetti operano quindi ad esposizione ad un microclima che in gran parte è influenzato e determinato dalle condizioni atmosferiche. Può sussistere quindi il rischio di essere esposti a temperature rigide o viceversa a climi caldo umidi. In quest’ultimo caso lavori che comportano movimentazione manuale dei carichi e quindi sforzi anche entro i limiti previsti, possono esporre addetti a situazioni di disagio fisico.

Misure e corrette prassi preventiveReparto magazzino Gli spazi confinati sono dotati di aperture regolabili per il ricambio d’aria.Non potendo determinare le condizioni atmosferiche e climatiche delle varie stagioni, gli addetti devono dotarsi di idonei indumenti compatibilmente con le norme relative al corretto uso dei Dispositivi di Protezione Individuale.La movimentazione dei carichi è per lo più meccanizzata e si cerca di limitare il più possibile la movimentazione manuale dei carichi, in particolare nei periodi caldi.Deve essere evitato nell’areare l’ambiente di creare correnti d’aria che coinvolgano direttamente gli operatori.Negli spazi confinati inoltre, operano sia i mezzi meccanici non inquinanti, che il carrello elevatore. Durante l’uso del carrello elevatore è necessario mantenere una buona areazione dell’ambiente e mantenere il motore acceso solo per il tempo necessario.Gli spazi ristretti come i servizi igienici sono dotati di finestre apribili.

Danno atteso.Danni osteoarticolari, disagio psicofisico.

Misure preventive da applicare.

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Il magazzino non dispone di un impianto di riscaldamento. Pertanto, soprattutto nei periodi invernali, gli addetti dovranno dotarsi di idoneo ed adeguato abbigliamento. Durante i periodi più caldi le finestre ed il portone vengono aperti per garantire un buon ricircolo dell’aria, non essendo presente un impianto di condizionamento. I lavoratori, non potendo stabilire le condizioni metereologiche tipiche delle stagioni dell’anno, devono utilizzare vestiario adeguato alla situazione climatica presente.

DPI forniti e/o in uso.Anche se non propriamente rientrante nella categoria dei D.P.I., fornire abbigliamento idoneo agli operai addetti alle lavorazioni presenti nel magazzino.

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 3- B – Basso

Fattori posturali.

Le operazioni di carico, scarico, prelievo e stoccaggio, assemblaggio e confezionamento della merce, comporta anche la movimentazione manuale dei carichi con particolare sollecitazione degli arti superiori, ma anche torsione del tronco, movimenti ripetitivi e postura eretta anche per periodi relativamente lunghi. Si ha quindi un carico biomeccanico a carico del rachide e degli arti superiori.

Danno atteso.Danni osteoarticolari a carico del rachide lombare e cervicale e degli arti superiori. Dolori muscolari.

Misure preventive da applicare.Tutti gli addetti devono essere adeguatamente informati e formati sulla corretta movimentazione dei carichi.Prima di movimentare un carico verificare la sua tipologia, l’ingombro, la facilità di presa e l’ambiente dove deve essere movimentato. Se non è possibile la movimentazione ausiliarizzata (carrello elevatore, transpallet), cercare di suddividere il carico, o distribuirlo su più addetti.Nello specifico vanno tenute presenti le seguenti regole:

mantenere il più possibile posizioni simmetriche;usare contemporaneamente due mani;tenere il carico il più vicino possibile al corpo;effettuare movimenti regolari senza scatti;evitare torsioni del tronco ruotando l’intero corpo;evitare le inclinazioni laterali del tronco effettuando un passo lateralmente;sollevare i carichi da terra e ridurre la flessione del tronco flettendo anche l ginocchia;collocare i carichi ad altezze di presa non troppo distanti da 70 - 80 cm dal pavimento;dislivelli di posa del carico troppo lontani da 25 - 30 cm;chiedere la collaborazione di un collega per movimentare carichi ingombranti o pesanti;utilizzare uno sgabello o una scaletta per posizionare oggetti anche leggeri sopra l’altezza del capo.

Tutti gli addetti devono essere informati sulla corretta movimentazione manuale dei carichi e sulla corretta postura. Gli addetti devono inoltre tener presente di alternare durante l’attività lavorativa, la posizione eretta con quella seduta, stabilendo in accordo con il datore di lavoro, delle idonee pause di lavoro.

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DPI forniti e/o in uso.Guanti, calzature di sicurezza.

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

ISO 11228-1 Ergonomia – Movimentazione manuale – Parte 1: Sollevamento e spostamento è riconducibile nell’approccio al metodo NIOSH.Facciamo notare che è stato abolito in condizioni ottimali il limite di 30 kg per gli uomini e 20 kg per le donne che conduceva – ex D.Lgs. 626/94 – ad un’applicazione del metodo NIOSH adattata all’italiana (con un peso massimo di 30 kg contro i 23 kg indicati dal metodo). Il peso massimo (in condizioni ottimali) consentito è ora di 25 kg per gli uomini e di 20 kg per le donne.Per lavoratori minorenni e lavoratrici in gravidanza vigono limiti diversi.

LIMITI DI CARICO PER ATTREZZATURE DI TRASPORTO MANUALECarrello a 2 ruote Carrello a 4 ruote Carrello a 4 ruote per scale Transpallet manuale

max 20-100 Kg fino 250 Kg Non indicato fino a 600 Kg

Età (in anni) Genere Limite di peso sollevabile(in condizione ideale)

< 18Maschio 15

Femmine 10

18 - 45Maschio 25

Femmine 20

> 45Maschio 20

Femmine 15

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Illuminazione.L’illuminazione degli ambienti di lavoro può influire negativamente sulla salute degli addetti, sia quando troppo intensa che quando scarsa. In entrambi i casi infatti coinvolge l’addetto ad un impegno visivo superiore al normale per adattare la pupilla e l’apparato oculare a focalizzare bene sia l’area di transito o di lavoro, che l’oggetto o l’attrezzatura che si sta utilizzando.I danni più frequenti quando esposti ad una cattiva illuminazione sono cefalee, lacrimazioni, stress psicofisico.Durante il passaggio dall’interno all’esterno del magazzino si può passare repentinamente a condizioni luminose anche molto diverse, con conseguente impegno visivo. In particolare il passare da zone molte illuminate a zone meno illuminate o viceversa, non consente di mettere a fuoco immediatamente tutto l’ambiente con il conseguente rischio di non scorgere repentinamente eventuali ostacoli.

Danno atteso.Contusioni, ferite, fratture.Misure preventive da applicare.Tutte le aree di lavoro sono adeguatamente illuminate sia da luci artificiali a soffitto, che da finestre o lucernari. Lo stoccaggio del materiale nei magazzini deve svolgersi tenendo conto di non creare punti d’ombra. Anche nelle aree esterne devono essere presenti un numero adeguato di sistemi di illuminazione artificiale.

DPI forniti e/o in uso.Non applicabile. Strumenti di supporto.

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Programma di sorveglianza sanitaria.Matrice del rischio R=P x D 3 - B – Basso

Agenti biologici.Durante la movimentazione delle merci, gli addetti possono venire a contatto con superfici, oggetti o attrezzature lordate con escrementi animali o con sostanze biologiche potenzialmente infette. Se la cute e le vie respiratorie non sono adeguatamente protette, tale contatto può comportare per l’addetto il rischio di infettarsi con patogeni e infezioni da tetano.

Danno atteso.Infezioni.

Misure preventive.Oltre alla cura della igiene personale, gli addetti devono disinfettare e adeguatamente proteggere le piccole ferite o abrasioni presenti sulla cute in particolare quella delle mani.I lavoratori esposti devono inoltre essere sottoposti a eventuale profilassi preventiva (es. antitetanica).Nell’area lavorativa, dev’essere mantenuto un buon livello di igiene, prevedendo pulizie giornaliere e periodiche disinfestazioni.

DPI forniti e/o in uso.Guanti.

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

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Agenti fisici: rumore.L’utilizzo di attrezzature da lavoro e per la movimentazione dei carichi, e le attrezzature elettriche in uso, comporta inevitabilmente produzione di rumori che possono essere anche intensi, a questi sono sottoposti i lavoratori e gli addetti.

Danno atteso.Ipoacusia, stress psicofisico.

Misure preventive.Non potendo evitare di produrre rumori, durante l’utilizzo di attrezzature di lavoro che producono rumore, devono essere indossati gli idonei otoprotettori.

CRITERI DI RIFERIMENTOValori di esposizione quotidiana personale e

valori di azione (dBA).Misure da adottare (fatti salvi gli

interventi alla fonte)

Valore limite di azione:LEX, 8h=87 dB(A) e ppeak = 140 dB(C)

Valore che di norma non deve essere superato in nessun caso. Deve essere richiesta deroga esplicita all’organo di controllo.

Valore superiore di azione:LEX, 8h=85 dB(A) e ppeak = 137 dB(C)

Obbligo ai lavoratori di indossare i mezzi individuali di protezione. Formazione ed informazione dei lavoratori.Attuazione programma di prevenzione del rischio rumore prodotto dalle macchine/attrezzature.Obbligo sorveglianza sanitaria specifica.

Valore inferiore di azione:LEX, 8h=80 dB(A) e ppeak = 135 dB(C)

Informazione dei lavoratori sui rischi derivanti dall’esposizione al rumore, sui mezzi individuali di protezione, sul significato dei controlli sanitari. Fornire ai lavoratori i mezzi individuali di protezione.

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Il datore di lavoro deve inoltre prevedere il posizionamento di idonea segnaletica di prescrizione e avvertimento.

DPI forniti e/o in uso.Otoprotettori.

Matrice del rischio R=P x D 6 - C – Medio

Agenti fisici: vibrazioni.L’utilizzo di utensili manuali elettrici comporta produzione di vibrazioni che possono colpire il sistema mano braccio.Danno attesoLimitazioni funzionali, sindrome di Raynaud.Misure preventive.Non potendo evitare di essere esposti a vibrazioni, durante l’utilizzo degli utensili elettrici è buona prassi utilizzare guanti smorzanti.Nel rinnovo parco utensili il committente deve inoltre prevedere l’acquisto di quelli meno vibranti.DPI forniti e/o in uso.Guanti smorzanti.

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

Rischio chimicoLa sostanza chimica pericolosa per la salute, che si produce durante la fase di ricarica della batteria del carrello elevatore, è l’idrogeno. E’ inevitabile produrlo poiché esso viene generato nella reazione chimica che avviene all’interno della batteria al passaggio della corrente elettrica. L’idrogeno è un gas esplosivo in determinate concentrazioni con l’aria. Danno atteso Irritazioni alla cute, ustioni, getti e schizzi Misure preventiveDurante le operazioni di ricarica della batteria è buona norma porre il carrello elevatore nella zona di ricarica assegnata e delimitata, ad una distanza di sicurezza, di almeno un metro dal carica batteria e dall’impianto elettrico. Spegnere il motore ed estrarre la chiave di accensioneControllare che entro un metro dell’area di ricarica non ci siano apparecchiature elettriche, fiamme libere o sigarette acceseSe la zona di ricarica è al chiuso attivare gli aspiratori e/o aprire le finestre o portoni in corrispondenzaPorre attenzione a non toccare i contatti con oggetti metallici come orologi, braccialetti, eccAprire il vano porta batterie e togliere i tappi in modo tale da permettere la fuoriuscita dell’idrogeno prodotto Collegare il carrello elevatore al carica batterie tramite l’apposito cavo A ricarica conclusa l’addetto spegne il raddrizzatore e solo in seguito estrae il morsetto della batteriaRichiudere i tappi ed il vano porta batteria In caso di principio di incendio non usare estintori a CO2 ma unicamente estintori a polvere

DPI forniti e/o in uso.Guanti contro le aggressioni chimiche, indumenti da lavoro che evitino il contatto diretto dei liquidi che possono fuoriuscire dalla batteria con la pelle, occhiali o visiere paraschizzi

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Strumenti di supporto.Analisi degli inquinanti aerodispersi negli ambienti di lavoro, programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

Area di lavoro Automezzo che si muove su stradaMansione AutistaFasi lavorative Guida dell’automezzo e trasporto degli espositori presso la

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sede cliente;Assistenza alle operazioni di carico e scarico;Eventuale manutenzione ordinaria dell’automezzo.

Pericoli che determinano rischi per la sicurezzaÈ una fase che si svolge al di fuori della realtà aziendale ed è perciò influenzata da fattori esterni quali traffico veicolare, condizioni atmosferiche e dalle condizioni del mezzo stesso. Il percorso stradale, a seconda del tipo di viabilità presenta difficoltà diverse, richiede performance differenti ed è spesso obbligato dal tipo di destinazione. Utilizzo di mezzi di trasporto per la consegna degli espositori. L’autista si reca presso la sede indicata dal datore di lavoro con il mezzo di trasporto e, presso detto luogo, effettuerà le operazioni di consegna degli espositori oggetto di commessa. L’autista partecipa alle operazioni di scarico della macchina stessa. Per tale ragione può entrare in contatto con attrezzature o mezzi meccanici in movimento. Danno attesoTraumi conseguenti ad incidenti stradali o investimento del posto di guida dal materiale trasportatoMisure preventive.Pianificare l’itinerario scegliendo percorsi meno pericolosi e faticosi, evitando il passaggio in zone ad alto traffico, cercando di evitare le ore di punta e programmando le pause ed i periodi di riposo previsti. Durante l'utilizzo del mezzo di trasporto dovrà essere esposta una segnaletica di sicurezza richiamante l'obbligo di moderare la velocità.Formare adeguatamente gli autisti, con particolare riguardo a: - codice della strada - gli effetti dell’alcol alla guida - gli effetti dei farmaci alla guida - la corretta alimentazione dell’autista - come comportarsi in caso di emergenza Adottare procedure interne in grado di favorire il rispetto del codice della strada, il divieto di assumere alcolici e/o sostanze stupefacenti anche durante la pausa pranzo, un corretto uso del cellulare, il rispetto dei limiti di velocità, delle pause eccEffettuare una precisa e regolare manutenzione dei mezzi con l’introduzione di un sistema codificato Controllare i percorsi e le aree di manovra.Verificare il funzionamento dei comandi di guida. Verificare l’efficienza del mezzo.Verificare che il mezzo sia stabilizzato correttamente.Verificare la presenza e il corretto stato di conservazione dei DPI (dispositivi di protezione individuale).Vietare l’applicazione di adesivi o altro che riducano il campo visivo durante la guidaUtilizzare le cinture di sicurezza: in caso di manovre brusche questo sistema di trattenuta permette al corpo di mantenere una corretta e fissa posizione al posto di guida ed un miglior controllo dei comandiPosizionare correttamente il carico sul pianale.Effettuare i depositi in modo stabile.Non ammettere persone a bordo del veicoloSegnalare tempestivamente eventuali anomalie di funzionamento.Mantenere puliti gli organi di comando.Transitare con attenzione in prossimità dei posti di lavoro.

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Prima dell’utilizzo del mezzo, va verificata la sua efficienza con particolare attenzione alla efficienza dei comandi e dei sistemi di stazionamento.Durante l’utilizzo vanno attivati gli eventuali sistemi di segnalazione, rispettati i limiti di carico e il trasporto deve effettuarsi seguendo le disposizioni stabilite dal Codice della Strada. In caso di incidente stradale disporre l’opportuna segnaletica di segnalazione dell’incidente, avvisare il soccorso pubblico, mettersi in un luogo sicuro per evitare l’investimento da parte di altri veicoli in transito su strada, avvisare il responsabile o il titolare dell’incidente subito o causato

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

DPI forniti e/o in uso.Triangolo di segnalazione di incidente, giubbotto retroriflettente, calzature antinfortunistiche con suola antiscivolo

Pericoli che determinano rischi per la salute

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Le condizioni atmosferiche rientrano tra i fattori esterni, di cui non si può avere una previsionalità, che influenzano la guida del mezzo. Non potendole determinare a priori, l’autista dovrà adattare la guida in base ai fattori atmosferici, seguendo le prescrizioni previste dal codice della strada Fattori microclimatici.Nelle attività svolte si può verificare il passaggio in aree diverse, esterne ed interne con esposizione a possibili sbalzi di temperatura in particolare nei periodi invernali.Nei periodi estivi caldo umidi aumenta il disagio durante le operazioni di trasporto di merci. Automezzo L’autista si trova ad operare in un ambiente confinato ristretto che subisce a sua volta le situazioni climatiche che possono repentinamente variare Nei periodi freddi come nei periodi caldi, è consuetudine utilizzare il sistema di climatizzazione con tutte le conseguenze che questo porta, anche a puro livello soggettivo, sull’autista. L’uscita e il rientro dal mezzo possono infatti esporre l’addetto a sbalzi di temperatura. La guida inoltre comporta uno stress che a sua volta può essere causa di alterazioni della sudorazione dell’autista. Pur non potendo quantificare in modo standard questo tipo di stress in quanto vincolato al soggettivo metabolismo del referente, resta il fatto della sua esistenza e della sua possibile causa di disagio microclimatico da parte del lavoratore.Misure e corrette prassi preventiveAutomezzo La cabina di guida dispone di un impianto di climatizzazione regolarmente mantenuto, che permette l’ottimizzazione della temperatura nei vari periodi dell’anno e in base alle condizioni atmosferiche.Non potendo determinare il microclima presente dai clienti nelle fasi di carico e scarico, quando l’autista deve uscire dal mezzo deve poter disporre di abbigliamento idoneo alle condizioni climatiche.

Danno atteso.Danni osteoarticolari, disagio psicofisico, contratture muscolari da correnti d’aria per la guida a finestrini aperti o per l’abuso di aria condizionata

Misure preventive da applicare.I lavoratori, non potendo stabilire le condizioni metereologiche tipiche delle stagioni dell’anno, devono utilizzare vestiario adeguato alla situazione climatica presente.

DPI forniti e/o in uso.Anche se non propriamente rientrante nella categoria dei D.P.I., fornire abbigliamento idoneo agli autisti. Giubbotto retroriflettente ad alta visibilità, triangolo di segnalazione in caso di incidente.

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 3- B – Basso

Illuminazione.

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L’illuminazione durante il trasporto di merci su strada, costituisce un fattore ambientale di importanza rilevante in quanto coinvolge l’autista, dal punto di vista attentivo, potendo causare affaticamento visivo con bruciore agli occhi e cefalea, dovuta alla guida prolungata in condizioni di illuminazione scarsa o eccessiva.

Danno atteso.Affaticamento visivo, cefalea, sintomatologia dello stress (irritabilità, ipertensione arteriosa, ecc) Misure preventive da applicare.Verificare, prima di mettersi alla guida, dell’efficienza del sistema di illuminazione del mezzo, rispettare le pause (10 min ogni 1,5 ore) al fine di recuperare l’attenzione. Ridurre il consumo di fumo: la sensazione di aumentare lo stato di vigilanza è illusoria in quanto l’ossido di carbonio prodotto dalla combustione delle sigarette e disciolto nel sangue favorisce l’addormentamento “mentale”DPI forniti e/o in uso.Non applicabile. Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 3 - B – Basso

Fattori posturali.

Le operazioni di trasporto prevedono il mantenimento di una postura seduta, anche per periodi relativamente lunghi ed il mantenimento della stessa posizione a “ginocchia flesse” per tutto l’orario di guida

Danno atteso.Patologie osteoarticolari e muscolari agli arti inferiori e al rachide da postura incongrua

Misure preventive da applicare.Tutti gli addetti devono essere adeguatamente informati e formati sulla corrette procedure di guida. Gli addetti devono inoltre tener presente di alternare durante l’attività lavorativa, la posizione seduta con quella eretta, effettuando le pause previste al fine di interrompere la postura seduta, favorendo, in tal modo, la circolazione agli arti inferiori.

DPI forniti e/o in uso.Guanti, calzature di sicurezza.

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

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Agenti fisici: rumore.L’utilizzo dei veicoli per il trasporto delle merci su strada espone il lavoratore al rumore generato dal traffico veicolare.Il rumore generato dal traffico veicolare non espone il lavoratore a particolari danni al sistema uditivo.

Danno atteso.Ipoacusia, stress psicofisico.

Misure preventive.

Per l’utilizzo dei mezzi di trasporto non possono essere utilizzati dispositivi di protezione individuali, quali otoprotettori, che costituirebbero un ulteriore danno al lavoratore addetto e a terzi che circolano su strada.

L’autotrasportare effettuerà, a tal fine, delle pause.

Agenti fisici: vibrazioni.La guida espone il lavoratore a vibrazioni al corpo interno derivanti dal sedile di guida. Le caratteristiche ergonomiche dei sedili di guida consentono di ridurre notevolmente l’esposizione a tale rischio. Danno attesoLimitazioni funzionali, sindrome di Raynaud.Misure preventive.Non potendo evitare di essere esposti a vibrazioni, durante l’utilizzo del mezzo di trasporto, è buona prassi effettuare delle pause. DPI forniti e/o in uso.Non previsti

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – BassoL’indice di rischio relativo alla vibrazione è ritenuto basso in virtù delle caratteristiche costruttive e costitutive del mezzo.

Agenti chimici L’autista, durante la guida, è esposto a gas di scarico da traffico veicolare. Si tratta di polveri sottili costituite dall’insieme di tutto il materiale non gassoso in sospensione nell’aria. La natura delle particelle è molto varia: materiali organici vegetali (pollini e frammenti di piante), materiale inorganico prodotto da vento e pioggia, dall’erosione del suolo, dei manufatti, ecc. Nelle aree urbane il materiale particolato può avere origine da lavorazioni industriali, dall’usura dell’asfalto, degli pneumatici, dei freni, delle frizioni e dalle emissioni di scarico degli autoveicoli, in particolare di quelli dotati di motore diesel. Il traffico è inoltre responsabile della dispersione di particelle carboniose, di composti inorganici ed altri inquinanti. Le operazioni di rifornimento del carburante, vengono adempiute direttamente dall’autista, che, recandosi presso stazioni di servizio autorizzate, effettua il rifornimento self service. Danno atteso Disagio olfattivo e patologie irritative a carico dell’apparato respiratorio. Ustioni e traumi di esplosione durante le operazioni di rifornimento. Misure preventiveL’addetto deve garantire un buon ricircolo dell’aria all’interno della cabina di guida. Durante le operazioni di rifornimento di carburante, l’autista si reca presso la stazione di servizio, posizionano il mezzo davanti alla pompa di benzina, spengono il mezzo ed effettuano

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il rifornimento, inserendo adeguatamente la pompa all’interno del serbatoio, al fine di evitare sversamenti del combustibile. DPI forniti e/o in uso.Indumenti da lavoro, guanti monouso

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

Agenti biologici L’autista, data la natura della sua attività, entra potenzialmente in contatto con fonti di pericolo biologico, derivante ad esempio dall’utilizzo di bagni pubblici presso stazioni di servizio, in cui potrebbero esserci impianti di aerazione e idrici in cattivo stato di manutenzione, o entrare accidentalmente in contatto con liquidi biologici, feci, ecc. o con superfici od oggetti contaminati, o soggetti potenzialmente infetti. Anche l’impianto di condizionamento/riscaldamento interno alla cabina, è fonte di agenti biologici, che si annidano nei filtri Danno atteso Infezioni batteriche e virali, allergie, dermatosi, pediculosi Misure preventive Effettuare le periodiche manutenzioni all’impianto di condizionamento/riscaldamento della cabina di guida, prima e dopo l’uso dei servizi igienici lavarsi accuratamente le mani. Non mangiare e non bere senza aver effettuato tale operazione. DPI forniti e/o in uso.Non previsti

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

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Area di lavoro Sedi operative dell’azienda, veicoliMansione Operai dell’azienda - ditta esterna specializzataFasi lavorative Tutte le aree di lavoro sono soggetti a regolare pulizia

Pericoli che determinano rischi per la sicurezza

Rischi territoriali esterniInterferenza con il traffico stradale nelle fasi di entrata e uscita dall’insediamento produttivo e nelle fasi di parcheggio con conseguente rischio di investimento.Le vie di accesso possono avere superfici disconnesse o con presenza di sostanze scivolose come ad esempio ghiaccio e neve nei periodi invernali. In questo caso si ha il rischio di scivolamento e caduta a livello.

Danno attesoTraumi contusivi con lesioni anche severe in caso di investimento.Traumi contusivi, abrasioni, ferite l.c. in caso di urti colpi per caduta.

Misure preventive.Predisporre vie di accesso sufficientemente ampie al fine di ridurre la interferenza fra automezzi e fra uomini e mezzi nella fase di entrata ed uscita. Predisporre idonea segnaletica verticale ed orizzontale.Assicurarsi che le vie di accesso alle aree di lavoro siano prive di ostacoli, disconnessioni o di sostanze scivolose.Quando si prevede l’eventuale formazione di ghiaccio o presenza di neve, vanno preventivamente messe in sicurezza predisponendole con sostanze antigelo.Le aree di transito con particolare attenzione a quelle pedonali, che in presenza di sostanze scivolose, disconnessioni o ostacoli, vanno messe in sicurezza rimuovendo la causa del rischio o vanno interdette per il tempo necessario a ripristinarne la idoneità.

DPI forniti e/o in uso.Non applicabile.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

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Vie di circolazione interne, passaggi, porte e portoni, postazioni di lavoro.

Il rischio consiste nell’inciampo con arredi, ostacoli presenti sulle superfici, vie di transito e interferenza con altri addetti in transito.

Danno attesoTraumi contusivi, abrasioni, ferite l.c. in caso di urti colpi per caduta.

Misure preventive.Le postazioni di lavoro devono avere facile accesso e gli addetti nelle stesse devono potersi muovere agevolmente. Le vie di transito, le porte e gli accessi sono di idonee dimensioni, tuttavia vanno tenute sempre sgombre da ostacoli.Le attrezzature di lavoro devono essere collocate in modo stabile e i cavi elettrici non devono costituire inciampo.

DPI forniti e/o in uso.Non applicabile.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

Scale fisse e portatili.Danno attesoCadute a livello, inciampi, crolli, infortuni da investimento di strutture e/o materiale, difficoltà di spostamento, mancanza di informazione e conseguenti comportamenti o azioni pericolose e inadeguate; pericolo di contatto accidentale con macchine o attrezzature pericolose, evacuazione d’emergenza difficoltosa.Urti, colpi, fratture, difficoltà in caso di panico durante l’evacuazione dei locali, contusioni, infortuni per contatto con parti sporgenti pericolose.

Misure preventive.L’integrità delle scale mobili, destinate all’utilizzo in occasione delle attività di sanificazione delle aree, deve essere controllata prima di ogni utilizzo.Verificare la presenza di sistema antiscivolo.Controllare la pulizia del piano d’appoggio.Non abbandonare i carichi in posizione elevata. Verificare l’efficienza dell’appoggio antiscivolo e della stabilità della scala. Controllare la pulizia del piano d’appoggio, verificare l’efficienza del sistema antichiusura e antisdrucciolo, verificare l’integrità e la tenuta dei pioli.Controllare che la lunghezza sia adeguata al dislivello dando alla scala una inclinazione corretta (la distanza dalla verticale di appoggio deve essere ¼ della lunghezza) e ancorando adeguatamente la scala. Salire sulla scala utilizzando entrambe le mani. Quando si superano i 2 m di altezza, utilizzare idonei sistemi di ancoraggio.Non spostare la scale mentre vi sono persone che la utilizzano.Non salire sulla scala con carichi o pesi con dimensioni eccessive e tenere gli attrezzi in apposite guaine per evitarne la caduta accidentale.Non abbandonare i carichi in posizione elevata. Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione della scala. Nelle operazioni di manutenzione attenersi alle indicazioni fornite dal fabbricante.Ricoverare le scale in luoghi riparati dalle intemperie e in modo stabile.

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DPI forniti e/o in uso.Calzature di sicurezza, guanti contro le aggressioni meccaniche.

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.Registro delle periodiche manutenzione dei mezzi di movimentazione meccanica dei carichi.

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

Utilizzo di attrezzature per la pulizia dei locali

Oltre a utensili manuali deputati alla pulizia e sanificazione degli ambienti (scope, spazzettoni, eec) si utilizzano attrezzature elettriche quali ad esempio aspirapolvere, scope elettriche, ecc. I rischi per la sicurezza: oltre all’inciampo con eventuali cavi di alimentazione, sono potenzialmente dovuti ad incidenti elettrici durante l’uso delle attrezzature elettriche, o incidenti meccanici, durante le operazioni di pulizia.

Danno atteso.Traumi contusivi di natura meccanica, elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive.Prima dell’utilizzo verificare che l’utensile manuale sia in buono stato ed efficiente. Analoga verifica va effettuata sulle attrezzature, con particolare attenzione alle prese e ai cavi elettrici.L’utilizzo degli utensili deve rispondere ed essere compatibile con l’utensile stesso. Le eventuali piccole manutenzioni delle apparecchiature elettriche, si devono svolgere a

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macchina spenta. Ogni anomalia o mal funzionamento delle attrezzature, va tempestivamente segnalato al preposto.Durante le operazioni di pulizia/lavaggio dei pavimenti segnalare con apposita cartellonistica il pericolo di scivolamento.

DPI forniti e/o in uso.Guanti monouso, scarpe antinfortunistiche con suola antiscivolo

Strumenti di supporto.Dati desumibili dal registro infortuni con dinamiche degli stessi.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

Impianti di servizio: Impianto elettrico, impianto idro termo sanitario

Oltre all’impianto elettrico, nell’insediamento produttivo è presente un impianto idro termo sanitario alimentato a gas metano.Il mal funzionamento di tali impianti può essere causa di incidenti di natura elettrica, fughe di gas, con conseguente rischio di elettrocuzione, incendio o esplosione.

Danno atteso.Traumi da elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive.Gli impianti elettrici sono stati realizzati secondo le vigenti normative e sono stati certificati per quanto concerne la conformità e la realizzazione secondo la regola dell’arte. Sono inoltre sottoposti a periodica manutenzione e controllo da ditte preposte a certificarne il corretto funzionamento. Gli addetti non sono autorizzati ad effettuare interventi manutentivi anche minimi, sugli impianti. Tale attività è affidata a manutentori certificati.

DPI forniti e/o in uso.Non applicabile.

Strumenti di supporto.Verifiche periodiche certificate da operatori autorizzati dagli enti preposti.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

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Pericoli che determinano rischi per la salute

Fattori biologi.

Il rischio biologico è dovuto dai seguenti punti critici:pulizia degli ambienti di lavoro pulizia dei servizi igienici

Danno atteso.Infezioni.

Misure preventive.L’uso promiscuo dei servizi igienici espone l’addetto alle operazioni di pulizia di entrare in contatto con germi o materiale biologico. Durante le operazioni di sanificazione di tali ambienti gli addetti devono assolutamente indossare gli idonei dispositivi di protezione individuale. Altra buona prassi è proteggere accuratamente le piccole escoriazioni o ferite della cute, in particolare quella delle maniÈ buona norma indossare delle mascherine monouso

Strumenti di supporto.Eventuale programma di profilassi preventiva.

DPI forniti e/o in uso.Guanti monouso, mascherine monouso

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

Fattori microclimatici.

Nelle attività di pulizia si può verificare il passaggio in aree diverse, esterne ed interne con esposizione a possibili sbalzi di temperatura in particolare nei periodi invernali.Nei periodi estivi caldo umidi aumenta il disagio durante tale attività.Gli addetti si trovano ad operare in ambienti confinati ristretti che subiscono, a loro volta, le situazioni climatiche che possono repentinamente variare anche in virtù delle situazioni climatiche.

Misure e corrette prassi preventiveNon potendo determinare il microclima l’addetto deve poter disporre di abbigliamento idoneo alle condizioni climatiche.È bene areare le aree con l’apertura delle finestre, non esponendo direttamente a correnti che si possono creare, i lavoratori addetti. Nei periodi freddi è presente un impianto di riscaldamento in tutte le aree.

Danno atteso.Danni osteoarticolari, disagio psicofisico, contratture muscolari da correnti d’aria

Misure preventive da applicare.I lavoratori, non potendo stabilire le condizioni metereologiche tipiche delle stagioni dell’anno, devono utilizzare vestiario adeguato alla situazione climatica presente.

DPI forniti e/o in uso.Non previsti (gli addetti devono utilizzare abbigliamento idoneo alla stagione

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 3- B – Basso

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Fattori posturali.

L’attività prevede la movimentazione dei carichi che coinvolge soprattutto gli arti superiori. Anche il rachide sia a livello lombare che sacrale, è sollecitato negativamente quando vengono effettuate le operazioni di pulizia.

Danno atteso.Danni osteoarticolari a carico della colonna vertebrale soprattutto a livello lombare e sacrale e degli arti superiori. Dolori muscolari.

Misure preventive da applicare.Durante l’attività lavorativa, sono previste pause defaticanti atte ad alternare la postura eretta con quella seduta

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

DPI forniti e/o in uso.

Calzature antinfortunistiche

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Illuminazione.L’illuminazione durante le operazioni di pulizia degli ambienti di lavoro, costituisce un fattore ambientale di importanza rilevante ai fini di una corretta visibilità dell’area circonstante. Un’adeguata illuminazione consente agli addetti di scorgere eventuali disconnessioni o buche presenti nel terreno, o eventuali accatastamenti di materiale.

Danno atteso.Contusioni, ferite, fratture.Misure preventive da applicare.Tutte le aree di lavoro sono adeguatamente illuminate sia da luci artificiali a soffitto, che da finestre. Le operazioni di pulizia devono svolgersi tenendo conto di non creare punti d’ombra. Anche nelle aree esterne devono essere presenti un numero adeguato di sistemi di illuminazione artificiale.DPI forniti e/o in uso.Non applicabile. Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

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Agenti fisici: rumore.L’utilizzo delle attrezzature deputate alla pulizia degli ambienti producono rumore.Il rumore generato da tali attrezzature non espone il lavoratore a particolari danni al sistema uditivo, in quanto non vengono utilizzate massicciamente durante l’espletamento delle attività di pulizia.

Danno atteso.Ipoacusia, stress psicofisico.

Misure preventive.

Per l’utilizzo delle attrezzature per la pulizia non possono essere utilizzati dispositivi di protezione individuali, quali otoprotettori, che costituirebbero un ulteriore danno al lavoratore addetto, soprattutto se le attività vengono svolte in orario lavorativo, quindi potrebbe esserci la presenza di altri lavoratori. DPI forniti e/o in uso.Non applicabile. Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

Matrice del rischio R=P x D 3 - B – Basso

Agenti fisici: vibrazioni.Le attività di pulizia espongono il lavoratore a vibrazioni, derivante dall’uso delle attrezzature deputate a tal fine.Danno attesoLimitazioni funzionali, sindrome di Raynaud.Misure preventive.Non potendo evitare di essere esposti a vibrazioni, durante l’utilizzo delle attrezzature, è buona prassi effettuare delle pause. DPI forniti e/o in uso.Non previsti

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Agenti chimici Durante le operazioni di pulizia, l’addetto entra in contatto con agenti chimici contenuti all’interno dei prodotti utilizzati per la puliziaDanno atteso Disagio olfattivo e patologie irritative a carico dell’apparato respiratorio. Ustioni e traumi di esplosione durante le operazioni di rifornimento. Misure preventiveL’addetto deve garantire un buon ricircolo dell’aria durante l’utilizzo di tali prodotti Deve prestare attenzione alle etichette riportate sulle confezioni dei prodotti utilizzatiRiporre i prodotti in luogo fresco ed asciutto ed in armadietti dedicati chiusi DPI forniti e/o in uso.Indumenti da lavoro, guanti monouso, mascherina monouso

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AREA DI LAVORO: TUTTEATTIVITÀ: TUTTE

Pericoli che determinano rischi relativi a fattori organizzativi

Fattori oggettivi di stress lavoro correlato.

Vari sono i fattori che possono essere causa di disagio psicofisico e di conseguente stress lavoro correlato.Tempi e ritmi di lavoro eccessivi, lavoro ripetitivo e monotono.

Danno atteso.Disagio psicofisico, ipertensione.

Misure preventive da applicare.La distribuzione del lavoro e l’assegnazione dei compiti deve tener conto delle conoscenze del lavoratore e ove necessario, si deve provvedere ad un adeguato addestramento.I tempi di lavoro devono prevedere adeguate pause defaticanti in particolare per lavori ripetitivi.L’organizzazione del lavoro deve prevedere anche imprevisti che comportino accelerazione e i ritmi per risolvere improvvise problematiche sorte dal cliente o di particolari esigenze di consegna.Garantire delle pause che consentano un adeguato riposo e il ripristino delle capacità attentive dell’addetto.Strumenti di supporto. Indagine preliminare dello stress lavoro correlato . Sorveglianza sanitaria.

DPI in uso: non applicabile.

Al momento il datore di lavoro non ha ancora effettuato la valutazione di tale rischio. A tal proposito darà luogo alla stessa in tempi brevi.

Soggetti sensibili: Lavoratori provenienti da altre nazioni (ove presenti).La ditta può prevedere l’impiego di lavoratori provenienti da altri nazioni. In tal caso la criticità può consistere nella non buona comprensione della lingua sia parlata che scritta e di conseguenza delle buone procedure di prevenzione dai rischi per la sicurezza e la salute.Danno atteso.Quelli descritti in tutte le precedenti sezioni in base alle mansioni a cui è addetto il lavoratore non di madre lingua.Misure preventive da applicare.Nella eventuale assunzione di lavoratori stranieri non di madre lingua, il datore di lavoro, i dirigenti, i preposti (ove presenti), devono verificare la capacità di comprensione della lingua italiana sia scritta che verbale con test scritti ed orali.Nel caso risulti scarsa si deve provvedere ad una adeguata alfabetizzazione.Strumenti di supporto. Eventuali corsi formativi certificati.Test di comprensione, lettura e scrittura della lingua italiana.DPI in uso: non applicabile.

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Soggetti sensibili: lavoratrici madri.

Premesso che lo stato di gravidanza non è una malattia, va detto che al momento in ditta sono impiegate due lavoratrici di sesso femminile.A tal proposito, si deve ancor di più tener conto del fatto che in questo periodo della vita, si verificano mutamenti metabolici e dello stato psicofisico. Ciò rende necessario prevedere misure preventive e protettive adeguate.La presenza di lavoratrici in età fertile deve, nella valutazione dei rischi, tener conto sempre di tale aspetto in quanto vi è un periodo di 30 – 45 giorni in cui la lavoratrice stessa può non essere consapevole del proprio stato.Per quanto riguarda i rischi per la sicurezza della lavoratrice madre, valgono le stesse considerazioni descritte nell’apposita sezione relativa ai pericoli e rischi per la sicurezza nei luoghi di lavoro.Per quanto invece riguarda i rischi per la salute e gli aspetti organizzativi, bisogna tener presente anche della particolare condizione in cui si trova la donna senza dimenticare anche le conseguenze sul feto.Nella valutazione si tiene pertanto conto sia dei rischi per la donna in quanto specifico individuo biologico, che la donna in gravidanza in quanto soggetto particolarmente sensibile.I rischi sono connessi a fattori posturali come postura seduta per lunghi periodi, ad aspetti microclimatici in virtù del mutato metabolismo e conseguente diversa percezione del caldo e del freddo, a fattori biologici dove si deve limitare al massimo l’assunzione di farmaci e quindi evitare che la lavoratrice in gravidanza contragga infezioni.Va tenuto in particolar conto anche i fattori di stress lavoro correlato in quanto causa di disagio psicofisico.Tutti i fattori di rischio precedentemente descritti, oltre ad essere pericolosi per la salute della lavoratrice in gravidanza lo possono essere anche per il feto.

Danno atteso.Minaccia d’aborto, nascita prematura, neonato sottopeso, malformazioni fetali.

Misure preventive da applicare.La lavoratrice, una volta accertato il suo stato di gravidanza, dovrà informare il legale rappresentante presentando certificato di gravidanza.Accertato tale stato fisiologico, anche in accordo con il medico competente il datore di lavoro deve valutare la compatibilità della mansione con lo stato di gravidanza della lavoratrice.Ove la mansione sia inadeguata allo stato di gravidanza, la lavoratrice deve essere adibita a mansione idonea. Se non vi sono mansioni idonee allo stato di gravidanza, la lavoratrice accederà agli strumenti di tutela previsti dalla legislazione ovvero alla sospensione del lavoro per maternità anticipata.

Strumenti di supporto. Valutazione specifica per lavoratrici madri.Sorveglianza sanitaria.

DPI in uso: non applicabile.

Matrice del rischio R=P x DSi rimanda alla valutazione specifica del rischio.

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Soggetti sensibili: lavoratori minorenni (ove presenti anche come stagisti).

L’eventuale presenza di addetti di età inferiore ai 18 anni in azienda, si prefigurerebbe nell’impiego di stagisti o studenti coinvolti nei percorsi di inserimento in programma scuola – lavoro.In considerazione della probabile inesperienza del soggetto minorenne, si dovrà prevedere per lo stesso una maggior propensione all’esposizione a rischi per la sicurezza e salute.

Danno atteso.Incidenti di natura elettrica e meccanica.

Misure preventive da applicare.Proprio in considerazione sia della minore età che della plausibile inesperienza, il lavoratore minorenne sarà sempre accompagnato nella presenza in ditta, da un lavoratore maggiorenne oltre che ad essere seguito da un tutor.

Strumenti di supporto. Valutazione specifica per lavoratori minorenni.

DPI in uso: non applicabile.

Matrice del rischio R=P x D 2 - A – Molto basso

Gestione della emergenza PRIMO SOCCORSO.

Per quanto l’attività produttiva non presenti criticità severe rispetto a potenziali infortuni che possono essere causa di traumi importanti, resta comunque una presenza di rischio residuo per situazioni dove si rende necessaria la presenza di addetti ad un primo soccorso in caso di emergenza.Tali emergenze possono essere riconducibili a piccoli infortuni ma anche a malori riferiti sia ai lavoratori che agli utenti. In queste situazioni azioni tempestive da parte degli addetti adeguatamente formati, può comportare sicuramente una risoluzione positiva della emergenza. Al contrario la non conoscenza delle corrette procedure o la non presenza dei soggetti preposti alla loro applicazione, sono invece cause di criticità in caso di emergenza.

Danno atteso.Non può essere chiaramente definito il danno atteso in quanto non è prevedibile e quantificabile l’eventuale criticità.

Misure preventive da applicare.Si può solo stabilire con certezza che in caso di infortunio severo o situazioni in cui si deve intervenire nel più breve tempo possibile a livello di massaggio cardiaco o respirazione assistita, si possano avere problematiche relative ai tempi di intervento e alla efficacia dello stesso.La ditta ha previsto la nomina e la formazione di addetti alle misure di primo soccorso in caso di emergenza.

Strumenti di supporto. Formazione di base e mantenimento formativo certificati.

DPI in uso: quelli presenti nella cassetta o nel pacchetto di primo soccorso (D.M.388/03).

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Gestione della emergenza INCENDIO.

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ESISTENTI Estintori: all’interno dell’attività il datore di lavoro ha predisposto un numero adeguato di mezzi di estinzione, tenendo conto del numero degli addetti e delle lavorazioni che vengono svolte all’interno dei locali. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DA ATTUARE Segnalazione e allarme: il datore di lavoro ha provveduto a informare tutti i lavoratori su quali sono le procedure cui attenersi qualora dovesse verificarsi un’emergenza all’interno del degli edifici. Ha predisposto, inoltre, sul banco (nei pressi del telefono) tutti i numeri utili da chiamare in caso di emergenza. Danno atteso.Ustioni, intossicazioni da fumo, morte.DPI in uso.Guanti conto le aggressioni termiche anche da CO2.

Matrice del rischio R=P x D 3 - B – Basso

Gestione della emergenza EVACUAZIONE.

Le cause che possono prevedere una evacuazione di emergenza sono per lo più riconducibili all’incendio, anche se non va trascurato il rischio sismico.Le criticità possono essere ricondotte alla difficoltà di raggiungere le vie di esodo per presenza di ostacoli, sovraffollamento, porte e portoni ostruiti, uscite di emergenza chiuse o non idonee.

Danno atteso.Inciampo, caduta, schiacciamento.

Misure preventive da applicare.Tutte le aree di lavoro devono disporre di vie di esodo adeguate e ben segnalate. Queste inoltre vanno tenute sgombre da ostacoli e devono disporre di illuminazione di emergenza. Annualmente coordinata dagli addetti alle misure di emergenza è necessario svolgere la prova di evacuazione.

Strumenti di supporto. Certificato di Prevenzione incendi.Piano di emergenza.Formazione di base.

DPI in uso.Non applicabile

Matrice del rischio R=P x D 4 - B – Basso

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3.5 Schede specifiche

Scheda 1: Fattori oggettivi di stress lavoro correlato.

Vari sono i fattori che possono essere causa di disagio psicofisico e di conseguente stress lavoro correlato.

Tempi e ritmi di lavoro eccessivi, lavoro ripetitivo e monotono, complessità del progetto di realizzare in relazione alle conoscenze del realizzatore, pressioni del cliente, inadeguata distribuzione del lavoro, qualità della vita extra lavorativa inficiata da quella lavorativa.

Danno atteso.Disagio psicofisico, ipertensione.

Misure preventive da applicare.La distribuzione del lavoro e l’assegnazione dei compiti deve tener conto delle conoscenze del lavoratore e ove necessario, si deve provvedere ad un adeguato addestramento.I tempi di lavoro devono prevedere adeguate pause defaticanti in particolare per lavori ripetitivi.L’organizzazione del lavoro deve prevedere anche imprevisti che comportino accelerazione dei ritmi per risolvere improvvise problematiche sorte dal cliente o dalle esigenze produttive.Gli orari e l’assegnazione dei luoghi di lavoro pur tenendo conto di possibili emergenze produttive, deve prevedere un buon interscambio tra vita lavorativa e extra lavorativa.

Strumenti di supporto. Indagine preliminare dello stress lavoro correlato.Sorveglianza sanitaria.

DPI in uso: non applicabile.

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Scheda 2: Movimentazione manuale dei carichiLa movimentazione manuale dei carichi provoca una sollecitazione degli arti superiori, ma anche torsione del tronco, movimenti ripetitivi e postura eretta anche per periodi relativamente lunghi. Si ha quindi un carico biomeccanico a carico del rachide e degli arti superiori.

Danno atteso.Danni osteoarticolari a carico del rachide lombare e cervicale e degli arti superiori. Dolori muscolari.

Misure preventive da applicare.Tutti gli addetti devono essere adeguatamente informati e formati sulla corretta movimentazione dei carichi e sulla corretta postura da mantenere.Prima di movimentare un carico verificare la sua tipologia, l’ingombro, la facilità di presa e l’ambiente dove deve essere movimentato. Se non è possibile la movimentazione ausiliarizzata (transpallet, carrello di servizio), cercare di suddividere il carico in confezioni più piccole, o distribuirlo su più addetti.Nello specifico vanno tenute presenti le seguenti regole:

mantenere il più possibile posizioni simmetriche;usare contemporaneamente due mani;tenere il carico il più vicino possibile al corpo;effettuare movimenti regolari senza scatti;evitare torsioni del tronco ruotando l’intero corpo;evitare le inclinazioni laterali del tronco effettuando un passo lateralmente;sollevare i carichi da terra e ridurre la flessione del tronco flettendo anche l ginocchia;collocare i carichi ad altezze di presa non troppo distanti da 70 - 80 cm dal pavimento;dislivelli di posa del carico troppo lontani da 25 - 30 cm;chiedere la collaborazione di un collega per movimentare carichi ingombranti o pesanti;utilizzare uno sgabello o una scaletta per posizionare oggetti anche leggeri sopra l’altezza del capo.

Gli addetti devono inoltre tener presente di alternare durante l’attività lavorativa, la posizione eretta con quella seduta, stabilendo in accordo con i preposti (ove presenti) o con il datore di lavoro, delle idonee pause di lavoro.DPI forniti e/o in uso.Guanti, calzature di sicurezza.Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

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Scheda 3: Rischio RumoreL’utilizzo di utensili manuali elettrici, nonché il funzionamento delle macchine elettriche, comportano a una produzione di rumori anche intensi a cui sono esposti gli addetti e i presenti nell’area di lavoro.

Danno atteso.Ipoacusia, stress psicofisico.

Misure preventive.Non potendo evitare di produrre rumori, durante l’utilizzo di utensili manuali elettrici o le macchine per le lavorazioni, devono essere indossati gli idonei otoprotettori.

CRITERI DI RIFERIMENTO

Valori di esposizione quotidiana personale (dBA) o pressione acustica non ponderata

Misure da adottare (fatti salvi gli interventi alla fonte)

LEX, 8h=87 dB(A) e ppeak = 140 dB(C)Valore che di norma non deve essere superato in nessun caso. Deve essere richiesta deroga esplicita all’organo di controllo.

LEX, 8h=85 dB(A) e ppeak = 137 dB(C)

Obbligo ai lavoratori di indossare i mezzi individuali di protezione. Formazione ed informazione dei lavoratori.Attuazione programma di prevenzione del rischio rumore prodotto dalle macchine/attrezzature.Obbligo sorveglianza sanitaria specifica.

LEX, 8h=80 dB(A) e ppeak = 135 dB(C)

Informazione dei lavoratori sui rischi derivanti dall’esposizione al rumore, sui mezzi individuali di protezione, sul significato dei controlli sanitari. Fornire ai lavoratori i mezzi individuali di protezione.

In caso di modifiche del ciclo di produzione, per l’introduzione di tempi più lunghi di lavorazioni rumorose, o per l’introduzione di attrezzature causa di sorgenti rumorose, vanno attuate delle nuove indagini fonometriche, ed in conseguenza predisporre idonei piani di emergenza.Il datore di lavoro deve inoltre prevedere il posizionamento di idonea segnaletica di prescrizione e avvertimento

DPI forniti e/o in uso.Non previsti

Strumenti di supporto.Programma di sorveglianza sanitaria.

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3.6 Informazione e Formazione Lavoratori

Informazione e formazioneLa tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e quindi la prevenzione da mettere in atto in azienda non può non tener conto anche di una adeguata informazione e formazione da fornire agli addetti come stabilito dagli articoli 36 e 37 del D. Lgs. 81/08.In particolare la formazione deve essere specifica per l’attività che la ditta svolge.

Danno atteso.Tutti quelli rientranti nella ditta in oggetto.

Misure preventive da applicare.Tenendo conto anche di quanto stabilito dagli incontri tra lo stato, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano, la ditta ha previsto una adeguata formazione specifica per il macro settore di appartenenza, che si eroga a tutte le maestranze.A questa formazione base si aggiunge quella specifica relativa a particolari mansioni o ruoli ovvero, addetti alle emergenze primo soccorso, prevenzione incendi e evacuazione.Nel caso siano introdotte nuove attrezzature o nuove procedure, la ditta ha previsto sia la formazione specifica che l’adeguato addestramento per i soggetti coinvolti.La formazione deve inoltre essere mantenuta nel tempo sia in base a quanto stabilito tra lo stato, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano, ma anche in ottemperanza al D.M. 388/03.

Strumenti di supporto. Attestati di avvenuta formazione.Materiale didattico fornito dal soggetto formatore.

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3.7 Gestione emergenze

Gestione della emergenza PRIMO SOCCORSO.

L’attività produttiva non presenta criticità severe rispetto a potenziali infortuni che possono essere causa di traumi importanti, resta comunque una presenza di rischio residuo per situazioni dove si rende necessaria la presenza di addetti ad un primo soccorso in caso di emergenza.Tali emergenze possono essere riconducibili a piccoli infortuni ma anche a malori riferiti sia ai lavoratori che agli utenti.In queste situazioni azioni tempestive da parte degli addetti adeguatamente formati, può comportare sicuramente una risoluzione positiva della emergenza. Al contrario la non conoscenza delle corrette procedure o la non presenza dei soggetti preposti alla loro applicazione, sono invece cause di criticità in caso di emergenza.

Danno atteso.Non può essere chiaramente definito il danno atteso in quanto non è prevedibile e quantificabile l’eventuale criticità.

Misure preventive da applicare.Si può solo stabilire con certezza che in caso di infortunio severo o situazioni in cui si deve intervenire nel più breve tempo possibile a livello di massaggio cardiaco o respirazione assistita, si possano avere problematiche relative ai tempi di intervento e alla efficacia dello stesso.La ditta ha previsto la nomina e la formazione di addetti alle misure di primo soccorso in caso di emergenza.

Strumenti di supporto. Formazione di base e mantenimento formativo certificati.

DPI in uso:Quelli presenti nella cassetta o nel pacchetto di primo soccorso (D.M.388/03).

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Gestione della emergenza INCENDIO.

Diverse sono le cause che possono causare un inizio di incendio, anche se per lo più si tende a ricondurle a mal funzionamenti dell’impianto elettrico, sovraccarico delle attrezzature e delle prese di corrente e in minor misura a fughe di gas dell’impianto termico.

Danno atteso.Ustioni, intossicazioni da fumo, morte.

Misure preventive da applicare.In tutte le aree produttive, sono stati posizionati un numero adeguato di estintori, che sono segnalati da apposita cartellonistica, ben visibili e facilmente reperibili.Gli estintori sono sottoposti a regolare manutenzione semestrale. L’impianto elettrico è stato realizzato con materiale ignifugo e predisposto con sistemi che impediscono il verificarsi di corto circuiti. L’impianto elettrico inoltre è sottoposto a periodica verifica da ente di certificatrice accreditata.Analogamente l’impianto termico è sottoposto a periodiche verifiche da parte di ditta specializzata e accreditata.In tutte le aree lavorative è fatto divieto di fumare.La ditta ha previsto la nomina e la formazione di addetti alle misure di prevenzione incendi.

Strumenti di supporto. Formazione di base e successivi aggiornamenti degli addetti all’antincendio.

DPI in uso.Guanti conto le aggressioni termiche anche da CO2.

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Gestione della emergenza EVACUAZIONE.

Le cause che possono prevedere una evacuazione di emergenza sono per lo più riconducibile all’incendio, anche se non va trascurato il rischio sismico.Le criticità possono essere ricondotte alla difficoltà di raggiungere le vie di esodo per presenza di ostacoli, sovraffollamento, porte e portoni ostruiti, uscite di emergenza chiuse o non idonee.

Danno atteso.Inciampo, caduta, schiacciamento.

Misure preventive da applicare.Tutte le aree di lavoro devono disporre di vie di esodo adeguate e ben segnalate. Queste inoltre vanno tenute sgombre da ostacoli e devono disporre di illuminazione di emergenza. Annualmente coordinata dagli addetti alle misure di emergenza che la ditta ha provveduto a nominare e formare, nonché alla presenza del RSPP, va svolta la prova di evacuazione.

Strumenti di supporto. Certificato di Prevenzione incendi.Piano di emergenza.Formazione di base e successivi aggiornamenti degli addetti all’antincendio ed evacuazione.

DPI in uso.Non applicabile

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Segnaletica di sicurezzaLa segnaletica di pericolo, prescrizione, divieto, di avvertimento e di emergenza, contribuisce a suggerire agli addetti precise norme comportamentali in materia di tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.La mancanza di tale segnaletica può comportare una sottovalutazione dei rischi sul lavoro soprattutto in caso di emergenza.

Danno atteso.Traumi contusivi, elettrocuzione, ustioni.

Misure preventive da applicare.All’interno dell’edificio è stata apposta cartellonistica indicante prescrizioni, avvertimento, divieti, oltre a cartelli di salvataggio e di prevenzione incendi.Gli addetti sono stati informati e formati circa la tipologia e il messaggio veicolato dalla segnaletica di sicurezza e del comportamento da assumere in conseguenza a ciò che il cartello segnaletico indica.

Strumenti di supporto. Materiale didattico fornito dall’ente formatore.

DPI in uso:Quelli indicati dalla cartellonistica di sicurezza.

Segnale di divieto Segale di avvertimento

Segnale d’obbligo Cartelli di salvataggio

Cartello antincendio Lancia antincendio

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CONTATTI UTILI IN CASO DI EMERGENZA

Soggetto Nominativo TelefonoDatore di Lavoro Sig. Roberto GuandaliniR.S.P.P. Sig. Carlo ParlangeliMedico Competente Dott. Hossein SalariehR.L.S. Sig. Peluso Magda

Addetti al primo soccorsoSig. Roberto GuandaliniSig. Massimo SoveriniSig. Ivan Rossi

Addetti alla emergenza incendio ed evacuazione

Sig. Roberto GuandaliniSig. Massimo SoveriniSig. Ivan Rossi

Polizia localeIdraulicoCaldaistaElettricistaLa gestione delle emergenze prevede che nelle unità produttive, siano presenti i contatti utili a cui le maestranze possono fare riferimento.

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Documento di Valutazione dei Rischi StandardizzatoArticoli 17, 28 e 29 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.

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MODULO 44.1 Definizione del programma di miglioramento dei livelli di salute e

sicurezza

Per programma di miglioramento si intende il programma delle misure atte a garantire nel tempo il miglioramento dei livelli di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.Le misure di prevenzione e protezione previste per il piano di miglioramento sono suddivise tra tecniche, procedurali, informative e formative, di eventuale addestramento e di sorveglianza sanitaria.

Interventi di tipo formativoMisure di miglioramento da

adottare.Tipologie di misure di

prevenzione e protezione.

Incaricati alla realizzazione

Data o periodo di attuazione delle misure di

miglioramento

Formazione degli addetti alle misure di primo soccorso in azienda.

Il legale rappresentante con la collaborazione del RSPP.

Attuata

Formazione degli addetti alle misure di prevenzione incendi ed evacuazione.

Il legale rappresentante con la collaborazione del RSPP.

AttuataDa aggiornare

Formazione ai sensi degli articoli 36 e. 37 del D. Lgs. 81/08 alle maestranze.

Il legale rappresentante con la collaborazione del RSPP.

Attuata

Formazione addetti all’utilizzo Carrello elevatore

Il legale rappresentante con la collaborazione del RSPP.

Formazione e aggiornamento periodico del R.L.S.

Il legale rappresentante con la collaborazione del RSPP.

Da attuare

Formazione addetti all’uso del VDT

Il legale rappresentante con la collaborazione del RSPP.

La documentazione relativa alla formazione è rilasciata dai soggetti autorizzati a fornire e certificare la stessa. La ditta conserva tale documentazione e ne consegna copia conforme al soggetto formato.

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AddestramentoMisure di miglioramento da

adottare.Tipologie di misure di prevenzione

e protezione.

Incaricati alla realizzazione

Data o periodo di attuazione delle misure di

miglioramento

Quando si introducono nuovi macchinari o nuove procedure è previsto l’addestramento all’utilizzo delle maestranze addette.

Il Legale Rappresentante con la collaborazione del R.S.P.P..

In occasione dell’evento di modifica produttiva.

L’addestramento è previsto svolgersi con affiancamento del soggetto da addestrare da parte di preposto o tecnico competente, per tutto i tempo necessario alla acquisizione delle conoscenze e della loro corretta applicazione.

Valutazioni specificheMisure di miglioramento da

adottare.Tipologie di misure di

prevenzione e protezione.

Incaricati alla realizzazione

Data o periodo di attuazione delle misure di

miglioramento

Indagine fonometrica interna.

Il Legale Rappresentante con la collaborazione del R.S.P.P..

N.A.

Indagine della esposizione a vibrazioni.

Il Legale Rappresentante con la collaborazione del R.S.P.P..

N.A.

Indagine preliminare dello stress lavoro correlato.

Il Legale Rappresentante con la collaborazione del R.S.P.P..

Da attuare

Valutazione del rischio chimico

Il Legale Rappresentante con la collaborazione del R.S.P.P..

N.A.

Aggiornamento dell’indagine dell’esposizione agli inquinanti aerodispersi negli ambienti di lavoro

Il Legale Rappresentante con la collaborazione del R.S.P.P..

N.A.

Indagine Movimentazione Manuale dei Carichi

Il Legale Rappresentante con la collaborazione del R.S.P.P..

N.A.

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Verifiche periodicheMisure di miglioramento da

adottare.Tipologie di misure di

prevenzione e protezione.

Incaricati alla realizzazione

Data o periodo di attuazione delle misure di

miglioramento

Verifica semestrale dei presidi antincendio.

Il Legale Rappresentante con la collaborazione del R.S.P.P..

In programma con cadenza semestrale.

Verifica periodica della dispersione di terra dell’impianto elettrico.

Il Datore di Lavoro con la collaborazione del R.S.P.P..

Con cadenza biennale

Manutenzione ordinaria periodica degli impianti di climatizzazione per evitare diffusione di patogeni aerodispersi: pulizia filtri.

Il Datore di Lavoro o il preposto.

Periodicità semestrale.

Manutenzione mezzi e attrezzature.Il Datore di Lavoro o il preposto.

Periodicità concordata con la ditta preposta alle

manutenzioni.Verifica periodica del pacchetto di medicazione.

L’addetto al primo soccorso

Periodicità mensile.

Verifica funzionalità interruttore differenziale impianto elettrico

Il Datore di Lavoro o il preposto.

Periodicità mensile.

Sorveglianza sanitariaMisure di miglioramento da adottare.Tipologie di misure di prevenzione e

protezione.

Incaricati alla realizzazione

Data o periodo di attuazione delle misure di miglioramento

Istituzione della sorveglianza sanitaria. Il medico competente.Nomina del medico: attuataPeriodicità stabilita dal Medico Competente.

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CONCLUSIONIIl presente documento di valutazione dei rischi ha tenuto conto oltre che degli addetti, anche della presenza di altri lavoratori ovvero: fornitori, manutentori e consulenti.Nella valutazione dei rischi, si è omesso di valutare i rischi attualmente non previsti nell’attività produttiva.

La ditta, in base alla composizione della compagine produttiva, ovvero non superiore ai 15 lavoratori, non ha l’obbligo di effettuare annualmente la riunione periodica concordata sia con il RLS e il Medico Competente.

Incarico / responsabilità Nominativo Firma

Il Datore di Lavoro Sig. Roberto Guandalini

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Sig. Carlo Parlangeli

Medico Competente Dott. Hossein Salarieh

R.L.S. / R.L.S.T.

EVENTUALE ATTESTAZIONE DELLA DATA CERTA

Registrazione all’ufficio postale

Invio con posta certificata (allegare alla pagina i riferimenti)

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DATA ______________________