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La Gravidanza Un concetto ambivalente Isotta Violanti Classe VA A.S. 2013-2014

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La Gravidanza

Un concetto ambivalente

Isotta ViolantiClasse VA

A.S. 2013-2014

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Qualche parola d’introduzione

La stesura di questa tesina mi ha dato l’opportunità di approfondire un tema a me molto caro: la gravidanza. Così ho deciso di affidarmi alla mia “passione” per la gravidanza e a ciò che concerne questo delicato tema, vale a dire le leggi nate durante gli anni, gli studi di cui è stata fatta oggetto e l’utilizzo che alcuni autori ne hanno fatto. Non per tutte le materie ho seguito il programma svolto durante l ’anno scolastico, mi auguro tuttavia che il risultato sia pertinente. Spero vivamente che la mia tesina sia all’altezza della vostra attenzione e che vi accompagni in un mondo tanto conosciuto, quanto sconosciuto.

Buona lettura e buon ascolto,

Isotta Violanti

Claude Debussy

La musica come contatto

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Entrando, vi proporrò un brano di Claude Debussy, compositore dei primi del Novecento, la cui musica non solo è apprezzata e amata in tutto il mondo, ma è anche utilizzata, a tutt’oggi, per scopi e studi molto particolari, come ad esempio la musicoterapia. Questa modalità di approccio, che ha come protagonista la musica, applicata durante la gravidanza aiuta il feto nel suo sviluppo.

È provato, infatti, che i nascituri riescano a memorizzare e a ricordare i suoni ascoltati nel ventre della madre, la quale già con il semplice suono della voce gli trasmette le proprie emozioni.

Recenti scoperte hanno dimostrato che la musica agisce sull’organismo come una vera e propria sostanza psicoattiva, producendo effetti non solo psicologici ma anche fisici: per esempio la regolarizzazione del battito cardiaco e la maturazione del sistema nervoso delle vie sensoriali acustiche, causato dalle vibrazioni dell’apparato osseo prodotte dalla musica, sia ascoltata che suonata.

Le musiche da prediligere sono quindi quelle a bassa frequenza e che mantengono un ritmo costante e tranquillizzante come il ritmo ternario, quello cioè del battito cardiaco.

Non a caso ritmo base di ogni ninna nanna, sia della tradizione, che tratta da brani classici come la celebre Ninna Nanna di Johannes Brahms.

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Ecco quindi che Debussy, grazie alla sua musica essenziale, stringata e priva di pomposità, diventa protagonista di questo melodioso colloquio tra mamma e figlio.

Come ascolterete anche dal mio brano, la musica di Claude Debussy è delicata, non è collegata strettamente al concetto classico di tonalità ma cerca di imitare quasi la nenia che una mamma potrebbe cantare al suo bambino e questo è dovuto anche alle tante ricerche sulla musica popolare che l ’autore fece per

ispirarsi nelle sue composizioni. In Debussy quindi, il discorso musicale è un insieme di “immagini sonore” che si rincorrono e si ripresentano durante tutto il brano, evocando sempre forti emozioni.

Gustav Klimt

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Proseguendo il percorso, occorre parlare anche di un altro tipo di arte: la Pittura, e in particolare quella di Gustav Klimt.

Il dipinto che potete osservare in copertina è Die Höffnung I, ovvero La Speranza I e fu protagonista di un particolare cambiamento nella Vienna dei primi del Novecento. La presentazione al pubblico avvenne in occasione della Kunstschau del 1909, a sei anni dalla sua realizzazione, a causa del soggetto piuttosto scabroso, che aveva dissuaso l’artista dall’esporre l’opera alla sua mostra del 1903.

Le donne erano sempre state raffigurate come giunoniche, morbide, con grandi forme. Gli schizzi segreti del viennese Klimt, fondatore della Secessione mostrano, invece, il gusto per una fanciulla esile, dalle braccia magre, lunghe chiome, grosse ciglia, occhi bistrati, labbra fini, seni piccoli, fianchi sottili in contrasto con le floride bellezze del tempo. La Speranza viene allegoricamente rappresentata nella figura di una giovane donna incinta, completamente nuda, che la tradizione vorrebbe morbida accogliente, opulenta, poetica. Qui non troviamo nulla di tutto questo.

La donna è di una magrezza e di un pallore malsani: sotto una massa di capelli rossi, il viso appare ossuto, gli zigomi sporgenti, gli occhi cerchiati, le labbra serrate.

Il seno appare leggermente cadente e piccolo, braccia e gambe sono magre, i glutei addirittura scavati. Su tutto emerge un ventre sproporzionatamente prominente, esaltato dalla posizione di profilo, estraneo al resto del corpo.

La donna raccoglie le braccia al seno, intreccia le mani in un gesto di protezione. Il capo è girato, l’espressione seria, la nudità del pube esposta, se non esibita.

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E’ maternità che non conosce dolcezza, questa, ma che appare pervasa da un vago senso d’inquietudine, denunciato dalle irregolarità che si percepiscono nel corpo, nel gesto, nello sguardo, il che potrebbe farci pensare a una gravidanza allo stremo o problematica.

Sigmund Freud

Gravidanza isterica di Anna O.

Il tema della gravidanza problematica, l’ha affrontato un famoso psicoanalista e filosofo tedesco: Sigmund Freud.

Freud scrive, nel caso della famosa paziente del suo maestro Breuer, Anna O.,

di gravidanza isterica.

Il termine isteria viene dal greco, Hystero, che significa utero, e proprio nell’antica Grecia si pensava che la causa di sintomi di questo tipo nelle donne fosse uno spostamento dell'utero. Freud analizzò, nel corso della sua ricerca

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all’interno della coscienza umana, i disturbi psichici, cioè le psicosi e le nevrosi .

Le psicosi sono problematiche che interessano il soggetto, ovvero se stessi, sono perlopiù incurabili e definite anche come nevrosi narcisistiche. Esse causano il distacco dell’individuo dalla realtà e il ritiro nel mondo interiore. Fanno parte delle psicosi la paranoia, la schizofrenia e la depressione.

Le nevrosi, invece, causano problemi relativi all’oggetto. Vengono classificate come complessi di atteggiamenti irruenti e violenti, scaturiti da motivi insulsi, la cui reazione è sproporzionata. Fanno parte delle nevrosi l’angoscia, l’ossessione e, appunto, l’isteria.

La gravidanza isterica è definita come un disturbo psicosomatico collegato con le nevrosi, ovvero uno stato di disagio psicologico che finisce per ripercuotesi sul fisico, dando l’impressione alla donna di trovarsi in stato gravido.

Il caso di Anna O. fu l’inizio della “scoperta” della psicanalisi e portò all’intuizione che il sintomo nevrotico rappresentasse solo la punta di un iceberg ben più profondo.

Oggi, con le possibilità offerte dalla tecnologia (test di gravidanza precoci, ecografie) il quadro della gravidanza isterica è quasi del tutto scomparso dallo spettro dei disturbi nevrotici.

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“Orlando”The Pregnancy as a re-entry

In Virginia Woolf's novel “Orlando”, we meet a character very similar that one of Eliot's Tiresias, as they both lived for a period as men and for another as women.

In the case of Tiresias, the famous soothsayer who was changed into a woman by Zeus because he had killed a female snake, he spent seven years as a woman and then became a man again.

Eliot mentioned it in a part of his poem The Waste Land: The Fire Sermon. Orlando's story is different, as he turned, without an evident reason, into a woman and so remained for the rest of his life.

The fact of being a woman, causes to Orlando the loss of his conspicuous inheritance, that he will reaquire thanks to the birth of an heir. If the metamorphosis and the sexual identity allow Orlando to move through time and space, pregnancy becomes the time of his re-entry into the present and coincides with the other "birth": the publication of his poem "The Oak".

Woolf has built her novel in relation with nature and botanic, each element of the novel is connected to a flower or a plant.Botanic references are used by Woolf to represent and explain bodies, spaces and times. The interconnections between nature, space, time and birth, shows the idea of fertility in the novel.

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La Legge 194Uno dei gravi problemi che afflissero le donne, fino alla fine degli anni ’70, fu il ricorso all’aborto clandestino.

Negli anni precedenti l’introduzione della legge che ne regolamentò e legalizzò il ricorso, l’aborto veniva praticato illegalmente, con l’uso di strumenti pericolosi, spesso in pessime condizioni igieniche e ad alto rischio per la salute della donna.

Più fortunate erano le donne benestanti, che potevano permettersi l’aborto a pagamento, in cliniche private, o all’estero, con molti meno rischi, ma pur sempre illegalmente.

Fu in seguito ad una presa di coscienza del mondo femminile, fortemente supportato dal Partito Radicale di Pannella, che si diede l’avvio ad una campagna di raccolta firme per indire un referendum abrogativo del reato di aborto (prima del 1978, l'interruzione volontaria di gravidanza, in qualsiasi sua forma, era considerata dal codice penale italiano un reato: art. 545 e segg. cod. pen., abrogati nel 1978), per il si o il no ad una legge che regolamentasse l’interruzione di gravidanza, con il largo supporto dei partiti dell’area di sinistra (PCI, PSI, PSDI), liberali (PRI, PLI), nel mondo cattolico, nonostante fosse in larga parte contrario vi furono divisioni.

Il referendum vede la vittoria dei si sui no e il 22 maggio 1978 nasce la legge 194/78, che tutelava la maternità e la salute della donna decisa a non portare avanti la gravidanza. Presidente del consigli era Giulio Andreotti.

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I risultati di questa legge sono stati notevoli. Non solo per la diminuzione del rischio di morte, ma anche per la diminuzione del ricorso all’aborto, infatti dopo 36 anni dall’entrata in vigore della legge, sono diminuiti di 4 punti percentuali i casi di aborto volontario.

E’ sempre aperto e vivo, però, il dibattito etico e morale riguardo al tema delicatissimo che riguarda la donna, ma anche l’intera società, dove il diritto all’autodeterminazione e il diritto alla vita e alla maternità s’intrecciano e le diverse posizioni sembrano incompatibili.

Elsa Morante

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La Mamma in-difesa

La trama del romanzo di Elsa Morante, La Storia, è relativamente semplice, narra le vicende di Useppe, nato dalla violenza che la madre, Ida Ramundo, maestra elementare vedova ed ebrea, ha subito da un giovane militare tedesco, un ragazzo incosciente alla ricerca di una donna che lo consolasse nella sua triste condizione di soldato.

Cresciuto gracile e minuto, tra gli stenti e la fame di una Roma occupata, Useppe muore stroncato da una grave forma di epilessia e Ida, piccola donna mite e indifesa, impazzisce dal dolore, non riuscendo a impedire la morte prematura del figlioletto.

Dal suo precedente matrimonio con il siciliano Alfio, Ida ha avuto un figlio unico, Nino, che, esuberante e ribelle, abbandonati gli studi liceali, morirà in un incidente con il suo camion carico di merci di contrabbando, mentre è inseguito dalla polizia.

Quello che viene fuori da un’attenta analisi è l’amore incondizionato che Ida ha per il suo Useppe, figlio di una violenza. Ida viene definita Mater Dolorosa proprio per questa sopravvivenza in difesa dei suoi figli.

Morante ci parla di una maternità che viene considerata come un momento “arcano” e “divino”. Ida conserva nella sua indole umile e remissiva una «dolcezza passiva», simile a «l'idiozia misteriosa degli animali».

 Segue poi con affetto e grande sensibilità le tappe dello sviluppo e della crescita del bambino, accompagnandolo, con la premura e il calore di una madre, nella straordinaria scoperta del mondo. La pagina scritta inevitabilmente ne guadagna e s’innalza verso la poesia più sublime quando la scrittrice intona le ninne nanne e le filastrocche più suggestive.

Per amore del figlio, Ida affronta con intrepido coraggio la lotta quotidiana contro la fame e la miseria, divenendo persino una ladra, pur di garantirgli la sopravvivenza. Solo dopo la morte del piccolo e quando la furia assassina della

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Storia ha dissolto nella donna ogni speranza, rendendole vana la vita, la sua personalità si sgretola ed ella precipita in una palude di quieta follia.

La violenza subita è simbolo di un'Annunciazione "al contrario"; per non suscitare uno scandalo nasconde a tutti la gravidanza e partorisce in casa. Il figlio nasce il 28 agosto 1941, prematuro ma in buona salute. Lo nasconderà anche per i suoi primi mesi di vita, per la paura del giudizio dei conoscenti.

L’elemento predominante è quello della Storia che travolge gli umili e i poveri, conducendoli quasi sempre al naufragio così come fece naufragio l'altra Provvidenza: quella verghiana.

Per Manzoni invece la concezione si fa più ottimista, nonostante sia piena di soprusi, violenze, soverchiatori, l’elemento della fede aiuta a sopportarli e a renderli utili per una vita migliore. Per Manzoni non è possibile cambiare la storia, ma bisogna lottare per ottenere qualche miglioramento.

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